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Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
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SERIE A 2018/2019 7ª Giornata (7ª di Andata)

29/09/2018
Roma - Lazio 3-1
Juventus - Napoli 3-1
Inter - Cagliari 2-0
30/09/2018
Bologna - Udinese 2-1
Chievo - Torino 0-1
Fiorentina - Atalanta 2-0
Frosinone - Genoa 1-2
Parma - Empoli 1-0
Sassuolo - Milan 1-4
01/10/2018
Sampdoria - Spal 2-1

Classifica
1) Juventus punti 21;
2) Napoli punti 15;
3) Fiorentina, Inter e Sassuolo punti 13;
6) Genoa(*) e Lazio ppunti 12;
8) Sampdoria e Roma punti 11;
10) Parma punti 10;
11) Milan(*), Torino e Spal punti 9;
14) Udinese punti 8;
15) Bologna punti 7;
16) Atalanta e Cagliari punti 6;
18) Empoli punti 5;
19) Frosinone punti 1;
20) Chievo(-3) punti -1.

(-3) Il Chievo sconta la penalizzazione per la sentenza del Tribunale della Federcalcio.
(*) Una partita in meno.
Milan-Genoa rinviata al 31/10/2018 (per la tragedia di Genova).

(gazzetta.it)
02/10/2018 13:16
 
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Serie A, Torino-Frosinone 3-2:
decisivo Berenguer, seconda vittoria di fila granata

Rincon e Baselli portano il Toro sul 2-0, ma la squadra di
Longo rimonta con Goldaniga (tra le proteste di Sirigu) e Ciano.
È dello spagnolo il gol che fa volare Mazzarri a 12 punti. Bene Zaza



Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Il Torino supera 3-2, e con qualche spavento di troppo, un buon Frosinone grazie a una prodezza di Berenguer dopo aver sprecato il doppio vantaggio. La squadra di Mazzarri piazza, così, il break di due vittorie consecutive in campionato dopo il blitz di Verona. Come mai le era accaduto in questo inizio di stagione. Il Frosinone non demerita affatto, riesce a rientrare anche dal doppio svantaggio ma torna ancora a casa con zero punti e altri tre gol sul groppone: la panchina di Longo è a rischio.

NESSUNA SORPRESA — Non è la serata delle sorprese ed è chiaro dalla lettura delle formazioni. Mazzarri rilancia la coppia Zaza-Belotti, lasciando in panchina la sua batteria di trequartisti, da Iago Falque a Soriano, preferendo un centrocampo più folto con la presenza scenica di Meité e la forza di Baselli, oltre alla generosità di Rincon. Il Frosinone non si snatura, nonostante il momento sia già delicatissimo: Longo ripropone il 3-4-2-1 con Campbell e Ciano alle spalle di Ciofani.

CI PENSA EL GENERAL — Il Torino segna per la prima volta in questo campionato nel primo tempo, e non è certo una cosa di poco conto. La squadra di Mazzarri riesce a giocare anche una ventina di minuti di calcio apprezzabile fino al vantaggio di Rincon, ma subito dopo qualcosa s’inceppa e il Toro lascia il campo al Frosinone per tutta la seconda parte del primo tempo. E qui sì che era lecito aspettarsi qualcosa in più. L’avvio granata è sicuramente nel segno della buona volontà: lo dimostra Belotti che dopo sei minuti, su assist di un Ola Aina innescato da una spizzata di Zaza, si ferma sul palo. E’ proprio Zaza l’uomo che segna differenze: le sue incursioni nel cuore dell’area del Frosinone riescono sempre a produrre qualcosa di buono. Come, ad esempio, al 10’ quando proprio Zaza ci prova (conclusione alta), trenta secondi dopo anche Belotti riprende coraggio tentando un diagonale da fuori area (oltre il palo alla destra di Sportiello). Con Meité non certo nella sua serata migliore, Baselli spesso sotto ritmo e gli esterni (sia Aina che Berenguer) che peccano in precisione, la sensazione diffusa è che il Toro di questa sera dipenda molto dalla capacità di Zaza di aprire spazi. E infatti, al 21’, proprio da un assist di Simone Zaza, fresco di riconvoncazione in Nazionale, nasce il vantaggio di Rincon: diagonale preciso alla destra di Sportiello e secondo gol in questa stagione per El General dopo l’acuto in Coppa Italia contro il Cosenza. Passato in vantaggio il Toro arretra, si sgonfia di entusiasmo e il Frosinone ne approfitta guadagnando campo, soprattutto sul centrodestra grazie al dinamismo di Chisbah e Zampano. Ma a parte un paio di colpi di testa di Ciofani (entrambi non a bersaglio), Sirigu vive un finale di primo tempo tranquillo senza mai sporcare i guanti.

EPICENTRO ZAZA — Quando si ritorna in campo, il Torino trova il gol che dà l’illusione di poter mettere in discesa la serata. Tutto ruota ancora intorno a Zaza, che entra anche nel raddoppio di Baselli: sono passati appena sessanta secondi dall’inizio della ripresa quando Aina serve in area per Zaza, che si gira in un attimo, Sportiello si oppone e sulla respinta Baselli firma il raddoppio. L’arbitro Pezzuto aspetta l’ok del Var prima di convalidare: è 2-0 Toro.

IL BLACKOUT GRANATA — E quando la partita sembra ormai risolta, c’è il blackout granata. Si comincia al 13’: da un angolo velenoso di Ciano, Sirigu sbaglia l’uscita, ne approfitta Goldaniga che rimette il Frosinone in partita. Restano molti dubbi su un contatto tra il portiere del Toro e Chibsah: l’arbitro Pezzuto si fida del giudizio di Giacomelli al Var e convalida senza riguardare l’episodio. Passano sei minuti e Ciano timbra il pari con un perfetto colpo di testa sul quale stavolta Sirigu non può nulla. Ma è proprio quando il Toro entra nella fossa, che emerge il cuore granata: prima Izzo va in gol ma è in posizione di fuorigioco, poi arriva la prodezza di Berenguer: palla all’incrocio e l’Olimpico Grande Torino che tira un grande sospiro di sollievo. La squadra di Mazzarri si scioglie, colpisce anche una traversa con Nkoulou, Lukic sfiora il poker lanciato da Parigini, mentre Berenguer salva su Perica. Il Toro porta a casa una vittoria più sudata del previsto ma fondamentale.

Mario Pagliara

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/10/2018 14:54
 
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Cagliari-Bologna 2-0, Joao Pedro e Pavoletti affossano Inzaghi

Joao Pedro e Pavoletti a segno contro la squadra di Inzaghi, che fa vedere poco o nulla.
I padroni di casa portano a casa 3 punti importanti



Cerco l'estate tutto l'anno e all'improvviso eccola qua. Splende il sole sulla Sardegna Arena, tanta gente è al mare, ma il Cagliari torna alla vittoria, la prima in casa. Batte il Bologna (2-0) con reti di Joao Pedro e Pavoletti. Da un Joao all'altro. Lui aveva segnato l'ultimo gol del Cagliari col Milan a metà settembre, lui aveva segnato il suo ultimo gol nello scorso campionato, proprio a Bologna (1-1). Il Cagliari fa entrare tutti in campo con i nonni, una bella immagine, una bella iniziativa. Poi in campo vanno i ragazzi che corrono a tutti. Non segnava dal 4° minuto (Joao Pedro) della partita col Milan la squadra di Rolando Maran, era a secco da tre gare e non vinceva dal 2 settembre. Il Bologna poteva fare il tris dopo le vittorie con Roma e Udinese. E proprio la ripresa con l'Udinese con ribaltamento totale dopo lo svantaggio di Pussetto aveva creato più di un'illusione. Tutto sbagliato, tutto da rifare. Inzaghi che cambia solo un giocatore rispetto a domenica scorsa, Djiks per Krejci, trova una squadra fuori fase, senza rabbia, incapace di reagire dopo la prima sberla di Joao Pedro e solo nella ripresa, con qualche tentativo da fuori, dà lavoro al bravo Cragno che torna in azzurro con Barella.

PRIMO TEMPO — Prima del via scontro tra tifosi: ci rimette un bolognese, colpito al volto. Si comincia: Maran, che in difesa ripropone Romagna con l'ottimo Pisacane, in attacco fa quello che pensava di fare con qualche giornata di ritardo: Joao Pedro seconda punta accanto a Pavoletti. Mossa azzeccata perché il brasiliano si rivela decisamente più concreto e pericoloso di Sau e Farias che finora si erano alternati. Con Castro trequartista a svariare da una parte all'altra. E qui sta la chiave perché quelli del Bologna non lo prendono mai. L'argentino, mvp, li fa impazzire. Sembra quello di Verona. Il centrocampo più muscolare (con Ionita, Bradaric e Barella) dei sardi sovrasta quello dei bolognesi perché Dzemaili è troppo lento e Nagy è l'ombra di se stesso. Solo Mattiello (che compie l'unico tiro dopo 12' bloccato da Cragno) e Svanberg meritano il 6 in pagella, mentre il Cagliari corre, va, cerca profondità e inserimenti e non solo palle alte per Pavoletti. Ma il vantaggio dei padroni di casa arriva dopo 22' proprio di testa con Joao Pedro che stacca completamente solo con Danilo che colpevolmente non se ne accorge, su splendida pennellata di Castro che si beve Calabresi. Il Cagliari perde Srna per un problema alla schiena e butta dentro Faragò. La partita è nervosa, Pasqua (che tira fuori 6 gialli) fa fatica a controllarla ma fino al quinto minuto di recupero non succede più nulla.

SECONDO TEMPO — Il Bologna ha il compito di raddrizzarla, il Cagliari di chiuderla. Va bene alla squadra di Maran. Inzaghi inserisce Krejci per Djiks. Ma ha poco da tutti: Falcinelli riesce a girarsi e tira fuori, Nagy fa la prima cosa bella e impegna Cragno che manda in angolo. Inzaghi punta su Orsolini come con l'Udinese e toglie De Maio passando al 4-4-2 con velleità di 4-2-4, ma dopo una stupida rissa su un fallo laterale che vede protagonisti Dessena e Okwonkwo (che se la prende con un raccattapalle che non dà il pallone), giustamente ammoniti, e dopo che Skorupski si salva in angolo sullo scatenato Joao Castro concede il bis: stavolta si fuma Svanberg e mette al centro dove sono soli sia JP che Pavoletti che colpisce e fa 2-0. Ci sono ancora due prodezze di Cragno su Dzemaili e Mattiello. E poi finisce lì. Tutti in vacanza, col Cagliari che festeggia e il Bologna che deve seriamente preoccuparsi.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/10/2018 01:37
 
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Udinese-Juventus 0-2: gol di Bentancur e Cristiano Ronaldo

I campioni d'Italia fanno 10 su 10 in stagione chiudendo la partita a Udine già nel primo tempo


Partita dopo partita, e fanno 8 vittorie su 8 in campionato, più le due di Champions, dopo il 2-0 di Udine, prosegue il processo di "Hollywoodizzazione" della Juventus. La Signora arriva sui campi di provincia, i ristoranti e gli alberghi si riempiono, tutto esaurito allo stadio ed esibizione da 3 punti della squadra di Allegri. Troppo superiore ai tre quarti delle squadre del nostro campionato perché ci sia davvero partita. Alla Dacia Arena bastano 4 minuti, in cui la Juve segna due gol e costringe Scuffet a una parata prodigiosa su Mandzukic, per archiviare la pratica Udinese. Che dalla sua prospettiva l'aveva anche affrontata bene: 9 uomini dietro la linea della palla, Behrami a protezione della difesa e ribaltamenti affidati a un contropiedista come Lasagna, che per la verità l'ha vista poco.

COSTRUISCE SZCZESNY — La beffa per la squadra di Velazquez sta nell'incassare il primo gol da una situazione di corner a favore. La cosa speciale la fa Dybala, dopo il rinvio con le mani di Szczesny e un passaggio dalle parti di CR7. La Joya esce vincitore da un contrasto di puro fisico con Fofana, che è tre volte lui. Un giocatore ritrovato, se mai si fosse smarrito. Certo, poi per segnare servono anche un cioccolatino di un devastante Joao Cancelo e l'inserimento di Bentancur, alla sua seconda presenza da titolare dopo Frosinone.

CR7 E BUONANOTTE — La Juve, che della grande squadra possiede ormai anche la maturità, spegne la Dacia Arena subito dopo. Stavolta è Mandzukic a fare un grande lavoro tra Barak e Troost-Ekong, invito a nozze per il sinistro di Ronaldo che fa partire una sassata modello Sassuolo. Fanno 4 in 8 partite per Cristiano, apparso il solito giocatore nonostante una settimana complicata fuori dal campo. La ripresa, che vede un bel salvataggio di Alex Sandro sull'unica occasione dei friulani, serve solo a Scuffet a conquistarsi la palma di migliore dell'Udinese: grandi parate su Bernardeschi e CR7, che per la verità poteva angolare di più il suo destro. Cambia poco: Juve a punteggio pieno dopo 8 giornate. E le prossime tre saranno Genoa allo Stadium, Empoli in Toscana e Cagliari ancora a Torino. Le vincesse tutte e tre, sarebbe record europeo di tutti i tempi: nessuno ha mai vinto le prime 11 di campionato.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/10/2018 01:42
 
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Empoli-Roma 0-2: in gol Nzonzi e Dzeko. Caputo sbaglia un rigore

Il francese e il bosniaco regalano la terza vittoria di fila in campionato ai giallorossi (quarta considerando la Champions).
I toscani sprecano un tiro dal dischetto concesso al 56'.
La squadra di Di Francesco sale momentaneamente al terzo posto in classifica



Soffre da matti, soprattutto nella ripresa, ma alla fine la Roma porta a casa un'altra preziosa vittoria, la quarta consecutiva tra campionato e Champions, che gli permette di andare alla sosta con il vento in poppa e un morale ad alto livello. A decidere la partita ci pensa una carezza di testa di Nzonzi e l'unica vera buona giocata di Dzeko. Anche se a recriminare e tanto è l'Empoli, che nella ripresa sciupa una serie di occasioni dorate (compreso un rigore) e maledice il settimo palo del suo campionato.

PALLEGGIO E DINAMISMO — Di Francesco lancia Luca Pellegrini dal via, recupera De Rossi in extremis e ricompone la coppia di mediani davanti alla difesa con Nzonzi, Andreazzoli invece rinuncia alla seconda punta (La Gumina) e mette dentro un centrocampista in più (Bennacer) per fare maggiore densità. Del resto, che l'Empoli giochi bene è cosa oramai risaputa dall'inizio del campionato e la squadra di Andreazzoli lo conferma anche in questa circostanza: palleggio, qualità (soprattutto con i piedi di Zajc) e ricerca improvvisa della verticalità su Caputo. La Roma, però, con le tre vittorie consecutive tra campionato e Champions ha oramai ritrovato solidità mentale e compattezza. Così se per circa 20 minuti si vede tanto bel palleggio ma pochi pericoli (tranne un tiro da lontanissimo di Under), al 24' è Lorenzo Pellegrini ad andare via di forza a Capezzi sulla fascia sinistra ed a mettere dentro un bel pallone che prima Dzeko cicca e poi Under strozza al lato di Terraciano. I giallorossi hanno oramai trovato le misure e due minuti dopo è Veseli a salvare in extremis su Under. Con i giallorossi proiettati costantemente alla ricerca del gol, l'Empoli non riesce a sfruttare un paio di ripartenze velenose (una addirittura tre contro uno, sprecata da Capezzi) ed allora al 36' la Roma passa: punizione dalla tre quarti di Lorenzo Pellegrini e spizzata decisiva di testa di Nzonzi che si infila all'angolino basso alla desta di Terraciano. Poi c'è ancora spazio per un po' di battaglia in mezzo al campo, con Acquah che oltre alla corsa prova a metterci anche i muscoli.

TRA ERRORI E CINISMO — Se nel primo tempo si era dovuto attendere un po' per emozionarsi, nella ripresa si parte subito forte. Prima Under sfiora in corsa il 2-0, poi Luca Pellegrini atterra sulla corsa Krunic, Bennacer calcia bene la punizione ma il palo (il settimo della stagione dell'Empoli) gli nega il pari. Al 10' poi un angolo di Bennacer viene deviato maldestramente ancora da Luca Pellegrini, la palla carambola sul braccio di Under e Mazzoleni fischia il rigore, dopo averlo anche rivisto al Var. Sul dischetto, però, Caputo calcia malissimo, con il pallone che finisce alto. Ma la giornataccia di Caputo non è finita qui: al 25' un tiro in corsa di Krunic finisce proprio tra i piedi del centravanti toscano, che da oltre il dischetto di rigore spara alle stelle da ottima posizione; al 28' è ancora Caputo a andar via in velocità ma a calciare sull'esterno della rete. Con la Roma che balla paurosamente, Di Francesco corre ai ripari passando alla difesa a tre, con l'inserimento di Juan Jesus. Dall'altra parte, invece, Andreazzoli inserisce la seconda punta, La Gumina, per dare l'assalto finale. E proprio l'ex rosanero al 36' ha subito l'occasione buona per pareggiare, ma strozza troppo il diagonale in corsa (anche se l'arbitro aveva fischiato il fuorigioco). Così, dopo aver rischiato tantissimo, la Roma la chiude al 40' con Dzeko: il bosniaco la spizza di testa per El Shaarawy e nello spazio si va a riprendere il passaggio di ritorno, bruciando Terraciano da distanza ravvicinata. Finisce così, con i giallorossi a festeggiare sotto lo spicchio pieno di tifosi del Castellani.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/10/2018 01:45
 
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Serie A, Genoa-Parma 1-3:
Piatek non basta, rimonta e sorpasso gialloblù

La squadra di Ballardini in vantaggio con il solito polacco,
poi il ritorno degli uomini di D'Aversa, ora a un passo dalla zona Europa League



Non basta l’uomo del gol Piatek al Genoa per evitare il primo stop casalingo ad opera di un Parma abile e intelligente, perfetto nello sfruttare gli errori strategici dei rossoblù, imponendo loro un secco 3 a 1. Bastano meno di sei minuti a Piatek per lasciare il segno anche su questa partita: cross di un motivatissimo Lazovic da sinistra e colpo di testa perfetto del polacco. La palla batte sul palo opposto ed entra in rete. Un colpo a effetto, che, insieme agli sprint continui di Lazovic ingolosisce il Genoa. I rossoblù pressano alto e si espongono al gioco di rimessa del Parma: al terzo angolo consecutivo, al 16’, Rigoni, l’ex, pareggia con un tocco da distanza ravvicinata. Sembra un episodio, anche perché Lazovic e Piatek appaiono incontenibili: Sepe è fortunato due volte, prima quando fallisce la presa su un tiro di Lazovic, ma la palla cade oltre la traversa.

RIMONTA GIALLOBLÙ — Poi quando, al 24’, si ritrova a portata di mano la palla colpita di testa da Piatek e rimbalzata sul palo. Pochi centimetri che affossano il Genoa. Il Parma, infatti, approfitta abilmente del pressing alto, ma un po’ sbadato, dei rossoblù e il colpisce due volte: al 26’ Siligardi salta Criscito convergendo da destra verso sinistra, e conclude con il mancino imparabilmente. Quattro minuti e arriva il 3 a 1: lancio perfetto di Barillà da sinistra e Ceravolo, di testa, supera Radu. Ballardini passa al 4-3-1-2 accentrando Lazovic, ma quando Criscito trova il gol, su assist di Piatek, la Var lo cancella per fuorigioco. Così in avvio di secondo tempo i rossoblù passano prima al 4-4-2, poi al 3-5-2, chiudendo il Parma all’indietro ma senza creare occasioni clamorose. A far centro provano Lazovic, Bessa due volte e Favilli, tutti con conclusioni centrali ben neutralizzate da Sepe. L’ultima chance in pieno recupero arriva sul piede di Mazzitelli, ma Gagliolo devia il tiro in angolo.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/10/2018 19:06
 
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Serie A, Atalanta-Sampdoria 0-1:
decide il colpo di testa di Tonelli

All’Atleti Azzurri d’Italia sembra un pareggio scritto, poi il gol dell’ex Napoli condanna Gasperini.
I bergamaschi colpiscono due legni con Gomez e Zapata;
la squadra di Giampaolo tiene duro e da calcio d’angolo si prende i tre punti



C’è chi ride e si coccola una classifica con sfumature d’Europa e chi rifletterà ancora a lungo sul grande problema di questo inizio di stagione. La Sampdoria sale a quota 14 punti sbancando Bergamo grazie all’inzuccata di Tonelli, bravo al 76’ ad anticipare tutti e a battere Gollini. Un risultato che, al netto di quanto visto, non rispecchia l’andamento dei 90’, ma in casa Atalanta si deve mandar giù l’ennesimo boccone amaro di un campionato a cui si aggiunge un altro match senza reti segnate (il quinto in 8 giornate). E la classifica inizia a preoccupare (quartultimo posto a soli 6 punti). Nel prossimo turno Doria in casa con il Sassuolo per non interrompere la corsa, Dea a Verona col Chievo in una sfida dove entrambe cercheranno disperatamente punti.

LE SCELTE — In casa Atalanta confermato l’undici ipotizzato alla vigilia: davanti a Gollini ci sono i “titolarissimi” Toloi, Palomino e il rientrante Masiello. De Roon e Freuler in mezzo, sugli out Hateboer vince il ballottaggio con Gosens. Olandese a destra, Castagne a sinistra come a Firenze. Pasalic da “10” (fuori Rigoni) alle spalle di Gomez e Zapata. Samp schierata col 4-3-1-2 con Audero tra i pali, in difesa Bereszynski, Tonelli (che supera Colley), Andersen e Murru. Mediana a tre con Praet, Ekdal e Linetty (Barretto inizialmente in panchina), sulla trequarti spazio per Caprari (preferito a Ramirez). In attacco, ovviamente, Defrel e Quagliarella.

DEA E LEGNI — Primi 45’ più nerazzurri, la Samp è d’attesa. Al 4’ Audero anticipa di piede Zapata, all’11’ prima vera chance: filtrante di Pasalic per il colombiano (in ritardo Tonelli), il cui mancino si spegne sull’esterno della rete. Al 15’ ci prova Palomino su corner di Gomez, ma il suo colpo di testa non crea problemi. Primo squillo Doria al 18’: Linetty per Andersen che incorna, Gollini si oppone alla grande. Il match è intenso e dalla fase centrale sale ulteriormente di ritmo. Al 21’ altra occasionissima Dea: cross di Freuler, Hateboer spreca da pochi passi. Al 22’ tegola per Gasperini: k.o. Masiello (out al Franchi per un problema all’adduttore destro), c’è Mancini. Al 24’ Quagliarella al volo, palla out. La Samp non sembra in partita, al 27’ l’Atalanta ha un’altra super chance: cross di Gomez, stacco di Zapata ma la traversa gli dice di no. Altro legno al 40’, stavolta del Papu che scheggia il palo esterno. Giampaolo si salva anche al 42’, Toloi spreca da ottima posizione con Audero che manda in angolo. Sugli sviluppi Mancini alto di testa. Ad Andersen l’unico giallo dei primi 45’ (steso Zapata). Negli spogliatoi sullo 0-0 dopo 1’ di recupero. Un parziale che va stretto a una Dea più in partita.

TESTA CHE PESA — Pronti-via e giallo anche per De Roon (scalciato Linetty) e Praet (in ritardo su Gomez). All’8’ il tiro-cross di Pasalic che per poco non diventa un assist per il Papu, che in spaccata non ci arriva. Primo brivido Samp nella ripresa. Gasp cambia, all’11’ fuori il croato ex Milan. Dentro Ilicic che si rende subito pericoloso: filtrante per Zapata, rimpallo che favorisce Castagne la cui botta di destro si spegne sul fondo. Sostituzioni anche per Giampaolo (59’), che prova la carta Ramirez per uno spento Caprari. L’ex Bologna scalda subito i guantoni di Gollini, bravo a chiudere sulla propria sinistra. Spazio anche per Barrow al 65’ (fuori Zapata) per cercare di trovare il guizzo vincente, ma nonostante i tentativi è la Samp a sbloccarla. Al 76’ calcio d’angolo dalla sinistra di Ramirez, Tonelli sbuca da dietro e di testa batte Gollini. Nel finale dentro Barreto e Kownacki (per Linetty e Defrel) per difendere un risultato che non cambia più (ottimo Audero su Toloi al 91’). Termina qui, con umori decisamente opposti. Perché alla fine c’è chi ride e chi rifletterà ancora a lungo.

Francesco Fontana

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/10/2018 19:10
 
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Serie A, Lazio-Fiorentina 1-0. Gol di Immobile nel primo tempo

Dopo il tonfo nel derby e la pesante sconfitta di Francoforte i biancocelesti tornano a correre.
Decisiva la rete dell’attaccante campano dopo 37’. Viola poco incisivi in attacco



La Lazio può tornare a sorridere. Dopo i k.o. nel derby e con l’Eintracht in Europa League la squadra di Inzaghi riassapora la vittoria contro la Fiorentina e sorpassa i viola in classifica. Il quinto gol in campionato di Immobile apre la strada per i tre punti che però restano in bilico sino alla fine. La formazione di Pioli tenta con tenacia di portare via punti dall’Olimpico ma viene tradita anche da tanta imprecisione e frenesia nella scia di una serie negativa fuori casa (un solo punto in quattro gare).

IMMOBILE SFATA IL TABU’ — Inzaghi recupera Radu dopo cinque gare. Oltre al romeno in difesa torna Wallace dal primo minuto. In avanti Caicedo preferito a Luis Alberto per affiancare Immobile. Pioli conferma in blocco la formazione che si è imposta sull’Atalanta. Lazio subito all’arrembaggio. Al primo minuto, azione in velocita: conclude Parolo, di poco a lato. Al 4’ replica della Fiorentina: insidioso tocco a rete di Pjaca deviato da Radu in angolo. Gara a tutto campo, a gran ritmo. Lazio maggiormente protesa all’attacco, Fiorentina più guardinga e in sofferenza sul pressing avversario. Al 24’,colpo di testa di Caicedo che va fuori. Al 27’ rischia grosso la Lazio: incredibile svarione difensivo di Wallace, Strakosha rimedia su Benassi. Sul ribaltamento di fronte, ginocchiata su Lafont su Leiva nella trequarti. Proteste laziali ma per Orsato è tutto regolare. È ancora la Fiorentina a impensierire Strakosha, pronto alla parata su Simeone. Gara molto accesa. Al 36’ Immobile sblocca il risultato: zampata per chiudere a rete un corner di Leiva smistato di testa da Radu. Primo gol del bomber in nove gare contro i viola. Al 43’ punizione di Leiva respinta da Lafont, sulla ribattuta cerca di concludere Caicedo, contrastato da Gerson, ma il portiere viola si salva. Al 44’, Fiorentina all’attacco: dubbi su un intervento in area di Acerbi su Simeone.

MURO LAZIALE — Avvio di ripresa in linea con l’intensità del primo tempo. Pioli riparte con Fernandes al posto di Benassi. Al 7’ Inzaghi sostituisce Caicedo con Correa. Al 10’ Strakosha respinge su tentativo di Biraghi. Un minuto dopo assalto con Milenkovic: fuori bersaglio. Al 12’ esce Wallace ed entra Luiz Felipe per arginare Chiesa. Al 19’ arriva anche il secondo cambio dei viola: Gerson fa posto a Eysseric. Al 25’ Correa lanciato a rete viene fermato da Vitor Hugo (ammonito). La formazione di Pioli insiste in fase offensiva a caccia del pareggio. Al 35’ ultima sostituzione per la Fiorentina: Sottil subentra a Pjaca. Al 36’ incursione di Lulic: Lafont si oppone. Viola all’assalto, biancocelesti in grande affanno. Al 39’ Strakoska para su Chiesa. Al 40’ applausi per Immobile, sostituito da Berisha. Si fa largo pericolosamente in area Sottil: risolve Radu. Strakosha neutralizza su Eysseric. Come Lafont subito dopo su Correa: vola il portiere e devia in nagolo. Ma è la Lazio a rischiare ancora di subire il gol: Acerbi salva su Fernandes. E Inzaghi può intascare i tre punti dopo tanta sofferenza.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/10/2018 23:29
 
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Milan-Chievo 3-1: spettacolo Suso, Higuain fa doppietta

Terza vittoria consecutiva tra campionato ed Europa League per i rossoneri:
il Pipita sfrutta gli assist dello spagnolo nel primo tempo,
poi nella ripresa ci pensa Bonaventura a mettere al sicuro i tre punti.
Di Pellissier l'unica rete dei gialloblù. Alla ripresa c'è il derby


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Aveva chiesto più sostanza e cattiveria, Rino Gattuso prima di questo pomeriggio, anche a costo di rinunciare a qualche giocata da applausi. Ha ottenuto un Milan concreto e pure bello, che spazza via il Chievo 3-1, infila il secondo successo di fila in A (il terzo, coppa inclusa) e sale a 12 punti in classifica. Il Pipita e Bonaventura segnano, Suso ricama e a San Siro ci si diverte. Tutto perfetto o quasi, perché Donnarumma incassa ancora un gol (succede da tredici giornate consecutive) e ad apparecchiare la giornata da pic-nic dei rossoneri, va detto, è un Chievo oggettivamente mediocre, che collabora attivamente alla festa e imbocca il tunnel delle sconfitte: siamo alla quarta consecutiva, la sesta in otto gare. Situazione preoccupante per D’Anna: la squadra vista oggi, distratta e remissiva, difficilmente potrebbe portare a casa la salvezza.

SEMPRE PIU’ PIPA — La rete che sblocca la gara al 27’ è la numero 50 della gestione Gattuso in Serie A. La firma Gonzalo Higuain, chi se non lui, e al 34’ il Pipita si ripete, realizzando la prima doppietta in rossonero. Rapido ripasso: i gol sono 6 in 7 partite stagionali, da quando ha cominciato il 16 settembre a Cagliari, non si è più fermato. Roba alla Sheva, Inzaghi o Ibra, un ritmo cui i tifosi del Diavolo non erano più abituati. A servirgli i palloni da buttar dentro è sempre Suso – come già successo contro l’Atalanta, l’intesa lievita – ma la banda gialloblù ha responsabilità enormi: prima Bani prolunga sui piedi dello spagnolo un cross di Zapata (titolare per Romagnoli, problema al flessore), poi sempre lui e Rossettini si aprono inspiegabilmente regalando a Jesus un corridoio centrale per pescare il cecchino Higuain.

LA CHIUDE JACK — Nel secondo tempo, al party si unisce anche Jack, che con un sinistro dal limite (deviato da Rossettini) infila il tris rossonero e si fa perdonare un errore clamoroso sullo 0-0. Il Milan di oggi, equilibrato in mezzo grazie a un Biglia sempre lucido, costruisce e non stacca la spina come altre volte: Sorrentino evita ai suoi un passivo più pesante neutralizzando i tentativi di Kessie, Bonaventura, Abate. I gialloblù, al di là del gran bel gol di Pellissier al 18’ della ripresa, non sono capaci di graffiare: i pochi pericoli nei 90 minuti i gattusiani se li creano da soli (vedi pasticcio di Musacchio e deviazione da brividi di Abate, salvata da Gigio, all’alba della gara). Buone notizie per Rino, insomma: alla sosta si va con 7 gol in due turni. Il passo per il derby è quello giusto, la mira del Pipita pure.

Marco Fallisi

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/10/2018 23:33
 
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Serie A, Napoli-Sassuolo 2-0: in gol Ounas e Insigne

La squadra di Ancelotti ritrova la vittoria in campionato e sale così
a quota 18 punti in classifica consolidando il secondo posto alle spalle della Juventus.
I neroverdi chiudono in 10 per il rosso diretto a Rogerio



Non puoi concedere un tempo al Napoli come ha fatto il Sassuolo e pensare di uscire indenne dal San Paolo perché la squadra di Ancelotti ha già la maturità per colpire, aspettare, e poi mandarti ko (finisce 2-0 per gli azzurri). Gli azzurri meritano di essere appena dietro la Juve perché hanno dimostrato di essere un organico forte, nel quale sono già in ventuno ad aver giocato almeno una volta dal primo minuto (stavolta è toccato ad Ounas).

SCELTE SBAGLIATE — Vallo a capire, dunque, questo Napoli che Ancelotti smonta e rimonta ogni volta. Rispetto al Liverpool ben otto i cambi, confermati soltanto i due centrali difensivi ed Ospina. Non lo ha capito neppure il Sassuolo perché dopo tre minuti Locatelli ha lanciato in porta Ounas - schierato nell'inedito ruolo di punta - che, approfittando pure della scivolata di Magnani, ha trafitto Consigli per il suo primo gol in A. Il povero De Zerbi si è disperato ma le sue scelte non hanno pagato ed infatti a inizio ripresa le ha sconfessate: Boga, talentino ex Chelsea, è parso acerbo mentre a centrocampo Locatelli e Magnanelli in coppia sono risultati male assortiti. Così i primi minuti sono stati un tiro a bersaglio, con Consigli - prodigioso due volte su Zielinski - che si è visto arrivare pericoli e palloni dalle sue parti (Mertens ha fallito una grossa occasione al 13' con l'esterno destro da ottima posizione e poi ha provato un gol alla Maradona da quaranta metri su altra topica di Locatelli). Il Sassuolo è cresciuto con il passare dei minuti (al 35' Ospina si è opposto al destro di Duricic dal limite) ma Verdi, che si è cambiato di posizione con Ounas, ha continuato a folleggiare tra le linee neroverdi e sfiorato il raddoppio addirittura da calcio d'angolo. Insomma primo tempo a tinte azzurre con pochi sprazzi di "guardiolismo" del Sassuolo.

MATURITÀ — Dentro dopo l'intervallo Bourabia e Berardi per De Zerbi. Così Boateng è rimasto meno solo e Djuricic si è finalmente reso pericoloso costringendo Ospina ad una parata con i piedi. Il primo pericolo lo aveva però creato di nuovo Ounas, servito dal positivo Malcuit, con un bel sinistro sfilato a fil di palo. Ancelotti ha tolto Diawara, meritevole di doppio giallo, per ripartire con Allan e sfruttare la profondità garantita dal neo entrato Insigne (stuzzicante un pallonetto deviato in angolo da Consigli). Il Sassuolo ha provato a spingere, il Napoli a controllare ma è servito, stavolta sì, il miglior Ospina su un mancino di Berardi al veleno. Azzurri maturi al punto di segnare nel miglior momento degli ospiti: percussione di Hysaj e pennellata di Insigne all'angolino alto, un gol alla Del Piero o alla Lorenzinho, se preferite. Alla Garella, invece, l'intervento di Ospina che nel finale di piede ha impedito a Babacar di accorciare le distanze. Il Sassuolo, che ha chiuso in dieci per l'espulsione affrettata di Rogerio dopo un fallo su Callejon, il gol lo avrebbe meritato come ha meritato la sconfitta.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/10/2018 23:36
 
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