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Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2021 00:19
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L'Inter non si ferma più: travolge il Genoa e va in fuga




Lukaku apre dopo 32", poi vanno a segno Darmian e Sanchez.
Quinto successo di fila: 14° nelle ultime 17.
La Juve è a -10, il Milan impegnato stasera a Roma a 7


Luca Taidelli

Prova di maturità dell'Inter, che non abbassa la guardia dopo le vittorie pesanti contro Lazio e Milan, batte un Genoa con la testa al derby grazie a Lukaku, Darmian e Sanchez e allunga a +7 sulla seconda, il Milan impegnato però stasera in casa della Roma, e +10 sulla Juve, che deve recuperare il match col Napoli. Per i nerazzurri si tratta del quinto successo di fila, il quattordicesimo nelle ultime 17 giornate.

LE SCELTE — Conte sceglie Darmian per sostituire lo squalificato Hakimi. Per il resto, avanti con i soliti noti che hanno piegato Lazio e Milan, con Eriksen preferito a Vidal e Perisic a lasciare di nuovo in panchina Young. Cambia, e parecchio, invece Ballardini, con un occhio al derby nell'infrasettimanale. Il rientrante Zapata prende il posto di Criscito, Ghiglione quello di Zappacosta, mentre i baby Melegoni e Rovella subentrano a Badelj e Zaic. In attacco soprattutto tocca a Pjaca e Scamacca, ultimamente poco utilizzati.

PRIMO TEMPO — La foto del rullo contiano sta nell’azione che dopo 32 secondi indirizza la gara. Il Genoa ha il primo possesso e palleggia, Bastoni intercetta, Barella verticalizza per Lukaku, che scambia con Lautaro, si porta a spasso Radovanovic e col destro trova l'angolino malgrado il ritorno di Zapata. L'istantanea appunto di una filosofia che invita il rivale a scoprirsi, per poi freddarlo con azioni spesso stupende. Perché alla fase "attesa" i nerazzurri alternano quella "aggressione" e il Genoa, costretto a difendere anche con le punte, poi non riesce a ripartire. Ci prova Rovella su un errore in uscita di Eriksen, se no è un'onda lunga interista. Vanno vicini al raddoppio Lautaro (2 volte, Darmian, Barella (traversa) e Lukaku, con un paio di sassate mancine che Perin tiene in due tempi. La capolista sa che deve chiuderla perché l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. Vedi uscita con tempi e presa giusti al 31' di Handanovic, cui però Bastoni fa un ponte involontario, palla persa e Scamacca che però tira addosso al portiere. Poi riprendono le azioni rugbistiche, con Lautaro a stimolare Perin altre due volte.

SECONDO TEMPO — Nell'intervallo Ballardini effettua due sostituzioni: dentro Onguene e Behrami per Radovanovic (Zapata scala al centro della difesa) e Strootman. Asfissiato nelle fonti di gioco, il Genoa nei primi 45' non è mai riuscito ad accompagnare l'azione con gli esterni. Pjaca quindi era costretto ad abbassarsi per ricevere qualche pallone, lasciando solo Scamacca. A inizio ripresa però il Grifone ha un altro piglio e alza il baricentro. Anche perché l'Inter - come peraltro successo nel derby - torna dagli spogliatoi meno cattiva di prima, quasi che voglia gestire. Ballardini al 17' azzarda con Pandev e Shomurodov per Ghiglione e Scamacca, con Pjaca sulla trequarti. Peccato che al 24' Onguene sbagli l'anticipo su Lukaku. Il Massiccio sgomma di nuovo, ne porta a spasso tre e poi scarta un cioccolatino per Darmian, che non sbaglia. Gara chiusa e capolista che torna a distendersi, fino al 3-0 di Sanchez, su un'altra fiammata di Lukaku, innescato da Perisic. Sipario.

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/02/2021 21:53
 
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Il Napoli riparte: 2-0 al Benevento con Mertens e Politano



Un gol per tempo per la squadra di Gattuso che riparte dopo l'eliminazione in Europa League.
Espulso Koulibaly nel finale per doppia ammonizione


Maurizio Nicita

Il Napoli ritrova vittoria e serenità, regolando il Benevento in un derby a tratti piacevole e comunque controllato dalla squadra di Gattuso che, recuperando qualche giocatore, comincia a ritrovare equilibri ed efficacia di manovra. E non è un caso che capiti nella sera in cui torna titolare Dries Mertens, segnando un gol da opportunista e spianando la strada ai suoi. Ora il Napoli, che ha rosicchiato punti a quasi tutte le squadre che lo precedono (escluso Inter e Atalanta), può ripartire con un pizzico di entusiasmo all'inseguimento di quel quarto posto che vale la Champions.

ASSETTI — Gattuso rilancia la vecchia guardia con Mertens in attacco e Ghoulam terzino sinistro. Il tipico albero di Natale di Pippo Inzaghi (in tribuna, squalificato) è lo stesso che ha retto domenica scorsa l'urto della Roma al Vigorito. Unica eccezione l'assenza per squalifica di Glik (c'è Tuia in mezzo) e non è poco visto che il polacco ha sempre guidato fin qui la difesa del Benevento. I giallorossi restano bassi e compatti e così il Napoli comincia un'opera di aggiramento che tatticamente funziona. Con Ghoulam e Zielinski a sinistra e Politano a destra che arrivano sul fondo crossando palloni bassi e tesi, sui quali Mertens non riesce mai a trovare il tocco vincente. I cambi gioco servono ad aprire in qualche modo la doppia linea sannita e su una situazione del genere, Ghoulam, appena in area, tira di sinistro, un pallone sporco sul quale Mertens riesce a toccare da pochi passi e segna a uno dei suoi bersagli preferiti. Visto che il belga ha realizzato 5 gol in 4 partite al Benevento. Ora tocca ai giallorossi alzare un po' il baricentro. Con Depaoli (ben servito da Caprari), a impegnare Meret, attento anche sul successivo angolo di Viola. Peccato per il Napoli che Zielinski trovi un altro bel gol di sinistro dal limite, rete annullata per fuorigioco di Insigne che sulla traiettoria infastidisce Montipò.


RADDOPPIO POLITANO — Nella ripresa Inzaghi inserisce Roberto Insigne, al posto di Schiattarella, con Viola che arretra centrale in mezzo al campo. Poco dopo entrano pure Sau e l'argentino Gaich per rafforzare l’attacco. Ma l'unica azione degna di nota è un cross di Depaoli sul quale Hetemaj colpisce di testa: la conclusione è bloccata senza problemi da Meret. Poi si accende Lorenzo Insigne, prima con uno dei suoi tiri a giro fuori di pochissimo, con Montipò spettatore. Dunque il capitano crossa un pallone delizioso verso il secondo palo che Politano spinge in porta per il raddoppio della sicurezza. Il Napoli gestisce con una certa autorità, finché vengono... "i 5 minuti" a Koulibaly che prima divora il 3-0 sbagliando bersaglio di testa da pochi passi (ottimo l'angolo di Ghoulam) e poi commette in attacco un fallo da dietro stupido e inutile che porta Abisso a tirar fuori il secondo giallo e a espellerlo, correttamente. Gattuso inserisce Maksimovic e passa a un 4-4-1 in cui l'unica punta è Elmas. Il Benevento però non si rende pericoloso e l'unica conclusione, dalla distanza e centrale, è del napoletano Letizia.

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/02/2021 22:02
 
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Il Milan risorge contro la Roma:
tre punti per la Champions (e per non perdersi l’Inter)

A segno Kessie su rigore, Veretout e Rebic.
Ma il croato, Ibra e Calhanoglu escono infortunati.
Ancora un k.o. con una big per i giallorossi

Marco Pasotto


Il Milan sceglie la partita migliore per risorgere dalle proprie ceneri in campionato e si impone 2-1 sulla Roma all’Olimpico. A segno Kessie su rigore, Veretout e Rebic. Una vittoria che ha doppia valenza: la prima è che il Diavolo guadagna tre punti secchi su una diretta concorrente per la Champions (ma allunga anche su Juve e Lazio), rinsalda il secondo posto e limita per quanto possibile la fuga dell’Inter, che resta a +4; la seconda è il ritorno alla vittoria dopo quattro gare senza gioie fra Europa e campionato: un’abbondante razione di autostima e ottimismo in vista di un marzo complicatissimo. Ma è allarme infermeria: Ibra, Rebic e Calhanoglu escono infortunati. La Roma paga i tanti errori individuali e soprattutto un primo tempo assolutamente sotto tono e non adeguato all’importanza della sfida. Poteva essere terzo posto mettendosi dietro la Juve, invece si ritrova al quinto, scavalcata dall’Atalanta e con la pesantezza dell’ennesimo k.o. contro una big.

DIFESA D’EMERGENZA — Per Fonseca proseguono i giganteschi problemi in difesa, vista l’assenza simultanea di Smalling e Ibanez, e con Kumbulla appena tornato in gruppo. Così il tecnico portoghese davanti a Lopez ha piazzato Mancini, Cristante e Fazio, mentre in avanti al posto dell’infortunato Dzeko la scelta è ovviamente caduta su Mayoral, già a segno tre giorni prima in Europa. Differenze rispetto al Braga? Cinque, fra cui entrambi i trequartisti con Pellegrini e Mkhitaryan al posto di Pedro ed El Shaarawy. Pioli dopo i sei cambi congegnati per l’Europa League ha rimesso al centro del villaggio i suoi uomini di riferimento (Ibra per Leao, Saelemaekers per Castillejo, Rebic per Krunic, Tonali per Meité, Hernadez per Dalot), ma con una novità molto rumorosa rispetto alle consuete rotazioni: in difesa infatti Kjaer si è ripreso la maglia da titolare, come previsto, solo che in panchina non si è accomodato Tomori, titolare in Coppa, ma Romagnoli. Un’esclusione coraggiosa non tanto come scelta di campo (Alessio arriva da tre prestazioni caratterizzate da errori rilevanti), quanto in termini “filosofici” dal momento che si parla del capitano (fascia a Donnarumma) messo a riposo in una sfida diretta per la Champions.

TRE GOL ANNULLATI — E, restando in argomento, va detto che Tomori ha fatto egregiamente il suo dovere, togliendo il respiro a Mayoral e murando tutto ciò che gli passava sul radar in area. In realtà come tanti altri rossoneri, perché il primo tempo è stato soprattutto Milan. Lucidità, intensità, coraggio: tutto ciò che era affondato nelle tre settimane precedenti, è stato riportato a galla in un colpo solo. Con un messaggio spedito alla Roma fin dai primissimi minuti di partita: un Diavolo aggressivo e molto alto, soprattutto con gli esterni del tridente, in modo da tenere bassi Karsdorp e Spinazzola. Ma tanta corsa anche in mediana, dove infatti a uscirne decisamente malconci sono stati Villar e Veretout. Lo spagnolo in particolare, mentre il francese col passare del tempo è salito di tono. Una Roma irriconoscibile specialmente nei primi venti minuti, incapace di trovare soluzioni idonee per uscire dalla pressione rossonera e vittima dei suoi stessi errori anche negli appoggi più scolastici. Al netto delle assenze, una differenza agonistica e di concentrazione inspiegabile fra due squadre che lottano per lo stesso obiettivo. Così il Milan nella prima parte di tempo ha pasteggiato amabilmente nella metà campo avversaria, trovando due gol annullati (Tomori e Ibra) giustamente per fuorigioco e scaldando severamente i guanti di Lopez in tre occasioni (particolarmente ispirato un Rebic finalmente incisivo dopo tanto anonimato). Più una conclusione di Ibra – molto mobile su tutto il fronte d’attacco – salvata da Cristante, un errore clamoroso dello svedese di tacco dopo un regalo di Lopez, una traversa di Kjaer e un’insidia di Saelemaekers. La Roma è riassunta in un tiro al volo di Veretout, un gol annullato a Mkhitaryan per un fallo di Mancini su Hernandez, una doppia conclusione di Pellegrini murata prima da Tomori e poi da Tonali e un’ottima chanche per Mkhitaryan che ha tentato un improbabile pallonetto da ottima posizione. Il punteggio è cambiato a due minuti dal 45’: Fazio è entrato fallosamente su Calabria qualche centimetro dentro l’area, il Var ha assegnato il rigore e dal dischetto, nonostante la presenza di Ibra, si è presentato Kessie, in questa stagione decisamente più lucido dagli undici metri rispetto allo svedese. Gol e vantaggio meritato.

COLPE — Nella ripresa cambi importanti per il Diavolo, tutti obbligati da problemi fisici. Brahim Diaz per Calhanoglu (flessore sinistro) dal primo minuto, Leao per Ibra dopo 11 (adduttore sinistro) e Krunic per Rebic (problema all’anca destra) dopo 21: tutti sono finiti a osservare sconsolati i compagni dalla panchina con la borsa del ghiaccio. Leao è slittato largo in fascia e Diaz è stato piazzato falso nove, con Krunic alle sue spalle. La Roma aveva riacciuffato il match dopo cinque minuti con una bella conclusione di Veretout, cosa che aveva dato coraggio ai giallorossi. L’inerzia della sfida pareva aver svoltato (superlativo Tomori nell’efficacia degli interventi in area) fino a quando il Milan si è riportato sopra. Lopez ha bissato il regalo del primo tempo e ha servito palla ai rossoneri, Saelemaekers ha imbeccato Rebic che è andato in buca con un sinistro perfetto. Concorso di colpa per Mancini, che ha marcato il croato con una mollezza inspiegabile. A quel punto la sfida è vissuta solo di guizzi. La Roma ha alzato il baricentro, il Milan però non si è fatto dominare eccessivamente e la gara è rimasta viva e piacevole. Fonseca ha inserito El Shaarawy e Pedro ma davanti per i giallorossi ha fatto tutto Mkhitaryan, prima con un sinistro salito sopra la traversa di pochi centimetri e poi con una conclusione che ha obbligato Donnarumma all’ormai consueto intervento salva Diavolo (proteste giallorosse per un presunto rigore di Hernandez sul numero 77). C’è stato ancora spazio per un break di Tomori (attento Lopez, non era semplice) e poi è andato in scena il prevedibile assalto finale giallorosso, che però non ha prodotto esiti.

Fonte: Gazzetta dello Sport
01/03/2021 16:12
 
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SERIE A 2020/2021 24ª Giornata (5ª di Ritorno)

26/02/2021
Torino - Sassuolo (rinv.)
27/02/2021
Spezia - Parma 2-2
Bologna - Lazio 2-0
Verona - Juventus 1-1
28/02/2021
Sampdoria - Atalanta 0-2
Crotone - Cagliari 0-2
Inter - Genoa 3-0
Udinese - Fiorentina 1-0
Napoli - Benevento 2-0
Roma - Milan 1-2

Classifica
1) Inter punti 56;
2) Milan punti 52;
3) Juventus(**) e Atalanta punti 46;
5) Roma punti 44;
6) Napoli(**) punti 43;
7) Lazio punti 43;
8) Sassuolo(*) e Verona punti 35;
10) Sampdoria punti 30;
11) Bologna e Udinese punti 28;
13) Genoa punti 26;
14) Spezia, Fiorentina e Benevento punti 25;
17) Torino(*) punti 20;
18) Cagliari punti 18;
19) Parma punti 15;
20) Crotone punti 12.

(gazzetta.it)

(*) Torino-Sassuolo è stata rinviata per Covid al 17 marzo prossimo.
(**) Juventus-Napoli da rigiocare dopo il ribaltamento al terzo grado di giustizia sportiva (CONI)
e punto di penalizzazione di conseguenza restituito al Napoli.
01/03/2021 16:13
 
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Juve, Pirlo azzecca i cambi e riparte: tris allo Spezia

Dopo un primo tempo opaco, Pirlo inserisce forze fresche e la gara cambia volto:
al 65' segna lo spagnolo, al 71' raddoppia Chiesa, nel finale Ronaldo firma il tris, raggiungendo quota 767.
De Ligt si ferma nel riscaldamento


Livia Taglioli


Tre punti d’oro, per una Juve che fatica per tutto il primo tempo e trova il gol dalla panchina, dopo l’ingresso al 51’ di Bernardeschi, che firmerà i due assist, e Morata, autore del gol dell'1-0. Dopo 6 minuti sarà Chiesa a realizzare il 2-0 e Ronaldo a firmare il tris all'88', rete che permette al portoghese di raggiungere Pelé a quota 767. Alla fine la Juve supera 3-0 lo Spezia e si rilancia nella corsa scudetto, ribadendo di “crederci ancora”, per dirla alla Pirlo. Certo non è stata una passeggiata, contro uno Spezia che ha dimostrato grande compattezza e organizzazione di gioco, nessun timore reverenziale e grande consapevolezza nei suoi mezzi. Per la Juve è la sesta vittoria consecutiva in casa in campionato, di nuovo con oltre due gol di scarto.

DE LIGT STOP — La gara parte in salita per la Juve, che nel riscaldamento perde De Ligt: Alex Sandro allora arretra e Frabotta va a coprire la sinistra. Per il resto, Morata e Fagioli recuperano ma vanno in panca, con Rabiot, Bentancur e McKennie in mezzo e i “soliti” Ronaldo e Kulusevski in avanti. Quel che manca però è la lucidità, mentre l’atteggiamento attendista messo in campo dalla Juve alla fine penalizza anziché premiare i padroni di casa. E quando i bianconeri provano a ripartire vanno a sbattere sul muro spezzino. Il primo angolo della gara è per lo Spezia, lo stesso la prima occasione, con Marchizza che sbaglia mira da posizione ravvicinata. La risposta bianconera è un tiro rimpallato di Rabiot dal limite e una conclusione da fuori di Chiesa che non trova lo specchio. Con lo Spezia molto mobile, dinamico e compatto, capace anche di arrivare dalle parti di Szczesny con l’aria di chi può fare male. La Juve è invece assai impacciata sia in fase di costruzione che di conclusione, sui radi palloni che arrivano in zona-tiro.

IN CRESCENDO — Emblematica un’azione al 29’, quando Ronaldo, chiuso dalla difesa spezzina, ha un pallone fra i piedi in area e si guarda intorno alla ricerca di qualche compagno. Arriva in suo aiuto Chiesa, ma l’azione sfuma senza un pericolo concreto per Provedel. L’ex viola negli ultimi dieci minuti prova a dare la scossa con qualche accelerazione delle sue: guadagna un angolo e un tiro su cui il portiere spezzino si accartoccia. E’ il segnale di un finale in crescendo, con Ronaldo che al 42’ colpisce un palo con un destro vellutato.

LA SVOLTA — Visto l’inizio di nuovo opaco della ripresa, Pirlo prova a sparigliare inserendo Morata e Bernardeschi al posto di McKennie e Frabotta. Una mossa subito premiata: lo spagnolo al primo affondo trova il gol, su assist di Bernardeschi; Sacchi inizialmente non convalida per fuorigioco, ma il Var capovolge la decisione. Dal minuto 65’ la Juve è in vantaggio grazie alla prima rete di Morata del 2021. Passano 6 minuti e Chiesa trova il raddoppio, dopo una bella fuga con cross in mezzo sempre di Bernardeschi: tiro a botta sicura respinto da Provedel, sulla ribattuta Chiesa colpisce il pallone da terra e con un calcio a mezz’aria infila il 2-0. Ronaldo scalpita e insiste, finché riesce a mettere anche il suo personale sigillo sul match: all’89’ trova la sua ventesima rete in campionato, nonché la numero 767 in carriera, raggiungendo dunque Pelé fra i marcatori di tutti i tempi. Szczesny si ritaglia il suo attimo di gloria respingendo un rigore di Galabinv al 95’, e la Juve chiude in bellezza una gara partita sotto tutt’altri auspici.

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/03/2021 14:03
 
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Rigori e legni, pari pazzesco in Sassuolo-Napoli: il 3-3 arriva al 95'

Dopo l'autogol di Maksimovic al 34', a segno Zielinski, Berardi (rigore),
Di Lorenzo, Insigne (rigore) e Caputo su rigore a tempo scaduto


Mimmo Malfitano


Sarebbe stata un'ingiustizia se il Sassuolo avesse perso. Probabilmente, a Roberto De Zerbi andrà stretto pure il pareggio, perché il suo Sassuolo ha giocato meglio del Napoli e, sul piano del gioco, è stato anche superiore per qualità e quantità. Il pari è arrivato all'ultimo secondo, quando Marini stava portando il fischietto alla bocca per chiudere la gara e certificare il secondo successo consecutivo del Napoli. In quell'istante è successo l’incredibile, Manolas stende Haraslin sulla linea di fondo e provoca il calcio di rigore che Caputo trasforma per il 3-3 finale. Giusto così, in ogni modo, perché il Sassuolo non avrebbe meritato la sconfitta. Berardi, Maxime Lopez e Caputo hanno elevato la qualità degli emiliani, mentre nel Napoli, ancora una volta, Lorenzo Insigne è stato il migliore.

AUTORETE — L'avvio della gara ha evidenziato un Napoli concentrato, pronto a ripartire, controllando a centrocampo le intenzioni dell'avversario. Eppure, le occasioni più pericolose le crea il Sassuolo, prima con Caputo (10') che calcia a lato e, successivamente, con Berardi, sulla quale respinge Meret (15'). Il Napoli trova il vantaggio con Insigne (21'), ma dopo un controllo, la Var annulla la rete per un fuorigioco dello stesso attaccante. La squadra di De Zerbi prende in mano l'iniziativa, Maxime Lopez controlla la mediana, mentre in attacco Caputo, Djuricic e Berardi mettono paura alla debole difesa napoletana. Maksimovic è sfortunato al 34', quando devia in rete una punizione battuta da Berardi. La reazione del Napoli è affidata a Zielinski che al 38', trova il pareggio come un sinistro a giro: l'assist è di Demme. Le emozioni non finiscono qui, naturalmente, perché a un minuto dal riposo, Hysaj aggancia il piede di Caputo in area: il rigore c’è tutto. Alla battuta va Berardi per il 2-1.

PALO E TRAVERSA — La ripresa, nella fase iniziale, è un monologo del Sassuolo, che colpisce un palo con Caputo ed una traversa con Berardi. Il Napoli sembra alle corde, ma anche l'avversario ha speso tanto e lascia parecchio spazio per le ripartenze di Insigne. È da un cross del capitano che nasce il 2-2, realizzato da Di Lorenzo che deve soltanto toccare il pallone in rete da un metro. Gattuso urla dalla panchina, incita i suoi ad insistere. E al 44', Di Lorenzo si scontra in area con Haraslin. Marini fischia il rigore, che è un po' dubbio. Ma la Var ne conferma la decisione. Insigne spiazza Consigli e porta in vantaggio i suoi. Inaspettatamente, c'è da dire. E qui, Gattuso commette il grave errore di sostituire Maksimovic con Manolas, al rientro dopo oltre un mese di assenza. L'ex romanista non è in condizione, non riesce nemmeno ad entrare in partita, ma sa entrare duro su Haraslin commettendo un inutile fallo. Per Marini è rigore. Caputo s'incarica della battuta e regala ai suoi il meritato pareggio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/03/2021 22:20
 
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Atalanta forza 5 con il ritrovato Ilicic.
Il nuovo Crotone di Cosmi dura un tempo



Lo sloveno, rilanciato titolare da Gasperini, segna un gol e ne propizia due.
Simy firma il momentaneo pareggio dei calabresi, che sprofondano nella ripresa. A segno anche Gosens, Palomino, Muriel e Miranchuk


Marco Guidi

Il debutto di Serse Cosmi sulla panchina del Crotone dura un tempo, poi l'Atalanta mette il turbo e si prende di forza i tre punti. Al Gewiss Stadium finisce 5-1 una gara che nella ripresa rispetta il pronostico della vigilia, dopo 45' di inaspettato equilibrio. Così la Dea sale a 49 punti, ad appena quattro lunghezze dal Milan secondo: un bel modo per avvicinarsi al big match di San Siro con l'Inter di lunedì sera.

SCELTE — Gasperini rilancia Ilicic e in difesa fa rifiatare Toloi, affiancando a Romero e Djimsiti l'argentino Palomino. Cosmi invece mischia le carte rispetto alle ultime uscite con Stroppa allenatore dei calabresi: riecco così Simy dal 1', con l'esclusione degli acquisti di gennaio, Di Carmine e Ounas.

BOTTA E RISPOSTA — Il primo quarto d'ora ha un unico protagonista: Robin Gosens. Il tedesco all'8' regala la prima emozione del match, andando vicino al gran gol con un bel diagonale di prima intenzione col sinistro (palla fuori di poco). Poi, 4' dopo, impatta alla perfezione di testa il cross tagliato di Ilicic: è 1-0 Dea. Partita in discesa, pensano tutti al Gewiss Stadium. E in effetti quando al 19' ancora Ilicic manda in porta Muriel tutto sembra apparecchiato per un monologo nerazzurro, non fosse che prima Cordaz neghi il gol al colombiano in uscita disperata e poco dopo la coppia Romero-Freuler regali il pareggio a Simy, aprendogli un'autostrada verso Sportiello. Il Crotone al 29' ha addirittura la palla del vantaggio, ma Messias, dopo uno sprint a folle velocità su Romero e Palomino, si fa stoppare da un'ottima uscita bassa di Sportiello. È lo spartiacque della partita, perché lo spavento desta l'Atalanta e la banda Gasperini comincia a suonare il solito calcio rock. Dal 41' al fischio di fine primo tempo fioccano le occasioni nerazzurre: prima il sinistro fuori di Malinovskyi innescato da Ilicic, poi la botta di Muriel respinta da Cordaz, quindi il colpo di testa sballato ancora di Malinosvkyi su cross di Muriel, infine il destro sull'esterno della rete di Ilicic. Preambolo di quello che succederà nella ripresa.

SENZA STORIA — Già perché il secondo tempo è veramente a senso unico, nonostante il primo cambio di Cosmi da allenatore del Crotone: Rispoli per Reca, con Pereira che passa da destra a sinistra. Al 48' Palomino in mischia con un tocco sporco di sinistro riporta avanti la Dea. E due minuti dopo Muriel sfrutta uno scivolone di Golemic per chiudere la pratica a tu per tu con Cordaz. L'uno-due tramortisce il Crotone. Si gioca sostanzialmente solo nella metà campo calabrese e al 58' Ilicic col sinistro a giro disegna il gol più bello della serata. Sul 4-1, Gasperini comincia la girandola dei cambi per preservare energie utili in futuro (dentro anche il recuperato Duvan Zapata) e la Dea tira un po' i remi in barca. C'è però tempo all'85' per la magia mancina di Miranchuk, griffe finale sulla goleada nerazzurra: il palo apprezza il gesto tecnico del russo e devia in rete il suo sinistro di rara bellezza. E subito dopo ecco l'esordio in Serie A del giovane Ghislandi. Sì, la festa Atalanta può iniziare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/03/2021 23:22
 
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Troppo Verona per questo Benevento: è crisi per Inzaghi



Faroni, un autogol di Foulon e Lasagna stendono i giallorossi mai davvero in partita e che ora devono guardarsi le spalle in classifica.
Tante le occasioni per la squadra di Juric, che al Vigorito comanda il gioco dall'inizio alla fine


Nicolò Delvecchio

Il Verona domina al Vigorito e schianta il Benevento con un netto 3-0: di Faraoni e Lasagna i gol per Juric, in mezzo l’autorete di Foulon. Se fosse finita con un parziale più ampio non ci sarebbe stato nulla da dire: troppo morbida la resistenza della squadra di Inzaghi, troppo facile per i gialloblù trovare la strada per la porta di Montipò. Il Verona ha vinto con le armi che abbiamo imparato a conoscere (gli esterni Lazovic e Faraoni, l’imprevedibilità di Zaccagni e Barak, un Tameze praticamente ovunque) e ha finalmente ritrovato Lasagna, a secco di gol dal 10 gennaio. Un’ulteriore buona notizia per Juric, al quale in stagione sono mancate le reti dei centravanti. Le fasce sono invece state il punto dolente del Benevento: Depaoli non è mai riuscito a contenere Zaccagni e Lazovic, e dal suo lato sono arrivati i cross per i primi due gol del Verona. Foulon, entrato all’11’ per Letizia (uscito per un problema fisico), si è perso Faraoni per l’1-0 e ha realizzato l’autogol che ha di fatto chiuso la gara. Non è un caso che, a inizio ripresa, Inzaghi li abbia sostituiti entrambi per passare alla difesa a 3, che però non ha cambiato nulla. ll Verona centra il quarto risultato utile di fila e sale a 38 in classifica, il sesto posto del Napoli è a sole sei lunghezze. È un momentaccio invece per il Benevento, che nelle ultime nove partite ha raccolto quattro pari e cinque sconfitte: il terzultimo posto occupato dal Torino dista cinque lunghezze, ma i granata hanno due partite in meno. Inzaghi, ora, ha davvero poco tempo da perdere: con lo Spezia, sabato, serviranno solo i tre punti.

VERONA DILAGANTE — La svolta della gara arriva subito, all’11’: Letizia, alla prima da titolare dopo due mesi, esce in lacrime e al suo posto entra Foulon. È la mossa (obbligata) che a suo modo decide la gara: col passare dei minuti il Verona prende stabilmente il pallino del gioco, mentre il Benevento fatica tremendamente a costruire l’azione e ad uscire dalla propria metà campo. Non è un caso che al 25’, dopo parecchi minuti di pressione, il Verona vada in vantaggio: Lazovic, dalla sinistra, chiude l’uno-due con Zaccagni e trova Faraoni, che di testa batte Montipò. Malissimo nell’occasione Foulon, che non vede l’unico giocatore in arrivo dalle sue parti. Il Verona sfonda con troppa facilità, soprattutto dal lato di Depaoli, e ancora da lì nasce il raddoppio al 35’: Zaccagni va al cross dalla sinistra, Foulon è poco lucido e di testa infila il suo portiere. Pochi minuti dopo il Verona potrebbe già chiuderla, ma il tiro di Barak da fuori è deviato sulla traversa da Montipò: sedicesimo legno stagionale per i gialloblù.

TRIS IMMEDIATO — Il pessimo primo tempo di Depaoli e Foulon convince Inzaghi a cambiare modulo nella ripresa: fuori entrambi, dentro Improta e Tuia e difesa che passa da 4 a 3, con l’ex laziale a fare il terzo a destra. I sanniti partono aggressivi, ma al 49’ arriva il colpo del k.o.: Lasagna addomestica un lancio lungo dal centrocampo, anticipa Glik e batte Montipò sul primo palo. Il cambio di modulo non ha alcun effetto, perché il Verona quando può arriva stabilmente nell’area giallorossa: prima del 60’ Barak, Lasagna e Gunter hanno grandi chance per il poker, che non arriva quasi per caso. Col passare del tempo i ritmi si abbassano ma la musica non cambia, e nonostante i tanti cambi il triplice fischio arriva al 90’, senza nemmeno un minuto di recupero.

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/03/2021 23:26
 
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Decide Rugani di testa: seconda vittoria di fila per il Cagliari. Bologna k.o.

Con Semplici in panchina è svolta per i sardi: altri tre punti utili per la corsa alla salvezza.
La squadra di Mihajlovic quasi mai pericolosa


Francesco Velluzzi


È un altro Cagliari. Batte il Bologna (1-0) con un gol di Daniele Rugani e conquista la seconda vittoria di fila. Cosa che all’andata gli era successa solo con Torino e Crotone. Ora la speranza di salvarsi è concreta. Alla Sardegna Arena è un’altra musica, la vittoria mancava dal 7 novembre. La cura di Leonardo Semplici sembra funzionare, seconda partita senza subire gol, davanti a un Bologna che, per la verità, non ha fatto tanto in fase offensiva. Più di un giocatore di Sinisa Mihajlovic, che oggi andrà a Sanremo a duettare con Ibra, si è preso una giornata di totale relax. Atteggiamento molle, approccio svagato, il Bologna più volte avrebbe potuto beccare il raddoppio, mentre non ha mai dato la sensazione di poter agguantare veramente il pareggio. Anche perché tutti i difensori e i centrocampisti sardi hanno assicurato copertura, attenzione, concentrazione, dannazione sulle seconde palle. Ora per il Cagliari la trasferta di Genova con tanta serenità, mentre il Bologna andrà a Napoli senza la certezza di una tranquillità che il suo allenatore sperava di ottenere già da stasera. Sono in pochi a salvarsi nel suo gruppo.

PRIMO TEMPO — Davide Astori vive per sempre nei cuori della gente di Cagliari. L’amico fraterno Corrado Scameroni gli ha dedicato un club e due ragazze sono lì a rappresentarlo. In curva c’è una gigantografia di Davide e al minuto 13, naturalmente, il ricordo. La partita comincia con un Cagliari che Semplici ha ridisegnato rispetto a Crotone facendo tre cambi: dietro riappare Ragnar Klavan con Godin e Rugani. L’estone non giocava da metà dicembre a Parma. Davide Zappa, il giovane esterno pallino di Di Francesco, torna a destra, Nandez fa, invece, il quinto a sinistra, mentre davanti con Joao Pedro c’è il Cholito Simeone. Mihajlovic sostituisce solo lo squalificato Danilo con Anton. Il Cagliari parte subito all’attacco e sul corner di Marin, Joao colpisce di testa, ma trova Dominguez. Nandez incappa nel giallo dopo pochi minuti. Ma al minuto 19 i sardi sono in vantaggio: solito corner di Marin, Rugani sale sopra Orsolini e segna il primo gol in rossoblù. Non segnava da due anni. Mentre non riesce a segnare a Simeone che ha una grande occasione ma si fa ipnotizzare da Skorupski, sbagliando un po’ la conclusione. C’è solo il Cagliari in campo (ben 8 corner nei primi 45’), Anton ferma con le cattive Joao e viene ammonito. Al 30’ Dominguez si ferma per un problema al ginocchio. Entra Schouten. Il Bologna, però, non si scuote, pur avanzando un po’ il baricentro. Godin , Rugani e Klavan sono attenti. C’è solo un’uscita in presa alta di Cragno. Niente di più.

SECONDO TEMPO — Si riparte con Ceppitelli al posto del goleador Rugani che accusava da un po’ un problema muscolare. Il Bologna avanza ancora, si fa più insistente, Sansone crea spazi, ma l’attaccante lo fa Svanberg che impegna Cragno con una mezza rovesciata e ci prova con un tiro a giro. Soumaoro colpisce di testa, ma il portiere toscano non si fa sorprendere. Semplici chiede ai suoi di non mollare e di non abbassarsi troppo. Infatti Simeone, anche acciaccato, esce per far spazio a Pavoletti. Mihajlovic le prove tutte con Vignato, Skorupski Olsen e pure Palacio. Oltre a Medel. Semplici si copre con Deiola per l’ottimo Marin e usa i piedi buoni di Cerri che prende il posto di Joao. Vignato semina un po’ di panico, sulla sinistra, ci prova due volte, trova Cragno, davvero attentissimo. Schouten incappa nel giallo che gli farà saltare Napoli, ma salva anche un gol fatto di Pavoletti che stacca di testa all prima palla buona. Sembra gol, ma la palla non varca completamente la linea bianca. Poi c’è ancora una possibilità per Deiola,ma si fa rimontare. Finisce col Cagliari in gloria, tutto in cerchio attorno al suo allenatore e la concreta speranza di potercela fare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/03/2021 23:30
 
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La Roma non perde il treno Champions:
Diawara all’88' affonda la Fiorentina

Nella ripresa prima fa tutto Spinazzola (gol e autorete), poi nel finale il gol decisivo assegnato dalla Var



Bella vittoria della Roma, che vince 2-1 al Franchi contro la Fiorentina e resta agganciata al treno Champions. I giallorossi staccano di tre punti il Napoli e sono a due punti da Juve e Atalanta, a quota 49. Vittoria meritata quella della squadra di Fonseca, più incisiva alla distanza. La Fiorentina continua nella sua mediocre stagione, e anche il margine sulla quota salvezza si riduce pericolsamente: il Torino è a meno cinque, ma con due partite in meno.

LA PARTITA — Dopo un primo tempo abbastanza noioso (occasioni per Vlahovic e Pellegrini nel contesto di una gara bloccata), nella ripresa fa tutto Spinazzola. Prima sblocca di destro con la complicità di Milenkovic e Dragowski, poi devia alle spalle di Pau Lopez in un disperato tentativo di recupero nella sua area su cross di Biraghi, entrato in campo al posto dell'infortunato Igor. Fonseca perde Veretout (infortunio muscolare, dentro Pedro), poi inserisce anche El Shaarawy e soprattutto Karsdorp, protagonista nell'episodio decisivo. L'ex Feyenoord mette in mezzo una palla bassa molto intelligente per l’inserimento di Diawara, che segna da due passi. Il guardalinee alza la bandierina per un presunto fuorigioco di Karsdorp, ma il terzino è tenuto in gioco da Milenkovic (ancora protagonista in negativo) e la Var convalida. Sorride Fonseca, mentre per Prandelli piove sul bagnato: alla prossima non avrà lo squalificato Ribery e verosimilmente Castrovilli, uscito per infortunio in avvio di ripresa.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/03/2021 23:33
 
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