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Campionato di calcio Serie A stagione 2021/2022 (quello dei Campioni d'Europa)

Ultimo Aggiornamento: 25/05/2022 13:28
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La Samp sorride: 0-0 con il Sassuolo
e primo punto in campionato



Gli emiliani comandano a lungo le operazioni ma non riescono a sfondare.
Djuricic, Boga e Raspadori sprecano le occasioni migliori


G.B. Olivero

Gli errori in area di Caputo impediscono al Sassuolo di restare in testa alla classifica e consentono alla Sampdoria di conquistare il primo punto del campionato. Le occasioni più evidenti capitano ai neroverdi, ma i blucerchiati mostrano una buona predisposizione alla lotta e non rubano nulla nonostante un calo nella ripresa, durante la quale solo raramente si sono fatti vedere dalle parti di Consigli. Lo 0-0 finale fotografa abbastanza bene la partita, in cui le squadre hanno faticato a costruire azioni pericolose.

PRIMO TEMPO — Le due squadre si mettono a specchio: 4-2-3-1 per entrambe. Mancano i due mancini più bravi: Berardi non è ancora in condizione dopo aver preso una botta ed è distratto da voci di mercato, Gabbiadini si è infortunato contro il Milan e starà fuori un mese. Dionisi ripropone Raspadori alle spalle di Caputo con Djuricic e Boga sulle fasce. Ed è proprio di Djuricic il primo tiro dell’incontro, al 4’: Audero devia in tuffo. Il Sassuolo manovra di più, la Samp prova a ripartire ma lo fa salendo con molti uomini. La pressione a centrocampo è alta e sporca la costruzione. All’11’ Raspadori trova la cooordinazione per il tiro che però è centrale. Al 13’ sempre Raspadori imbuca per Caputo, Colley non riesce a intervenire, ma Audero è splendido e determinante nell’uscita bassa che evita la rete del centravanti di Dionisi. Dopo la metà del tempo la Sampdoria si presenta dalle parti di Consigli ma senza disturbare troppo il portiere: al 24’ Verre calcia alto da buona posizione, al 26’ il tiro-cross rasoterra di Candreva non trova un tocco decisivo in area. Al 43’ una bella combinazione Boga-Raspadori libera Caputo a pochi metri dalla porta, ma la deviazione è fiacca e viene respinta.

SECONDO TEMPO — In avvio di ripresa i blucerchiati provano a colpire, ma Damsgaard (servito da uno sbadato Boga) calcia fuori e Colley di testa non spaventa Consigli. Al 5’, però, è il Sassuolo ad avere la più grande occasione della gara: Colley sbaglia il retropassaggio e manda in porta Caputo che alza malamente il pallonetto sull’uscita di Audero. Al 10’ Raspadori trova bene Djuricic, la cui conclusione viene respinta. L’unico squillo della deludente partita di Boga arriva al 14’: dribbling, tiro a giro e bella parata di Audero. Dionisi cambia tre dei quattro giocatori offensivi inserendo progressivamente Defrel (per Caputo), Scamacca (per Raspadori) e Traore (per Boga), ma il ritmo cala, la circolazione è lenta e la Sampdoria si difende con ordine. Due tiri alti di Rogerio e Askildsen chiudono la partita.

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/08/2021 13:53
 
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Milan, valanga rossonera sul Cagliari nel segno di Giroud

Una doppietta del francese marchia a fuoco la sfida:
per lui primi gol in A e prima rete con i rossoneri anche per Tonali.
Di Leao e Deiola gli altri centri


Marco Pasotto


Tre tabù demoliti in un colpo solo. Il primo, di gruppo: anche San Siro può finalmente essere uno stadio amico, senza che il Milan sia costretto ogni volta a fare l’impresa in trasferta. Il secondo è personale: Olivier Giroud, che non è scaramantico, ha sfidato la maledizione della numero 9 e ha vinto. Anche il terzo tabù è personale: Sandro Tonali ha finalmente dato un calcio a tutte le incertezze trovando il primo gol in rossonero sotto gli occhi del suo mito Gattuso. Se mescoliamo tutto e ci aggiungiamo una prova di squadra maiuscola, ecco uscire il risultato: 4-1 sul malcapitato Cagliari, caduto sotto la potenza di fuoco di un Diavolo che ha dato spettacolo e allo stesso tempo offerto una prova di grande forza. Inter nuovamente riacciuffata in classifica e primo posto conservato, con un poker che aumenta parecchio la fiducia in vista della ripresa dopo la sosta, quando i rossoneri in una settimana affronteranno Lazio, Liverpool e Juve. Un successo nel segno profondo di Giroud, che ha trovato i suoi primi gol in Serie A alla prima apparizione a San Siro. Dove, anche se può sembrare bizzarro, non si era mai esibito. Se Pioli cercava concretezza nell’ultimo spicchio di campo, l’ha trovata. E voleva un Milan che emozionasse: ha trovato anche questo.

LE SCELTE — Il tecnico rossonero ha confermato in blocco l’undici che aveva sbancato Marassi, risolvendo così anche l’unico dubbio della vigilia: di nuovo Krunic vicino a Tonali, con Bennacer fuori. E nuovamente fuori anche Romagnoli. Sulla trequarti Saelemaekers, Diaz e Leao alle spalle di Giroud. Oltre ai convalescenti Kessie e Ibrahimovic, Pioli non ha convocato Conti (in uscita) e Pellegri (condizioni atletiche ancora precarie, ci sarà dopo la sosta). Senza Cragno infortunato, Semplici in porta si è affidato a Radunovic, mentre in difesa si è rivisto dal primo minuto Ceppitelli. Accanto a lui Carboni, con Walukiewicz in panchina. Nandez, in attesa di evoluzioni dal mercato, è di nuovo sceso in campo dal primo minuto. In attacco confermata la coppia Joao Pedro-Pavoletti. Ma a brillare è la stata la stella dall’altra parte del campo. Una partita iniziata, indirizzata, proseguita e marchiata a fuoco nel segno di Giroud. Uno show personale al servizio della squadra cominciato con un colpo di testa, alto, dopo due minuti e un tacco delizioso che ha mandato in porta lo scellerato Leao, tutto solo ma talmente lento nella conclusione da farsi rimontare da Carboni. Giroud è stato il punto finale, o di passaggio, di quasi tutte le manovre offensive e in qualche modo stupisce la celerità con cui Pioli lo ha inserito nei meccanismi e con cui lui li ha assimilati. Sembra abiti a Milanello da un paio d’anni. Con Olivier abile nel giocare di sponda e nel far scorrere il pallone velocemente, il Milan si è esaltato nella propria rapidità, diventando a un certo punto straripante, e col passare dei minuti il Cagliari non si è più raccapezzato. I sardi sono riusciti a rimanere corti e compatti, ripartendo con intelligenza, nel primo quarto d’ora. Poi hanno iniziato a veder sbucare maglie rossonere ovunque. Un Milan devastante nella rapidità di gioco e negli uno contro uno. Diaz, Leao, Giroud, Hernandez: tanti i duelli vinti dagli uomini di Pioli in una partita molto divertente anche grazie all’atteggiamento del Cagliari, apprezzabile nel giocarsela a viso aperto anche dopo i due svantaggi.

GESTIONE SAPIENTE — I sardi però si sono smarriti sotto il peso dei gol, sempre più tragico. Nandez a destra ha provato a martellare, ma allo stesso tempo doveva vedersela con un Hernandez di nuovo in versione turbo rispetto alla versione col freno a meno tirato di Marassi. Pavoletti è risultato troppo statico e così l’unico a inventarsi qualcosa – ma non è certo una notizia – è stato Joao Pedro. La partita è stata sbloccata dal Diavolo, e va sottolineato che non è stata soltanto la serata di Giroud. Perché la prima rete è arrivata da una magnifica punizione di Tonali, al secondo gol in A (entrambi su calcio piazzato) e al primo in rossonero. Un gol che aiuta a dimenticare ancora più in fretta Calhanoglu, tenutario assoluto delle punizioni in rossonero, ma quasi senza riscontro. Il Cagliari ha avuto il merito di reagire subito, trovando il pareggio nel giro di tre minuti: pennellata di Joao Pedro per Deiola e colpo di testa vincente. Per vedere il Milan tornare in vantaggio di minuti ne sono bastati due. Gol fortunato – destro di Leao deviato fortuitamente da Diaz -, ma allo stesso tempo cercato con un’azione insistita. Il tris è arrivato col sinistro di Giroud, premiato da un’azione devastante di Hernandez rifinita da Diaz. E il quarto centro è stato su rigore, chiamato dal Var dopo una deviazione di Strootman col braccio che inizialmente era stata giudicata fallo dal limite. La sensazione più bella per i tifosi rossoneri? Ammirare una squadra che ha dato l’idea di poter segnare più o meno ogni volta che si affacciava nell’area sarda. Il secondo tempo per il Milan è stato ovviamente soltanto sapiente gestione. Giroud ha cercato il tris proseguendo una sfida bellissima con Godin, Leao si è infilato di prepotenza un paio di volte senza aver fortuna nell’assistenza ai compagni. A metà frazione Pioli ha inserito Rebic, Florenzi e Bennacer per Leao, Saelemaekers e Tonali, il Cagliari ha trovato cinque minuti di grande orgoglio (ottima parata di Maignan su una punizione insidiosa), che però non sono serviti ad accorciare il punteggio. Anzi, è stato ancora il Diavolo ad andare vicino al gol con Rebic. Ma per lanciare un chiaro messaggio al campionato, quattro possono bastare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/08/2021 13:57
 
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La Roma di Mou vola con Pellegrini
e Abraham: Salernitana travolta

Dopo un primo tempo di resistenza granata, i giallorossi si scatenano
nella ripresa e bissano il successo della prima giornata con la Fiorentina.
A segno pure Veretout e Abraham


Maurizio Nicita


Ci mette un tempo la Roma per prendere la misura a una Salernitana volenterosa e discretamente organizzata in fase difensiva. Poi i ragazzi di Castori crollano davanti alla maggior classe dei giallorossi con Lorenzo Pellegrini decisivo e abile a sbloccare la partita nel momento più delicato, chiudendo con una bella doppietta. Bello il primo gol di Abraham qualcosa in più che una promessa per il nostro campionato. E poi il solito Veretout, cannoniere romanista con 3 gol. Mourinho può essere soddisfatto di questo avvio a punteggio pieno della sua squadra, mentre Castori attende indispensabili rinforzi per una squadra che così com’è rischia di faticare parecchio per salvarsi. Encomiabili i 13 mila tifosi sugli spalti che hanno sempre incitato la squadra, incoraggiando i granata anche a fine gara.

POCHI SPAZI PER MOU — Mourinho in questo periodo conferma la formazione base che ha battuto la Fiorentina e il Trabzonspor, con l’eccezione dello squalificato Zaniolo, sostituito da Carles Perez. Castori fa di necessità virtù, con una squadra ancora da rinforzare e i difensori contati, per l’indisponibilità del croato Bogdan, che si è sentito male in albergo, al mattino. Il 3-4-2-1, con Obi e Maradona Coulibaly dietro l’unica punta Bonazzoli, si tramuta in un basso 5-4-1 per non lasciare verticalità ai giallorossi. che costruiscono in avvio una palla gol con Pellegrini abile a smistare per l’uruguaiano Vina che col mancino impegna Belec. Poi al 16’ una fiammata di Abraham che devia un tiro cross di Mancini, alzando però la mira. La Salernitana va avanti a strappi, con Bonazzoli abile a difendere palloni per far salire i suoi. Il centravanti arriva pure alla conclusione su un traversone, da calcio piazzato, di Jaroszynski, alto di poco il tiro di Bonazzoli. La Roma prova l’aggiramento con gli esterni e su una leggerezza del tunisino Kechrida, Mkhitaryan mette in mezzo un pallone invitante che non trova un destinatario. Abraham comunque, nonostante la poca intesa con i compagni, si vede che è attaccante di razza. E una girata di testa dell’inglese sfiora l’incrocio, poco dopo la mezz’ora, su cross di Perez. La Roma non riesce a trovare spazi e ci prova in contropiede proprio allo scadere, quando ci pensa Belec in uscita ad anticipare Abraham su corto passaggio indietro di Jaroszynski.

LA SVOLTA — A inizio ripresa, con una Roma più rapida ed efficace e una Salernitana che concede l’attimo fuggente ai giallorossi. Perché Aya non chiude lo spazio in area, Pellegrini è abile a cercarlo e Vina rapido a servirlo: la conclusione del romano e romanista è forte e Belec non riesce a fermare un tiro non proprio impossibile. Ora la partita cambia e la Roma finalmente trova gli spazi che cercava sin dall’inizio. Bella l’azione del 2-0 con palla avanti-indietro-avanti, centralmente: Abraham serve dietro Mkhitaryan, perfetto l’assist per Veretout che si fa trovare ancora puntuale in zona gol e terzo centro in campionato per il francese. Ora il campo è in discesa per i romani e terribilmente in salita per i salernitani. Bonazzoli spreca un bell’assist di Obi che poteva accorciare il passivo. Poi Castori passa al 3-5-2 inserendo il neo acquisto Simy. I padroni di casa provano a impostare ma allargano le maglie difensive e la Roma va a nozze. Il 3-0 è il primo gol italiano di Abraham rapido a girare di destro. Il 4-0 arriva con la doppietta di Lorenzo Pellegrini che tira a giro indisturbato dal limite con Belec spettatore avvilito e colpevole.

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/08/2021 14:00
 
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SERIE A 2021/2022 2ª Giornata (2ª di Andata)

27/08/2021
Udinese - Venezia 3-0
Verona - Inter 1-3
28/08/2021
Atalanta - Bologna 0-0
Lazio - Spezia 6-1
Fiorentina - Torino 2-1
Juventus - Empoli 0-1
29/08/2021
Genoa - Napoli 1-2
Sassuolo - Sampdoria 0-0
Milan - Cagliari 4-1
Salernitana - Roma 0-4

Classifica
1) Lazio, Inter, Roma, Milan e Napoli punti 6;
6) Udinese, Bologna, Sassuolo e Atalanta punti 4;
10) Fiorentina e Empoli punti 3;
12) Juventus, Sampdoria, Cagliari e Spezia punti 1;
16) Torino, Verona, Salernitana, Genoa e Venezia punti 0.

(gazzetta.it)
07/09/2021 00:02
 
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Una magia di Okereke illumina il Venezia contro l'Empoli:
2-1 con rete in apertura di Henry

Il nigeriano segna una rete capolavoro dopo una corsa di 60 metri e tanti dribbling:
nel finale di gara un rigore di Bajrami illude, ma per la squadra di Andreazzoli è troppo tardi


Alex Frosio


Quasi 19 anni dopo, il Venezia torna alla vittoria in Serie A e lascia quota zero. È il giorno delle prime volte: la vittoria di Zanetti, i gol di Henry e Okereke. Succede anche questo: che l’Empoli gasato dal sacco dello Stadium “sconti” quella gioia perdendo in casa contro un’altra neopromossa. L’Empoli conferma gli undici che hanno vinto con la Juve, il Venezia invece presenta quattro cambi, tra cui Vacca (debuttante in A superati i 30 anni). La vera novità però è la disposizione: non 4-3-3 ma un 4-4-2 con Aramu che fa coppia con Henry e Johnsen a sinistra ala pura. Il norvegese fa capire subito a Ismajli che il caldo non è il principale problema di giornata: al 3’ fuga a sinistra, rientro sul destro e tiro appena alto, al 7’ il difensore empolese si prende il giallo per stendere il biondo del Venezia. Venezia che difende con due linee strette e alte, che tagliano le linee di gioco dell’Empoli. Al 13’ sgorga quasi naturale il gol ospite: recupero alto di Busio, Aramu rifinisce con un sinistro che gira dietro a Luperto e trova all’appuntamento Henry in spaccata. Vantaggio meritato. La risposta toscana è inconsistente, solo una girata debole di testa di Cutrone su cross di Marchizza – asse ex Under 21 –, mentre al 20’ e al 23’ altri due pericoli marcati Venezia: Mazzocchi prima crossa per Henry che di testa mette alto, poi fugge a destra, punta l’area ma conclude alto. Il cooling break, necessario, permette ad Andreazzoli di rivedere l’assetto: Bajrami da trequarti si allarga, e lo stesso fa di là Bandinelli. Ancora una chance per il solito Johnsen, chiuso al 32’ da Vicario in uscita, e poi la pressione empolese sale con le catene laterali, “aiutata” dall’uscita di Aramu: con Heymans che si attacca a Ricci, il Venezia arretra un po’. Busio al 36’ respinge una botta di Mancuso, due minuti dopo Bajrami si accentra ma conclude debolmente.

RIPRESA — Si ricomincia con Di Francesco per Bandinelli e Tonelli per Ismajli nell’Empoli, Molinaro per Schnegg e Maenpaa in porta per Lezzerini nel Venezia. Ma la partita non si muove e allora Andreazzoli cambia ancora: Stulac per Ricci e Pinamonti per Mancuso, di là Crnigoj per Fiordilino, in un Venezia che Zanetti smonta e rimonta da 4-4-2 a 4-4-1-1 a 4-3-3 con l’ingresso di Okereke per Vacca. È questo il cambio giusto, perché al 23’ il nigeriano, altro debuttante in A dopo aver frequentato D, C e B con Lavagnese, Spezia e Cosenza, impiega una manciata di secondi per carburare: attivato da Henry in difesa palla sulla trequarti veneziana, Okereke parte palla al piede, Marchizza gli permette di prendere velocità e ciao, l’attaccante salta Tonelli e incrocia dal limite dell’area. L’Empoli reagisce di nervi e basta, Cutrone conclude centralmente al 32’, Pinamonti stoppa e tira a lato al 38’. La mossa che paga è Henderson che al 43’ si inserisce senza palla sul tocco dentro di Di Francesco e anticipa Maenpaa che lo stende. Rigore. Bajrami non sbaglia. Sembra iniziare un’altra partita, il Castellani non incute il “medio escenico” del Bernabeu, ma il coro “Empoli Empoli” ravviva la squadra. Il recupero di 7’ dà energia, Marchizza la trova al 47’ nel recuperare in extremis un contropiede di Okereke, un controllo Var su Di Francesco allunga di un altro minuto e mezzo il recupero, Bajrami calcia alto la punizione buona. Il Venezia festeggia: l’ultima volta era stata nel febbraio 2002, contro la Fiorentina.

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/09/2021 10:33
 
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Morata crea, Szczesny e Kean distruggono:
Napoli in rimonta sulla Juve

Lo spagnolo porta in vantaggio i bianconeri dopo 10',
un errore del portiere regala il pareggio a Politano.
Poi Kean, appena entrato, su un calcio d'angolo dei campani,
schiaccia di testa verso la sua porta, e Koulibaly ribadisce in rete


Livia Taglioli


La Juve esce sconfitta 2-1 dal Maradona, dopo essere passata in vantaggio al 10' con Morata: seconda rimonta subita dall'inizio del campionato, ma stavolta i bianconeri lasciano agli avversari anche i tre punti. A ringraziare è il Napoli, che con Politano sfrutta un errore di Szczesny e con Koulibaly un'incredibile leggerezza di Kean. Spalletti diventa così il secondo allenatore nella storia del Napoli, dopo Benitez, a vincere le prime tre gare di fila. Fronte Juve, è la seconda volta nelle ultime 52 stagioni di Serie A disputate dai bianconeri che la squadra non conquista almeno una vittoria in una delle prime tre giornate. Era successo solo nel 2015-16, ancora con Allegri in panchina. E la stagione si era poi conclusa con uno scudetto e una coppa Italia nella bacheca bianconera.

SCELTE OBBLIGATE — Alla Juve dei sopravvissuti, dopo che Allegri alla vigilia aveva rinunciato ai cinque sudamericani più Chiesa, con Arthur e Kaio Jorge infortunati, risponde un Napoli incerottato per le assenze di Demme, Ghoulam, Mertens, Lobotka e Meret. Il colombiano Ospina e il “graziato” Osimhen sono in campo, come anche l’ultimo arrivato nonché esordiente assoluto Anguissa, schierato al fianco di Fabian Ruiz. Nella Juve Locatelli – alla prima gara da titolare – gioca fra McKennie e Rabiot, con Bernardeschi a destra con licenza di avanzare, in alternanza agli inserimenti di McKennie. Kulusevski agisce alle spalle di Morata, muovendosi fra le linee. Per entrambe le squadra difesa a 4: fra i bianconeri le chiavi di casa tornano a Chiellini, al fianco di Bonucci, che orchestra un reparto con gli esordienti dal 1’ De Sciglio e Luca Pellegrini.

MORATA-GOL — E proprio da una formazione abbondantemente rimaneggiata escono sprazzi di nuova-vecchia Juve: i minuti iniziali sono di marca azzurra, con Politano vicino al gol dopo 21 secondi e una raffica di calci d’angolo, ma Allegri invita i suoi alla calma. E la Juve non perde intensità. Poi la scena madre: al 10’ Manolas batte ogni record di lentezza in uno stop, Morata coglie l’attimo, gli soffia il pallone, in tre passi si presenta davanti ad Ospina e lo batte di destro con freddezza. Tutta la squadra si arrampica sullo spagnolo, in un abbraccio collettivo traboccante di liberatorio entusiasmo. La Juve guadagna autostima e metri, il Napoli accusa il colpo. Ora i rapporti di forze appaiono invertiti: i bianconeri controllano il match con personalità e sicurezza crescente, provando anche un paio di affondi quando trovano semaforo verde. Ma l’unica vera chance è per Kulusevski al 43’, quando un colpo di testa all’indietro di Insigne si trasforma in un assist per lo svedese: Ospina è bravo ad andargli incontro, impedendogli la conclusione. Da parte sua, il Napoli spinge ma riesce a costruire ben poco contro una Juve attentissima a mantenersi compatta e reattiva, dalla difesa in su.

GAFFES E RIMONTA — Nella ripresa Elmas lascia il posto a Ounas e a Mario Rui vengono affidati compiti maggiormente offensivi. Ma la sostanza della gara non cambia, con un Napoli che spinge per recuperare lo svantaggio, e una Juve che con calma e presenza non sbaglia una mossa, fino al minuto 12. Poi la gara prende tutt'altra piega: Szczesny infila infatti un’altra gaffe delle sue e Politano è bravo a sfruttare una palla persa dal portiere su un tiroaggiro non irresistibile di Insigne, alla 400esima presenza in A. Pellegrini esce per crampi, al suo posto entra De Ligt. Il Napoli oltre al pareggio ritrova verve e vigore, la Juve va in sofferenza per eccesso di stanchezza; ogni chiusura è un calvario ma cerca di ragionare. La gara resta intensa, con il Napoli che ci prova dalla distanza, con scarsa mira. Lozano dà il cambio a Politano, Insigne una manciata di secondi dopo si fa male al ginocchio destro e lascia per Zielinkski. Nella Juve Ramsey prende il posto di McKennie. Ma il cambio decisivo è quello, di Morata per Kean, al 42': passano tre minuti e il neo entrato - inspiegabilmente - schiaccia di testa verso la sua porta un calcio d'angolo battuto dal Napoli. Szczesny smanaccia, Koulibaly ribadisce in rete con un destro ravvicinato. È il 2-1 e per la Juve si fa notte. Una notte magica per il Napoli, che Koulibaly immortala in una serie di scatti, prima di restituire a un professionista a bordo campo la macchina fotografica.

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/09/2021 10:38
 
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Vlahovic spegne l'Atalanta:
che colpaccio della Fiorentina!



Doppietta su rigore dell'attaccante serbo, autentico dominatore della partita.
Per la Dea inutile il penalty di Zapata che accorcia le distanze


Marco Guidi

Dio perdona, Dusan Vlahovic no. Il serbo trascina la Fiorentina alla vittoria sul campo dell'Atalanta per 2-1, grazie a una doppietta su rigore. Ma al di là delle esecuzioni impeccabili dagli undici metri, Vlahovic è stato l'autentico dominatore della gara, un vero fardello per la difesa nerazzurra. Inutile la terza rete della gara, sempre su penalty, di Duvan Zapata. La Viola sale così a 6 punti, scavalcando proprio la Dea in classifica, ferma a 4.

FORMAZIONI — Scelte un po' a sorpresa per Gian Piero Gasperini, tra acciacchi e necessità di turnover in vista dell'impegno Champions contro il Villarreal di martedì. In porta va Sportiello e non Musso, tornato solo a notte inoltrata dal Sudamerica (per lo stesso motivo, Italiano rinuncia dall'inizio a Quarta, Pulgar e Gonzalez). Sulle fasce c'è Zappacosta a destra, con Maehle dirottato a sinistra e Gosens in panchina. Ancora squalificato De Roon, la mediana è composta da Pasalic e Freuler. In attacco, riecco Pessina dietro alle punte Miranchuk (prima da titolare nel 2021-22) e Duvan Zapata (rientrato dall'infortunio). Anche nella Fiorentina tra i pali c'è il "secondo" Terracciano. Difesa con Igor preferito a Nastasic al centro, debutto dal 1' di Torreira a metà campo, insieme a Bonaventura e Duncan e senza Castrovilli, escluso per la seconda volta su tre giornate. Davanti Callejon e Sottil ai lati del totem Vlahovic.

IL VAR DÀ, IL VAR TOGLIE — La partita in avvio la fa l'Atalanta, anche se è solo un prodigioso recupero di Palomino a impedire a Sottil di battere a rete a tu per tu con Sportiello. All'11' i nerazzurri passano con Djimsiti in mischia, ma il Var interviene per consigliare all'arbitro Marini la on field review: Zapata è in fuorigioco sul cross di Maehle e impatta sull'azione che poi porta al gol del difensore albanese, perché prova saltando ad arrivare sulla palla e la manca solo di pochi centimetri. Si resta sullo 0-0 e la gara è piacevole. La Fiorentina non rinuncia a pungere (al 18' Duncan allarga troppo col sinistro), anche se Italiano perde Venuti per infortunio (dentro Odriozola) poco dopo. Al 30' l'episodio che sblocca il match: Vlahovic crossa forte dalla sinistra, Sportiello smanaccia e Maehle tocca con il braccio. Marini non fischia, ma anche qui è decisivo l'intervento del Var. E il direttore di gara davanti al monitor opta per il rigore, suscitando l'ira di Gasperini, che aveva rivisto l'accaduto da un cellulare in panchina. In realtà, penalty giusto: è il braccio di Maehle che va a cercare la palla dopo la deviazione di Sportiello e non viceversa. Dal dischetto Vlahovic spiazza Sportiello e porta avanti i viola. La reazione dei padroni di casa c'è, ma è sterile. Soprattutto Miranchuk fatica a trovare palloni e giocate, scatenando anche qualche mugugno del pubblico di Bergamo.

GOL E CAMBI — All'intervallo il Gasp non fa cambi, ma c'è subito la doccia fredda per l'Atalanta. Maehle sbaglia in disimpegno, la Fiorentina riparte veloce e Djimsiti atterra Bonaventura in area. Altro penalty, altro giro per Vlahovic che angola alla perfezione, dove Sportiello non può arrivare. Sotto di due gol, Gasperini getta nella mischia Malinovskyi e Gosens, per Maehle e Miranchuk, due dei peggiori. E l'ucraino entra subito nel vivo, con un assist strepitoso per Duvan Zapata, che si fa ipnotizzare a tu per tu da Terracciano. L'Atalanta ci prova, non molla anche quando le cose non girano (come il colpo di testa solo strisciato da Gosens a pochi metri dalla porta su corner di Malinovskyi e al 63' la perseveranza è premiata. Oddio, ci mette del suo anche il viola Callejon, che si fa anticipare da Gosens, calciandogli poi la gamba da dietro. È rigore, stavolta senza bisogno del Var: Zapata non fallisce dagli undici metri, riaprendo la gara. Italiano capisce che le energie stanno venendo un po' meno e inserisce Amrabat e Saponara per Torreira e Sottil. La partita diventa bellissima, con la Dea a testa bassa in avanti, ma la Fiorentina a colpire in contropiede: Vlahovic per un pelo non arriva sul cross di Biraghi a firmare la tripletta al 70'. Poi due minuti dopo Terracciano è rapido nel chiudere sul primo palo il tiro di Zapata deviato da Odriozola. Fioccano le occasioni e la difesa ospite si disunisce un po': Gosens calcia sull'esterno della rete su invito di Zapata. Nel finale Gasperini inserisce anche l'ultimo arrivato Koopmeiners (buon impatto), ma ormai è tardi. Il muro viola regge agli ultimi assalti.

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/09/2021 10:42
 
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La Samp frena l'Inter.
Yoshida e Augello rispondono
a Dimarco e Lautaro



Campioni due volte in vantaggio ma fragili in difesa e raggiunti.
Nuovo infortunio per Sensi


Luca Taidelli

Gol, prodezze, errori e sprechi assortiti. Sampdoria-Inter regala tante emozioni ma fa più felici i padroni di casa, che trovano i primi gol in campionato. Un'Inter troppo fragile dietro invece si fa rimontare due volte, perde i primi punti e, aspettando Milan-Lazio e Roma-Sassuolo, finisce a -2 dal Napoli. Quattro gol, tutti di sinistro, di cui tre stupendi: Dimarco, Lautaro, Augello. Yoshida firma il momentaneo 1-1 grazie a una deviazione decisiva di Dzeko. Inzaghi sarà un po' preoccupato anche per nervosismo e infortuni di Dimarco e (il solito, sfortunatissimo) Sensi.

LE SCELTE — D’Aversa recupera Bereszynski, ma non Ekdal. Con Thorsby c’è Silva, dietro alla coppia Caputo-Quagliarella. Sugli esterni, Candreva e Damsgaard. Inzaghi punta su Lautaro e di fatto conferma la formazione che prima della sosta aveva vinto a Verona, con Darmian e Perisic a tutta fascia. Unico cambio obbligato, Dimarco al posto dell’infortunato Bastoni. Dopo tre anni e 4 mesi (1232 giorni), i nerazzurri ritrovano l’arbitro Orsato. L’ultima volta, il 28 aprile 2018, le polemiche per la mancata espulsione di Pjanic in Inter-Juve furono roventi.

FASI ALTERNE — Parte meglio la Samp, super aggressiva con i due mediani che asfissiano Barella e Calha. L’Inter fatica a sciogliersi e rischia grosso al 4'. Dimarco sbaglia il rinvio, Augello pennella per Thorsby che a tre metri dalla porta manda alto di testa. Troppi errori in uscita per i nerazzurri, che però cambiano marcia dopo il primo quarto d'ora. Dopo due corner, il jackpot lo pesca lo stesso Dimarco con una punizione fantastica dal limite, dopo una manata di Colley su Lautaro. Il suo mancino è forte (106 km/h) e di precisione imbarazzante, togliendo davvero la ragnatela dal sette alla destra di Audero. Il vantaggio carica gli ospiti, la Samp non tiene i ritmi folli dell'avvio e rischia lo 0-2 con Audero che dice no a Lautaro. La situazione però si ribalta e al 33' i liguri pareggiano nel momento migliore degli avversari. Dopo una serie di rimpalli nell'area di Handanovic, Yoshida calcia di sinistro e la deviazione di Dzeko spiazza lo sloveno. Ora è la Samp a gasarsi, ma l'Inter sa reggere il colpo, sfiorare il 2-1 con Skriniar (colpo di testa alto di poco) e piazzare il colpo letale prima dell'intervallo. Calha si scuote dal torpore, sradica un pallone a Damsgaard per la ripartenza di Barella, contro il quale Silva e Augello rimbalzano come pupazzi, Dzeko detta il passaggio attirando Colley, Yoshida resta a metà strada e l'azzurro allora premia la solitudine di Lautaro, bravo col mancino al volo che riporta avanti i suoi.

PRONTI VIA — Nessun cambio nell'intervallo, ma sono subito fuochi d'artificio. Al 2' infatti arriva il quarto gol di sinistro del match, con la splendida voleé di Augello (troppo stretto Darmian) sul cross di Bereszinski che si era bevuto Calha. L'Inter non ci sta e in pochi minuti crea tre nitide palle gol. Il tiro cross di Perisic però è troppo forte per Dzeko; Lautaro perde l'attimo su un'altra genialata di Barella; Calhanoglu calcia a fil di palo da buona posizione. Inzaghi richiama Perisic e Brozovic per inserire D'Ambrosio (Dimarco a tutta fascia) e Vidal, con Barella centrale. Appena dopo l'ora di gioco, scatta la staffetta Lautaro-Correa, ma i crampi di Dimarco inducono Inzaghi agli ultimi due cambi: Dumfries (Darmian trasloca a sinistra) e Sensi per Dimarco e Calha. L'olandese sgasa subito ma Correa non trova la porta prima dell'ultimo cooling break. Squadre stanche, quindi lunghe, con diverse occasioni da gol. D'Ambrosio salva su Damsgaard quasi sulla linea, Correa va di nuovo vicino al gol dell'ex. D'Aversa cerca forze fresche e, dopo Quagliarella per Askildsen, cambia Augello e Damsgaard con Murru e Verre. Sensi si fa male al ginocchio ma le sostituzioni sono finite. Inzaghi chiude col 3-5-1, ma la vittoria era sfumata prima.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/09/2021 00:12
 
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Genoa da impazzire: sotto 2-0 a Cagliari,
ne segna 3 in 20’ con doppietta di Fares

Exploit della squadra di Ballardini che al 56’ era spalle al muro:
ma un colpo di testa di Destro l’ha rimessa in partita,
prima dello show dell’ex laziale entrato solo nella ripresa


Francesco Velluzzi


Sole, pubblico, la Nord in silenzio, la sud che canta, i bambini della curva futura finalmente felici allo stadio, meno di 100 genoani a torso nudo. A Cagliari comincia così. Ma per i rossoblù di casa finisce in dramma: dal 2-0 al 2-3 con qualche interrogativo su Leonardo Semplici che comincia a farsi più di qualche tifoso. Incerottato e con gli uruguaiani praticamente fuori uso, il Cagliari approfitta del sonno del Genoa che il presidente Enrico Preziosi quest’anno immagina tra le prime 10. Segna su rigore il solito Joao, e nella ripresa stacca di testa Ceppitelli. Ma Davide Ballardini ha sette vite e soprattutto più soluzioni. Cambia uomini e modulo. Chiede cross a manetta e il giovane Cambiaso, eroe anche col Napoli, li confeziona. Destro e Fares li trasformano. Resuscitando il Grifone.

PRIMO TEMPO — Semplici non rischia Nandez reduce da un tour massacrante con l’Uruguay, ma perde pure Pavoletti. L’attaccante che gia da ieri lamentava il mal di schiena, fa le prove, ma si arrende. Quindi Keita Balde debutta subito, biondo col nove sulle spalle. C’è anche Grassi, fedelissimo di Semplici nel centrocampo che vede Deiola al centro vista l’emergenza. Tocca a Marin il compito di tuttofare. Ballardini rivoluzione il centrocampo inserendo Tourè, a destra c’è Sabelli e non Ghiglione. Davanti Destro e Pandev: 68 anni in due. Entrambe le squadre con il 3-5-2 d’ordinanza. Il Genoa picchia duro per mettere le cose in chiaro. Biraschi becca subito il giallo. Joao segna in fuorigioco, ma poi segna davvero perché Marin parte al sua maniera, serve Keita e Sabelli cade in trappola buttandolo giù. Non c’è neppure bisogno del Var, Pairetto vede da solo, il brasiliano batte Sirigu. Resta l’unico pericolo, oltre a un altro tiro di Joao, fuori. Il Genoa fa poco o nulla. Cragno sbriga solo le pratiche in uscita alta, gli angoli, tre, non preoccupano.

SECONDO TEMPO — Ma nel secondo tempo c’è la trasformazione che tutti quanti stanno già aspettando. Ballardini vede il baratro e rivoluziona la squadra: dentro Vanheusden, Kallon e soprattutto Fares. E passaggio al 4-2-3-1. Anche Semplici cambia il deludente Walukiewicz con Caceres. E dopo 9’ ancora Uruguay al potere: dentro Nandez, per forza, per Grassi che non ne ha più. Ma dopo 2’ il Cagliari va in paradiso. Nel senso che Ceppitelli sale sopra Tourè, l’ex Nantes, che è 1,87 e insacca. Sembra tutto a posto per i sardi e invece Cambiaso, che ha più birra di tutti e corre come col Napoli, mette un altro bel pallone sul quale proprio Caceres si fa beffare da Destro al 14’. Balla toglie anche Pandev che di anni ne ha 38 e inserisce Ekuban. Il Genoa è fresco. Il Cagliari ha Keita al primo test e deve toglierlo, ma Semplici in panca ha solo Farias. Minuto 24 e su angolo di Rovella Fares, creato alla Spal da Semplici, anticipa Joao Pedro. Non è finita perché l’incredibile Genoa completa l’opera ancora con la coppia Cambiaso-Fares che stavolta sul cross del bimbo del vivaio beffa il giovane Bellanova, ancora distratto dall’Under 21. Che ritorno per l’ex Lazio che ha avuto mille guai. Il Cagliari prova la reazione scomposta, più che 4-3-3 è caos organizzato. Con Marin, il migliore, che si danna l’anima, ma senza collaboratori... La rabbia produce solo tiri fuori e un contropiede dello sciagurato Kallon che brucia il 4-2 e fa qualche sceneggiata di troppo. Ma c’è ancora un brivido: Cambiaso sbaglia una cosa: un appoggio di testa, Joao potrebbe salvare la frittata, ma calcia alto.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/09/2021 00:17
 
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Samardzic, esordio col botto!
Gol decisivo, colpo Udinese in casa Spezia

Il trequartista tedesco regala a Gotti la seconda vittoria in questo campionato.
Seconda sconfitta consecutiva per i liguri


GB Olivero


Un gol nel finale di Samardzic, entrato da poco, basta all'Udinese per vincere a La Spezia, rovinando il debutto casalingo con il pubblico dei bianconeri. La squadra di Thiago Motta avrebbe meritato il pareggio, soprattutto grazie a una veemente mezz'ora conclusiva. L'Udinese aveva giocato meglio nel primo tempo, ma poi era sensibilmente calata. La giocata individuale di Samardzic lancia Gotti a quota sette in classifica, mentre lo Spezia finora ha raccolto un solo punto, al debutto a Cagliari.

PRIMO TEMPO — Thiago Motta per la prima volta nella stagione non sceglie la difesa a tre, propone il 4-3-3, piazza Sala nell’inconsueto ruolo di play, mentre in avanti il centravanti è Antiste. Classico 3-5-2 per l'Udinese, che in avvio cerca di prendere in mano la partita grazie a una evidente superiorità tecnica. La prima conclusione, però, è di Antiste che di testa gira fuori un cross di Bastoni. All'11' Guida fischia un rigore per l'Udinese: retropassaggio corto di Ferrer, Zoet non è reattivo nell'uscita e sembra falciare Pussetto che lo anticipa. Il Var Valeri, però, richiama al monitor Guida: il portiere non tocca l'avversario, che viene ammonito per simulazione. Al 28' una bella azione corale dell'Udinese parte dal centro, prosegue sulla destra e si conclude a sinistra, dove Stryger Larsen effettua una conclusione fiacca e centrale da buona posizione. Lo Spezia, un po' timido nei primi venti minuti, cresce nella fase finale del tempo soprattutto grazie alle combinazioni tra Bastoni e Maggiore. Un tiro di Gyasi viene deviato in angolo e prima dell'intervallo è Zoet a respingere una conclusione di Pussetto.

SECONDO TEMPO — La ripresa si apre con ritmi lenti. Il primo squillo è di Deulofeu al 15': bravo Zoet a distendersi e deviare. Poi entra in partita lo Spezia, che comincia finalmente a creare e tirare. Entrano Verde e Agudelo, la palla scorre più rapidamente e al 22' Silvestri deve impegnarsi per respingere un tiro di Agudelo. Tre minuti dopo ancora bravissimo il portiere dell'Udinese su Verde, servito da Maggiore dopo una bella azione. Al 40' Verde supera con il destro il portiere ma non Nuytinck che sulla linea devia di testa. E al 44', un po' a sorpresa vista la ripresa poco propositiva dell'Udinese, arriva la rete decisiva per la squadra di Gotti: Samardzic, che pochi minuti prima aveva sostituito Deulofeu, salta Antiste e Hristov e realizza con un destro preciso.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/09/2021 00:21
 
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