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Campionato di calcio Serie A stagione 2021/2022 (quello dei Campioni d'Europa)

Ultimo Aggiornamento: 25/05/2022 13:28
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Muriel impazza, l'Atalanta dilaga
e consolida il quarto posto.
Udinese travolta

Vittoria già ipotecata nel primo tempo, chiuso per 3-0.
In gran spolvero Muriel, autore di una doppietta.
Segnano pure Pasalic, Malinovskyi, Maehle e Pessina


Andrea Elefante


Non deve ingannare il 6-2 finale: l’Atalanta che continua a viaggiare come un treno in trasferta (nove vittorie e due pareggi) ovviamente stramerita di vincere, ma l’Udinese non merita di perdere con questo scarto, frutto dell’inevitabile stanchezza finale per una squadra arrivata a giocare questa partita con una settimana di non-lavoro e undici giocatori contati, più un paio di cambi che Cioffi spende solo perché non può farne a meno. L’effetto Covid, alla fine, penalizza più l’Udinese, nonostante anche l’Atalanta - però con una rosa più profonda ed equilibrata - avesse tre positivi, uno squalificato (Freuler) e due infortunati importanti (Zapata e Gosens). La squadra di Gasperini, così, riprende la sua corsa Champions dopo la doppia frenata prenatalizia e ora attende, domenica, l’Inter al Gewiss.

LE SCELTE — Cioffi recupera in extremis anche Beto, dunque gli unici attuali titolarissimi a mancare sono il portiere Silvestri, sostituito da Padelli, e Arslan (Pereyra è infortunato da un po’ e Samir è stato ceduto al Watford). Con scelte limitatissime al di là degli undici, non potendosi permettere di lasciarsi cambi in panchina (solo Success, in pratica) il tecnico decide di utilizzare tutti tre gli attaccanti disponibili,con Pussetto e Deulofeu larghi assieme a Beto; il terzetto di centrali difensivi è Beto-De Maio-Neutinck, Udogie si adatta a fare l’interno, accanto a Walace, e Perez l’esterno sinistro. Gasperini sceglie Palomino e non Demiral come centrale difensivo e a centrocampo preferisce Pezzella a Hatebor, mandando Maehle a destra; davanti, i tre che avrebbero giocato contro il Torino: Malinovskyi e Pasalic assieme a Muriel. In panchina non ci sono Sportiello, Zappacosta e Piccoli: non ci sono comunicazioni ufficiali dal club, ma si può ipotizzare siano i tre positivi che erano stati annunciati ieri, senza specificare i nomi.

PRIMO TEMPO — L’Udinese parte subito forte, sapendo di avere meno energie da spendere: per un quarto d’ora è più padrona del gioco, ma alla prima chance passa l’Atalanta, quando su cross (deviato) di Pezzella, Pasalic va a bruciare di testa De Maio. Che 5 minuti dopo viene dribblato secco da Muriel, lanciato come un fulmine in incursione centrale da un invito al bacio di Malinovskyi. Stupenda la serpentina in velocità del colombiano, meno la sua provocazione al suo ex pubblico, che come sempre lo aveva beccato per una separazione sempre mal digerita, da queste parti. Ma quando vede Udinese, Muriel è una sentenza. Meno l’Atalanta dopo il 2-0, anzi Gasperini ha i suoi buoni motivi per arrabbiarsi: un po’ di rilassamento e qualche errore di troppo danno coraggio all’Udinese, vicina per due volte al 2-1: al 35’, quando una ripartenza di Beto viene chiusa da Deulofeu, con sterzata su Palomino, e serve il miglior Musso petr evitare il gol; e poi al 39’, quando Udogie mira alto di testa un cross dalla destra di Molina. Il pericolo corso scuote l’Atalanta, che piazza il 3-0 poco prima del riposo: azione costruita da Pasalic, rifinita da Muriel per Pezzella, il cui tiro viene respinto alla disperata da Neutinck, ma sul sinistro di Malinovskyi, indisturbato, che non perdona.

SECONDO TEMPO — La partita sembra saldamente in mano all’Atalanta, ma l’Udinese, come già nel primo tempo, aggredisce bene la partita e trova con un po’ di fortuna - tiro di Molina deviato da Djimsiti - il 3-1 che potrebbe rianimarla. In effetti la squadra di Gasperini accusa il secondo momento di semi black out della partita, ma la stanchezza inizia a farsi sentire nelle gambe dei bianconeri. Che poco dopo la mezzora subiscono il gol taglia gambe: ancora del killer Muriel, che con una doppia finezza (stop a seguire di testa e ancora dribbling secco su De Maio) segna il 4-1. La partita finisce praticamente lì, il resto è frutto solo di una distrazione dell’Atalanta (Success si beve Pessina e serve bene il taglio di Beto per il 4-2) e del serbatoio vuoto dell’Udinese, che prende altri due gol nel giro di tre minuti: il 5-2 da Maehle, che attacca bene l’area su assist di Hateboer; il 6-2 da Pessina, su assist dello stesso Maehle e velo prezioso di Miranchuk. E nel frattempo Gasperini ha fatto esordire in Serie A il giovane difensore Cittadini, classe 2002.

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/01/2022 00:00
 
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Motta gioca l'asso di Bastoni:
lo Spezia fa festa sul Genoa

Un primo tempo opaco degli uomini di Shevchenko spiana la strada agli ospiti,
in vantaggio grazie al terzino dal 14'. Inutili i tentativi nella ripresa


Filippo Grimaldi


Un verdetto definitivo sulla via della salvezza? Presto per dirlo, ma questo successo pesantissimo dello Spezia (0-1 al Ferraris con gol di Bastoni nel primo tempo) allontana la squadra di Motta dalla zona rossa della classifica e fa sprofondare il Genoa sempre più in zona retrocessione, dopo la sesta sconfitta in otto gare della gestione-Shevchenko. Da qualunque parte si osservi questo risultato, rispecchia in pieno i valori visti in campo. Genoa-Spezia era già una partita da dentro e fuori. Alla fine la festa è della squadra di Motta, che centra il secondo successo esterno di fila.

MONOLOGO — È stata una sfida senza comandanti in panchina: Motta squalificato e costretto a seguire la sfida in un box tv nella tribuna superiore, Shevchenko neppure al Ferraris, di nuovo bloccato da una positività al Covid-19 dopo quella che lo aveva costretto a rimanere isolato a Londra dal 27 dicembre alla vigilia dell’Epifania. In campo, il tecnico degli aquilotti sceglie di non riproporre lo stesso 3-5-2 del Genoa, ma opta per il consueto 4-3-3 che costringe i rossoblù a tenere più bassi i suoi esterni, complicando ulteriormente i piani di una squadra che gioca il peggior primo tempo della gestione-Shevchenko contro un avversario che, invece, fa vedere il suo miglior calcio della gestione-Motta fino all’intervallo. Dopo un inizio nel complesso bruttino, lo Spezia prende in mano la gestione della partita e sblocca il risultato con Bastoni (14’): azione avviata da Erlic, che interrompe un tentativo genoano e favorisce la ripartenza di Verde, che a sinistra ha un’autostrada. Difesa genoana in ritardo, il risultato è devastante per i rossoblù. Verde serve un rasoterra intelligente a centro area per Bastoni, che non sbaglia. Bani è in ritardo, ma l’errore a livello di posizione è collettivo e conferma le difficoltà del Grifone. Vantaggio strameritato per la squadra di Motta, ma il gol subìto non serve a risvegliare i padroni di casa. Al contrario, lo Spezia capisce che l’avversario è in difficoltà e spinge con forza sulla sinistra, dove Verde fa impazzire Ostigard. Gli ospiti spingono: Maggiore impegna Sirigu, poi Fares salva sulla riga ancora su Verde. Blackout rossoblù senza fine, e Spezia da applausi. Manaj (33’) piazza una girata splendida a lato di poco (33’), ma anche qui Ostigard sbaglia tutto. Verde, incontenibile, sfiora ancora il bis dalla sinistra (41’). Rossoblù senza idee e inconcludenti.

RIVOLUZIONE — Il Genoa cambia completamente faccia e ritmo nella ripresa. Passa al 4-3-3 con l’innesto di Pandev in avanti, rinforza la mediana con il ritmo e la classe di Rovella e inserisce Hefti in difesa, che riesce a limitare Verde e si concede anche alcuni pericolosi affondi sulla destra. Padroni di casa più vivi e Spezia costretto a rimanere più basso. Scintille fra Vasquez e Manaj (giallo per entrambi), la sfida si accende. Più sostanza ed equilibrio per il Genoa, ma non basta ai rossoblù per acciuffare il pari. Provedel para su Destro (12’), Sirigu mette in angolo un tiro insidioso di Bastoni dalla distanza, prima che Verde sprechi un’altra palla d’oro per il raddoppio. Lo Spezia resiste: Tassotti mette dentro Caicedo per Ekuban, ma non basta. L’occasione migliore del Genoa è un diagonale di Hefti sul quale Caicedo non arriva. Non c’è altro, a parte un tiraccio di Destro proprio al novantesimo. Troppo presto per dire se questa sia una condanna quasi definitiva sulla via di una salvezza sempre più lontana per il Genoa. Di sicuro lo Spezia respira e torna a casa allungando per ora a sei punti dalla terzultima. E blinda la panchina di Motta, che allontana i fantasmi.

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/01/2022 00:04
 
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Juve, è una rimonta pazzesca: spettacolare 4-3 alla Roma!

I bianconeri sotto 3-1 trovano una grande vittoria grazie
anche a Szczesny che nel finale para un rigore a Pellegrini


Livia Taglioli


Sette gol, un rigore (ancora) parato dall’ex Szczesny, l’espulsione di De Ligt: c’è tutto questo ed altro ancora nella vittoria per 4-3 della Juve contro la Roma, all’Olimpico. I bianconeri allungano così in classifica, restando in scia all’Atalanta (che ha una partita in meno) e del quarto posto. Due delle tre reti dei padroni di casa arrivano da calci da fermo: il primo, con Veretout dalla bandierina ed Abraham a colpire di testa, e il terzo, con un destro perfetto di Pellegrini su punizione. In mezzo il momentaneo pareggio firmato da Dybala e il raddoppio di Mkhitaryan, su assist di Pellegrini. Poi è Locatelli, al suo primo gol di testa in A, a dare il via alla rimonta, coronata da Kulusevski e De Sciglio. Per la prima volta in questo campionato la Juventus ha subito tre gol: ai bianconeri non accadeva da maggio contro il Milan.

PRESENZE E ASSENZE — Mourinho deve fare a meno di Zaniolo, al suo posto gioca Felix al fianco di Abraham, col neo arrivato Maitland-Niles subito lanciato nella mischia. Cristante arretra in difesa, con Kumbulla in panca e Veretout al centro, a dirigere le operazioni. La Juve, con Landucci in panchina al posto dello squalificato Allegri, schiera Kean terminale offensivo avanzato, con Morata risparmiato in vista della Supercoppa di mercoledì, davanti al trio McKennie-Dybala-Chiesa e un centrocampo a due, con Bentancur al fianco di Locatelli. Out Alex Sandro, Chiellini è negativo (parte in panchina e finisce in campo con una gran fasciatura intorno alla testa), con Danilo e Bonucci ancora out. La prima conclusione è di Dybala, che non spaventa Rui Patricio, e subito dopo Szczesny è abile su un colpo di testa di Abraham. Chiesa batte alto dalla distanza, ma è la Roma che cresce e trova il gol, su azione di calcio d’angolo.

VIA ALLA GIRANDOLA DEL GOL — All’11’ Veretout batte dalla bandierina, Abraham, piazzato sul primo palo fra Bentancur e Rugani, salta più in alto e firma il suo quattordicesimo gol stagionale: è l’1-0. La Roma reclama un calcio di rigore per un pallone che carambola sul braccio (largo) di De Ligt, il Var dice di no. Sarebbe il coronamento di una fase di supremazia giallorossa. Invece Dybala suona la carica: una sua percussione solitaria viene murata davanti a Rui Patricio, poi, al 18’, l’argentino stoppa da manuale un assist di Chiesa e dal limite, da fermo, lascia partire un sinistro angolato che riporta la gara in parità. Poi il ritmo cala, la Roma allenta il pressing e non riesce più a farsi pericolosa, se non a tempo scaduto, con una schiacciata di testa di Smalling che una coscia di Abraham involontariamente devia alle stelle. La Juve intanto perde Chiesa per un guaio al ginocchio destro, al suo posto entra, a freddo, Kulusevski. Un suo colpo di testa finirà di poco a lato.

MASSIMA DISTANZA E GRAN RIMONTA — Come già nel primo tempo, è la Roma a entrare prima in partita: pronti, via e dopo 3 minuti Mkhitaryan trova il raddoppio, su assist di Pellegrini, complice una deviazione decisiva di De Sciglio. Ma non finisce qui: al 53’ Pellegrini trova il suo sesto gol in campionato, con una punizione perfetta: il suo destro angolatissimo sorvola la barriera e si infila sotto l’incrocio dei pali. Intanto Cuadrado era stato ammonito, e dunque salterà la sfida di Supercoppa contro l’Inter in programma mercoledì. Morata e Arthur subentrano a Kean e Bentancur, e proprio dai piedi dello spagnolo nascono i due gol bianconeri della rimonta: al 70’ Locatelli, tutto solo in area, devia in gol un suo cross (3-2), al 72’ su un suo tiro rimpallato si avventa Kulusevski e realizza il 3-3. Il Var verifica un fuorigioco di Cuadrado, poi il gol viene convalidato. Ma la Juve è scatenata e al 77’ trova il vantaggio (3-4), con De Sciglio bravo a controllare di petto e a battere Rui Patricio con un destro ravvicinato. Ma non è finita: al minuto 81 un braccio allargato di De Ligt stoppa un tentativo di Abraham e induce Massa a fischiare il calcio di rigore. L’olandese, già ammonito, viene espulso. Mentre Szczesny concede il bis, respingendo il penalty battuto da Pellegrini, come già all’andata aveva ipnotizzato Veretout. Il finale è un giro sulle montagne russe, ma dopo 6 minuti di recupero Massa decide che può bastare così.

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/01/2022 00:08
 
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L'Inter non perde la testa: batte
2-1 la Lazio e risorpassa il Milan

Le reti di Bastoni e Skriniar condannano la Lazio,
a cui non basta il momentaneo pari di Immobile


Vincenzo D’Angelo


La risposta c’è stata, ma quanta sofferenza. L’Inter, all’ottava vittoria consecutiva, si riprende la testa della classifica lasciata ai cugini del Milan soltanto per un pomeriggio: il tempo di tornare in campo per il debutto nel nuovo anno e di superare la Lazio , che ha spaventato parecchio la banda nerazzurra. Inzaghi stavolta vince il suo derby del cuore e ringrazia Alessandro Bastoni, il difensore-tifoso che calcia come un 10 e difende come pochi sanno fare in Italia. Gol e assist (per Skriniar) per il numero 95, che con le due magie ha reso inutile il guizzo di Immobile. E ora la testa può già andare a mercoledì sera, quando a San Siro arriverà la Juve per la Supercoppa.

BOTTA E RISPOSTA — La Lazio è più accorta del solito: Sarri preferisce l’equilibratore Basic al talento di Luis Alberto. Ma anche Inzaghi ha meno qualità vista l’assenza per squalifica di Calhanoglu e alla fine preferisce i centimetri di Gagliardini per limitare Milinkovic sul gioco aereo. Nei primi 10’ succede poco, salvo un’uscita bassa di Handanovic su Felipe Anderson, poi arrivano le emozioni. Perisic (14’) rovina l’assist da oscar al volo di Barella, spedendo alto di testa da buona posizione. E pochi minuti dopo San Siro fa festa prima di essere gelata – ancora di più, vista la temperatura – dalla Var: Lautaro segna su imbeccata verticale di Sanchez ma la posizione del Toro è di poco oltre l’ultimo difensore. Tutto da rifare, ma per il Toro la serata sembra stregata: al 29’ è straordinaria la volée in piena area su splendido suggerimento di Dumfries, ma Strakosha di istinto fa il miracolo. Ma un minuto dopo l’Inter passa lo stesso: su una corta respinta della difesa laziale da calcio d’angolo, Bastoni ha il tempo di stoppare e prendere la mira dal limite: sinistro a giro chirurgico e palla in buca d’angolo: 1-0 e quindicesimo marcatore diverso in A per il migliore attacco del torneo. Ti aspetti che il gol possa essere l’inizio di un arrembaggio alla ricerca del 2-0, e invece è la Lazio a trovare il pareggio al 35’ grazie a una dormita generale della difesa nerazzurra: sul lancio lungo di Felipe Anderson pasticciano in tre: De Vrij si fa scavalcare dalla traiettoria, Immobile scappa a Skriniar e Handa esce a vuoto, con Ciro nazionale che infila a porta vuota. All’intervallo è 1-1.

EROE INATTESO — La ripresa si apre subito forte: 30 secondi e Immobile di testa impegna Handa, sul capovolgimento di fronte un bel tiro-cross di Perisic attraversa l’area piccola senza trovare deviazioni amiche. All’8’ clamorosa occasione per Milinkovic, che cicca da due passi dopo invenzione di Felipe Anderson. L’Inter risponde con una punizione angolata ma debole di Sanchez (18’), respinta da Strakosha, ma l’occasionissima arriva un minuto dopo: Dumfries si avventa su una palla vagante ma spara su Strakosha in uscita disperata, poi è Luiz Felipe a murare Perisic a porta vuota. Ma in gol è nell’aria, San Siro inizia a spingere e al 22’ può esplodere di gioia: fanno tutto gli esterni del tridente difensivo – marchio di fabbrica del gioco di Inzaghi – con Bastoni al cross teso e Skriniar a svettare più in alto di tutti. Un bacio alla parte bassa della traversa e 2-1 Inter. Il finale è convulso e nervoso: Pairetto espelle Radu per due interventi duri, poi torna sui suoi passi e lascia che la gara si chiuda 11 contro 11. L’Inter soffre ma tiene, la Lazio non sfonda più. E Inzaghi si prende la personale rivincita del cuore: la prima vittoria da ex è un grande segnale al campionato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/01/2022 00:11
 
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Salernitana, che blitz a Verona:
Djuric e Kastanos regalano i 3 punti a Colantuono

Granata in vantaggio a fine primo tempo.
Poi il pari della squadra di Tudor con Lazovic a inizio ripresa,
prima del gol partita del cipriota


Matteo Fontana


Nella grande ghiacciaia del Bentegodi, con un lungo elenco di assenti per la positività al Covid sia da un lato che dall’altro, una Salernitana ordinata sorprende il Verona, vince per 2-1 e riaccende la corsa alla salvezza. L’Hellas viene dalla vittoria con lo Spezia, è piena di giocatori bloccati dal Covid, ha un positivo in più (Sutalo) e due in meno (Magnani e Cancellieri, comunque out), ma la Salernitana ha, allo stesso modo, tante assenze a causa del virus ed è ferma, di fatto, da più di venti giorni, all’insegna della turbolenza, con il passaggio societario sul filo concluso con l’acquisto del club, in fase di formalizzazione, da parte di Danilo Iervolino: esordio bagnato dalla vittoria, il suo.

POCHI TIFOSI — In uno stadio con poco pubblico (la Curva Sud, cuore del tifo gialloblù, decide di non entrare, viste le nuove restrizioni per gli accessi), Tudor, necessariamente, cambia poco rispetto alla partita di giovedì – Tameze comincia dalla panchina, esordio da titolare per Depaoli, trio in avanti con Lasagna e Caprari a supporto di Simeone –, Colantuono sceglie l’assetto con il 3-5-2, in attacco al fianco di Djuric c’è Gondo. Il Verona spinge subito, la Salernitana resta compatta dietro e cerca il ribaltamento di fronte per pungere. Simeone sale di testa, colpisce, deviazione in angolo. Biglia che ruota tra i piedi dell’Hellas, che ci prova con Ilic (Belec mette fuori). Appena il Verona, sbaglia però, è patatrac, con la Salernitana che scatta: Gunter stende Gondo in area, rigore, Djuric, al 29’, supera Pandur. Traballa l’Hellas, Gondo ha sulla testa il pallone per raddoppiare, Pandur ribatte. Fatica ad assorbire lo svantaggio, il Verona, produce poco, inizia ad andamento lento nel secondo tempo. Tudor decide che è ora di cambiare, inserisce Kalinic per Simeone e Barak per Depaoli. Arriva il pareggio, realizzato da Lazovic, al 18’: tiro che gira in diagonale, Belec tocca, non basta. La Salernitana si riorganizza, riparte e passa ancora, stavolta su una punizione pennellata da Kastanos, a 20’ dalla fine. Il Verona torna alla carica, va vicino al pari con un tacco di Kalinic, poi con Barak, mette in fila calci d’angolo. Finale acceso, Ilic viene espulso per proteste. Niente da fare per l’Hellas, la Salernitana ritrova una vittoria che mancava dalla partita del 23 ottobre con il Venezia. Anche allora, e sempre in Veneto per 2-1.

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/01/2022 00:15
 
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È un Toro da sballo:
Fiorentina travolta 4-0!



Dominio assoluto della squadra di Juric,
che approfitta dei clamorosi errori degli avversari.
In gol Singo, Brekalo (doppietta) e Sanabria


Mario Pagliara

Una notte a riveder le stelle così al Toro non capitava dal 2018-2019, l’anno dei record finito con l’ingresso in Europa League. Demolita la Fiorentina (4-0), i granata vanno a letto dopo questo trionfale lunedì facendo sogni europei. Perché adesso la classifica dice che la bellissima squadra di Juric ha scalato il nono posto, ed è a quattro punti dal sesto con una partita (quella di Bergamo) da recuperare. La legge dell’Olimpico Grande Torino sta diventando implacabile: settimo risultato utile consecutivo (sei vittorie e un pareggio), 23 su 28 punti Juric li ha conquistati in casa. Soltanto l’Inter capolista ha fatto più punti (26) nel proprio stadio finora in Serie A.

TORO PERFETTO — Se possa mai esserci un modello di prestazione perfetta da proporre nelle scuole calcio, allora la performance del primo tempo del Torino di Ivan Juric si candiderebbe sicuramente ad essere proiettata nelle aule. Baricentro spinto (molto spinto, anche più del solito rispetto alla media dei 53 metri dei granata), difesa impeccabile, esterni che sfondano a piacimento. Si direbbe, partita in controllo. Ma è anche di più: perché i granata sono un’onda che sa diventare travolgente contro una Fiorentina forse sorpresa dalla serata spettacolare del Toro, ma di certo irriconoscibile rispetto alla bella squadra che aveva stupito nella prima parte del campionato. Lunedì specialissimo, poi, per il portiere Luca Gemello: a ventuno anni (è un 2000) bagna il debutto in Serie A. Per lui cresciuto nel vivaio del Toro, originario di Savignano (Cuneo, feudo granata), è diventato un lunedì indimenticabile. E senza nemmeno troppa emozione: lo dimostra, al 27’, quando si oppone a una botta di Vlahovic. Eravamo sul 2-0. Gemello diventa il quarto calciatore prodotto dalla favolosa Primavera 2018-2019 (la classe 99-2000) a scendere in campo con Juric, dopo Buongiorno, Singo e Kone.

FINALMENTE LE FRECCE — Se l’avvio scorre sui binario dell’equilibrio, almeno per un quarto d’ora, e se dopo tre minuti passa impunito uno schiaffo di Milenkovic (ai limiti dell’intenzionalità) a Sanabria (naso sanguinante), il resto è un monologo tutto dei padroni dei casa. Nulla può la Fiorentina di questa sera, che pure di qualità ne avrebbe a iosa: da Gonzalez a Castrovilli, da Callejon a Bonaventura, senza contare bomber Vlahovic. Ma che resta prigioniera delle sue paure, e soprattutto da un Toro che non concede nulla. E che punisce ogni volta che può. Come dopo diciannove minuti, ad esempio, quando Djidji firma uno show offensivo in dribbling, poi si innescano le frecce di Juric: la rivelazione di fine 2021 Vojvoda scodella un cross perfetto per Singo che stappa la serata. Primo assist per Vojvoda, secondo gol per Singo: Juric applaude. Finalmente i suoi esterni, sembra dire Juric: è dall’inizio della stagione che chiedeva e aspettava una tale incisività dalle ali.

JOSIP MANIA — Ma qui arriva il bello. Perché, passato in vantaggio, il Toro si scatena che è uno spettacolo. Quattro minuti dopo, è il 23’, Lukic sfonda centralmente fino ad arrivare davanti a Terracciano. Poi fa la cosa più intelligente: non tira, ma serve un rigore in movimento per Brekalo in arrivo di corsa dalle retrovie. Colpo secco e Toro in paradiso molto prima della mezzora: due a zero. Il folletto croato rompe un digiuno bimestrale (durava dal 22 novembre, gol all’Udinese) e, poco dopo, piazza addirittura il tris. Minuto 31’: Callejon sbaglia il retropassaggio per Terracciano, Brekalo se ne accorge, si invola e fa doppietta salendo a cinque gol in campionato, mettendosi sulla testa la corona di bomber granata del Toro. Sì, è tornato la Josip-mania. E il Torino va all’intervallo sul 3-0.

LA CILIEGINA DI TONNY — In avvio di ripresa, Italiano corre ai ripari inserendo Igor per Quarta e Saponara per Callejon. Fiammate di Fiorentina, qua e là, come quando Saponara dopo pochi minuti ci prova, ma Gemello è attento nella presa bassa. Oppure come quando, al 26’, Gonzalez di testa non sorprende Gemello, un gatto nel tuffo. Ma questa è la serata del Toro che, al 13’, pone anche la ciliegina: Mandragora inventa, Sanabria rifinisce sotto la curva Maratona e cala il poker. Fiorentina in ginocchio e confusa, Toro in estasi. I tifosi granata cantano “oh mamma mamma mamma, ho visto un gran bel Toro”, e hanno ragione. Nel finale Italiano ricorre anche al suo ultimo acquisto, Ikonè, mentre Juric concede la standing ovation a Brekalo a dodici minuti dal novantesimo. Al suo posto entra Pjaca. Finisce 4-0 con il Toro a far festa e la Fiorentina a ripensare alla sua serataccia.

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/01/2022 17:11
 
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Pereiro ribalta il Bologna:
assist e gol al 94', il Cagliari gode


L'uruguaiano entra dopo la rete su punizione di Orsolini e trova le due giocate decisive.
Sconfitta immeritata per la squadra di Mihajlovic



Due partite per girare una stagione: con la seconda vittoria consecutiva per 2-1 il Cagliari batte il Bologna e crede sempre più nella salvezza, visto che ora è terzultimo ma a meno uno dal Venezia e a meno due dallo Spezia. In una partita in cui i due allenatori hanno gli uomini contati, l'uomo-copertina è Gaston Pereiro, unica vera opzione dalla panchina per Mazzarri: l'uruguaiano entra dopo la splendida punizione di Orsolini e la ribalta con l'assist a Pavoletti e il gol-partita in pieno recupero. Mihajlovic può recriminare parecchio, al di là dell'avvicinamento molto complesso alla partita: nel finale, dopo il pari di Pavoletti, Orsolini e Skov Olsen hanno colpito due legni (lo stesso destino era toccato al tiro di Bellanova in avvio).

LA PARTITA — Il Bologna schiera comunque un 11 più che decoroso: in avanti c'è il ritrovato Orsolini accanto ad Arnautovic. Tra i sardi non sfigurano i giovani difensori Altare e Carboni, anche se la squadra ha bisogno di rinforzi. Il legno di Bellanova è l'unica vera occasione del primo tempo. La ripresa si accende con la splendida punizione mancina di Orsolini, che non dà scampo a Cragno. Poi Mazzarri pesca il jolly Pereiro e dà una svolta alla stagione del Cagliari, quando ormai la partita sembrava indirizzata verso un pareggio che sarebbe stato più equo.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/01/2022 23:39
 
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SERIE A 2021/2022 21ª Giornata (2ª di Ritorno)

09/01/2022
Venezia - Milan 0-3
Empoli - Sassuolo 1-5
Napoli - Sampdoria 1-0
Udinese - Atalanta 2-6
Genoa - Spezia 0-1
Roma - Juventus 3-4
Inter - Lazio 2-1
Verona - Salernitana 1-2
10/01/2022
Torino - Fiorentina 4-0
11/01/2022
Cagliari - Bologna 2-1

Classifica
1) Inter(*) punti 49;
2) Milan punti 48;
3) Napoli punti 43;
4) Atalanta(*) punti 41;
5) Juventus punti 38;
6) Fiorentina(*), Roma e Lazio punti 32;
9) Torino(*), Sassuolo e Empoli punti 28;
12) Bologna(*) e Verona punti 27;
14) Udinese(**) e Sampdoria punti 20;
16) Spezia punti 19;
17) Venezia(*) punti 17;
18) Cagliari punti 16;
19) Genoa punti 12;
20) Salernitana(**) punti 11.

(gazzetta.it)


19ª giornata: Udinese - Salernitana non disputata per il forfait della Salernitana causa Covid-19, in attesa di
decisioni circa un probabile 3-0 a tavolino per l'Udinese (salvo ricorsi sportivi).
20ª giornata: Bologna - Inter, Atalanta - Torino, Salernitana - Venezia e Fiorentina - Udinese non disputate
per forfait di almeno una delle squadre a causa del Covid, in attesa di ulteriori decisioni.
(*) una partita in meno
(**) due partite in meno
11/01/2022 23:44
 
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Singo mette il turbo, l'ex Praet è letale:
il Toro ribalta la Samp e corre per l'Europa

Blucerchiati in vantaggio con Caputo,
ma la squadra di Juric non molla e porta a casi i tre punti


Mario Pagliara


Il blitz di Marassi accende i sogni europei del Toro. Sì, ora si può scrivere senza più tentennamenti: i granata sono entrati in corsa per un posto in Europa. Se Juric cercava delle conferme, le ha trovate tutte in casa della Sampdoria. Il due a uno finale è fin troppo striminzito per il livello della prestazione dei granata (16 occasioni da gol contro 3): superbi, a tratti bellissimi, atleticamente furiosi. Juric la vince di rimonta, con gran merito, dopo il vantaggio di Caputo grazie alle reti di Singo e Praet, sbloccando un’astinenza che fuori casa durava da quattro mesi. Ultima vittoria in trasferta il 17 settembre a Reggio Emilia con il Sassuolo. Pochissima Sampdoria, situazione difficile per D'Aversa: la classifica si è complicata e non di poco.

L’ERRORE DI VANJA — Un errore di Vanja Milinkovic Savic dopo diciotto minuti mette inaspettatamente in salita il pomeriggio genovese del Toro. Inaspettatamente, perché fino a quel momento la squadra di Juric si era fatta apprezzare decisamente di più giocando un buon calcio aggressivo, mettendo alle corte la Sampdoria per tutto il primo tempo (quasi il 70% di possesso del Toro, occasioni 8-2 per i granata). Il punteggio di parità (uno a uno) con il quale si va all’intervallo non rispecchia dunque l’andamento di una prima parte del match dominata dai granata. L’errore nel passaggio arriva proprio da chi non te l’aspetti: l’abilità palla al piede è una delle specialità di Milinkovic. Ma al 18’ sbaglia la scelta e calibra male la potenza del calcio, favorendo la ripartenza della Sampdoria: Gabbiadini imbuca centralmente la difesa granata spiazzata dal rovesciamento improvviso, Caputo passa alle spalle di Bremer e i blucerchiati sono in vantaggio per uno a zero.

BREKALO CHE DELIZIA — E’ una punizione troppo severa per un Toro che era partito con le marce alte. Dopo il primo (e unico) squillo di Candreva dopo due minuti (sfiora il palo), fino a quel momento i granata avevano prodotto almeno tre pulite occasioni da rete. In avvio l’ex Praet è una goduria, ma soprattutto Brekalo è una delizia. Rivedere per credere il filtrante che inventa dal nulla dopo dieci minuti: splendido, Sanabria si ritrova davanti alla porta ma Falcone salva tutto in angolo. Due minuti dopo dall’uno-due con Mandragora, Vojvoda scarica un tiro a giro intercettato ancora da Falcone. Toro all’attacco a testa bassa. Passano sessanta secondi e Praet se ne va con una serpentina tra due difensori, ma si ritrova con poche energie al momento del tiro.

ALTA VELOCITÀ GRANATA — Il Toro però continua a fare la partita, la spinta è costante, il dominio delle fasce è una certezza. E così proprio dagli esterni nasce l’occasione che porta al pareggio. Esattamente come accaduto lunedì scorso nel 4-0 alla Fiorentina, ci pensano le due frecce granata. Un ottimo Vojvoda lavora un buon pallone sulla sinistra e poi crossa chiamando Singo all’appuntamento con il gol. Di testa, l’ivoriano non sbaglia di testa: è il meritato uno a uno, terzo timbro stagionale per Singo. Alla mezzora Rodriguez spara dal limite, per pochi centimetri non inquadra lo specchio. Il Toro chiude il primo tempo tutto proteso negli ultimi venticinque metri doriani: c’è il tempo di apprezzare un altro paio di giocate di Brekalo di alta scuola. Manca il guizzo finale per firmare il sorpasso.

THORSBY SULLA LINEA — Quando si riparte nella ripresa, si ha l’impressione che il copione non sia cambiato di molto. Passano solo cinque minuti e sui piedi di Brekalo cade una clamorosa palla gol: tutto nasce lungo il binario di destra, Zima-Praet-di nuovo Zima. Assist per Brekalo, di piatto il croato cerca la precisione ma conclude tra le braccia di Falcone. Al quarto d’ora un altro errore di Milinkovic (davvero partita no la sua) rischia di compromettere ancora una volta tutto per il Toro: il portiere granata si fa beffare da un rimbalzo non riuscendo a controllare un comodo cross di Candreva. Sul rimpallo si avventa Thorsby di testa, provvidenziale il salvataggio sulla linea di Rodriguez.

PRAET BUCA LA RETE — Il Toro però continua nella sua opera di demolizione della difesa doriana, facendo leva su un pressing asfissiante a tutto campo. Dopo ventidue minuti della ripresa arriva il sorpasso. E, neanche a dirlo, nasce ancora dai piedi di Brekalo: il croato vede un corridoio come solo lui, lanciando Lukic. Cross preciso del serbo per la testa di Praet che pesca l’angolino. Ed è proprio il caso di dirlo: buca la rete. Nell’angolo alla sinistra di Falcone si apre uno squarcio nella rete che obbliga alla sospensione per quattro minuti per riparlarla. Intanto Toro avanti sul due a uno: Praet sale a due gol in stagione, entrambi alla sua ex Sampdoria. I granata non si fermano, e alla mezzora potrebbero chiudere i conti prima con Singo (bolide dai venti metri) poi sotto porta con un impreciso Sanabria. L’ultimo brivido è però della Sampdoria: a trenta secondi dal novantesimo, il colpo di testa di Quagliarella (assist di Ciervo) finisce di un nulla fuori.

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/01/2022 00:57
 
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Milinkovic inventa, Immobile e Lazzari segnano.
Troppa Lazio per mezza Salernitana



Sarri avanti di due gol già al 10' con la doppietta di Ciro (che colpisce anche una traversa).
Nella ripresa il tris di Lazzari. I granata, falcidiati dal Covid, non oppongono resistenza.
Pedro k.o.: si teme uno stiramento


Stefano Cieri

Tutto facile, tutto fin troppo scontato. La Lazio passeggia all’Arechi sui resti della Salernitana, ridotta ai minimi termini da ben 14 assenze, metà delle quali per casi di positività al Covid, le altre per infortuni o squalifiche. Formazione rabberciata per i campani, mentre le assenze della Lazio alla fine sono molte di meno (tre i titolari). Con tali premesse la partita si decide prima ancora di iniziare e infatti la squadra di Sarri ci mette appena dieci minuti per chiuderla.

UNO-DUE IMMOBILE — Ci pensa, come di consueto, Immobile a chiudere i giochi in favore della Lazio. Il centravanti al 7’ porta i suoi in vantaggio capitalizzando di sinistro un meraviglioso assist di tacco di Milinkovic. Tre minuti più tardi l’attaccante biancoceleste raddoppia su un passaggio millimetrico di Pedro. Da allora è solo accademia. La formazione ospite fa un infinito giro palla e prova comunque ad arrotondare ulteriormente il punteggio. Prima dell’intervallo è ancora Immobile a sfiorare il gol, stavolta di testa. A negarglielo provvede la traversa (il cross era di Luis Alberto). La prima frazione si chiude però anche con un paio di note negative per la Lazio: l’ammonizione di Cataldi (era diffidato, salterà il match con l’Atalanta) e l’infortunio di Pedro, che esce per un dolore al polpaccio (si teme lo stiramento). Lo rileva Felipe Anderson.

LAZZARI POLEMICO — A inizio ripresa la Salernitana, nonostante tutto (forse anche per omaggiare il nuovo patron Danilo Iervolino, al debutto all’Arechi) tenta di fare qualcosa. Ma il divario è troppo perché la partita possa riaprirsi. Gondo comunque ci prova, ma la sua conclusione finisce alta. Colantuono non ha neanche i cambi per cercare di riaprirla (in panchina ha tutti Primavera tranne Ruggeri). Sarri invece, anche sotto questo punto di vista, è messo meglio. Ed è proprio uno degli uomini che mette dentro nel corso della ripresa, Lazzari, a siglare il 3-0 che chiude definitivamente i conti. L’esterno ex Spal esulta polemicamente, togliendosi la maglia ed imprecando. Probabile reazione alle voci di mercato che lo vogliono in uscita dalla Lazio. Alla fine applausi lo stesso per i giocatori di casa da parte del poco pubblico presente. Alla squadra campana non si poteva certo chiedere di più.

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/01/2022 01:02
 
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