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Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2021 00:19
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Ci pensa sempre Immobile:
la Lazio batte il Cagliari ed è quarta in classifica

Un gol del centravanti nella ripresa basta alla
squadra di Inzaghi per centrare la sesta vittoria consecutiva,
sardi ordinati ma quasi mai pericolosi


Nicola Berardino


La Lazio entra in zona Champions agganciando la Roma al quarto posto. Contro il Cagliari la squadra di Inzaghi conquista la sesta vittoria consecutiva, che corrisponde pure alla quinta interna di fila. Risolve ancora una volta Immobile: al 16’ della ripresa, è suo il gol-vittoria che lo porta a quota 14 in campionato. Tre punti faticosissimi da conquistare per i biancocelesti contro la formazione di Di Francesco che all’Olimpico risente della tradizione negativa(sono saliti a 10 gli stop di fila contro la Lazio), ma gioca con orgoglio e insegue sino all’ultimo il pareggio.

MURO SARDO — Rispetto alla formazione che ha vinto a Bergamo, Inzaghi fa i conti con la squalifica di Patric: prima da titolare per Musacchio, sulla destra della difesa, che può contare sul recupero di Radu. Di Francesco vede aggiungersi Deiola e Ceppitelli alla lista degli infortunati. In difesa debutta Rugani (parte dalla panchina Asamoah, l’altro rinforzo) e ritorna dal 1’ Walukiewicz. In avanti, Pavoletti preferito a Simeone. Campo appesantito dal temprale scatenatosi poco prima fella agre durato fino al quarto d’ora. Milinkovic premiato col trofeo della Lega come miglior giocatore di A del mese di gennaio. Avvio arrembante della Lazio. Cagliari compatto a presidiare gli spazi. Difficile per i biancocelesti farsi largo in area. Lazzari ci prova dalla distanza. Ma vanno all’attacco anche i rossoblù: sopra la traversa un colpo di testa di Rugani. Replica la Lazio con Luis Alberto, ma la conclusione dello spagnolo è scoordinata. Blocca Cragno un colpo di testa di Immobile. Alza il ritmo la Lazio. Prepotente discesa di Lazzari al 28’, a volo conclude Luis Alberto, Cragno devia in angolo. Ancora il fantasista al tiro con una parabola (a lato). Al 37’ Cragno è pronto a ribattere una pericolosa girata di Immobile. Attenta la squadra di Di Francesco in copertura (Zappa e Lykogiannis arretrano in difesa) ma pure a proiettarsi in avanti. Vano assalto della Lazio prima dell’intervallo.

CI PENSA IMMOBILE — Nella ripresa i biancocelesti ripartono all’attacco. Tentano di forzare con i traversoni di Lazzari. Al 7’ Lykogiannis si arrende dopo esser finito k.o. in uno scontro di gioco con Milinkovic. Gli subentra Tripaldelli che si mette subito in mostra lanciando all’attacco Marin che però sciupa calciando sopra la traversa. Fiondata di Immobile, sventata da Cragno. Insiste la Lazio e al 16’ passa in vantaggio con Immobile. Gran giocata del bomber innescato da un colpo di testa di Milinkovic: controllo in area, si muove e infila Cragno che tocca il pallone senza riuscire ad evitare il gol. Il Cagliari non si smonta. E due minuti dopo potrebbe pareggiare se il tiro di Pavoletti non venisse ribattuto da Lazzari. Al 19’ due cambi nella Lazio: escono Lazzari e Luis Alberto (volto imbronciato) ed entrano Lulic ed Akpa Akpro. La squadra di Di Francesco avanza il baricentro. Al 28’ Muriqi rileva Correa. Al 31’ Simeone sostituisce Zappa per accrescere il potenziale offensivo dei sardi. Marin prova a sorprendere Reina. Escono Leiva ed Musacchio per Escalante e Parolo. Sull’altro fronte, Cerri e Pereiro avvicendano Pavoletti e Nainggolan. Reina devia su un’incursione di Cerri: Pereiro calcia alto da buona posizione. Il portiere della Lazio si oppone anche a un tentativo di Nandez dalla distanza. Cinque minuti di recupero. Gara intensa sino all’ultimo istante. La Lazio intasca i tre punti e comincia a sognare in grande.

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/02/2021 00:29
 
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SERIE A 2020/2021 21ª Giornata (2ª di Ritorno)

05/02/2021
Fiorentina - Inter 0-2
06/02/2021
Atalanta - Torino 3-3
Sassuolo - Spezia 1-2
Juventus - Roma 2-0
Genoa - Napoli 2-1
07/02/2021
Benevento - Sampdoria 1-1
Milan - Crotone 4-0
Udinese - Verona 2-0
Parma - Bologna 0-3
Lazio - Cagliari 1-0

Classifica
1) Milan punti 49;
2) Inter punti 47;
3) Juventus(**) punti 42;
4) Roma e Lazio punti 40;
6) Napoli(**) e Atalanta punti 37;
8) Sassuolo punti 31;
9) Verona punti 30;
10) Sampdoria punti 27;
11) Udinese e Genoa punti 24;
13) Bologna e Benevento punti 23;
15) Fiorentina punti 22;
16) Spezia punti 21;
17) Torino punti 17;
18) Cagliari punti 15;
19) Parma punti 13;
20) Crotone punti 12.

(gazzetta.it)

(**) Juventus-Napoli da rigiocare dopo il ribaltamento al terzo grado di giustizia sportiva (CONI)
e punto di penalizzazione di conseguenza restituito al Napoli.
08/02/2021 00:29
 
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Subito Sansone, poi il pari di Viola sotto la neve:
fra Bologna e Benevento è 1-1



L'esterno la sblocca dopo appena 1', nella ripresa l'errore
di Skorupski e il pareggio col tacco del 10 di Inzaghi.
Le due squadre a quota 24 in classifica


Francesco Pietrella

Gol di tacco sotto la neve. Ancora Viola, sempre Viola, e il Benevento riacciuffa il Bologna nell'1-1 del Dall’Ara. Apre Sansone, pareggia il regista nonostante la tormenta. Lo stadio si tinge di bianco e accompagna il pareggio tra Miha e Inzaghi, in un match dove ha nevicato dal 15esimo del primo tempo fino alla fine.

RIECCO SANSONE — Pronti, via ed è subito Bologna. Barrow si fa beffe della difesa campana, salta un paio di uomini nello stretto e scodella in mezzo invece di tirare. Scelta giusta: Sansone capisce e segna a porta vuota col sinistro dopo un solo minuto di gioco. Rossoblù in vantaggio e urlo liberatorio dell'ex Sassuolo, al primo gol in campionato: non segnava in Serie A da più di un anno. L'ultima volta l'8 dicembre 2019 contro il Milan. Glik e compagni, però, alzano subito la testa e si affacciano dalle parti di Skorupski in tre occasioni: prima Viola (14’) col sinistro, poi Caprari con il destro (16’), ma l'attaccante colpisce il palo interno dopo la sua solita azione. Si accentra, dribbla e calcia forte. Stavolta non va però, e il pallone si stampa sul legno con Skorupski battuto. Alla mezz'ora , poi, l’ex Samp ci riprova calciando a giro, ma il polacco blocca. Il primo tempo si chiude con un destro largo di Tomiyasu a 2’ dalla fine, dopo una bella giocata di Sansone.

SUPER VIOLA — La ripresa si apre come si erano chiusi i primi 45’. Bologna in avanti ispirato da Barrow, il più in forma della banda Mihajlovic. Il gambiano fa il regista offensivo e prova le giocate, ma i rossoblù non riescono a chiudere il match. Così il Benevento ne approfitta. Dopo un paio di batti e ribatti in area iniziati da Lapadula e stoppati da Tomiyasu, capitan Viola trova il gol del pari con un bel colpo di tacco. Spalle alla porta, marcato stretto, il regista raccoglie la sfera nella mischia e segna la rete del venerdì battendo un incerto Skorupski: 1-1 dopo un'ora di gioco (61'). Partita ripresa. Tornato contro il Toro dopo diversi problemi fisici, Viola sigla il secondo gol in 4 partite e regala un pareggio d'oro a Pippo Inzaghi, ora a 24 punti come il Bologna. Gli ultimi 10’ sono la classica sfida tattica di cambi, mosse e contromosse: Mihajlovic dà una chance a Orsolini, Vignato e Palacio, Inzaghi risponde con Sau, Foulon e Roberto Insigne. Nessuna scossa però, solo tanta neve e un destro da fuori di Dabo che Skorupski gestisce agevolmente (89’). Poi stop, e le due squadre lasciano un Dall'Ara tinto di bianco con un pari.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/02/2021 13:58
 
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Un palo e pochi lampi: Toro-Genoa, pari senza gol



Nessuna rete ma le due squadre ci provano. Per i granata è il quinto pareggio di fila.
I rossoblu rallentano dopo tre vittorie consecutive


Mario Pagliara

Il Toro non rompe la maledizione dell’Olimpico e stecca ancora una volta l’appuntamento con la vittoria casalinga. Finisce zero a zero, ed è un pareggio che lascia l’amaro in bocca solo al Genoa di Ballardini, decisamente meglio sul piano del gioco: il Grifone è fermato da un super intervento di Sirigu su Czyborra nel primo tempo, dal palo di Zappacosta e dall’imprecisione di Pjaca nella ripresa, altrimenti sarebbe tornato a casa con l’intera posta in palio. Robusto passo indietro invece quello del Toro, mai pericoloso e ancorato davanti alla propria area. Per i granata il bicchiere è chiaramente mezzo vuoto, per Nicola è il quarto pareggio consecutivo in quattro partite.

SIRIGU C'È — Viene quasi da pensare che le basse temperature di questo sabato che precede il San Valentino abbiano gelato gli entusiasmi di Torino e Genoa. Perché la prima parte della sfida dell’Olimpico si gioca su un sottile equilibrio tattico e non certamente sull’onda dello spettacolo e della veemenza che pure per una squadra con esigenze di classifica come i granata era lecito aspettarsi. Il barometro del primo tempo è direzionato nella prima parte leggermente più a favore del Grifone di Ballardini, che almeno in avvio ci prova a far prevalere la sua maggiore cifra tecnica con Strootman e Rovella, mentre nella seconda metà di frazione emerge una spolverata di Toro con il lancio lungo per Belotti o Zaza e qualche brivido per Perin su un paio di angoli. È tutto sommato un primo tempo con poco spettacolo e con un solo tiro diretto in porta. Arriva allo scadere (43’) quando Czyborra si ritrova davanti a Sirigu. Ma il portiere granata c’è e chiude con i piedi lo specchio. È un intervento decisivo che manda Toro e Genoa all’intervallo sullo zero a zero.

ZAPPACOSTA AL PALO — La ripresa ha il merito di portare un pizzico di vivacità in più, introdotto in questa partita da un Genoa che alza i giri del motore e comincia a fare leva sulla sua maggiore propensione al possesso. Il Grifone gioca decisamente meglio, il Toro regge grazie agli interventi puntuali del suo trio difensivo (Izzo, Nkoulou, Bremer), ma la seconda grande chance – meritata – arriva per gli uomini di Ballardini. Quando, al 12’, Zappacosta scocca una fucilata che si stampa sul palo, probabilmente deviata quel tanto da Sirigu che consente di modificarne la traiettoria. Il Toro non riesce ad uscire dalla ragnatela di passaggi dei rossoblù, così poco prima della mezz’ora Nicola fa il doppio cambio: Baselli per Lukic, Verdi per Zaza. Poco dopo Ballardini replica lanciando nella mischia Pjaca al posto di Destro, mentre Nicola (al 34’) si gioca ancora due innesti: Linetty per Rincon e Murru per Ansaldi. A dieci dalla fine, il Genoa sfiora ancora il vantaggio ma, sull’ennesimo cross di Zappacosta, Pjaca di testa non dà la forza necessaria a pochi passi da Sirigu. Nessuna emozione nel finale, se non per una punizione di Verdi morta in tribuna. Il Toro esce a testa bassa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/02/2021 12:31
 
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Festa Insigne: 100° gol col Napoli e Juve battuta su rigore

Il capitano azzurro realizza il gol decisivo al 31', dopo l'errore in Supercoppa.
Bianconeri k.o. dopo 7 partite. La squadra di Gattuso sale al quarto posto


Livia Taglioli


Il Napoli ferma la corsa della Juve vincendo 1-0 grazie ad Insigne, che realizza su rigore al 31’ del primo tempo, in una serata fredda e ventosa al Maradona di Napoli. Gli azzurri ribaltano così i pronostici: nelle ultime sette gare avevano rimediato 4 sconfitte, l’ultima contro l’Atalanta con annessa eliminazione dalla coppa Italia, mentre nello stesso arco di gare la Juve aveva collezionato 6 vittorie e un pareggio, che le era peraltro bastato per conquistare la finale di Coppa. Con Gattuso che può forse tirare un sospiro di sollievo, oltre che esultare coi suoi: il Napoli aggancia Roma e Lazio in quarta posizione a quota 40, a due lunghezze dalla Juve che mantiene la terza posizione (ed entrambe le squadre hanno una partita in meno).

LE SCELTE — Pirlo sceglie Danilo e Bernardeschi, con Alex Sandro e McKennie in panca. Chiesa si posiziona a sinistra, lasciando la fascia destra libera per le scorribande di Cuadrado. Nel Napoli Ospina accusa un dolore muscolare a una coscia durante il riscaldamento, al suo posto in campo Meret. Senza Koulibaly e Manolas fra gli altri, Gattuso non si scompone e propone un 4-2-3-1 con Osimhen terminale offensivo davanti al trio Politano-Insigne-Lozano.

INSIGNE, CHE PERSONALITÀ! — Ne nasce un match tatticamente a lungo bloccato, fra due squadre compatte e molto attente a non concedere spazi per le altrui ripartenze. Entrambe tastano il terreno dalle parti di Meret e Szczesny, ma nessuna incursione si trasforma in effettiva occasione da rete. La Juve tiene alta la difesa, il Napoli tenta di approfittarne con scarsi risultati pur giocando con ordine e personalità. A spezzare gli equilibri ci pensa il… Var: una manata di Chiellini in area sul volto di Rrahamani viene tradotta in calcio di rigore a favore del Napoli e in ammonizione per il bianconero, alla sua 400ª presenza in A. Sul dischetto, al 31’, si presenta Insigne che, evidentemente archiviato l’errore in Supercoppa, porta in vantaggio gli azzurri. Per il capitano del Napoli è il decimo gol (quarto dal dischetto), ma soprattutto il 100° con la maglia azzurra. E anche una grande dimostrazione di personalità: dei suoi 4 errori dal dischetto in carriera, tre si erano materializzati con la Juve. Spiazzato Szczesny con un destro perfetto dal basso all’alto, mostra una maglietta con dedica: “Buon San Valentino amore mio”. La risposta bianconera tarda ad arrivare, il Napoli torna minaccioso nei paraggi dell’area bianconera, con Cuadrado che rimedia un’ammonizione per fermare Lozano e si fa pure male, tanto che a inizio ripresa viene sostituito da Alex Sandro.

CHIESA TRASFORMA LA JUVE — Nella ripresa Chiesa e Bernardeschi si scambiano le fasce: ora tocca all’ex viola “fare il Cuadrado” con azione a tutta fascia, e soprattutto in spinta. E per la Juve è tutt’altra musica: in tre minuti i bianconeri sfiorano tre volte il pareggio. La Juve ora insiste, il Napoli arretra e subisce, con Chiesa che ci prova a ripetizione e Meret è decisivo in almeno tre occasioni. Gattuso infoltisce il centrocampo (fuori Politano e Zielinski, dentro Elmas e Fabian Ruiz), Pirlo inserisce Kulusevski (e riporta Chiesa a sinistra) per Bentancur, con McKennie che già aveva sostituito Bernardeschi. Forze fresche insomma per cercare di scardinare un Napoli che col passare dei minuti fatica a tenere la Juve lontano da Meret. La pressione bianconera è continua ed arrembante, i Gattuso Boys soffrono ma resistono stoicamente. E con la conclusione alta di Chiesa al 95’ finiscono le speranze juventine.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/02/2021 12:36
 
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Black out Milan: dominato dallo Spezia, il primato è a rischio

I rossoneri crollano sotto i colpi di Maggiore e Bastoni.
E stasera l’Inter contro la Lazio ha l’occasione del sorpasso


Marco Pasotto


Come complicarsi la vita prima di una delle settimane più importanti dell’anno. Con Europa League e Inter in arrivo. Il Milan cade 2-0 con lo Spezia nel “derby americano” (i liguri sono passati nelle mani del finanziere Robert Platek in settimana) e lo fa con un tonfo assordante sia per la differenza di punti in classifica (erano 28), sia per le modalità con cui cade. Come con Lilla e Atalanta: non pervenuto. Zero. Una prestazione totalmente oscura senza idee, senza gambe e senza passione. Esattamente l’opposto rispetto ai liguri. Ora il primato non è più soltanto nelle mani rossonere: se l’Inter supererà la Lazio, ci sarà il cambio della guardia in cima alla classifica.

REBIC K.O. — Italiano ha cambiato tre uomini rispetto alla squadra che ha vinto in casa del Sassuolo. In difesa modifica obbligata: fuori l’infortunato Terzi, dentro Ismajli. A centrocampo invece Estevez e non Leo Sena mentre davanti, oltre ad Agudelo e Gyasi, è stata consegnata la prima maglia da titolare in campionato per l’ex Saponara (largo a sinistra), uno che spesso quando vede rossonero aumenta i giri del motore. Pioli pareva finalmente rinfrancato dalla lista degli assenti, che si era assottigliata sensibilmente (fuori soltanto gli infortunati Diaz e Maldini, oltre allo squalificato Calabria), ma all’ultimo momento ha perso per strada Rebic: trauma al tendine rotuleo e arrivederci. C’è stata comunque anche una buona, anzi ottima notizia: in un colpo solo ha ripreso forma la colonna vertebrale formata da Kjaer, Bennacer e Calhanoglu.

POCA ENERGIA — Il primo tempo si è concluso con un dato che racconta parecchio: il Milan non è mai riuscito a concludere nello specchio della porta di Provedel (un dato che non cambierà nemmeno al 90’), e anche i tentativi fuori non sono esattamente spaventi per il portiere spezzino. Ben diverso lo stato d’animo di Donnarumma, che intorno al quarto d’ora si oppone al destro violento e ravvicinato di Saponara con un riflesso sovrumano. Una parata da fenomeno. La partita, come si può intuire, la fanno i padroni di casa e questa di per sé non è una primizia: ci sono state altre occasioni in cui il Milan aveva scelto di lasciare la regia agli avversari per colpire poi in contropiede. Solo che stavolta, a differenza delle altre, il Diavolo non ha mai le gambe, l’energia per ripartire. Nessuna sgommata (a parte i consueti tentativi di Hernandez), nessun inserimento, giro palla lento e inconcludente. La sensazione? Chissà che in queste due settimane sgombre da impegni infrasettimanali Pioli non abbia caricato un po’ troppo in allenamento. Una prima frazione con troppi interpreti sotto tono, a partire dagli ispiratori principali: fuori dal gioco Calhanoglu e anche Bennacer, asfissiati dalle marcature e dal dinamismo avversario. Leao e Saelemakers incapaci di saltare l’uomo e il risultato è stato scontato: Ibra molto nervoso, privo di assistenza, anche perché cercato soprattutto con i lanci lunghi, ovvero quella modalità in cui – Atalanta docet – il Milan diventa una squadra molto prevedibile.

TANTI INTERROGATIVI — Detto dei rossoneri, occorre sottolineare con l’evidenziatore la prova dei liguri: tenace, tignosa, continua. Come ci si attendeva. Pressing molto alto, raddoppi in marcatura, grande velocità in fascia e rapidità nel ritrovare le posizioni una volta persa palla. Lo Spezia ha accarezzato il gusto del gol altre due volte oltre alla super occasione di Saponara. La prima con una percussione di Agudelo, che ha cincischiato troppo prima di tirare, e poi con Estevez, murato al momento di concludere. Nella ripresa il canovaccio è mutato, ma sbilanciandosi ulteriormente a favore degli uomini di Italiano. Che sono tornati in campo aumentando ancora il pressing. Milan rintanato negli ultimi venti metri e incapace di uscire. Se oltre all’atteggiamento, troppo passivo, aggiungiamo una serie decisamente troppo lunga di errori banali e gratuiti in appoggio, ecco servito il dramma del Picco. Il risultato è cambiato all’11’ grazie a una magnifica azione corale dello Spezia, che ha permesso a Migliore di concludere in rete dopo che la palla era passata dai piedi di Gyasi, Agudelo e Ricci. Reazione rossonera? Zero assoluto, nemmeno dopo il triplice cambio simultaneo (fuori Leao, Bennacer e Kjaer per Mandzukic, Meité e Tomori). E così il raddoppio spezzino è stato praticamente un’ovvietà, una decina di minuti più tardi. Stavolta da palla inattiva: punizione toccata da Estevez per Bastoni e sinistro fantastico in buca. Tutto molto bello, ma il terzino ha avuto il privilegio di calciare in totale solitudine dal limite dell’area. Da lì in poi, è arrivata la conferma che il Milan non sarebbe mai riuscito a rientrare in partita. Spartito immutato: rossoneri schiacciati, reazione inesistente. Lo Spezia festeggia giustamente una piccola grande impresa, il Milan fa rientro a casa con una valanga di domande.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/02/2021 12:40
 
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Doppio Veretout più Pedro, Udinese k.o.: la Roma riparte ed è terza



Il meglio della squadra di Fonseca arriva nel primo tempo con i gol del francese e uno annullato a Pellegrini.
Oltre il novantesimo la rete dello spagnolo. La sconfitta con la Juve è stata assorbita


Massimo Cecchini

La lunga volata continua. Mostrando a tratti squarci di grande bellezza, la Roma lancia un segnale al campionato: qui non si molla. Battendo infatti con merito l'Udinese con un 3-0 santificato da una doppietta di Veretout e dalla rete nel finale del rientrante Pedro, la squadra giallorossa - in attesa della sfida di San Siro - si arrampica al terzo posto, centrando l'ottava vittoria in casa e gettando lo sguardo anche alla vetta, non poi così lontana, e preparandosi al meglio alla trasferta di Europa League contro il Braga. D'altronde, la Roma non otteneva 43 punti in 22 gare dalla stagione 2016-17.

LAMPO VERETOUT — In avvio Fonseca lascia fuori Dzeko per continuare a dare fiducia a Mayoral, e tutta la squadra lo ripaga con un primo tempo di grande qualità, in cui brilla Veretout, e non solo per i gol. In fase di possesso il francese si piazza spesso sulla stessa linea di Pellegrini e Mkhitaryan, occupando la trequarti dei friulani e trovandosi già in posizione per il primo pressing. Se poi si aggiunge che la difesa, imperniata su Mancini, Cristante e Ibanez, resta sempre molto alta e aggressiva, si capisce come al 5' la Roma sia già in vantaggio. A crossare dalla fascia destra, appunto, è proprio Mancini, che trova l'inserimento di Veretout, bravo di testa ad anticipare Stryger-Larsen. Per i giallorossi è il 9° gol segnato in campionato nel primo quarto d'ora. L'Udinese sbanda subito e al 12' Musso deve parare coi piedi ancora su una incursione in profondità del francese. La squadra di Gotti prova a riorganizzarsi, ma De Paul non sembra molto ispirato, mentre Llorrente - sui lanci lunghi che provano a cercarlo - non riesce mai a innescare la ricerca della profondità di Deulofeu. Così, un paio di buone uscite dal pressing giallorosso, sulla trequarti vengono stoppate da Cristante e Spinazzola, quest'ultimo al solito vero pendolino sulla fascia sinistra. Perciò, alla fine, sono sempre i giallorossi a essere più pericolosi. Al 19' Striger-Larsen deve salvare in mischia su Ibanez, mentre al 24' una bellissima ripartenza sull'asse composta da Pellegrini e Veretout, trova Mkhitaryan davanti a Musso; il tocco dell’armeno va fuori, ma l'arbitro punisce con un rigore il contatto successivo fra il portiere e l'attaccante. Dal dischetto il francese, al 9° gol in campionato, è come sempre implacabile, così come lo sembra la Roma quando, al 29', convenziona forse l'azione più bella del primo tempo, con Mkhitaryan che serve in profondità ancora Veretout, bravo a dare la palla per l'accorrente Pellegrini, che segna il tris. Giacomelli però viene chiamato al monitor, perché in effetti, a inizio azione, l'armeno aveva commesso fallo su Striger Larsen, così il gol viene annullato. Ciò che non viene cancellata, però, è l'impressione che la Roma in ripartenza possa fare molto male.

STAFFETTA DZEKO — La ripresa comincia con un copione apparentemente diverso. Veretout inizia a peccare di superficialità, per un po' De Paul sale di livello tra le linee e l'Udinese si affaccia dalle parti di Lopez, che al 5' deve intervenire su un tiro debole di Deulofeu. I friulani paiono più convinti nel pressing, così il baricentro della squadra di Gotti prova ad alzarsi e all'11' si procura una interessante punizione dal limite, che De Paul manda alta di poco. La partita prende quota, con le squadre che si allungano e creano spazi in cui correre. Al 20' un cross di Spinazzola innesca di testa Pellegrini, che manda fuori di poco, mentre al 24' Dzeko, appena subentrato a Mayoral, impegna a terra Musso. Un minuto più tardi, però, il match potrebbe riaprirsi perché Cristante perde palla in uscita e Deulofeu, solo davanti a Lopez, si fa stoppare dal portiere spagnolo. Dal pericolo scampato la Roma trova carburante per ripartire, così al 26’ ci sono proteste per un fallo in area su Dzeko, non giudicato tale dall’arbitro. De Paul si fa vivo da fuori senza inquadrare la porta, ma è praticamente l'ultimo vero squillo. Nel finale, infatti, l'ultimo graffio in ripartenza è giallorosso, col rientrante Pedro che, al 48', mette alle spalle di Musso una palla giocata da Dzeko. Una giocata senatoriale che nobilita la prova della Roma e mette all’angolo l'Udinese che, oltre alla solita anemia offensiva, ferma a tre le partite senza gol al passivo, interrompendo una striscia di 316 minuti. Nessuna sorpresa, perché la differenza fra le due squadre c’è tutta..

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/02/2021 23:56
 
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Muriel al 90' fa esultare Gasperini.
L'Atalanta si rialza, crisi Cagliari

Tutto nel finale: prima il dribbling vincente del colombiano, poi al 94’ l’arbitro
prima concede e poi revoca un rigore agli isolani per fallo di De Roon su Rugani


Andrea Elefante


Ancora lui, il giustiziere della panchina, Luis Muriel. A dieci secondi dal 45’ regala all’Atalanta una vittoria soffertissima, ma che può pesare enormemente nella corsa europea. Il Cagliari la vive come una beffa perché aveva giocato una partita se non altro attenta, oltre che coraggiosa, pur confermando i suoi attuali limiti offensivi, tanto più vista la cattiva giornata di Joao Pedro, quasi cancellato da Romero. Ma negli ultimi venti minuti, proprio dopo l’ingresso del colombiano al posto di Ilicic, il Cagliari era stato schiacciato nella sua metà campo dall’Atalanta, fin lì molto in difficoltà nell’esprimere la sua supremazia. Un punto nelle ultime nove partite per la squadra di Di Francesco e la situazione in classifica si fa sempre più complicata. E inutili le proteste, a pochi secondi dal fischio finale, per un presunto fallo da rigore di De Roon su Rugani: l’arbitro Piccinini controlla al Var e giustamente non lo concede.

LE SCELTE — Di Francesco aveva confermato la difesa a tre e scelto un solo trequartista (Nainggolan) alle spalle di Joao Pedro, che gioca più avanti del solito e del centravanti che è Simeone, con Pavoletti in panchina. A sinistra c’è ancora il recuperato Lykogiannis, il neo acquisto Asamoah parte in panchina. Due sorprese da Gasperini: in porta scelto Sportiello con un turno di riposo per Gollini e a centrocampo rifiata De Roon, con la prima da titolare di Pasalic dopo il rientro post operazione all’osso pubico. Il croato inizia da mezzala in un insolito 3-5-2, poi dopo poco più di un quarto d’ora va a fare il trequartista, con Pessina che resta al fianco di Freuler. In attacco Ilicic con Zapata, preferito a Muriel.

PRIMO TEMPO — Sono 45’ molto tattici, con poche emozioni e un calcio faticoso, senza lampi. Le due difese sono molto chiuse, concentrate, e sporcano qualunque iniziativa offensiva grazie anche al contributo dei centrocampisti: la parola d’ordine è compattezza, gli sbocchi sono pochissimi. Parte più forte il Cagliari, molto aggressivo, ma le occasioni si riducono a due, anche occasionali, con un “autopalo” involontario di Djimsiti, che poco dopo risolve una situazione scomoda in area, anticipando Simeone. È lo stesso albanese ad avere l’occasione migliore - si fa per dire - per l’Atalanta, con un colpo di testa su calcio d’angolo che finisce alto. Nessuna parata per i due portieri, tentativi faticosi da entrambe le parti. Nainggolan è il più attivo del Cagliari, visto che Joao Pedro è praticamente annullato da Romero, ma prima Palomino e poi Djimsiti si occupano di chiudere le sue puntate. Dall’altra parte Ilicic, che ha Rugani addosso, è in giornata nervosa e inconcludente e fatica a trovare spazi per creare superiorità, mentre Zapata, un po’ isolato, passa alternativamente dalle cure di Godin a quelle di Walukiewicz, entrambi molto lucidi. Il tempo si chiude senza altre occasioni da gol.

SECONDO TEMPO — Anche l’inzio della ripresa conferma i tempi del primo tempo: una buona partenza del Cagliari, con Sutalo provvidenziale nel chiudere in diagonale su Joao Pedro e poi Sportiello a murare un tentativo di Nandez. Poi, piano piano, è cresciuta l’Atalanta. Pericoli progressivi er la porta di Cragno: un tiro fuori di Zapata, una schiena di Godin provvidenziale su Gosens, una traversa colpita ancora da Zapata di testa, una respinta di testa di Pavoletti per proteggere il palo su corner di Malinovskyi. Poi, al 44’50”, il capolavoro di Muriel, che si è “bevuto” Walukiewicz e Zappa e ha folgorato Cragno. Poi l’ultimo brivido, con l’incursione di Rugani e il “non rigore” di De Roon: l’Atalanta respira, il Cagliari si dispera, ma l’ultimo quarto d’ora ha perlomeno riconciliato un po’ con il calcio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/02/2021 00:01
 
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Quagliarella entra, segna e decide:
ora Prandelli è davvero nei guai



Nel primo tempo le reti di Keita e di Vlahovic, nella ripresa Ranieri inserisce Quagliarella che firma il vantaggio e decide il match.
La Samp sale a quota 30, la Viola incappa nel secondo k.o. di fila


Filippo Grimaldi

La Samp riprende la sua corsa: due a uno a una Fiorentina rimasta bene in partita nella fase centrale della gara, ma poi incapace di riacciuffare il pari la seconda volta, dopo il gol decisivo di Quagliarella nella ripresa, nonostante un finale tutto all'attacco degli uomini di Prandelli. La Viola si ferma così ancora dopo il k.o. in casa con l'Inter, e adesso la classifica per Prandelli si fa complicata. Va meglio invece per Ranieri, che da tempo chiedeva ai suoi cosa avrebbero voluto fare da grandi, provando ad andare oltre l'obiettivo-salvezza. Una domanda che ha trovato finalmente risposta: ci sono gli uomini e le motivazioni per puntare più in alto.

BOTTA E RISPOSTA — Ancora una volta Ranieri rivoluziona la Samp a centrocampo e in attacco, con Damsgaard promosso titolare (Candreva in panchina), Thorsby e Silva centrali e Ramirez alle spalle di Keita. Un 4-4-1-1 da opporre alla squadra di Prandelli (senza Ribery, che venerdì ha accusato il riacutizzarsi di un vecchio problema fisico), che s'è affidato invece a Pulgar in mezzo, con la coppia Kouame Vlahovic in attacco. Primo tempo inizialmente molto bloccato, perché fra i blucerchiati Ramirez sarebbe l'uomo scelto da Ranieri per creare la superiorità numerica in attacco, ma l'uruguaiano fatica ad aprirsi la strada sulla pressione di una mediana ospite molto folta. A sua volta la Fiorentina è in difficoltà perché in mezzo Thorsby fa un efficace blocco su Castrovilli e il gioco ne risente, nonostante buoni fraseggi che però non portano mai l'uomo davanti ad Audero. Così, dopo il primo tiro della gara di Damsgaard parato agevolmente da Dragowski (11'), l'uomo più propositivo sin a metà gara della squadra di Ranieri, la gara fatica ad accendersi. Alla mezz'ora, però, dopo una provvidenziale chiusura di Thorsby su Castrovilli al limite dell'area, sugli sviluppi di un angolo battuto da Ramirez, Keita è abile a infilarsi sul primo palo fra Vlahovic e il portiere viola. Non c'è fallo e Samp avanti per uno a zero. La reazione è tuttavia immediata da parte della Fiorentina: al 35' tiro di Vlahovic centrale, due minuti dopo lo stesso attaccante riporta la gara in parità. Punizione dal limite di Pulgar, respinta capolavoro di Audero, che sulla ribattuta si oppone pure al successivo tap-in di Vlahovic, quando però la palla ha già superato interamente la linea di porta. Per il giocatore viola è il quarto centro contro la Samp. Gara così più vivace prima dell'intervallo, con Thorsby pericoloso ancora di testa su cross di Augello (43').

ILLUSIONE VIOLA — La ripresa mostra una Fiorentina trasformata, più propositiva e pericolosa del primo tempo. Milenkovic (8') colpisce di testa e Audero devia sul palo, ma la successiva conclusione di Pezzella è in fuorigioco. Un minuto dopo Bonaventura sfiora il due a uno, ma i viola approfittano anche degli spazi maggiori a disposizione di Castrovilli. Ranieri (20') capisce che serve dare una scossa: dentro Candreva per Damsgaard e Quagliarella per Jankto, per dare più vivacità all'attacco. La mossa funziona, con una Samp che alza Augello a sinistra e piazza Ramirez dietro la coppia Keita-Quagliarella. Al 27' un'azione Thorsby-Quagliarella-Candreva porta l'esterno a un cross rasoterra al limite dell'area che il capitano sampdoriano trasforma in gol. Il diagonale rasoterra alla destra di Dragowski beffa il portiere viola, tradito anche da una deviazione involontaria di Pezzella: Quagliarella diventa così il secondo bomber sampdoriano più prolifico di sempre in A, a quota 92, alla pari con Bassetto. Poi, dopo un sospetto fallo in area ospite su Ramirez di Quarta (28') con vivaci proteste blucerchiate, inizia l'assedio finale della Fiorentina, che però non dà effetto. Con i viola sbilanciati in avanti, in pieno recupero Quarta sventa il contropiede sampdoriano e all'ultimo secondo Milenkovic di testa (50') manda a lato di un soffio su cross di Biraghi.

Fonte:Gazzetta dello Sport
15/02/2021 00:06
 
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Berardi e Caputo risollevano il Sassuolo.
Crotone, l'incubo continua



I neroverdi tornano alla vittoria dopo un digiuno di 5 gare.
La sblocca il numero 25, ma Ounas pareggia con un gran gol.
Decisivo il rigore trasformato dalla punta


Maurizio Nicita

Il ragazzo di Calabria torna nella sua terra e torna a essere decisivo. Un gol di Berardi e un rigore di Caputo fanno ritrovare il successo al Sassuolo di De Zerbi dopo 5 turni di astinenza. Vittoria meritata, perché il Crotone è volenteroso ma poco lucido. E non gli basta un Ounas in gran spolvero per far risultato. La situazione dei calabresi in fondo alla classifica si complica e la posizione di Stroppa è in discussione. Fra i possibili sostituti si parla anche di Daniele De Rossi.

BOTTA E RISPOSTA — Stroppa tiene fede al suo 3-5-2 e a centrocampo preferisce Pereira a destra e Petriccione centrale. Il classico 4-2-3-1 di De Zerbi ha un’opzione interessante con la scelta del francesino Lopez sottopunta, che porta il primo pressing dando una grossa mano al centrocampo. Al primo affondo passa il Sassuolo, che ritrova la sua classica manovra con riferimento su Berardi. L’esterno calabrese fa il suo tipico movimento a rientrare dalla sinistra e né Reca, né Luperto gli vanno incontro e il suo sinistro incrociato sul primo palo trova un po’ impreparato anche Cordaz. Il Sassuolo tiene il pallino del gioco, ma alla prima ripartenza si fa trovare scoperto. È Reca a recuperare il pallone davanti alla propria area e lanciare lungo su Ounas, l’algerino va a nozze nell’uno contro uno con Peluso, che cerca di reggerlo sulla corsa ma poi sulla doppia finta finisce per terra e il diagonale di destro battezza il primo gol calabrese per questo ragazzo di scuola francese di proprietà del Napoli. Il motivo della partita resta tale, col Sassuolo che macina gioco e si rende pericoloso solo su un tiro rimpallato di Berardi sul quale Djuricic colpisce di testa sfiorando il palo, a Cordaz battuto. Ma è Ounas a dare spettacolo nelle ripartenze. Su una sua imbucata per Pereira, Consigli si salva in uscita. E sull’angolo successivo ancora una palla tagliata di Ounas mette in crisi la difesa emiliana: con Rogerio che rischia l’autogol e Di Carmine che corregge in rete. Ma il Var Di Bello richiama correttamente l’arbitro Pezzuto che annulla perché Djidji saltando compie fallo su Consigli proteso in uscita.

CAPUTO DAL DISCHETTO — A inizio ripresa l’episodio che fa saltare gli equilibri. Su un cross dalla destra di Magnanelli, Locatelli in area cerca il controllo - spalle alla porta - Golemic involontariamente ma in maniera eclatante scalcia un piede del mediano azzurro: rigore netto, che Caputo realizza con un tiro secco e centrale sotto la traversa. Il Sassuolo è in controllo e Stroppa prova a rendere più offensiva la sua squadra inserendo Simy e Riviere di punta con Ounas trequartista. Ma la squadra si spezza e la maggior compattezza degli ospiti crea più situazioni per il 3-1 fallito da Berardi e annullato da Pezzuto per una spinta di Muldur su Luperto. Il Crotone non riesce più a farsi vedere dalle parti di Consigli e finisce senza nemmeno un rimpianto, a parte un errore sotto porta di Pereira.

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/02/2021 00:09
 
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