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Campionato di calcio Serie A stagione 2021/2022 (quello dei Campioni d'Europa)

Ultimo Aggiornamento: 25/05/2022 13:28
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SERIE A 2021/2022 24ª Giornata (5ª di Ritorno)

05/02/2022
Roma - Genoa 0-0
Inter - Milan 1-2
Fiorentina - Lazio 0-3
06/02/2022
Atalanta - Cagliari 1-2
Bologna - Empoli 0-0
Sampdoria - Sassuolo 4-0
Venezia - Napoli 0-2
Udinese - Torino 2-0
Juventus - Verona 2-0
07/02/2022
Salernitana - Spezia 2-2

Classifica
1) Inter(*) punti 53;
2) Napoli e Milan punti 52;
4) Juventus punti 45;
5) Atalanta(*) punti 43;
6) Lazio e Roma punti 39;
8) Fiorentina(*) punti 36;
9) Verona punti 33;
10) Torino(*) punti 32;
11) Empoli punti 30;
12) Sassuolo punti 29;
13) Bologna(*) punti 28;
14) Udinese(*) punti 27;
15) Spezia punti 26;
16) Sampdoria punti 23;
17) Cagliari punti 20;
18) Venezia(*) punti 18;
19) Genoa punti 14;
20) Salernitana(*) punti 11(-1).

(gazzetta.it)


19ª giornata: Udinese - Salernitana è per ora non disputata (per il forfait della Salernitana causa Covid-19), con la decisione del
giudice sportivo di assegnare la vittoria a tavolino all'Udinese e un punto di penalità alla Salernitana, in attesa dell'esito
del ricorso ai gradi successivi della giustizia sportiva.
20ª giornata: Bologna - Inter, Atalanta - Torino, Salernitana - Venezia e Fiorentina - Udinese non disputate
per forfait di almeno una delle squadre a causa del Covid, in attesa di ulteriori decisioni.
(*) una partita in meno
08/02/2022 00:12
 
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Rigore di Immobile e doppio Zaccagni:
è Lazio show! Bologna, un'altra sconfitta



I biancocelesti dominano in avvio e chiudono i giochi dopo
un'ora di gara: un punto in cinque partite per Mihajlovic


Nicola Berardino

Missione compiuta dalla Lazio. La squadra di Sarri cercava il riscatto dopo la batosta col Milan in Coppa Italia. Al 4-0 subìto al Mezza, fa seguito il 3-0 rifilato al Bologna. Immobile su rigore in avvio di partita e una doppietta dei Zaccagni fissano il risultato. I biancocelesti fanno valere la loro maggiore qualità dinanzi a un avversario con troppe incertezze. All'Olimpico arriva la quarta sconfitta nelle ultime cinque giornate: un solo punto conquistato dal Bologna nel 2022. Tre punti importanti per la Lazio per aspirare a un posto in Europa nella prossima stagione.

IMMOBILE DI RIGORE — Cinque novità nella Lazio rispetto alla formazione schierata in Coppa Italia contro il Milan. Sarri parte dal recupero di Immobile che al Meazza si era fermato per una forte contusione al collo del piede. Tra i pali torna Strakosha, in difesa spazio a Lazzari, a centrocampo si rivedono Leiva e Luis Alberto, mentre in avanti tocca a Pedro. Nel Bologna squalificato De Silvestri, Mihajlovic si affida al 3-5-2. A centrocampo arretra Soriano ed entrano Dijks. In prima linea, confermata la coppia Orsolini-Arnautovic. Lazio subito insidiosa con un tentativo di Patric rimpallato dalla difesa rossoblù. Compatto il Bologna in fase di copertura, la squadra di Sarri prova ad allargare la manovra, insistendo sul palleggio. Costa cara alla squadra di Mihajlovic la decisione dell'arbitro Piccinini di punire, con scelta apparsa discutibile, una sbracciata in arera di Soumaoro con cui, in un disimpegno, colpisce Zaccagni al volto: rigore. Dal dischetto, al 13', Immobile porta in vantaggio la Lazio con il suo diciannovesimo gol, ottenuto da un'esecuzione angolatissima intuita nella direzione dal portiere. I biancocelesti tengono alto il ritmo e al 18' ci prova dalla distanza Milinkovic: Skorupski devia in angolo. Un retropassaggio avventuroso di Dijks innesca Immobile che però viene fermato da Skorupski in uscita. Al 28' il Bologna inquadra la porta ma il colpo di testa di Orsolini è controllato da Strakosha. Sette minuti dopo, altra opportunità per i rossoblù: Djiks calcia alto. Rapida ripartenza del Bologna: Patric anticipa Arnautovic al tiro. All'intervallo con l'1-0 per la Lazio.

ZACCAGNI FA IL BIS — Al via della ripresa, Bologna con due cambi: Kasius per Dijks e Barrow per Soriano. Mihajlovic opta per un'impostazione più offensiva, passando al 3-4-3. Al 1', su traversone di Kasius, il tocco ravvicinato di Arnautovic viene sventato in angolo da Strakosha. Partita frizzante. Si rilancia la Lazio: Immobile non concretizza da buona posizione. Nuovo tentativo del Bologna: Svanberg dalla distanza, fuori. All'8' la Lazio raddoppia. Assist illuminante di Luis Alberto per Zaccagni che di sinistro infila Skorupski in uscita. Assalto di Immobile neutralizzato dal portiere rossoblù. Al 13', altra sostituzione nel Bologna: Bonifazi rileva Soumaoro. Al 18', arriva il terzo gol dei biancocelesti: il traversone dalla destra di Lazzari trova pronto Zaccagni al tocco a rete per siglare la sua doppietta. Due cambi nella Lazio al 20': escono Leiva e Pedro per far posto a Cataldi e Felipe Anderson. Contemporaneamente, il Bologna avvicenda Schouten con Aebischer. Skorupski si oppone a Felipe Anderson. A lato un diagonale secco di Barrow. La gara resta a tutto campo. Al 32' Sarri fa entrare Moro per Zaccagni e Radu per Patric. Mihajlovic innesta Vignato per Hickey. Fiondata di Immobile sull'esterno della rete. Al 37' la Lazio conclude le sostituzioni con Basic al posto di Milinkovic. Si ferma Lazzari: problemi alla coscia in seguito a una caduta per uno scontro con Vignato. Al 41' l'esterno esce in barella: la Lazio resta in dieci con Felipe Anderson arretrato in difesa. Quattro minuti di recupero. Tenta la via del gol Barrow: para Strakosha. Finisce 3-0 con i ventimila dell'Olimpico che festeggiano la prima vittoria interna del 2022 in campionato della squadra di Sarri.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/02/2022 00:38
 
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Dzeko risponde a Insigne,
Napoli e Inter non si fanno male.
E il Milan vede il sorpasso



Un punto e un tempo a testa: apre l'azzurro su rigore,
Edin risponde a inizio ripresa. Battendo domani la Samp i rossoneri
andrebbero in testa, pur con un match in più dei cugini


Luca Taidelli

Alla fine vince...il Milan. Perché Napoli e Inter si dividono gol, punti e tempi di gioco e l'1-1 del Maradona firmato Insigne e Dzeko concede alla squadra di Pioli - che al 70' del derby era ad un virtuale -10 dai cugini - l'occasione di portarsi in testa (ma con una gara in più) se domani batterà la Sampdoria. L'Inter ha rischiato il secondo k.o. di fila in un primo tempo in cui il rigore di Insigne ha gasato gli azzurri. A inizio ripresa per il guizzo di Dzeko ha ribaltato anche l'inerzia, con i nerazzurri padroni del campo anche se spuntati - e Handanovic a sventare due pericoli seri - e a caccia dei tre punti sino alla fine. Anche a rischio di perderla in contropiede. Di sicuro mercoledì contro il Liverpool servirà un'altra prestazione.

PRIMO TEMPO — Spalletti getta subito nella mischia Koulibaly ma non Anguissa, cui preferisce Lobotka per affiancare Ruiz nel cuore del gioco. L'ex Politano, Zielinski e Insigne si muovono alle spalle di Osimhen. Nessuna sorpreesa anche per Inzaghi, che punta sul sostituto naturale Dimarco al posto di Bastoni, conferma Dumfries e Perisic sulle fasce e tiene inizialmente in panchina Sanchez. Dal 1' ci sono Lautaro e Dzeko. E il match gira subito dalla parte dei padroni di casa, con Doveri che richiamato dal Var sanziona un intervento di De Vrij su Osimhen. Insigne al 7' non sbaglia dal dischetto, malgrado Handanovic intuisca la traiettoria. Il Napoli si gasa e legittima il vantaggio col palo esterno di Zielnski (12') su un'altra incursione avviata centralmente ma che trova sfogo sulle fasce, dove i due binari di Spalletti riescono a sorprendere i nerazzurri. Anche perché Brozovic e compagni ora premono forte e ogni ripartenza azzurra è un rischio, soprattutto se Skriniar e De Vrij balbettano (Osimhen poi murato al 16'). Spalletti non chiede a Zielinski di asfissiare Brozovic - una sua creatura in regia -, ma Lobotka e Ruiz sono bravi a sporcare tutte le linee di passaggio e a far ripartire l'azione. L'Inter va più a spallate, fatica a trovare le punte e una volta giunta sulla trequarti avversaria sbatte contro un muro di due linee molto strette. Politano prova a stringere i denti dopo un contrasto con Dimarco, ma al 26' deve lasciare il posto a Elmas. I centrocampisti di Inzaghi (squalificato, in panchina c'è il vice Farris) faticano ad accorciare sui due centrali avversari, Ruiz sventaglia in libertà, si va a memoria tra le linee e ogni affondo dei padroni di casa diventa una situazione di pericolo. Quando invece arriva qualche sbavatura azzurra (Koulibaly e Di Lorenzo), l'Inter pasticcia. E quando Perisic piazza una delle sue sgommate con cross, Dzeko al 36' non riesce a imprimere forza al colpo di testa. Mentre Dumfries, liberato da Lautaro, al 41' calcia male di destro da buona posizione. Al duplice fischio di Doveri la sensazione è che per l'Inter sia paradossalmente un affare andare al riposo sotto di un gol.

SECONDO TEMPO — Nessun cambio durante l'intervallo. Ma cambia subito il risultato con Dzeko che al 47' prima svirgola di testa un cross di Lautaro ma poi è bravo a sfruttare la carambola su Di Lorenzo e a battere Ospina di destro dall'area piccola. Come a parti invertite nel primo tempo, il gol sembra dare più sicurezza all'Inter, che ora tenta le giocate. Anche se un errore di Barella al 55' lancia Osimhen, su cui è bravo Handanovic. Sul ribaltamento, Perisic sgasa e Koulibaly è bravissimo ad anticipare Dumfries, che sulla corsa stende Ospina. Si scalda Meret, ma il colombiano ce la fa. Pesante invece il giallo al diffidato Brozovic, che salterà il Sassuolo. Il croato si conferma indispensabile anche nella riscossa nerazzurra. L'Inter infatti ora preme e arriva prima sulle seconde palle, anche se poi fatica a rendersi davvero pericolosa. Cosa che riesce bene in ripartenza al Napoli, con Handanovic che al 70' deve superarsi in uscita sull'assalto di Elmas. Al 74' Spalletti richiama un Ruiz in calando per Anguissa. La fatica si fa sentire, crampi per Barella, mentre Skriniar perde un pallone sanguinoso. Elmas perdona, ma qualsiasi giocatore del Liverpool mercoledì in Champions difficilmente lo farà. Sanchez e Vidal sarebbero pronti ad entrare, ma il gioco non viene interrotto per 7 interminabili minuti. Dentro i cileni all'83', fuori Lautaro e un Calhanoglu meno intenso del solito. Spalletti si copre con Jesus, Ounas e Mertens per Zielinski, Insigne e Osimhen, passando a tre dietro. L'Inter rischia cercando la vittoria con troppi uomini alti. Il Napoli però è cotto e non riesce a ripartire. E il napoletano D'Ambrosio, appena entrato per Dimarco, avrebbe anche il pallone della vittoria.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/02/2022 00:43
 
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Il Toro s'illude ma il Venezia lo rimonta.
Finale caos con gol annullato a Belotti

Brekalo la sblocca dopo 5', poi ci pensano Haps
e Crnigoy a regalare i tre punti alla squadra di Zanetti.
Nel finale annullato un gol al Gallo per fuorigioco di Pobega,
poi espulsione di Okereke e lungo recupero


Mario Pagliara


Il Venezia si regala una notte magica e vince 2-1 in rimonta in casa di un Toro alla seconda sconfitta consecutiva. Al vantaggio di Brekalo risponde Haps, poi Crnigoj firma il sorpasso in avvio di secondo tempo. È pesantissimo l’errore della squadra arbitrale che al 90’, ricorrendo al Var, toglie il 2-2 a Belotti, tornato in campo dopo l’infortunio del 28 novembre. Dopo un lungo check e rivedendo pure l’azione al monitor, l’arbitro Giua giudica in posizione di fuorigioco la posizione di Pobega, che era però del tutto ininfluente perché il gol lo segnerà Belotti. Errore grave che condanna il Toro. Espulso nei minuti di recupero Okereke. È stata in ogni caso, a prescindere dall’errore arbitrale, una serataccia per la squadra di Juric, mai così spenta in una partita casalinga in questo campionato.

DA BREKALO A HAPS — Voleva un avvio feroce, Ivan Juric, e lo ritrova sin dai primi minuti. Sigillato dallo scatto di Josip Brekalo. Certamente non si aspettava un ultimo quarto d’ora del primo tempo così sonnacchioso, che dà la possibilità al Venezia di risalire dall’alta marea e di piazzare il pari con Haps. Toro furioso e aggressivo nei primi venti minuti. La coppia croata di trequartisti Brekalo-Pjaca sembra ispirata e ne beneficia la fluidità della manovra granata. L’aggressività è il marchio di fabbrica del progetto Juric e si vede sin dall’inizio. Dopo tre minuti un’incursione di Linetty (finita di poco a lato) procura il primo brivido della serata. Passano appena due minuti e il Toro mette subito una ruota avanti: Ampadu e Haps sono imperfetti nel difendere, Singo è invece preciso nel servire l’assist, ancora di più lo è il collo pieno di destro di Brekalo, imprendibile per Lezzerini (per il croato sesto gol in campionato). Scollinata la mezzora la gara cala di intensità, il Toro prova a controllare e forse qui commette l’errore di ingenuità più grosso. Perché il Venezia al primo contropiede utile firma il pari: è il 39’, il cross di Crnigoj passa sotto il naso di Milinkovic (che non esce) e Haps in corsa, perso da Djidji, porta Torino e Venezia sull’uno a uno all’intervallo.

SORPASSO — Quando comincia la ripresa un lampo del Venezia significa sorpasso. Passano ventinove secondi, Aramu scodella una palla rasoterra forte al centro dell’area sulla quale si fionda Crnigoj: il suo bolide finisce all’incrocio. E’ l’1-2 della squadra di Zanetti. Il furore agonistico del Toro dell’avvio di partita si fa fatica a ritrovarlo, una conclusione da fuori area di Rodriguez (15’, sui tabelloni) prova a scuotere i granata. Al 26’ torna in campo Belotti subentrato al posto di Sanabria, mancava dal 28 novembre. E quando tutto sembra finito, al novantesimo, da un calcio di punizione di Ansaldi svetta nell’area del Venezia Belotti che segna il gol del 2-2. La gioia dura pochissimo perché il Var, dopo un lunghissimo check, annulla per posizione di fuorigioco di Pobega.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/02/2022 00:47
 
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Milan, è sorpasso:
Leao-gol contro la Samp,
il Diavolo è davanti a tutti

I rossoneri approfittano del pareggio fra Napoli e Inter (che resta però con una partita in meno),
piegano di misura una Sampdoria mai pericolosa e volano al primo posto in classifica


Marco Pasotto


Ieri l’esultanza virtuale. Oggi quella reale, dopo una notte trascorsa con la testa sulle montagne russe: si sale o si scende? Si sale, si sale. Fino all’ultimo piano del palazzo alto venti piani. Dall’attico del campionato la vista per Pioli e il suo Milan è bellissima. Effimera, perché l’Inter ha sempre una gara in meno e la strada è ancora lunga. Ma bellissima. Il Diavolo, nonostante l’evidente pressione, fa quello che gli veniva chiesto: santificare il pareggio del San Paolo spremendo il massimo dalla sfida con la Samp. Missione compiuta 1-0 grazie a un gol di Leao dopo otto minuti su assist di… Maignan. Le mille vie di Pioli per mandare in gol la sua squadra. Gli ultimi otto giorni sono stati fiabeschi: vittoria nel derby, biglietto per le semifinali di Coppa Italia, primo posto in campionato (l’ultima volta era stato alla sedicesima giornata). La Samp deve inchinarsi alla legge del più forte: i liguri non hanno mai creato preoccupazioni reali a Maignan e cadono di nuovo dopo la super vittoria col Sassuolo. E’ la quinta sconfitta nelle ultime sei uscite.

LE SCELTE — Rispetto alla Lazio in Coppa Italia Pioli ne ha cambiati tre: Bennacer per Kessie, Tomori (ultima da titolare il 22 dicembre) per Kalulu e Florenzi per lo squalificato Hernandez. Ovvero con l’ex romanista dirottato a sinistra e Calabria confermato a destra. Confermato in blocco l’apparato offensivo: Messias, Diaz e Leao dietro “Mister San Siro” Giroud. Giampaolo ha studiato una Samp anti-Milan derogando dal classico 4-3-1-2 e passando per l’occasione a un 3-5-1-1 con Bereszynski, Magnani e Colley al centro della difesa, Conti e Murru esterni, Rincon (e non Ekdal) nel cuore del campo e Sensi in appoggio a Caputo davanti. Quagliarella quindi in panca ad assistere al vuoto totale della sua Samp in fase offensiva. Compagni incapaci di servire gli attaccanti, ma sarebbe più corretto dire impossibilitati. Dalla lentezza del giro palla e dalla pressione feroce del Milan in ogni zona del campo. In questo momento i rossoneri sono una macchina pressoché perfetta, nel senso che non solo tutti sanno cosa devono fare, ma eseguono passaggi, movimenti, inserimenti e tagli con le tempistiche giuste. Il rinforzo della fase difensiva ideato da Giampaolo col cambio di sistema non ha dato frutti, anche perché il Milan ha scardinato il match dopo soli 8 minuti. Ed è inutile costruire gabbie tattiche se poi prendi gol su un assist del portiere. Esatto. Maignan ha lanciato lungo dal limite dell’area – i dati hanno rilevato 65 metri – sulla corsa di Leao, che è andato via di prepotenza a Bereszynski e ha infilato Falcone. Un gol in cui il pallone è stato toccato in tutto quattro volte da due giocatori. La fase difensiva blucerchiata è da corte marziale per due motivi. Il primo: l’abilità coi piedi di Maignan e il fatto che il Milan cerchi spesso queste giocate è cosa risaputa (era successo anche a Marassi all’andata). Il secondo: a questi livelli non è pensabile di prendere un gol da lancio del portiere.

QUANTI ERRORI — I compagni hanno sotterrato di abbracci Maignan – decisamente più lui di Leao – e poi gli hanno permesso di trascorrere il primo tempo a godersi la bella giornata di sole. La Samp non è mai riuscita a creare ansie al Milan, nemmeno quando i rossoneri hanno diminuito il ritmo, addormentando la partita. Il Diavolo è sempre rimasto in controllo grazie alla guardia efficace di Bennacer su Sensi. Rincon, ammonito dopo dieci minuti, si è ritrovato col freno a mano tirato per la paura. Tonali si è occupato di Candreva, Leao da una parte e Messias dall’altra hanno sempre garantito raddoppi di marcatura e così la Samp è rimasta soffocata nella ragnatela milanista. Allo scadere Messias ha esaltato i riflessi di Falcone – gran parata – e a inizio ripresa ha sfiorato il palo. Ripresa in cui la Samp ha cercato di spostare l’inerzia dalla sua parte, cosa riuscita per i primi dieci minuti, anche se la maggiore pressione non ha alzato il coefficiente di pericolosità. L’unico squillo è stato un destro potente di Candreva controllato in due tempi da Maignan. Giampaolo ha inserito Augello, Vieira ed Ekdal, Pioli ha replicato con Saelemaekers, Rebic e Kessie, piazzato sulla trequarti al posto di Diaz. Forze fresche che hanno vivacizzato la manovra. Giroud è andato vicino al gol due volte (sforbiciata in grande coordinazione), chiamando Falcone a interventi decisamente complessi. Giampaolo si è giocato anche la carta Quagliarella, passando al 4-3-1-2, ma senza esito. L’ultimo quarto d’ora è stato una partita piuttosto folle, dove sono saltate tutte le chiavi tattiche, con la Samp a provare – inutilmente – ad avvicinarsi alla porta rossonera e il Milan a cercare il gol della sicurezza. Fallito più volte un po’ per egoismi personali, un po’ per imprecisione, un po’ per scarsa lucidità. Rebic, in particolare, ha fallito il colpo del k.o. e a San Siro, di fronte a un elenco di errori sottoporta lungo così, a più di qualcuno sono venuti in mente cattivi pensieri. La classica partita della beffa arrivati a un centimetro dal traguardo. L’impalcatura però ha retto e, adesso, tutti affacciati dall’attico a guardare di sotto e vedere l’effetto che fa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/02/2022 18:36
 
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Pavoletti acciuffa Pinamonti nel finale,
Empoli e Cagliari si bloccano sul pari



Il centravanti dei sardi entra nella ripresa
e nega il successo ai padroni di casa all'83',
dopo un inseguimento lungo tre quarti d'ora.
Toscani senza vittorie dal 12 dicembre


Francesco Velluzzi

L'Empoli deve ancora una volta rimandare l'appuntamento con la vittoria che manca dal 12 dicembre (contro il Napoli). Il Cagliari coglie un altro punto prezioso in trasferta e riagguanta il Venezia che ieri aveva fatto il colpaccio col Torino. Finisce 1-1 con Pavoletti che risponde a Pinamonti. Segnano i due centravanti, ma quello livornese rimedia nel finale da neo entrato.

DIREZIONI — Il cammino delle due squadre nel girone di ritorno è davvero opposto: il Cagliari coglie il sesto punto in sei gare, l'Empoli il quarto pareggio che si unisce a due sconfitte (interne). Al Castellani non riesce a svoltare, eppure stavolta l'aveva sbloccata schiacciando i sardi alla sua maniera nella seconda parte del primo tempo e impadronendosi del campo. Nella ripresa, la siesta, lentamente, che ha portato al crollo e al pari cercato dai sardi di Mazzarri, che ha messo le punte fresche proprio all'ultimo assalto e ha trovato da Pavoletti un altro gol (il quinto stagionale) che può condurre alla salvezza.

IN CAMPO — A Empoli c'è il sole, non fa freddo. Le tribune sembrano piene. Quella centrale è piena di addetti ai lavori, tra ex calciatori, allenatori, procuratori. Si rivede anche Alessio Cerci. Insomma, c'è parecchia gente da vedere all'opera. Walter Mazzarri qui ha una delle sue case. Ma qui è Andreazzoli l'uomo del momento. Vuole vincere e parte con Cutrone e Pinamonti insieme con Bajrami a supporto. Asllani (2002 albanese) debutta in casa, che poi è casa sua, come regista titolare. Mazzarri dà fiducia a quelli che hanno vinto a Bergamo. Quindi davanti c'è Gaston Pereiro con Joao Pedro, dietro c'è il sorprendente slovacco Obert (che spazza via anche il titolarissimo Carboni) con Goldaniga e Lovato.

LO START — La partita comincia a farla l'Empoli che vuol tornare a vincere. E infatti dopo 6' Parisi costringe Cragno in angolo. Ma dopo 14 minuti l'attenzione si sposta sull'arbitro Dionisi che si ferma peer uno stiramento al polpaccio: è cambio. Con Valerio Marini che torna ad arbitrare. Cinque minuti di stop e si ricomincia, ma poco dopo, in un duello con Cutrone, chi si stira è Lovato e per il Cagliari non è una perdita da poco. Mazzarri butta nella mischia Altare, spostando Goldaniga al centro. Ma il Cagliari si abbassa troppo e si consegna all'Empoli che spazia a piacimento con Bajrami sempre libero di scendere come vuole in libertà senza controllo da parte di Pereiro, così come Grassi fatica su Asllani. Cragno pasticcia tra area e fuori area... poi recupera, Zurkowski è murato, mentre il tiro successivo di Parisi è deviato in corner, poi sbaglia Obert e Bajrami calcia fuori. Ma al 38' l'Empoli va in vantaggio: Marin perde una brutta palla in attacco, Bajrami riparte senza opposizione, pesca bene il taglio perfetto di Pinamonti che brucia Obert e firma il suo nono gol in campionato. L'Empoli ha praterie al centro (e Joao deve addirittura spendere il giallo), il Cagliari è leggero davanti per l'inconsistenza di Pereiro. I minuti di recupero diventano sette, ma l'unico sussulto è su un tiro di Bajrami che Cragno, non perfetto, non trattiene.

IN RINCORSA — Si riparte senza cambi, ma col Cagliari che prova a essere più propositivo. Infatti al 50' Pereiro arma il suo sinistro: fuori. Poi ci prova ancora e trova Vicario che manda in angolo. Mazzarri muove le prime pedine, ma non sono punte: Ceppitelli per Obert e Baselli per Lykogiannis. Dalbert si sposta esterno e il modulo diventa un 3-5-1-1. Subito dopo l'Empoli chiede un rigore per un tocco di mano di Goldaniga. Il consulto è lungo, ma la decisione è: fuorigioco. L'Empoli riprende confidenza e ci vuole un gran Cragno in uscita bassa su Bandinelli. Anche Andreazzoli sistema qualcosa col ritorno al solito modulo ed Henderson per Cutrone. Mentre Mazzarri continua a far scaldare le sue punte. Le fa entrare entrambe a 11' dalla fine: Keita e Pavoletti per Marin e Bellanova.

ELETTRICITÀ — Sono la scossa per il Cagliari che si mette come gli avversari con un 4-2-3-1 arrembante e schiaccia l'Empoli che nel frattempo si è abbassato e sembra non averne proprio più. E infatti al minuto 39 arriva il pareggio, nato da un altro spunto di un ritrovato Pereiro che nella ripresa è un altro. L'uruguaiano a sinistra mette dentro un pallone: arriva a Baselli che trova Stojanovic quasi sulla linea, ma Goldaniga ributta dentro e lì si avventa come un falco Pavoletti, che mette dentro. Il centravanti è scatenato come Pereiro, che gli mette un'altra gran palla, ma il colpo di testa va fuori di poco. Anche nella ripresa il recupero è di sette minuti, ma Empoli e Cagliari fanno solo rinvii e colpi di testa: finisce così.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/02/2022 18:40
 
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Bonazzoli risponde a Destro.
Tra Genoa e Salernitana un pari che scontenta tutti



Decidono due guizzi degli attaccanti nel primo tempo.
Sfida salvezza senza vincitori e adesso il cammino di entrambe le squadre si complica


Filippo Grimaldi

A chi giova questo pareggino (1-1) che allontana sempre di più Genoa e Salernitana dalla salvezza? Probabilmente a nessuna delle due. Destro illude i rossoblù, ma Bonazzoli rimette le cose a posto per i granata prima dell’intervallo. E la ripresa conferma tutto ciò che sin qui ha detto il campionato, mettendo a nudo le tante difficoltà di entrambe le squadre: la squadra di Blessin fa un passo indietro rispetto alle prime due uscite del tecnico tedesco, quella di Colantuono – la cui posizione resta in bilico – gioca a viso aperto soltanto la rima ora di gioco, poi s’accontenta. Più per una mancanza di forze, che per libera scelta. Ma questa è la sostanza.

PRIMI GUAI — Il Genoa perde il suo uomo-fantasia prima del via: Amiri out per un problema intestinale (in panchina Frendrup al suo posto), così Blessin piazza Portanova alle spalle di Destro, con Ekuban e Yeboah esterni. Colantuono sceglie Bonazzoli in attacco a far da spalla a Djuric, con Verdi che agisce fra la trequarti e la corsia di sinistra. Il Genoa parte forte, anche se i primi due tiri nei cinque minuti iniziali sono dell’ex Radovanovic: il primo altissimo, sul secondo Sirigu è attento e blocca. La squadra di Blessin spinge, ma fallisce l’ultimo passaggio. La Salernitana regge, pronta a ripartire quando trova i rossoblù sbilanciati. Portanova (11’), che segue come un’ombra Radovanovic, va a segno lanciato da Destro, ma è in fuorigioco. I rossoblù vanno a fiammate, ma la manovra stavolta è meno fluida rispetto alle ultime due prestazioni contro Udinese e Roma. La Salernitana è solida e volitiva, Verdi è un eccellente direttore d’orchestra, anche se talvolta un po’ troppo solista, ma tanto basta a mettere paura al Genoa. Portanova calcia a fil di palo da lontano (27’), e la pressione rossoblù si trasforma in gol al 32’, quando su un pallone rilanciato in avanti da Yeboah, Ekuban dalla sinistra serve Destro nell’area piccola: 1-0, ma pesa l’errore di Dragusin, che dà spazio all’attaccante rossoblù e sbaglia la lettura dell’azione.

REAZIONE GRANATA — Il Genoa non riesce a concretizzare la sua pressione e manca il raddoppio prima con Hefti (decisiva la respinta di Sepe), poi con Destro, che sorprende Dragusin, ma trova attentissimo Sepe. Sino all’errore fatale che permette alla Salernitana di pareggiare. Sturaro fa sfilare Verdi a sinistra, Badelj non lo chiude e il suo cross sul lato opposto del campo trova la torre di Djuric che regala di testa a Bonazzoli il pallone che l’attaccante deve solo appoggiare in rete, lasciato libero da Vanheusden. Uno a uno e tutto da rifare.

TUTTO VANO — Nella ripresa si ripropone il duello Destro-Sepe: l’attaccante (trattenuta di Dragusin) impegna il portiere della Salernitana, ma non si sblocca il risultato. Neppure i cambi (Cambiaso per Vasquez e Rovella per Portanova nel Genoa, poi Perotti per Ederson fra i granata) mutano gli equilibri di una gara in cui alla Salernitana manca la forza di ribaltarla, e al Genoa quella di riprovarci dopo il primo vantaggio, per troppa imprecisione nell’ultimo passaggio. Colantuono prova Kastanos per Radovanovic e Perotti per Ederson, ma nulla muta sul piano del gioco. La Salernitana arroccata nella sua metà campo, il Genoa proteso alla vana ricerca di un gol che non arriva. Finale da batticuore, quando dopo qualche scintilla di Dragusin con la panchina genoana, Gudmundsson (43’) salta Ranieri ma non riesce a concludere, poi Mikael (48’) scivola al momento del tiro. Finisce così, con la B che si avvicina a grandi passi.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/02/2022 18:44
 
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Verona, poker all’Udinese:
e Barak segna il nono gol stagionale

Finisce 4-0: apre Depaoli dopo 90 secondi, poi il ceco firma il 2-0 del primo tempo.
Nella ripresa Caprari e Tameze chiudono il conto


G.B. Olivero


Un Verona implacabile seppellisce l’Udinese sotto quattro gol e raggiunge almeno per una notte la Fiorentina all’ottavo posto. Il punteggio è molto severo per i bianconeri che hanno giocato alla pari il primo tempo, hanno avuto tante occasioni per segnare e solo da metà ripresa in poi hanno mollato. Però i gialloblù hanno mostrato un’impressionante cattiveria agonistica e sono stati precisi ed essenziali nei momenti decisivi. Quattro tiri nello specchio e quattro gol prima che al 91’ Lasagna sporcasse la media facendosi respingere una conclusione da Silvestri.

PRIMO TEMPO — Il Verona parte fortissimo e segna dopo poco più di un minuto. L’azione è molto bella: Lazovic scambia con Simeone, serve Caprari che salta Marì e crossa sul secondo palo dove Depaoli realizza al volo il primo gol della carriera. L’Udinese, che aveva costruito l’incontro sulle ripartenze per sfruttare la velocità di Deulofeu e Success, sembra in difficoltà e rischia di subire il raddoppio all’8’ quando Simeone (poi segnalato in posizione di dubbio fuorigioco) non centra la porta da pochi passi. Ma poi i bianconeri reagiscono e prendono in mano la gara con personalità. In pochi minuti arrivano grandi occasioni per Success (13’: tiro da fuori che Montipò devia sulla traversa), Makengo (14’: conclusione deviata dal portiere), Molina (22’: poco cattivo il destro da buona posizione, comunque bravo Montipò), ancora Success (26’: l’attaccante non inquadra la porta in una situazione favorevole). E così, al secondo tiro in porta della sua partita, il Verona trova sorprendentemente il raddoppio: Barak combina con Depaoli e punisce con un destro preciso la svagatezza della difesa friulana. A cinque minuti dall’intervallo Deulofeu prova a rendere meno severo il punteggio, ma Gunter respinge il suo tiro poco prima della linea.

SECONDO TEMPO — Il duello tra Deulofeu e Montipò prosegue a inizio ripresa e ancora una volta è il portiere a vincerlo con una bella respinta su tiro ravvicinato dell’attaccante avversario. Cioffi inserisce anche Beto per provare a pungere di più, ma il Verona chiude la gara al 21’ quando Simeone innesca Tameze il cui cross viene deviato in rete di testa da Caprari. L’Udinese si affida anche a Pussetto, ma ormai la partita è decisa. Montipò è ancora bravissimo su Becao e Deulofeu, Molina colpisce una traversa e al 39’ Tameze infila il poker con un devastante destro all’incrocio. Al Bentegodi è festa grande per i tifosi gialloblù.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/02/2022 18:48
 
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Papere, autoreti, espulsioni e gol "elettronici":
la Roma si salva col Sassuolo al 94'



Giallorossi in vantaggio con Abraham su rigore, poi l'autorete di Smalling
- con papera di Rui Patricio - e il gol di Traore ribaltano la situazione.
Nel finale, con i neroverdi in dieci, arriva il pareggio con Cristante


Massimo Cecchini

Un pareggio che vale appena il settimo posto. La muscolarità comunicazionale di Mourinho stavolta si schianta su un 2-2 contro il Sassuolo raggiunto in pieno recupero, santificato dalle reti di Abraham su rigore, dall’autorete di Smalling, Traore e Cristante. Insomma, anche rispetto alla gara con l’Inter, considerate le assenze dei padroni di casa, un passo indietro dei giallorossi.

GERARCHIE RISCRITTE — In avvio, complice anche un risentimento al polpaccio che mette fuori causa El Shaarawy, la squadra giallorossa conferma la difesa a tre, con Kumbulla al posto dell’infortunato Ibanez. In mediana, Karsdorp e Vina sono sulle fasce con Mkhitaryan e Oliveira a fare gioco, mentre Pellegrini - con Zaniolo squalificato - va in appoggio a Felix e Abraham,non trascurando di stare sui piedi di Lopez in fase di non possesso. I ragazzi di Dionisi, orfani di Scamacca, Raspadori, Djuricic e Toljan, lavorano con un 4-3-3 che in avanti propone Berardi, Defrel e Traore, pronti a godere dell’appoggio di Maxime Lopez, Frattesi e Henrique. I neroverdi partono bene, con Berardi che al 6’ impegna subito Rui Patricio e Traore che al 7’ andrebbe addirittura al gol, annullato per precedente tocco di mano. Al 12’ è ancora Berardi a sfiorare i legni del portiere giallorosso, ma da quel momento i padroni di casa perdono terreno, tanto che al 14’, un lancio della mediana, consente a Felix di presentarsi da solo davanti a Consigli, ma l’attaccante gli spara addosso. Lentamente la Roma prende il controllo della mediana, anche perché, se i eccettua un tiro di Traore al 40’, l’attacco neroverde non riesce più a tenere la palla per far salire la squadra. Così Abraham comincia a diventare mattatore. Al 30’ una sua conclusione in scivolata esce di poco, mentre tre minuti di più tardi una sua rete viene annullata per fuorigioco. È l’anticamera del vantaggio, che arriva quando al 45’ un cross di Vina viene deviata di mano da Chiriches. È rigore, ma sul dischetto non si presentano né Pellegrini né Oliveira, gli specialisti, bensì lo stesso centravanti, che realizza al 46’.

PAPERA RUI — Nella ripresa, però, le squadre non fanno neppure in tempo a riscaldarsi dal freddo che comincia a mordere, che il Sassuolo pareggia. Al 2’ Traore viene pescato alle spalle di Karsdorp e il suo cross, deviato da Smalling, sembra facile presa di Rui Patricio, che però se la butta in porta. I giallorossi, che volevano giocare di rimessa negli spazi, così si ritrovano a dover tessere la loro parte di tela, con le squadre che pian piano si allungano. Così al 21’ Frattesi si ritrova solo davanti a Rui Patricio, sia pure in posizione defilata, ma conclude a lato. Poi arrivano i cambi. Dentro Harroui per Henrique e Cristante e Shomurodov per Oliveira e Felix. La svolta però è neroverde perché al 28’ Traore beffa Karsdorp e Mancini, liberandosi davanti a Rui Patricio e fulminandolo. Mourinho allora si scuote e inserisce Veretout e Maitland-Niles per Vina e Mancini,passando alla difesa a quattro. Al 33’ arriva una nuova svolta, con l’espulsione di Ferrari per doppia ammonizione. Dionisi corre ai ripari, sostituendo Defrel e Frattesi con Tressoldi e Ayhan. La punizione dal limite innescata dal “rosso” viene battuta da Pellegrini, ma Consigli blocca. Il Sassuolo passa al 5-3-1, fa uscire Berardi per Ceide e alza il bunker, così da spingere lo Special One a inserire anche Perez. Al 42’, però, è Mkhitaryan che spara alto da buona posizione. Al 94’, su angolo di Veretout, tocca a Cristante evitare la dodicesima sconfitta stagionale, segnando il pareggio di testa, convalidato dalla goal-line. Si fa in tempo però ad annotare ancora due occasioni: di Traore al 50’ in contropiede e di Abraham di testa al 51’, in un rush batticuore, che non termina neppure dopo il fischio finale, visto che un furioso Berardi deve essere calmato dallo stesso Mourinho. Morale: un pari giusto, che nell’esito fa più male al Sassuolo, ma alla classifica più alla Roma.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/02/2022 00:09
 
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Danilo gol: la Juve riacciuffa l'Atalanta
a tempo scaduto e resta quarta

I bianconeri al 92' pareggiano la rete di Malinovskyi e fissano il risultato sull'1-1,
al termine di una gara intensa e ricca di occasioni. Hateboer colpisce una traversa


Livia Taglioli


La striscia di risultati utili della Juve in campionato si allunga a 11 match, grazie a un colpo di testa a tempo scaduto di Danilo che risponde a Malinovskyi e fissa il risultato sull'1-1. La Juve resta così quarta, non recupera punti sulle tre di testa ma tiene a distanza la squadra di Gasparini, che però deve recuperare una gara.

INTENSITÀ — Fuori gli infortunati Zapata e Palomino e lo squalificato Musso, Gasperini sorprende scegliendo Hateboer e Koopmeiners alle spalle della coppia Muriel-Boga, con Pessina e Malinovskyi inizialmente in panca. Allegri risponde evitando il “derby” svizzero, con Zakaria fra le riserve e Locatelli in campo fra McKennie e Rabiot. Davanti il tridente pesante Morata, Vlahovic e Dybala. La gara parte su ritmi blandi, con un’Atalanta contratta ed una Juve più disinvolta ma poco precisa sotto rete. Le prime due occasioni sono per l’attaccante serbo che dopo 3 minuti chiama Sportiello a una deviazione in angolo e al 12’ di testa manca di poco il bersaglio. Poco dopo tocca a Dybala sbagliare mira con un sinistro a giro da ottima posizione, mentre ancora Sportiello dice di no a Vlahovic liberato da un colpo di tacco di Morata. Insomma c’è tanta Juve e un Gasperini infuriato con i suoi.

RITORNO ATALANTINO — Poi l’Atalanta si dà una mossa e trova due conclusioni in sei minuti: prima De Roon manda alto, poi Szczesny esce a vuoto su Koopmeiners. C’è anche un contatto fra i due, ma Mariani dà il vantaggio e i bergamaschi sfiorano il gol con Muriel: Bonucci devia in angolo a porta vuota. Il Var conferma, si può procedere. Ad avanzare è ancora l’Atalanta, che chiude il primo tempo in crescendo: per due volte De Ligt è decisivo su Boga. E Danilo rimedia un’ammonizione, che per lui significa squalifica per il prossimo match, il derby in programma venerdì sera.

SECONDO TEMPO — Dopo un primo tempo intenso in cui è mancato solo il gol, la ripresa è ancora più tignosa e ruvida: in apertura Szczesny si supera su De Roon, poi la Juve si trasferisce dalla trequarti atalantina in su e in sequenza: Morata manda alto, Dybala in area piccola guadagna un angolo, Sportiello dice di no a Vlahovic, Rabiot sfiora il palo. Come già nel primo tempo, quando il vantaggio bianconero è nell’aria arriva la riscossa dei padroni di casa, con Koopmeiners che si allunga con una frazione di ritardo sull’assist di Boga e Djimsti che di testa manda di poco a lato. La Juve sbaglia la scelta finale in un paio di occasioni e viene punita al minuto 76: punizione, tocco di Freuler e gran sinistro di Malinovskyi che si traduce nell’1-0, sesto gol in campionato per l’attaccante e terzo personale contro la Juve.Entrano Cuadrado e Kean, ma è l’Atalanta a sfiorare il raddoppio con Hateboer che colpisce la traversa. Tutto finito? No, perché la Juve dalle sette vite rispunta al minuto 92: corner di Dybala e Danilo di testa batte Sportiello, tornando al gol dopo un anno abbondante. E la Juve evita una sconfitta che sarebbe stata pesante nella corsa Champions.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/02/2022 00:13
 
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