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Campionato di calcio Serie A stagione 2021/2022 (quello dei Campioni d'Europa)

Ultimo Aggiornamento: 25/05/2022 13:28
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Colpo Fiorentina, al Bologna
non riesce la rimonta: viola quinti



I viola conquistano il derby dell'Appennino e volano in zona Europa


Matteo Dalla Vite

Superiore, e per questo vincente dopo quattro kappaò di fila in trasferta e nonostante un 2-3 (di Hickey, con deviazione di Odriozola) che ha acceso speranze vane nel Bologna, che paga un erroraccio di Skorupski. La Fiorentina di Italiano domina in lungo, in largo, nello stretto e nel risultato un Bologna pensato, per l’occasione, male: perché senza Arnautovic Sinisa Mihajlovic ha puntato su Barrow centravanti autore sì di un eurogol ma anche troppo leggero per poter reggere urti contro i difensori viola e tenere alto un pallone quasi “nascosto” dai viola per praticamente trequarti di gara. Così, la partita è stata quasi a senso unico, eccezion fatta per quella fiammata alla fine del primo tempo in cui i rossoblù hanno agguantato il momentaneo pareggio e il colpo di Hickey deviato appunto da Odriozola per il 2-3. Gestione, sempre un uomo libero, duelli vinti, miglior condizione: la Fiorentina si è garantita la vittoria in un derby dell’Appennino che a questo punto la lancia in corsa per l’Europa. I gol di Maleh, Biraghi (impeccabile punizione mancina, alla Mihajlovic) e Vlahovic (rigore su scriteriata uscita di Skorupski su Gonzalez) hanno scavato il solco.

40’ VIOLA, POI… — Italiano sceglie inizialmente Sottil e Gonzalez (a destra) come paladini di Vlahovic, mentre Mihajlovic (senza Arnautovic) conferma bene o male la squadra che ha battuto la Roma dall’infortunio di Arna in poi, quindi con Barrow Falso-9 (perché 9 non è) con alle spalle Soriano e Sansone: unico cambio a sinistra, Dijks al posto di Hickey. La Fiorentina arrivava da quattro ko di fila in trasferta, il Bologna da quattro vittorie nelle ultime cinque gare: l’inizio, e durerà 40’, è tutto viola. Il Bologna si comprime troppo, la scelta-Barrow davanti contempla l’incapacità di tenere un pallone alto e di vincere i duelli aerei, così la Fiorentina prende palla e quasi non la mostra più. Le occasioni non nascono (tiro fuori di Gonzalez e tacco out di Sansone smorzato da un fuorigioco che non c’è) ma è la squadra toscana a gestire, giocare, fare. Il Bologna resta troppo basso e appena si disunisce un attimo ecco il vantaggio viola: duetto Odriozola-Gonzalez sulla destra con quest’ultimo che crossa in maniera tagliente in mezzo all’area, Maleh (nato a venti chilometri da qui, Castel San Pietro) arriva (Soriano se lo dimentica) e vantaggio meritato per una squadra che fino s lì, con pressing alto e un uomo sempre libero in mezzo, ha messo il Bologna alle corde e in rincorsa. Il tutto, però, succede fino al 40’: perché per la seconda volta il Bologna riesce a uscire dal pressing di Italiano, Soriano libera Svanberg che cavalca senza opposizioni, palla perfetta sull’altra lato dell’area per Barrow che, libero da Milenkovic (altrove), batte di interno sinistro al volo sotto la traversa un 1-1 imprendibile. Due gol di fattura mirabile e reazione bolognese con una fiammata ad un primo tempo molto viola.

UNO-DUE — Dopo 16’ della ripresa, Sinisa Mihajlovic infila tre uomini (Skov Olsen, Hickey e Orsolini) ma la Fiorentina era già andata nuovamente in vantaggio con una punizione perfetta di Biraghi. Non cambia praticamente nulla e, anzi, è la Fiorentina ad andare sul doppio vantaggio: Skorupski, in un’uscita a palla che va verso l’esterno, mette a terra Gonzalez in area, intervento ingenuo e da rigore. Vlahovic infila l’1-3 e al 38’ Hickey mette insieme un 2-3 illusorio e basta. Irrati dà tre minuti di recupero, Dominguez esce dalla panchina per protestare, c’è una doppia occasione buttata da Orsolini ma è la Viola a far festa: successo meritato dopo 4 kappaò di fila in trasferta, vittoria che fa vedere l’Europa mentre il Bologna resta a quota 24 considerando ancor di più quanto sia importante Arnautovic e, a gennaio, anche un suo vice.

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/12/2021 23:47
 
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Pari tra Spezia e Sassuolo:
i liguri scappano, poi è Raspadori show



La squadra di Thiago Motta va in vantaggio di due gol con Manaj e Gyasi
ma gli emiliani rimontano grazie all'attaccante azzurro entrato dopo l'intervallo


G.B. Olivero

Chi ha buttato due punti? Lo Spezia che era in vantaggio 2-0 fino al 20’ della ripresa e ha sprecato in contropiede due buone occasioni per il terzo gol o il Sassuolo che ha preso due traverse sullo 0-0, un palo esterno sullo 0-2 e ha soggiornato per gran parte della gara nella trequarti avversaria provando a vincere fino all’ultimo secondo? Sono valide entrambe le versioni, ma considerando che le due reti dello Spezia sono frutto di gravi errori individuali dei neroverdi, i rimpianti maggiori sono probabilmente del Sassuolo.

PRIMO TEMPO — Il Sassuolo prende subito possesso della metà campo avversaria. Dopo 28 secondi Reca deve spendere un giallo per fermare Frattesi pochi centimetri fuori dall’area di rigore. Motta schiera un 3-5-2 mobile, con Gyasi e Reca pronti a spingere sulle corsie. Lo Spezia riparte preferibilmente sulla sinistra, ma il Sassuolo non gli concede molte possibilità per distendersi in avanti. Berardi va vicino al gol su punizione al 3’: il tiro dell’esterno di Dionisi è deviato da Provedel sulla traversa. All’11’ sempre Berardi tira alto dal dischetto su cross di Defrel. Kovalenko segna al 16’, ma Nzola parte in fuorigioco e il suo assist quindi è nullo. Il Sassuolo cerca di recuperare alto il pallone, lo Spezia si affida al lancio lungo un po’ per scelta e molto per necessità. Dionisi porta molti uomini sulla trequarti avversaria e al 31’ Scamacca riceve al limite e colpisce la traversa con una puntata di destro. Ma al 35’, al primo tiro in porta, lo Spezia passa sorprendentemente in vantaggio: un lancio di Maggiore per Nzola viene valutato male da Ayhan che poi effettua un brutto rinvio che innesca Reca. Il cross dell’esterno viene girato in porta da Manaj, con la difesa di Dionisi sorpresa e spiazzata dall’errore del turco. Al 39’ Manaj dribbla secco Ayhan e costringe Consigli a evitare il raddoppio.

SECONDO TEMPO — A inizio ripresa Dionisi passa al 4-2-3-1 inserendo Toljan e Raspadori al posto di Muldur ed Henrique, ma al 2’ un’ingenuità collettiva del Sassuolo regala il raddoppio allo Spezia. Su un fallo laterale Ayhan si fa aggirare da Nzola, Frattesi perde di vista il pallone che l’attaccante angolano cross nell’area piccola. Kyriakopoulos non interviene e Gyasi appoggia in rete. Il Sassuolo, però, non molla e Raspadori al 9’ colpisce il palo esterno da centro area. Dopo due minuti Scamacca segna, ma è in fuorigioco. Al 21’ Raspadori rimette in partita il Sassuolo girando in rete di sinistro un corto rinvio di testa di Amian. Lo Spezia fatica a ripartire, ma al 28’ Maggiore, ben servito da Verde, ha il matchpoint: sinistro sul fondo. Il Sassuolo sfonda e al 34’ pareggia ancora con Raspadori che, innescato da Berardi, dribbla Hristov e segna di destro dal limite. Al 37’ Nzola, lanciato dalla propria area, arriva davanti a Consigli che gli devia la conclusione. Il Sassuolo chiude la gara spingendo tantissimo, ma il risultato non cambia: 2-2 e rimpianti per tutti.

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/12/2021 23:51
 
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Verona, rimonta pazzesca firmata Simeone.
Il Venezia dal 3-0 al 45' si butta via

Il Venezia, dopo i tre gol nella prima mezz'ora di gioco, si arrende alla doppietta di Simeone.
Decisiva l'espulsione di Ceccaroni che causa in rigore del 3-2


Fabio Bianchi


Due partite in una. Un Venezia che incanta e poi si butta via. Un Verona irriconoscibile che improvvisamente risorge e centra la remontada. E che rimonta. Una partita che persino Rocambole avrebbe fatto fatica a immaginare. Da 3-0 a 3-4. Protagonista del gran finale un Cholito prima freddo e poi implacabile. Il Verona scatta in classifica e il venezia si impantana. Una brutta botta, soprattutto per il morale.

DOMINIO LAGUNARE — Tudor aveva a che fare con perdite pesanti, Barak e Gunter sono giocatori praticamente insostituibili in questa rosa. Ha scelto Ilic dietro la punta e Dawidowicz adattato in mezzo che ha sofferto subito la pressione di un Henry ritrovato. Zanetti ha riproposto con coraggio il tridente, ma dopo pochi minuti ha perso Okereke, rimpiazzato da Johnsen. La sfida era parecchio veloce e tosta con un Rossi che, chissà perché, ha fischiato il primo fallo al minuto 9. Il Venezia faceva valere un maggior pressing e la determinazione che di solito ha il Verona, che faticava a trovarsi nel nuovo assetto. E al primo tiro in porta il Venezia è andato in buca con Ceccaroni, che ha sfruttato la torre di Henry su cross di Aramu. Reazione del Verona non pervenuta e dopo sette minuti ecco il raddoppio. Sul lancio di Kyiyne, volata di Jhonsen alla Jacobs che stavolta faceva la cosa giusta: passaggio al centro per il tocco di Crnigoj. Mica finita: un pasticcio tra Dawidowicz e Montipò consentiva a Henry di inserirsi giusto per il tocco contro il portiere con la palla che finiva lentamente in porta. A quel punto Tudor cambiava Casale con Magnani per metterlo al centro e rimettere Dawidowicz nella sua posizione naturale a destra. Ma i buoi sembravano già scappati.

REMONTADA — Invece nel secondo round entra in campo un altro Verona. Più quadrato, più concreto, mentre il Venezia si è adagiato sul cospicuo vantaggio. Ma come direbbe Boskov, le partite finiscono quando l’arbitro fischia. Su un corner di Veloso comincia tutto: Henry fa autorete. E dieci minuti dopo Faraoni colpisce di testa a colpo sicuro e Ceccaroni para con la mano: espulsione e rigore che Caprari trasforma. Il Venezia in dieci va nel pallone e non riesce più a uscire dalla sua metà campo. Zanetti prova a mettere forze fresche e Svoboda per comporre la difesa. Ma proprio da due suoi rinvii sbagliati Simeone conquista la vetrina. Prima va via e fa il pallonetto a Romero per il 3-3, poi da venti metri tira una sassata all’incrocio dei pali per un’incredibile vittoria. A volte le partite sono un romanzo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/12/2021 23:54
 
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La Lazio dilaga poi rischia:
tris alla Samp, doppietta di Immobile



I biancocelesti dominano nel primo tempo e segnano 3 reti.
Nella ripresa, senza il bomber fermato da un fastidio alla gamba, però rimangono
in 10 per l'espulsione di Milinkovic e soffrono in più occasioni


Filippo Grimaldi

La Lazio riparte: 1-3 al Ferraris (Milinkovic e doppietta di Immobile, prima della rete nel finale di Gabbiadini) e Samp in caduta libera, al secondo k.o. di fila dopo quello contro la Fiorentina. Partita senza storia per un tempo. Troppo grande il divario per i biancocelesti sino all’intervallo per questa Sampdoria modesta, spaurita, senza gioco, né idee: il risveglio atteso dei blucerchiati nella ripresa arriva, ma produce solo il gol di Gabbiadini a un minuto dal novantesimo, nonostante la squadra di D’Aversa abbia giocato metà del secondo tempo in superiorità numerica, per la folle reazione di Milinkovic (doppio giallo in pochi secondi) che ha lasciato i suoi compagni in dieci. Partita chiusa comunque all’intervallo. Blucerchiati non pervenuti: secondo quella che ormai è una costante, disastrosa la fase difensiva (32 gol subiti da inizio stagione) ed evanescente a lungo in attacco: a cinque giorni dal derby, la peggior premessa per una stracittadina della Lanterna mai così triste negli ultimi anni, con la panchina del tecnico sampdoriano che torna pesantemente a rischio.

MAI IN PARTITA — Troppo grande il divario fra le due squadre, accomunate sulla carta solo da un rendimento recente a dir poco insufficiente: un punto nelle precedenti tre gare per Sarri, un k.o. a Firenze per D’Aversa. Che, a livello di formazione, è andato sul sicuro: Chabot per lo squalificato Colley, Ekdal di nuovo a comandare la mediana al posto di Silva, Quagliarella titolare in coppia con Gabbiadini. Lazio con il tridente offensivo Pedro-Immobile-Zaccagni, ma con l’incubo in testa (subito cancellato) del rocambolesco 4-4 interno contro l’Udinese. Sarri con la sua Lazio rinnovata - Strakosha, Marusic, Basic e Zaccagni titolari -, oltre al rientro di Luiz Felipe che ha scontato la squalifica e a Hysaj a destra per Lazzari. Proprio Zaccagni, alla prima da titolare in questo campionato con la Lazio e in campo per quasi ottanta minuti, è stato l’anima del successo biancoceleste. Dopo un avvio interessante della Samp, è stato subito monologo degli uomini di Sarri, a segno già al 6’ con Milinkovic, bravo a infilare fra palo e portiere su assist di Zaccagni dal centrosinistra (Augello è in ritardo), ma grande merito a Immobile, che ha lavorato sul primo pallone per far ripartire l’azione. Ancora Milinkovic (11’) ha impegnato Audero dalla distanza. Gara poi chiusa al 17’: è nato tutto da un pasticcio Thorsby-Chabot sulla trequarti ospite, con Zaccagni (sempre lui) contrastato al limite, ma in grado comunque di servire Immobile che di rapina s’è infilato fra Augello e Bereszynski battendo Audero. Samp non pervenuta e sotto ritmo contro un avversario così potente. Al 33’ decisivo Audero su colpo di testa di Immobile servito dal solito Zaccagni da sinistra, ma è il capitano laziale (tredicesimo centro in A) che al 37’ ha firmato la sua doppietta personale, incrociando con il sinistro e battendo Audero (male Chabot) su assist di Milinkovic.

RIANIMATA — La squadra di D’Aversa fischiata all’intervallo ha cambiato pelle nella ripresa: dentro Dragusin, Silva e Caputo, fuori Ferrari, Verre e Quagliarella. Sarri ha tenuto fuori Immobile (che aveva accusato un problema fisico a metà del primo tempo: i timori della Lazio per il problema al ginocchio saranno sciolti dopo i controlli medici), sostituito con Muriqi. Blucerchiati più tonici, Lazio in avvio un po’ troppo rilassata. Ma è cambiato poco sul piano del gioco. La Lazio ha gestito l’ampio vantaggio, almeno sino al rosso a Milinkovic, la Samp è andata a sprazzi, pur rendendosi pericolosa con Thorsby (7’, bravo Strakosha), poi con Dragusin di testa, quindi con Gabbiadini (11’, decisivo il portiere ospite). D’Aversa ha tolto poi Bereszynski (spazio a Yoshida), ma il fattaccio che ha condizionato la ripresa biancoceleste a metà ripresa (Lazio in dieci) non è stato capitalizzato da Gabbiadini e compagni. Perché al 23’ Milinkovic s’è prima lamentato a ragione per una trattenuta non fischiata di Silva su di lui, ma poi un attimo dopo ha preso un giallo per gioco scorretto e un altro per proteste perdendo la testa: Fabbri lo ha mandato negli spogliatoi. Ovvio che la superiorità numerica abbia a quel punto dato più coraggio alla Samp. Lazio con il 4-4-1, Samp più arrembante, ma capace di trovare solo il bel gol di Gabbiadini al 44’, vicinissimo nel recupero al raddoppio: Strakosha, però, ha salvato la Lazio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/12/2021 23:58
 
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Gol da corner di Cuadrado, poi Dybala:
la Juve schianta il Genoa.
E ora c’è anche il gioco

Seconda vittoria consecutiva per la Juve,
che si impone 2-0 schiacciando la squadra di Shevchenko
con un gioco offensivo insistito e continuo.
Sirigu super


Livia Taglioli


La Juventus batte 2-0 il Genoa, supera le romane e aggancia la Fiorentina in classifica a quota 27, mantenendo dunque 7 punti di distacco dal quarto gradino, ora occupato dall’Atalanta. Ma soprattutto mostra il suo volto migliore e dà continuità al successo con la Salernitana. Aggiungendo stasera una capacità ed un'efficacia di gioco finora mai espresse in precedenza. Il vantaggio bianconero arriva con eurogol di Cuadrado, direttamente su calcio d’angolo: uno spiovente che prima si è allargato e poi ha improvvisamente cambiato traiettoria, abbassandosi prima di colpire l’incrocio dei pali e insaccarsi alle spalle di un incredulo Sirigu. Di Dybala il raddoppio, al minuto 82’, il secondo consecutivo dopo la rete contro la Salernitana. Allegri raggiunge quota 250 vittorie da allenatore in Serie A (esattamente 150 con la Juventus), diventando il secondo tecnico a raggiungere questo traguardo nell’era dei tre punti a vittoria (dal 1994/1995), dopo Carlo Ancelotti (275).

CUADRADO, CHE GOL! — Otto giocatori out e due casi di Covid fra i membri dello staff: il Genoa arriva al match con la Juve in condizioni piuttosto estreme. La Juve ripresenta l’undici partito titolare con la Salernitana, salvo Morata al posto di Kean, con Perin precauzionalmente non convocato poiché ha avuto contatti con una persona positiva, esterna alla Juve. Ancora out Danilo, De Sciglio, McKennie, Chiesa e Ramsey. A fare la gara è la Juve, ma non è un Genoa rinunciatario, quello che deve affidarsi al duo Bianchi-Ekuban in avanti. I bianconeri si muovono molto senza palla, in particolare Bernardeschi svaria su tutto il fronte, lasciando spesso campo alle avanzate di Pellegrini, molto attivo sulla sinistra. E’ una Juve molto più mobile ed attiva senza palla rispetto ai suoi standard, che prova spesso la giocata al volo, il tocco a seguire, l’uno-due con immediato affondo in area. E quando non è in fase di possesso, pressa alto per spezzare sul nascere l’azione genoana, andando sia sul portatore di palla che chi gli sta intorno. E’ una Juve insomma dall’atteggiamento più grintoso e determinato del solito, meno tesa e più volitiva. Il tutto si traduce in un possesso palla pressoché costante e in un dominio totale sul match, ma non in un congruo numero di gol. Cuadrado suggella la superiorità juventina portando in vantaggio i suoi con una rete straordinaria direttamente dalla bandierina al 9’, poi Sirigu la fa da protagonista, prima compiendo un doppio miracolo al 37’ su De Ligt e Morata, poi respingendo sullo spagnolo allo scadere, e per il resto sono tanti tiri bianconeri fuori bersaglio. Ma c’è comunque tanta Juve nei primi 45’, e una Juve che ha prodotto una grande mole di gioco, oltre a 13 conclusioni contro le zero del Genoa.

TUTTI CONTRO SIRIGU — La ripresa si apre con l’ingresso di Alex Sandro al posto di Pellegrini, ma soprattutto con la gran voglia bianconera di trovare il raddoppio, dopo la schiacciante superiorità dei primi 45’. Ci prova Dybala, con un sinistro a girare dal limite che sfiora la traversa, poi Morata a tu per tu col portiere, ma ancora una volta Sirigu dice di no. Persino De Ligt vede un corridoio e prova la conclusione, facile preda del portiere. Shevchenko prova a sparigliare le carte inserendo in un colpo solo Pandev, Portanova e Galdames. Ma il copione della gara non cambia, con tutti contro Sirigu, ma portiere ha sempre la meglio: Bernardeschi, Dybala, Locatelli, due volte Cuadrado: è una Juve che arriva con facilità al tiro e ci prova in tutti i modi, ma il portiere è baluardo insuperabile. Il Genoa non rinuncia a qualche folata offensiva, ma i bianconeri non si lasciano distrarre e non concedono nulla dietro. Morata viene ammonito, Allegri lo vede nervoso e al 74’ lo sostituisce con Kean, che appena entrato in campo viene ammonito. Fra l’allenatore e lo spagnolo c’è uno scambio concitato nei paraggi della panchina. Poi la Juve riparte macinando gioco offensivo, finché, finalmente, arriva il sospirato raddoppio. Ci pensa Dybala all’82’, che sfrutta con un diagonale sinistro un assist di Bernardeschi, e poi esce in uno scroscio di appalusi quando sul finire lascia il posto a Kaio Jorge. Ed ora, mercoledì, tocca al Malmoe.

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/12/2021 00:04
 
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Empoli, bel gioco e carattere:
va sotto ma poi ne rifila tre all'Udinese

Friulani avanti con Deulofeu, poi monologo dei toscani che
dominano la partita e segnano con Stojanovic, Bajrami e Pinamonti


Francesco Velluzzi


Se volete chiamatela ancora sorpresa. Ma l’Empoli non è lo proprio. E’ da parte sinistra della classifica. Altro che salvezza all’ultima giornata, come qualcuno poteva pensare in estate. Dopo aver ribaltato la Fiorentina e pareggiato in casa del Toro, torna a casa sua e ribalta pure l’Udinese (3-1) che era passata in vantaggio con una delle sue micidiali ripartenze e un colpo da biliardo del suo asso Deulofeu. Ma l‘Empoli che nella prima parte aveva solo fatto la partita senza riuscire a sbrogliare la matassa, nella ripresa trova subito il pari da fuori con Stojanovic (qui tutti calciano dalla distanza) e poi esagera con la forza dei nervi distesi e uno spartito che funziona a meraviglia. La squadra tornata in A dalla B gioca a memoria, osa, tira da fuori, non ha paura e uomini come Parisi e Stojanovic, gli esterni di Andreazzoli danno l’anima e anche di più. La serata incorona Bajrami e Pinamonti, al sesto centro in questo campionato e con il record di gol in A superato, mentre il rivale Beto stavolta stecca. Ma è tutta la squadra che dura solo un tempo (doveva raddoppiare) e lascia sempre scoperto il lato sinistro dove Deulofeu difende pochissimo. In mezzo c’è poco e Makengo perde palloni e duelli. Prima del via il siparietto più divertente è tra i genitori dei portieri: l’avvocato Claudio Silvestri, papà di Marco, reggiano e il dottor Michele Vicario, medico, che ha fatto più chilometri da Udine. I due si parlano a lungo... Insieme ai fedelissimi del club Giampiero Pinzi arrivati anche loro fin qui. Sono una settantina i friulani, compreso un pulmino di nove persone in gita da Rovereto in Piano. Passione che merita.

PRIMO TEMPO — Andreazzoli cambia la coppia difensiva: rispolvera l’esperto Tonelli e rilancia il 2002 Viti. Davanti l’assetto è quello previsto con Bajrami dietro le punte Pinamonti e Cutrone. Gotti aveva annunciato qualche movimento: eccolo. Esordio in campionato per Sebastien De Maio che sta al centro con Samir. A destra c’è l’argentino Nehuen Perez a sinistra Udogie. Il 4-4-2 di Gotti prevede Arslan e Makengo in mezzo con lo scattante Soppy e Deulofeu a sinistra. Success e Beto sono le punte. L’avvio è dell’Empoli con Silvestri che risponde bene a Zurkowski. L’Udinese è troppa bassa e Makengo fatica a tenere il pallone in uscite. Al 15’ Cutrone aggancia male, ma quattro minuti dopo Silvestri è bravo a mandare in angolo un suo gran tiro. I friulani concedono troppo al centro, ma se ripartono sono dolori. Per l’Empoli che al 22’ subisce la transizione tremenda dei bianconeri. Success aggancia alla perfezione e serve Deulofeu che scambia col nigeriano che lo serve ancora splendidamente. Colpo da biliardo dello spagnolo e niente da fare per Vicario. Che era intervenuto solo su una “mozzarella” di Beto. L’Empoli fa la partita, l’Udinese concretizza. Samir becca il giallo che gli farà saltare il Milan sabato sera. Ma al 38’ è Arslan che costringe Vicario a un grande intervento. L’Empoli spreca, Viti con un passaggio suicida rischia grosso. E nel recupero Vicario è bravo su Success.

SECONDO TEMPO — Dagli spogliatoi l’Empoli esce con ancora più rabbia, mentre l’Udinese, con pochi uomini, ripete il copione di giovedì sera a Roma e dopo 4 minuti becca il pareggio concedendo ancora a sinistra (lato di Deulofeu) e ancora un tiro da fuori, a Stojanovic sul quale stavolta Silvestri non può fare miracoli. L’Udinese potrebbe riportarsi avanti ma sull’assolo di Success c’è chi salva sulla linea. I friulani sono frastornati, incapaci di ripartire e l’Empoli diventa padrone assoluto del campo con Bajrami che è imprendibile e Parisi che a sinistra fa ammattire de Maio che viene ancora saltato, buco di Nuytinck e Bajrami segna indisturbato da due passi. Gotti rimescola il modulo, dal 4-3-3 ritorna al 4-4-2. Ma solo Silvestri salva la barca. Ma, dopo una “ribattuta” di Vicario su Beto, la navicella friulana affonda definitivamente. A mettere il sigillo sul 3-1 definitivo è Andrea Pinamonti che tocca benissimo in area su assist del solito Bajrami. Le sostituzioni finali servono a poco, come i 6’ di recupero concessi da un non impeccabile Paterna. Deulofeu continua a provarci senza successo, gli altri danno pochissimo. L’Udinese paga assenze e cali di concentrazione e certi calciatori non riescono proprio a incidere.

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/12/2021 23:59
 
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Il Toro scappa, il Cagliari lo riprende
con una magia di Joao Pedro



La perla in rovesciata dell’aspirante azzurro pareggia l’autogol
di Carboni che aveva lanciato i granata nel primo tempo


Mario Pagliara

Il Toro stecca anche la serata di Cagliari, e conferma di non essere guarito da un mal di trasferta rispetto al quale Juric non trova una soluzione. Mazzarri invece ottiene un punto meritato, dimostrando che la sua squadra ha il carattere giusto per sperare di tirarsi fuori da questa classifica. Nel primo tempo i granata vanno in vantaggio grazie a un autogol di Carboni, nella ripresa una splendida bicicletta di Joao Pedro fissa il punteggio sull’1-1.

CUORE SARDO — Vola qualche fischio all’intervallo dalla tribuna di casa, ma si ha la sensazione netta di una nota stonata in coda a un primo tempo giocato dal Cagliari con grande cuore e dignità. Perché per la prima mezzora il Toro di Juric aspetta e riparte, ma soprattutto rispetta il carattere che ci mette la squadra di Mazzarri. L’avvio è una corsa dei sardi spesso finita in un vicolo cieco, o che sbatte contro il muro eretto da Bremer, altre volte arginata dalla splendida interpretazione che Lukic e Pobega firmano di una partita che inizialmente presenta per il Toro quelle difficoltà che Juric aveva ipotizzato alla vigilia. Premessa necessaria: non è un primo tempo di bel calcio, ma certamente da un lato si vede la voglia di reagire al momento di difficoltà attraversato dal Cagliari, dall’altro emerge un Toro solido, tosto e cinico. In qualche modo è una versione da trasferta che finora non si era mai vista della formazione di Juric, che aveva abituato a fare la partita. Stavolta aspetta, e poi colpisce.

L’AUTOGOL — Già, perché se la pressione isolana non riesce a produrre granché, tranne un colpo di testa di Ceppitelli (23’, di poco fuori su cross di Marin), è senza dubbio un merito di un Toro che si cala perfettamente nella parte e nello spirito della serata. Rischia poco o nulla, e quando accade, succede per i ripetuti errori di Aina sulla destra, come al 25’ quando da un passaggio sbagliato dell’esterno nigeriano il Cagliari riparte. Ma Milinkovic è abilissimo nell’intercettare il passaggio di Nandez per Joao Pedro. La gara di attesa dei granata si sblocca poco dopo la mezzora, quando su una conclusione di Pobega, Cragno non trattiene. Sanabria ha il merito di crederci e di lanciarsi sulla ribattuta, producendo l’autogol di Carboni. È il 31’, il Toro mette la testa in avanti. Non succede niente altro fino all’intervallo, quando poi si levano quei fischi per i giocatori del Cagliari dalla tribuna, che proprio non ci stanno.


LA BICICLETTA DI JOAO — A inizio ripresa, Juric sostituisce il già ammonito Pobega con Baselli. Il Cagliari si rimette a giocare a testa bassa, provando a creare varchi nella difesa del Toro. I granata sbagliano l’approccio del secondo tempo, con un riavvio molto incerto pagando subito l’assenza di Pobega. E tra il 6’ e il 10’, il Cagliari produce tre chiare occasioni. La prima nasce su un cross di Caceres sul quale si avventa di testa Joao Pedro (Buongiorno lo perde) ma di fronte si ritrova un super Milinkovic. Due minuti dopo Aina commette un errore grave in marcatura di Ceppitelli, su traversone di Bellanova, l’azione la chiude con una bellissima bicicletta Joao Pedro: conclusione imparabile, è l’1-1. Al 10’ il Toro sbanda ancora, e ringrazia la fortuna perché il colpo di testa di Ceppitelli vola alto sulla traversa. Dopo l’uno a uno, Juric si gioca le carte Zaza (per Sanabria) e Praet (per Brekalo. Mazzarri risponde con Pavoletti al posto di Keita. E mentre la partita scivola via, la palla della serata cade sui piedi di Praet (37’): il diagonale del belga è troppo strozzato da posizione super favorevole: finisce fuori. Poco dopo (40’) il pallonetto di Baselli non è fortunato.

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07/12/2021 00:04
 
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SERIE A 2021/2022 16ª Giornata (16ª di Andata)

04/12/2021
Milan - Salernitana 2-0
Roma - Inter 0-3
Napoli - Atalanta 2-3
05/12/2021
Bologna - Fiorentina 2-3
Spezia - Sassuolo 2-2
Venezia - Verona 3-4
Sampdoria - Lazio 1-3
Juventus - Genoa 2-0
06/12/2021
Empoli - Udinese 3-1
Cagliari - Torino 1-1

Classifica
1) Milan punti 38;
2) Inter punti 37;
3) Napoli punti 36;
4) Atalanta punti 34;
5) Juventus e Fiorentina punti 27;
7) Roma e Lazio punti 25;
9) Bologna punti 24;
10) Verona e Empoli punti 23;
12) Sassuolo punti 20;
13) Torino punti 19;
14) Udinese punti 16;
15) Sampdoria e Venezia punti 15;
17) Spezia punti 12;
18) Cagliari e Genoa punti 10;
20) Salernitana punti 8.

(gazzetta.it)
07/12/2021 00:12
 
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Candreva ispira, Gabbiadini e Caputo segnano:
tris Samp, il Genoa si sveglia tardi



Il derby di Genova è blucerchiato:
doriani sul 3-0 con l'attaccante ex Napoli,
Caputo e l'autogol di Vanheusden, poi segna Destro


Filippo Grimaldi

Lanterna spenta, certo, ma solo per il Genoa, travolto da una Sampdoria che si porta a casa con pieno merito (1-3, Gabbiadini, Caputo, autorete di Vanheusden e rete finale di Destro) il derby di andata lasciando così una zona della classifica pericolosa, in una notte complicatissima per i blucerchiati dopo l’arresto del presidente Ferrero di lunedì scorso. Ma i blucerchiati hanno trovato invece le energie fisiche e mentali per portare a casa una vittoria pesantissima, il cui effetto va molto ben al di là della supremazia cittadina. Grifone affondato e una classifica che ora fa sempre più paura.

EMERGENZA A META' — Shevchenko recupera Criscito, Sturaro e Badelj, tutti in campo dall’inizio e Destro che riparte però dalla panchina. In attacco, fiducia a Ekuban e Pandev, perché null’altro offre oggi un Grifone con un reparto avanzato rattoppato, orfano com’è pure di Caicedo. D’Aversa sceglie invece un 4-2-3-1 con Caputo uomo più avanzato dell’attacco, in mediana sposta Thorsby a sinistra e piazza la coppia di ferro Ekdal-Silva centrali. Partita subito dura: in un contatto con Thorsby dopo meno di un minuto va k.o. Sturaro, che poi riesce a rientrare. Ma è la Samp che lo indirizza subito a suo favore: dopo sette minuti Gabbiadini (terzo gol nelle ultime tre partite) firma di testa il vantaggio, colpendo forte e angolato su un cross dalla destra del solito Candreva, mister assist. Sirigu si allunga ma non ci arriva. Ma la squadra di Shevchenko paga ancora una volta, come si diceva, l’insufficiente peso offensivo. Non solo: il gol incassato quasi a freddo complica parecchio la situazione perché i rossoblù sembrano pagare lo svantaggio anche sul piano psicologico. La Sampdoria è più cinica, difende bene, sale con gli esterni e ha l’effetto di tenere bassi Ghiglione e Cambiaso, limitando l’apporto avversario dalle fasce. Inoltre la mossa di D’Aversa che mette Gabbiadini a contenere Badelj, priva la squadra di Shevchenko della sua primaria fonte di gioco. La Samp è snella, veloce, leggera di testa e di gambe. Il Genoa è macchinoso e prevedibile. Gabbiadini tenta il bis al 28’, ma di testa colpisce alto. Lo imita al 33’ Thorsby (Sirigu stavolta c’è). Derby quasi a senso unico, perché i blucerchiati danno la netta impressione nel primo tempo di non andare mai in affanno contro un avversario che invece fa una grande fatica. Yoshida chiude la porta a Ekuban (39’) nell’unico momento in cui l’attaccante rossoblù s’è avvicinato all’area sampdoriana. Servirebbe altro a Sheva per colpire, ma non ha gli uomini. Non è un caso che nelle precedenti gare della sua gestione la squadra dell’ucraino non abbia segnato neppure un gol. Che arriva nella ripresa, quando però è troppo tardi.

GENOA PUNITO — Sturaro in avvio di ripresa (3’) serve un pallone d’oro per Hernani che calcia altissimo, nella migliore occasione del Genoa da inizio partita. Sulla ripartenza, favorita da Augello, s’è innescata l’azione del raddoppio blucerchiato, che ha messo il Genoa al tappeto. Candreva arriva sul fondo, tiro violento, Sirigu non trattiene e Caputo fa il due a zero. Il Genoa, che ne frattempo ha rilanciato Destro (fuori Ekuban) ha un guizzo con Pandev (19’, diagonale velenoso che sfila sul fondo dopo avere sfiorato il palo), che precede il tris sampdoriano. Perché l’apoteosi per D’Aversa si compie al 22’ della ripresa, con il rocambolesco 0-3 di Gabbiadini. L’attaccante supera Sirigu con un tiro reso imparabile dalla deviazione di Vanheusden, ma l’arbitro Doveri annulla per fuorigioco di Caputo. D’Aversa sostituisce l’autore del gol, ma dopo il check con la Var la rete viene convalidata. Qui il Genoa ha un sussulto: Cambiaso (33’) serve Destro che di testa anticipa Colley e di testa va a segno: 1-3 per il primo gol del Genoa nell’era-Sheva. Vanheusden cerca il bis, ma i rossoblù non riescono a riaprire la partita, nonostante l’innesto di Kallon nei minuti finali. Candreva timbra il palo, quasi a voler legittimare ulteriormente il successo della Samp.

VELENI — Finale caldissimo: dalla gradinata nord, dopo una serata di grande tifo e passione, arriva un ripetuto lancio in campo di fumogeni che costringono Doveri a interrompere la gara, mentre Chabot (ammonito) accende ulteriormente gli animi. Sette minuti di recupero, e lì comincia la lunga notte di festa della Samp.

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/12/2021 14:03
 
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Fiorentina, con super Vlahovic (doppietta)
è tutto facile: 4-0 alla Salernitana

La squadra di Italiano continua il suo gran momento:
apre nel primo tempo un gran gol di Bonaventura,
nella ripresa doppietta del bomber, in chiusura quarto gol di Maleh


Giovanni Sardelli


La Fiorentina in casa è una macchina da guerra e con la Salernitana vince la quinta di fila al Franchi. Certo quando puoi contare su un centravanti capace di segnare 32 reti in un anno solare, conquistare i tre punti è più semplice. Dusan è un terminator calcistico con i piedi di seta e la fame dei vincenti. Ed anche contro la Salernitana ha dimostrato tutto il suo potenziale. Poco da fare per gli uomini di Colantuono (in piena emergenza) travolti da una Fiorentina in piena lotta per l’Europa. Callejon vince il ballottaggio con Saponara per affiancare Vlahovic e Gonzalez in attacco. Colantuono risponde con Simy affiancato da Ribery (applaudito dal Franchi), ad Obi il compito di aiutarli in fase offensiva.

LA SBLOCCA JACK — Inizio lento, ritmi bassi e tanti errori tecnici. La prima vera azione da gol è della Salernitana: Simy per Ribery, tocco fuori per Coulibaly e sinistro deviato che termina di poco a lato. La Viola si sveglia e per due volte sfiora il vantaggio con Vlahovic (cross di Biraghi) e Gonzalez (traversone di Callejon) che di testa sprecano buone occasioni. Il vantaggio arriva poco dopo la mezzora con uno dei più vivaci fino a quel momento, Bonaventura: abile a calciare al volo dal limite dell’area con l’esterno destro. Evidente però l’errore di Belec che tocca solo il pallone aiutandolo ad infilarsi dopo aver toccato il palo. Prima dell’intervallo occasioni anche per Obi (bravo Terracciano) e Callejon (maratona di Belec).

SUPER VLAHOVIC — Nel secondo tempo la Fiorentina riparte per chiuderla più che per proteggere il vantaggio. E dopo pochi minuti ci riesce grazie al break di Duncan che taglia in verticale su Vlahovic. Il bomber serbo esplode il sinistro sotto la traversa anche se l’errore di Belec è ancora più evidente. I viola vanno sul velluto mentre per gli uomini di Colantuono, nonostante i cambi, rimettere in piedi la partita pare subito dura: anche se la Fiorentina, attaccando con molti uomini, lascia sempre campo e spazio per il contropiede. Nel finale ad esempio Simy trova l’angolo giusto ma Terracciano con un prodigio gli nega il gol. E così in rete ci va la Fiorentina con il solito Vlahovic, un fulmine ad avventarsi sull’assist di Sottil mettendo dentro. Quindicesimo centro in campionato. Prima che Maleh trovi il poker. I viola esultano, la Salernitana resta ultima in classifica. Aspettando tempi migliori.

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/12/2021 17:10
 
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