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Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2021 00:19
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Lazio, altra frenata dopo la Champions:
il Verona vince 2-1 e sorpassa Inzaghi

Dopo il k.o. con l'Udinese, i biancocelesti perdono di nuovo in casa dopo l'impegno europeo.
L'autorete di Lazzari apre il match. Pari momentaneo di Caicedo, gol vincente di Tameze.
Nel finale padroni di casa a un passo dal pari


Nicola Berardino


L’effetto Champions frena ancora una volta la Lazio in campionato. La qualificazione agli ottavi fa svuotare le potenzialità della squadra di Inzaghi, ma il successo del Verona è nitido e consente il sorpasso in classifica sui biancocelesti, salendo a quota 19. Una altra prova d’applausi per la formazione di Juric contro una big del campionato. Il vantaggio con l’autogol di Lazzari prima dell’intervallo non è estemporaneo nonostante il pareggio di Caicedo nella ripresa. Il colpo di Tameze dà la spinta decisiva al Verona per incassare un successo meritato e inseguito con forza e attenzione.

AUTOGOL — Inzaghi striglia la squadra durante il riscaldamento prima della partita sul prato dell’Olimpico per avere ritmi più intensi. Novità in difesa: out Patric, non al meglio Luiz Felipe (in panchina), spazio a Parolo sulla destra. A centrocampo, senza Luis Alberto causa noie muscolari, c’è Akpa Akpro nel ruolo di interno. In avanti, Caicedo dà il cambio a Correa che parte dalla panchina. Nel Verona in difesa entrano Magnani e Lovato con Dimarco avanzato a metà campo. In avanti si rivede Salcedo. Milinkovic tenta di graffiare con un paio di incursioni, ma il primo tiro a rete della Lazio è di Immobile. Al 14’ il bomber si libera bene in area, però conclude al lato da buona posizione. Replica del Verona con una ripartenza di Zaccagni che non viene conclusa felicemente da Salcedo. Si ferma Acerbi per problemi all’adduttore e al 28’ cede il posto a Hoedt: ulteriore modifica al pacchetto arretato dei biancocelesti. Al 38’ Reina è in guardia su un colpo di tacco molto pericoloso di Tameze. La Lazio accusa difficoltà in fase di impostazione e sposta sulla destra, con Lazzari, la corsia preferenziale per portarsi in avanti. Al 45’ il Verona va in vantaggio. Bella iniziativa sulla destra di Faraoni (proteste laziali per un contrasto con Milinkovic), pallone catapultato sinistra a Dimarco, sulla fiondata dell’esterno è decisiva la deviazione in porta da parte di Lazzari. Subito dopo la squadra di Juric potrebbe raddoppiare: Reina salva in uscita su Zaccagni.

TAMEZE DECISIVO — Anche dopo l’intervallo la formazione di Inzaghi fatica a far fluire la manovra in fase offensiva. Nell’assalto frontale si avverte l’assenza di Luis Alberto. All’11’ la Lazio centra il pareggio contro il quarto gol in campionato di Caicedo. Su traversone di Lazzari, l’ecuadoriano si gira e fulmina Silvestri con un sinistro angolato. Si rilancia il Verona: Hoedt anticipa Faraoni, Reina argina Salcedo. Al 20’ Caicedo e Leiva cedono il posto a Correa ed Escalante. Due minuti dopo il Verona torna in vantaggio con Tameze, innescato da un pallone filtrato da un retropassaggio avventuroso di Radu, pressato da Salcedo. Protesta la Lazio ma l’intervento di Salcedo appare sul pallone: Abisso passa dal Var e convalida. Juric inserisce Colley al posto di Salcedo. Inzaghi fa entrare Fares e Pereira per Lazzari e Akpa Akpro. Nervosa la Lazio che però riassesta le strategie per l’assalto finale. Il pressing del Verona soffoca i biancocelesti nell’impostazione. Al 40’ irrompe in area Immobile, azione ingarbugliata, Fares non trova il colpo finale. Silvestri ribatte sul colpo di testa di Milinkovic. Faraoni fa muro sulla rasoiata di Immobile. Lazovic subentra a Zaccagni. Fares non riesce ancora a colpire a rete. Sette minuti di recupero ad alta tensione. Ma la Lazio non riesce ad agguantare il pari: Silvestri provvidenziale su Pereira. Il Verona festeggia tre punti ottenuti da una prova giudiziosa e di grande spessore tattico e temperamentale.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/12/2020 00:15
 
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Pazza Inter.
A Cagliari domina, va sotto ma
nel finale trova la vittoria.
È a -3 dal Milan



Cragno si esalta, Sottil trova il gran gol al 42',
ma nel finale Barella, D'Ambrosio e Lukaku riescono a ribaltare il risultato


Davide Stoppini

Rimonta, fantasmi scacciati e pure il piano B: ecco cosa c’era nel menu a pranzo dell’Inter a Caglari. Tre a uno per la squadra di Conte, che va sotto – dopo aver sprecato tantissimo – nel primo tempo con il gol di Sottil, ma poi nel secondo tempo – dopo il passaggio alla difesa a quattro, fa tre gol e trova la quarta vittoria consecutiva in campionato, lasciandosi alle spalle la delusione per l’eliminazione Champions di mercoledì.

PRIMO TEMPO — L’Inter approccia il match come meglio non potrebbe. E infatti, tra il 9’ e il 15’, i nerazzurri hanno sui piedi cinque occasioni per passare in vantaggio. In serie: al 9’ doppia chance, prima grazie a una magia di Eriksen per Lukaku, murato da Cragno che poi è bravo pure sul sinistro dello stesso danese. Al 12’ un cross di Eriksen trova Bastoni in area, ma la girata al volo col sinistro finisce alta. Ancora Inter, solo Inter, il Cagliari sta a guardare. Al 14’ combinazione Lukaku-Sanchez, con conclusione del belga sulla quale Cragno dice ancora no. E il portiere di Di Francesco si esalta ancora al 15’, quando su cross di Darmian Sanchez di testa non riesca a batterlo, trovando la respinta con i piedi. Il Cagliari non riesce ad alzare il baricentro, al 22’ il destro di Rog dai 20 metri è quasi un alleggerimento. C’è sempre Cragno in copertina, con l’intervento più difficile del primo tempo: è il 24’, Sanchez entra bene in area leggermente defilato sulla destra, ma la conclusione è ancora fermata dall’estremo difensore dei sardi. Prodotto lo sforzo più grande, ma senza passare in vantaggio, l’Inter sembra quasi rifiatare. Ci riprova Barella al 38’ con una bella girata al volo di destro su cross di Darmian: destro a lato. Sottil è il più vivo dei suoi, in mezzo Marin e Rog danno battaglia. Al 42’, quasi all’improvviso, passano i ragazzi di Di Francesco. Faragò avanza sulla destra, mette dentro ma trova la respinta di De Vrij, il pallone finisce sui piedi di Sottil che viene murato da Skriniar. L’azione però non è finita: il pallone si impenna, Sottil si coordina benissimo e con il sinistro al volo trova l’angolo più lontano: Cagliari avanti, al primo tiro nello specchio di Handanovic. L’Inter accusa il colpo, un minuto dopo Perisic fallisce l’ennesima chance quando solo davanti a Cragno – ma un po’ defilato sulla sinistra – calcia malissimo sul fondo. Dall’altra parte, al 46’, il Cagliari va vicino pure al 2-0: Faragò per Zappa, tiro cross con Pavoletti che sotto porta fallisce il (non semplice) tap-in.

RIBALTONE — Nel secondo tempo Conte cambia subito: fuori Perisic, ancora deludente, dentro Hakimi a destra con Darmian che va a sinistra. L’Inter riparte in maniera vigorosa, al 5’ è Skriniar a trovare la deviazione a centro area su assistenza di Darmian: pallone alto. Dopo 13’ finisce la gara di Eriksen: dentro Sensi. E poi anche Young per Darmian. E dopo neppure un minuto l’inglese va subito vicino al pareggio, con un sinistro sul palo lungo deviato in angolo da Cragno. Gara dal copione scritto, l’Inter palla a terra riesce a trovare la conclusione, come quando al 17’ Sensi innesca Sanchez, il cui destro è deviato in angolo. Altri cinque minuti ed è lo stesso Sensi a trovare la conclusione, dopo un inserimento centrale su cross di Hakimi. Primi cambi per Di Francesco: minuto 23 fuori Sottil e Faragò, dentro Nandez e Klavan, minuto 23, il Cagliari passa dunque a difendere a tre. Di qua Conte gioca il tutto per tutto: esce Bastoni, dentro Lautaro a 18’ dalla fine, con il passaggio alla difesa a quattro. E’ una partita a scacchi: Pavoletti non ne ha più, è il turno di Cerri, siamo ormai nell’ultimo quarto d’ora. E l’Inter sfiora ancora al gol con Sensi: destro deviato in angolo. Ed ecco l’1-1: corner di Sensi, Cragno respinge, dal limite dell’area Barella trova un destro al volo perfetto, proprio contro la sua ex squadra. Non cambia l’inerzia della gara, nerazzurri ora alla ricerca del ribaltone. Hakimi esce per infortunio, dentro D’Ambrosio a 7’ dalla fine. Ed è lui l’uomo del 2-1: cross di Barella sugli sviluppi di un angolo, sul secondo palo D’Ambrosio trova il colpo di testa che batte Cragno. Lo stesso portiere a 2’ dalla fine blocca il sinistro di Lukaku. Il Cagliari si butta in avanti. E a 100” dalla fine Cerri si divora il 2-2, dopo l’inserimento di Lykogiannis. Dentro Simeone, fuori Carboni, mentre nell’Inter Sanchez resta in campo nonostante un problema muscolare. Cinque minuti di recupero, al terzo dei quali Cragno su butta in area su corner. Ma così favorisce la ripartenza dell’Inter, Lukaku in campo supera proprio il portiere avversario a metà in campo e poi vola a porta vuota verso il 3-1. Lo Shakhtar è dimenticato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/12/2020 23:58
 
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Gomez fuori, ma Gasp abbatte la Fiorentina 3-0!
L'Atalanta risale, Viola in ritiro

La squadra di Prandelli resiste 44 minuti grazie a un Dragowski in
grande forma, poi la Dea dilaga con Gosens, Malinovskiy e Toloi


Marco Guidi


Archiviato il passaggio agli ottavi di Champions, l’Atalanta dà l’avvio all’operazione rimonta in campionato, liquidando senza patemi la Fiorentina al Gewiss Stadium con un secco 3-0. La Dea, con la gara contro l’Udinese da recuperare, sale così a 17 punti, in attesa di affrontare in serie Juventus e Roma. Per la Viola, invece, è ancora notte fonda: i 9 punti in 11 giornate, di cui appena uno nelle quattro con Prandelli in panchina, sono lo specchio di una squadra in grave crisi d’identità. La società ha deciso per la linea dura: tutti in ritiro per provare a ritrovarsi.

NIENTE PAPU — Gasp ripropone dieci undicesimi della formazione scesa in campo ad Amsterdam con l’Ajax. Unica variazione, Malinovskyi al posto del Papu Gomez. Un’esclusione, quella dell’argentino, che farà discutere, dopo i recenti screzi con il tecnico. Il Papu starà 90’ a guardare i compagni, ma sarà la gara contro la Juve a dire se vederlo seduto in panchina diventerà una consuetudine, portando magari a un addio a gennaio, o no. Prandelli sceglie invece un inedito 4-5-1, lanciando Venuti da terzino destro ed Eysseric largo a sinistra. Vlahovic unica punta. Solo panchina per Castrovilli e Ribery. L’ex di turno è Jack Bonaventura, che torna titolare da interno di centrocampo.

A SENSO UNICO — Dopo 5’ di studio, l’Atalanta prende in mano decisamente il pallino del gioco. Al 10’, sponda di Djimsiti per Zapata che va a colpo sicuro in tuffo di testa, ma centra Dragowski, poi il tap in di Hateboer è rimpallato in corner da Biraghi. I calci d’angolo diventano una costante del primo tempo nerazzurro: saranno addirittura 9 nei primi 45’. Su uno di questi, al 19’, Dragowski alza sulla traversa l’incornata di Romero. La Fiorentina schiaccia parecchio la linea mediana sulla difesa, lasciando Vlahovic in balia della retroguardia di casa. Il giovane centravanti serbo si lamenta, non a torto, anche con i compagni, ricevendo di contro il rimbrotto di Prandelli. L’unico sussulto di Vlahovic è su invito di Lirola al 21’, il suo sinistro dal limite, però, è deviato in modo strepitoso da Gollini sulla traversa. Passato lo spavento, la Dea torna a macinare gioco. Al 29’ Dragowski è ancora bravo a intercettare il colpo di testa di Zapata su cross di Gosens. Dai e dai, alla fine la Viola capitola. È il 44’ e stavolta gli interpreti si invertono: Zapata va via di potenza a Pezzella e mette a rimorchio per Gosens, che con il sinistro da due passi non può sbagliare. Timide proteste viola per un tocco di mani del tedesco a inizio azione, non comunque nell’immediatezza della rete.

RIPRESA — Caduto il muro, Prandelli perde anche Pulgar per infortunio: dopo l’intervallo ecco Castrovilli. La Fiorentina alza un po’ il baricentro alla ricerca del pareggio. Al 55’, però, Milenkovic stende Zapata al limite e il sinistro chirurgico di Malinovskyi su punizione disegna una parabola perfetta per il raddoppio. Sotto di due reti, gli ospiti provano il tutto per tutto con Ribery e Callejon al posto di Eysseric e Lirola. Ma la Viola ormai è in balia dell’avversario e al 63’ Toloi trova il tris sugli sviluppi di un corner, sfruttando l’abile sponda di Djimsiti. La prima conclusione della Fiorentina verso lo specchio della porta nella ripresa arriva solo al 67’, con il colpo di testa di Vlahovic, che si perde sul fondo. Mentre Gollini deve intervenire solo all’86’ sulla stoccata al volo di Barreca, entrato per Biraghi infortunato. Gasperini concede la vetrina anche a Manu Gyabuaa, giovane gioiellino della Primavera, all’esordio in Serie A. Il degno finale di una partita completamente a tinte nerazzurre.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/12/2020 00:01
 
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Atto di forza Roma: Dzeko, Pellegrini,
Veretout e Mkhitaryan annientano il Bologna 5-1

Partita chiusa già nel primo tempo. In gol il bosniaco, Pellegrini, Veretout e Mkhitaryan.
Due le autoreti, una per parte (Poli e Cristante). Tre i gol annullati


Matteo Dalla Vite


Pronti, via e la gara è durata un quarto d’ora: una Roma imperiale ha spazzato via il Bologna nei primi quindici minuti mettendosi subito sul 3-0 e agendo poi a piacimento nel resto della gara: per la squadra di Mihajlovic non ci sono giustificazioni. Forte e in scioltezza, la Roma ha piallato subito i rossoblù ma Sinisa (che ha fatto esordire anche Pagliuca junior) si chiede dove sia mai finita la rabbia che chiede sempre e che non ha nessun motivo di essere sparita così: un po’ è riapparsa nella ripresa ma l’assenza di 4 titolari (quale squadra al giorno d’oggi non deve rinunciare a pedine titolari?) non può reggere come alibi. L’apertura è stata rappresentata da un autogol di Poli su fuga di Spinazzola, poi dai gol di Dzeko (che raggiunge Amadei) e Pellegrini: i giallorossi hanno giusto sbagliato nell’autogol di Cristante (cross di Barrow) ma per il resto hanno piallato tutto e tutti, fino ad arrivare all’1-5 passando dal gol di Veretout al sigillo di Mkhitaryan.

TAMPONI LUNA PARK — Come annunciato, Sinisa si affida al ventunenne Ravaglia al debutto in Serie A: Da Costa in panchina quindi, e… Donnarummata di Mihajlovic che fece esordire Gigio al Milan (classe ’99 come Ravaglia stesso) a 16 anni e 8 mesi: al ragazzo non andrà benissimo Mbaye va a sinistra al posto di Hickey "raffreddato – recita il Bologna – in attesa di un nuovo tampone" ed evidentemente il primo non ha dato esiti certi: così sono addirittura nove i giocatori dei quali il tecnico del Bologna deve fare a meno, e come conseguenza c’è che la panchina è farcita di Primavera (Khailoti, Pagliuca baby, Vergani e Rabbi). La Roma in porta rimette Pau Lopez (Mirante è in panchina), in mezzo ha Veretout e davanti Dzeko con a sinistra Spinazzola che arma gli assalti giallorossi. Pedro è assente perché squalificato. La partenza è tutta della Roma che appunto in 15’ devasta un Bologna completamente sfasato: Spinazzola lascia lontano De Silvestri nello scambio di Mkhitaryan e poi vola a crossare quel pallone che, deviato da Poli, diventa l’10 giallorosso. Passano cinque minuti e Dzeko, trovato da Pellegrini, infila con facilità Ravaglia sul primo palo dopo essersi inghiottito Danilo; ancora 5’ e Pellegrini (lanciato da Spinazzola) mette lo 0-3 che al 24’ diventa 1-3 per deviazione di Cristante su cross di Barrow. Finita? Macché Veretout infila ancora Ravaglia (debutto infernale) dopo un’azione iniziata da Dzeko e portata avanti da Pellegrini e Mkhitaryan.

PALO — Primo tempo devastante per il Bologna, con Sinisa che fa tre cambi alla ripresa: i rossoblù passano al 3-4-3, arrivano al gol con Dominguez poi annullato alla Var come l’1-6 di Pellegrini. Quattro gol annullati, 6 buoni e la partita è andata avanti con il Bologna fra il tramortito e la rincorsa e la Roma che ha dovuto cambiare Kumbulla (problema muscolare) con Smalling. Fra situazioni in cui la Var è stata necessaria (anche nel rivedere un fallo di Dominguez, prima punti col rosso e poi abbassato a giallo), la Roma ha sfiorato la sesta rete con Mayoral che ha preso il palo a porta vuota. Il titolo, da subito, è uno solo: non c’è stata gara.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/12/2020 00:07
 
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Gattuso soffre Ranieri ma nella ripresa è ribaltone: Napoli-Samp 2-1

Primo tempo sotto ritmo per gli azzurri che vanno in svantaggio al 20’ con Jankto che trafigge un distratto Meret.
La svolta al rientro dagli spogliatoi, con Lozano e Petagna che di testa fanno gioire Gattuso


Maurizio Nicita


Dopo un primo tempo inguardabile il Napoli si rialza reagisce al meritato vantaggio della Samp e ribalta la partita grazie soprattutto a un Lozano imprendibile, modello Speedy Gonzales. E così gli azzurri rispondono alla vittoria dell’Inter, anch’essa in rimonta a Cagliari, e si presentano allo scontro diretto di mercoledì al Meazza con i nerazzurri avanti di un solo punto, che poi sarebbe quello tolto dal giudice sportivo non dal campo. La Samp fa quello che può bene per un tempo poi soccombe alla maggiore forza dell’avversario.

GLI ASSETTI — Rino Gattuso cambia 5 uomini ma non il sistema: il suo 4-2-3-1 si appoggia sulla fantasia di Zielinski e non è un caso che nel classico 4-4-2 presentato da Claudio Ranieri Ekdal sia francobollato a uomo sul fantasista polacco per cercare di tenerlo spalle alla porta e togliergli visione di gioco. E in effetti, con una Samp che difende stretta e compatta gli unici pericoli vengono dai tiri dal limite di Zielinski, ma nulla che turbi Audero. Mentre in avanti l’esperto allenatore romano sceglie di affiancare Verre a Quagliarella, mossa che si rivelerà efficace.

COLPISCE JANKTO — E così, pressando bene alto e sfruttando la lenta e prevedibile manovra azzurra, la Samp prende coraggio. Una girata di testa del solito Torsby su angolo mette già i brividi a Meret, ma poi al primo vero affondo manovrato passano i blucerchiati. È Verre ad abbassarsi per prendere palla nella trequarti e a vedere il corridoio giusto per Jankto che sulla corsa entra in area e con un sinistro sotto la traversa batte Meret. Il Napoli fa fatica a rialzarsi, mentre Verre, abile a trovare spazi fra le linee del Napoli, lancia profondo Candreva che con un diagonale impegna Meret. Solo a fine tempo gli azzurri si rendono pericolosi sveltendo un po’ la manovra. Mertens gira di testa l’unico cross di Ghoulam che arriva dal fondo e poi il belga scambia rapido centralmente con Insigne al tiro, ma in entrambe le occasioni Audero si fa trovare pronto.

CAMBIO PASSO — È un altro Napoli quello che ridisegna Gattuso nella ripresa inserendo Petagna prima punta e Lozano esterno. È soprattutto il messicano a cercare la profondità, che nel primo tempo non c’era mettendo alle corde gli ospiti. E il gol arriva con Mertens che raddoppia Insigne a sinistra e mette in mezzo, dove proprio Lozano anticipa di testa e pareggia. Lo scatenato messicano poco dopo colpisce il palo con un destro dalla distanza. E poi confeziona anche il sorpasso con una percussione a destra e cross teso che Petagna impatta bene di testa. La Samp accusa il colpo e prova a reagire con un tiro dalla distanza di Candreva, sul quale Meret si allunga bene. Ma è il Napoli a tenere il pallino del gioco e a rendersi pericoloso ancora con Lozano e Mertens. Il finale è più nervoso, con La Penna che sventola gialli da ogni parte, ma la Samp non punge più mentre il Napoli vanifica un paio di occasioni in superiorità numerica. Ma i tre punti arrivano lo stesso.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/12/2020 00:11
 
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Dopo 5 mesi riecco il Dybaldo: la Juve vince 3-1 in casa del Genoa

Nella ripresa si sblocca l’argentino, poi pareggia l’ex Sturaro.
Decisivo CR7 con due rigori guadagnati da Cuadrado e Morata.
Il portoghese e la Joya non segnavano insieme nella stessa partita dal 4 luglio


Fabiana Della Valle


Dybala apre, Ronaldo raddoppia e la Juventus batte il Genoa 3-1. Cinque mesi dopo la storia si ripete: il dieci ritrova il gol in campionato dopo sette mesi, Cristiano festeggia con una doppietta dal dischetto la sua centesima gara in bianconero. E’ tornato il Dybaldo e Andrea Pirlo sorride, perché la sua Juventus trova la seconda vittoria di fila in campionato e anche quella continuità invocata dall’allenatore.

MURO ROSSOBLÙ — La Juventus fa cinque cambi rispetto a Barcellona (Szczesny, Dybala, Bentancur, Rabiot e Chiesa) mentre il Genoa si presenta con quattro ex (Pjaca, Perin, Sturaro e Luca Pellegrini). Pirlo rinuncia a Kulusevski per inserire Bentancur accanto a Rabiot e piazza McKennie sulla destra con il compito di giocare tra le linee. Il primo tempo è un monologo bianconero, con la squadra di Pirlo costantemente nella metà campo dei rossoblù. Rabiot segna subito ma il gol viene annullato per evidente tocco di mano, poi ci provano due volte Ronaldo, McKennie (di testa) e Dybala. I bianconeri cercano di ripetere il canovaccio di Barcellona, reparti stretti e pallone che si muove velocemente. Il Genoa si limita a contenere (e ci riesce) nella speranza di poter ripartire con Scamacca e Pjaca, ma in realtà nel primo tempo succede una sola volta (su palla persa da Chiesa, che poi però si fa perdonare con un gran recupero). Il divario tra le due squadre è netto ed è già sorprendente che si arrivi all’intervallo sullo 0-0, ma la Juve in modalità campionato, senza la ferocia del Camp Nou, non riesce a scavalcare la muraglia eretta da Maran.

E’ TORNATO IL DYBALDO — Il fortino rossoblù resiste un’altra decina di minuti nel secondo tempo, poi crolla quando Dybala trova il suo primo gol in campionato: lancio di De Ligt, spizzata di McKennie e sinistro del dieci sul primo palo. La festa dura poco perché la legge dell’ex non perdona: cross di Luca Pellegrini e imbucata vincente di Sturaro, che già l’anno scorso fece male alla Signora. Il Genoa dopo il gol prende coraggio e ci riprova subito con Rovella, Pirlo risponde inserendo Morata al posto di Rabiot: ecco il tridente tanto invocato. Ma c’è sempre un ex sul cammino della Juve verso la vittoria: stavolta tocca a Perin, che s’oppone stoicamente alla zuccata di Ronaldo. Il 4-4-2 iniziale di Pirlo diventa un 4-2-4, con Chiesa sulla linea dei tre attaccanti. L’assalto bianconero produce i suoi effetti: calcio di rigore per fallo di Rovella su Cuadrado, che si vendica del portiere spiazzandolo dal dischetto. Finisce allo stesso modo anche sul secondo penalty (stavolta uscita di Perin su Morata): 3-1 e nessun patimento finale: l’effetto Camp Nou continua pure in Serie A.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/12/2020 00:14
 
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Traverse, pali e un super Hernandez:
il Milan acciuffa il Parma al 91'

Hernani e Kurtic danno il doppio vantaggio agli emiliani,
ma la doppietta di Theo permette ai rossoneri di evitare la sconfitta.
In classifica l'Inter si avvicina a -3


Marco Fallisi


Nella giornata in cui le inseguitrici vincono in rimonta, il Milan lancia un messaggio potente: i giovani diavoli non muoiono mai, anche se adesso si fa tutto più complicato. La doppietta di Theo Hernandez, la prima in due stagioni rossonere, non serve a cogliere il nono successo in campionato, ma regala alla capolista un 2-2 che fino al minuto 91 della sfida con il Parma sembrava un mezzo miraggio. Pioli allunga la striscia di imbattibilità a 23 risultati in campionato e il suo Milan resta l’unica squadra senza k.o. nei cinque principali campionati europei dalla ripresa post lockdown a oggi. Il vantaggio su Inter, Napoli e Juve ora si è ridotto, ma questo pari può pesare parecchio in termini di fiducia e convinzione. Il Parma sciupa il doppio vantaggio a San Siro, ed è la seconda volta dopo il 2-2 con l’Inter di ottobre: Liverani può dirsi comunque soddisfatto da quanto messo sul campo dai suoi ragazzi.

GOL E... LEGNI — Liverani disegna un Parma compatto, con un tridente che punta sulla velocità di Karamoh e di Gervinho e sulla fisicità di Cornelius. Pioli, privo di Kjaer, Ibra e Saelemaekers, ritrova Bennacer in mezzo e consegna le chiavi dell’attacco al trio Castillejo-Brahim-Calhanoglu, con Rebic centravanti. Ma il tecnico del Milan è costretto al primo cambio dopo tre minuti: dopo un contrasto con Cornelius, Gabbia deve uscire per un problema al ginocchio sinistro. Tocca a Kalulu, terzino sulla carta ma centrale all’occorrenza, come mostrato a Praga in coppa. E il 20enne francese, al debutto in Serie A, fa subito i conti con l’imprevedibilità di Gervinho, che al 13’ lo punta, lo porta sul fondo e pesca in mezzo all’area Hernani, ignorato dalla difesa rossonera: è 1-0 Parma. L’esterno ivoriano prova ad approfittare dello smarrimento milanista e al 19’ confeziona un bel cross – stavolta da destra, saltando Romagnoli – per Karamoh, che anticipa tutti ma di testa manda a lato. Gli sprazzi gialloblù finiscono qui, perché il Milan, pur faticando più del solito nella fluidità della manovra, si piazza con insistenza dalle parti di Sepe. Al 23’ i rossoneri trovano il gol – tocco di Castillejo su cross di Theo deviato da Diaz con il tacco – ma la Var annulla per fuorigioco dell’ex Villarreal. Il Parma fa densità e rimane basso davanti alla propria area, i giocolieri di Pioli non trovano varchi per sfondare ma quando passano mettono i brividi a Sepe, come la doppia traversa colpita prima da Brahim Diaz e poi da Calhanoglu nella stessa azione, al 39’: il tiro a giro dello spagnolo colpisce l’incrocio alla sinistra del portiere emiliano, la botta di controbalzo del turco si stampa sul lato opposto della porta. Il conto dei legni rossoneri sale a tre sei minuti dopo, quando la punizione di Calhanoglu colpisce il palo esterno.

THEO THRILLER — Nell’intervallo Pioli rimescola le carte nel trio alle spalle di Rebic, alla ricerca di nuovi spunti per sorprendere meglio e soprattutto con più continuità gli uomini di Liverani: fuori Brahim e Castillejo, dentro Leao e Hauge. Calhanoglu ritrova le zolle centrali tanto care, ma la sostanza della sua serata sotto porta sembra non voler cambiare: al 5’ della ripresa centra ancora la traversa, questa volta con un destro potente a pochi passi da Sepe. E il Parma passa ancora, all’11’, e di nuovo grazie a un colpo di testa: questa volta Hernani si traveste da uomo assist, scodellando dalla destra un pallone che Kurtic indirizza nell’angolino dopo un inserimento perfetto. Milan alle corde? Non esattamente, perché due minuti dopo rompe l’incantesimo con Theo Hernandez, che su corner di Calhanoglu sbuca in mezzo alle maglie gialloblù e imbuca di testa il gol dell’1-2. Liverani inserisce Inglese e Cyprien per Cornelius e Karamoh, mentre il Milan paradossalmente finisce per rallentare e incartarsi su se stesso, senza riuscire a sfruttare l’entusiasmo per il gol di Hernandez. A 20’ dalla fine Pioli perde anche Bennacer (guaio muscolare) e chiama in causa Tonali. Proprio da una azione avviata sulla destra dell’ex Brescia nasce una buona occasione per Calhanoglu al 31’, ma Sepe è bravo ad opporsi sul destro potente del turco da fuori. Nulla può, però, il portiere del Parma, sul sinistro rasoterra che Hernandez infila al 91’ dopo una prima respinta del numero uno gialloblù su tiro di Rebic: il Milan pesca il jolly, la prima sconfitta può aspettare.

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14/12/2020 00:18
 
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SERIE A 2020/2021 11ª Giornata (11ª di Andata)

11/12/2020
Sassuolo - Benevento 1-0
12/12/2020
Crotone - Spezia 4-1
Torino - Udinese 2-3
Lazio - Verona 1-2
13/12/2020
Cagliari - Inter 1-3
Atalanta - Fiorentina 3-0
Bologna - Roma 1-5
Napoli - Sampdoria 2-1
Genoa - Juventus 1-3
Milan - Parma 2-2

Classifica
1) Milan punti 27;
2) Inter punti 24;
3) Napoli(-1) e Juventus punti 23;
5) Sassuolo punti 22;
6) Roma punti 21;
7) Verona punti 19;
8) Atalanta e Lazio punti 17;
10) Udinese punti 13;
11) Cagliari e Bologna punti 12;
13) Sampdoria, Parma e Benevento punti 11;
16) Spezia punti 10;
17) Fiorentina punti 9;
18) Torino e Genoa punti 6;
20) Crotone punti 5.

(gazzetta.it)

(-1) Penalità al Napoli e vittoria a tavolino (3-0) alla Juventus per il match Juventus - Napoli non disputato dai partenopei,
salvo altre decisioni dopo il rigetto in appello del ricorso del Napoli.
14/12/2020 00:19
 
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L'Udinese sbatte contro Cordaz: il Crotone strappa un punto

Tanto possesso palla per i bianconeri, i calabresi però si difendono bene
grazie anche a una buona prova del portiere che evita più volte la sconfitta


Pierfrancesco Archetti


L’Udinese ci prova di più ma non riesce a passare. Al Crotone sta bene il pareggio per il secondo punto conquistato in trasferta. Per i friulani è il quinto risultato utile consecutivo, salgono a quota 14, mentre gli avversari per due notti non sono ultimi da soli.

GOL ANNULLATO — Il Crotone parte forte: un colpo di testa di Simy e una punizione di Messias, ben deviata da Musso, sono le prime opportunità, ma poi l’Udinese cresce di tono. Una percussione di De Paul viene girata in porta debolmente da Nestorovski; un gol di Pussetto, sempre imbeccato da De Paul viene annullato per fuorigioco. L’Udinese, che veniva dalle vittorie su Genoa, Lazio e Torino, ha dovuto rinunciare all’infortunato Nuytinck. Al suo posto in difesa c’è Becao. Le altre assenze per malanni meno recenti sono quelle di Okaka, Forestieri, Jajalo e De Maio. La coppia d’attacco è formata da Pussetto e Nestorovski. Quando quest’ultimo viene sostituito da Deulofeu l’attacco si anima maggiormente.

OCCASIONI MANCATE — Perché nel secondo tempo le occasioni sono tutte dell’Udinese. Cordaz però è sempre attento su Nestorovski e su Molina, azionato dall’altro laterale Zeegelaar (18’ s.t.). Ma la migliore opportunità per i bianconeri arriva su una trama disegnata da Deulofeu che serve De Paul vicino alla porta. Anziché tirare, il numero dieci invita alla conclusione Pussetto che stanga sul portiere. Prima invece gli era stato annullata un’altra rete per fuorigioco precedente sul cross.

CROTONE IN DIFESA — Il Crotone sabato aveva battuto lo Spezia nella prima vittoria del suo campionato. A Stroppa, in bianconero da giocatore all’inizio dell’era Zaccheroni, mancavano Magallan, Cigarini, Benali e Rispoli. È tornato Petriccione dopo la squalifica, mentre Messias viene arretrato a centrocampo. In attacco con Simy si rivede Riviere che non era titolare dalla prima giornata. Raccoglie poco e niente. Nel secondo tempo Messias torna in attacco, ma i rossoblù in verde combinano poco: nessun tiro e tanta difesa per portare a casa il punto.

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/12/2020 01:13
 
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Pippo Inzaghi rallenta Simone e la Lazio: a Benevento è solo 1-1

Schiattarella risponde a un gran gol di Immobile, nella ripresa poco lucidi i biancocelesti.
Nel recupero espulso lo stesso Schiattarella


Nicola Berardino


Lazio fermata dal Benevento. Finisce 1-1 la sfida del Vigorito tra i fratelli Inzaghi. Il punto per Simone riassume i rimpianti per una vittoria sfuggita dopo essersi portati in vantaggio con Immobile. Il punto per Pippo è una boccata di ossigeno dopo il k.o. col Sassuolo e premia la prova attenta e coraggiosa del Benevento, che ha sfiorato pure ila vittoria. La Lazio contava di tornare a vincere per dimenticare il flop dell’Olimpico con l’Udinese, ma soprattutto per ridare spessore e identità alla sua classifica. Tante recriminazioni per i biancocelesti in una prova incompiuta per molti aspetti.

SCHIATTARELLA RISPONDE A IMMOBILE — Nel Benevento, la novità rispetto alla formazione opposta al Sassuolo è rappresentata dal ritorno di Insigne dal primo minuto, Nella Lazio, in difesa si rivedono dal via Luiz Felipe e Hoedt, che rileva l’infortunato Acerbi. Out Leiva, c’è Escalante in cabina di regia. Luis Alberto riprende il suo posto da interno, così come Correa torna ad affiancare Immobile nell’assetto di partenza. Campani vicinissimi al gol già al 6’: rimedia Reina con una doppia prodezza su Lapadula e poi su Glick. La Lazio srotola la fluidità della sua manovra con i guizzi di Luis Alberto e Milinkovic. Ma anche Escalante si fa valere in fase di impostazione: al 18’ lancio filtrante per Correa che manca il tocco a rete da posizione propizia. Al 22’, rapida incursione di Luis Alberto: tiro dalla distanza che timbra il palo. Passano tre minuti e una magia di Ciro Immobile sigla il vantaggio della Lazio con una zampata a volo sotto la traversa, su traversone di Milinkovic dalla destra. Settimo gol in campionato per il bomber biancoceleste, che porta il suo bottino stagionale a quota 12. Lazio molto determinata in fase di possesso e continuamente a caccia di varchi offensivi . Al 33’ nuova chance per Immobile, che non trova la spinta giusta di testa. Ripartenza Benevento: Lapadula calcia a lato. Al 42’ nuovo assalto di Luis Alberto, murato da Glik. Al 44’ Reina sventa su Caprari. Ma prima dell’intervallo, il Benevento raggiunge il pareggio con un sinistro di Schiattarella sugli sviluppi di un calcio d’angolo.

DIFESE CHIUSE — Il Benevento riparte con Foulon al posto di Tuia. Avvio di ripresa aggressivo da parte dei campani. Simone Inzaghi all’14’ avvicenda Luiz Felipe con Patric. Due minuti dopo sull’altro fronte Improta rileva Insigne. Luis Alberto tenta il colpo dalla distanza. Correa arginato dalla difesa campana, attenta nel serrare gli spazi. La Lazio sconta qualche imprecisione di troppo nel chiudere la manovra. Al 26’ Pippo Inzaghi sostituisce Lapadula con Iago Falque e Caprari diventa prima punta. Gara a tutto campo. Benevento sempre più convinto nel fraseggio. Al 35’, tris sostituzioni nella Lazio: Cataldi, Pereira e Caicedo per Escalante, Luis Alberto e Radu. Subito dopo un doppio cambio tra i giallorossi: Di Serio e Dabo per Hetemaj e Caprari. Al 37’, bel pallone scodellato da Pereira per il colpo di testa di Milinkovic: alto. Subito dopo il brasiliano prova direttamente la conclusione ma non inquadra la porta. Al 46, brividi per i biancocelesti: Reina ribatte su Di Serio e poi Improta non centra il bersaglio. Nell’azione successiva, il portiere spagnolo ribatte su Improta. Poi viene espulso Schiattarella per un fallaccio su Correa. Finisce 1-1 tra l’abbraccio dei fratelli Inzaghi con i volti pieni di tensione per una gara viva sino all’ultimo istante.

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/12/2020 01:17
 
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