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Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2021 00:19
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Pellegrini salva la Roma al 92':
Spezia battuto 4-3, Fonseca può sorridere



Una doppietta di Borja Mayoral e i gol di Karsdorp e Pellegrini da una parte,
Piccoli, Farias e Verde sono le firme della rocambolesca partita dell'Olimpico.
Il tecnico giallorosso, dopo una settimana bollente, può tirare un sospiro di sollievo


Andrea Pugliese
È la vittoria di Lorenzo Pellegrini, del capitano (vista l’assenza di Dzeko), del cuore e della romanità. Ma è soprattutto una vittoria che arriva al fotofinish, quando l’incubo sembrava essersi materializzato di nuovo, con la Roma ripresa da 3-1 a 3-3 proprio al 90’. E la corsa di Fonseca subito dopo il gol della liberazione, quello del 4-3, ad abbracciare i suoi ragazzi (e in particolare proprio Pellegrini) è il manifesto della sofferenza. Un gol pesantissimo, di quelli che possono valere il futuro. E che salva la panchina di Fonseca e che ridà un senso al suo lavoro in prospettiva futura. Prima a lanciare i giallorossi ci aveva pensato un ottimo Borja Mayoral, a rimettere in gioco lo Spezia un buon Farias e l’ex di turno, Verde, a segno come martedì in Coppa Italia. Alla fine il sospiro di sollievo dei Friedkin e di Fienga sono emblematici, esattamente come la partita di Pellegrini: gigantesca.

GOL E PAURA — Rispetto alla gara di Coppa Italia Fonseca conferma sei giocatori, Italiano uno solo (Maggiore). Nel replay della sfida di martedì ci sono molti punti di contatto: le difficoltà nel costruire gioco della Roma e la buona organizzazione tattica dello Spezia, ad esempio, ma anche il timore della Roma nell’andare ad affrontare il problema con voglia e carattere. Eppure, nonostante tutto, le cose si erano messe bene dopo appena 17’ di gioco, con Spinazzola che lancia nello spazio Pellegrini e il capitano della Roma che confeziona per Borja Mayoral il più facile degli assist, con lo spagnolo che di piatto stavolta non sbaglia. Una volta sopra ci si aspetterebbe una partita in discesa per i padroni di casa. Ed invece se la catena di sinistra lavora bene tra Spinazzola e Pellegrini, quella di destra gira completamente a vuoto, con Karsdorp meno incisivo di altre volte e Carles Perez che è un fantasma assoluto. Nel provare a sistemare le cose rispetto a martedì, Fonseca gioca con un 3-4-2-1 che diventa spesso 3-5-2: a dare manforte a Borja Mayoral dovrebbe essere proprio Perez, ma l’aiuto resta confinato alla carta. E così al 24’ ci pensano Kumbulla e Pau Lopez a regalare allo Spezia il pareggio: prima l’albanese respinge goffamente sulla testa di Smalling un pallone facile facile, poi il portiere spagnolo sul susseguirsi dell’azione smanaccia sui piedi di Piccoli un pallone solo da spingere in porta. Un assist vero e proprio, peccato solo che sui piedi di un avversario. Il gol crea paure e timori ancora maggiori nella testa della Roma, che inizia ad imballarsi e gira a rilento. Un paio di occasioni però arrivano lo stesso, prima con Borja Mayoral che si libera bene nello spazio e calcio alto e poi Pellegrini che impegna da fuori Provedel. Lo spagnolo e il capitano sono largamente i migliori della Roma, ma è tutto il resto che va a rilento. Comprese le idee in campo.

GARA PIROTECNICA — L’avvio di ripresa è pirotecnico, con tre gol in meno di un quarto d’ora. A mettere le ali alla Roma è Borja Mayoral, che prima sigla il 2-1 con un diagonale dal limite e poi avvia con un pregevole tacco l’azione che porta al 3-1, con Karsdorp che concretizza sul secondo palo l’assist in corsa di Spinazzola. Neanche il tempo di respirare, però, che lo Spezia si rifa sotto: sponda di Galabinov per Farias, con il brasiliano che mette a sedere Kumbulla e riporta sotto lo Spezia. Poi Borja Mayoral ha anche l’occasione per siglare la sua tripletta personale, ma stavolta calcia malissimo da ottima posizione. Rispetto al primo tempo ora gli spazi sono molto più aperti, anche perché lo Spezia la partita se la gioca per andare a caccia del colpo. Farias ci prova da fuori, Agoume giostra bene in mezzo al campo e Acampora (subentrato a Maggiore) dà più sostanza in mezzo al campo. A sfiorare il gol è però per due volte la Roma, prima con palla tagliata di Veretout che danza sulla linea e poi con Carles Perez che sbaglia un’occasione facile facile. Nel finale, poi, succede di tutto. Al 90’ Smalling buca clamorosamente un pallone e regala a Verde il 3-3, un minuto dopo è Pellegrini a salvare tutti con il gol del 4-3 (piatto su assist di Bruno Peres). Una vittoria sudata, faticosissima, ma importante come andare a trovare una montagna d’oro in fondo ad una grotta buia.

Fonte: Gazzetta dello Sport
24/01/2021 00:18
 
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Atalanta pazzesca, Milan asfaltato ma... contento: è campione d'inverno

Non c’è praticamente mai stata partita: nerazzurri superiori sotto tutti gli aspetti.
A segno Romero, Ilicic su rigore e Zapata. Pioli fa esordire Mandzukic.
Il pari dell’Inter a Udine lascia al Diavolo il primato solitario


Marco Pasotto


E’ tutto profondamente diverso da allora, ma quando il Milan incrocia l’Atalanta evidentemente scatta qualcosa di diabolico. Tredici mesi fa la Dea costrinse il Diavolo al reset completo, stavolta quanto meno lo ridimensiona. Perché a San Siro finisce 3-0 ed è un risultato che avrebbe potuto essere decisamente più pesante all’interno di una gara senza storia, dominata dai bergamaschi sotto tutti gli aspetti. Milan incapace di produrre pericoli e Atalanta incontenibile, praticamente perfetta, che si riaffaccia con prepotenza in zona Champions. L’unica consolazione per i rossoneri arriva da Udine, dove l’Inter non va oltre il pareggio: Ibra e compagni sono campioni d’inverno.

MEITÉ A SORPRESA — Pioli ha vissuto, una volta tanto, una settimana con diverse buone notizie. Innanzitutto dall’infermeria, che ha restituito Rebic e Krunic, guariti dal Covid, e soprattutto Hernandez, che invece è stato fermo diversi giorni senza averlo mai contratto (falso positivo, com’era accaduto per Donnarumma e Hauge). Ma le liete novelle sono arrivate anche dal mercato, che ha permesso al tecnico rossonero di portare immediatamente in panchina i neo acquisti Mandzukic e Tomori. In difesa Kalulu ha preso il posto dello squalificato Romagnoli, davanti Leao è tornato al suo posto a sinistra dopo la squalifica, a supporto di Ibra. Ma la grande novità è stata sulla trequarti, con Meité – al debutto da titolare – al centro della trequarti e Diaz confinato in panchina. Gasperini rispetto al pareggio di Udine, considerata l’esigua forbice temporale fra le due partite, ne ha cambiati cinque: Djimsiti, Gosens, Freuler, Ilicic e Zapata per Palomino, Maehle, Malinovskyi, Miranchuk e Muriel.

FUOCO DI PAGLIA — I primi 45 sono stati dominati quasi interamente dai bergamaschi, per un motivo piuttosto semplice: l’Atalanta ha fatto l’Atalanta, ovvero pressione alta, spesso altissima, giro palla rapido e cambi di campo continui, sfruttando bene le fasce. Il Milan invece non è stato il solito Milan, ovvero quello capace di giocare con le stesse caratteristiche dei nerazzurri. Il Diavolo si è affidato spesso, senz’altro troppo spesso, al lancio lungo per Ibra o Meité, sistema che non ha dato alcuno sbocco. Impostazione tattica troppo prevedibile, ulteriormente peggiorata dal fatto che Romero ha fatto ottima guardia su Ibra e Meité ovviamente non c’entra nulla con Calhanoglu. L’obiettivo di Pioli era evidente, e cioè aumentare il coefficiente di fisicità sulla trequarti, provando allo stesso tempo a inaridire la prima fase di possesso atalantino. Ma il progetto non è riuscito perché il francese, oltre ad avere pochissimi allenamenti nelle gambe assieme ai nuovi compagni, non ha la mobilità adatta per agire fra le linee. Se aggiungiamo l’ormai cronica timidezza di Tonali, in difficoltà con Pessina, ecco spiegata interamente l’aridità del gioco rossonero. Il Milan del primo tempo in pratica è durato meno di un quarto d’ora. Avvio super, con un paio di strappi eccellenti di Leao che hanno seminato il panico nei pressi di Gollini. Guarda caso, con giocate palla a terra. Poi è stata soltanto Dea, ottima nell’infilarsi sia a destra ma soprattutto a sinistra, costringendo Calabria agli straordinari. Menzione speciale per Ilicic, praticamente immarcabile, a cui i rossoneri non sono mai riusciti a togliere la palla dai piedi. Lo sloveno ha spaziato su tutto il fronte d’attacco, infilandosi ovunque ed è andato vicino al gol più di una volta. Gol che è arrivato su un cross di Gosens per Romero, sgusciato via con troppa facilità a Kalulu (l’ex Lione, sebbene resti un ottimo profilo in prospettiva, conferma i difetti in marcatura pura).

DEBUTTA MANDZUKIC — La ripresa per il Milan è iniziata con il più scontato dei cambi: fuori Meité e dentro Brahim Diaz. Meno muscoli, più piedi. Ma non c’è stato nemmeno il tempo di metterli in funzione, perché l’Atalanta ha raddoppiato dopo sette minuti. Ha fatto tutto Ilicic, che si è procurato il rigore (grande ingenuità di Kessie che gli ha piazzato una gomitata in pieno volto) e poi lo ha realizzato con un po’ di buona sorte (palla sotto la pancia di Donnarumma). Di lì a poco, fuori Kalulu per infortunio e dentro Musacchio. Avvio quindi tutto in salita per i rossoneri e praticamente nessuna reazione al secondo gol della Dea, che ha proseguito ad aggredire altissima il Milan. Risultato: Ibra senza rifornimenti e Diavolo ancora più schiacciato. Così intorno a metà frazione Pioli si è giocato i jolly “pesanti”, inserendo Mandzukic e Rebic al posto di Castillejo e Leao (il tutto dopo altre due super occasioni per i nerazzurri con Zapata e Ilicic). E il Milan una reazione l’ha avuta, con SuperMario che ha messo a dura prova i riflessi di Gollini, mai impegnato fino a quel punto della sfida. Ma è stato soltanto un fuoco di paglia, un fugace break tra un palo di Zapata, un errore incredibile di Ilicic sotto porta e il tre a zero firmato da Zapata su assist di Romero (partita fantastica sotto tutti gli aspetti, la sua). Insomma, per il Milan avrebbe potuto finire decisamente peggio. Martedì arriva il derby e occorrerà capire se i rossoneri riusciranno a recuperare l’equilibrio dopo i cazzotti bergamaschi.

Fonte:Gazzetta dello Sport
24/01/2021 00:22
 
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L'Inter sbatte contro l'Udinese e manca l'aggancio in vetta



Musso super su Lautaro, poi poche emozioni.
Per la prima volta in campionato la squadra di Conte (espulso nel finale)
non trova il gol e rimane a -2 dal Milan


Luca Taidelli

L'Inter sbatte contro super Musso e il muro dell'Udinese, mancando l'aggancio in vetta al Milan, fermato in casa dall'Atalanta. Per la prima volta Lukaku (a secco da 4 gare) e compagni non trovano il gol in campionato e confermano di soffrire contro avversari che li aspettano, senza concedere spazi. Migliore in campo, Musso, decisivo su Lautaro nell'unica vera occasione da rete.

PREGO, SI SCOMODI — Rispetto al recupero con l’Atalanta, Gotti affianca Deulofeu a Lasagna, abbassando Pereyra al posto di Mandragora. Conte invece conferma l’Inter che ha battuto la Juve. Il temuto calo di concentrazione post impresa è fotografato dal disimpegno in area sbagliato al 2' da Bastoni, che rischia di mandare in porta Lasagna. Il copione è quello previsto. Tra due squadre che preferiscono aspettare l’avversario e ripartire è l’Inter che all'inizio deve "scomodarsi" nell'altrui metà campo, con relativa fatica a stanare la doppia linea bassa bianconera. Al 23' serve un'uscita da harakiri di Becao per liberare al tiro Lautaro, sul cui destro si esalta Musso. Gotti al 33' cambia l'argine davanti alla difesa: fuori Arslan, ammonito e graziato dopo un fallo da dietro su Lukaku, dentro Walace. Con scarsi cambi di ritmo, pochi tentativi di saltare l'uomo e le reciproche difficoltà ad allargare il gioco, il primo tempo diventa un lungo corpo a corpo, intervallato solo da qualche "telefonata": prima Deulofeu ad Handanovic, poi Young a Musso.

FINALE IN ROSSO — Nessun cambio nell'intervallo, ma almeno le squadre si allungano quel minimo per creare qualche brivido. Hakimi si mangia subito un'occasione d'oro sul cross di Young. Pereyra calcia alto dopo una bella azione di prima con Lasagna. Gotti inserisce Mandragora per Deulofeu, alzando Pereyra. Conte come al solito ritarda i cambi. Soltanto al 70' entrano Perisic, Sanchez e Sensi per Young, Lautaro e Vidal. Hakimi stasera è intermittente come un faro, al 75' si accende e il suo diagonale esce di poco. Senza gli spazi concessi dalla Juve la settimana scorsa, Barella fatica a inserirsi, Brozovic ha meno libertà in regia e Lukaku fa invano a sportellate con Becao, Bonifazi e De Maio. Nel finale Conte si fa ammonire e poi espellere per proteste.

Fonte: Gazzetta dello Sport
24/01/2021 00:27
 
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La Fiorentina riparte: Ribery guida,
Bonaventura-Vlahovic stendono il Crotone



I gol Viola nel primo tempo, i calabresi appaiono troppo timidi e reagiscono solo con la rete di Simy


Giovanni Sardelli

La Fiorentina prima domina, poi spreca e infine soffre. Ma riesce a battere il Crotone in una gara chiave per la propria classifica. Troppo morbida la prima ora di gioco dei calabresi, anche in virtù dei soli dodici punti che inchiodano la squadra di Stroppa all'ultimo posto solitario al termine del girone d'andata. Serve un deciso cambio di marcia nel ritorno per sperare nella salvezza. Partita che pare chiusa al termine di un primo tempo in cui la squadra di Prandelli entra troppo facilmente nelle linee difensive del Crotone, trova due gol molto belli, senza soffrire mai. Il finale, invece, ha raccontato altro


JACK IS BACK — Prandelli torna alla vecchia formula con Bonaventura (in panchina a Napoli) interno destro di centrocampo e solo Ribery a supporto di Vlahovic. Callejon va in panchina. Nessuna sorpresa per il Crotone con Messias, forse il più ispirato, dietro Simy. Meno di venti minuti e viola in vantaggio. Super giocata di un ispiratissimo Castrovilli, Reca sbaglia il tocco e Bonaventura dal limite supera Cordaz con un preciso pallonetto che si infila sotto l'incrocio. Primo gol in campionato per l'ex milanista, decima stagione consecutiva con almeno un gol segnato. Poco più di dieci minuti e la Fiorentina raddoppia con una straordinaria azione partita sempre dell'estro di Castrovilli, tocco geniale di Ribery per Vlahovic che solissimo deposita in rete di sinistro. Tutto molto bello: ma anche tutto troppo facile.

SIMY GOL — Vlahovic ci prova un paio di volte a inizio ripresa, Cordaz para a terra sul colpo di testa del serbo. Poi Castrovilli calcia alto. Il Crotone crea poco e concede molto con i giocatori viola che trovano spazi invitanti. Sembra una formalità ma gli errori davanti alla porta di Vlahovic e Castrovilli preoccupano Prandelli. Ed ha ragione visto che al 65' un cross di Pereira trova la testa di Simy, abile a bruciare Caceres ed accorciare. E così una partita che sembrava chiusa si riapre in modo inaspettato. Anche perchè la Fiorentina, in virtù della propria classifica, mostra fragilità caratteriali nel congelare il risultato. Marrone a cinque minuti dal termine spaventa Dragowski, Prandelli cambia inserendo Pulgar e Borja Valero nel finale per Ribery e Castrovilli, coprendosi. Proprio Pulgar sfiora il terzo gol nel recupero, mentre il Crotone non riesce a far male nel forcing finale. Vince la viola, gioisce il presidente Commisso in tribuna. Anche se un bel po' di sofferenza poteva essere evitata.

Fonte: Gazzetta dello Sport
24/01/2021 00:31
 
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La Juve riparte con Arthur e McKennie: Bologna battuto e -7 dal Milan

Ottava vittoria casalinga consecutiva per la squadra di Pirlo che dopo il trionfo
in Supercoppa ritrova i tre punti anche in campionato e avvicina le milanesi


Fabiana Della Valle


Il mercato di gennaio non è ancora finito e la Juventus è ancora ferma sul fronte attaccanti (e non è detto che arrivi qualcuno). Nel frattempo però quello estivo sta dando buoni frutti: la vittoria sul Bologna è griffata Arthur e McKennie, entrambi acquistati nella sessione di settembre. Quando Cristiano non sfonda (pur provandoci fino all’ultimo) ci pensano i centrocampisti, che finora hanno contribuito poco alla causa offensiva. Per Arthur si tratta del primo gol in bianconero: finalmente il brasiliano sta diventando centrale nel progetto di Pirlo; McKennie invece è una piacevole conferma: quarta rete dopo quelle pesantissime nel derby e contro Barcellona e Milan. Grazie a loro la Signora approfitta della doppia frenata di Milan e Inter per portarsi a -7 dalla vetta (ma con una partita da recuperare, quella con il Napoli).

ARTHUR, POMERIGGIO DA RE — Il pomeriggio bianconero si mette subito in discesa grazie alla rete (anche fortunata) del brasiliano dopo appena un quarto d’ora: tiro dell’ex Barça deviato da Schouten. Prima gli uomini di Sinisa, schierati con il 4-2-3-1, oltre a usare subito le maniere forti su Cuadrado (fallo di Vignato in area, per cui i bianconeri chiedevano il rigore) e Bentancur, costretto a farsi medicare a lungo, avevano avuto un paio di buone opportunità con Orsolini e Barrow. A Pirlo, che conferma la mediana di Supercoppa, riproponendo McKennie con Arthur e l’uruguaiano, così come in attacco Kulusevski accanto a Ronaldo (con Morata in panchina), manca Chiesa, acciaccato: a sinistra si muove Bernardeschi. Il primo tempo potrebbe finire con un vantaggio ancora più largo per i bianconeri, ma Bernardeschi (due volte, la seconda su tiro ribattuto di Ronaldo) e Cuadrado sono troppo spreconi. Il Bologna concede parecchio in contropiede però resta in partita e continua a cercare il pareggio, sfiorandolo nel finale con Soriano.

CI PENSA BIG MEK — Nella ripresa Miha prova a dare più spinta con Sansone e in effetti la sua squadra ha subito un paio di buone occasioni, ancora con Barrow e Orsolini, però la parata più difficile Szczesny la fa sul compagno Cuadrado, che su cross dalla destra di Schouten rischia l’autogol di testa, costringendo il polacco a un intervento miracoloso. La Juventus mette fine alle sofferenze a poco più di un quarto d’ora dalla fine, dopo l’ingresso di Morata (subito pericoloso) al posto di Bernardeschi, quando McKennie di testa trasforma nel 2-0 un corner battuto da Cuadrado. L’americano è ancora una volta uno dei migliori in campo e potrebbe anche fare doppietta su assist di Ronaldo, ma un buon riflesso salva Skorupski. Nel finale c’è spazio anche De Ligt, recuperato dal COVID, e per un estremo tentativo di Ronaldo: niente da fare, oggi non è lui il protagonista.

Fonte: Gazzetta dello Sport
24/01/2021 15:13
 
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Il Genoa non si ferma più: colpo salvezza con Destro.
Cagliari nel baratro



Sesta sconfitta di fila per i sardi: Di Francesco terzultimo.
In cattedra Perin, che blinda la vittoria degli uomini di Ballardini


Filippo Grimaldi

E adesso? Il Cagliari esce sconfitto dal Ferraris contro il Genoa per uno a zero (gol di Destro in apertura del primo tempo), ma dalla mezz’ora del primo tempo è quasi assoluto padrone del campo, anche se resta da vedere se questa prova del Ferraris influirà sulle valutazioni del tecnico da parte del presidente Giulini. I risultati condannano Di Francesco (sesta sconfitta di fila in campionato), con il suo Cagliari che resta l’unica squadra di A ancora senza punti nel 2021, ma che a Marassi si è confermato squadra viva e coraggiosa, con Nandez al rientro in mediana e Nainggolan più avanzato. Ballardini, da parte sua, risale la corrente (undici punti nelle prime sei gare della sua gestione) confermando la formazione che ha imposto il pari all’Atalanta una settimana fa, con il ritorno di Destro (al posto di Pjaca) fra i titolari al fianco di Shomurodov.

DOPPIA FACCIA — Il gol in avvio di Destro faceva presagire una partita ben diversa: su un’azione innescata dalla destra di Shomurodov che approfitta di un buco fra Lykogiannis e Godin, serve al centro Strootman, il cui delizioso assist per Destro consente all’attaccante di realizzare il gol del vantaggio rossoblù. La rete subìta ghiaccia gli ospiti che si allungano troppo e sino alla mezz’ora patiscono la gestione del gioco da parte del Genoa, che non è arrembante, ma neppure insiste, forse nella convinzione di poter continuare a fare la partita. Invece, dal 27' in poi, inizia un’altra gara. Ospiti coraggiosi, determinati e pure concreti, con un lungo monologo degli uomini di Di Francesco, che avrebbero strameritato il pari prima dell’intervallo, con una serie di occasioni pericolose. Perin è decisivo (28') su Joao Pedro, poi Ceppitelli (31') calcia a lato di poco, quindi dopo un’altra occasione di Nainggolan il numero uno genoano compie un altro capolavoro su Simeone che anticipa Radovanovic. Genoa spento ed è il peggior quarto d'ora della gestione-Ballardini, con l’aggravante dell'occasione sprecata da Shomurorodov (43'), che manca il raddoppio sottoporta calciando altissimo.

CAGLIARI SFORTUNATO — Il canovaccio non cambia nella ripresa, con gli ospiti propositivi e il Genoa votato alla difesa del vantaggio. La scelta di inserire Onguéné in difesa, spostando Masiello a sinistra e Criscito più avanzato sulla fascia (ma con attitudini più difensive), lo dimostra. La squadra di Di Francesco, però, si conferma imprecisa in attacco e alla fine la migliore occasione per gli ospiti arriva allo scadere per Cerri, ma il tiro è alto. Prima, i padroni di casa hanno una doppia palla per andare sul due a zero, ma prima Nandez mura Zajc, poi Cragno è decisivo sul contropiede di Zappacosta. Ballardini respira, DiFra è al tappeto. Finisce così, con i nervi tesi di Godin che a fine gara alza i toni e fa la voce grossa con i genoani. Tutto, però, finisce lì.

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/01/2021 01:19
 
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Harakiri Napoli contro un grande Verona.
Lozano illude, poi è buio pesto



Il messicano segna dopo meno di 10 secondi,
Demme spreca il raddoppio e alla distanza i veneti dominano:
gol di Dimarco, Barak e Zaccagni


Maurizio Nicita

Perdere una partita in cui sei in vantaggio ancora prima di scendere in campo. Capita colpevolmente a un Napoli confuso e infelice e che non ha metabolizzato le scorie della Supercoppa. Ora si ritrova sesto, ma al di là della posizione - la zona Champions è a due punti - ci sono parecchie cose che non funzionano nella squadra di Gattuso, da sistemare in fretta. E il recupero, ancora precario, di Osimhen e Mertens non dà ottimismo. Perché la sconfitta è davvero brutta e gli applausi sono tutti per il Verona di Juric, che gioca una partita eccellente, vincendo tutti gli uno contro uno in ogni zona di campo e ribaltando una sfida iniziata con una papera difensiva, unica macchia in una prestazione eccellente di squadra.

SPEEDY LOZANO — Juric schiera il suo classico 3-4-2-1 con Lazovic esterno sinistro, e Dimarco che retrocede in terza linea. Gattuso cambia solo in difesa rispetto alla Supercoppa persa con la Juve. Con Meret in porta, Maksimovic in mezzo e Hysaj a sinistra. Davanti tutti confermati per riscattare quella sfida alla Juve senza gol. Neanche il tempo di cominciare, tre tocchi e in meno di 10 secondi il Napoli è in gol. Zielinski batte per Demme che serve in profondità Lozano, Dimarco cicca clamorosamente l’anticipo e il messicano non perdona. Partita subito in salita per il Verona che per qualche minuto accusa il colpo e Zielinski spreca un’ottima situazione, indeciso se tirare o servire Lozano libero: serve quest’ultimo quando viene rimontato dai difensori. Juric urla più forte di Gattuso e riesce a rimettere in ordine la sua squadra che ritrova fiducia e comincia ad attaccare con intensità, pressando alto e mettendo in costante apprensione una non impeccabile difesa azzurra. Demme sfiora il raddoppio, ed è bravo a respingere Silvestri, ma ora è il Verona padrone del campo. Zaccagni in pressing ruba palla a Maksimovic, ma poi serve in maniera non perfetta il liberissimo Kalinic, che perde l’attimo fuggente. È il preludio del pari che porta la firma di Dimarco: applausi per il mancino per come sa riprendersi dopo il clamoroso errore in avvio. Il terzino dà profondità all’azione, poi con Faraoni che si allarga per crossare, Dimarco si fa ritrovare in area, lasciato tutto solo da una difesa messa decisamente male. Meritato pareggio del Verona che spinge ancora con maggiore convinzione ed è l’istinto di Meret a portarlo a una respinta da pochi passi su Lazovic, con Hysaj che aveva regalato un incredibile assist. Il solo Lozano mette i brividi a Silvestri con un tiro potente ma di poco fuori al tramonto del primo tempo.

IL NAPOLI SCOMPARE — Nonostante Gattuso cerchi di cambiare e puntare sulla freschezza dei recuperati Osimhen e Mertens, la squadra azzurra sembra senz’anima e manco bella. Juric invece ha in pugno la sua quadra e si permette di cambiare i suoi difensori per non rischiare negli uno contro uno contro i più freschi attaccanti avversari. Sale soprattutto in cattedra Zaccagni, trequartista nel mirino del Napoli. Il suo assist per Barak è delizioso e il vantaggio arriva meritato anche per gli evidenti errori difensivi azzurri, persino con Koulibaly, l’uomo più di qualità. Il Napoli prova a ribaltare l’azione ma la difesa del Verona è stretta e corta nelle sue linee e gli ospiti cozzano quando un muro. E quando Mertens sbaglia un appoggio ecco Zaccagni affamato partire in contropiede e dopo aver servito Di Carmine si fa trovare pronto sul cross di Lazovic e segna addirittura di testa. Apoteosi per il fantasista, tracollo di un Napoli inconsistente. E ora giovedì c’è in coppa Italia quello Spezia, già incubo in campionato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/01/2021 01:24
 
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Milinkovic e Immobile ribaltano il Sassuolo:
la Lazio aggancia il Napoli



Sotto al 6' dopo il gol di Caputo, i biancocelesti segnano una rete
per tempo e ottengono il quarto successo consecutivo in campionato


Nicola Berardino

Risale la Lazio. Contro il Sassuolo la formazione di Inzaghi ottiene la quarta vittoria di fila e aggancia il Napoli al sesto posto, portandosi a due lunghezze dalla zona Champions. Tre punti in rimonta: il gol di Milinkovic e Immobile annullano il colpo di Caputo al via della gara. Deve faticare molto la Lazio per aver ragione di un Sassuolo, tenace e ben sorretto dal suo gioco. Alla fine la differenza la fa, come spesso accade, Ciro Immobile, giunto al suo tredicesimo gol in questo campionato.

MILIKOVIC RISPONDE A CAPUTO — Una novità per reparto nella Lazio. In convalescenza dopo le rispettive operazioni Luiz Felipe e Luis Alberto, spazio a Patric in difesa e ad Akpa Akpro a metà campo. Dopo quattro giornate rientra Correa al fianco di Immobile, così Caicedo parte dalla panchina. Nel Sassuolo, riecco la difesa a quattro: entrano Muldur, Rogerio e Marlon al posto dello squalificato Chriches. In mediana De Zerbi può reinserire Locatelli e Obiang. Dal 1’ c’è Djuricic nella trequarti. Già al 6’ emiliani insidiosi con un’incursione di Muldur: Acerbi libera in angolo. Un minuto il Sassuolo va a segno: da Traore per Djuricic sulla sinistra, sbanda la difesa biancoceleste, a centro area Caputo è pronto a girarsi per infilare Reina. La Lazio si catapulta in avanti. Fuori bersaglio un tentativo di Lazzari dalla distanza. Pressing continuo da parte del Sassuolo. L’asse Correa-Immobile cerca sbocchi al centro. Botta dell’argentino deviata in angolo da Ferrari. Ritmi elevati, si gioca tutto campo. Reina anticipa Traore. Emiliani molto aggressivi e dinamici. Nuova conclusione di Lazzari senza inquadrare la porta. Bel lancio in corridoio per Correa: tiro sminato in angolo. E dalla bandierina il tocco dell’argentino fa svettare Milinkovic che, di forza, con uno stacco imperioso infila Consigli. Quarto gol in campionato per il serbo. La squadra di Inzaghi non allenta la pressione. Correa contribuisce alla manovra dalla trequarti. Biancocelesti molto reattivi nel palleggio. Milinkovic prova il colpo con una bordata da fuori area. In avanti il Sassuolo: non centra la porta il colpo di testa di Locatelli. Squadre all’intervallo sull’1-1 che condensa gli equilibri della partita.

IL TIMBRO DI IMMOBILE — Nel secondo tempo, il Sassuolo parte con Haraslin al posto di Defrel. Reina blocca su Obiang. Emiliani molto intraprendenti proprio con le iniziative del nuovo entrato Haraslin. La Lazio in difficoltà nel riprendere il pallino del gioco. Squadre allungate tra continui ribaltamenti di fronte. Immobile murato in area da Marlon. Assist di classe di Milinkovic per l’inserimento di Leiva, stretto nella morsa dei difensori neroverdi. Al 22’ escono Patric e Correa, rilevati da Parolo e Caicedo. Cinque minuti dopo arriva il gol di Immobile, lesto a chiudere a rete un pallone ben servito da Marusic dalla sinistra e a portare il vantaggio la Lazio. Al 27’ un’altra staffilata del bomer di Inzaghi: ribattuta. Alla mezz’ora, nella Lazio entrano Escalante e Lulic per Leiva e Lazzari; nel Sassuolo Lopez e Boga per Obiang e Traore. Sassuolo all’assalto per riagguantare il pari. Muriqi sostituisce Immobile. Il kosovaro va al tiro, ma Consigli è attento anche sulla ribattuta di Consigli. Tre minuti di recupero. De Zerbi fa entrare Raspadori al posto di Muldur. La Lazio controlla e incassa una vittoria per proiettarsi nell’alta classifica.

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/01/2021 01:28
 
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Il Parma regala e spreca: Yoshida e Keita firmano il colpo Samp

Due episodi propiziano i gol decisivi di Yoshida e Keita,
emiliani fermati dai legni e anche dalle parate di un eccellente Audero



Quando le stagioni nascono male, le squadre vengono punite anche oltre i loro demeriti. E’ il caso del Parma di D’Aversa, che parte dominando la Samp, sfiora più volte il vantaggio, ma poi regala due reti e non riesce più a rialzarsi. Vince 2-0 la Samp, squadra che è un bel mix tra giovani, veterani di ottimo livello e giocatori di buonissima qualità individuale. I Candreva, i Keita, i Silva e gli Audero fanno la differenza e valgono più di una tranquilla salvezza. Anche perché dalla panchina entra gente del livello di Torregrossa, Damsgaard e Verre. Così Ranieri alla distanza vince senza troppi patemi.

SUPER AUDERO — Il Parma aggredisce la partita e potrebbe subito segnare: un liscio comico di Yoshida regala a Kucka la palla del vantaggio, ma Colley salva sulla linea a portiere battuto. Subito dopo è Gervinho con un lampo dei suoi a far tremare la Samp: il suo destro tocca il palo dopo l’intervento decisivo di Audero. Non è serata per il Parma, che dal lato del nuovo arrivato Conti balla da far paura: la Samp segna alla prima palla buona, con un rimpallo da due passi su Cornelius che libera Yoshida, che proprio non può esimersi dal segnare. Altro giro, altro regalo; Hernani perde una pallaccia davanti alla sua area, Ramirez (schierato alle spalle di Keita e Quagliarella), serve Keita, bravo a liberarsi di Iacoponi e battere Sepe col sinistro incrociato. Ci prova Kucka, il migliore dei suoi, ma il suo destro trova solo la traversa.

GESTIONE — La ripresa è meno brillante: D’Aversa ci priva con Karamoh per il mediocre Hernani, ma fatica sd arrivare dalle parti di Audero. Quando succede, il portiere blucerchiato fa capire che non è aria, volando sul bolide del solito Kucka. Così il Parma, sfiduciato, non ha nemmeno la testa e le gambe per tenerla aperta fino alla fine. E la classifica piange: penultimo posto a 13 punti.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/01/2021 01:31
 
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SERIE A 2020/2021 19ª Giornata (19ª di Andata)

22/01/2021
Benevento - Torino 2-2
23/01/2021
Roma - Spezia 4-3
Milan - Atalanta 0-3
Udinese - Inter 0-0
Fiorentina - Crotone 2-1
24/01/2021
Juventus - Bologna 2-0
Genoa - Cagliari 1-0
Verona - Napoli 3-1
Lazio - Sassuolo 2-1
Parma - Sampdoria 0-2

Classifica
1) Milan punti 43;
2) Inter punti 41;
3) Roma punti 37;
4) Juventus(**) e Atalanta punti 36;
6) Napoli(**) e Lazio punti 34;
8) Verona e Sassuolo punti 30;
10) Sampdoria punti 26;
11) Benevento punti 22;
12) Fiorentina punti 21;
13) Bologna punti 20;
14) Udinese, Spezia e Genoa punti 18;
17) Torino e Cagliari punti 14;
19) Parma punti 13;
20) Crotone punti 12.

(gazzetta.it)

(**) Juventus-Napoli da rigiocare dopo il ribaltamento al terzo grado di giustizia sportiva (CONI)
e punto di penalizzazione di conseguenza restituito al Napoli.
25/01/2021 01:32
 
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