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Campionato di calcio Serie A stagione 2019/2020

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2020 23:36
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Atalanta, sei la solita macchina da gol:
4-1 al Sassuolo e quarto posto consolidato



Gomez inventa, Djimsiti e Zapata (doppietta) colpiscono:
la Dea è pronta per la Lazio (sperando di recuperare Ilicic),
nel finale allontanato Gasperini


Francesco Fontana

Soprattutto nel ricordo di chi non c’è più. Poi, ovviamente, uno sguardo alla classifica: nella serata dell’emozione per chi ci ha lasciato (maledetto virus...) l’Atalanta batte il Sassuolo 4-1 nel recupero della 25a giornata di Serie A e consolida il quarto posto, portandosi a +6 sulla Roma. Così la banda Gasperini (allontanato dall’arbitro Chiffi al 72’ per proteste) può dedicare - nonostante le porte chiuse - un sorriso alla propria gente e al territorio bergamasco, il più colpito dal Covid-19. Qualche pericolo di troppo, tuttavia il divario con gli uomini di De Zerbi è netto: così Gomez (tra i migliori in campo) ricama, Djimsiti e Zapata segnano (doppietta per il colombiano), Gosens macina chilometri e Gollini là dietro ci mette le manone. Al 92’ rete della bandiera su punizione di Bourabia.

LE FORMAZIONI — In casa Dea si riparte dal classico 3-4-1-2 con il Papu e Pasalic (out Ilicic per una leggera distorsione) alle spalle di Zapata in attacco. A centrocampo, oltre a De Roon, Freuler e Gosens, anche Hateboer che vince il ballottaggio con Castagne. In difesa, davanti a Gollini, spazio a Djimsiti, Caldara (preferito a Toloi) e Palomino. Dall’altra parte De Zerbi, nel suo 4-2-3-1, lancia Caputo unica punta con Berardi-Defrel-Boga a supporto. Ecco Bourabia e Locatelli in mediana con Toljan, Marlon, Peluso e Kyriakopoulos in difesa, tra i pali c’è Consigli, ex di turno.


PRIMO TEMPO — Parte bene il Sassuolo. Al 2’ Berardi salta il diretto avversario, palla per Defrel e tentativo dal limite: c’è una deviazione, tiro alto. Poco dopo Boga viene ipnotizzato da Gollini, ma è fuorigioco. Il primo tentativo dell’Atalanta arriva al 13’ con Zapata, ma il suo colpo di testa (cross di Gomez) è impreciso. Passano 30’’ ed è ancora il colombiano a provarci: contrasto vinto con Marlon, poi incespica sul più bello con Consigli che lo chiude in uscita. La Dea aumenta il ritmo e, puntuale, arriva il vantaggio al 16’: cross dalla destra del Papu, stacco di Caldara che, di testa, serve Djimsiti, bravissimo a beffare la difesa del Sassuolo e a battere Consigli in tap-in con il destro. Passano 4’ e Gomez - strepitoso - firma il bis, poi annullato: scambio Gosens-Zapata sulla sinistra, palla in mezzo del 91 e argentino che, in spaccata, sigla il raddoppio. Interviene la squadra-Var, che ferma tutto per un (dubbio) tocco di mano di Gosens. Il raddoppio, però, è solo rimandato: al 31’ arriva l’ennesimo super pallone del numero 10, l’esterno tedesco - ancora protagonista - sovrasta Toljan di testa servendo Zapata. Consigli non perfetto, il bomber ex Samp la mette dentro facile facile firmando il 12esimo centro in campionato. Dopo un buon avvio del Sassuolo, i nerazzurri dominano e vanno addirittura vicini al tris (traversa di Zapata al 35’ e gol annullato, sugli sviluppi, a Pasalic), che però arriva al 37’: sempre Gosens (devastante) sul proprio out, palla in mezzo e Bourabia - sfortunato - fa autogol. Nel finale bravissimo Gollini su Berardi prima e Caputo poi. Si va negli spogliatoi e il match già chiuso.


SECONDO TEMPO — Nonostante il risultato, si riparte forte nella ripresa. Il Sassuolo è pericoloso al 56’, Gollini è prodigioso salvando a “tu per tu” con Defrel: applausi per il portiere della Nazionale. Il ritmo si abbassa, complici pure caldo, stanchezza e sostituzioni e l’Atalanta non corre più particolari pericoli. Anzi, decide di regalarsi un poker che parla ancora spagnolo, la lingua del colombiano Zapata: al 66’ perla (l’ennesima) di Gomez, che serve al centro l’amico, prontissimo a eludere la marcatura di Peluso e a superare Consigli con un’inzuccata da bomber vero (13esimo gol in campionato). La partita, sotto tutti i punti di vista, finisce qui: al 76’ Pasalic spreca, solissimo, la chance del 5-0, al 92’ Bourabia rende meno amaro il k.o. con una bella punizione. Il Sassuolo esce con le ossa rotta - nel risultato, più che nella prestazione - restando a quota 32 punti. L’Atalanta ne porta a casa tre pesantissimi: per la propria gente e una classifica che sorride e che profuma, sempre più, d’Europa. Quella che conta.

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/06/2020 23:54
 
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Inter, la Lu-La torna a splendere:
Samp battuta e Conte è a meno 6 dalla Juve

Monologo nerazzurro nel primo tempo con le reti di Lukaku e Lautaro.
Nella ripresa esce la squadra di Ranieri ma non basta il gol di Thorsby


Valerio Clari


Cosa c’è meglio della bellezza per andare oltre al dolore, all’astinenza, all’assenza? L’Inter nobilita il ritorno del campionato dopo i mesi della paura e delle lacrime concedendo lampi e giocate che soddisfazione gli occhi. Poi si complica la vita e un po’ cala, perché è pur sempre in un nuovo rodaggio, ma tiene il 2-1 e nel primo tempo regala highlights. Fra le caratteristiche della squadra di Conte la ricerca estetica non è mai stata in cima alla lista. Forte, performante, a volte travolgente a inizio campionato, contro la Samp anche bella, specie nei due gol del primo tempo: azioni di squadra con pennellate dei singoli. È la novità nella continuità, visto che alla fine la decidono ancora loro, Lukaku e Lautaro. Ma sul 2-0 iniziale pesa tanto Eriksen, che domina nella metà campo offensiva e regala alla squadra nuove dimensioni. E va considerato anche il contributo di una Sampdoria sperimentale, arrendevole per 45’ e più in partita solo quando passa al 4-5-1.

NOVITA’ D’ATTACCO — L’Inter non regge ancora 90’ allo stesso livello (dura un’ora), ma gioca, ha gamba e ha idee: le linee difensive basse ma non attentissime né pressanti dei doriani aiutano, ma Conte propone cose nuove, come le sovrapposizioni alternate dei centrali difensivi sulle fasce laterali (Bastoni al cross, Skriniar spesso in area), Young e Candreva sulla linea degli attaccanti, ad allargare a quattro il fronte d’attacco, liberando spazi che un biondo danese sa come occupare. Non c’è Brozovic, ma Barella ne raccoglie bene l’eredità, gestendo bene da play l’inizio dell’azione: la fase di contenimento per un’ora quasi non serve, perché la squadra di Ranieri ha raramente la palla, e la tiene ancor meno. E nell’ultima mezz’ora è condizionata da un serbatoio legittimamente in riserva.

GOL E PAURE — Ma torniamo alla bellezza, che dopo un paio di prove generali di Eriksen (gol annullato dopo 2’) prende forma dopo 10’, quando si parte in verticale con un lancio perfetto di Skriniar per Lautaro, si continua con un tacco del Toro per Lukaku, si completa con un triangolo in corsa fra il belga ed Eriksen: tocco di prima da applausi di Christian, gol numero 18 in campionato per Romelu, che poi si inginocchia col pugno chiuso per George Floyd e contro il razzismo. Sarà lui a dare il via alla seconda azione bella e vincente, al 33’, quando gestisce bene una palla sulla destra, serve Candreva entrato in area che a sua volta, trova sul secondo palo Lautaro per il 2-0. L’argentino si sblocca, la LuLa splende ma non la chiude a inizio ripresa. Altra gran giocata di Eriksen su Audero in uscita, assist arretato per Lukaku ma tiro fuori. L’Inter poteva chiuderla lì, invece dopo tre minuti, al 7’, concede alla Samp di riaprirla: corner, e Vrij dimentica Colley che di testa centra la traversa: Thorsby e veloce a fare tap-in: 2-1. Calano le punte, sbagliano di più gli esterni (che verranno sostituiti da Moses e Biraghi), Eriksen ci prova sugli sviluppi di un corner prima di lasciare spazio a Borja Valero e al ritorno del 3-5-2. Conte concede 8’ a Sanchez e la porta a casa prendendo paura solo su tiri da fuori di Murru e Leris. Per come si erano messe le cose, soffrire fino al 94’ sembra un delitto, ma in fondo la missione è compiuta: meno sei dalla vetta, “distanza non abissale” e mini-campionato da 12 gare da giocare in apnea, anche con le armi nuove.

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/06/2020 23:58
 
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SERIE A 2019/2020 Recuperi 25ª Giornata (6ª di Ritorno)

20/06/2020
Torino - Parma 1-1
Verona - Cagliari 2-1
21/06/2020
Atalanta - Sassuolo 4-1
Inter - Sampdoria 2-1

Classifica
1) Juventus punti 63;
2) Lazio punti 62;
3) Inter punti 57;
4) Atalanta punti 51;
5) Roma punti 45;
6) Napoli punti 39;
7) Verona punti 38;
8) Parma e Milan punti 36;
10) Bologna punti 34;
11) Sassuolo e Cagliari punti 32;
13) Fiorentina punti 30;
14) Udinese e Torino punti 28;
16) Sampdoria punti 26;
17) Genoa e Lecce punti 25;
19) Spal punti 18;
20) Brescia punti 16.

(gazzetta.it)
21/06/2020 23:58
 
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Ed ora, da lunedì 22 giugno, ricomincia dalla 27ª giornata...
22/06/2020 00:01
 
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Fiorentina viola di rabbia: rimonta il Brescia, spreca e non va oltre l'1-1

Donnarumma porta avanti i lombardi su rigore, pareggia Pezzella.
Nella ripresa tante parate di Joronen.
Espulso Caceres (e anche Iachini), giallo per Chiesa che salterà la Lazio


Stefano Cantalupi


Un punto per uno al Franchi. Il pari sta stretto soprattutto alla Fiorentina, perché il Brescia parte bene ma cala vistosamente nella ripresa. L'1-1 serve a Diego Lopez per il morale: in attesa del Genoa, la sua squadra guadagna un punto sulla soglia salvezza. I viola, invece, non escono dai guai: 31 punti in classifica non bastano per stare tranquilli.

AVVIO LOMBARDO — Chi si aspettava un Brescia dimesso o rassegnato deve ricredersi in fretta: la partenza dei lombardi è attenta e concentrata, contro un avversario pesantemente toccato dalla pandemia di coronavirus (lo stesso Iachini ha dovuto superare la malattia prima di tornare ad allenare). Al 17' il match si sblocca in favore dei lombardi: bel cross basso di Donnarumma dalla destra, Caceres stende Dessena a due metri da Dragowski. C'è il rigore, la versione attuale del regolamento risparmia il rosso diretto all'uruguaiano. Dal dischetto, Donnarumma non sbaglia e fa 1-0.

SVETTA PEZZELLA — Chiesa prova a scuotere i viola, Ribery ci mette la classe ma non può avere ancora il passo giusto. E la Fiorentina, mentre si butta in avanti alla ricerca del pari, s'innervosisce anche un po': dopo Caceres, le ammonizioni a Ceccherini e Dalbert colorano di giallo quasi tutta la difesa. L'unico senza cartellino è Pezzella, altro reduce dal Covid-19, pronto a prendersi il palcoscenico: il capitano, al 29', è l'uomo della provvidenza per i viola, pescato da un corner di Pulgar per il colpo di testa dell'1-1 con cui si andrà all'intervallo.

CHE BRAVO PAPETTI — Dagli spogliatoi esce una Fiorentina più aggressiva, Ribery (fuorigioco di Vlahovic) e lo stesso Vlahovic (assist di Chiesa con pallone già oltre la linea di fondo) mettono in pallone in rete senza ottenere il gol del vantaggio. Il francese ha un altro guizzo a metà ripresa, ma il 17enne centrale Papetti impreziosisce una prova convincente con un salvataggio acrobatico sulla linea. Il Brescia barcolla, Vlahovic e Lirola non riescono superare Joronen, ma il gol sembra nell'aria.

ROSSO A CACERES — Una sciocchezza di Caceres, invece, complica tutto: entrataccia su Torregrossa e secondo giallo, che si porta dietro anche il rosso a Iachini. Anche in dieci, i viola continuano a spingere, e Pezzella sfiora il bis di testa, trovando un po' le mani di Joronen e un po' la traversa. Il portiere del Brescia non ha più un attimo di respiro, Chiesa lo spaventa di nuovo e Castrovilli lo chiama all'intervento in tuffo. La beffa finale per la Fiorentina è l'ammonizione di Chiesa: diffidato, salterà la trasferta con la Lazio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/06/2020 00:31
 
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Il Milan senza Ibra è una macchina da gol:
4-1 a Lecce e aggancio al Napoli

Apre Castellejo, pari di Mancosu su rigore, poi i rossoneri si scatenano con Bonaventura, Rebic e Leao


Marco Fallisi


Il dio Ibra esiste e non manca di ricordarlo sui social, ma esiste pure il Milan, e non ha bisogno di miracoli per brillare: per informazioni si prega chiedere al Lecce. La ripresa del campionato della banda Pioli è una prova di forza che rilancia le ambizioni europee dei rossoneri: manca Zlatan ma segnano tutti. Castillejo (che mancava all’appuntamento in A da un anno e due mesi), Bonaventura (che aspettava da dicembre), Rebic (che si conferma cecchino implacabile, ottavo centro tra campionato e coppa) e persino Leao, il gioiellino parcheggiato in panchina perché mordeva poco: per la prima volta in questo campionato il Diavolo cala un poker, l’unica occasione in cui ci era già riuscito risaliva ai quarti di Coppa Italia, dove però gli erano serviti i supplementari. Il 4-1 al Via del Mare non ha storia: rimette il Milan davanti al Verona (il Napoli per il momento è agganciato) e lascia Liverani in mezzo a un mare di guai. Ne aveva presi 7 dall’Atalanta prima della sosta, ne incassa altri 4 alla ripresa.

MILAN LOGICO — Il vantaggio con cui il Milan va al riposo è probabilmente quanto di più logico si sia visto nella discontinua stagione dei rossoneri: Pioli mette in campo un 4-2-3-1 dove Rebic si muove da centravanti e il trio alle sue spalle si sdoppia tra pressing e giocate che non lasciano punti di riferimento alla difesa – piuttosto statica, va detto – del Lecce. Il risultato è un Milan quasi sempre molto alto, che ruba i tempi di uscita ai ragionieri di Liverani e impegna Gabriel con regolarità: Bonaventura ci prova sugli sviluppi di un corner, Castillejo si scalda sfruttando una gran bella ripartenza di Hernandez, Kessie cerca la botta da fuori, Theo il diagonale dopo imbucata di Bennacer. Il portiere brasiliano portato in Italia proprio dal Milan di Galliani si oppone, ma è sorpreso al 26’: Calhanoglu, ingestibile pallina da flipper che parte dal centrosinistra e svaria su tutto il fronte di attacco, affonda a destra e mette in mezzo un pallone teso sul quale Castillejo “anticipa” Bonaventura mentre Lucioni e compagnia osservano senza intervenire. È l’1-0 del Milan, che poi perde Kjaer (dentro Gabbia, Pioli non ha altri centrali a disposizione) e rischia in un paio di occasioni: Meccariello al 36’ trova il gol ma la Var annulla per fuorigioco, Lapadula poco prima dell’intervallo sfiora il pari (diagonale fuori) e si arrende a un problema alla caviglia dopo una brutta caduta in uno scontro con Bennacer.

MILAN INSOLITO — Il calo di fine primo tempo preannuncerebbe un Milan balbettante e improvvisamente insicuro come spesso è capitato in quest’annata: il brivido che corre lungo la schiena di Donnarumma dopo un tocco fuori di pochissimo di Babacar (bella discesa di Saponara) pare andare in questa direzione e il rigore che Mancosu trasforma al 9’ – contatto Gabbia-Babacar, la decisione di Valeri sembra piuttosto generosa – fa scattare l’allarme. La reazione della banda Pioli, però, è un colpo di scena: niente soliti psicodrammi collettivi ma una rabbiosa e immediata spinta in avanti, che produce due gol in due minuti. Al 10’, il Diavolo arriva dal cerchio di centrocampo in pochi tocchi, Calha conclude dal limite e Gabriel respinge malissimo: Bonaventura sbuca dal traffico e infila il 2-1. Al 12’, con il Lecce tutto nell’area rossonera, ancora il turco recupera dal limite e lancia Rebic in contropiede: il croato, tutto solo, si fa mezzo campo palla al piede e supera Gabriel. Poi lascia il posto a Rafael Leao, il talentino che ha potenziale da campione ma sbaglia gli approcci: stavolta sorprende anche lui, che di testa confeziona il 4-1 sfruttando un cross di Conti al 27’. E ora sotto con la Roma.

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/06/2020 00:35
 
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La Juve ritrova tre punti e il Dybaldo:
Bologna battuto e +4 sulla Lazio

Un rigore di Cristiano e un gran gol della Joya chiudono la partita già nel primo tempo:
i bianconeri allungano sulla squadra di Inzaghi. Espulso Danilo nel recupero, infortunio a De Sciglio


Matteo Pierelli


Un sospiro di sollievo. Bello profondo. Sotto gli occhi del c.t. Roberto Mancini, si rivedono lampi di vera Juve. I tre punti arpionati a Bologna sono doppiamente importanti, perché scacciano i fantasmi della coppa Italia e perché ora la Signora aspetterà in tutta serenità la partita della Lazio, impegnata mercoledì a Bergamo contro l’Atalanta: comunque vada, i bianconeri conserveranno la testa della classifica. Decisivi nel primo tempo un rigore di Cristiano Ronaldo (22° gol in campionato) e un autentico gioiello di Paulo Dybala: la qualità al potere. Contro cui il Bologna ha potuto fare poco, soprattutto dopo essere andato sotto (era il 23’): a quel punto la Juve è come se si fosse liberata di un peso, ha cominciato a far girare meglio la palla e ha controllato la partita fino alla fine senza patemi, anche se l’espulsione di Danilo (entrato per l’infortunato De Sciglio) ha fatto arrabbiare il tecnico, che dietro a sinistra si trova sempre più in difficoltà.

SORPRESE — Sarri sorprende già al momento della formazione: dentro Bernardeschi al posto di Douglas Costa nel tridente offensivo e Rabiot in mezzo al campo al posto del connazionale Matuidi. Bianconeri pericolosi dopo sette minuti con una bella percussione di Ronaldo, la cui conclusione è respinta da Skorupski. La Juve nei primi venti minuti fa il solito possesso palla ma senza rendersi particolarmente pericolosa. La svolta arriva al 23’: trattenuta ingenua di Denswil su de Ligt su azione da calcio d’angolo e Rocchi, che in un primo momento aveva lasciato correre, concede il rigore dopo aver rivisto l’azione al monitor. Ronaldo, che aveva fallito dal dischetto contro il Milan, stavolta è glaciale e la strada per la Juve diventa più pedalabile. Anche perché 13 minuti dopo arriva il capolavoro di Dybala: gran sinistro dal limite che finisce all’incrocio. E il Bologna? Nei primi 45 minuti sta tutto in un tiro a giro di Sansone al 38’, fuori di poco.

ALLARME A SINISTRA — Nella ripresa la Juve prende in mano definitivamente le redini del gioco e sfiora più volte il terzo gol. Ci va vicino Ronaldo: non da lui l’errore a tu per tu con Skorupski, su assist di Bernardeschi, che poco dopo prende un palo clamoroso con una gran botta di sinistro, deviata leggermente dal portiere rossoblù. Poi il Bologna cerca un minimo di reazione, un paio di situazioni favorevoli le crea anche, ma di veri pericoli Szczesny non ne corre. Per Sarri invece c’è il tempo di vedere l’ennesimo infortunio della stagione: stavolta è De Sciglio ad essere costretto ad uscire per un problema muscolare, verosimilmente al bicipite femorale. E la cosa non è di poco conto visto che al suo posto entra Danilo che viene espulso allo scadere (per doppio giallo): la Juve dietro a sinistra si trova ancora di più scoperta visto che Alex Sandro è sempre out. Ma di questo il tecnico si occuperà da domani: almeno per una notte può dormire tranquillo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/06/2020 00:40
 
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Simeone nel recupero, riecco il Cagliari.
Spal, retrocessione più vicina

Un gol del Cholito in pieno recupero regala la prima vittoria a Zenga
e complica ancora di più la rincorsa-salvezza di Di Biagio


Francesco Velluzzi

L’incantesimo si è rotto. Il Cagliari torna a vincere (0-1). Non succedeva dal 2 dicembre scorso quando battè la Samp per 4-3 alla Sardegna Arena. Walter Zenga vince la sua prima partita e manda all’inferno Gigi Di Biagio e la sua Spal che ora deve compiere proprio un miracolo.
Dopo 12 partite senza vittorie è Giovanni Simeone (ottavo centro) al quarto minuto di recupero a trovare il gol decisivo trovandosi al posto giusto sull’assist di Joao Pedro che si era buttato a tutta sulla respinta di Letica al gran tiro di Rog. E pensare che pochi minuti prima l’occasionissima l’aveva avuta la Spal che con Cerri a tu per tu con Olsen si era visto ribattere col corpo dal gigante svedese il colpo sullo splendido cross di Fares. Insomma, una partita da pareggio, neppure troppo avvincente, ravvivata da qualche folata di Nandez, inesauribile nella spinta e nella voglia. Ma anche condizionata da caldo e stanchezza. Entrambi i tecnici sono ricorsi ai cinque cambi. Comunque, per il Cagliari è una svolta. Il presidente Giulini non sembrava troppo felice in tribuna durante la gara, e invece torna a Milano rinfrancato. Ora il Cagliari aspetta il Torino. Mentre la Spal è attesa da una sfida problematica a Napoli. Un’altra sconfitta vorrebbe dire condanna praticamente certa.

PRIMO TEMPO — La partita: le sorprese all’ingresso in campo sono parecchie: Di Biagio tiene fuori Missiroli e lancia dal via D’Alessandro, recuperato dal lungo infortunio, c’è anche Sala nella corsia di sinistra tra i quattro dietro e non Reca. Parte titolare anche l’ex Lucas Castro. Ma le sorprese grosse le regala Zenga: in porta non c’è Alessio Cragno, ma Robin Olsen. Scelta inspiegabile. Cragno a Verona aveva fatto bene e sembrava il titolare designato. Birsa sta in panchina e Ionita fa il trequarti di disturbo. Non c’è un regista vero e proprio, vista l’assenza per squalifica di Cigarini e l’infortunio di Oliva. Di fatto da play gioca Nandez. Il trio di difesa è inedito: Walukieiwicz, Klavan e Pisacane, l’unico insostituibile. Mattiello fa il quinto a destra. Pronti via e Nandez prende una brutta botta in un contrasto aereo, peraltro dal compagno Pisacane. Non ci sono tanti episodi da segnalare. Il primo colpo, nel senso di tacco, è di Cionek che colpisce sul calcio d’angolo, ma manda fuori. Nandez regala una punizione d’oro alla Spal dal limite, non sfruttata. Al 24’ c’è timeout. Troppo caldo. L’unico vero brivido del primo tempo lo dà Marko Rog che su punizione dalla trequarti, conquistata con un tunnel da Joao Pedro, tira direttamente e Letica toglie letteralmente il pallone dalla porta. Non ci sono altri sussulti se non il dodicesimo cartellino giallo di questo campionato per Nandez e il settimo per Rog. Oltre a una conclusione alta di Strefezza, ben liberato da Petagna.

RIPRESA — Parte bene il Cagliari col solito Mattiello che crea cross e superiorità sulla destra. L’esterno che ha un passato pure nella Spal, pesca Pellegrini che calcia bene ma a lato. Simeone, invece, non crea problemi a Letica. C’è caldo. Di Biagio cambia: Missiroli per Castro, Dabo per D’Alessandro. Forze fresche per dare più ritmo alla squadra che subisce un po’ le folate del Cagliari ispirate da Nandez e Mattiello. Poi l’ex tecnico dell’Under 21 ne fa altri due: uno obbligato Reca per Sala (infortunato) e Fares per Valoti. Anche Zenga cambia: Birsa e Lykogiannis per Ionita e Pellegrini. E un’altra doppietta: Cacciatore per Pisacane costretto a uscire e Ragatzu per Mattiello. Zenga prova a vincerla, prova a mettere un attaccante guastafeste. Che, infatti, crea subito scompiglio. Di Biagio risponde buttando dentro l’ultima carta, Alberto Cerri, arrivato proprio dal Cagliari infortunato a gennaio. Per lui è il debutto con la maglia della Spal. Ed è proprio l’Albertone a costringere Olsen alla parata più importante, l’unica vera della partita: stupendo cross di prima al volo di Fares e Olsen ribatte su Cerri d’istinto mettendo il suo corpo, con Petagna che sulla ribattuta calcia in curva. Ma il Cagliari la vince al minuto 94 con un pizzico di fortuna, ma con la tenacia di Joao Pedro che sul tiro di Rog respinto lateralmente da Letica, si avventa e serve a Simeone l’assist per il gol. Sipario, anzi no: debutta in A il difensore Carboni per il giusto tributo a Joao.

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24/06/2020 00:01
 
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Milik e il redivivo Lozano: che Napoli a Verona.
E il sogno Champions resta vivo

La rete del polacco al 38’ del primo tempo, il messicano raddoppia al 90’:
dopo la Coppa Italia, Gattuso continua a correre.
Pomeriggio storto per la squadra di Juric


Matteo Brega


L’entusiasmo di Rino Gattuso e del suo Napoli post Coppa Italia funzionano ancora. Il Verona cade in casa 2-0 sotto i colpi di Milik e Lozano e i campani continuano a tenere vivo il sogno Champions. Il Verona si presenta con sole due novità rispetto alla vittoria contro il Cagliari: una obbligata, Zaccagni per lo squalificato Borini, e uno atteso, Veloso per Badu. Il Napoli risponde con un 4-3-3 in cui il centravanti è Milik e non Mertens.
La prima grande occasione della partita atterra sul Bentegodi al 18’ sotto forma di un destro partito da Zielinski: Silvestri devia. Il Verona 4’ dopo arriva a pochi centimetri dal gol. Inizia tutto Zaccagni che converge, crossa, il pallone deviato arriva a Faraoni che calcia al volo rendendo la traiettoria un assist per Verre che col petto alza sopra la traversa a porta vuota. La posizione di Verre sarebbe stata passata al vaglio del Var, ma rimane un’occasione colossale per l’Hellas. La squadra di Juric cresce e al 29’ va vicino ancora al gol: Lazovic in profondità per Di Carmine il cui sinistro viene respinto da Ospina. Al 38’ però passa il Napoli. Calcio d’angolo (dubbio vedendo il replay, Amrabat non sembra toccare la palla), Milik di testa sfrutta lo spazio che la difesa del Verona gli concede e porta avanti i suoi. Prima dell’intervallo Veloso prende la mira e obbliga Ospina ad alzare in corner. Finisce così il primo tempo con il Napoli avanti 1-0.

LA RIPRESA — Meno di un minuto dall’inizio del secondo tempo e il Verona rischia. La diagonale difensiva di Faraoni diventa un assist per Allan che calcia e trova Silvestri reattivo. Al 16’ il Verona pareggia, ma il Var annulla. Zaccagni crossa da sinistra, prima però scivola e tocca la palla con il braccio, rendendo così inutile il colpo di testa di Faraoni. Al 90’ il Napoli raddoppia. Calcio d’angolo con traiettoria insidiosa, Silvestri si fa sorprendere e sul secondo palo Lozano insacca. Niente sorpasso per il Verona che resta sull’uscio della zona europea mostrando però di poter correre ancora per un posto solo sognato a inizio stagione.

Fonte: Gazzetta dello Sport
24/06/2020 00:04
 
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È Cornelius l'incubo del Genoa:
altra tripletta, il Parma vola al settimo posto

Come nel girone d'andata, il danese segna 3 gol ai rossoblù.
Sepe para un rigore a Criscito, che uscirà infortunato.
Iago accorcia, Kulusevski sigilla il 4-1


Stefano Cantalupi


Dovesse restare in Serie A, il Genoa farà bene a presentare una mega-offerta al Parma per Cornelius: tra andata e ritorno, il danese in questo campionato ha segnato addirittura 6 gol ai rossoblù, su 11 totali. Due triplette: quella di stasera consente al Parma di sbancare il Ferraris (4-1) e conquistare tre punti che tengono quanto mai vivo l'obiettivo Europa. Verona scavalcato, Milan raggiunto e settima poltrona della classifica, quella con la finestra sulle coppe. Nicola, invece, non si scrolla di dosso la compagnia del Lecce terz'ultimo.

SEPE RE DEI RIGORI — I deja-vù a Genova non riguardano solo Cornelius. Per la seconda volta in tre giorni Iacoponi commette fallo da rigore, per la seconda volta in tre giorni Sepe rimedia. Stavolta la deviazione del portiere frustra la battuta dello specialista Criscito (che uscirà infortunato nella ripresa, altro guaio), mandando il pallone sul palo. Episodio importante, certo, ma all'interno di un primo tempo stra-dominato dal Parma: Kulusevski va via da tutte le parti, Gervinho non è straripante ma crea sempre scompiglio, Hernani sfrutta con un bell'assist la chance da titolare.

IAGO E KULUSEVSKI — Il rebus irrisolvibile per il Genoa, però, è un Cornelius in stato di grazia, che sovrasta soprattutto l'incerto Romero e trova Perin in serata tutt'altro che perfetta. L'1-0 del danese nasce da un buon posizionamento in area, il raddoppio da un gran controllo volante con immediato sinistro in diagonale. Il tris, ispirato da un cross di Laurini, arriva con una perfetta torsione di testa. Iago Falque, entrato dopo l'intervallo, si prende quanto meno la soddisfazione di trasformare il secondo rigore concesso alla squadra di Nicola. Ma prima della fine arriva il poker, meritatissimo, di Kulusevski, che scarica in porta un sinistro potente. Notte fonda sul Genoa. E il tempo per rialzarsi è poco: sabato a Brescia c'è già una sfida-verità.

Fonte: Gazzetta dello Sport
24/06/2020 00:08
 
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