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Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2021 00:19
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Il Benevento continua a stupire: 2-0 a Udine, Inzaghi ora è decimo

Colpo dei campani, che passano in avvio con Caprari e raddoppiano con Letizia nel finale.
Troppi gli errori sottoporta dei friulani


Francesco Sessa


Due lampi, uno per tempo, fanno volare Inzaghi e fermano la corsa dell'Udinese. Il Benevento passa 2-0 alla Dacia Arena con le reti di Caprari e Letizia: in mezzo una partita di sacrificio per gli ospiti, che si chiudono e vengono più volte graziati da Lasagna, impreciso sotto porta. I bianconeri interrompono la striscia di sei risultati utili consecutivi in campionato, il Benevento replica la vittoria contro il Genoa e si porta a diciotto punti in classifica.

SUBITO CAPRARI — Gotti ripropone nove undicesimi della formazione titolare vista contro il Cagliari: dentro Arslan, in mezzo a De Paul e Pereyra, e Lasagna, al posto di Deulofeu, accanto a Pussetto. Confermata la difesa a tre con Becao, Bonifazi e Samir, sugli esterni Larsen e Zeegelar. Un solo cambio per Inzaghi rispetto alla vittoria contro il Genoa: a centrocampo torna Schiattarella, out Hetemaj; davanti Insigne e Caprari alle spalle di Lapadula. L'avvio di partita è vivace e molto intenso: grande occasione per Lasagna al 7' su palla di De Paul su secondo palo, volée mancina da pochi passi che si perde alta sopra la traversa. Ma a sbloccare il match è il Benevento: al 9' Arslan perde palla in uscita, Caprari calcia di sinistro dalla trequarti e pesca l'angolino. Rete figlia di un errore in impostazione ma anche di una pressione aggressiva e organizzata da parte degli ospiti.

LE OCCASIONI DI LASAGNA — Match vivo e frizzante: pochi secondi dopo Lasagna ha la palla del pari dopo velo involontario di Pussetto, pallone largo e seconda importante chance per l'attaccante bianconero. La formazione di Gotti alza il baricentro, gli ospiti si chiudono bene (preziosissimo Schiattarella) e provano a colpire in contropiede appoggiandosi su Lapadula. Dopo un avvio ricco di emozioni e qualche minuto più statico, al 27' Lasagna ha un'altra grande chance: Pussetto contrasta Montipò fuori dall'area, l'ex Carpi si ritrova il pallone e cerca il pallonetto da posizione defilata, non trovando la porta. Le maglie dei campani sono compatte in mezzo, i bianconeri passano spesso dagli esterni, ma riescono ad arrivare con facilità nei pressi dell'area di rigore: destro dal limite di Arslan al 34', deviazione di Schiattarella e pallone tra le braccia di Montipò. Il Benevento aspetta e riparte, ma sa alzare il baricentro quando porta la sfera nella trequarti avversaria: nel finale di tempo Caprari ci prova due volte dalla distanza in pochi minuti, non trovando la porta, ma confermando di essere in palla.

CARICA — "Dai che la vinciamo questa": De Paul, al rientro in campo per il secondo tempo, suona la carica ai compagni. E l'Udinese riparte con il baricentro alto e spingendo a caccia del pareggio, il Benevento non ci sta e si difende con attenzione: al 53' palla bassa di Zeegelar, deviazione pericolosa di Letizia che per poco non segna nella propria porta; due minuti più tardi torsione complicata di Pussetto sul secondo palo, pochi patemi per Montipò. Pereyra spesso si abbassa per accelerare la manovra, De Paul è il collante e il faro dei bianconeri: si gioca in una metà campo. Al 59' ci prova Becao: acrobazia in area su sponda di Pussetto, pallone altro sopra la traversa. A Inzaghi servono energie fresche e muscoli per difendere il vantaggio: dentro Tello e Dabo al posto di Ionita e Insigne.

SEMPRE LETIZIA — Gotti risponde con Walace e Deulofeu per Arslan e Bonifazi: l'Udinese passa al 4-3-3. Lo spagnolo entra alla grande con un break sulla trequarti e palla nello spazio per Lasagna, che sull'uscita di Montipò non cerca il colpo sotto e si fa murare dal portiere ospite. Quattro occasioni importanti per l'attaccante bianconero, quattro tentennamenti sotto porta. Si procede due cambi alla volta: Inzaghi sostituisce Lapadula e Improta, dentro Foulon e il giovane Di Serio. Tegola per Gotti: problemi per Deulofeu dopo un ottimo ingresso in campo, dentro Nestorovski. Fuori anche Zeegelar per ter Avest: i bianconeri tornano con la difesa a tre e il tridente davanti. I minuti passano, la pressione dell'Udinese si allenta e il Benevento respira, sfruttando anche le tante interruzioni dovute ai cambi e ai numerosi contatti in mezzo al campo. E al 77' gli uomini di Inzaghi raddoppiano: gran palla di Caprari, Letizia entra in area dalla destra e con una botta da posizione defilata pesca l'incrocio dei pali. Terzo gol in campionato per il difensore bomber. Dentro Sau per Caprari: gol e assist per lui. Quella di Letizia è la classica rete ammazza-partita: l'Udinese non ha la forza di provare a riaprirla e nel finale il match si innervosisce. L'ultimo lampo della partita è la traversa piena di De Paul su punizione: Gotti non trova punti dopo sei partite, Inzaghi non smette di sognare in grande.

Fonte: Gazzetta dello Sport
24/12/2020 00:43
 
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SERIE A 2020/2021 14ª Giornata (14ª di Andata)

22/12/2020
Crotone - Parma 2-1
Juventus - Fiorentina 0-3
23/12/2020
Verona - Inter 1-2
Bologna - Atalanta 2-2
Milan - Lazio 3-2
Napoli - Torino 1-1
Roma - Cagliari 3-2
Sampdoria - Sassuolo 2-3
Spezia - Genoa 1-2
Udinese - Benevento 0-2

Classifica
1) Milan punti 34;
2) Inter punti 33;
3) Roma punti 27;
4) Sassuolo punti 26;
5) Napoli(**) punti 25;
6) Juventus(**) punti 24;
7) Atalanta(*) punti 22;
8) Lazio punti 21;
9) Verona punti 20;
10) Benevento punti 18;
11) Sampdoria punti 17;
12) Udinese(*) e Bologna punti 15;
14) Fiorentina e Cagliari punti 14;
16) Parma punti 12;
17) Spezia punti 11;
18) Crotone punti 9;
20) Torino punti 8.

(gazzetta.it)

(*) Atalanta e Udinese una partita in meno (avverse condizioni meteo).
(**) Juventus-Napoli da rigiocare dopo il ribaltamento al terzo grado di giustizia sportiva (CONI)
e punto di penalizzazione di conseguenza restituito al Napoli.
24/12/2020 00:43
 
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Lautaro scatenato, Inter sull'ottovolante:
6-2 al Crotone e primo posto



Ottava vittoria consecutiva per i nerazzurri.
Calabresi in vantaggio con Zanellato e poi sul 2-2 con un rigore di Golemic.
Ma la tripletta dell'argentino, l'autorete di Marrone e il
gol di Lukaku (che poi si infortuna) e Hakimi fanno volare Conte


Giuseppe Nigro

Anno nuovo con vista sul primato per l’Inter, a +2 sul Milan in attesa dei rossoneri in campo alle 18 a Benevento. Se guardi in alto c’è ancora la LuLa: tre gol e mezzo (l’autorete di Marrone) per Lautaro, Lukaku lo imbecca e timbra con la rete numero 35 la cinquantesima presenza in A in nerazzurro prima di uscire a un quarto d’ora dalla fine per una contrattura al quadricipite della coscia destra da valutare meglio nei prossimi giorni. Non c’è niente di banale nel 6-2 sul Crotone per Conte, che da un mese e mezzo (dal 4-2 in rimonta sul Torino) in campionato sa solo vincere: le ultime volte che l’Inter è arrivata a otto vittorie di fila, con Mancini e Mourinho, poi è finita con lo scudetto.

FUOCHI D’ARTIFICIO — Non c’è niente di banale anche perché i calabresi, peggiori della A in trasferta (6 sconfitte e 2 pareggi), nell’ultimo mese sono un’altra squadra - 9 gol nelle ultime cinque partite, 7 punti nelle quattro gare prima di questa - e ci hanno messo del loro a rendere godibile il pranzo della ripresa dopo la pausa natalizia: l’attacco meno prolifico del campionato segna il primo gol del 2021 e in 35’ ne fa due a San Siro, dove nessuno ci riusciva da due mesi e l’ultimo era stato il Real Madrid. L’attacco più potente, che da 9 partite aspettava il secondo tempo per entrare in scena, deve battere due colpi già nella prima mezzora per raddrizzarla, per chiuderla poi nella sua comfort zone della ripresa, quando il poker di reti nerazzurre travolge fin troppo severamente gli uomini di Stroppa.

PRIMA LO SPUMANTE — Partita godibile, perché nata nel segno del dinamismo. L’Inter ci ha messo il ritmo nel girare la palla e muovere gli uomini, il Crotone l’ha accesa con tre colpi di martello in un minuto tra l’11’ e il 12’: Messias in percussione tra le linee murato da Bastoni, Pereira in fuga alle spalle di Young fermato da Handanovic, e poi il gol, il primo dell’anno solare, di Niccolò Zanellato, centrocampista dell’Under 21, milanese cresciuto al Milan. Cross dalla sinistra di Messias con la difesa dell’Inter a salire per il fuorigioco, in direzione opposta Zanellato tutto solo davanti ad Handanovic con Vidal rimasto fermo: incornata e 0-1.

POI I BOTTI — Quanto basta per accendere l’asse Lukaku-Lautaro: al 20’ filtrante alto-basso del belga per l’argentino a dettare la profondità alle spalle di Marrone sul filo del fuorigioco, ricezione e botta dell’1-1; al 31’ Lukaku in fuga per Barella accorrente a sinistra bravo a chiudere il triangolo col cross al millimetro per Lautaro,anticipo di Marrone nella propria porta e 2-1. Tutto tornato secondo copione? Macché… Con un intervento quasi in fotocopia del 2-2 casalingo contro il Borussia, al 34’ un pestone di Vidal al vertice sinistro dell’area a Reca che aveva già dato via la palla vale il penalty, sancito al Var: botta di Golemic a destra, troppo forte per Handanovic che aveva intuito, e 2-2.

E IL POKER — Solo l’Inter nella ripresa, tornata dagli spogliatoi con Sensi al posto di Vidal. Al 57’ il nuovo vantaggio, con Brozovic dal limite dell’area su tacco di Lukaku ad armare sulla sinistra il diagonale del 3-2 di Lukaku. Al 64’ il 16° gol stagionale (12° in campionato) del belga in versione giocoliere: lancio lungo di Bastoni, stop, controllo, giro attorno a Luperto a cui non basta provare ad abbracciare Romelu e siluro del 4-2. Non è finita: al 79’ il 9° gol in campionato di Lautaro, tapin di testa su respinta di Cordaz, e all’88’ il 5° di Hakimi con una botta dal limite su invito a tagliare il campo di Darmian dalla sinistra. Quinta vittoria di fila a San Siro, dove dal 1994 l’Inter non stecca la prima uscita dell’anno. Stavolta vale la vetta..

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/01/2021 15:54
 
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L'Atalanta torna schiacciasassi: cinquina al Sassuolo!
Litigio De Zerbi-Djuricic nel pre-gara



Doppietta di Zapata, poi reti di Pessina, Gosens e Muriel per la Dea.
Il gol della bandiera neroverde è di Chiriches.
Il trequartista serbo prende male l'esclusione dall'undici e non va in panchina


Marco Guidi

Il 2021 riparte con due certezze: l'Atalanta di Gian Piero Gasperini vince sempre alla prima dell'anno e il Sassuolo del bresciano Roberto De Zerbi a Bergamo rimedia l'ennesima goleada. Al Gewiss Stadium, i nerazzurri cancellano l'amarezza per il pareggio di Bologna rifilando un netto 5-1 agli emiliani e dando la sensazione di essere in sensibile crescita.

AVVO — Gasp conferma la formazione data alla vigilia, rimettendo Zapata al centro dell'attacco, con Muriel in panchina. In difesa non c'è Toloi, spazio a Palomino. Nel Sassuolo, invece, scoppia il caso Djuricic: il serbo non va nemmeno in panchina dopo aver preso male l'esclusione dall'undici titolare. Pare ci sia stato un diverbio con De Zerbi nel pre gara. Il suo posto al centro del trio di trequartisti alle spalle di Caputo va a Traore, mentre per la mediana a due i prescelti sono Lopez e Locatelli. Squadra troppo leggerina, dirà poi il campo, contro la fisicità delle aggressioni nerazzurre. Eppure l'inizio gara degli ospiti è incoraggiante e nei primi 8' Gollini deve dire no due volte alle incursioni di Muldur e Kyriakopoulos.

SHOW DELLA DEA — Il primo tempo del Sassuolo, però, finisce praticamente qui, se si esclude un morbido tiro a giro di Boga controllato agevolmente da Gollini al 40'. Il resto è un monologo, per non dire uno show, a tinte nerazzurre. All'11' Duvan Zapata sblocca il match sfruttando un rimpallo con Chiriches, dopo il passaggio di Pessina. Poi dalle parti di Consigli cominciano a piovere a dirotto occasioni, ispirate da un Ilicic in stato di grazie e un Pessina irrefrenabile. Il portiere neroverde risponde alla grande a Hateboer, rischia di capitolare sul tocco amico di Locatelli e si salva solo grazie al palo sul sinistro di Zapata (35'). Sono solo tre delle almeno 5-6 palle gol dell'Atalanta, che appena prima dell'intervallo trova il meritato raddoppio: Ilicic disegna calcio sulla destra e pennella alla perfezione per Pessina, che al volo mette la firma sul 2-0. Primo gol con la maglia della Dea per l'ex Verona.

GOLEADA — Ti aspetti una reazione d'orgoglio dagli emiliani e invece il secondo tempo parte subito con il tris dell'Atalanta. Freuler aziona Zapata che non sbaglia davanti a Consigli. È il 49' e la partita è già in ghiaccio. De Zerbi cerca di placare il diluvio inserendo Obiang per Lopez e prova a cambiare anche davanti con Defrel per Caputo. Ma la Dea è in versione schiacciasassi e al 57' Gosens cala il poker, inusualmente con il destro, anche se leggermente deviato. Gasperini concede minuti anche a Muriel e Malinovskyi, in campo per Ilicic e Pessina. E il colombiano, appena entrato, va subito a segno, su di un'altra pregevole imbucata di Freuler. Il Sassuolo ha un sussulto al 75', quando in mischia Chiriches (forse il peggiore in campo...) trova il gol della bandiera. Poi l'ultimo quarto d'ora di pura accademia.

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/01/2021 17:33
 
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Doppietta di Zielinski, poi Lozano e Insigne.
Riecco il Napoli: poker al Cagliari



Gli azzurri ne fanno 4 alla Sardegna Arena.
Super prestazione del polacco, poi colpiscono il messicano e il capitano (rigore).
Gattuso sale così al quarto posto


Maurizio Nicita

Il Napoli scomparso a San Siro nel convulso finale con l'Inter si ritrova in Sardegna e ritrova una vittoria che mancava dal 13 dicembre. Gattuso può essere soddisfatto dalla prima uscita dell’anno con gli azzurri (tornati alla classica maglia) dominanti e capaci di reagire subito a un mezzo infortunio (il pari un po’ fortunoso di Joao Pedro, sull’unico tiro in porta) davanti a un Cagliari messo continuamente alle corde. E in un finale dilagante (in superiorità numerica) ecco anche il primo rigore assegnato al Napoli. Tutti segnali positivi per la squadra di De Laurentiis.

APPROCCIO GIUSTO — Due squadre a specchio, con interpretazioni diverse del 4-2-3-1. Costretto a restare più basso e coperto quello schierato da Di Francesco, con Nandez in mediana e Gaston Pereiro che sulla trequarti ha poche occasioni per accendere la fantasia. Già perché il Napoli sembra volersi scrollare subito dall’immagine dimessa e brutta data alla fine del 2020. Lo spirito dei ragazzi di Gattuso è quello giusto: squadra subito aggressiva e che arriva facilmente al tiro dal limite grazie al movimento dei centrocampisti e a una difesa sarda che si schiaccia troppo facilitando le conclusioni dal limite degli azzurri.

IDEE DI GIOCO E GOL — Il Napoli piace nelle trame perché Insigne viene dentro il campo a fare il regista nella trequarti dove Zielinski è abile a trovare spazi e anche Fabian Ruiz si inserisce bene. I difensori sardi faticano nelle marcature con le rotazioni continue nella trequarti e al 25’ arriva il meritato vantaggio. È Petagna che con il classico movimento da pivot porge il pallone al limite creando spazio a Zielinski: il sinistro del polacco è secco e nulla può Cragno.

POCO CAGLIARI — I rossoblù non riescono a salire e a rendersi pericolosi, perché il Napoli pressa alto e recupera presto il pallone. E così l’unica vera occasione, per tornare alla pari, capita per un errore in appoggio di Manolas che favorisce l’inserimento di Simeone, pronto al tiro ma impreciso. È il Napoli comunque ad andare più vicino al raddoppio con un paio di situazioni pericolose nei 16 metri sardi, con Petagna, Manolas e Mario Rui che non trovano l’attimo fuggente.

BOTTA E RISPOSTA — Il Napoli continua in controllo, ma nella ripresa il Cagliari prova a reagire. E allo scoccare dell’ora di gioco trova il gol alla prima conclusione in porta. Il cross di Sottil - spostatosi a destra con l’ingresso di Tramoni al posto di uno spento Pereiro - è teso, Maksimovic non è perentorio nell’anticipo e consente a Joao Pedro il controllo e una conclusione semplice in rete dall’area piccola. Roba da far cadere le braccia, ma il Napoli oggi è reattivo e trova subito il vantaggio al primo affondo. Di Lorenzo crossa basso e teso, il controllo con pallonetto a scavalcare di Zielinski è delizioso come il tocco di punta del polacco che realizza una splendida doppietta.

LYKOGIANIS FUORI — Fra le indicazioni tattiche di Gattuso ce n’è una in particolare per Lozano abile a puntare Lykogiannis ammonito nel primo tempo perché in ritardo sul messicano. Abile anche nella ripresa a posizionarsi in anticipo sul greco che viene correttamente espulso per doppia ammonizione. E poco dopo Lozano trova anche il meritato gol della sicurezza sfruttando in mischia le sportellate di Petagna e trovando un gol da opportunista. Il finale dilagante del Napoli trova il 4-1 dal dischetto (netto il mani di Caligara) col capitano Insigne tornato a ottimi livelli, al di là del gol.

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/01/2021 17:46
 
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Solo qualche lampo di Ribery e Palacio: 0-0 tra Fiorentina e Bologna

Una partita con poche emozioni a Firenze, ci provano soprattutto i due veterani, il gol però non arriva


Matteo Dalla Vite


Manca il morso letale in questo derby dell’Appennino in cui il Bologna ha certamente costruito qualcosa di più: se è vero, come è vero, che Da Costa di parate vere non ne ha fatte, ecco che dall’altra parte Dragowski è stato impegnato più volte, risultando praticamente decisivo per uno 0-0 finale che lascia le due squadre a distanza di un punto e con addosso una striscia di 4 risultati utili di fila, che per il Bologna sono 4 pareggi.

La Fiorentina vincente all’Allianz prima della sosta si è palesata ben poco: c’è tanto Ribery, spesso poco supportato, anche perché Vlahovic è stato ben tenuto dalla retroguardia bolognese. I morsi, insomma, sono arrivati più dal Bologna, con Palacio che ha avuto due occasioni importanti e con lo stesso Ribery che – aiutato dalla deviazione di De Silvestri – ha colpito il palo all’alba della partita. Una partita non bella ma con dentro alcune fiammate interessanti.

PALO E PALACIO — Le due squadre, in campo come erano state annunciate, cominciano a fasi alterne: l’inizio è tutto viola, con Ribery (spesso a sinistra) che al 2’ s’incunea piallando Schouten e De Silvestri e colpendo un palo proprio con deviazione su cross dell’ex viola. E’ il primissimo brivido per il Bologna che ne vivrà un altro poco dopo e che poi prenderà le redini del gioco: Mihajlovic predica pazienza, la Fiorentina viene irretita dalla giostra offensiva rossoblù che porta due volte al tiro Palacio (34’ e 39’) sui quali Dragowski ha tempi e copertura giuste e, prima, Barrow, Soriano e Orsolini, al quale viene annullato un gol per evidente fuorigioco. Non è un bel primo tempo ma le fiammate danno un senso di verticalità alle idee di Prandelli e Mihajlovic, due che sono tornati dieci anni dopo la prima volta a Firenze e Bologna e che decidono di affrontare questo derby dell’Appennino con grande attenzione, soprattutto sui calci piazzati. Da uno di questi, sul finire del primo tempo, Dominguez riesce ad anticipare di una frazione di secondo Vlahovic, praticamente pronto a battere a rete. Insomma, tentativi e coperture rapide, Bologna migliore nella proposizione e con Orsato che non ammette minuti di recupero.

CONCLUSIONI — La ripresa vede i doverosi cambi con Prandelli che riceve di più da Bonaventura e Lirola (non da Kouame): la Fiorentina cerca maggiormente la profondità e arriva al tiro prima con Borja Valero (14’ s.t.) servito dal solito Ribery, poi con Castrovilli attorno al tramonto del match. Sinisa, nel frattempo, aveva cambiato i due centrocampisti centrali (molto bene Dominguez, il migliore dei suoi) rivedendo Skov Olsen ma perdendo De Silvestri per infortunio muscolare. Lo 0-0 finale premierebbe ai punti il Bologna, più pericoloso nel primo tempo di quanto poi lo sia stata la Fiorentina nella ripresa: Sinisa e Prandelli si abbracciano con la certezza che a livello di conclusioni entrambe le proprie squadre dovranno migliorare un bel po’. Sul campo e sul mercato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/01/2021 17:59
 
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A Immobile risponde Destro. Il Genoa c’è:
super Shomurodov spaventa la Lazio

Primo tempo tutto biancoceleste, col vantaggio su rigore.
Poi Ballardini inserisce l’uzbeko e il match cambia,
coi rossoblù, dopo il pari, vicini a più riprese al gol del 2-1


Filippo Grimaldi


Il Genoa è ripartito: quattro punti nelle ultime due gare, la cura-Ballardini funziona. La Lazio illude nel primo tempo, in cui è padrona quasi assoluta del campo e va in vantaggio con il rigore di Immobile, ma poi cede inaspettatamente spazio e gioco ai rossoblù nella ripresa, quando i padroni di casa riacciuffano il pari e sfiorano il clamoroso gol vittoria con Shomurodov, che aveva già ispirato la rete del pari di Destro (quattro gol nelle ultime quattro gare). L’1-1 finale certifica le difficoltà della squadra di Simone Inzaghi, che ha già subìto 24 gol nelle prime quindici giornate.

A 100 ALL’ORA — Eppure i biancocelesti hanno giocato una gara eccellente sino a metà gara, mettendo in grande difficoltà i rossoblù e andando al riposo in vantaggio grazie al rigore di Immobile al 15’, che premiava comunque la superiorità territoriale e la maggiore padronanza del gioco degli uomini di Simone Inzaghi. Ospiti schierati con lo stesso modulo del Grifone (3-5-2), ma cortissimi e racchiusi in trenta-trentacinque metri, oltre che abili a capitalizzare il loro pressing altissimo, che ha impedito alla squadra di Ballardini (troppo timorosa nei primi 45’) di ragionare e di impostare l’azione. Inoltre la maggior efficacia dei biancocelesti nell’utilizzo delle corsie laterali ha tenuto bassi Zappacosta e Czyborra, limitando ulteriormente la spinta del Grifone. Lazio pratica e cinica, dunque, anche perché in mezzo Milinkovic e Leiva hanno garantito un apporto elevatissimo al gioco laziale e Caicedo - mobilissimo - s’è guadagnato quattro punizioni dal limite prima dell’intervallo.


DECIIONE CAMBIATA — L’episodio-chiave avviene al 15’, quando Zapata salta su Milinkovic proprio al limite dell’area. Calvarese prima assegna la punizione e poi, richiamato dal Var Mazzoleni, concede il rigore dopo avere consultato l’azione al monitor. In precedenza Mazzoleni aveva giudicato regolare un contatto Czyborra-Lazzari in area rossoblù, nonostante le proteste di Inzaghi e della panchina ospite. I minuti successivi al gol sono comunque i più redditizi sul piano del gioco per i rossoblù nel primo tempo, anche se la reazione non produce effetto. Anzi, al 21’ gli ospiti vanno di nuovo vicinissimi al gol con un tiro cross di Radu (bravo Perin). Ballardini, in attesa di poter schierare Vavro, perde il rientrante Zapata (guaio muscolare) sostituito da Radovanovic, di nuovo centrale come era stato schierato a La Spezia. Solo nel finale (42’) una combinazione in velocità dei rossoblù portava Pjaca a un tiro ravvicinato respinto da Reina. Troppo poco, però, per poter sperare di riaprire la gara.

CAMBI VINCENTI — Dopo l’intervallo, Ballardini corregge la mediana, inserendo Zajc per Rovella e Shomurodov per Pjaca in attacco, mentre Inzaghi dà spazio a Luiz Felipe per Patric. Ma è soprattutto il cambio di modulo che aiuta il Grifone, con il passaggio al 3-4-1-2, e Zajc a sostegno dell’attacco. Rossoblù più vivi, ma la Lazio si riorganizza in fretta. O, almeno, ci prova. Badelj (6’) calcia dalla distanza (Reina sicuro), subito dopo l’errore di Immobile liberissimo sul secondo palo sugli sviluppi di un angolo ospite. Qui la Lazio commette l’errore di allungarsi troppo favorendo la reazione convinta della squadra di Ballardini. Luis Alberto su una ripartenza ospite sfiora ancora il bis, ma Ballardini trova un meritato pari al 13’ con Destro (quarto centro nelle ultime quattro gare), bravo a concretizzare un contropiede improvviso di Shomurodov che supera Radu e serve il compagno per la rete dell’1-1. Lazio-choc: Caicedo spreca la palla del raddoppio, il Genoa insiste e mette grande affanno agli ospiti. Che hanno una buona palla-gol sprecata da Lazzari, ma palesano qualche difficoltà pure sul piano dell’intensità, a tutto favore della squadra di Ballardini. Che si porta a casa un punto pesante, lasciando addosso l’impressione che la Lazio continui ad essere una grande incompiuta.

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/01/2021 18:11
 
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Torino, colpaccio a Parma: vince 3-0
con le reti di Singo, Izzo e Gojak



La squadra di Giampaolo ritrova la vittoria e conquista tre punti fondamentali


Nicola Cecere

Il colpo di coda di un Toro feroce e determinato tira giù il Parma, che incassa il terzo stop di fila confermando le note difficoltà in fase di attacco (appena 13 gol finora, peggior dato tra le 20 di A). Liverani adesso è sulla graticola e il mercato dovrà potenziare una squadra apparsa smarrita. Il successo dei granata (secondo del campionato dopo l’exploit di Genova del 4 novembre), è meritato al di là delle dimensioni dilatatesi nella parte conclusiva. La squadra di Giampaolo si è applicata in una gara anema e core rimasta in bilico fino all’88’ solo perché sono state fallite clamorose occasioni per il raddoppio. E’ stato Armando Izzo, svettando su angolo di Gojak, a mettere fine alle incertezze ma non al match perché Gojak, all’ultimo minuto di recupero, ha conferito al punteggio le dimensioni di un trionfo.

SINGO-GOL — Il primo vantaggio del Torino arriva all’8’ su un perfetto contropiede. Belotti nel cerchio di centrocampo ha il tempo di alzare la testa e di vedere il corridoio libero davanti a sé nel quale si sta inserendo a grandi falcate Wilfried Singo. La verticalizzazione del capitano per il giovane terzino è perfetta, non così la ricezione dell’ivoriano che però ha la capacità di portarsi comunque avanti il pallone. Iacoponi e Alves non riescono a rimontarlo in velocità e così Singo arriva al tiro davanti al portiere: Sepe si lancia a sinistra, il collo piede destro di Singo entra dall’altra parte.

REAZIONE STERILE — Su questa azione il Toro costruisce una fase di partita che dura fino al 41’ in cui lascia l’iniziativa agli avversari. La reazione del Parma è poderosa sul piano della spinta ma sterile sul piano delle conclusioni, che non arrivano nonostante si sia creata una situazione di vantaggio. Liverani ordina ai due giocatori schierati alle spalle di Cornelius, cioè Karamoh a destra e Brunetta a sinistra, di allargarsi sulle linee del fallo laterale dove vengono costantemente raggiunti dai terzini Iacoponi e Gagliolo. Per fronteggiarli sono costretti a muoversi Linetty e Lukic, che lasciano libertà alle mezzali Kucka e Kurtic. Proprio Kucka è quello più insidioso dalle parti di Sirigu, con due deviazioni in piena area che vanno però fuori bersaglio.

VERDI, MA COSA COMBINI — Decisamente più limpide le palle gol costruite dal Toro in contropiede. La prima, al 41’ viene ispirata da una discesa di Izzo che poi sulla trequarti è abile a servire Belotti, smarcatosi al limite. Controllo non felice, però, che favorisce l’uscita dell’attento Sepe. Il capitano granata si rifà al 13’ della ripresa quando mette davanti alla porta in posizione ideale lo scattante Verdi. Il 2-0 sembra cosa fatta e invece il tiro finisce a lato: errore clamoroso. Che però non demoralizza gli uomini di Giampaolo. Qui Liverani cerca di potenziare il suo attacco inserendo Inglese, subito pericoloso con una conclusione da lontano deviata in angolo da Sirigu. Più difficile la parata del portiere torinista sul sinistro liftato di Kramoh. Sono due fiammate che vengono però spente dalle ripartenze del Toro, sempre più pericolose laddove il Parma non riesce più a impensierire Sirigu se non una volta incassato il 2-0, quando Inglese di testa obbliga il portiere a un colpo di reni. Dal possibile 2-1 si passa così al 3-0. Il Toro finalmente respira mentre il Parma, reduce da un lungo ritiro, si interroga su come arginare la crisi.

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/01/2021 18:34
 
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Sotto il diluvio basta la zampata di Dzeko:
Samp k.o. e la Roma resta terza

La squadra di Fonseca vince grazie al gol del bosniaco al 72' in una partita condizionata dal campo pesante.
Adesso il quinto posto è distante 4 punti


Massimo Cecchini


Stavolta l'anno nuovo non fa perdere le buone abitudini alla Roma, che batte la Sampdoria 1-0 grazie a un bel gol di Dzeko. Un successo importante, pur sofferto nel finale, che consente ai giallorossi di blindare il terzo posto, innalzandosi a quota 30 punti. Fonseca - senza Mirante, Spinazzola, Calafiori e Pedro - non fa voli pindarici nel suo 3-4-2-1, affidandosi a Mancini, Smalling e Ibanez davanti a Lopez, mentre sulle fasce agiscono Karsdorp e l'adattato Peres, gestiti in mediana da Veretout e Villar, alle spalle di Pellegrini, Mkhitaryan in appoggio a Dzeko. Ranieri - privo di Ferrari, Prelec e Gabbiadini - opta per un prudente 4-4-1-1, con l'ex Verre in appoggio a Quagliarella. Nella fase difensiva, davanti ad Audero, tocca a Yoshida, Tonelli, Colley, Augello, mentre a centrocampo tocca a Candreva, Thorsby, Ekdal e Jankto vedersela coi giallorossi.

CAMPO PESANTE — Diciamolo subito, il campo pesante non aiuta lo spettacolo. Sotto la pioggia battente, la Roma tiene in pugno la manovra, con un possesso palla assai più importante rispetto ai doriani. Le occasioni, comunque, sono poche. Anzi, si comincia con una protesta, quella dei giallorossi per una spinta di Tonelli in area su Mkhitaryan, con i due che corrono insieme sul palla. È il 6' e bisogna aspettare il 12' per vedere un mezzo pasticcio fra lo stesso Tonelli e Audero, che per poco non favorisce l'attaccante armeno. Il primo vero tiro in porta, però, arriva al 15', quando una conclusione di Pellegrini impegna il portiere della Samp in tuffo. La squadra di Ranieri chiude bene le fasce grazie al gran lavoro di Candreva e Yoshida da un lato e Jankto e Augello dall'altro, con Thorsby utile nello sdoppiarsi fra la mediana e le coperture. I giallorossi provano ad alzare il baricentro, spingendo a turno Mancini e Ibanez in appoggio sui rispettivi lati, ma negli spazi che si aprono i blucerchiati provano a ripartire, così al 37' Pau Lopez deve deviare in volo su un bel tiro di Candreva.

DZEKO SI SBLOCCA — Nella ripresa la Roma cambia marcia e per oltre venti minuti tiene la Samp nella propria trequarti. Al 6' è Dzeko che di testa manda fuori di poco, ma il vero rimpianto arriva al 17', quando, su una punizione di Pellegrini, è Smalling a colpire la traversa, sempre di testa. Tocca ad Audero, poi, andare in vetrina, parando prima su Mancini al 20' e poi di nuovo al 23' su colpo di testa di Dzeko sotto misura, col bosniaco che era intervenuto su una conclusione fuori misura di Pellegrini, il quale, un minuto prima, aveva sfiorato il palo. I blucerchiati si scuotono al 26', quando tocca a Pau Lopez deviare un colpo di testa dell'onnipresente Thorsby. Scacciata la paura, arriva il meritato vantaggio giallorosso, con Cristante - subentrato a Villar - che apre per Karsdorp, bravo a mettere al centro una palla tesa su cui Dzeko anticipa Colley, ottimo fino a quel momento. È il gol partita, che inaugura un'ultima fase in cui la Samp prova a riversarsi in avanti senza però creare occasioni pericolose, mentre nelle ripartenze avrebbe più volte la chance per il raddoppio, ma sa arrivare al tiro in porta solo una volta con Mkhitaryan, con Audero che para. Il resto sono brividi di prammatica che non cambiano il succo: la Samp rimanda il salto di qualità, mentre la Roma non molla il podio del campionato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/01/2021 18:43
 
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Zaccagni firma un capolavoro, il Verona passa a Spezia



La squadra di Italiano ha chiuso la partita in dieci per l'espulsione di Chabot.
Gran gol per il centrocampista gialloblù


G.B. Olivero

Una magia di Mattia Zaccagni regala al Verona una vittoria preziosa contro uno Spezia meno brillante di altre occasioni ma sempre molto determinato. La rete decisiva è arrivata a un quarto d’ora dalla fine e pochi minuti dopo l’espulsione dell’ingenuo Chabot, la cui disattenzione ha complicato irrimediabilmente l’ultima parte della gara della sua squadra. Adesso lo Spezia è stato raggiunto in classifica da Genoa e Torino: più in basso c’è solo il Crotone. Il Verona, invece, si piazza all’ottavo posto scavalcando la Lazio.

PRIMO TEMPO — Le assenze condizionano le scelte dei due allenatori. Italiano deve rinunciare allo squalificato Terzi e ai positivi Bastoni, Ricci e Acampora, oltre al lungodegente Galabinov, a Mattiello, Dell’Orco e Verde. Meno pesante la situazione di Juric, privo di Vieira, Favilli e Di Carmine e sempre in attesa di Benassi. Il Verona cerca subito di mettere pressione agli avversari, Barak segue costantemente il giovane Agoume, un po’ in difficoltà nella sostituzione di Ricci alla regia. Lo Spezia fatica a tenere il pallone e a orchestrare la consueta manovra, però la prima occasione è proprio della formazione di Italiano: Dawidowicz sbaglia un passaggio verso Magnani e Nzola scatta verso Silvestri. La conclusione dell’attaccante, che cerca il primo palo, è però imprecisa. In tutto il primo tempo lo Spezia non riesce mai a calciare nello specchio della porta gialloblù, mentre il Verona è più pericoloso. Al 19’, sugli sviluppi di una punizione battuta da Dimarco, Dawidowicz colpisce indisturbato da pochi passi ed è bravo Estevez a ribattere il pallone che sembrava destinato a finire in rete. Al 24’ Provedel è splendido su Kalinic, ben servito da Barak dopo un’azione iniziata da Lazovic e proseguita da Zaccagni. Poi Kalinic segna sfruttando un lancio di Lazovic, ma è in fuorigioco e il gol viene annullato. La pioggia torrenziale condiziona un po’ i giocatori e nella seconda parte del primo tempo non succede più nulla.

SECONDO TEMPO — In avvio di ripresa ecco l’unico tiro pericoloso dello Spezia: Silvestri è bravo a deviare in angolo la conclusione di Pobega. Al 23’ la svolta: Barak batte in fretta una fallo laterale, Chabot si fa sorprendere da Faraoni e lo cintura prima dell’ingresso in area. Giallo inevitabile, per il difensore dello Spezia è il secondo e quindi la sua partita finisce qui. Italiano toglie Gyasi e inserisce Ismajli per puntellare il reparto arretrato, ma al 30’ il Verona realizza un gol meraviglioso. Azione rapida aperta da Colley e proseguita da Tameze, Veloso alza di destro un pallonetto per Faraoni che al volo serve Zaccagni in area: stop e rovesciata nell’angolo. Tutto bellissimo. Lo Spezia ci prova, ma crea troppo poco per impensierire Silvestri e anzi il Verona spreca un paio di buone situazioni in contropiede prima che l’arbitro Pairetto fischi la fine.

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/01/2021 19:07
 
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