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Campionato di calcio Serie A stagione 2019/2020

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2020 23:36
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Napoli fermo al palo: il Cagliari resiste e fa l'impresa con Castro

Due legni di Mertens e tante occasioni sprecate per la squadra di Ancelotti, beffata nel finale.
Espulso Koulibaly, finisce 0-1


Mimmo Malfitano


ncredibile, ma vero. Il Napoli rimedia la seconda sconfitta in campionato dopo aver dominato la gara per l’intera durata. Tante le opportunità create, ma non concretizzate, una vecchia abitudine che, stavolta, è costata cara. Il Cagliari ha guadagnato tre punti pesantissimi con l’unico tiro indirizzato verso la porta di Meret: il colpo di testa di Castro ha demolito l’entusiasmo del San Paolo. Adesso è a 9 punti insieme al Napoli che a sua volta è già a meno 6 dall’Inter capolista.

POSSESSO PALLA — Altro inedito per Carlo Ancelotti: in campo c’è un’altra formazione diversa. Stavolta, restano fuori Koulibaly e i due centravanti, Llorente e Milik, oltre a Fabian Ruiz a centrocampo. Maran, invece, tiene in panchina Ceppitelli e tiene Klavan e Pisacane su Mertens e Lozano. Il tecnico isolano affida Insigne alla marcatura di Cacciatore, mentre Rog segue Allan in mezzo al campo. Pronti-via e il Cagliari è già dalle parti di Meret con Simeone trovato da Joao Pedro: il portiere lo anticipa in uscita. Il pericolo non scompone il Napoli che tiene il possesso della palla. Zielinski si assume la responsabilità di dare ordine alla manovra, mentre sulla sinistra Mario Rui spinge inseguito da Nandez. Un errore di Ionita in uscita (14’) favorisce la ripartenza di Mertens che indovina il corridoio giusto per liberare al tiro Lozano: il pallone gli viene ribattuto. Ed è lo stesso Ionita (23’) a tentare di sorprendere Meret con una conclusione da lontano che finisce alta, però.

Palla-gol — Capita, probabilmente, sul piede sbagliato, perché quando Zielinski lancia Mario Rui nel corridoio giusto, solo dinanzi a Olsen il portoghese ha concluso altissimo tra la disperazione del San Paolo. Il gol arriva, ma non è buono, nel senso che Insigne tocca in rete il pallone, ma è in fuorigioco (27’). Resta, comunque, la spettacolarità dell’azione che l’ha portato al tiro. L’ultima opportunità per il Napoli, nel primo tempo, capita nuovamente sui piedi del capitano, imbeccato da un taglio di Mertens: Olsen ne respinge la conclusione ravvicinata (42’).

CATENACCIO — Il Cagliari inizia la ripresa schierandosi a difesa di Olsen, lasciando al Napoli trequarti di campo disponibile per pressare. I soli Koulibaly, subentrato a Maksimovic, e Manolas restano qualche metro più dietro. Callejon batte ripetutamente dall’angolo e in tre minuti Olsen deve superarsi per bloccare e respingere i tentativi di testa di Manolas, Koulibaly e Di Lorenzo. Mertens prova l’azione personale, ma il suo destro sbatte sul palo e finisce a lato (20’). Il belga ne centrerà un altro cinque minuti più tardi. Ancelotti, allora, prova il tutto per tutto inserendo Llorente e Milik, ma il Cagliari è un muro dinanzi a Olsen. Lì dietro, difendono tutti e lo fanno in maniera ordinata, senza farsi prendere dalla tensione. La beffa per il Napoli è dietro l’angolo, però. Al 42’ Nandez riparte veloce dopo lo scambio con Joao Pedro, crossa. Sul pallone si avventa il nuovo entrato Castro che di testa batte Meret. Sul San Paolo cala il gelo, mentre Koulibaly viene espulso da Di Bello.

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/09/2019 00:06
 
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Autogol di Bourabia all’ultimo respiro: il Parma esulta, Sassuolo beffato

Derby emiliano con tante emozioni.
Protagonisti la Var (annullati due gol a Gervinho) e Consigli, bravo a parare un rigore a Inglese


Roberto Pelucchi


Uno sfortunato autogol di Bourabia decide al 95’ il derby emiliano tra Parma e Sassuolo, caratterizzato dalle decisioni della Var (annullati due gol a Gervinho) e da una super-parata di Consigli sul rigore calciato da Inglese. Il Sassuolo è stato beffato alla fine, ma il Parma è piaciuto di più e dopo tanta sfortuna è stato premiato all’ultimo respiro.

C’È TANTO PARMA — D’Aversa, in campo con il 3-4-3, mette Gagliolo in difesa, avanza Kulusevski in attacco e inserisce Scozzarella in mezzo, mentre De Zerbi rispetto alla gara con la Spal rivoluziona il centrocampo (dentro Magnanelli e Locatelli) e piazza Boga tra le linee, a supporto di Caputo e Berardi (suo il primo pericolo del match). C’è tanto Parma nel primo tempo. Scozzarella stuzzica con un tiro da fuori Consigli, che non si fa sorprendere. Il portiere deve invece impegnarsi molto di più per fermare Gervinho. Prima respinge un tiro di sinistro al volo, poi poco dopo devia in angolo la conclusione ravvicinata dell’ivoriano, lesto a conquistare la palla persa da Chiriches davanti all’area. Gervinho prende anche un giallo per simulazione, anche se quelli del Parma chiedono il rigore. Il Sassuolo si sporge al 22’, ma Caputo al momento del tiro è fermato da Iacoponi, che salva in angolo in scivolata. E’ tutto quello che riesce a proporre in avanti il Sassuolo, che non riesce praticamente mai a verticalizzare in velocità nonostante il possesso palla (60% a 40). Gervinho e Kulusevski, al contrario, sono sempre insidiosi quando ricevono il pallone sulla corsa, anche se al 35’ il giovane ex Atalanta non sfrutta al meglio un’azione personale. Nel finale di tempo il Parma segna con Gervinho, su assist proprio di Kulusevski, ma dopo aver rivisto al video l’azione Marinelli annulla per una spinta di Hernani a Magnanelli. Il Parma mugugna.

ANCORA VAR PROTAGONISTA — De Zerbi corre ai ripari: fuori Locatelli, dentro Traoré. Il Sassuolo guadagna metri e diventa più intraprendente: Boga, ben imbeccato da Berardi, mette i brividi a Sepe, che devia in angolo. Ci prova anche Berardi da lontano, il portiere alza sopra la traversa. Un grande recupero di Bruno Alves propizia un secondo gol di Gervinho, ma anche questa volta l’1-0 viene annullato per fuorigioco dello stesso ivoriano (giusto). Ma anche quando la Var dà ragione al Parma, la squadra di D’Aversa non ne approfitta. Un folle mani di Obiang in area viene rivisto al video e porta al rigore, ma Inglese se lo fa parare da Consigli. Sembra una serata stregata per il Parma, ma a pochi secondi dalla fine arriva, in modo rocambolesco, il gol della vittoria: punizione di Hernani, Barillà spizza di testa e Bourabia beffa Consigli. Prima vittoria in casa per il Parma, mentre il Sassuolo non riesce a dare continuità ai propri risultati.

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/09/2019 00:10
 
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Genoa e Bologna fermati dalle traverse: finisce 0-0

Nel primo tempo Schone colpisce il legno su punizione.
Nella ripresa, Sansone lo imita con un cucchiaio su calcio di rigore


Filippo Grimaldi


Bisognava rimediare a tutti i costi, dopo avere mandato giù un boccone indigesto per due, e invece… Da una parte c’era il doppio k.o. del Genoa contro Atalanta e Cagliari, dall’altra per il Bologna – senza Danilo e Dijks - l’amarezza da smaltire per la sconfitta in extremis con la Roma. Finisce con un pari colmo di rimpianti soprattutto per gli ospiti, che poco dopo la mezz'ora della ripresa sbagliano un rigore con Sansone (pallone sulla traversa, con Radu battuto) dopo un fallo in area di Schone su Soriano.

PARTENZA SPRINT — Un Genoa più omogeneo ed equilibrato rispetto alla trasferta di Cagliari, ma con meno vigore. Andreazzoli – privo di Biraschi infortunato - ritorna comunque all'antico, con la formazione delle prime tre giornate. E, in effetti, la manovra dei padroni di casa risulta più efficace in avvio, grazie alla spinta di Barreca sulla fascia sinistra (che costringe Tomiyasu al fallo da ammonizione dopo appena 82 secondi) e alle buone idee di Schone, che al 3' calcia a lato da buona posizione. I ragazzi di Mihajlovic riescono però a riorganizzarsi in fretta, affondando per vie centrali, grazie a un eccellente fraseggio in mediana e a un gioco intelligente, con la squadra sempre molto corta. Arrivano così le occasioni di Soriano (diagonale pericoloso al 13') e di Sansone (che va a segno due minuti dopo, ma in posizione di fuorigioco). Un Bologna dinamico, che impedisce al Genoa di rendersi pericoloso, anche perché in attacco Kouame e Pinamonti mancano di efficacia.

BRIVIDO — La migliore occasione del primo tempo è per gli uomini di Andreazzoli, con la punizione dello specialista Schone, che alla mezz’ora, da venticinque metri, colpisce l’incrocio dei pali alla sinistra di Skorupski. Stesso canovaccio del primo tempo a inizio ripresa. Il Genoa prova subito ad alzare il ritmo, Skorupski è prodigioso su Barreca (5'), ma il Bologna resta padrone del campo, pressando altissimo sui difensori genoani. È il momento della gara più complicato per Andreazzoli, senza un giocatore che possa ispirare la manovra offensiva: via libera così a Saponara (al posto di Pinamonti), ma il risultato è sterile. L'errore più grave però è degli ospiti, che al 33' falliscono un rigore con Sansone (tiro sulla traversa), dopo un fallo in area di Schone su Soriano. Il pericolo scampato risveglia i padroni di casa, ma è troppo tardi. Finisce senza gol, ma che occasione gettata al vento per la squadra di Mihajlovic.

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/09/2019 00:13
 
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Mancosu non sbaglia mai, Spal troppo fragile:
il Lecce vince 3-1 a Ferrara

Il numero 8 di Liverani sigla altri due gol dal dischetto e firma il successo pugliese.
Di Francesco segna e si infortuna, Semplici sfortunato con le ali


Matteo Nava


Ora non ci sono dubbi: c'è un sortilegio che colpisce le ali della Spal: anche Di Francesco rimane k.o. dopo gli infortuni di Fares e D'Alessandro. Allo stesso modo Mancosu sembra invece baciato da un incantesimo: dal dischetto non sbaglia mai e la sua doppietta sottoscrive il successo per 1-3 di Ferrara. proprio dell'esterno spallino e di Calderoni gli altri due gol del match.

TURBO — Una Spal orfana di D'Alessandro ospita il primo Lecce con Babacar dal 1' e le prime emozioni del Mazza passano proprio dalla punta su cui Liverani scommette dall'inizio. Gli bastano una decina di minuti per incidere e lo fa andandosi a guadagnare un prezioso rigore: la sua percussione dalla sinistra viene infatti fermata solo da una scivolata irruente di Felipe, troppo scomposta secondo Rocchi. Dal dischetto si presenta ancora una volta Mancosu che, come nelle ultime due partite, insacca senza batter ciglio. Il tachimetro del match non accenna però a rallentare e a questa velocità non può che nascere un altro gol: al 17' Petagna porta palla, Murgia fa da sponda di testa e il sinistro di Di Francesco è troppo angolato per Gabriel, 1-1. Dopo il pari la gara cala di giri, con i padroni di casa che sembrano macinare più gioco senza però incidere, al di là di una botta di Floccari deviata in corner da Gabriel. Il primo tempo si chiude su un acuto di Babacar, che mette nei guai Berisha anticipando una sua uscita, ma Vicari interviene e spazza prima che la palla varchi la linea.

DEJÀ VU — La ripresa comincia esattamente con una rete come la prima frazione, questa volta addirittura anticipando i tempi: al 47' pressione del Lecce che libera Calderoni dal limite dell'area, il suo tiro viene deviato di petto da quel Vicari che prima aveva salvato baracca e burattini e il pallone diventa imprendibile per Berisha. La Spal è così costretta di nuovo a rincorrere e lo fa subito, ma la gran botta di Reca - deviata - trova la manona di Gabriel, di nuovo reattivo. Una rincorsa che si complica però con l'infortunio muscolare di Di Francesco, che semplici rimpiazza al 55' con Strefezza. La situazione si rende ancor più critica al 73' con il secondo rigore del match, di nuovo trasformato da un infallibile Mancosu: troppo evidente la spinta di Cionek proprio sul numero 8. La Spal alza molto il baricentro per tentare un'eroica rimonta, ma le forze sono poche e soprattutto gli ospiti non hanno intenzione di farsi sorprendere, chiudendo sempre gli spazi con attenzione.

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/09/2019 00:17
 
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A Belotti vengono i quattro minuti:
la doppietta del Gallo manda all’inferno il Milan di Giampaolo

Il Torino va sotto per un rigore di Piatek e soffre il bel primo tempo dei rossoneri, che però spariscono nella ripresa.
Kessie nel recupero si divora il gol del pari e Sirigu salva sul polacco


Mario Pagliara


La prova del nove si colora di granata. C’è un Belotti pazzesco nella rimonta che il Toro firma nella ripresa dopo aver incassato nel primo tempo il rigore di Piatek. La ribalta la squadra di Mazzarri con una ripresa di carattere e qualità, trascinata dalla doppietta del Gallo, e ora si porta al quarto posto con nove punti. Dopo due sconfitte, il Toro si rilancia alla grande, mentre il Milan – a cui non basta un bel primo tempo – deve ingoiare l’amarezza della seconda sconfitta consecutiva.

DIVERSI IN TUTTO — Sì, è la notte del tridente. Tutto proiettato in verticale quello granata: il giocatore più pagato della storia del Toro (25 milioni), Simone Verdi, guida quello del Toro. Tocca a lui ondeggiare sulla trequarti per accendere la coppia Zaza-Belotti. Si distende su piano orizzontale, invece, il trio offensivo disegnato da Giampaolo: Suso è la freccia sulla destra, Leao è la minaccia costante a sinistra, in mezzo c’è Piatek a fare continuamente a sportellate (e a vincere i duelli) con Lyanco. Sono diversi in tutto i due tridenti, e lo sono anche in ciò che producono nel primo tempo: sette occasioni, tre tiri nello specchio e un gol su calcio di rigore, quello del Milan; un’occasione poco prima dell’intervallo con Belotti e nessuna conclusione nello specchio quello del Toro. La sfida tra Toro e Milan non è certo tutta qui, ma questa è una distanza importante che si mette tra le due squadre.

IL PISTOLERO — Gioca meglio il Milan. Anzi, a dirla tutta, a tratti nel primo tempo gioca proprio bene. Certo, si vede chiaramente che quello di Giampaolo è un cantiere tutto aperto, ma la reazione data dai rossoneri dopo la botta presa nel derby nei primi quarantacinque minuti di questo posticipo è certamente di qualità. Non spreca un pallone il centrocampo del Milan, con Bennacer continuamente acceso, e Calhanoglu con la testa giusta nella partita. Il resto lo fanno le incursioni di Leao, in buona serata, la prepotenza di Piatek e la qualità di Suso, anche se a tratti, al servizio della squadra. Ancora timido il Toro: quello del primo tempo non è la squadra “arrabbiata” invocata da Mazzarri alla vigilia. Soffre la velocità delle giocate del Milan, Verdi si vede poco e il duo di centrocampo Baselli-Rincon è costantemente superato. Si spezza in fretta l’equilibrio della serata, e c’è la firma di Piatek. Al sedicesimo è Leao a guadagnare un rigore in conseguenza di un contatto con De Silvestri, due minuti dopo dal dischetto il polacco è freddo e perfetto (secondo gol del Pistolero in questo campionato, dopo quello di Verona). Impossibile per Sirigu arrivarci. Rotto il ghiaccio il Milan si distende, Kessie ha la chance per raddoppiare ma la spreca sparando il suo fendente sui tabelloni (21’), un minuto dopo invece Sirigu compie un miracolo su un colpo di testa di Leao. Sono dieci minuti di bambola per il Toro, che al 24’ subisce anche una conclusione dalla distanza sulla quale Sirigu ci arriva come può. Mentre la gara sale di tono agonistico (fioccano diverse ammonizioni), il Milan continua a giocare concedendo un’unica possibilità al Torino, al terzo di recupero: Belotti per poco non approfitta di un’indecisione tra Musacchio, Calabria e Donnarumma (in uscita). Palla alta.

UN ALTRO TORO — S’inizia a vedere il carattere del Toro in avvio di ripresa: dopo cinque minuti, una sberla di Aina, ad esempio, scuote Donnarumma attento con i pugni. E’ il Milan ad avere le chance per raddoppiare: come quando Lyanco perde una palla sanguinosa ma Suso non ne approfitta, ma soprattutto al nono del secondo tempo quando Piatek sbaglia un rigore in movimento su assist di Romagnoli. Intorno al quarto d’ora dentro Ansaldi per Lyanco (e il Toro passa a quattro) e Bonaventura. Il Toro ci prova a salire d’intensità, e comincia ad arrivare con la foga dalle parti di Donnarumma, sia con Zaza che con Belotti.

I QUATTRO MINUTI DEL GALLO — Mazzarri fa la mossa: con dentro Ansaldi e Berenguer passa a un 4-2-4. Ma ora è un altro Toro, che sale di tono, gioca meglio e che trova, meritatamente il pari al 27’ della ripresa con una conclusione potente di Belotti che sorprende Musacchio e Donnarumma. Ma quando il Gallo si scatena sono dolori, e qui il Toro è ormai scatenato. Così passano appena quattro minuti, quando al 32’ prima ci prova Zaza poi sulla respinta corta di Donnarumma si avventa Belotti in acrobazia che fa esplodere l’Olimpico. E’ il decimo gol stagione del Gallo con il club, addirittura l’undicesimo considerando anche la rete in Nazionale. Nel recupero Kessie (davvero clamoroso l’errore di sinistro a pochi centimetri dalla porta) e Piatek (strepitoso Sirigu) falliscono il due a due. La festa è tutta del Toro.

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/09/2019 23:57
 
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SERIE A 2019/2020 5ª Giornata (5ª di Andata)

24/09/2019
Verona - Udinese 0-0
Brescia - Juventus 1-2
25/09/2019
Roma - Atalanta 0-2
Fiorentina - Sampdoria 2-1
Genoa - Bologna 0-0
Inter - Lazio 1-0
Napoli - Cagliari 0-1
Parma - Sassuolo 1-0
Spal - Lecce 1-3
26/09/2019
Torino - Milan 2-1

Classifica
1) Inter punti 15;
2) Juventus punti 13;
3) Atalanta punti 10;
4) Napoli, Cagliari e Torino punti 9;
7) Roma e Bologna punti 8;
9) Lazio punti 7;
10) Sassuolo, Brescia, Parma, Milan e Lecce punti 6;
15) Fiorentina, Verona e Genoa punti 4;
18) Udinese punti 4;
20) Spal e Sampdoria punti 3;


(gazzetta.it)
28/09/2019 00:01
 
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Prima super-Pjanic, poi CR7: la Juve liquida la Spal e prende fiducia

Berisha para alla grande ed evita agli emiliani un passivo peggiore.
Debutto stagionale per Emre Can


Matteo Pierelli


La solita Juve. Sorniona e un po' svogliata all'inizio, ma spietata quando decide di accelerare e colpire. Come martedì scorso a Brescia, è ancora il destro magico di Miralem Pjanic a evitare qualsiasi fastidio alla squadra di Maurizio Sarri: il bosniaco apre la partita alla fine del primo tempo e nella ripresa arriva l'acuto di Cristiano Ronaldo, che con un gran colpo di testa su assist al bacio di Dybala sigilla una gara che i bianconeri gestiscono senza grandi patemi e senza i consueti cali che avevano caratterizzato l'inizio di stagione. Dopo questa vittoria contro la Spal, la terza consecutiva in campionato, la Signora può ora concentrarsi sui prossimi importantissimi snodi: la sfida in Champions di martedì a Torino contro il Bayer Leverkusen e quella contro l'Inter di domenica prossima a San Siro.

STESSO MODULO — Nel pomeriggio in cui Gigi Buffon stabilisce l'ennesimo record della carriera (con 903 gettoni è diventato il giocatore con più presenze nei club, superando Paolo Maldini), la Juve sperimenta ancora con successo la formazione con il trequartista (Ramsey) dietro le due punte e solo un grande Berisha (miracoloso almeno in tre interventi) evita un passivo peggiore alla Spal, che non demerita nel primo tempo ma che fa poco o nulla nella ripresa. Eppure la squadra di Semplici, alla quinta sconfitta in sei turni, soprattutto nel primo tempo, non gioca male. Per quanto visto all'Allianz la classifica attuale non le rende giustizia: la costruzione del gioco è discreta anche se manca un po' di cattiveria negli ultimi metri.

SPIETATA — Un peccato mortale contro questa Juve, che si presenta in campo ancora con il 4-3-1-2 con Cuadrado (a destra) e Matuidi (a sinistra) terzini vista la penuria di esterni a disposizione. La partenza della squadra di Sarri è molto tranquilla, la circolazione di palla è lenta e gli errori in disimpegno molti. Solo Khedira di testa (al 9') sfiora la rete. E così è la Spal nella prima mezzora a rendersi più insidiosa, prima con Petagna (tiro fuori non di molto) e poi con un contropiede molto pericoloso (i ferraresi erano 3 contro 2) non sfruttato da Murgia che si allunga troppo la palla e manda tutto all'aria. La Juve sonnolenta dell'inizio a quel punto esce dal torpore e uno splendido contropiede (34') avviato da Cuadrado si infrange sulle manone di Berisha, bravissimo a negare a Dybala la gioia del gol. Il portiere albanese si supera poco dopo anche su Ramsey: il colpo di testa del gallese su assist al bacio di Ronaldo viene ancora respinto dal numero 99 della Spal. È il preludio al gol che sblocca la partita allo scadere del primo tempo: Khedira serve Pjanic dal limite e il destro del bosniaco si infila nel sette alla destra di Berisha.

IN SCIOLTEZZA — Nella ripresa la Juve gioca più sciolta e si vede il lato migliore della squadra di Sarri: tagli, verticalizzazioni, giocate quasi mai banali. Il problema per i bianconeri è quello di trovare sulla loro strada un Berisha strepitoso, che nega il gol a Khedira (55'), a Dybala (66') e anche a Cristiano Ronaldo al 74'. Ma il portoghese, poco dopo, non si lascia sfuggire l'occasione per segnare il terzo gol stagionale: l'arrabbiatura per il Fifa Best Player che non ha vinto è segnalata in calo, anche se proprio al 90' Berisha con un altro miracolo gli nega la gioia della doppietta.

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/09/2019 22:35
 
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Sanchez gol e rosso, segnano Sensi e Gagliardini:
Inter, che sinfonia per la sesta vittoria di fila

I nerazzurri, in 10 per l’espulsione del cileno a inizio secondo tempo,
giocano una grande partita e tornano davanti alla Juve in attesa dello scontro diretto di domenica 6 ottobre


Valerio Clari


Sei su sei. Un tempo di dominio e uno in dieci contro undici. Uno di governo e uno di lotta. Prima sull’ottovolante, su e giù, con Alexis Sanchez, poi sulle solide spalle di Lukaku, simbolo di muscoli, testa e disciplina. L’Inter di Conte vince a Genova 3-1, Antonio festeggia sotto la Curva e si presenterà all’incrocio con la Juve guardandola dall’alto: +2, percorso netto e altro crash test superato. Non ci sarà Sanchez, espulso e squalificato, e Lautaro oggi si fa notare soprattutto per un paio di gol sbagliati, ma c’è tempo per pensare a come far male ai bianconeri. Di sicuro Sarri troverà un avversario solido, con la lucidità di Sensi e Brozovic in mezzo e capace di mutare forma in corsa e di rispondere alle difficoltà. I cambi di uomini e di modulo dopo il gol doriano sono la firma di Conte sulla sesta di fila.

ALEXIS FA E DISFA — Come Superpippo Inzaghi, come Schillaci ai Mondiali 90, e poi come Penelope, che disfa quello che aveva tessuto (“il filo da riannodare” di cui parlava Conte). Alexis Sanchez per un tempo pare Gastone di Paperopoli, poi si fa cacciare come Paperino. Alla prima da titolare nel giro di due minuti trasforma quello che tocca in gol. Al 20’ si trova sulla traiettoria del tiro da fuori area di Sensi, la palla gli sbatte sulla schiena e finisce in rete. Per le regole è gol del centrocampista (tiro nello specchio), ma la deviazione è decisiva. Due minuti dopo ancora Sensi, che continua a dominare in fase offensiva con tecnica e idee, prova un diagonale da sinistra: non è il suo miglior tiro, si spegnerebbe lentamente a lato, invece appare sul secondo palo il Niño Maravilla che raccoglie e da due passi infila. Questo è suo, senza dubbi, ed è buono perché Colley lo tiene in gioco. Al posto giusto, per fortuna e volontà, al momento giusto: Alexis ha un anno e mezzo di arretrati da recuperare (l’esperienza allo United) e inizia subito. Non sono solo le deviazioni da due passi: Conte può apprezzare anche tagli in profondità offensivi, la leadership che già si intravede, un’apertura, facendo la boa a centro area, che libera Candreva per il 3-0. Sembra solo l’inizio, invece è già la fine, perché dopo un minuto della ripresa si becca un rosso. Già ammonito per un fallo da dietro su Ekdal, raccoglie una ribattuta del portiere su Lautaro e si tuffa cercando un contatto col difensore che non c’è: secondo giallo e Inter in 10.

MUTAZIONE — E’ la fine anche del pomeriggio tranquillo dell’Inter, che per 45’ non aveva rischiato nulla e sembrava veleggiare verso Barcellona in acque tranquillissime. La superiorità numerica accende il Ferraris, fin lì impegnato a mandare messaggi poco amichevoli a Ferrero. E rilancia la Samp, messa a specchio all’Inter ma poco somigliante ai nerazzurri. Quando Jankto prima sovrasta Skriniar, poi riceve il passaggio di ritorno di Linetty e infila con deviazione dello slovacco Conte chiama la cavalleria. Dentro Lukaku e D’Ambrosio, modulo che diventa 5-3-1 e idea base di gioco che diventa lanciare per il centravanti belga e aspettare le sue sponde. Funziona. E riporta la calma. Il gol di Gagliardini, 6’ dopo quello doriano (61’) restituisce il controllo del match. Brozovic pesca Gagliardini a centro area con un filtrante, il primo tiro è respinto, ma la palla resta lì e Gaglia la spinge dentro. Mentre tutti esultano, Conte dà nuove concitate istruzioni al suo centravanti-totem. Bastano per evitare che i seguenti 30’ si trasformino in un assalto al fortino da parte dei genovesi. Anzi Lukaku con un’azione personale fra 3 difensori potrebbe anche segnare il quarto e ad Handanovic vengono chiesti un paio di interventi, ma nessun miracolo, nonostante gli ingressi offensivi di Bonazzoli, Vieira e Caprari. La Samp resta sul fondo a un punto, Quagliarella resta senza gol su azione e Di Francesco resta pieno di problemi. Per l’Inter anche la sesta è andata: ora la Juve, per vedere se è vera gloria.

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/09/2019 22:39
 
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Atalanta, che show contro il Sassuolo:
4-1 con un Gomez da applausi

Primo tempo da urlo per i bergamaschi che vanno a segno anche con Gosens e Zapata.
Nella ripresa rete di Defrel


Pierfrancesco Archetti


Il Sassuolo aveva sempre vinto in casa, in stagione. L’Atalanta idem però in trasferta, in campionato. La serie che prosegue è quella dei nerazzurri, che mantengono il terzo posto mostrando una superiorità schiacciante. Come si capisce subito, quando fa tutto l’Atalanta. Dopo 35’ potrebbe essere sul 6-0 invece è “soltanto” 4-0. Dopo 13 minuti i nerazzurri in bianco sono già avanti di due gol. Gomez fa tutto da solo partendo all’altezza del cerchio di centrocampo, lasciando sul posto Berardi e Toljan per segnare l’1-0. Dopo invece è un’azione più manovrata a permettere a Ilicic di creare una palla gol che Gosen davanti alla porta trasforma nel 2-0. Poi Ferrari stoppa Gosens, Consigli impedisce il tris a Zapata, ma le reti piovono ugualmente. Gomez fa doppietta scambiando con Zapata, quindi il colombiano infila il 4-0 di testa su cross di Hateboer. Atalanta inarrestabile, che insegna calcio. Ma dov’è il Sassuolo?

CAMBIA POCO — Dopo la sconfitta su autogol nel recupero, a Parma, De Zerbi ha anche cambiato quattro titolari con l’ingresso di Peluso, Duncan, Bourabia e Defrel. Ma due di loro, Peluso e Bourabia, vengono sostituiti all’intervallo. Berardi cerca il rigore invece viene ammonito per simulazione già nella prima parte. Le incursioni in area sono rarissime e sempre ben controllate dai difensori atalantini. Nel secondo tempo entrano Tripaldelli e Traoré, i neroverdi passano anche al 4-4-2. L’Atalanta, con tale vantaggio, resta più cauta, martedì incontrerà lo Shakhtar in Champions, per cancellare lo zero di Zagabria. Fra i cambi dopo la vittoria di Roma, la sorpresa maggiore di Gasperini è la prima da titolare di Sportiello, al posto di Gollini. Il portiere ha più lavoro nella ripresa, però quando ci prova da fuori Berardi, i tuffi per respingere sul palo lontano sono efficaci. Sulla girata di Defrel, prima annullata e poi tornata regolare via Var, Sportiello però non può arrivarci. Il gol del 4-1 è l’unica consolazione per il Sassuolo. Migliore in campo, il Papu Gomez.

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/09/2019 22:56
 
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Riscatto Napoli con Mertens e Manolas, ma Balotelli spaventa Ancelotti

Gli azzurri dominano il primo tempo, ma nella ripresa il Brescia
accorcia le distanze con Super Mario e tiene aperta la partita.
Annullati con la Var un gol per parte


Mimmo Malfitano


Riecco il Napoli. Ritorna alla vittoria con i gol di Mertens e Manolas, nel primo tempo, mentre il Brescia ha dimezzato lo svantaggio con la rete di Mario Balotelli che è ritornato a segnare in serie A dopo 4 anni. L’ultimo gol l’aveva realizzato a Udine, nel settembre 2015. Coi tre punti conquistati dal Napoli, la classifica resta immutata per quanto riguarda le prime posizioni: il distacco dal primo posto resta ancora di sei punti.

NUOVO TURNOVER — Carlo Ancelotti non rinuncia all’alternanza. Il turnover riguarda anche il portiere: Meret siede in panchina, mentre Ospina è titolare. Non c’è Koulibaly, fermato per due giornate dal giudice sportivo dopo l’espulsione rimediata mercoledì sera. A far coppia con Manolas c’è Maksimovic. In attacco, l’allenatore si affida alla fisicità di Llorente e alla rapidità di Mertens. Nel Brescia, Romulo è in panchina, mentre Tonali organizza il gioco e Balotelli spalleggia Donnarumma in attacco.

SUBITO MERTENS — A differenza di quanto accaduto contro il Cagliari, la partita si sblocca poco prima del quarto d’ora. Fabian Ruiz si esibisce in un’apertura per Callejon. Il tocco all’indietro dello spagnolo è per l’accorrente Mertens che di destro fulmina Joronen. Il gol porta serenità, il Napoli gioca in scioltezza, perché il Brescia non dà l’impressione di voler reagire. Anzi, al 18’, Manolas trova il gol del raddoppio, ma dopo aver rivisto l’azione l’arbitro Manganiello annulla per un precedente tocco col braccio del difensore greco. Corini si sbraccia in panchina, mentre Balotelli deve fare i conti con il dinamismo e la determinazione di Di Lorenzo che non gli lascia mai il pallone. Dessena prova dalla distanza (29’), ma il tiro è davvero senza pretese. Ad ogni affondo il Napoli dà l’impressione di poter segnare. Ghoulam (38’) crossa per lo stacco di Llorente. Lo spagnolo fa da torre per Mertes che conclude sull’esterno della rete. Va molto meglio a pochi secondi dalla fine del primo tempo. E’ il 49’ quando Callejon batte l’angolo, Maksimovic stacca di testa e assiste Manolas che, sempre di testa, infila il 2-0.

PERICOLO BRESCIA — Balotelli si vede per la prima volta al 4’ del secondo tempo: Ospina gli respinge una punizione dalla distanza. Un minuto dopo il Brescia trova addirittura il gol con un gran tiro di Tonali. Manganiello convalida, ma viene richiamato dal Var a rivedere l’azione. In effetti, Bisoli commette fallo su Maksimovic prima di appoggiargli il pallone. La squadra di Corini trova il coraggio per insistere e al 22’ accorcia le distanze con Balotelli, pronto a girare di testa in rete l’angolo battuto da Tonali. Il Napoli ha qualche problema di tenuta, riparte lentamente, quando può, e arriva poco alla conclusione. Balotelli ha sul destro la palla del pareggio, ma la conclusione non è precisa. Ancelotti non è tranquillo, vede i suoi arrancare, mentre il Brescia insegue il pareggio che, alla fine, non arriva. A Corini resta la consolazione di aver saputo tenere testa al Napoli, mentre Ancelotti conquista tre punti sudatissimi che nascondono la sofferenza vissuta nel secondo tempo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/09/2019 20:20
 
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