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Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2021 00:19
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Marin risponde a Zaccagni: un buon Cagliari ferma sul pari il Verona

Padroni di casa avanti nel primo tempo dopo un gol annullato dal Var a Di Carmine.
Nella ripresa i sardi trovano il pareggio e colpiscono anche una traversa con Pavoletti


G. B. Olivero


Nonostante l'emergenza il Cagliari spaventa il Verona al Bentegodi. Priva di Nandez, Simeone, Godin e Ounas, la squadra sarda soffre in avvio, va in svantaggio, ma poi reagisce, pareggia e costruisce alcune occasioni per vincere la partita. Il Verona dopo un buon inizio è calato da un punto di vista fisico e non è più riuscito a costruire con continuità. Entrambi gli allenatori, comunque, possono accettare con serenità il pareggio.

PRIMO TEMPO — Il Verona è subito aggressivo, costruisce soprattutto sulla sinistra dove Dimarco, arretrato da Juric nel terzetto difensivo, sfrutta comunque le proprie qualità in fase di spinta. All'8' Di Carmine segna, ma il gol viene annullato per fuorigioco del centravanti. L'azione, però, dimostra la grande convinzione del Verona che sugli sviluppi di un corner prende prima una traversa con lo stesso Di Carmine (spizzata di Dawidowicz) e poi un palo con Faraoni, che costringe Cragno a una difficile deviazione. Il tap-in di Di Carmine è semplice, ma al momento del tiro di Faraoni il centravanti gialloblù era oltre la linea della palla. Il Cagliari fatica a uscire dalla pressione, Joao Pedro arretra per costruire e aiutare Marin e Rog, ma gli unici sbocchi sono sulla destra dove Zappa prova a sfruttare la sua velocità.
Al 21' il Verona va in vantaggio con Zaccagni, che chiude una bella azione corale rifinita da Faraoni che, servito da Barak, arriva davanti a Cragno prima di trovare il compagno smarcato a porta vuota. Il Cagliari nell’occasione è stato troppo passivo sia durante la costruzione del Verona sia nella lettura dell'azione: il ripiegamento dei difensori è stato tardivo. La reazione della squadra di Di Francesco è tutta in una rovesciata di Pavoletti respinta da Faraoni e in un paio di tiri da lontano di Marin.

SECONDO TEMPO — Dopo l'intervallo, però, il Cagliari mostra un volto completamente diverso: è la squadra sarda a pressare, aggredire e di conseguenza a creare. Al 3' Walukiewicz imbuca per Pavoletti che gioca di sponda per Marin: difesa gialloblù messa male perché Dawidowicz si fa attrarre dalla palla e apre il buco nel quale Marin si infila per pareggiare. Il Cagliari insiste e Pavoletti tira fuori due volte prima di costringere di testa Silvestri a una deviazione sulla traversa. Il Verona non reagisce, il suo primo tiro nello specchio nella ripresa arriva al 28' con Dimarco. Juric cambia tutto l’assetto offensivo, ma Salcedo, Favilli e Colley non pungono. Joao Pedro viene fermato da Dawidowicz a pochi metri da Silvestri, poi Favilli tira alto di sinistro dal limite dell’area. Negli ultimi minuti il Verona ritrova qualche energia, però Favilli manca l’impatto di testa su cross di Dimarco e poi Ceccherini colpisce male da pochi passi, su azione d’angolo. Ma il Cagliari non avrebbe meritato la sconfitta.

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/12/2020 23:44
 
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Poche emozioni e tanta noia, tra Parma e Benevento è 0-0

Nel match del Tardini le due squadre danno vita a una gara senza squilli.
Otto ammoniti. Un punto che cambia poco per entrambe


Andrea Schianchi


Il Parma fallisce l’operazione-sorpasso. Pareggia al Tardini contro il Benevento, non creando mai pericoli alla formazione di Pippo Inzaghi, e fa un evidente passo indietro rispetto alla prestazione di una settimana fa a Marassi contro il Genoa. L’impressione è che il gruppo di Liverani sia ancora a metà della traversata: non ha acquisito completamente le idee dell’allenatore e, nello stesso tempo, ha perso quello spirito battagliero che ne aveva caratterizzato le precedenti stagioni culminate con due salvezze. Il Benevento, invece, con ordine e senza soffrire, fa il suo dovere: si difende e si propone rapidamente in avanti cercando di sorprendere il nemico. Lo 0-0, comunque, è lo specchio di una pochezza di qualità che dovrebbe preoccupare non poco.

IL COMPITINO E BASTA — Parma e Benevento si affrontano con il medesimo modulo: quattro difensori, tre centrocampisti e tre elementi offensivi. Le tessere s’incastrano perfettamente e soltanto un lampo, un colpo di fantasia, potrebbe rompere l’equilibrio. Ma né da una parte né dall’altra, nel primo tempo, ci sono le energie mentali per andare oltre il normale compitino. Ne consegue che le emozioni scarseggiano, che il ritmo è troppo lento e che non si vede nemmeno l’ombra di un dribbling. Liverani e Filippo Inzaghi si sbracciano davanti alle rispettive panchine, teleguidano i loro giocatori, i quali non si sognano nemmeno di tentare un gesto d’anarchia. Gervinho non accelera, Cornelius fatica, Lapadula si sbatte più in fase difensiva che in zona calda e quindi la luce rimane spenta.

CHI INVENTA? — Nella ripresa Liverani inserisce Brunetta al posto di Karamoh: al Parma serve un’invenzione e il giovane argentino potrebbe essere utile in questo senso. La manovra degli emiliani è sempre troppo prevedibile: merito anche del Benevento che si chiude alla perfezione e occupa tutti gli spazi, non concedendo mai agli avversari la possibilità di attaccare la profondità. Al 26’, su un’incursione di Gervinho, l’occasione più nitida: Brunetta è anticipato dal tempestivo intervento di Ionita. Al 31’ risponde il Benevento con un’iniziativa di Letizia che crossa da destra e pesca la testa di Improta: Sepe è attento. Un minuto più tardi Lapadula ciabatta a lato da buona posizione. E nel finale, come spesso accade tra squadre che hanno poca tecnica da mettere sul palcoscenico, volano calcetti e calcioni, e l’arbitro sventola cartellini gialli su cartellini gialli. Lo spettacolo è un’altra cosa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/12/2020 23:48
 
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La Roma in dieci per 50': è 0-0 col Sassuolo.
Ma quanti casi per l'arbitro



Espulso Pedro al 40'. Rosso anche a Fonseca a fine primo tempo per le proteste per il gol annullato a Mkhitaryan.
Il Var cancella pure la rete di Haraslin nella ripresa


Massimo Cecchini

Nel corso accelerato di calcio italiano, per la famiglia Friedkin arriva il giorno della scoperta delle proteste. Quelle che a fine primo tempo fanno perdere la testa persino a un gentleman come Paulo Fonseca che critica così tanto l’arbitro Maresca da meritare il rosso diretto. Intendiamoci, lo 0-0 finale tra Roma e Sassuolo è giusto perché nel primo tempo - in parità numerica - giocano meglio i neroverdi, però, quando i padroni di casa perdono Pedro per doppia ammonizione nel finale della prima frazione, tirano inspiegabilmente i remi in barca, consentendo ai giallorossi di giocare una buona ripresa che vale il (pur malinconico) punto. In vetrina, poi, due gol annullati, entrambi grazie all’ausilio della Var. Quanto basta perché prima Mkhitaryan e poi Haraslin rinfoderino la loro gioia.
Morale: per entrambe in tutto il match, solo due tiri in porta in tutta la partita. Solo in Sassuolo-Udinese se n’erano visti di meno. Incredibile, per chi immaginava la solita pioggia di gol che queste squadre sanno regalare. Un dato su tutti: la prima conclusione nello specchio arriva solo al minuto 57’.

PEDRO E FONSECA ESPULSI — In partenza Fonseca sceglie di confermare Cristante al centro della difesa per provare a palleggiare meglio in uscita, rilanciando così Kumbulla dopo lo stop da Covid. De Zerbi però, nonostante l’assenza di Caputo, sceglie di fare la partita, palleggiando sulla trequarti giallorossa, che accetta di giocare sulle ripartenze. Fino alla mezz’ora, pur senza grossi pericoli, il Sassuolo - con Djuricic schierato nella posizione di falso centravanti - ha in mano il pallino del gioco. Berardi, partendo da destra, si conferma quasi regista d'attacco, mentre Lopez - dietro alla punta nel 4-2-3-1 di partenza - prova a scambiarsi di posizione e inserirsi negli spazi, con Boga che tenta di accendersi sulla sinistra. Logico che, nelle praterie che si aprono dietro la linea difensiva neroverde, la Roma avrebbe modo di far esplodere la tecnica dei suoi attaccanti, ma le buone marcature preventive degli ospiti e la scarsa vena di alcuni protagonisti fanno lievitare i giallorossi solo verso la fine del primo tempo.

In fondo, dopo conclusioni fuori bersaglio di Mkhitaryan (7’), Locatelli (14’) e Dzeko (20’), il primo vero intervento dei portieri è a cura di Mirante, che stoppa un cross di Djuricic. Il Sassuolo a volte passa al 4-3-3, ma nel giro di sei minuti è Pedro che diventa protagonista negativo del match. Al 35’ tira fuori da buona posizione (ma era fuorigioco), al 37’ conclude alto e al 41’ prende la strada della doccia anticipata per via del secondo giallo rimediato a causa di un fallo su Lopez, che fa seguito al cartellino rimediato al 12’ per un intervento su Berardi. Per lo spagnolo, la prima espulsione in 351 partite in tra Liga, Premier e Spere A.

Eppure, nonostante l’inferiorità numerica, la Roma confeziona la migliore occasione della prima frazione. Al 45’, dopo un errore di Marlon, Dzeko trova una autostrada davanti a sé, che sfrutta liberando Pellegrini davanti a Pegolo. Sciaguratamente, però, il centrocampista non tira e ripassa la palla al centravanti, il quale per intervenire fa fallo su Locatelli, rendendo inutile la rete di Mkhitaryan. Chiamato dalla Var, infatti, l’arbitro Maresca va a video e annulla la rete. I giallorossi si innervosiscono e a farne le spese, come detto, è Fonseca, che al fischio dell’intervallo va a discutere col direttore di gara e si merita il rosso diretto.

VAR PROTAGONISTA — A inizio ripresa De Zerbi inserisce una punta vera, Raspadori, al posto di Lopez, ma la squadra si piega su se stessa. Le migliori occasioni, infatti sono della Roma. Al 4’ proprio Raspadori rinvia nei pressi della linea una conclusione di Dzeko, poi al 12’ Pegolo salva su tiro di Spinazzola. Due minuti più tardi, sempre Spinazzola crossa, Dzeko interviene col fianco e colpisce il palo. Il Sassuolo prova una sterile ragnatela, mentre i giallorossi, grazie ai lanci lunghi della difesa, sanno innescare il bosniaco, che al 28’ sfiora il palo con un gran tiro dal limite. Al 30’ la possibile svolta, visto che Haraslin segna con un gran tiro dal limite, ma partendo da posizione di fuorigioco. Nonostante la grande paura, la Roma ci prova ancora, con Dzeko che impegna Pegolo in tuffo. È l’ultima vera occasione, perché - se si eccettuano le proteste romaniste, che chiedono il rosso diretto per Obiang per un brutto fallo su Pellegrini, e un rigore per mani di Ayhan su cross di Spinazzola - alla fine i neroverdi di fanno vivi con Bourabia su punizione (parata facile di Mirante) e con lo stesso giocatore di testa, al 94’, nell’ultima azione d’angolo.

Finisce quindi con un pareggio che forse intristisce tutti: la Roma per aver scelto la tattica dell’attesa per tutto il primo tempo, e il Sassuolo per non aver approfittato della superiorità numerica. De Zerbi, però, può consolarsi per il fatto che - nonostante le assenze di Consigli e Chiriches - anche stavolta non ha subito gol, ed è la quarta volta nelle ultime 5 partite. Il braccio di ferro per la zona Champions, insomma, è destinato a continuare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/12/2020 23:52
 
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Napoli, poker a Crotone: Insigne fa Diego, aggancio alla Juve



Gli uomini di Gattuso si impongono in trasferta con una prestazione convincente.
La squadra di Stroppa resta ultima. Ora gli azzurri sono a -1 dall'Inter


Mimmo Malfitano

La notte di Crotone è tutta di Lorenzo Insigne. Il capitano è il protagonista della seconda vittoria consecutiva dopo quella ottenuta contro la Roma. Il suo destro a giro sul primo gol è una meraviglia. E lo è altrettanto quando va a suggerire il taglio di Lozano per il raddoppio. Ci penseranno, poi, Demme e Petagna a chiudere definitivamente la gara col terzo e quarto gol. Troppo Napoli, sul piano qualitativo, per il Crotone. Lodevole, sul piano dell’impegno, ma troppo inferiore tecnicamente per poter impensierire il gioco e le individualità napoletane.

INEDITO — Il centrocampo che presenta Gattuso è una novità assoluta. Ritorno al 4-2-3-1, il tecnico napoletano e in mediana schiera Demme e Bakayoko. La formula dei due centrocampisti è collaudata, ma stavolta non c’è Fabian Ruiz a far coppia con il mediano francese. Al suo posto c’è Demme, che l’allenatore tiene parecchio in considerazione. Nel Crotone c’è Cuomo al posto di Magallan nella formazione iniziale presentata da Stroppa. I calabresi si affidano a Simy per la fase offensiva, dove la squadra è carente: sono 6 le reti realizzate finora, di cui 2 allo Scida e 4 in trasferta.

SENZA TIMORE — Il Napoli ripropone la maglietta biancazzurra a strisce verticali, un fac simile dell’Argentina, la stessa indossata contro la Roma, tre giorni dopo la scomparsa di Diego Armando Maradona. C’è da scommettere che la decisione sia scaturita, stavolta, anche per un fatto scaramantico. Una scaramanzia che sembra non essere funzionale, almeno nella parte iniziale della gara. Dopo nemmeno un minuto, infatti, Petagna ha sul sinistro il pallone per portare in vantaggio i suoi, ma la conclusione a giro è imprecisa. Il Crotone non è condizionato dal valore dell’avversario. D’altra parte, allo Scida, ha già pareggiato con la Juventus. E, dunque, non rinuncia ad attaccare. Lo fa a destra, con Messias sul quale Koulibaly è costretto a intervenire in maniera fallosa: per lui il primo giallo della serata.

I SINGOLI — La differenza, comunque, sta nei singoli. Il Crotone si distende bene e crea problemi quando va sugli esterni con Reca a sinistra e Messias a destra. Centralmente, Benali e Petriccione schermano bene la mediana. È ancora Petagna al 24’ ad avere sul sinistro il pallone buono per sboccare il risultato, ma la sua conclusione viene respinta da Cordaz. Sul piano tecnico, il Napoli ha un Insigne in più. Ed è il capitano a rasserenare i compagni al 31' con il solito destro a giro che finisce all’incrocio dei pali, rendendo inutile il volo dell’estremo difensore crotonese. I calabresi vanno vicinissimi al pareggio al 37’. Il cross di Molina viene calciato al volo da Vulic, appena subentrato a Benali. Ospina respinge d’istinto.

SUPER INSIGNE — Dicevamo della differenza tecnica. È una serata che ispira Lorenzo Insigne. Il capitano decide di alzare il livello del gioco e al 58' con il suo solito destro va a premiare l’inserimento di Lozano: stop e tiro a volo di sinistro dell’attaccante messicano per il secondo gol napoletano. Ad inizio secondo tempo, il Crotone è rimasto in 10 uomini per l’espulsione di Petriccione: l’entrata su Demme costringe Marinelli a rivedere l’azione dopo la segnalazione del Var. Il fallo merita il rosso diretto. Con un uomo in meno, la partita del Crotone non ha più senso, il Napoli gioca in serenità, preoccupandosi del possesso palla. Poco prima della mezz’ora, Gattuso richiama in panchina Zielinski e inserisce Mertens, riproponendolo alle spalle di Petagna. Il monologo del Napoli porta anche il terzo gol, al 76’. Molina perde palla a centrocampo e Bakayoko lancia lo scatto di Loznao. Il cross del messicano è toccato all’indietro da Mertens per l’accorrente Demme. Il destro rasoterra del mediano tedesco chiude definitivamente la partita. La quarta rete di Petagna conclude, invece, la serata.

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/12/2020 23:56
 
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Il Milan risponde all’Inter e resta a +5:
Kessie e Castillejo stendono la Samp

Rossoneri molto solidi e concreti:
segnano il centrocampista su rigore e lo spagnolo appena entrato,
inutile il gol di Ekdal per Ranieri


Filippo Grimaldi


Kessie-Castillejo: due a uno al Ferraris sulla Sampdoria e più cinque sull’Inter in classifica. Da qui bisogna ripartire. Aspettavano tutti la partita del Ferraris come un esame, l’ennesimo, per testare le potenzialità di un Milan che sembra avere oggi ormai solo se stesso come avversario. Pioli ha insegnato la resilienza ai suoi, il resto è venuto da sé, anche la capacità di saper andare oltre l’imprevisto o le assenze del generale Ibra, pur con qualche sofferenza di troppo nella ripresa. Nel post lockdown non ha mai perso, la Samp viceversa non vince dal 24 ottobre, due punti conquistati su quindici nelle ultime cinque gare.

SAMP ATTENTA — La Samp ha retto per quasi tutto il primo tempo, soffrendo com’era prevedibile, ma senza tirare su un fortino, con discreto ordine. Poi, però, il fallo di mano di Jankto su un affondo di Theo Hernandez ha offerto poco prima dell’intervallo ai rossoneri l’opportunità del rigore trasformato da Kessie. Sino a quel punto la squadra di Pioli aveva trovato più spazio sulla corsia di destra, dove Candreva (spostato a sinistra con Jankto sull’altra fascia) non sempre è riuscito ad assistere Augello in fase difensiva, favorendo così la catena Calabria-Saelemaekers. Eppure la prima occasione della gara è stata per la Samp (colpo di testa di Tonelli al 7’, gran riflesso di Donnarumma). Cinque minuti dopo, recupero decisivo di Ferrari su Rebic. Lì, Ranieri ha dovuto rimescolare le carte per l’infortunio di Bereszynski. Dentro Colley sul centrosinistra, con Tonelli al suo fianco e Ferrari terzino destro. Il Milan ha preso possesso alla distanza in modo più deciso della mediana, approfittando anche dell’incapacità dei blucerchiati di sostenere la maggiore spinta del Milan anche per vie centrali. Prima del rigore di Kessie, al 39’ c’è stato un salvataggio decisivo di Tonelli sulla riga di porta, che è riuscito a rimettere in gioco un pallone di Rebic. Promossa, nella realtà, l’inedita coppia Gabbia-Romagnoli al centro della difesa, contro Quagliarella (poco servito nel primo tempo) e Gabbiadini che ha risentito della lunga inattività.

L’ORGOGLIO — Zero a uno all’intervallo, ma nella ripresa Pioli inserisce Hauge per Brahim Diaz, mentre Ranieri ricostruisce la mediana. Fuori Silva e Jankto per Ekdal e Damsgaard, e lì i rossoneri hanno rallentato un po’ la loro pressione, dopo il palo (2’) colpito da Tonali. La rivoluzione di Ranieri, con Candreva che parte dal centrodestra, favorisce la spinta della Samp, che a sinistra sfrutta bene la spinta di Damsgaard. I blucerchiati perdono poi Gabbiadini (affaticato), e La Gumina va a piazzarsi alle spalle di Quagliarella, con un lavoro importante per la squadra. Manca, però, la finalizzazione e il cinismo di un Milan che rialza ancora il ritmo intorno alla mezz’ora, dove arriva non a caso il raddoppio di Castillejo dopo una manciata di secondi dal suo ingresso in campo, sorprendendo la difesa della Samp. Partita chiusa? Macché: Ekdal la riapre al 36’ con un tocco difficile su calcio d’angolo, ma lì manca ai blucerchiati la forza di acciuffare il pari, perché ancora lo svedese, all’ultima azione, lasciato completamente solo da due passi manca la deviazione vincente di testa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/12/2020 23:59
 
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Pjaca e il Genoa spaventano la Fiorentina:
Milenkovic salva Prandelli al 98’

Tutte nel finale le emozioni:
Maran respira, il serbo evita una sconfitta immeritata ai viola, comunque poco lucidi


Filippo Grimaldi

Finale-thrilling, finisce uno a uno al Franchi. Il Genoa a un passo dalla rinascita vera dopo il gol di Pjaca quasi alla fine della ripresa, ma il pari di Milenkovic al 98’ ha restituito la serenità ai viola, che parevano sprofondati nell’incubo. Era stato un gol pesantissimo quello dell’attaccante rossoblù. Poi, nel lungo recupero, la reazione d’orgoglio dei padroni di casa. Il Grifone comunque si rianima, anche se la classifica resta pericolosa. Prandelli respira. Due anni fa la sfida del Franchi, all’ultima giornata, con Prandelli sulla panchina rossoblù, fu decisiva per la salvezza del Genoa. Stasera è stata di nuovo quasi una gara da dentro o fuori. Il Genoa conferma le sue difficoltà, ma dopo quattro k.o. di fila in campionato questo pari è un timido segnale di risveglio. E, comunque, puntella la panchina di Maran.

VINCE LA PAURA — Un primo tempo senza grandi emozioni, a riprova del fatto che entrambe le squadre abbiano puntato prima di tutto a non correre rischi. Al 2’ Pulgar impegna su punizione Marchetti in angolo, ma l’atteggiamento tattico della squadra di Prandelli (dove Ribery mostra una condizione fisica tutt’altro che ottimale) non produce grandi effetti nella fase offensiva. Il Genoa, da parte sua, supportato da un ottimo Goldaniga (nel ruolo di terzino destro), non riesce a spingere, nonostante qualche buona accelerazione di Luca Pellegrini a sinistra, che spesso avanza e si piazza quasi in linea con Shomurodov e Scamacca. Entrambi, però, poco precisi in fase di finalizzazione. Al 17’ la migliore occasione del Genoa nel primo tempo, con Goldaniga che innesca Scamacca, ma il suo colpo di tacco per Sturaro non porta alla conclusione, murata da Milenkovic. Sono i viola a tenere in mano il gioco, ma senza in realtà produrre nulla di concreto dalle parti di Marchetti. Maran deve sostituire l’infortunato Zapata con Ghiglione (che va basso a destra, con Goldaniga di nuovo centrale). Ribery (37’) calcia altissimo da buona posizione, poi su un cross di Biraghi, l’impreciso Vlahovic non inquadra la porta.

VIOLA D’ASSALTO — Tutta un’altra storia nella ripresa. La Fiorentina alza il baricentro: Bonaventura e poi due volte ancora Vlahovic mettono paura a Marchetti, che poi deve uscire dal campo (sostituito da Paleari) dopo lo scontro con Bani nel finale del primo tempo. Pjaca rileva l’uzbeko Shomudorov, e al 25’ c’è l’episodio-chiave della gara, con il gol di Bonaventura – dopo una bellissima combinazione con Amrabat e Callejon – annullato dopo un consulto con la Var da parte dell’arbitro Doveri. Il centrocampista viola, infatti, s’è appoggiato su Lerager a inizio azione, facendolo cadere a terra. Il finale è tutto della Fiorentina. Amrabat calciando male facilita l’intervento di Paleari a terra (31’), ma Pjaca entra e la sblocca superando Dragowski dopo una bruttissima palla persa da Borja Valero. Partita finita? Macché: la reazione viola è veemente, e proprio sull’ultima azione della partita, su cross del solito Biraghi, Milenkovic riesce a battere Paleari dopo tre tiri di fila ribattuti. La strada, però, resta in salita per entrambe.

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/12/2020 23:55
 
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SERIE A 2020/2021 10ª Giornata (10ª di Andata)

05/12/2020
Spezia - Lazio 1-2
Juventus - Torino 2-1
Inter - Bologna 3-1
06/12/2020
Verona - Cagliari 1-1
Parma - Benevento 0-0
Roma - Sassuolo 0-0
Udinese - Atalanta (rinv.)
Crotone - napoli 0-4
Sampdoria - Milan 1-2
07/12/2020
Fiorentina - Genoa 1-1

Classifica
1) Milan punti 26;
2) Inter punti 21;
3) Napoli(-1) e Juventus punti 20;
5) Sassuolo punti 19;
6) Roma punti 18;
7) Lazio punti 17;
8) Verona punti 16;
9) Atalanta punti 14;
10) Bologna e Cagliari punti 12;
12) Sampdoria e Benevento punti 11;
14) Udinese, Spezia e Parma punti 10;
17) Fiorentina punti 9;
18) Torino e Genoa punti 6;
20) Crotone punti 2.

(gazzetta.it)

(-1) Penalità al Napoli e vittoria a tavolino (3-0) alla Juventus per il match Juventus - Napoli non disputato dai partenopei,
salvo altre decisioni dopo il rigetto in appello del ricorso del Napoli.
07/12/2020 23:56
 
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Berardi-gol poi muro Sassuolo in 10:
De Zerbi secondo. Ma che sfortuna il Benevento



Emiliani subito avanti su rigore.
A inizio ripresa rosso per Haraslin e dominio della squadra di Inzaghi,
fermata da un super Consigli e dalla traversa


Il Sassuolo torna a vincere e sale al secondo posto in classifica grazie a un rigore trasformato da Berardi, ma il Benevento avrebbe meritato il pareggio per il dominio del secondo tempo, soprattutto dopo il rosso a Haraslin.

SUBITO BERARDI — Ancora senza Caputo e Defrel, Roberto De Zerbi lascia in panchina anche Boga e Raspadori e schiera Djuricic come "falso nueve". Pippo Inzaghi punta molto su Lapadula come boa centrale e sulla velocità di Caprari. Il primo tempo è un lampo del Sassuolo e tanta (a volte buona) reazione del Benevento. Al 7' incursione di Lopez e pallone toccato con un braccio da Tuia: rigore evidente e indiscutibile che l'arbitro Sozza decreta senza pensarci troppo. Dal dischetto trasforma Berardi, con freddezza. Il Sassuolo ha la partita in discesa, potrebbe gestirla a piacimento, invece il gioco non scorre fluido, anche per merito della squadra di Inzaghi, che ha una buona reazione, si propone e attacca, anche se non sempre con la necessaria lucidità. Molti palloni passano da Caprari, che sgomma e fa paura, ma alla fine o la giocata non è azzeccata o qualcuno del Sassuolo ci mette lo scarpino. Qualche angolo e niente più, il bottino di Inzaghi. Fino al 36', quando uno di questi corner frutta l'occasione migliore del Benevento: sulla sponda di Improta, Lapadula cerca di divincolarsi dal controllo di un difensore e con il tacco tenta la deviazione in porta; la palla finisce di poco a lato, con Consigli impietrito. Poco più tardi ancora un attacco degli ospiti sull'asse Improta-Lapadula, ma la conclusione poteva essere più ragionata. Il Sassuolo produce qualcosa di interessante nel finale di tempo, ma il tiro di Djuricic è "strozzato" e il Benevento non trema.

ASSEDIO BENEVENTO — Dopo l'intervallo Inzaghi toglie Hetemaj e inserisce Insigne. Una manciata di minuti e il Sassuolo resta in 10: entrata durissima di Haraslin sulla caviglia di Letizia, che urla per il dolore. L'arbitro Sozza prima ammonisce lo slovacco poi, su suggerimento di Pairetto, corre a rivedere tutto alla Var e non può che cambiare la decisione: rosso sacrosanto. De Zerbi ne cambia tre in un colpo solo: dentro Boga, Raspadori e Ayhan; fuori Djuricic, Lopez e Toljan. Inzaghi toglie Ionita e inserisce Dabo. Al 59' il cross di Improta da sinistra taglia tutta l'area emiliana e Caprari arriva con un attimo di ritardo. La pressione del Benevento si trasforma in assedio e Consigli è super sulle conclusioni di Insigne e Caprari. Il Benevento strameriterebbe il pareggio, ma ancora Caprari - all'altezza del dischetto - si vede murato il tiro. Il Sassuolo riesce a respirare un attimo e cerca di riorganizzarsi, anche con l'uomo in meno. Improta spreca una occasione d'oro, Inzaghi mette anche Sau (fuori Barba) e si gioca il tutto per tutto con due punte centrali e due attaccanti esterni. Su cross di Caprari è decisivo Ferrari nel deviare in angolo. Poco dopo viene murato pure Lapadula. Entra anche Iago Falque che, con un sinistro a giro, timbra la traversa. La partita si chiude con una paratissima di Consigli su colpo di testa di Lapadula, un'altra parata su Improta e un salvataggio sulla linea di Muldur. Inzaghi sfortunatissimo, De Zerbi vince ed è secondo almeno fino a domenica.

Gasport

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13/12/2020 00:00
 
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Messias show: il Crotone stende lo
Spezia e conquista la prima vittoria

La squadra di Stroppa grazie alla doppietta del brasiliano (a segno anche Reca e Eduardo)
centra il primo successo ma resta all'ultimo posto con 5 punti.
Per gli uomini di Italiano inutile la rete di Farias


Alex Frosio


Il Crotone si è messo a segnare e Stroppa finalmente conquista la prima vittoria in campionato. Affonda lo Spezia, migliore nel primo tempo ma disperso nel secondo, quando i calabresi la chiudono in fretta. Messias ancora una volta sopra le righe, e stavolta raccoglie quanto produce: doppietta e un gol annullato nel poker in cui figurano anche le prime reti italiane di Reca e Eduardo (4-1 il risultato).

IL PRIMO TEMPO — Lo Spezia comincia come al solito, con il coraggio di una linea altissima. Brutta scelta, sembrerebbe dai prodromi. Messias corre bene in quegli spazi. Dopo appena due minuti fa ammonire Chabot dopo averlo saltato con il controllo a centrocampo. Al 7’ invece può correre partendo da lontanissimo e andare in uno contro uno con Terzi in campo aperto: il difensore dello Spezia temporeggia troppo, il brasiliano arrivato al limite sposta il pallone e infila all’angolo lontano. La squadra di Italiano sa che sono i rischi inevitabili ma insiste nel modo di giocare che ha scelto. E che produce dividendi. Il pressing alto porta infatti il Crotone all’errore in disimpegno: al 18’ Zanellato in costruzione bassa "vede" il terzo uomo libero ma sbaglia traiettoria, Farias la intercetta, stoppa e fulmina Cordaz. Anche questo errore dovrebbe essere considerato un rischio "accettabile" nella ricerca della costruzione bassa, e invece il Crotone ne accusa il peso. Così, anche per colpa delle assenze registiche (Cigarini, Benali), rinuncia presto al possesso per cercare subito il lancio in profondità. Lo Spezia ringrazia, costruisce, pressa: al 21’ Agudelo su Reca porta palla a Piccoli, che si beve Marrone e Luperto con un tocco ma poi non riesce a superare anche Cordaz. Stroppa prova a colpire negli spazi, in contropiede, e il suo Crotone ne devolve alla difesa due molto promettenti: uno al 34’ con Simy che cerca il dribbling invece di servire due uomini liberi alla sua destra, un altro al 37’ con Messias che stavolta nell’uno contro uno sbatte su Chabot. Le ultime due chance del primo tempo sono ancora dello Spezia: al 38’ Piccoli e Farias non mordono su un bel cross basso di Estevez, al 42’ Farias punta Magallan e calcia, centrale, tra le braccia di Cordaz.

LA RIPRESA — Come d’abitudine, per non correre rischi disciplinari Italiano toglie l’ammonito Ferrer – sulla fascia di un Reca di gamba fresca – per mettere Sala. Mossa improvvida. Tempo che il nuovo terzino entri in partita e la gara è scappata, e su due suoi errori. Già al 47’ Reca chiama al tiro Messias e Provedel rimedia. Ma al 49’ il Crotone passa: lancio di Molina per Reca che finta il sinistro e si porta la palla sul destro, ingannando Sala che pure era suo compagno alla Spal, porta spalancata e 2-1. Primo gol italiano del polacco e poco dopo primo gol anche per Eduardo, alla prima da titolare. All’56’ altro errore di Sala, che non tiene la linea e lascia in gioco Pereira scattato su filtrante di Messias: facile l’assist e ancora più facile il tocco a porta vuota dell’accorrente Eduardo. Lo Spezia è smarrito: le linee di gioco si confondono e a poco servono i cambi. A referto soltanto una conclusione di Estevez al 79’ – quando Provedel ha già negato al diagonale di Molina il poker – e un sinistro senza denti di Verde al 92’. Il recupero serve però a Messias per mettere il punto esclamativo sulla partita con la doppietta, come aveva già fatto con lo scavetto al 86’, gol però annullato per fuorigioco: brucia Simy e Sala sullo scatto – al 96’! –, dribbla Provedel e deposita in rete. Quattro gol tutti insieme per il Crotone, che fino allo Spezia ne aveva segnati 6 e da quattro partite non trovava la porta avversaria.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/12/2020 00:06
 
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Cinque gol, errori e prodezze. Ma l’Udinese inguaia il Toro con Nestorovski

Belotti e Bonazzoli rispondono a Pussetto
(ma il gol è viziato da un fallo su Meite non visto neanche dal Var)
e De Paul, ma decide una rete del macedone.
Nel finale traversa di Rodriguez


Mario Pagliara


L’Udinese sbanca l’Olimpico e inchioda il Torino al penultimo posto della classifica. Finisce 3-2 per i friulani questo anticipo dell’undicesima giornata di Serie A: la squadra di Gotti prende quota in graduatoria, trascinata dai gol di Pussetto (favorito dal doppio errore arbitrale di Massa in campo e Irrati al Var), De Paul e Nestorovski. Giampaolo non riesce ancora a vincere la sua prima partita di campionato in casa, presentando il Toro più brutto della stagione che si accende solo dal 21’ al 23’ della ripresa arrivando fino al temporaneo 2-2 di Belotti (centesimo gol in granata) e Bonazzoli. Troppo poco.

SCENA MUTA GRANATA — Pur considerando tutte le difficoltà, di classifica, autostima e infortuni, con le quali il Toro sta facendo i conti in questo periodo, sarebbe stato lecito attendersi un avvio dei granata quanto meno all’insegna del furore, della voglia e dell’agonismo. Ciò che si presenta nella freddina serata torinese è un primo tempo dei granata di sola confusione tattica e ricco di errori tecnici: la squadra di Giampaolo è in continua sofferenza, in apnea e con almeno tre uomini (Linetty, Zaza e Meité) del tutto fuori dalla partita. Giampaolo continua sulla strada del 3-5-2, con l’adattamento di Vojvoda a sinistra come provato mercoledì e giovedì al Filadelfia. Ma nei primi 45’ non arriva mai uno spunto: è fino a quel punto il Toro più brutto della stagione.

IL DOPPIO ERRORE ARBITRALE — Di fronte i granata si ritrovano un'Udinese disciplinata e tatticamente molto ben organizzata: a metà partita, la tenuta del campo dei friulani è ai limiti della perfezione. La squadra di Gotti non rischia nulla, ha ripetutamente la meglio sul centrocampo del Toro e senza un paio di recuperi provvidenziali di Nkoulou sarebbe passato in vantaggio molto prima. L’episodio che però spezza l’equilibrio arriva al 24’ ed è il frutto di un evidente doppio errore arbitrale. Massa in campo e Irrati al Var non riconoscono il netto fallo di Walace a centrocampo su Meité: è in questa circostanza che Meité perde palla, favorendo Deulofeu, assist per Pussetto che firma l’uno a zero per l’Udinese con il quale si va all’intervallo.

SENTENZA DE PAUL — Al ritorno in campo, Giampaolo ne lascia tre sotto la doccia: fuori Nkoulou, Meité e Zaza. In campo rientrano con i compagni Izzo, Lukic e Bonazzoli. Tatticamente non cambia nulla (ancora 3-5-2), con Lukic nella posizione di mezzala destra. Il tentativo di dare la scossa naufraga dopo nove minuti, quando Pereyra serve l’assist a De Paul per il raddoppio. Sirigu fulminato, Toro gelato: al 54’ è sotto 0-2. All’ora di gioco Gojak sostituisce Vojvoda e i granata passano al 4-3-1-2 con Lukic avanzato sulla trequarti.

180 SECONDI PAZZESCHI — In una partita che si trascina via lentamente accade, d’improvviso, che arrivino tre minuti incredibili. Dal 21’ al 24’ della ripresa accade l’impensabile. Si inizia al 21’ quando Bonazzoli ruba palla a Samir e serve l’assist per il centesimo gol di Belotti in maglia granata in tutte le competizioni: 1-2. Passa un minuto e Bonazzoli esplode l’urlo del 2-2, dopo un delizioso assist di tacco di Belotti e un’altra esitazione della difesa friulana. Il Toro sembra aver cambiato l’inerzia della partita, ma sessanta secondi dopo Nestorovski inchioda ancora Sirigu firmando il 2-3. Granata tramortiti e sfortunati: nel finale una punizione di Rodriguez si ferma sulla traversa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/12/2020 00:11
 
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