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Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2021 00:19
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Super Pippo? No, super Barak:
Verona, tris al Benevento e 5° posto



La doppietta dello slovacco e la rete di Lazovic mandano Juric a -1 dalla zona Champions.
A Inzaghi non basta il gol di Lapadula. Espulso Caprari al 71'


Nicolò Delvecchio

Chi si aspettava un Monday Night anonimo è rimasto deluso, e meno male. Il Verona batte per 3-1 il Benevento grazie alla doppietta di Barak e alla rete di Lazovic; di Lapadula, a inizio ripresa, il momentaneo pareggio. I campani, sconfitti, sono sempre stati in gara, e possono recriminare per le troppe occasioni sbagliate, per un rigore non concesso e per l'espulsione di Caprari, cacciato per proteste proprio per quel penalty non fischiato. Il Verona, forse più vulnerabile del solito nella retroguardia, deve ringraziare un grandissimo Silvestri (almeno due interventi fondamentali) ma ha messo in mostra qualità e idee concrete: le assenze erano tante (Veloso, Favilli, Faraoni, Vieira, Benassi), ma chi è sceso in campo non ha deluso affatto. Imprendibili Zaccagni e Barak, solidissimo Tameze e anche Kalinic, impreciso e sfortunato (un gol mangiato e una traversa) ha, nonostante tutto, fatto una buona gara. Il Verona aggancia Inter, Roma e Napoli a quota 11, e domenica sfiderà il Milan a -5 dalla capolista. Il Benevento, alla terza sconfitta di fila, rimane a 6.

PRIMO TEMPO — Juric propone un 3-4-2-1 con Kalinic terminale offensivo e Barak e Zaccagni alle sue spalle. Inzaghi, invece, manda in campo lo stesso 4-3-2-1 visto contro il Napoli. Il Verona inizia aggressivo, il Benevento tiene e riparte bene, ma nel primo quarto d'ora i portieri restano a guardare. Al 16', alla prima occasione, il gol del Verona: Kalinic, braccato da Caldirola, serve di tacco Zaccagni che scappa sulla sinistra. Il cross è preciso per Barak, che la tocca per l'1-0 e segna il suo primo gol in campionato. Lo svantaggio sembra scuotere il Benevento, che va in sofferenza sulle incursioni di Zaccagni e Barak, ma che nel primo tempo va tre volte vicinissimo al pari (due con Insigne, una con Caprari): Silvestri, però, dice no in tutte le occasioni. E, quando sembra battuto dal colpo di testa di Ionita (41'), il pallone finisce di un nulla a lato.

SECONDO TEMPO — L'inizio ripresa è di marca campana e al 56' arriva il pari: Lapadula e Caprari duettano al limite dell'area, l'ex Samp mette il 9 davanti a Silvestri che di destro fa 1-1, firmando il suo terzo gol in stagione. Come nel primo tempo, la rete dà forza a chi la subisce: dopo due minuti Kalinic si divora il vantaggio su assist al bacio di Zaccagni, ma al 63' Barak, servito da Dimarco, fa il 2-1 di esterno sinistro. Poco dopo Kalinic prova a rifarsi, ma il suo colpo di testa prende in pieno la traversa. Al 71' succede di tutto: Caprari cade in area per un presunto tocco di Tameze, l'arbitro lascia correre senza passare dal Var: le proteste dell'attaccante sono eccessive e Sacchi estrae il rosso. Poco dopo, il colpo di grazia: ancora Dimarco crossa dalla sinistra, Lazovic anticipa tutti e di testa fa 3-1. Triplice fischio, il Verona vola in alto.

Fonte: Gazzetta dello Sport
02/11/2020 23:01
 
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SERIE A 2020/2021 6ª Giornata (6ª di Andata)

31/10/2020
Crotone - Atalanta 1-2
Inter - Parma 2-2
Bologna - Cagliari 3-2
01/11/2020
Udinese - Milan 1-2
Spezia - Juventus 1-4
Torino - Lazio 3-4
Napoli - Sassuolo 0-2
Roma - Fiorentina 2-0
Sampdoria - Genoa 1-1
02/11/2020
Verona - Benevento 3-1

Classifica
1) Milan punti 16;
2) Sassuolo punti 13;
3) Juventus e Atalanta punti 12;
5) Napoli(-1), Inter, Verona e Roma punti 11;
9) Sampdoria e Lazio punti 9;
11) Fiorentina e Cagliari punti 7;
13) Bologna e Benevento punti 6;
15) Genoa(*), Parma e Spezia punti 5;
18) Udinese punti 3;
19) Torino(*) e Crotone punti 1.

(gazzetta.it)

(*) Genoa e Torino una partita in meno.
Genoa - Torino rinviata d'ufficio dalla Lega Calcio per il focolaio di Covid-19 del club ligure.
(-1) Penalità al Napoli e vittoria a tavolino (3-0) alla Juventus per il match Juventus - Napoli non disputato dai partenopei,
salvo altre decisioni della giustizia sportiva dal momento che il Napoli ha annunciato il ricorso.
02/11/2020 23:01
 
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Colpo del Torino in casa del Genoa:
è la prima gioia, ma che brividi nel finale!



Giampaolo recupera Belotti e conquista i tre punti
grazie al gol di Lukic e all'autorete di Pellegrini.
Al 94' accorcia Scamacca


Mario Pagliara

È un colpaccio pesantissimo e liberatorio. Nel mercoledì di Marassi il Toro di Marco Giampaolo si toglie un peso e conquista la sua prima vittoria del campionato nel recupero della terza giornata. Lukic stappa la gara in avvio, al terzo gol in tre partite consecutive, poi un autogol di Pellegrini manda le squadre all’intervallo sul punteggio di 0 a 2 per i granata. Nella ripresa il Toro controlla, mentre il Genoa riesce a trovare le energie per sfondare solo in pieno recupero con Scamacca che firma il definitivo 1-2. Giampaolo può finalmente festeggiare il suo primo successo in Serie A sulla panchina granata.

SL7 — La sensazione che lascia la prima metà della sfida di Marassi è quella di un Toro scosso nell’orgoglio dallo sfogo di tre giorni fa di Marco Giampaolo, arrivato a caldo dopo la rocambolesca sconfitta casalinga contro la Lazio di domenica. I granata giocano un primo tempo a petto in fuori, con corsa e carattere, arricchito anche da un pizzico di buon calcio, non privo ancora di qualche sbavatura difensiva (di Lyanco), ma stavolta le imprecisioni sono indolori. Troppo morbida la resistenza di un Genoa che commette tanti errori con i suoi giovani in campo, e a tratti incapace di fronteggiare soprattutto a centrocampo la serata di temperamento e di discrete geometrie di Rincon, la buona vena di Verdi e soprattutto l’efficacia di Lukic. Proprio al serbo non sembra vero quando, dopo appena dieci minuti, Goldaniga trasforma in assist con un colpo di testa avventuroso una palla lanciata nel vuoto da Murru: l’SL7 del Toro (ovviamente sta per Sasa Lukic, numero 7 sulle spalle) fredda con un sinistro perfetto l’incolpevole Perin. Per il serbo è il suo terzo gol consecutivo in Serie A, dopo quelli rifilati a Sassuolo e Lazio: non aveva mai segnato così tanto in una stagione nel nostro campionato.

IL VAR ESISTE — La buona partenza di personalità del Toro è fronteggiata da un Genoa pasticcione. Alla lunga la differenza in questo primo tempo finisce per farla proprio la precisione dei difensori: perfetti gli interventi di Murru (15’) e Singo (33’) che salvano sulla linea della porta di Sirigu rispettivamente su Scamacca e Rovella. Tutt’altro che impeccabile, invece, il tentativo di Pellegrini di anticipare Lukic (26’) su assist di Belotti: il giovane terzino rossoblù finisce per beffare Perin con il più classico degli autogol. Al quarto d’ora è da segnalare un lungo check, protrattosi ben oltre i due minuti, per l’anticipo di Bremer su Lerager, naturalmente nell’area del Toro: l’arbitro Aureliano dalla sala Var invita Valeri a rivederlo a bordocampo. E con il supporto delle immagini, Valeri conferma la decisione presa in tempo reale e decide che non c’è rigore. Almeno, questa sera a Marassi, abbiamo avuto la prova che il Var si è riacceso in Serie A.

SCAMACCA ALL'ULTIMO RESPIRO — Sotto di 2-0 all’intervallo, ad inizio secondo tempo Maran inserisce Bani per Goldaniga e Pandev per Zajc. Poco dopo Giampaolo risponde con Bonazzoli (per Verdi), Meité (Gojak) e Rodriguez (Murru). In molte fasi della ripresa il Toro è in perfetto controllo, mentre il Genoa non riesce mai a impensierire la coppia centrale granata Bremer-Lyanco. Anzi, il colpo del k.o. definitivo capita due volte nei piedi di Belotti (17’ e 25’), ma in entrambe le circostanze le conclusioni del Gallo, per quanto potenti, volano sulla traversa. In pieno recupero, Scamacca trova il colpo dell'1-2. Ma è ormai è troppo tardi, e Giampaolo può liberare un urlo che aveva in gola da diverse settimane.

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/11/2020 00:27
 
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SERIE A 2020/2021 Recupero 3ª Giornata (3ª di Andata)

04/11/2020
Genoa - Torino 1-2

Classifica
1) Milan punti 16;
2) Sassuolo punti 13;
3) Juventus e Atalanta punti 12;
5) Napoli(-1), Inter, Verona e Roma punti 11;
9) Sampdoria e Lazio punti 9;
11) Fiorentina e Cagliari punti 7;
13) Bologna e Benevento punti 6;
15) Parma, Genoa e Spezia punti 5;
18) Torino punti 4;
19) Udinese punti 3;
20) Crotone punti 1.

(gazzetta.it)

(-1) Penalità al Napoli e vittoria a tavolino (3-0) alla Juventus per il match Juventus - Napoli non disputato dai partenopei,
salvo altre decisioni della giustizia sportiva dal momento che il Napoli ha annunciato il ricorso.
05/11/2020 00:28
 
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Sassuolo, niente sorpasso sul Milan: è solo 0-0 con l'Udinese



I neroverdi restano imbattuti ma mancano la chance di salire al primo posto in solitaria.
Quattro gialli e pochissime occasioni nitide


Francesco Velluzzi

Il Sassuolo manca il decollo. Niente primato, niente sorpasso, la squadra di Roberto De Zerbi va a un punto dal Milan, ma è bloccata (0-0) dall’Udinese di Luca Gotti (con De Zerbi dimostra di non perdere mai), che sistema un fortino con una difesa praticamente a cinque capace di resistere alle velleitarie iniziative dei padroni di casa, un po’ spenti rispetto al blitz di domenica scorsa a Napoli. Il tecnico emiliano recupera Berardi e Caputo, ma per rivedere le sue stelle dovrà aspettare la sfida di Verona dopo la sosta. Brilla l’Udinese che prende il punto che cercava, lo ottiene con una partita di grande contenimento e sacrificio in cui Arslan rottama tutto e tutti in mezzo al campo, la difesa non sbaglia un intervento e De Paul si dimostra come spesso accade una spanna sopra gli altri. La strada è tracciata, anche se i punti (4) sono ancora pochi.

PARTITA — Il Sassuolo sceglie la terza maglia azzurra, appena lanciata. DeZerbi cambia un po’ la difesa mettendosi a tre e scegliendo a destra il turco-tedesco Ayhan, mentre Rogério è più avanzato con i quattro in cui a destra c’è il recuperato Berardi. Davanti Caputo, è assistito da Traorè e Boga, eroi anche a Napoli. Gotti cambia molto rispetto al Milan tornando alla difesa a tre che è guidata dal rientrante Nuytinck che non gioca dal 26 luglio quando si infortunò a Cagliari. Sorpresa: come quinto a sinistra c’è Zeegelaar che in campionato non giocava dal 30 settembre, cioè dalla disgraziata disfatta con lo Spezia. L’Udinese sta chiusa, praticamente a cinque per bloccare tutte le linee di passaggio, Boga viene costantemente raddoppiato da Stryger Larsen e De Paul così qualche sortita la prova Rogerio. Non c’è un tiro in porta fino al 39’ quando va segnalata una mezza mozzarella di Berardi centrale per Musso. L’unico brivido si ha quando Arslan in un grande anticipo su Rogerio subisce (involontariamente) una tacchettata e torna in campo col turbante. L’Udinese si affida solo alla ripartenze (un bel cross di Zeegelaar genera guai nella difesa emiliana) e all’estro del solito De Paul, capace di giocate di altissimo livello anche in una partita di non eccelso valore. Caputo gode un primo tempo di assoluto relax. L’unico che non si rilassa è l’arbitro Abbattista che ammonisce Pussetto, Nuytinck, Traorè e Ferrari.

SECONDO TEMPO — De Zerbi, che non è rimasto soddisfatto della prima parte, lascia negli spogliatoi l’impalpabile Traorè e inserisce Muldur passando al modulo tradizionale il 4-2-3-1. Muldur si muove e cerca la progressione nel bunker bianconero. De Zerbi, spazientito, toglie anche il re del dribbling Boga, sempre raddoppiato e mai capace di trovare lo spunto e gioca la carta Defrel. Gotti toglie l’esausto Pussetto e prova la qualità di Deulofeu. De Zerbi tenta l’ultimo assalto: fuori Caputo, non al top e quasi inesistente, e dentro tutta la frescezza di Raspadori. Neppure lui riesce a dire quella spinta necessaria per azzannare il primato. L’Udinese è tutta chiusa in una partita di grande sacrificio che le permette di respirare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/11/2020 21:14
 
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Joao Pedro-Nandez e il Cagliari va:
2-0 alla Samp, rimasta in dieci



L'espulsione di Augello cambia la partita, rosso diretto a fine primo tempo.
Nel finale annullato gol a Sottil per fuorigioco


G. B. Olivero

Il Cagliari batte la Sampdoria e la raggiunge a quota 10 in classifica, ma la sfida della Sardegna Arena è stata decisamente condizionata dalla giusta espulsione di Augello al 40’. Per tutto il primo tempo la squadra di Ranieri era stata più convincente di quella di Di Francesco, ma la superiorità numerica ha dato una spinta in più ai sardi che hanno dominato la ripresa vincendo con merito.

PRIMO TEMPO — La Sampdoria si presenta con il classico 4-4-2, l’unica variazione tra i titolari rispetto al derby pareggiato con il Genoa è Candreva sulla fascia destra con Damsgaard in panchina. Di Francesco, invece, inverte le posizioni di Nandez (che va in mediana) e Rog, trequartista di sinistra con la palla ed esterno di una linea a quattro quando il possesso è doriano. Il 4-2-3-1 del Cagliari, infatti, diventa rapidamente un 4-4-1-1 quando la Samp spinge e lo fa usando prevalentemente le corsie esterne. La partita offre una serie di duelli a metà campo, difficilmente le due squadre riescono a produrre una serie di passaggi consecutivi. L’unica occasione del primo tempo arriva al 6’ quando Ounas pesca Joao Pedro in area: il brasiliano, completamente solo, colpisce di testa l’incrocio dei pali. Più che sfortuna è un errore di mira. Ben più grave l’errore di Augello che al 37’ tocca male all’indietro verso Audero ed è costretto ad atterrare Nandez. La distanza dalla porta è di oltre trenta metri, Ayroldi ammonisce il terzino, ma poi è richiamato dal Var e correttamente corregge la sua decisione: espulsione al 40’. Ranieri sostituisce subito Ramirez con Damsgaard e passa al 4-4-1.

SECONDO TEMPO — Fino a quel momento la Sampdoria aveva giocato meglio del Cagliari, chiudendosi bene e distendendosi con più facilità degli avversari. Ma la sciocchezza di Augello cambia tutto. E al 3’ della ripresa i sardi segnano. Fallo di Tonelli su Joao Pedro e rigore che il brasiliano trasforma. Di Francesco aveva già inserito Sottil al posto di Marin per aumentare il potenziale offensivo del Cagliari, che in tutta la ripresa gestirà a piacimento la gara senza concedere nulla alla Samp. Dopo un paio di contropiede conclusi male da Sottil, il raddoppio arriva al 24’: Simeone lancia Nandez che dopo aver bruciato Yoshida e Candreva batte Audero in uscita. Al 33’ Sottil segna dopo una splendida combinazione Simeone-Joao Pedro-Ounas ma il franco-algerino era in fuorigioco e il gol è annullato. Tutta la produzione offensiva della Sampdoria è un tiro lento e centrale di Verre, entrato nel finale. Il Cagliari festeggia un successo importante e il compleanno numero 76 di Gigi Riva, ma chissà cosa sarebbe successo senza l’espulsione di Augello.

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/11/2020 21:18
 
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Che bello lo Spezia,
Nzola fa il Pippo Inzaghi:
Benevento battuto 3-0

La squadra di Italiano si aggiudica la sfida tra le neopromosse.
Gran gol di Pobega, poi la doppietta del francese. Salto dei liguri in classifica


Maurizio Nicita


Lo Spezia di Italiano brilla e dà spettacolo al Vigorito, vincendo uno scontro diretto importantissimo in chiave salvezza. Sconfitta pesantissima per il Benevento di Pippo Inzaghi, mai in partita e in grado di creare qualche difficoltà alla organizzatissima squadra ligure. La supremazia territoriale degli ospiti è davvero imbarazzante in certi momenti e a questo punto in casa sannita bisogna guardarsi bene dentro per capire come ripartite e qual è la strada giusta per salvarsi. Italiano invece mostra idee e coraggio, la sua squadra non rinuncia mai a giocare la palla e ora a quota 8 punti può crescere con maggiore tranquillità un gruppo dove brilla il talento di Tommaso Pobega.

BENEVENTO PIÙ COPERTO — Inzaghi rinuncia all'albero di Natale e schiera i suoi con un classico 4-4-2, Insigne e Dabo sugli esterni per cercare di creare superiorità numerica a centrocampo. Italiano schiera il suo 4-3-3 classico e non si lascia irretire. L'avvio è tutto degli ospiti che fanno girare palla rapidamente e i cambi gioco sistematico allargano la difesa campana che va in difficoltà. I pericolo però arrivano dai calci piazzati sui quali gli schemi spezzini mostrano superiore organizzazione, ma Nzola arriva in ritardo in due occasioni. Il Benevento fatica a organizzare la manovra, in più perde dopo neanche un quarto d'ora Foulon, l'uomo di spinta a sinistra, per infortunio. Macinano gioco i bianconeri e arriva il meritato vantaggio. È Ferrer a spingere a destra e crossa lungo sul secondo palo dove il taglio di Pobega è perfetto nei tempi, un po' meno lo stile, ma il promettente centrocampista di coscia spinge la palla in rete. Il Benevento prova la reazione di nervi ma Insigne è in fuorigioco quando colpisce un palo a porta vuota. Stesso legno colpito il minuto successivo da Lapadula su bella verticalizzazione di Schiattarella, con Provedel battuto. Il portiere spezzino invece è reattivo sul tiro da dentro l'area di Sau. La fiammata sannita si spegne e gli spezzini sprecano due occasioni nitide per raddoppiare. La prima con Bastoni e soprattutto la secondo con Gyasi che tira malissimo dopo un'altra azione quasi perfetta degli ospiti, stavolta impostata da Estevez.

ECCO NZOLA — Nella ripresa Inzaghi chiede ai suoi uno sforzo in più, di andare a pressare più alto e torna all'albero di Natale avanzando Insigne. Ma è sempre lo Spezia a dettare i tempi di gioco con Agudelo che trova centralmente lo spazio per sferrare dalla lunetta un sinistro che batte Montipò ma trova la traversa. La manovra sannita è sempre affannosa, mentre gli spezzini si esaltano anche nelle ripartenze, con Pobega abile a rubare palla a Ionita e a lanciare Gyasi il cui cross trova in mezzo Nzola abile a staccarsi per trovare il controtempo giusto e battere Montipò. Il francese non si accontenta del suo battesimo del gol in A e 5 minuti dopo svetta su angolo per siglare la doppietta che chiude la gara. Benevento evanescente con Lapadula che indirizza solo una rovesciata senza pretese verso la porta, ma senza impensierire Provedel che lascia sfilare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/11/2020 23:11
 
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Tra Parma e Fiorentina tanti sbadigli, zero gol e un punto a testa



Poche emozioni nella sfida tra emiliani e viola.
Esordio in Italia per Osorio e Brunetta, Iachini recrimina per un presunto rigore su Ribery


Tanti sbadigli, poche emozioni, zero gol. Parma-Fiorentina può essere riassunta rapidamente così, perché lo 0-0 è la sintesi perfetta di ciò che (non) si è visto al Tardini. Un punto a testa, che non risolve i problemi di Iachini sulla panchina viola, mentre dà continuità ai progressi degli emiliani. Liverani decide di schierare il suo Parma a specchio con i viola, passando alla difesa a tre con l'inserimento di Osorio (alla prima in Italia) e sistemando Grassi sulla corsia di destra nei cinque di centrocampo. Davanti ritorno da titolare per Inglese, al fianco di Gervinho. Iachini sceglie Kouamé come partner d'attacco di Ribery, mentre le novità sono Pulgar in mediana e Venuti sulla fascia destra. Solo panchina per Bonaventura.

LA GARA — Nel primo tempo sono gli ospiti a imporre il ritmo (lento) alla partita, con gli emiliani che solo in rare occasioni riescono a ripartire in velocità. Una al 6', quando Pezzella quasi dal fondo mette forte in mezzo, obbligando Dragowski alla respinta di pugno. Se è vero che i viola fanno più possesso, faticano in ugual misura a trovare spazi nella difesa di casa. Così l'unico tiro nello specchio di Sepe è una botta su punizione di Biraghi al 9', che il portiere gialloblù sventa non rischiando la presa. Al 42' materiale per la moviola: Ribery entra in area tallonato da Osorio e va giù, La Penna fischia, ma per ammonire il francese per simulazione. Un giallo eccessivo, sebbene il contatto sia troppo poco per concedere rigore.

DOPO L'INTERVALLO — Alla ripresa, subito viola pericolosi con Biraghi: Sepe chiude bene sul suo palo rifugiandosi in corner. Liverani intuisce il momento di difficoltà e inserisce Sohm e Karamoh per Hernani e Inglese. Una mossa per dare energie fresche alla mediana e velocità all'attacco, ma che cambia di poco il canovaccio della partita. Prosegue a farla infatti la Fiorentina, che però non riesce a dare continuità all'avvio di secondo tempo in attacco. Iachini ci prova con i cambi: dentro in serie Cutrone e Lirola per Kouamé e Venuti. E nella girandola di sostituzioni trova posto anche l'argentino del Parma Brunetta, all'esordio in Serie A. Lo 0-0 però non si schioda. E alla fine il punto a testa smuove la classifica di entrambe.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/11/2020 23:15
 
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È sempre Caicedo all'ultimo secondo:
Juve ripresa al 95'! CR7 segna ma esce per infortunio

Grande primo tempo del portoghese (uscito nel finale per un
problema alla caviglia), che va in gol e colpisce un palo.
Ma la squadra di Inzaghi pareggia all’ultimo


Luca Bianchin


elipe Caicedo ha da tempo un posto nell’epica laziale. La novità è che rischia di entrare nelle enciclopedie del calcio. Zona Cesarini scansati, l’uomo degli ultimi minuti è lui, il gigante che segna ancora alla Juve, ancora oltre il 90’, come in campionato un anno fa. L’azione: una brutta palla persa da Dybala innesca il classico assalto della Lazio. Correa salta secco Bentancur e la serve in area, Caicedo si gira su Bonucci e la mette nell’angolo. La novità è che, rispetto alla scorsa stagione, il gol pesa per la classifica perché il risultato finale non è 3-1 come a Riyad ma 1-1. Tutto questo pesa per Pirlo più che per Inzaghi, a cui il punticino dà più morale che spinta in classifica. La Juve sale appena a 13 punti, a -3 dalla vetta in attesa del Milan, e rischia di passare la sosta a farsi domande. Anche su un contropiede quattro contro tre sprecato – proprio lui – da Ronaldo.

LA PARTITA — Questo Lazio-Juve, anche prima del finale, era stato strano. Tra i molti modi che una Signora conosce per vincere una partita, in questa domenica Pirlo ha scelto di strappare una pagina dal manuale della famiglia Inzaghi. La Juve ha difeso bassa, arroccandosi davanti a Szczesny e ripartendo, copione scelto in tante serate di gloria dalla Lazio. Non solo, il gol del vantaggio di Ronaldo è nato da un bel cross di Cuadrado e soprattutto da un fondamentale di CR7 da grande attaccante: partire in fuorigioco e rientrare un centimetro oltre la linea di difesa al momento giusto. Puro Pippo-style. In tutto questo, un dubbio da moviola per il pomeriggio: una punizione di Milinkovic nel secondo tempo è finita sulla barriera della Juve e il braccio largo di Ronaldo ripreso dalle telecamere potrebbe obbligare i moviolisti a una lunga serie di replay.

JUVE DA C ONTROPIEDE — La Juve insomma ha giocato una partita diversa dal solito, lontana dai propositi di Pirlo. Meno gioco propositivo, molto meno possesso ma tanta disponibilità ad aiutarsi, lottare, stringersi. Questo è, sacrificio, come da comandamenti storici della casa. Non per caso, la Signora in blu ha avuto almeno tre palle gol buone per un documentario sul contropiede. Minuto 37: ripartenza rapida con tiro (fuori) di CR7. Minuto 43: quattro contro quattro con Ronaldo che, dopo passaggio gentile di Kulusevski, si sposta la palla e calcia col destro. Palo. Minuto 20 del secondo tempo: giocata da campione dello svedese col 44 che si smaterializza tra due avversari e riappare cinque metri più in là per il quattro contro tre Juve, gestito male da Cristiano. CR7 uscirà poco dopo, sostituito da Dybala: non pare grave, ma le prossime ore chiariranno. Pirlo così, al di là dei pensieri da infermeria, torna a Torino soddisfatto soprattutto per la tenuta difensiva: bene Bonucci dietro, benissimo Rabiot in mezzo.

LAZIO DI ORGOGLIO — La Lazio invece si è spaccata la testa per 90 minuti sullo stesso rompicapo: come attaccare il muro blu della Juve arroccata negli ultimi 30-40 metri. Muriqi non è stato mai pericoloso, Correa si è acceso solo a 25 minuti dalla fine e Luis Alberto non è andato oltre un paio di giocate di qualità. Intensità, nel complesso, poca. Così la migliore occasione del primo tempo è arrivata, dopo 20 minuti, con un classico della casa: la palla lunga di Radu per Milinkovic, che è saltato sopra Danilo per la sponda di testa. Sembrava tutto troppo poco, tutto insufficiente fino alla magata finale di Caicedo, al quinto gol oltre il 90’ dall’inizio della scorsa stagione. Per le statistiche normali, ripassare più tardi.

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/11/2020 00:18
 
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Inter, Lautaro non basta: in casa dell'Atalanta è 1-1

La squadra di Conte si porta avanti al 58' grazie a un gol di testa
dell'argentino, ma al 79' i bergamaschi trovano il pari con Miranchuk


Davide Stoppini


Pareggio e rimpianti, più per l’Inter che per l’Atalanta. Perché fino alla rete del pareggio di Miranchuk Lautaro e compagni sembravano in controllo del match, dopo aver sprecato con Vidal e Barella la chance del raddoppio. Ma il finale è stato tutto della squadra di Gasperini, che ha meritato il pareggio. Conte non riesce ad allungare: la rete del Toro aveva aperto la via, fin lì anche la tenuta difensiva era stata buona.

PRIMO TEMPO — Il primo tempo va via a ritmi alti, ma senza che i due portieri siano impegnati in una vera parata. L’Inter ritrova in avanti Sanchez con Lautaro, quest’ultimo regolarmente in campo dopo aver accusato una noia muscolare nel riscaldamento. Gasperini sceglie invece il 3-4-3: il centravanti lo fa (con licenza di abbaassarsi) Gomez, Zapata si allarga a sinistra dalle parti di Skriniar, Malinovskyi invece capita spesso dalle parti di Bastoni. Il primo affondo è dell’Inter: all’8’ ottima apertura di Barella per Darmian, cross per Lautaro che viene anticipato da un grande intervento di Romero. Pressing asfissiante di entrambe a metà campo, si gioca in spazi strettissimi e la voce da padrone la fa Vidal, il migliore dei suoi. L’Atalanta ci prova, quasi casualmente, al 18’ con Malinovkyi, il cui tiro-cross viene smanacciato da Handanovic. Dall’altra parte - minuto 19 - Sanchez pesca bene in area Lautaro, ma il destro fiinsce fuori. L’occasione più grande per gli uomini di Gasp arriva al 23’: affondo dritto per dritto sul centro sinistra di Gomez che poi allarga a destra per Malinovsky, ma il sinistro è sballato. L’Inter replica subito con Vidal, il cui colpo di testa su cross di Bastoni sfiora l’incrocio dei pali. Squadre molte attente a non concedere spazi, lavoro extra per i centrocampisti: il primo tempo di fatto è tutto qui.

SECONDO TEMPO — Ripartenza senza sostituzioni. Il copione non cambia, serve l’episodio o la giocata che sblocchi la partita. La trova l’Inter al 13’, con un’azione ben avviata da Brozoic che trova largo a sinistra Young. L’inglese punta Hateboer poi col destro mette destro per Lautaro, che di testa trova l’angolo più lontano, anticipando Djimsiti. Gasperini corre subito ai ripari, on un doppio cambio: fuori Pasalic e Malinovskyi, dentro Pessina e Miranchuk. Ma è sempre Inter, che alza ancor di più il ritmo del pressing, fino a portare Young al 19’ a sfiorare con il destro il palo lontano. Ma un minuto dopo - è il 20’ - la squadra di Conte spreca un’occasione enorme per il 2-0: Lautaro manda in porta Vidal, che punta dritto Sportiello ma calcia addosso al portiere, bravo a mandare in angolo anche il successivo tentativo di Barella. Primo cambio per Conte: al 25’ fuori Vidal, appena ammonito, dentro Gagliardini, che in mattinata aveva raggiunto il ritiro in extremis dopo la notizia della negatività al tampone Covid. Gasp risponde con Muriel, dentro per Toloi, e Lammers per Zapata. E’ l’ora del massimo sforzo dell’Atalanta, che Conte contrasta cambiando la coppia d’attacco, buttando in campo al 29’ Lukaku per Lautaro, oltre che Perisic per Sanchez. Ma il jolly lo pesca Gasp, quasi improvviso: al 34’ Miranchuk riceve al limite dell’area, si gira, tira tra le gambe di Bastoni beffando Handanovic. Il pareggio ora non sta bene a nessuno, Conte cambia ancora con un’altra doppia sostituzione: minuti per D’Ambrosio e Hakimi, al posto di Hakimi e Young. Ma la chance capita sulla testa di Muriel, che al 39’ spreca di testa a pochi passi da Handanovic, dopo l’assistenza di Freuler. E’ l’Atalanta ad averne di più, Gasp inserisce Mojica per Ruggeri. Ultime due occasioni: al 47’ Miranchuk non trova il tap-in sulla palla i Muriel, dall’altra parte l’inserimento diHakimi non trova in mischia Lukaku. Non c’è più tempo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/11/2020 00:21
 
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