Admin e Mods

:: Benvenuti :: Welcome :: Da Ottobre 2003 :: Maggio 2009 :: Il B-side forum è vietato ai minori ::

Maggio 2009

Pandado

Simpatia Osè

Robyk

ibrahimovich87

mvalda

gianlucala

fux

teresio

Realizzato per amore del B-side e della bellezza femminile.

Da 4 anni solo il meglio per voi

Gemellaggi

Celebrity in Pantyhose :: FORUMANDO :: Vip Bellissime :: ipergnocche :: Vere Esibizioni

Risoluzione consigliata 1024x768

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2021 00:19
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 8.162
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Mkhitaryan, che tris!
Ora è la star della Roma:
"Dzeko me l'aveva detto..."



Prima tripletta dell'armeno nei primi cinque campionati europei,
in nazionale ne aveva siglata una contro il Guatemala.
Giallorossi terzi: "Possiamo arrivare ai livelli che vogliamo"


Francesco Pietrella

Un destro al volo che sa di Brasile, una tripletta al Genoa per lanciare la Roma. Calcio allegro e bailado, Mkhitaryan sa cosa vuol dire. Questione di viaggi.

RETAGGI — Armeno di Yerevan, a 14 anni se ne andò a San Paolo per imparare calcio. Merito di mamma, volto noto della federazione, che sfruttò una rete di contatti per far fare al figlio un'esperienza di 4 mesi nelle giovanili del Tricolor. Il riferimento si chiama Oscar, il compagno di stanza Hernanes. Lui, fantasista puro, impara il portoghese e torna in patria trasformato, come uomo e come talento. Perché alcuni tocchi te li ricordi, restano impressi, e a distanza di anni vengono replicati. Prima tripletta in Serie A, primo tris nei primi cinque campionati e Roma terza in classifica dopo l'1-3 al Genoa. Un grazie a Fonseca e l'altro a Dzeko: "Mi ha detto che avrei segnato". Profezia rispettata, e se non fosse stato per la traversa avrebbe calato il poker. Mai una tripletta con United e Dortmund, sì con la nazionale: Guatemala-Armenia 1-7, 28 maggio 2016. Ora il ragazzo sogna nella Capitale: "Possiamo arrivare ai livelli che vogliamo, abbiamo tutto per farlo".

STELLA — La Roma non può farne a meno. Tre gol e 4 assist in A. Preso a titolo definitivo nell'ultimo mercato, Mkhitaryan si è calato nella parte di leader e ci sta riuscendo. Parlano i numeri: dall'inizio del 2010, solo due giocatori hanno segnato almeno 10 reti in Serie A, Bundesliga e Premier. Edin Dzeko e Mkhitaryan, oggi decisivo. "L'anno scorso sono stato spesso infortunato". Nonostante tutto, però, 9 gol e 6 assist in 30 partite tra campionato e coppe. Perché la specialità è sempre stata servire i compagni: nel 2015-16 sfornò 32 passaggi vincenti con lo Shakhtar.

GOL — Punto di riferimento tecnici di una Roma ritrovata, terza in A grazie all'armeno poliglotta con una laurea in economia. Mkhitaryan parla 6 lingue e ha sempre segnato, dallo United al suo Shakhtar, gioiello di Lucescu: "Il più forte che abbia mai allenato", disse una volta. Parlano i gol: 44 in 106 partite in Ucraina, alla Donbass Arena, dove sparavano la Sabre Dance a tutto volume dopo ogni gol, canzone famosissima in Armenia. Chissà se l'Olimpico ne proporrà un'altra.

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/11/2020 00:26
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 8.162
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Palo di Gojak, Sirigu decisivo:
0-0 tra Torino e Crotone, rimasto in 10



Rossoblù due volte vicini al gol con Messias, poi legno del trequartista.
Nel finale espulso Luperto per doppio giallo


Mario Pagliara

Il Toro va in bianco, il Crotone rientra in Calabria con un punto meritato. La squadra di Giampaolo non piazza il break dopo la vittoria di Marassi, frutto di una prestazione incolore e con troppi e ripetuti errori. Gli uomini di Stroppa si fanno preferire sul piano tattico, e del gioco soprattutto nel primo tempo, ma non hanno mai la forza per piazzare la zampata. Finisce zero a zero. L’impressione è che i granata abbiano pagato dazio sul piano fisico alla terza partita in sette giorni, la quinta in due settimane: la stanchezza c’era e si è vista.

LA RAGNATELA DI STROPPA — E’ un bel pollice alto quello che il Crotone merita nel primo tempo sul piano del gioco, passettino indietro del Toro, invece, rispetto alle ultime uscite nelle quali i granata erano apparsi costantemente in crescita. I calabresi sorprendono la squadra di Giampaolo per la fluidità e la qualità del possesso, una voce sulla quale sono praticamente dominanti per tutta la prima mezz’ora, di fronte a un Toro troppo attendista e incapace, per larghi tratti, di venire fuori dalla ragnatela tessuta da Giovanni Stroppa. Il Crotone infatti è schierato benissimo, con un centrocampo a cinque a trazione offensiva, spinto da due mezzali (Vulic e Benali) posizionate molto alte che mandano continuamente in affanno sia Meité che Linetty. Un altro elemento che scava differenze è la supremazia sulle fasce di Reca (che vince il duello con Vojvoda) e di Pereira (sempre in vantaggio su Rodriguez). Al di là degli aspetti squisitamente tattici, bisogna aggiungere che non è certo un primo tempo memorabile. Il Toro si affaccia nell’area avversaria solo con un paio di calci d’angolo, mentre il Crotone firma l’unico tiro in porta prima dell’intervallo al 46’ con una sventola di Pereira sulla quale Sirigu si fa trovare attento.

PALO DI GOJAK — In avvio di ripresa il giro-palla del Crotone perde ritmo e linearità, pur restando con il pallino tra i piedi. Il Toro però non ne approfitta, stenta a decollare e riempie la sua partita di errori. Intorno al ventesimo del secondo tempo, arrivano i primi cambi dalle panchine: Giampaolo capisce che è il momento di dare più freschezza sulle fasce e cambia entrambi gli esterni (dentro Singo per Vojvoda, Murru per Rodriguez), Stroppa risponde inserendo Petriccione (al posto di Cigarini) nel motore della sua squadra. In un pomeriggio che complessivamente non decolla, il secondo tiro della sfida è ancora del Crotone che ha il merito di crederci di più: lo scocca Messias alla mezzora, Sirigu respinge coi pugni. Nel finale Giampaolo si gioca anche le carte Bonazzoli (per Verdi) e Gojak (per Meité). I granata sfiorano il vantaggio con Gojak (38’), il suo cross dalla destra, deviato dalla schiena di Reca, prende una parabola impazzita e sbatte sul palo.

FORCING FINALE — A quattro minuti dal 90’ Luperto stende Belotti in corsa e si becca il secondo cartellino giallo della ripresa: il Crotone finisce in 10 uomini, lasciando il campo al forcing del Toro. C’è ancora il tempo per un nuovo giro di sostituzioni: dentro Ansaldi per il Toro e Cuomo per l’infortunato Siligardi, subentrato cinque minuti prima. La squadra di Giampaolo getta il cuore oltre l’ostacola, e al primo di recupero prima Bonazzoli (su assist di Belotti) e poi Murru di testa falliscono due clamorose occasioni.

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/11/2020 00:30
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 8.162
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Osimhen vale 3 punti: il Napoli di Gattuso mette k.o. il Bologna



Il bomber nigeriano torna al gol e regala la vittoria ai partenopei.
A nulla serve l'assalto finale della squadra di Mihajlovic


Matteo Dalla Vite

In attesa del ricorso per lo 0-3 contro la Juventus, il Napoli si prende tre punti pesanti, meritati ma ringraziando anche Ospina che al 41’ della ripresa ha salvato un colpo sottoporta di Orsolini, che ha sfiorato il pari. Il Bologna si è svegliato tardi. Troppo tardi. Irretito dalla manovra qualitativa dei partenopei, la squadra di Sinisa (priva comunque di 8 uomini) ha cominciato a mulinare occasioni vere solo dalla mezz’ora della ripresa in poi. Troppo poco davanti a un Napoli che spesso ha avuto il merito di nascondere la palla e al quale l’arbitro Pasqua ha annullato il 2-0 per fallo di mano di Osimhen. Ed è stato proprio il nigeriano a spaccare la partita: gol di testa in solitaria al 23’ e col Bologna che registra la partita numero 40 di fila con rete subita.

SECONDO... OSIMHEN — Sinisa e Rino (due che urlano squarciagola ad ogni secondo di gara, fra dritte e arrabbiature spesso sacrosante) si mettono con moduli a specchio, quindi col 4-2-3-1: Gattuso – per motivi disciplinari, li ha visti poco concentrati nell’ultimo allenamento – ha messo in… castigo e in tribuna Mario Rui e Ghoulam. Sinisa deve fare a meno di otto uomini perché l’ultimo che si è infortunato è stato Hickey (adduttore) dopo Santander, Poli, Dijks, Skov Olsen, Medel, Mbaye e Sansone. Il primissimo tiro in porta è di Osimhen, prima punta assistita – da destra – da Lozano, Mertens e Insigne. Il Napoli palleggia subito bene, cerca la profondità che il Bologna riesce a trovare di rado: Sinisa Mihajlovic mette in piedi i duelli in mezzo al campo, con Schouten su Fabian Ruiz e Dominguez su Bakayoko; il Napoli cerca di sgusciare via con Lozano che al 15’ infila una palla in mezzo sulla quale Insigne arriva lungo e comunque dopo la spazzata di Dominguez, molto spesso in aiuto della linea a 4 difensiva. Altro pericolo dal Napoli arriva proprio da Lozano, che si mangia Denswil: colpo preventivabile che Skorupski prende facilmente. Skorupski che due minuti dopo lascia sfilare un tiro a girare dalla sinistra di Mertens: il Napoli ogni volta che sale sa crearsi una conclusione e così succede che al 23’ sempre Lozano vola via a Denswil, cross per Osimhen in mezzo all’area, solitudine assoluta, Skorupski esco-non esco, vantaggio Napoli. Per il nigeriano è il secondo gol in campionato, per il Bologna zero tiri in porta nel primo tempo davanti a cinque (verso la porta) effettuati dalla squadra di Gattuso.

RISVEGLI TARDIVI — Dopo 5’ minuti della ripresa c’è il secondo gol del Napoli: viene annullato dall’arbitro Pasqua perché Osimhen (che ha ricevuto uno strattone prima?) colpisce la palla con la mano in e vanifica la botta di Koulibaly. A quel punto, Sinisa chiama un cambio: Dominguez è sfinito, dentro Svanberg e faccia comunque e sempre offensiva davanti a un Napoli che mulina qualità nascondendo anche il pallone. Ovvio che ci sia differenza tecnica fra le due squadre, e come quasi inevitabile conseguenza il Bologna scocca il primo tiro verso la porta di Ospina con Barrow al 23’ s.t. Mentre Gattuso infila Zielinski e Politano, Mihajlovic è già passato al 3-4-1-2, togliendo anche Denswil per Vignato. Il Bologna dà qualcosa in più, ma è un risveglio tardivo anche se il pari sarebbe stato più facile farlo che no: al 41’, Vignato ruba palla e serve Orsolini che si porta il pallone sul sinistro, Ospina ribatte, conclusione di Palacio ancora ribattuta, tiro di Svanberg che lo stesso Orsolini non riesce a deviare in rete. Subito dopo, Palacio viene ammutolito da Ospina e il Napoli si porta a casa i tre punti, soffrendo sì alla fine ma davanti a un Bologna molto sveglio solo dal trentesimo della ripresa in poi. Troppo poco.

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/11/2020 00:34
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 8.162
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Sempre Ibra, nel bene e nel male: il Milan riprende il Verona al 93', è 2-2

Zlatan sbaglia dal dischetto, colpisce una traversa ma alla fine trova il pari:
la squadra di Pioli resta a +2 in vetta.
Le altre reti: Barak e due autogol (Calabria e Magnani)


Marco Fallisi


I piani di fuga sono andati in fumo, ma il Milan si è ritrovato dopo essere finito a un passo dal secondo tonfo in quattro giorni, e forse questo è l’aspetto che più brillerà agli occhi di Stefano Pioli dopo il 2-2 di San Siro con il Verona. Il suo Diavolo finisce sott'acqua, rientra in gara ed evita la beffa al 93’ con il solito Ibra. Anche se di consueto, nella serata dello svedese – tra un rigore sbagliato, una traversa e un fallo di mano costato un gol a Calabria – c'è stato poco. Juric sfiora il colpaccio ma si riallinea con la tradizione – in 29 incroci al Meazza in A, l'Hellas non ha mai battuto il Milan – e si accontenta di un buon pareggio; Pioli mantiene invariate le distanze sulle inseguitrici ma arriva comunque alla sosta da capolista e imbattuto. Dopo il campanello di allarme con il Lilla, il bicchiere resta mezzo pieno.

CHE VERONA — La partita riserva sorprese fin dall'inizio, perché Pioli è costretto a fare a meno di Romagnoli, k.o. durante il riscaldamento per un problema ai flessori: tocca a Gabbia, che torna in campo a poco più di un mese dall'ultima volta. Le sorprese più grandi però le sfodera il Verona, che dopo 19 minuti è avanti di due gol, nati entrambi dagli sviluppi di un calcio piazzato. Al 6’ è Barak ad anticipare tutti dopo la traversa colpita da Ceccherini di testa dopo un corner, al 19’ è Calabria a deviare alle spalle di Donnarumma un tiro dal limite di Zaccagni (punizione di Dimarco). Il vantaggio della banda Juric è meritato: il 3-4-2-1 disegnato dal tecnico dell’Hellas è compatto e aggressivo, Zaccagni, fantasista di sinistra alle spalle di Kalinic, e Dawidowicz, mastino davanti alla difesa, prevalgono rispettivamente su Calabria e Calhanoglu, il Milan soffre fin da subito – serve un super intervento di Donnarumma per negare a Kalinic il gol dell’ex al 5’ – e rischia di affondare dopo l’uno-due gialloblù. Ibra si muove più da regista offensivo che da centroboa e manda in porta Saelemaekers, sul destro del quale Silvestri è attento. Ma è Leao il più ispirato lì davanti: il portoghese vince il duello dei ventenni con Lovato – talento seguito dal Milan, come ha ammesso nel prepartita lo stesso Maldini – e sfiora il gol al 22’, con un destro deviato prima da Dawidowicz e poi da Silvestri dopo uno strappo in ripartenza. I rossoneri sono meno brillanti e precisi del solito, insomma, e danno sempre l’impressione di poter soffrire quando il Verona si affaccia dalle parti di Gigio, ma producono comunque occasioni e riescono a tornare in partita al 27’: Saelemaekers mette in mezzo per Kessie che devia, il pallone sbatte sul corpo di Magnani e finisce in porta. Poco dopo Silvestri chiude su Hernandez da pochi passi.

IBRA DISFA E FA — Nella ripresa Pioli cambia, inserendo Rebic per Saelemaekers con il piano di alzare il tasso di corsa e potenza nel trio alle spalle di Ibrahimovic. Lo scatto alla partenza però è ancora del Verona, che fallisce il colpo del k.o. con Dimarco: solita discesa di Zaccagni a scherzare Calabria, palla in mezzo per l'esterno che sbuca in mezzo ai difensori e da solo alza sopra la traversa. Il Milan resta in piedi e ci prova: al 51’ Calhanoglu segna ma Guida annulla per fuorigioco. Superata l'ora di gioco, è Hernandez a fare tremare Juric: il francese si infila sul filo del fuorigioco e calcia a tu per tu con Silvestri, ma il portiere del Verona arriva anche lì. Non gli servono miracoli poco dopo, al 66’, perché Ibra fa tutto da solo dal dischetto: Guida fischia un penalty per fallo di Lovato su Kessie, ma lo svedese spara in curva, è il quarto rigore sbagliato negli ultimi 6 tentativi. La porta dell'Hellas, per Ibra, sembra stregata: al 76’ centra la traversa con un colpo di testa, poco dopo è il solito Silvestri a salvare su un'altra incornata dell’11 rossonero. C'è ancora lo zampino, anzi il braccio, del gigante di Malmoe anche sul pareggio di Calabria annullato dopo una Var review: la sponda di Ibra per il terzino rossonero è viziata da un fallo di mano. Ma non è finita, perché lo svedese rimette in piedi la serata dei compagni (e ovviamente la sua) al 93’: calcia al volo e Silvestri devia, ma sul cross con cui Brahim (entrato nell'ultima parte di gara) rimette in mezzo la palla della disperazione sale in ascensore e infila la porta del Verona. Avversario mai affrontato prima da Ibra: per arricchire la collezione, Zlatan ha fatto una fatica del Diavolo. Il Diavolo però ringrazia lui, anche stavolta.

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/11/2020 00:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 8.162
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
SERIE A 2020/2021 7ª Giornata (7ª di Andata)

06/11/2020
Sassuolo - Udinese 0-0
07/11/2020
Cagliari - Sampdoria 2-0
Benevento - Spezia 0-3
Parma - Fiorentina 0-0
08/11/2020
Lazio - Juventus 1-1
Atalanta - Inter 1-1
Genoa - Roma 1-3
Torino - Crotone 0-0
Bologna - Napoli 0-1
Milan - Verona 2-2

Classifica
1) Milan punti 17;
2) Sassuolo punti 15;
3) Napoli(-1) e Roma punti 14;
5) Juventus e Atalanta punti 13;
7) Inter e Verona punti 12;
9) Lazio punti 11;
10) Sampdoria e Cagliari punti 10;
12) Fiorentina e Spezia punti 8;
14) Bologna, Parma e Benevento punti 6;
17) Torino e Genoa punti 5;
19) Udinese punti 4;
20) Crotone punti 2.

(gazzetta.it)

(-1) Penalità al Napoli e vittoria a tavolino (3-0) alla Juventus per il match Juventus - Napoli non disputato dai partenopei,
salvo altre decisioni della giustizia sportiva dal momento che il Napoli ha annunciato il ricorso.
09/11/2020 00:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 8.162
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
La Lazio balla sotto la pioggia: 2-0 a Crotone.
Immobile torna e va subito a segno

Un bel gol di testa del bomber e una rete di Correa regalano
i tre punti a Inzaghi su un campo reso pesante dalla pioggia.
Per i calabresi solo un’occasione in avvio per Simy


Stefano Cieri


Immobile-Correa e la Lazio va. Nell’acquitrino di Crotone la squadra di Inzaghi torna al successo grazie alle reti nel primo tempo dell’attaccante napoletano, al rientro, e dell’argentino nella ripresa. Successo limpido, che non è mai stato in discussione. Troppo ampio il divario tra le due formazioni, nonostante il campo pesantissimo rendesse la vita più complicata alla formazione con il maggior tasso tecnico, ossia la Lazio. I biancocelesti sono stati però abili a calarsi subito nel tipo di partita da disputare, necessariamente diverso dal solito. Meno ricami e più sostanza, questo Inzaghi aveva chiesto ai suoi. Che hanno eseguito gli ordini sin dalle prime battute di gioco.

IMMOBILE LA SBLOCCA — Dopo un primo quarto d’ora equilibrato, nel corso del quale i biancocelesti hanno comunque avuto due ottime opportunità con Immobile e Correa (ma anche il Crotone si era fatto vivo con Simy che ha colpito un palo esterno), i biancocelesti hanno preso il comando delle operazioni attorno al 15’. Fondamentale la cerniera di centrocampo assicurata da Leiva e Parolo (quest’ultimo ha preso il posto di Milinkovic). Proprio da un’iniziativa di Parolo è nato il gol che ha sbloccato il risultato. Traversone dalla trequarti dell’ex azzurro e colpo di testa vincente in tuffo di Immobile, bravo a incunearsi tra Magallan e Marrone, un po’ statici nell’occasione. Cordaz, che in precedenza aveva salvato su Luis Alberto, nulla ha potuto. Ma il portiere dei calabresi ha poi avuto il grande merito di tenere i suoi in partita fino all’intervallo grazie ai due miracoli compiuti su Parolo e su Fares. Il raddoppio di Correa Il 2-0 è comunque arrivato nella ripresa, grazie a Correa, uno degli uomini migliori in campo. Messo in movimento da un intelligente assist di Immobile, l’argentino si è incuneato in area e con un tocco morbido ha beffato sia il tentativo di intervento di Marrone sia l’uscita di Cordaz. La partita è sostanzialmente finita lì. Il Crotone, frenato anche da un campo che col passare dei minuti diventava sempre più difficile, non ha avuto la forza di rialzarsi. E’ stata così la Lazio a sfiorare il 3-0, con Caicedo che era subentrato a Correa. In precedenza Inzaghi aveva sostituito anche Parolo e Fares con Akpa Akpro e Marusic e successivamente ha inserito pure Pereira per Immobile. Anche Stroppa ha operato qualche cambio nel corso della ripresa nella speranza di riaccendere una squadra che andava sistematicamente a sbattere contro il muro della Lazio. Pereira e Reca hanno provato a dare più velocità sulle fasce, ma senza risultati concreti. E così alla fine la Lazio ha portato a casa i tre punti senza correre particolari rischi.

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/11/2020 21:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 8.162
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Provedel è super: Atalanta fermata in casa dello Spezia



Per i nerazzurri tante occasioni, un gol annullato a Gosens e un palo di Zapata.
Bene la squadra di Italiano, che ha colpito un legno con Farias


Marco Guidi

Zero gol, un palo a testa e due conferme. La prima, che lo Spezia è una signora squadra, ben allenata dall’emergente Italiano. La seconda, che la giostra Atalanta ha qualche meccanismo inceppato. Lo 0-0 finale non fotografa la gara, che è stata emozionante fino al 90’ e oltre, ma premia e punisce in ugual misura difetti e pregi delle due contendenti. Certo, i nerazzurri avrebbero comunque potuto strappare i tre punti a Cesena, non avessero trovato sulla loro strada un super Provedel, ma il punto conquistato dai liguri è più che meritato. Lo Spezia resta ancora a caccia della prima vittoria casalinga in Serie A, mentre l’Atalanta per la quarta volta consecutiva dopo la sosta per le nazionali non riesce a centrare il successo. La squadra di Gasperini rischia di perdere altro terreno in classifica e mercoledì c’è il Liverpool in Champions: servirà ben altra tempra.

PRIMO TEMPO — Qualche sorpresa nelle scelte degli allenatori. Italiano rinuncia a Chabot, non al meglio, e affianca Erlic a capitan Terzi al centro della difesa, con Vignali e Bastoni sulle corsie. In mezzo conferma per il terzetto Estevez-Ricci-Pobega, mentre davanti Farias e Gyasi ai lati di Nzola. Gasperini, dopo aver lasciato a casa Djimsiti, Hateboer, Mojica e Muriel, rinuncia anche a Freuler e Pasalic, lanciando dal 1’ Pessina in coppia con il rientrante De Roon in mediana. Prima stagionale per Gollini tra i pali, di ritorno dall’infortunio patito ad agosto nell’ultima giornata del campionato scorso. In attacco si rivede Ilicic titolare con Zapata e Gomez alle loro spalle. L’avvio dello Spezia è all’insegna dell’aggressività. Pressing a tutto campo e sovrapposizioni a go go dei terzini. E al 2’ arriva già il primo brivido per Gollini: Farias si accentra partendo da sinistra e col tiro a giro colpisce il palo. Quattro minuti dopo è ancora l’attaccante brasiliano a provarci, dopo una bella percussione di Estevez, ma stavolta la mira è decisamente sballata. L’Atalanta soffre il ritmo dei padroni di casa e si abbassa un po’ troppo sugli esterni sul primo palleggio avversario, lasciando spazio a Vignali e Bastoni per agevoli ricezioni, ma quando supera la prima pressione sa come rendersi pericolosa, soprattutto sul binario di sinistra, dove Gosens corre come un treno. Al 14’ all’esterno tedesco manca solo la precisione sotto porta, dopo una pregevole combinazione con Zapata. Lampi del vero Ilicic (una rarità anche oggi) poco dopo, quando lascia sul posto due avversari, ma Provedel legge bene le sue intenzioni anticipando Zapata in uscita. Prima sostituzione obbligata al 25’: Gasperini perde Depaoli e manda in campo Piccini, alla prima dopo il bruttissimo infortunio di Valencia datato agosto 2019. Lo Spezia abbassa leggermente il ritmo, ma la partita si mantiene equilibrata e gradevole. Ultimo squillo prima dell’intervallo di Zapata al 40’: palo pieno.

SECONDO TEMPO — Alla ripresa Gasp sorprende di nuovo, togliendo uno spento Gomez per Pasalic. Un cambio anche per Italiano: Maggiore per Pobega, apparso un po’ stanco. I liguri, però, faticano più che nel primo tempo in fase di possesso e Nzola è lasciato troppo spesso in balia di Romero. Al 9’ ci prova da fuori Toloi: non va. L’Atalanta è lontana parente della squadra schiacciasassi di qualche tempo fa, ma annusa il calo avversario e prende fiducia. E al 12’ passa anche: cross di Toloi, Zapata allunga di testa e Gosens con il sinistro fa partire una rasoiata all’angolo opposto. Tutto molto bello, non fosse che il colombiano è leggermente avanti all’ultimo difensore di casa. Fuorigioco pescato puntualmente dal Var. Italiano capisce la difficoltà dei suoi e attinge dalla panchina: fuori in serie i due terzini, Vignali e Bastoni, dentro Mattiello e Marchizza. La mossa dà la sveglia allo Spezia e al 18’ sporca i guanti anche Gollini, opponendosi alla girata di Gyasi. Poi Estevez perde in tempo in area sull’invito intelligente di Maggiore. Anche Gasp, da par suo, vuole un cambio di marcia, così al 22’ Lammers rileva Zapata.

SUPER PROVEDEL — L’olandese ci mette un minuto a farsi notare: destro piazzato dal limite e gran risposta di Provedel in angolo. Le squadre perdono le distanze e aumentano le azioni da gol, da una parte e dall’altra. Nzola allarga troppo il sinistro al 27’. Due minuti dopo Piccini di testa va poco convinto sul cross pennellato da Gosens. Il finale è di marca atalantina, ma è ancora Provedel con una doppia parata strepitosa su Pasalic e Gosens al 39’ a salvare la propria porta. Il portiere vince il duello con il croato anche al 43’, sigillando lo 0-0 finale.

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/11/2020 21:10
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 8.162
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
La Juve riparte a tutto CR7:
2-0 al Cagliari e si mette in scia al Milan

Doppietta del portoghese nel primo tempo, bianconeri sempre in controllo.
Gol annullati a Bernadeschi e Klavan per fuorigioco


Valerio Clari


Le solite grida di Ronaldo, la voce grossa della Juventus, i sussurri di Pirlo che iniziano a farsi sentire. Nello Stadium vuoto si misurano i decibel, il Cagliari viene zittito, i nove volte campioni non steccano: 2-0. Non siamo ancora alla sinfonia, ma la Juve si fa sentire, anche dalle parti del Milan (ora a un punto). Gli acuti sono sempre del solito, Cristiano (8 gol in 6 gare stagionali), ma il coro bianconero lo supporta. Segnali di vera Juve, contro un Cagliari senza qualche titolare, ma che fin qui non era stato avversario tenero.

TOTEM — Ripartire così, dopo una sosta, dopo il precedente pareggio incassato all'ultimo minuto, potrebbe valere qualcosa di più dei canonici tre punti, quelli che Pirlo aveva posto come obiettivo irrinunciabile alla vigilia. Ripartire da Cristiano Ronaldo, certo, ma anche da Matthijs De Ligt. Un totem davanti e uno dietro: la Juve contro il Cagliari per un tempo tiene tutti lontani da Buffon, l'olandese al debutto stagionale trova comunque modo di far sentire il suo peso. Anticipi, chiusure, un costante senso di potenziale dominio del match, o almeno della sua zona di campo. In altre zone c'è il re portoghese, che inizia sbagliando qualche scelta e danzando un po’ troppo sul pallone, ma poi passa presto in modalità “letale”. Quei due e tutta una squadra intorno, convincente, avvolgente, ordinata e veloce: fino al vantaggio manca un po’ l'ultima giocata, ma è solo questione di tempo. Kulusevski a destra per aprire il piatto sinistro a giro (pericoloso al 28’), Bernardeschi a sinistra, positivo e in gol già dopo 11’ (fuorigioco di Morata, che per cambiare un po’ si fa annullare l'assist), Arthur in mezzo a smistare palloni come i ragazzi dei giornali dei vecchi film americani: di qua, di là, nessuna genialata, ma mai una palla persa. Rabiot al suo fianco prova gli strappi, Morata davanti è riferimento e centroboa.

GOL E RISPOSTE — Alvaro è centravanti funzionale, a volte fin troppo generoso nel cercare l’assist: non può esser definito tale il passaggio da centro area a Ronaldo al 38’. Completa un'azione iniziata da destra da Bernardeschi, ma poi CR7 ci mette tanto del suo: con due tocchi prepara il tiro eludendo Zappa e Pisacane. Conclusione chirurgica sul palo lontano, così come è perfetta, per tempismo e tocco, la palla arpionata al volo qualche minuto dopo sul colpo di testa di Demiral dopo corner di Cuadrado: 2-0, superiorità che prende forma nel tabellino. Il Cagliari, piazzato da Di Francesco con una inedita difesa a tre (che diventa a cinque), deve cambiare qualcosa e aggiunge Sottil all’evanescente Ounas e Joao Pedro e Simeone, annullati da De Ligt e Demiral. Il nuovo spirito e il nuovo modulo (il ritorno al 4-2-3-1) se non altro portano i sardi ad alzare il baricentro e farsi vedere nella metà campo avversaria: La Juve va vicina al 3-0 con Demiral (traversa su colpo di testa) e Bernardeschi (Cragno para), il Cagliari segna con Klavan ma la rete è annullata per fuorigioco. Poi tocca a Dybala testare i riflessi del portiere: entra per Morata, mette minuti cercando la risalita. Servirà: era solo la prima di dieci partite prima di Natale.

Fonte: Gazzetta dello Sport
22/11/2020 00:46
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 8.162
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Benevento, che colpo a Firenze! Prandelli, ritorno da incubo

La squadra di Inzaghi vince 1-0 grazie alla rete di Improta nella ripresa e supera i viola in classifica.
Continua il momento no della Fiorentina, che non vince da tre gare


Luca Calamai


Nella prima di Cesare Prandelli fa festa Pippo Inzaghi. Il Benevento vince per 1-0 al Franchi interrompendo una striscia di cinque risultati negativi, Coppa Italia compresa. Grande delusione per la Fiorentina e per Prandelli. Tra le cattive notizie per i viola anche l’infortunio a Ribery uscito alla fine del primo tempo. Per la creatura di Rocco Commisso un brutto passo falso.

PRIMO TEMPO — Grande possesso di palla della Fiorentina nella prima frazione di gioco. Prandelli perde nel riscaldamento Bonaventura per problemi alla caviglia e inserisce al suo posto Duncan. Il modulo tattico dei viola è un 4-2-3-1 con Castrovilli che opera dietro a Vlahovic. La Fiorentina prende possesso della metà campo avversaria ma di spazi ce ne sono pochi. La prima e l’unica conclusione dei viola nel primo tempo è un sinistro alto di Biraghi. In due-tre occasioni il giro palla dei giocatori di Prandelli mette Ribery in una buona situazione di uno contro uno. Ma il francese non riesce mai a saltare il diretto avversario. Il Benevento si limita ad aspettare gli avversari. La squadra di Inzaghi lentamente accenna anche a qualche ripartenza. Sau cerca la conclusione. Ci prova anche Barba, in uno dei suoi inserimenti offensi vi ma il suo sinistro termina altissimo sopra la traversa. Insomma, un primo tempo senza nessuna vera conclusione nello specchio della porta. Nel finale della prima frazione dopo una ripartenza mal sfruttata resta a terra Ribery. Vittima di problemi muscolari. Al 43’ il francese viene sostituito da Saponara. Per FR7 proprio una brutta domenica.

LA RIPRESA — Si riparte con Saponara trequartista e Castrovilli allargato a sinistra nella posizione di Ribery. Il Benevento inserisce Insigne al posto di Sau. E la squadra di Inzaghi al 7’ passa in vantaggio. Controllo sbagliato di Biraghi su rilancio di Dragowski. Recupera palla il nuovo entrato Insigne che appoggia per Improta che azzecca un rasoterra vincente. E’ l’1-0 per le Streghe. Prandelli opera un triplice cambio: entrano Cutrone, Pulgar e Lirola; escono Kouame, Igor e Duncan. La Fiorentina passa al 4-3-1-2. Il Benevento insiste. Al 18’ bella girata di Insigne, entrato benissimo in partita. Dragowski devia in angolo. Cambio obbligato per il tecnico del Benevento: esce Letizia, entra l’ex Maggio. Il Benevento ancora in attacco. Al 26’ una conclusione di Moncini viene ribattuto da Pezzella in scivolata. Entra Lapadula per Moncini. E al 34’ un altro errore di Biraghi regala il sinistro a Insigne. Conclusione larga. Grande punizione di Lapadula: Dragowski vola e devia in angolo. Bravo il portiere viola. La Fiorentina al 40’ costruisce la sua più limpida occasione da gol. Perfetto il tocco del nuovo entrato Borja Valero per Vlahovic che da pochi passi devia di tacco. Montipò respinge d’istinto. L’arbitro assegna sei minuti di recupero. In contropiede Lapadula spara alto da buona posizione. Finisce con la vittoria del Benevento.

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/11/2020 00:46
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.692
Post: 8.162
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Inter, che rimonta! Sotto di 2 gol,
Sanchez e la LuLa ribaltano il Toro

Granata avanti con Zaza e Ansaldi su rigore.
Ma il Niño Maravilla, il doppio Big Rom e Lautaro nel finale regalano i tre punti ai nerazzurri


Filippo Conticello


Senza rimonta, che gusto ci sarà mai? L’Inter, squadra altamente specializzata nel complicarsi la vita, ritrova il successo nel più pazzo dei modi, il suo: va a fondo per un’ora, recupera due gol a un Toro ottimo e cambia l’inerzia con la forza dei nervi. Il 4-2 finale, rotondo, può regalare un po’ di ottimismo in vista della Champions: hanno fatto centro i tre attaccanti, segno che la mira si sta finalmente assestando. Ma il risultato non cancella le difficoltà lunghe un’ora. E non cancella neanche la prova del Torino che, privo di Belotti e poi anche di Verdi, gioca la migliore partita stagionale, prima di sciogliersi nonostante il gelo di San Siro.


L’INIZIO — Non bastava al Toro rinunciare all’allenatore Marco Giampaolo, fermato dal Covid: anche il Gallo deve saltare il match per un leggero infortunio nel pre-gara. Ma il bello è che i granata, con il vice Francesco Conti in panchina, fanno lo stesso un figurone, anche senza il loro cannoniere a guidare la truppa. Per ogni passaggio molle e impreciso dell’Inter, c’è infatti una ripartenza affilata del Torino, sempre uno in più e con praterie davanti da sfruttare. Così il Toro domina per gran parte del primo tempo e produce tiri in serie: Zaza in alcune occasioni potrebbe fare meglio, in altre si trova davanti un buon Handanovic. In un tempo lo sloveno alza la quantità di parate effettuate in tutta la stagione.

SENSO UNICO — E’ come se la difesa a tre, inaugurata dal Toro dall’inizio per l’occasione, tolga riferimenti a Conte, incapace di pescare contromisure adeguate. Il giovane Singo a destra è una freccia nel costato, mentre l’idea di avanzare Vidal sulla trequarti, novità interista di giornata, naufraga presto: è preso in mezzo tra la difesa granata e i centrocampisti di combattimento del Toro. Vidal sta lì anche per l’assenza di Brozovic, regista necessario a Conte per costruire un centrocampo a 5 con due mezzali vere accanto. Al posto del croato, torna Gagliardini sulla stessa linea di Barella, ma la manovra è nel complesso macchinosa e arrugginita. Sanchez, preferito a Lautaro in vista del Real, gira a vuoto e anche Hakimi è lontano parente dell’esterno ammirato a Dortmund.

IL VANTAGGIO — La conseguenza è il vantaggio, meritatissimo, del Toro che curiosamente arriva dopo che i granata perdono per infortunio anche l’altro attaccante titolare: Verdi deve lasciare a Bonazzoli, talento svezzato proprio all’Inter. Ma la rete dell’1-0 allo scadere del primo tempo la segna Zaza, la punta che più aveva cercato la conclusione, l’uomo che aveva già fatto piangere Conte da c.t. della Nazionale. Dopo una palla sanguinosa persa da Sanchez, Meitè inventa un tacco geniale per il sinistro del numero 11. In una singola azione ecco la fotografia di un primo tempo a senso unico.


LA RIPRESA — Il secondo tempo inizia senza cambi, nonostante l’Inter sia una copia sbiadita di ciò che potrebbe essere. Il cronometro che passa inesorabile porta i nerazzurri ad alzare il baricentro col rischio di lasciare ancora più spazio alle spalle. Su una delle mille ripartenze granata, l’esplosivo Singo brucia alle spalle Young che gli rifila un calcione: serve l’intervento del Var dopo lunghi minuti per certificare il rigore, trasformato di potenza da Ansaldi. Col 2-0 la montagna da scalare diventa altissima, ma la reazione è veemente. Come se improvvisamente arrivasse una scarica di adrenalina su un corpo privo di forze: dopo un minuto, in mischia, Sanchez riesce ad accorciare le distanze. Un gol che sarà come una scintilla.

LA SCINTILLA — Da quel momento inizia, infatti, un’altra partita, orientata anche dai cambi: Conte alza il baricentro facendo entrare Lautaro al posto di Gagliardini con Sanchez spostato sulla trequarti. Il Toro getta via quanto di buono fatto fino a quel momento, perde misteriosamente sicurezze, mentre l’Inter trova baldanza e subito arriva la rete del pareggio: Lukaku fa gol servito da Sanchez. E’ il 67’ e sul punteggio si legge 2-2: cinque minuti prima i granata erano in totale controllo, avanti di due reti. Stranezze del calcio, soprattutto quando di mezzo c’è un’Inter così tanto pazza. Gli ultimi 20 minuti sono quelli dell’arrembaggio garibaldino, con i nerazzurri che tentano di completare la rimonta mancata altre volte: Ranocchia divora di testa, Hakimi manca spesso il cross decisivo.


L’EPISODIO — Alla fine il 3-2 arriva, ma è ancora più beffardo per il Tporo perché causato da un rigore assegnato col Var all’84’ dopo una azione bizzarra. Hakimi, atterrato in area da Nkoulou, rientra dal più classico dei fuorigioco. Dopo aver fischiato l’offside, l’arbitro La Penna viene chiamato al Var per valutare la natura del tocco del difensore camerunese precedente al fallo: il suo stop, infatti, viene considerato una giocata che rimette in posizione regolare l’esterno. Alla fine il penalty del sorpasso lo segna Lukaku, che poi trova il tempo di servire al gemello Lautaro l’assist del 4-2.

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/11/2020 00:51
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]
Campionato di calcio Serie A stagione 2021/2022 (quello dei Campioni d'Europa) (424 messaggi, agg.: 25/05/2022 13:28)
Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019 (431 messaggi, agg.: 27/05/2019 00:22)
Campionato di calcio Serie A stagione 2019/2020 (423 messaggi, agg.: 02/08/2020 23:36)

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:31. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

Versione 3.0 - Realizzata da Simpatia Osè - Risoluzione consigliata 1024x768