Admin e Mods

:: Benvenuti :: Welcome :: Da Ottobre 2003 :: Maggio 2009 :: Il B-side forum è vietato ai minori ::

Maggio 2009

Pandado

Simpatia Osè

Robyk

ibrahimovich87

mvalda

gianlucala

fux

teresio

Realizzato per amore del B-side e della bellezza femminile.

Da 4 anni solo il meglio per voi

Gemellaggi

Celebrity in Pantyhose :: FORUMANDO :: Vip Bellissime :: ipergnocche :: Vere Esibizioni

Risoluzione consigliata 1024x768

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Campionato di calcio Serie A stagione 2019/2020

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2020 23:36
OFFLINE
Post: 105.019
Post: 8.242
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Colpo Spal a Parma: decide un rigore di Petagna al 70’

Gara cominciata con 75’ di ritardo per la querelle Governo-Figc-Lega.
Primo tempo blando e senza emozioni, ripresa più movimentata


Andrea Schianchi


Se affrontasse sempre il Parma, la Spal sarebbe da scudetto, altro che ultima il classifica. La squadra di Di Biagio porta via una vittoria (strameritata) dal Tardini, e questo è il quarto successo dei ferraresi contro i gialloblù in quattro incontri di Serie A. Decide un calcio di rigore di Petagna (netto fallo di Bruno Alves su Valoti al 22’ del secondo tempo). Il Parma non ha energie per reagire e si aggrappa a soluzioni individuali che non portano da nessuna parte. Deludono soprattutto Gervinho e Kulusevski, e la difesa, di solito molto attenta, appare invece piuttosto disordinata e in balìa dei saggi movimenti di Petagna e degli inserimenti di Valoti.

CLIMA SURREALE — La partita comincia in un clima surreale alle ore 13.45 dopo il ritardo di un’ora e un quarto imposto poiché si doveva decidere se giocare o meno. Il Parma non ha Kucka, perso all’ultimo momento per infortunio, e schiera Grassi al suo posto. In attacco il tridente che fa sognare: Kulusevski, Cornelius e Gervinho. Di Biagio disegna la Spal secondo un prudente 4-2-3-1: ai mediano Valdifiori e Missiroli si affiancano in ripiegamento gli esterni Murgia (a destra) e Fares (a sinistra), mentre Valoti si occupa di disturbare l’inizio della manovra avversaria. Il piano riesce perché il Parma è imbrigliato e non produce nulla tranne un’azione che porta Gagliolo al tiro in diagonale fuori di poco. È poi lo stesso Gagliolo, poco dopo, a chiudere a Petagna lo specchio per la conclusione.

RIPRESA — Nella ripresa, dopo un tentativo di Kulusevski, è la Spal ad alzare il baricentro e a rendersi pericolosa dalle parti di Colombi. Un primo intervento del Var per un contatto tra Valoti e Iacoponi, ma lo spallino era in fuorigioco. Poi il fallo di Bruno Alves sempre su Valoti e la trasformazione dal dischetto di Petagna. È il 25’ del secondo tempo, il Parma avrebbe il margine per recuperare ma non riesce a imbastire una manovra che sia degna di tale nome. Gervinho fallisce da pochi passi una conclusione di testa e a nulla servono gli ingressi di Caprari, Karamoh e Siligardi. La Spal si rintana e protegge il vantaggio. Adesso la corsa salvezza, pur sempre molto complicata, poggia su basi un po’ più solide.

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/03/2020 00:16
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.019
Post: 8.242
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Il Genoa fa festa con Pandev e Cassata,
al Milan non basta il gol di Ibra



Primo tempo dei liguri, che colpiscono al 7’ e al 41’.
Nella ripresa i rossoneri sono più aggressivi ma la rete in mischia di Zlatan arriva tardi


Marco Pasotto

Le spiegazioni possono essere molteplici. Si va dalla tristezza di San Siro senza gente alle due settimane senza partite (cosa che peraltro vale anche per gli avversari), fino alle turbolenze societarie che hanno scosso l’ambiente nell’ultimo periodo (presente Gazidis, non Maldini e Massara). E la sensazione è che quest’ultimo possa essere il motivo principale per spiegare la sconfitta di un Milan che proprio non riesce a imprimere quella continuità indispensabile per restare agganciato alla zona europea. Al Meazza passa il Genoa 2-1 e per i rossoblù è oro che cola, perché significa aggancio al Lecce e fine della solitudine al terzultimo posto. D’altra parte era chiaro già da alcune partite – due successi nelle ultime tre uscite - che il Grifone stava bene. Pioli conferma l’ormai collaudato 4-2-3-1, con Ibra terminale offensivo davanti a Castillejo, Calhanoglu e Rebic. In difesa da registrare il forfait dell’ultima ora di Kjaer (postumi della lesione muscolare alla coscia sinistra), rilevato da Gabbia (alla seconda da titolare in campionato), mentre in porta si è piazzato Begovic, al debutto dal primo minuto al posto di Donnarumma, ancora alle prese con la distorsione alla caviglia. Nicola conferma quasi interamente le sensazioni della vigilia, con il tandem d’attacco composto da Pandev e Sanabria e Schone davanti alla difesa. Accanto al danese, però, a Sturaro è stato preferito Cassata.

GENOA COMPATTO — Il primo tempo è un perfetto riepilogo di tutti i mali stagionali che hanno afflitto il Diavolo lungo la stagione. Solo che, a differenza di altre partite, i problemi si sono palesati tutti insieme: ovvero l’attacco che produce ma non riesce a buttarla dentro e la difesa che arriva sempre in ritardo sull’avversario. Lineare, cristallino e spiegazione perfetta per ritrovarsi con due gol sulla schiena al termine del primo round. Il Genoa, peraltro, ha fatto il suo. Senza strafare, senza far brillare gli occhi e, anzi, concedendo tre o quattro possibilità sanguinose al Milan, però con il merito di restare sempre compatto, con le linee corte e pronto a ripartire. Soprattutto grazie a Sanabria, impeccabile nella gestione di tutti i palloni. Una specie di attaccante-regista, bravissimo a far salire la squadra e tenere in apprensione la zona centro-sinistra rossonera. La debacle del Diavolo ovviamente non si spiega solo nell’imprecisione sottoporta, ma anche nella giornata no di diversi giocatori che solitamente recitano da protagonisti. Hernandez è il caso più evidente, ma anche Rebic si è acceso pochissimo, Castillejo non è riuscito a entrare in partita e Ibra si è ritrovato a gestire palloni sulla linea mediana.

DOPO SOLI 7’ — Il Grifone è passato dopo soli sette minuti, quando Sanabria è andato via a un mollissimo Hernandez e ha scaricato in area per Pandev, su cui Conti ha chiuso in ritardo. Lo svantaggio ha fatto reagire il Diavolo, ma davanti a Perin è stato un disastro: prima Ibra, tutto solo, ha colpito di testa fra le braccia del portiere rossoblù e poi Calhanoglu gli ha tirato addosso, sempre a tu per tu. Errori che si pagano. E infatti. Al 41’ cross di Biraschi, Conti non chiude su Schone che prolunga per Cassata (Kessie in ritardo), e raddoppio genoano.

POCO NELLA RIPRESA — Nella ripresa sul taccuino resta piuttosto poco. Il Milan ha provato ad alzare i giri ma si è fatto prendere dalla frenesia al momento di concludere, agevolando il Genoa. Un possesso palla per lo più sterile, comunque, che non ha fatto venire il mal di testa al Grifone. La sfida avrebbe potuto cambiare a un quarto d’ora dalla fine, quando Ibra ha messo dentro il due a uno approfittando di una respinta corta di Soumaoro. In quel momento il Milan ha provato a produrre il massimo sforzo, ma senza mai mandare davvero il Genoa sott’acqua. Un dominio territoriale vano, che ha dato qualche pensiero alla difesa rossoblù ma non ha mai impaurito sul serio Perin.

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/03/2020 00:21
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.019
Post: 8.242
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Quagliarella ribalta il Verona e tiene la Sampdoria in zona A



Hellas in vantaggio grazie all'autorete di Audero su tiro di Zaccagni,
nella ripresa l'attaccante blucerchiato fa prima 1-1 e poi raddoppia dal dischetto.
La squadra di Ranieri resta sopra la linea retrocessione


Filippo Grimaldi

Chi, se non lui? Un doppio Quagliarella, salito a quota nove gol in campionato, prima rianima la Samp in svantaggio all’intervallo e poi le regala su rigore il gol che spegne le illusioni di un Verona che non capitalizza l’autorete di Audero su tiro di Zaccagni (bravo ad anticipare Augello su un assist di Lazovic), e a lungo padrone del gioco. Finisce 2-1 per i blucerchiati, che tengono il passo di Spal e Genoa e si mantengono fuori dalla zona rossa della classifica, con una gara (a San Siro con l’Inter) da recuperare. In questa strana dimensione del calcio, il Verona per un’ora gioca con autorità e legittima il vantaggio del primo tempo, ma non basta per portare a casa la vittoria, di fronte alla reazione della squadra di Ranieri. Il peccato mortale del Verona è quello di spegnersi alla distanza, quando perde quella ferocia del suo allenatore Juric, il cui vocione rimbomba incessante per un’ora e mezza nel deserto del Ferraris. Viceversa, la Samp, inizialmente più involuta dopo ventuno giorni senza impegni agonistici, ha faticato più del dovuto per imporre il propri gioco, mostrando quegli stessi limiti già palesati nell’ultimo scivolone casalingo contro la Fiorentina. Di Carmine e compagni giocano a memoria, a dispetto delle assenze: la difesa è solida e ben impostata (e quando Vieira s’invola e già sogna il gol del pareggio, quasi allo scadere del primo tempo, trova un provvidenziale Dawidowicz a chiuderlo), la mediana diventa ben presto terreno preferito del Verona dove Amrabat guida le operazioni, smistando palloni che lo stesso Lazovic a sinistra e Adjapong a destra trasformano in una spinta costante. I blucerchiati, senza Murru e Ramirez, con un buon Yoshida al debutto in difesa al fianco di Tonelli, sembravano avere perso smalto. Perché fanno fatica, sono sterili e prevedibili, e là davanti si fanno vedere solo con una girata di Gabbiadini (12’) parata su assist di Depaoli. Il resto è un lungo monologo ospite, neppure a ritmi troppo alti, che sgretola la Samp in affanno per trovare la profondità. E dire che Audero nel primo tempo era stato bravissimo prima su Di Carmine (11’, sul solito assist di Lazovic) e poi su una botta dalla distanza di Amrabat (30’).

REAZIONE SUPER — Non pensavano, gli ospiti, alla reazione convinta di una Sampdoria trasformata nella ripresa, brava ad alzare il baricentro e in più di un’occasione vicina al pareggio. Verre (11’) gettava al vento il pallone del possibile raddoppio, poi iniziava la riscossa blucerchiata (con Bonazzoli al posto di Gabbiadini e Linetty per Vieira in mediana). Silvestri rimediava con un riflesso decisivo prima su Jankto e poi su Tonelli, finchè al 33’ l’ottavo centro stagionale di Quagliarella (a segno dopo uno scambio con Depaoli) regalava il provvisorio pari alla Samp. Sfida finita qui? Nient’affatto: c’era spazio ancora per il rigore di Quagliarella, freddissimo dal dischetto dopoché l’arbitro Valeri ha punito (dopo avere rivisto le immagini al monitor del Var) un contatto Dawidowicz-Ekdal in area veronese. Al 41’ il capitano della Samp ha chiuso così la partita. Vana la reazione ospite, nonostante i sette minuti di recupero ed il rosso a Linetty poi commutato in semplice ammonizione dopo consultazione con il Var dell’arbitro.

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/03/2020 00:24
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.019
Post: 8.242
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Più occasioni Udinese e un palo della Fiorentina.
Ma nessuno sblocca: finisce 0-0



In Friuli a porte chiuse i viola vanno vicini al gol con Milenkovic a fine primo tempo,
i padroni di casa sono più pericolosi però si chiude senza reti


Alex Frosio

Senza farsi male, Udinese e Fiorentina si prendono un punto a testa: viola però più vicini alla vittoria, con un palo di Milenkovic e un’occasionissima nel recupero disinnescata da Musso. Ma non è stata una gran partita.

RICORDANDO ASTORI — Una delle cose peggiori è che il 13’ – quello che da sempre serve per ricordare Davide Astori - scorre via come se fosse un minuto qualsiasi, quando invece proprio qui, due anni fa quasi esatti (era la notte tra il 3 e il 4 marzo) Davide se ne andava. Solo a fine primo tempo un timido “ricordiamo un grande capitano, Mandi Davide”. Non che fino al 13’ fosse successo chissà che da eclissare il possibile ricordo. Anzi, in campo non succede proprio nulla, e pure dopo succede poco. Qualche azione c’è, ma va cercata nel sottobosco di una partita che fatica a uscire dalla selva intorno ai quaranta metri dalle due porte. La cronaca è obbligatoriamente rapida. Al 15’ Nestorovski allarga per Mandragora che va di controbalzo, pallone non lontano dalla porta. Al 21’ affondo di Chiesa e cross basso, Becao spazza davanti a Vlahovic, preferito in avvio a Cutrone. Alla mezzora, cross di Mandragora dopo azione di aggiramento, Okaka sbuca di testa in area, pallone appena alto. Parte comunque la musica che alla Dacia Arena celebra i gol – “Freed from desire” di Gala –, per sbaglio ovviamente. La Fiorentina solo raramente riesce a aumentare la velocità delle transizioni ma quando ci riesce può essere pericolosa, anche se l’Udinese non smuove mai i tre dietro e dunque è sempre coperta (anche perché Musso per tutta la partita chiama l’attenzione alle marcature preventive). Al 39’ Chiesa innesca Duncan, sinistro facile per Musso. Al 41’ la miglior chance, che è della Fiorentina: un palo improvviso e pienissimo di Milenkovic in mischia da calcio d’angolo.

POI NEL SECONDO TEMPO... — Un po’ più giocata la ripresa, che De Paul comincia dribblando tutti in area ma dimenticandosi di calciare. E quando lo fa, Pezzella lo stoppa. L’inizio è friulano: Sema al volo chiama alla prima parata Dragowski al 2’, mentre al 5’ Okaka scappa a Pezzella e serve Mandragora, stoppato anche lui. Poi ancora De Paul, che ci prova due volte da lontano: la seconda, al 16’ non va lontano dall’incrocio. Le prime mosse sono di Gotti, Lasagna per Nestorovski e Fofana per Jajalo, ma sono quelle di Iachini che provano a districare una partita incastrata: Cutrone per Igor, con Chiesa a destra e Lirola a sinistra nei cinque, alza le velleità della Viola. Lasagna al 31’ impegna per la seconda e ultima volta Dragowski, la Fiorentina ci prova. Al 34’ Duncan, servito da Badelj, sbaglia il controllo che gli avrebbe spalancato la porta, al 34’ Vlahovic, Cutrone e Badelj non concretizzano un contropiede (recupero di Lasagna. Al 2’ di recupero l’occasione migliore: Chiesa aggancia al limite e mentre Commisso junior in tribuna urla “shoot shoot” Federico calcia, ma Musso vola a chiudere la porta. Zero a zero, non ingiusto.

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/03/2020 00:28
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.019
Post: 8.242
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Ramsey scioglie l’Inter, Dybala la condanna:
la Juve vince e torna in testa

Il gallese e l’argentino, appena entrato, segnano i gol decisivi nella ripresa.
La squadra di Conte non demerita ma sparisce nel finale.
Sarri di nuovo primo a +1 sulla Lazio


Jacopo Gerna


Dybala si, Dybala no. Non sarà il secondo gol in Juventus-Inter a zittire i detrattori dell’argentino, ma il 2-0 con cui la squadra di Sarri torna in testa alla classifica è un chiaro segnale. Che chiude un Juventus-Inter mutilato dal coronavirus e per lunghi tratti equilibrato. Ma che offre le risposte che il mondo Juve attendeva dopo l’imbarazzante prestazione di Lione. Pessime notizie per Conte, che scivola a meno 9 dalla Juve e verosimilmente saluta qui le chance di scudetto, anche se deve recuperare la partita con la Samp.

PERCHE’ HA VINTO LA JUVE — Perché ha mostrato quell’istinto da killer visto quasi sempre con Allegri e quasi mai con Sarri. L’ex tecnico del Napoli ha azzeccato Bentancur in regia al posto del boccheggiante Pjanic visto di recente, meno il lancio di Douglas dal 1’. La partita è rimasta in equilibrio fino all’1-0 di Ramsey, anche se Handanovic ha dovuto lavorare più di Szczesny. Successivamente, e qui entriamo nell’inedito, la Juventus non ha concesso nulla all’Inter. Bene la coppia Bonucci-De Ligt, bene il centrocampo a fare da filtro, come non aveva fatto a Lione. In ripresa Matuidi, e non solo per lo sfondamento a sinistra nell’azione del primo gol. Juve insolitamente cinica anche nel raddoppiare 13’ dopo con Dybala, appena entrato per Douglas. Il dribbling che manda al bar Young e l’esterno sinistro che supera Handanovic fanno saltare tutti i divani bianconeri d’Italia.

PERCHE’ HA PERSO L’INTER — Perché ha avuto zero capacità di reazione dopo essere andata sotto. Il primo tempo era stato molto incoraggiante, con gli esterni, Candreva soprattutto, molto propositivi. Sono mancati completamente gli attaccanti, Lautaro e Lukaku. Il primo si è fatto notare solo per una punizione sulla barriera, il secondo non l’ha proprio mai vista e Conte l’ha sostituito persino tardi. Il bilancio del belga contro le rivali stagionali più pesanti (Juve, Lazio, Dortmund e Barcellona) è di un misero gol. Anche Eriksen, entrato nella ripresa, non ha lasciato il segno. Conte ha retto la partita sul piano collettivo fino a Ramsey-gol, ma i suoi migliori giocatori hanno steccato, quelli della Juve no. Perché anche nel calcio delle porte chiuse, per aprirle ci vogliono i campioni.

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/03/2020 00:31
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.019
Post: 8.242
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Caputo scatenato, il Sassuolo incanta.
Brescia rassegnato: -9 dalla zona salvezza

Dopo un primo tempo equilibrato, gli emiliani dilagano con la doppietta del centravanti e il sigillo di Boga



Trenta. E lode. Ciccio Caputo arriva a trenta reti in serie A con Empoli e Sassuolo, tutte segnate dall’interno dell’area di rigore. L’esame superato con lode dal bomber indirizza il 3-0 con cui un bel Sassuolo si sbarazza del Brescia, che dura un tempo ma sparisce dal campo appena incassato il primo gol.

TROPPA QUALITA’ — C’è un evidente divario tra le due squadre, principalmente tecnico. La qualità di giocatori come Caputo, Boga, Djuricic e Locatelli è troppo per le rondinelle, che non erano partite affatto male e sullo 0-0 hanno costretto Consigli a due parate impegnative, su Balotelli e Zmrhal. Ma sbloccata la partita, è emersa anche una certa sfiducia da parte del Brescia, a cui non sembra aver giovato affatto la scelta di esonerare una seconda volta Corini per chiamare Diego Lopez.

I GOL — L’uomo copertina è lui, Ciccio Caputo, non solo per il cartello mostrato dopo il primo gol, di cui parliamo a parte. Il primo centro arriva in chiusura di primo tempo su assist di Defrel dopo un imperdonabile errore di Chancellor su tiro-cross di Rogerio. Un vero gol da rapinatore d’area. Il secondo è un meraviglioso sinistro su lancio di Bourabia, rispolverato titolare da De Zerbi. Il Sassuolo, che perde per infortunio Berardi e Romagna, gioca in totale scioltezza, segna il terzo col solito assolo di Boga e potrebbe anche andare oltre.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/03/2020 21:09
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.019
Post: 8.242
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
SERIE A 2019/2020 Recuperi 26ª Giornata (7ª di Ritorno)

08/03/2020
Parma - Spal 0-1
Milan - Genoa 1-2
Sampdoria - Verona 2-1
Udinese - Fiorentina 0-0
Juventus - Inter 2-0
09/03/2020
Sassuolo - Brescia 3-0

Classifica
1) Juventus punti 63;
2) Lazio punti 62;
3) Inter(*) punti 54;
4) Atalanta(*) punti 48;
5) Roma punti 45;
6) Napoli punti 39;
7) Milan punti 36;
8) Verona(*) e Parma(*) punti 35;
10) Bologna punti 34;
11) Sassuolo(*) e Cagliari(*) punti 32;
13) Fiorentina punti 30;
14) Udinese punti 28;
15) Torino(*) punti 27;
16) Sampdoria(*) punti 26;
17) Genoa e Lecce punti 25;
19) Spal punti 18;
20) Brescia punti 16.

(*) = una partita in meno;
Atalanta - Sassuolo, Torino - Parma, Verona - Cagliari e Inter - Sampdoria
della 25ª giornata rinviate a data da destinarsi per l'emergenza "coronavirus";

(gazzetta.it)
09/03/2020 21:10
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.019
Post: 8.242
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Dopo l'emergenza della pandemia che tanti lutti ha causato in Italia e nel mondo, benché il virus sia ancora pericolosamente in circolazione, soprattutto in Lombardia (regione che ha patito più di ogni altra), ma nel contempo sotto controllo grazie ai comportamente virtuosi degli italiani e delle limitazioni imposte alla popolazione nella fase del lockdown, finalmente ritorna il campionato di calcio di Serie A con le quattro partite da recuperare della 25ª giornata per poi proseguire al totale recupero dei restanti turni, sempre che non ci siano altri focolai gravi, a ritmo serrato.
20/06/2020 22:01
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.019
Post: 8.242
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Toro, pari e rimpianti: Kucka risponde a Nkoulou.
Belotti fallisce un rigore: 1-1 col Parma



Un punto a testa nella prima partita di Serie A dopo lo stop per coronavirus.
Entrambe nel primo tempo le reti, nella ripresa i granata falliscono almeno tre occasioni


Mario Pagliara

Per il Toro è un pari tra mille rimpianti, esce indenne un Parma indomito. La prima partita della Serie A dopo la pausa forzata per l’emergenza coronavirus finisce uno a uno. Sblocca Nkoulou (esultanza con omaggio a Floyd), pari di Kucka. Ma sono due punti persi per il Toro che, nella ripresa, fallisce una clamorosa occasione da gol con Zaza, un calcio di rigore con Belotti (parato da Sepe) e un’altra grande chance con Edera. È il primo punto della gestione Longo, dopo tre sconfitte con Sampdoria, Milan e Napoli.

LA MOSSA DI LONGO — Rispettate le previsioni della vigilia: Toro camaleontico doveva essere, Toro dinamico è stato. Moreno Longo ripresenta alla ripartenza un undici capace di interpretare più moduli in gara: è un 3-4-3 in fase offensiva, si trasforma in un 3-5-2 in quella difensiva. La pedina chiave è Simone Edera, che svolge il ruolo di cerniera tra i due assetti: fa la mezzala sinistra quando il Toro difende, si alza da attaccante destro quando la squadra attacca. Di fronte a un Toro innovativo c’è un Parma più tradizionalista: D’Aversa non cambia il suo 4-3-3 pre-Covid. Gervinho nel tridente c’è, Cornelius è l’ariete centrale.


NEL NOME DI FLOYD — I primi venticinque minuti del Toro sono il manifesto dell’orgoglio, della voglia e della rabbia di uscire da questo momento il più presto possibile. Pronti via, i granata alzano subito i ritmi (e lo pagheranno nella seconda metà del primo tempo), passa tutto da Meité che sembra trasformato rispetto alla fase pre Coronavirus, Belotti gira largo sulla sinistra di Zaza. Il primo sussulto è proprio di Zaza (2’), presa facile di Sepe su un suo colpo di testa (cross di De Silvestri). Edera ci prova a giro (14’), e un minuto dopo il Toro passa: Nkoulou svetta sul calcio d’angolo battuto da Berenguer e segna il primo gol della ripartenza della Serie A. E’ la prima rete del camerunese in questa stagione: la festeggia inginocchiandosi ai piedi di capitan Belotti e alzando il dito al cielo. Un omaggio a George Floyd.

KUCKA PIEGA SIRIGU — L’avvio veemente del Toro perde però piano piano d’intensità. Primi venti minuti ottimi, poi un po’ alla volta le gambe dei ragazzi di Longo cominciano a rallentare. La difesa granata scricchiola al 23’ e proprio con Nkoulou protagonista, che per un nulla non combina un pasticcio. Sirigu evita l’autogol. Il Parma intanto è rientrato in partita e quando affonda sulle ali sa essere pericoloso. Alla mezzora Nkoulou salva su Cornelius, ma trenta secondi dopo una botta di Kucka piega le mani a Sirigu: è l’uno a uno con il quale le squadre vanno negli spogliatoi.

ZAZA-BELOTTI, DOPPIO ERORE — Non saranno stati bei pensieri quelli che attraversano la mente di Moreno Longo appena ricomincia il secondo tempo. Perché, dopo appena sessanta secondi, il Toro spreca due volte due incredibili occasioni da gol: inizia Zaza che, a un metro dalla linea di porta, spara addosso a Sepe; continua Belotti che calcia malissimo il rigore fischiato per l’atterramento di Iacoponi su Edera. Sepe para due volte, ringrazia e tiene il Parma in partita. Il secondo tempo si gioca subito a viso aperto, il match si apre e, al 5’, c’è Sirigu a intercettare una nuova conclusione di Kucka. Dopo l’ora di gioco iniziano i cambi: Aina per Berenguer (che esce gettando la maglia a terra), Hernani per Scozzarella, Caprari per Gervinho. Nella serata degli errori sottoporta, s’inserisce anche il colpo di testa di Edera (73’) su perfetto cross di Aina, che non inquadra la porta. È un’altra grande occasione sciupata dal Toro. Che nel finale si getta in avanti alla ricerca del gol-partita, senza trovare lo spunto vincente.

Fonte: Gazzetta dello Sport
20/06/2020 22:16
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.019
Post: 8.242
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Il Verona sente profumo d'Europa,
Di Carmine rovina il debutto di Zenga:
2-1 al Cagliari

Sardi stesi dalla doppietta dell'attaccante gialloblù, Simeone trova il 2-1 ma non basta.
Espulsi Borini e Cigarini, la squadra di Juric è da sola al 7° posto


Stefano Cantalupi


Due, tre, sette. Sono i numeri che escono dalla serata del Bentegodi e sorridono tutti al Verona. Due gol al Cagliari, tre punti, settimo posto. Il 2-1 con cui i gialloblù guastano il debutto di Zenga sulla panchina dei sardi proietta Juric nella posizione che profuma d'Europa, subito dietro al Napoli: 38 punti in 26 giornate sono tanti. Il Cagliari, indebolito dalle assenze di Joao Pedro (squalificato) e Nainggolan (infortunato), dovrà invece cambiare marcia in fretta, per provare a guardare in alto invece che alle spalle.

AVVIO GIALLOBLÙ — Per il Verona sembra che il lockdown non ci sia mai stato: pronti-via e la squadra di Juric scatta a mille all'ora, al doppio della velocità dei Cagliari. Badu ritrova il posto da titolare in mezzo al campo dopo un anno tribolato, Amrabat come sempre è dappertutto, Verre e Borini fanno altrettanto movimento per creare spazi alla punta Di Carmine. Cragno, lanciato titolare da Zenga al posto di Olsen, deve tuffarsi subito sul destro di Lazovic, ma non può far niente al 14', quando Amrabat si beve Ionita al limite dell'area, appoggia per Lazovic e Di Carmine stacca benissimo sul cross. L'1-0 - che nasce da una serie lunghissima e ordinata di passaggi gialloblù - potrebbe diventare 2-0 già cinque minuti più tardi (traversa di Lazovic), ma basta attendere fino al 26': Verre porta a spasso la difesa sarda e appoggia per Di Carmine, che inventa un super destro da fuori area per il raddoppio.

SVOLTA VAR — Prima dell'intervallo, però, la gara vive due episodi che la fanno girare. Borini viene espulso con intervento della Var: nel contrasto con Rog prende nettamente prima il pallone, ma poi impatta duro con la tibia del croato. Episodio discutibile, mentre non c'è nulla da dire sul 2-1 che riapre i giochi: Pellegrini corregge di testa per Simeone che di sinistro fulmina Silvestri.

CIGARINI INGENUO — L'avvio di ripresa è la fase di gara in cui il Cagliari produce il massimo sforzo, ma il Verona regge senza rischiare troppo. E quando Cigarini, ingenuamente, rimedia il secondo giallo, la parità numerica viene ristabilita per i venti minuti finali. Non quella nel punteggio, nonostante un buon finale dei sardi e un paio di occasioni potenziali, la migliore delle quali capita sulla testa di Pisacane. Al fischio finale non può levarsi alto il solito urlo del Bentegodi, ma poco male: l'Hellas ha ripreso subito a volare, e da qui alla fine del campionato si potrà divertire parecchio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/06/2020 00:13
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]
Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019 (431 messaggi, agg.: 27/05/2019 00:22)
Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021 (436 messaggi, agg.: 27/05/2021 00:19)
Campionato di calcio Serie A stagione 2021/2022 (quello dei Campioni d'Europa) (424 messaggi, agg.: 25/05/2022 13:28)

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:51. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

Versione 3.0 - Realizzata da Simpatia Osè - Risoluzione consigliata 1024x768