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Campionato di calcio Serie A stagione 2019/2020

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2020 23:36
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Il Brescia ci crede ancora: 2-0 al Verona.
Juric, lo stop allontana l'Europa



Il baby Papetti firma il gol dell'1-0 che assieme al sigillo di Donnarumma nel finale di gara permette
alla squadra di Lopez (prima vittoria della sua gestione) di scavalcare la Spal e andare a -6 dal Genoa


Matteo Brega

Il derby lo vince a sorpresa il Brescia per 2-0 grazie ai gol di Papetti (nato nel 2002) e Donnarumma. Il Verona si ferma, lasciando alla squadra di Diego Lopez (prima vittoria) qualche speranza di salvezza (Genoa a +6 con lo scontro diretto favorevole ai liguri).

LE SCELTE — Niente rivoluzione tattica per Diego Lopez che ripropone il Brescia con il 4-4-2. Una squadra che sa molto di quella vista l’anno scorso in B. Otto su undici sono reduci dalla promozione con Eugenio Corini, gli unici “nuovi” sono Joronen, Bjarnason e Papetti, fresco diciottenne. A un anno di distanza, insomma, il Brescia si ritrova uguale a se stesso. Con una differenza, dal primo all’ultimo posto. Ivan Juric ha pensieri più nobili, ovvero vincere per tenere il ritmo europeo. Recuperato Kumbulla in difesa, Gunter finisce in panchina ed Empereur si ritrova in campo. Badu in mezzo al campo con Veloso, Di Carmine prima punta.

CRESCITA HELLAS — La prima occasione è del Brescia al 15': punizione di Tonali, Silvestri esce male, la palla finisce a Torregrossa che d’istino calcia sul palo, poi la difesa veronese libera in corner. La risposta Hellas arriva con Borini al 18’. Borini lanciato lungo supera due volte Martella, rientra sul sinistro e calcia con Joronen che respinge. Quando il Verona spinge però è più concreto e “disegnato”: al 21’ sfonda a sinistra addirittura con Empereur che crossa e sorprende Joronen, Martella di testa toglie il problema. Cresce la squadra di Juric e Zaccagni dal limite con il destro obbliga Joronen a distendersi. Al 35’grossa occasione per Lazovic che ara la sinistra, arriva fino in fondo e poi calcia sull’esterno della rete. Insiste l’Hellas al 44’ con Di Carmine che dal limite sceglie il destro violento sfiorato da Joronen giusto per evitare guai. Prima della fine del tempo esce Borini per un fastidio ed entra Verre.

GIOIA BRESCIA — Si riparte con gli stessi elementi. La sorpresa è che al 7’ il Brescia passa in vantaggio. Corner di Tonali e di testa Papetti (classe 2002) sale alto, ruba il tempo a Veloso e infila nell’angolo lontano. Il Verona che aveva giocato decisamente meglio nel primo tempo si ritrova sotto ancora una volta per un corner gestito male difensivamente come contro il Napoli in occasione del primo gol, quello di Milik. La partita si trascina fino alla mezzora senza scossoni. Fino a quando interviene il caldo e gli allenatori devono modificare gli schieramenti. Il Verona specialmente visto che passa al 4-4-2 con Pazzini-Stepinski punte. L’Hellas torna a pungere al 32’. Verre raccoglie un cross basso da sinistra e calcia addosso a Joronen, poi Lucas Felippe, all’esordio, va alto con il sinistro a giro. Ma la vera occasione è di Torregrossa al 43’: sinistro che Silvestri devia sulla traversa. Il Verona pende ormai solo in avanti. Nei 6’ di recupero la sofferenza è ambilvalente. Al 48’ Dimarco spara fuori di sinistro da buona posizione e Joronen accusa un problema con i gli slot dei cambi esauriti. E in una ripartenza al 51’ il Brescia raddoppia. Spalek accende la ripartenza, un rimpallo favorisce Donnarumma che davanti a Silvestri la piazza sotto la traversa. Dopo un rapido controllo al Var, l’arbitro Piccinini convalida. Finisce così e il Verona asciuga un po’ le sue ambizioni europee: il Milan sta a 4 punti e nel prossimo turno al Bentegodi arriva l’Inter.

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/07/2020 22:13
 
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Sempre Atalanta! Batte il Cagliari 1-0 e vola a meno 1 dall’Inter.
Ma quel gol di Simeone...

Un ottimo Malinovskyi guadagna l’espulsione di Carboni e il rigore trasformato da Muriel.
Annullata una gran rete del Cholito sullo 0-0



Ennesima dimostrazione di forza dell’Atalanta, che, seppur agevolata dall’espulsione di Carboni, domina il Cagliari ben oltre l’1-0 finale. La colpa principale della squadra di Gasperini è stata quella di non aver chiuso prima una partita sostanzialmente gestita dall’inizio alla fine.

MOMENTI DECISIVI — Anche gli episodi hanno dato una mano al Gasp: un regolamento abbastanza surreale sullo 0-0 ha cancellato il capolavoro di Giovanni Simeone, che prima del suo destro a giro e dell’assist di Nainggolan aveva toccato con la mano, in maniera involontaria una respinta di testa di Caldara. Film già visto quest’anno, per la prima volta a Marassi in Genoa-Sassuolo, con l’annullamento del gol di Djuricic: in questi casi si annulla. L’equilibrio si rompe poco dopo: un devastante Malinovskyi viene steso da Carboni, rigore e espulsione del giovane difensore lanciato da Zenga.

RISERVE A CHI? — Il valore dell’Atalanta viene espresso dalle scelte del Gasp: gioca il tridente di scorta Pasalic-Malinovskyi-Muriel, riposano anche Freuler (c’è Tameze) Gosens, Djimsiti e Toloi. Soprattutto Muriel e Malinovskyi giocano un partitone: il colombiano colpisce il palo e la sblocca dal dischetto, anche se poi spreca due punizioni e cala. La partita del Cagliari, che ha giocato alla pari fino agli episodi chiave, si chiude qui. Cragno compie almeno 3 parate decisive e viene aiutato per la seconda volta dal palo, stavolta su Hateboer. E una certa superficialità dell’Atalanta impedisce al punteggio di schiodarsi ulteriormente, nonostante dopo un’ora cambi il tridente con l’innesto di Gomez, Ilicic e Zapata. Ma l’Atalanta post-covid è una macchina perfetta: Inter e Lazio distano rispettivamente uno e cinque punti.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/07/2020 22:17
 
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La Fiorentina respira, il Parma saluta il sogno europeo.
Ma che polemiche nel festival dei rigori...



Doppio Pulgar e Kucka, tutto dal dischetto.
Viola fuori dalle acque pericolose della classifica, ma Ribery si fa male.
Emiliani a -7 dal Milan sesto


Marco Guidi

Boccata d'ossigeno per i viola, addio ai sogni d'Europa per il Parma. La partita del Tardini ha l'aria di un verdetto: la Fiorentina vince 2-1 e allontana le acque pericolose della zona retrocessione forse definitivamente, gli emiliani scivolano a -7 dal Milan sesto in classifica. Ma i protagonisti sono soprattutto l'arbitro Abisso e il Var Doveri, che decretano tre rigori, di cui due che sono destinati a far discutere.

SCELTE — D'Aversa decide di giocarsela senza un centravanti di ruolo (Cornelius), ma l'attacco mobile Kulusevski-Karamoh-Gervinho produce pochissimo nei primi 45', che sono tutti di marca viola. Iachini ridisegna la sua Fiorentina, lascia a rifiatare Castrovilli e Chiesa e affianca Cutrone a Ribery. Il primo tempo è davvero a senso unico: Venuti pizzica la traversa al 12', poi al 18' si procura il primo rigore di giornata. Il fallo lo fa Gagliolo, che frana addosso al laterale viola dopo essere stato superato. Pulgar dal dischetto è freddissimo. Il Parma abbozza una reazione e la grande occasione capita al 26' sulla testa dello stesso Gagliolo, su cross di Kulusevski, ma l'italo-svedese alza troppo la mira. Cinque minuti dopo, altro penalty per la Fiorentina: Darmian salta a vuoto sulla punizione di Dalbert, dietro di lui Pezzella colpisce di testa, indirizzando la palla sul braccio del terzino ducale. Abisso viene richiamato al monitor dal Var Doveri (scelta dubbia) e indica il dischetto. Ancora Pulgar, ancora Sepe battuto. Sul 2-0 prima dell'intervallo, Iachini perde Benassi per infortunio e fa entrare Castrovilli.

RIPRESA — Nel secondo tempo il Parma si ripresenta con Cornelius per Karamoh e soprattutto con più piglio. Al 47' altro rigore: Pezzella allarga un po' il braccio sul contrasto aereo con Kucka, Abisso non fischia, ma è ancora Doveri (mah...) a richiamare l'arbitro al monitor. E il direttore di gara opta di nuovo per il penalty. Stavolta è Kucka a calciare e Terracciano (scelto al posto di non ci può arrivare. L'1-2 accende la partita. La Fiorentina perde anche Ribery (k.o. in un contrasto con Kurtic), entra Chiesa, ma ora è il Parma a comandare il gioco, pur senza creare chissà che. È anzi Cutrone ad avere sul sinistro la palla del tris (bell'assist di Chiesa), ma Sepe è bravo a chiudergli lo specchio al 70'. Poi è Castrovilli col destro a non inquadrare la porta dal limite. La Viola in contropiede spreca parecchio, specie con Chiesa, Sottil e Ceccherini e nel finale trema. Terracciano tocca in corner il tiro di Sprocati dai 20 metri, mentre Kucka protesta per il "contattino" con Ceccherini. Con la pioggia di rigori del Tardini, non si sa mai. Ma stavolta Abisso e Doveri non intervengono e Iachini può esultare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/07/2020 22:21
 
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Show di Linetty e perla di Gabbiadini:
scatto salvezza della Samp, solo pali per la Spal



Doppietta del polacco e splendida rete su punizione dell’attaccante nel primo tempo.
Ranieri a +7 sulla zona calda.
Due legni di Petagna, Di Biagio ultimo


Filippo Grimaldi

Match-point salvezza alla Sampdoria (che sale a più sette sul Lecce terzultimo): dopo il successo esterno di Lecce, che aveva fatto rifiatare i blucerchiati, i tre punti contro la Spal al Ferraris rappresentano un passo avanti probabilmente decisivo nell’ottica della permanenza in serie A. Mentre la squadra di Di Biagio (difficile da comprendere la rinuncia a Petagna nell’undici iniziale) adesso è costretta a puntare tutto sulle prossime due partite contro Udinese e Genoa. Il tre a zero all’intervallo ha di fatto chiuso la partita già a metà gara. Gli ospiti hanno lottato con lo stesso atteggiamento propositivo che aveva permesso loro di sfiorare il colpaccio contro il Milan, ma la differenza di valori non le ha permesso di evitare la sconfitta numero ventuno in campionato. Rimangono due prove d’appello contro Udinese e Genoa da qui a domenica: quelle sì, davvero decisive, anche se è vero che il Lecce rimane a sei punti, con otto partite ancora da giocare.

TUTTO IN DISCESA — Samp in campo con il 4-4-1-1: Ramirez alle spalle di Gabbiadini e Bertolacci novità di giornata in mediana. Spal con il 4-4-2, e la coppia offensiva Floccari-Cerri. Una partita vivace, che però si mette subito in discesa per la squadra di Ranieri (12’), complice l’errore fatale di Dabo che innesca la ripartenza blucerchiata. Sala rinvia corto e offre a Linetty il pallone che diventa il gol dell’uno a zero. Lo svantaggio non spegne il coraggio degli ospiti, che provano comunque a riorganizzarsi ed a recuperare. Audero è super su Strefezza (23’), ma tanta pressione non porta ad alcun risultato. Così, nel finale la squadra blucerchiata alza il suo baricentro, sfiora due volte il raddoppio con Ramirez, fino al capolavoro su punizione di Ramirez. Il suo sinistro (50° gol in A dell’attaccante) è letale per Letica e ridà coraggio alla Samp, che in pieno recupero (48’) arriva al tris ancora con Linetty, che firma così il suo quarto gol stagionale.

GESTIONEE E PRESSIONE — Mutarelli, che sostituisce sulla panchina ospite lo squalificato Di Biagio, dà spazio a Valdifiori al posto di Dabo, ma la manovra della Spal si ferma sempre sulla trequarti. Per gli ospiti la migliore occasione arriva sul piede di Murgia (13’,dopo uno scambio con Cerri), ma Audero si oppone ed Augello spazza via il pallone prima che caramboli in rete. La Spal insiste, gioca con continuità nella metà campo blucerchiata, ma alla fine ottiene soltanto due pali dell’ottimo Petagna (37’), subentrato a Floccari. Troppo poco per riaprire una partita già compromessa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/07/2020 22:26
 
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Due guizzi Udinese, ma il Genoa rimonta: rigore del pari al 95'

La squadra di Nicola recupera due gol in un match ravvivatosi nel finale ed evita una dolorosa sconfitta


Francesco Velluzzi


Succede l’incredibile alla Dacia Arena. L’Udinese ha in tasca la vittoria salvezza. È più forte del Genoa e lo dimostra fino al quarto dei cinque minuti di recupero. Va in vantaggio con uno strepitoso Fofana, raddoppia col solito Lasagna, come con l’Atalanta e con la Roma ne fa due. Ma commette due errori imperdonabili, oltre a quello di non fare il 3-0, uno quando regala palla al mai domo Goran Pandev e uno al quinto di recupero quando Zeegelaar aggancia in area Biraschi. Orsato fa giocare, la palla va in angolo, ma viene richiamato alla Var e concede il rigore. Sul dischetto va Pinamonti, Musso respinge sullo stesso attaccante rossoblù che stavolta non sbaglia e fa 2-2. L’Udinese prende un punto che muove ancora la sua classifica e tiene il Lecce a sette punti, ma non chiude il discorso salvezza. Il Genoa esulta come avesse vinto una finale. Perché da questo punto, insperato, può ripartire affrontando le due partite fondamentali in casa contro Napoli e Spal. Il 19 avrà il Lecce e lì, probabilmente si deciderà quasi tutto. L’Udinese, stravolta dalla fatica, giovedì dovrà andare a prendersi il sicuro a Ferrara per non correre ulteriori rischi.

PRIMO TEMPO — Nel deserto della Dacia Arena spicca, oltre al solito striscione del club di Zico, quello del club intitolato al d.s. Pierpaolo Marino e uno per Rolando Mandragora, rientrato proprio ieri in città: “Forza Rolando tornerai più forte di prima”. Il tecnico risolve il dubbio dell’uomo di destra tra i tre difensori e dà nuovamente fiducia a Troost-Ekong con Nuytinck al centro e Samir a sinistra. Davanti c’è Nestorovski, bene e in gol a Roma, con Lasagna. Davide Nicola, che qui è un ex, gioca la carta Goldaniga tra i tre di difesa e conferma la scelta di Behrami in mezzo al campo. Biraschi e Cassata agiscono sugli esterni. In attacco Iago Falque e Sanabria. E proprio Iago punge per primo. Dopo 30” Sturaro si guadagna una punizione per un fallo ingenuo di Troost-Ekong. Lo spagnolo la calcia benissimo, ma Musso si supera, in angolo. Dopo 10’ Sema becca il giallo che gli farà saltare la Spal giovedì. Nell’Udinese comincia ad accendersi De Paul, quando riceve palla Behrami lo segue come un’ombra. Ma con poco costrutto perché l’argentino va dove vuole anche a calciare, ma alto. È giallo anche per l’inossidabile e insostituibile Stryger Larsen ma al 29’ su una gran progressione di Fofana, Lasagna costringe Perin in angolo. L’Udinese mostra superiorità, il Genoa non gioca col furore che serve. Goldaniga blocca Lasagna in sgommata e si becca l’ammonizione, ma nel finale di tempo il Genoa si becca soprattutto il gol. Ennesima pennellata di De Paul sulla quale Fofana colpisce da grande attaccante di testa battendo Perin. È il secondo gol (dopo quello al Cagliari) dell’ivoriano.

SECONDO TEMPO — Nicola capisce che qualcosa deve cambiare, oltre a dover osare. Lascia negli spogliatoi il pupillo Behrami e butta dentro Pinamonti. C’è anche Soumaoro al posto di Romero. Ovviamente cambia il modulo che diventa un 3-4-1-2 con Iago alle spalle delle punte. Ma l’esperimento dura meno di 13’ perché Nicola lo toglie e gioca anche la carta Pandev, l’uomo più esperto del Genoa. Gotti decide anche lui di mandare a rifiatare l’esausto Stryger inserendo Ter Avest e cambiando, come al solito in attacco: Okaka per Nestorovski. Poi l’altra sostituzione prevista: Zeegelaar per Sema. Cè stanchezza, il ritmo un po’ si abbassa, riparte soltanto l’Udinese che però non trova la sgasata giusta. Allora ci prova De Paul, da fuori, sfiorando il palo. Time out al 25’. Dal quale esce ancora una volta meglio la squadra di Gotti che al 28’ non sbaglia: solita ripartenza di De Paul che serve Lasagna. Dialogo con Fofana che gliela restituisce alla perfezione, gran botta e 2-0. Per Lasagna è l’ottavo centro, da tre partite segna. E sfiora il bis, il tris per i suoi con una combinazione con Zeegelaar: Kevin calcia forte, ma centrale. Ma all’Udinese basta un errore, in uscita, per concedere a Pandev il tiro del 2-1. Musso non riesce ad arrivarci. E così Gotti cambia ancora: Tedorczik per Lasagna e Walace per lo stremato Fofana che si è andato a prendere un giallo. Nicola deve giocarsi il tutto per tutto con un’altra punta, Mattia Destro che prende il posto di Cassata. Sembra finita ma al 5’ minuto di recupero succede l’incredibile con Orsato che alla Var (per il contrasto tra Zeegelaar e Biraschi) manda sul dischetto Pinamonti: Musso fa un miracolo, ma non può farne due. E il Grifone spera di salvarsi.

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/07/2020 22:29
 
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Capolavoro di Insigne e il Napoli aggancia la Roma al quinto posto

Pau Lopez salva i giallorossi più volte ma nulla può su Callejon prima e il capitano dopo.
Di Mkhitarian il gol del momentaneo pari


Maurizio Nicita


Un gol capolavoro di Lorenzinho Insigne decide una sfida interessante, con il Napoli che aggancia al quinto posto la Roma, dimostrando che quello di Bergamo è stato soltanto un pomeriggio storto. La squadra di Gattuso merita perché gioca meglio e non trova più gol solo per l’ottima serata del rientrante Pau Lopez, e un pizzico di cattiveria che manca agli attaccanti. La Roma gioca, rispetto alla prestazione inguardabile con l’Udinese, ma rimane troppo timorosa. Ora deve riprendersi in fretta - dopo tre sconfitte consecutive - per non rischiare il posto “sicuro” in Europa minacciato dal Milan.

ASSETTI TATTICI — Gattuso cambia solo 3 uomini rispetto alla sconfitta di giovedì a Bergamo. Nel tridente confermato solo Insigne, con Milik centrale e Callejon che rientra a destra. La novità più importante riguarda Kostas Manolas, infortunatosi proprio nei primi giorni di allenamento post lockdown e che ha recuperato proprio in tempo per la sua sfida da sentito ex. Nel prudente 5-3-2 della Roma Smalling è l’unico a essere riconfermato della disastrosa prova con l’Udinese.

IL RITORNO DI PAU — Nell’assetto scelto da Fonseca spicca il ritorno di Pau Lopez che si mette subito in mostra con due belle parate in uscita su Fabian Ruiz e Zielinski. Già perché la Roma è stretta e bassa ma il Napoli comunque riesce ad aggirare i centrali proprio con gli inserimenti delle mezzali. I giallorossi prendono fiducia grazie a Dzeko che su un rinvio, agendo da riferimento, di testa lancia in contropiede Pellegrini, la cui pericolosa conclusione è deviata in angolo da Manolas. Continuano però gli errori gratuiti dei difensori romanisti, con Smalling (si infortuna, nell’occasione: entrerà Fazio) che consegna la palla a Insigne, pronta la giocata del capitano per Callejon che perde l’attimo fuggente per la conclusione. A sinistra Mario Rui, altro ex, trova spazi importanti. In una di queste occasioni taglia un bel cross, sul quale Milik inzucca quasi alla perfezione: Lopez è battuto, salvato dalla traversa, e sulla respinta Callejon non riesce a coordinarsi e di testa alza a porta vuota. Ancora il centravanti polacco si vede respingere un bel sinistro da un reattivo Pau Lopez. Napoli più vicino al gol, ma Roma che quando può avanza con gli esterni capaci di allargare la linea difensiva azzurra. Azione efficace da sinistra con Spinazzola e palla a destra per Zappacosta che appoggia in mezzo per Pellegrini che da ottima posizione tira fuori.

NEL SEGNO DI MARIO RUI — La ripresa inizia con gli stessi motivi tattici del primo tempo. Nel Napoli funziona bene la terziglia di sinistra, con un pimpante Insigne e uno Zielinski maturo, ma la differenza da quella parte la fa ancora Mario Rui, con un altro cross molto tagliato sul quale il taglio di Callejon è perfetto, Ibanez è superato, Pau Lopez stavolta non può nulla. Il Napoli ora sembra padrone del campo, ma giochicchia negli ultimi venti metri e dietro è un po’ distratto. Al punto che la solita spizzata di Dzeko lancia Mkhitaryan, il quale si accentra, non trova opposizione, e scaglia un destro preciso che in 5’ rimette in pari la sfida.

BENTORNATO ZANIOLO — Cominciano i cambi ed è bello rivedere in campo Nicolò Zaniolo, finalmente rientrato dal brutto infortunio al ginocchio: un capitale del nostro calcio. Ora però la lucidità viene meno e le squadre si allungano. E appena si allargano le maglie, Insigne trova un gran gol dei suoi: parte da sinistra e si accentra per il classico tiro a giro. Stavolta Lopez non può arrivarci. E nel finale è ancora il portiere spagnolo a salvare un altro gol su Mertens. Che una volta in più dimostra che il successo del Napoli è meritato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/07/2020 00:34
 
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SERIE A 2019/2020 30ª Giornata (11ª di Ritorno)

04/07/2020
Juventus - Torino 4-1
Sassuolo - Lecce 4-2
Lazio - Milan 0-3
05/07/2020
Inter - Bologna 1-2
Brescia - Verona 2-0
Cagliari - Atalanta 0-1
Parma - Fiorentina 1-2
Sampdoria - Spal 3-0
Udinese - Genoa 2-2
Napoli - Roma 2-1

Classifica
1) Juventus punti 75;
2) Lazio punti 68;
3) Inter punti 64;
4) Atalanta punti 63;
5) Roma e Napoli punti 48;
7) Milan punti 46;
8) Verona punti 42;
9) Bologna punti 41;
10) Sassuolo punti 40;
11) Cagliari e Parma punti 39;
13) Fiorentina punti 34;
14) Sampdoria e Udinese punti 32;
16) Torino punti 31;
17) Genoa punti 27;
18) Lecce punti 25;
19) Brescia punti 21;
20) Spal punti 19.

(gazzetta.it)
06/07/2020 00:35
 
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Non basta Caicedo, la Lazio s'è smarrita.
Colpo salvezza del Lecce



Dopo la sconfitta col Milan, altro passo falso della squadra di Inzaghi.
Liverani esce dalla zona calda grazie a Babacar e Lucioni, Mancosu sbaglia un rigore.
Espulso Patric per morso a un braccio di Donati


Nicola Berardino

Crolla la Lazio. A Lecce i biancocelesti subiscono la rimonta dei giallorossi di Liverani. La seconda sconfitta di fila cancella praticamente le residue speranze di poter ancora competere per lo scudetto. Gli infortuni hanno penalizzato la Lazio in questa fase, ma la squadra di Inzaghi al Via del Mare si è mostrata insicura e incapace di recuperare la gara dopo esser andata in svantaggio a inizio ripresa. Dopo sei k.o. di fila, il Lecce riavvia la classifica con tre punti pesantissimi per credere nella salvezza.

BABACAR RISPONDE A CAICEDO — Liverani rimedia alla squalifica di Tachsidis accentrando Petriccione in mediana e inserendo Mancosu. Alle spalle di Babacar spazio a Saponara e Falco. Inzaghi ritrova in attacco la coppia Immobile-Caicedo dopo lo stop imposto dal giudice sportivo. Parte dalla panchina Milinkovic, che non è al meglio: al suo posto scala Parolo. Confermati Lazzari e Jony sulla fasce. Avvio scoppiettante. Al 2’ viene annullato da Maresca un gol al Lecce, passando dal Var: riscontrato un mani di Mancosu prima di indirizzare la parabola all’incrocio. Replica vincente della Lazio. Al 5’ indecisione di Gabriel pressato da Immobile. Il portiere del Lecce respinge sul tiro di Parolo, ma Caicedo è pronto a insaccare il suo nono gol in campionato. Il vantaggio ricarica la Lazio, reduce dal k.o. casalingo contro il Milan. Fatica Leiva, che risente di fastidi al ginocchio destro operato due mesi fa: Inzaghi fa preparare Milinkovic e Cataldi. Lecce insidioso al 16’ con Calderoni: parabola dalla distanza, alta. Al 23’ Gabriel si salva nel faccia a faccia con Immobile al tiro. Al 30’ il Lecce pareggia con un colpo di testa di Babacar, azionato da un traversone di Falco dalla destra. Terzo gol in carriera per l’attaccante ex Fiorentina nelle sfide con la Lazio. Prova a reagire la squadra di Inzaghi: capocciata di Caicedo di poco sopra la traversa. Al 39’ proteste laziali per un mani di Falco su punizione di Jony. Al primo dei cinque minuti di recupero (poi diventati sette) viene punito con un rigore, dopo l’ok del Var, un intervento di scivolata di Patric che in scivolata colpisce il pallone col braccio su incursione di Calderoni. Dal dischetto Mancosu calcia però altissimo.

SORPASSO GIALLOROSSO — Dopo l’intervallo Inzaghi riparte con tre cambi: Luiz Felipe, Milinkovic e Lukaku al posto di Radu, Leiva e Jony. Di conseguenza Parolo si sposta in regia e Acerbi va sulla fascia sinistra. Ma è il Lecce a pungere: botta di Mancosu deviata da Acerbi in angolo. Dalla bandierina Saponara serve il pallone per il l’incornata di Lucioni che porta il Lecce in vantaggio al 2’. Prima sostituzione tra i salentini: al 7’ Majer avvicenda Babacar che accusa problemi fisici. Liverani avanza Mancosu. All’11’ è fuori bersaglio il tentativo di Luis Alberto dopo una combinazione con Milinkovic. Biancocelesti costantemente all’attacco. Nel Lecce Farias rileva Saponara. Al 13’, mischia in area leccese: Milinkovic non trova il colpo risolutivo. Ripartenza del Lecce: Petriccione conclude a lato, dalla distanza. Squadre allungate. In difficoltà la Lazio a sviluppare la manovra offensiva. La formazione di Liverani è molto reattiva. Gabriel vola per alzare una parabola di Luiz Alberto. Petriccione salva sulla linea su colpo di testa di Luiz Felipe. Altre cambi. Nella Lazio, Cataldi per Parolo. Nel Lecce, Deiola per Petriccione e Rispoli per Falco con l’obiettivo di rinsaldare la difesa salentina. E sono i pugliesi ad avvicinarsi ancora al gol: al 30’ Strakosha è pronto a ribattere sul tocco ravvicinato di Farias e poi Acerbi libera. Riparte l’assedio della Lazio. Gabriel para su Milinkovic. Ma i salentini si sganciano in avanti: Farias calcia sull’esterno della rete. Immobile non riesce a sfruttare un rimpallo su Lucioni. Inzaghi fa entrare Adekanye al posto di Lazzari. E proprio su un colpo di testa dell’olandese appena entrato si supera ancora una volta Gabriel. Tanta tensione in campo, soprattutto nel finale: Patric espulso dopo aver rifilato un morso a Donati. Immobile inciampa in area e non graffia: è l’immagine dei problemi della Lazio. Una nuova prodezza di Gabriel fa muro su un’incornata di Milinkovic diretta all’incrocio. Il recupero sale a dieci minuti, ma il cuore del Lecce trattiene i tre punti per rilanciarsi verso la salvezza e Lazio affonda tra i suoi rimpianti.

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/07/2020 00:37
 
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Milan, clamorosa rimonta: va sotto 0-2,
poi domina la Juve e firma il poker

Bianconeri in controllo per 60’, poi un rigore assegnato con la Var apre le porte al ribaltone.
A segno Rabiot, Ronaldo, Ibra, Kessie, Leao e Rebic


Alessandra Bocci


Sei minuti. Una volta, contro il Liverpool, sono stati fatali. Questa volta hanno fatto gioire i tifosi del Milan. Certo, le situazioni non sono paragonabili. Non era una finale di Champions League e una partita con la Juve in questo momento del campionato non conta molto, ma il Milan si prende la soddisfazione di bloccare i bianconeri che avevano il match point scudetto dopo la sconfitta della Lazio a Lecce. Consolida la sua posizione, un posto in Europa League è il massimo che possa permettersi in questo momento. Vincere in rimonta con i campioni d’Italia, battuti dopo Roma e Lazio, non è male. E sai che soddisfazione per Ibrahimovic vedere Cristiano Ronaldo uscire dal campo con una faccia lunga così.

EQUILIBRIO — La Juve parte forte, poi si calma, il Milan fa fatica a ripartire. Almeno fino a metà del primo tempo, quando il senso di inferiorità cala e i rossoneri cominciano a farsi avanti. Tanto che dopo aver rischiato, soprattutto su un calcio di punizione e su alcune iniziative di Cristiano Ronaldo, finiscono all’attacco, con un gol in fuorigioco di Zlatan Ibrahimovic lanciato da Theo Hernandez. Ecco, Hernandez: nelle partite post lockdown (e anche nell’ultima prima della chiusura), sembrava in calo, ma è in rapida ripresa. E Zlatan, da regista offensivo, fa male comunque. Lascia la profondità a Rebic nella squadra superoffensiva scelta da Pioli e si rende sempre pericoloso.

UNO-DUE JUVE — All’inizio del secondo tempo ricompare Calhanoglu e prova a proporsi in avanti. Però Rabiot salta proprio Theo, trova Romagnoli impreparato e porta in vantaggio la Juve dopo tre minuti con un sinistro spettacolare. Così il discontinuo francese sempre sotto osservazione sembra mettere il sigillo sullo scudetto. E dopo tre minuti è Cristiano Ronaldo a raddoppiare, approfittando di un pasticcio combinato dai due centrali Romagnoli e Kjaer. Per il portoghese è il trentesimo gol stagionale, per il Milan una mazzata. Rebic agisce da esterno, strappa e trova Calhanoglu, ma non basta.

LA SVOLTA — Basta invece il croato quando si ritrova in mezzo all’area a chiudere una delle solite fughe di Theo. Petto di Rebic, braccio di Bonucci: Guida va al Var e assegna il rigore al Milan: a mezzora dalla fine, Ibrahimovic accorcia le distanze e raggiunge Sheva per numero di gol in Serie A (127). Intanto Saelemaekers ha lasciato spazio a Rafael Leao, ed è lui a recuperare il pallone che con l’uno-due Ibra-Kessie riporta il match in parità. Zlatan esce di scena lasciando il posto a Bonaventura, ma non lascia la scena il suo pupillo Rafael Leao, che sfrutta un perfetto contropiede di Rebic per portare il Milan in vantaggio. Pochi minuti e partita rovesciata, con tanti cambi di Sarri. La Juve prova a tornare in vantaggio, aveva il match point scudetto a portata di mano dopo il risultato di Lecce e non vuole farselo sfuggire. La partita diventa più che vivace: il Milan sfiora il quarto gol con Rafa Leao, poi Donnarumma evita il pareggio di Rugani, ma a un quarto d’ora dalla fine si corre più di prima.

FOLLIA ALEX SANDRO — E a dieci minuti dalla fine, è Bonaventura a sfruttare un erroraccio di Alex Sandro, appena entrato e a mettere in mezzo per Rebic, che non perdona: Milan Juve 4-2. La Juve prova a reagire, nonostante i quattro gol presi in pochi minuti. Non molla, ci provano da fuori Alex Sandro e Bentancur. Cristiano Ronaldo pressa, ma è un cavaliere solitario. Ma a pochi minuti dalla fine la porta diventa molto più stretta. Segna Cristiano Ronaldo in fuorigioco netto, quando le speranze dei bianconeri sono sfumate da un pezzo. Il Milan grandi imprese tira dritto, Pioli è saldo al comando della truppa nonostante il vento tedesco che soffia sempre più forte.

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/07/2020 00:41
 
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Tanto rumore per nulla, Fiorentina e Cagliari non si fanno del male



Poche le emozioni: un gol annullato a Simeone, il palo interno di Duncan e due belle parate su Nandez e il rientrante Kouame


Francesco Velluzzi

Suona strano dire che la Fiorentina fa un altro piccolo passo in avanti verso la salvezza. Ma questo è il dato. La Viola non ripete l'impresa di Parma, si inceppa (0-0) contro un Cagliari granitico, tosto, capace spesso di ripartire con Nainggolan e Nandez che hanno un qualcosa in più. A Beppe Iachini non basta tutta la rabbia di Franck Ribery al quale uno straordinario Cragno nega il gol. E' un piacere vedere in campo gente come Radja e Franck, gente che mette la passione al centro di tutto. Il contrario di Federico Chiesa che proprio non riesce a incidere e dopo 45' va a far la doccia. Questo Chiesa non fa il bene della Fiorentina, ci auguriamo che possa farlo nella prossima location. Il Cagliari raggiunge la fatidica quota 40, quella indicata dai tecnici come salvezza ufficiale. Ora ha sette gare per cullare qualche ambizione. A partire dalla colonnina di sinistra della classifica. Il minimo per il presidente Tommaso Giulini.

PRIMO TEMPO — Iachini lancia subito Ribery. Che ieri si era allenato al top. Il modo migliore per dimenticare il furto subito in casa. Castrovilli resta in panchina. Per tutta la gara. Nel 3-4-3 disegnato dall'allenatore marchigiano c'è Lirola a creare più scompiglio a sinistra con Vlahovic e Chiesa. I play sono Badelj e Duncan. Ribery deve inventare e lo fa. Zenga deve rinunciare all'eroe difensivo Pisacane che, dopo aver stretto i denti anche con l'Atalanta, stavolta si accomoda e i suoi compagni di reparto riescono a cavarsela degnamente senza costringerlo a entrare. Ma l'allenatore milanese non sconvolge la sua idea: difesa a tre con Walukiewicz, Klavan e Lykogiannis che morde Chiesa. Fiducia dal via a Birsa (Cigarini sembra sparito) con Nandez e Mattiello che stanno sulle fasce e Nainggolan che deve fare il Ribery. Ci prova lui dopo 48": fuori. Al 6' l'ex Giovanni Simeone segna ancora, ma come con l'Atalanta, dopo lungo confronto, Manganiello gli annulla il gol per fuorigioco. Chiesa parte nervosetto e becca il giallo dopo 9'. E' suo, debole, il primo tiro viola dopo 16'. Ma è il Cagliari che ha più dinamismo e arriva dappertutto. Fino a metà tempo, quando la Viola si accende e trova sempre uno strepitoso Cragno (è di Fiesole). Si oppone a Lirola, lo salva il palo dalla sventola di Duncan. Terzo palo in tre gare per la Fiorentina. Poi Cragno fa una gran parata su Ribery ed è salvato da Klavan bravo sulla ribattuta di Chiesa.

SECONDO TEMPO — Iachini lascia Chiesa negli spogliatoi e inserisce Ghezzal. L'asso viola, pur pungolato dal tecnico, non incide, non ha l'atteggiamento giusto. Al suo posto Ghezzal. Ma è il Cagliari che spinto dal solito infaticabile Nainggolan ha la palla del vantaggio, Nandez colpisce ma male e Dragowski fa un prodigioso recupero. Il portiere polacco si supera subito dopo ancora su Nandez, scatenato a destra, l'uruguaiano fa impazzire Lirola (poi sostituito anche per l'esasperazione di Ribery) e calcia da destra, ma trova il portiere che si oppone anche su Simeone. Cominciano i cambi: Ragatzu sostituisce Joao Pedro, Dalbert, Kouame e Cutrone sono benzina per Iachini che vuole provare a vincerla e si gioca tutti gli attaccanti. Ceccherini di testa va alto di poco. Koaume, al rientro dopo il lungo infortunio, è più preciso e Cragno deve compiere un'altra prodezza. Il suo ritorno in campo è una nota lietissima. Si infortuna Ghezzal, arriva la barella, esce. Poi torna. Nainggolan e Duncan hanno ancora birra. Il ghanese imbecca Cutrone, ma Cragno è sempre attentissimo. Il pari è giustissimo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/07/2020 13:02
 
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