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Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
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Inter-Milan 1-0: gol di Icardi su papera di Donnarumma

I nerazzurri colpiscono un palo con De Vrij e comandano il gioco per praticamente tutta la gara,
ma il muro rossonero crolla solo al 92' per un erroraccio di Gigio



Ogni volta un po' più in là. Ogni volta al limite. Ogni volta. Inizia a essere un vizio. L'Inter colpisce ancora nel recupero. Colpisce ancora sull'asse Vecino-Icardi. Ancora di testa. Stavolta non rimonta, sentenzia. Si porta a casa il derby all'ultima azione offensiva, quando i titoli di coda sembravano già essere partiti (e qualche macchina dal parcheggio pure). Decide Icardi, Maurito, il capitano, il "nueve": il killer venuto da un altro calcio, in cui i centravanti li vedevi due volte in 90', quando segnavano e quando esultavano. L'Inter infila così la settima, e soprattutto si tiene il trono cittadino: Spalletti esulta come raramente si era visto, la "mourinhizzazione" continua. Il Milan crolla sul cross da destra di Vecino che trova centrali e Donnarumma forse rilassati anzitempo: punizione pesante, dopo una gara difensivamente buona. Ma anche una gara molto difensiva.

LA CALMA — Un'ora prima del match si alza su Milano, zona San Siro, un vento clamoroso che lascia presagire tempesta. All'ingresso delle squadra in campo le due curve regalano un botta e risposta acceso con enormi coreografie. I due centravanti argentini si incrociano a centrocampo con l'aria di due pistoleri prima del duello finale. I 78mila di San Siro sono tutti lì, carichi. Poi si parte e… niente. La clamorosa energia di due settimane di attesa dello scontro fra superpotenze sembra scaricarsi in due duelli a sciabolate di Nainggolan e Biglia. L'Inter costruisce, il Milan presidia, al 90' il pari è risultato logico, ma non quest'anno, non con i nerazzurri in formato Cesarini.

INTER AI PUNTI — Intendiamoci, la squadra di Spalletti fa di più per guadagnarsi i tre punti. Soprattutto nel primo tempo lo "0" nei gol segnati le va stretto. Icardi timbra già al 12', su cross di Brozovic: a centro area però Vecino la sfiora e in quel momento il numero 9 nerazzurro è in fuorigioco. Il Milan, nel dubbio, pareggerà il contro dei gol irregolari, con Musacchio in fuorigioco sul tocco di Romagnoli al 43'. Niente da fare per i pali: vince l'Inter. Al 33' azione da corner, Perisic la rimette in mezzo, De Vrij gira verso la porta e trova il legno. Resterà l'occasione più clamorosa, nonostante il predominio continui nella ripresa. Donnarumma, però, trema più per un retropassaggio di Biglia che per i tentativi dei rivali. Il gol finale è il premio per una squadra che non molla mai, come Brozovic fasciato, ma sempre in tackle. I piani di Spalletti non avevano fatto concessioni alla Champions: Vecino è titolare e fra i più attivi, pur divorandosi un gol a fine primo tempo, Vrsaljko a destra controlla la fascia e prova qualche cross. I piani di Spalletti vengono parzialmente sconvolti al 30', quando il Ninja getta la spugna. Nainggolan si infortuna 10' prima in un contrasto con Biglia: l'ex laziale allunga la gamba, l'ex romanista gli pesta il piede, escono malconci entrambi. Poi un nuovo incrocio, meno cruento, ma con il belga che si fa male: entra Borja Valero. Metterà legna, sbaglierà un po', ma è recuperato alla causa.

MILAN FINO AL 90' — Il Milan per l'occasione importante sale di livello difensivo: la squadra di Gattuso si assesta su di un 4-5-1 ordinato e compatto, che prova ad aggredire subito i portatori di palla avversari. Parte forte, poi con i primi due tiri del match, poi ripiega per lo più si difende, pareggiando solo il conto dei gol annullati. Per ripartire si affida principalmente a Calhanoglu, meno braccato di Suso, mentre Higuain vive una serata da Icardi, con pochi palloni toccati e qualche ripiegamento difensivo. Cutrone entra tardi e non si vede, la disattenzione finale, quasi un contropiede subito, è inspiegabile. Con questa Inter, poi…

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/10/2018 23:17
 
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Sampdoria-Sassuolo 0-0, il palo ferma Berardi

Senza gol la sfida tra due squadre che giocano bene ma non trovano la rete.
Un palo clamoroso per Berardi


Il Sassuolo inchioda la Sampdoria su un giusto pareggio con una partita lucida, attenta e propositiva. Ritmo alto, pressing e scambi veloci per costruire il gioco a partire dalla difesa, Giampaolo e De Zerbi si sfidano a viso aperto e con filosofie simili, pur con moduli diversi, fin dal fischio d’inizio.

LE AZIONI SALIENTI — Il primo pericolo, però, lo creano gli ospiti al 7’: lancio in profondità per Babacar, che corre più veloce di Tonelli ma conclude male di sinistro. La Sampdoria cerca il varco con calma e lo trova al 26’: assist di Quagliarella per Ramirez, che spreca di sinistro da posizione invitante. Fa pure peggio Defrel tre minuti dopo, quando, su splendida idea di Murru, si trova davanti a Consigli ma conclude di sinistro con poca precisione. La sfida è equilibrata e divertente, il Sassuolo è sfortunato al 35’, con Berardi che, con un sinistro a giro, manda la palla contro il palo. Cinque minuti e Barreto, liberato da Quagliarella centra in pieno Consigli. Calano le energie e ne risente il gioco, ma non l’equilibrio. Quagliarella, al 32’ del secondo tempo inventa ancora un’opportunità, stavolta per Saponara. Il sinistro al volo del fantasista, però, vola alto. L’ultimo squillo è del Sassuolo, con l’incursione di Bourabia, anche lui però Impreciso.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
22/10/2018 23:47
 
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SERIE A 2018/2019 9ª Giornata (9ª di Andata)

20/10/2018
Roma - Spal 0-2
Juventus - Genoa 1-1
Udinese - Napoli 0-3
21/10/2018
Frosinone - Empoli 3-3
Bologna - Torino 2-2
Chievo - Atalanta 1-5
Parma - Lazio 0-2
Fiorentina - Cagliari 1-1
Inter - Milan 1-0
22/10/2018
Sampdoria - Sassuolo 0-0

Classifica
1) Juventus punti 25;
2) Napoli punti 21;
3) Inter punti 19;
4) Lazio ppunti 18;
5) Sampdoria punti 15;
6) Fiorentina, Roma e Sassuolo punti 14;
9) Genoa(*), Torino e Parma punti 13;
12) Milan(*), e Spal punti 12;
14) Cagliari punti 10;
15) Atalanta punti 9;
16) Udinese e Bologna punti 8;
18) Empoli punti 6;
19) Frosinone punti 2;
20) Chievo(-3) punti -1.

(-3) Il Chievo sconta la penalizzazione per la sentenza del Tribunale della Federcalcio.
(*) Una partita in meno.
Milan-Genoa rinviata al 31/10/2018 (per la tragedia di Genova).

(gazzetta.it)
22/10/2018 23:50
 
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Serie A, Atalanta-Parma 3-0: autorete di Gagliolo, Palomino e Mancini

I nerazzurri dominano il 2° tempo dopo i primi 45' equilibrati e con tante occasioni.
Prima l’autorete del difensore crociato, poi gli altri gol sugli sviluppi da calci d’angolo



L’Atalanta non vinceva in casa dalla prima giornata e il 3-0 sul Parma è un segale importa dopo la “manita” a Verona con il Chievo. Ma non è stata una passeggiata, perché la partita si è sbloccata solo nel secondo tempo.

PARTITA DIFFICILE — L’Atalanta capisce subito che sarà una partita complicata, perché il Parma per 45 minuti è bravo a esprimere al meglio la sua idea di calcio: difesa e contropiede. La squadra del Gasp occupa a lungo la metà campo avversaria senza buttare giù il muro: Gomez, falso 9 dietro Ilicic e Barrow, fa molto movimento dal centro a sinistra, la sua posizione preferita, e viceversa mentre anche le punte partono larghe. Ma il Parma sa ripartire in contropiede grazie alla velocità di Gervinho, tornato titolare dopo un mese e dell’ex Ceravolo che cerca la profondità per distendere una squadra altrimenti troppo chiusa in se stessa. Il resto lo fa un ispirato Siligardi. L’Atalanta costruisce molto, ma non riesce a passare. Ci provano un po’ tutti: Mancini, Gomez, Toloi, Ilicic due volte, Hateboer, Barrow. La partita non si sblocca, per la bravura di Sepe (soprattutto sul secondo tentativo di Ilicic) e gli errori di mira degli atalantini, in particolare Barrow, preferito a Zapata e un po’ troppo leggero e impreciso. Il Parma comunque si difende bene e riparte con puntualità, facendosi vedere con Ceravolo (al 19’ colpo di testa fuori e al 22’ tacco da distanza ravvicinata parato da Berisha) e Barillà (25’, gran tiro fuori di poco).

CROLLO PARMA — Poi, dopo un errore di Gervinho al 4’ della ripresa con grande salvataggio di Toloi, il Parma perde tutte le sue certezze e crolla. Il primo gol è anche un discreto tributo alla sfortuna, con Gagliolo che perde palla, De Roon avvia l’azione, Ilicic tira, Sepe respinge proprio sui piedi di Gagliolo: autogol plateale. Per l’Atalanta diventa tutto più facile: al 27’ raddoppia Palomino. Angolo da sinistra, spizzata di Mancini, Palomino, lasciato solo, mette dentro mente cade. In fuorigioco? Abisso chiede aiuto alla Var che dopo un paio di minuti conferma: gol regolare. E infine il 3-0: angolo di Ilicic da destra, Mancini ruba il tempo a Luca Rigoni e segna. Tutto finito? Quasi, si può ancora ammirare la traversa colpita da Ilicic, autentico mattatore del pomeriggio. Come a Verona col Chievo, ma senza gol.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/10/2018 00:07
 
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Serie A, Empoli-Juve 1-2: gol di Caputo e Cristiano Ronaldo (2)

Nona vittoria in campionato per i bianconeri col portoghese che ribalta l'iniziale vantaggio dei toscani



CR7 hollywoodizza la provincia italiana. Arriva lui e tutto si ferma: stadi esauriti, alberghi e ristoranti pieni, baracchini con la sua maglietta presi d’assalto. Ma Ronaldo è soprattutto il più forte giocatore del mondo insieme a Messi. Te ne accorgi quando, dopo il peggior primo tempo stagionale suo e della Juventus, decide che i due punti persi col Genoa possono bastare. E ribalta la partita con la folgore che fissa il 2-1 finale dopo aver trasformato il rigore del pari. Il gol più bello dei 7 fin qui segnati in bianconero.

BRAVO EMPOLI — Solo elogi per la squadra di Andreazzoli, che pur restando bassa gioca un bel calcio, con centrocampisti di corsa e qualità. Bennacer macchia una bella prova con la sciocchezza che provoca il rigore, Acquah si divora Matuidi nell’azione del gol, Zajc ha i colpi del grande giocatore. Se ci aggiungiamo che il caricabatterie della Juve non ha ancora ultimato il suo lavoro post-Manchester, l’1-0 (gol di Caputo) con cui i toscani vanno al riposo non deve stupire. In difficoltà Bernardeschi e tutto il centrocampo, con una regia insolitamente abulica di Pjanic. Se il livello resta questo, la salvezza non dovrebbe essere un problema.

CARICA CR7 — La Juventus, che resta complessivamente lontana dai suoi standard migliori, rientra con altra intensità. L’emblema è Matuidi: molliccio nei primi 45’, il solito trattore nella ripresa. Il segnale di risveglio lo dà l’azione chiusa dalla traversa di Pjanic dopo una gran parata di Provedel su un convincente Alex Sandro. Il calo dell’Empoli aiuta la Juve a restare sempre alta, con Dybala molto cucitore e poco stoccatore e bravo a procurarsi il rigore. In una giornata così, sembra più facile che la Juve la possa ribaltare col colpo di un campione piuttosto che col gioco. Detto fatto: CR7 sgancia il missile che lascia a bocca aperta il Castellani, prima di un finale che trasforma Allegri in versione kickboxer su una bottiglietta per via di una gestione imperfetta nei minuti finali.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/10/2018 00:15
 
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Serie A, Torino-Fiorentina 1-1: gol di Benassi, autorete di Lafont

Al Grande Torino i viola passano dopo appena due minuti,
poi arriva il pareggio fortunoso sul tiro di Ola Aina.
Nel primo tempo Mazzarri allontanato dall’arbitro



Toro bello di notte, ma carico di delusione. La Fiorentina si difende coi denti e conferma l’astinenza lontano dal Franchi, dove raccoglie il suo secondo punto sui 15 messi in classifica. Finisce 1-1 la notturna del Grande Torino (gol-lampo di Baselli dopo 2’, autogol di Lafont al 13’). E per la Mazzarri band è una serata piena di rimpianti.

SORPRESA: NIENTE CHOLITO — In avvio non è proprio tutto come annunciato alla vigilia. Prima di tutto perché Torino-Fiorentina non è la sfida tra Belotti e Simeone: Mazzarri non rinuncia certo al Gallo, Pioli invece lascia in panchina il Cholito preferendogli Mirallas ed Eysseric, con Chiesa che parte largo a destra più schiacciato sulla linea dei centrocampisti, alzandosi continuamente a partita in corso. Più che sul centrocampo a cinque, Mazzarri preferisce la formula con il doppio trequartista: la chiave è Baselli, posizionato molto alto in linea con Iago Falque.

PUNTO FERMO VIOLA — Se c’è una certezza in questo avvio di campionato della Fiorentina è la sua capacità di segnare nei primi 30’: era già accaduto quattro volte nelle precedenti nove partite, e la storia si ripete anche questa sera. Passano appena centoventi secondi, e un traversone dalla destra di Chiesa coglie impreparato la difesa granata, De Silvestri respinge maldestramente offrendo il più facile degli assist a Baselli: la freddezza non gli manca, e firma il più classico del gol dell’ex, il quarto di questo suo avvio di stagione in Serie A. E’ la marcatura più veloce della Fiorentina in queste dieci giornate di campionato.

DOMINIO GRANATA — Stordito, ma non certo al tappeto. Tutt’altro: il Torino risponde di gran carriera. Alza i ritmi, diventa padrone del campo, gioca stabilmente nella trequarti della Fiorentina mettendo in crisi una Viola fatta di buona palleggiatori ma incapace di uscire dalla ragnatela di passaggi che prende forma tra i piedi di Meité, Iago Falque, Rincon e Baselli. Infortunio in avvio a parte, nel primo tempo è un dominio granata, al punto che quando il cronometro segna la mezzora i numeri dicono che il possesso palla del Toro tocca l’apice del 71%, “calando” al 61% all’intervallo. Il pari appare una logica conseguenza, e cade dopo tredici minuti quando Lafont respinge un po’ con la schiena e un po’ con la testa una conclusione di Aina. La Fiorentina non aveva mai subito gol in questo campionato nella prima mezzora. La pressione granata è continua, la Fiorentina si difende come può: ancora Aina (al 18’), De Silvestri (al 23’) e Iago (al 45’) sfiorano il raddoppio. Il Toro torna negli spogliatoi tra gli applausi, dopo aver giocato, per intensità e qualità, il suo miglior primo tempo di questo campionato. La nota stonata è l’espulsione di Mazzarri al 29’ per proteste: il tecnico del Toro chiede veementemente l’ammonizione di Vitor Hugo per un’entrata a centrocampo su Iago Falque, e riceve il suo secondo allontanamento in questa stagione dopo quello della prima giornata in casa con la Roma. Era diffidato, sarà squalificato.

ZAZA PER L’ASSALTO — In avvio di ripresa Pioli prova ad arginare lo strapotere di gioco del Toro inserendo Gerson e Simeone, ma è ancora Iago Falque in acrobazia (al 9’) a cercare la via del raddoppio. Dopo 65’ entra Zaza per Baselli per un Toro sempre più a trazione anteriore con il doppio centravanti (Zaza-Belotti) e Iago alle spalle. E mentre i ritmi naturalmente si abbassano, con un Toro che gioca ma che non riesce a sfondare, proprio sui piedi dello spagnolo cade l’occasione più importante della ripresa: è il 27’ quando Iago trova una conclusione potente e precisa verso l’incrocio, ma Lafont compie un capolavoro evitando il tracollo. A 8’ dalla fine arriva il primo intervento di Sirigu: doppia uscita (provvidenziale) su Chiesa e Mirallas. Dentro anche Parigini e Soriano, ma l’1-1 non si sblocca.

Mario Pagliara

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/10/2018 00:18
 
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Serie A, Sassuolo-Bologna 2-2: Boateng riprende Inzaghi all'85'

Gol e spettacolo a Reggio Emilia: rossoblù in vantaggio con Palacio e Mbaye, pari di Marlon e Boateng



Se il Sassuolo non vince da quattro partite ci sarà un perché. E in questo caso ci ha messo molto del suo il Bologna, che finalmente Inzaghi ha posizionato in maniera diversa (4-3-3) e instillando la ferocia dell’approccio giusto. Il pari finale è sostanzialmente un’occasionissima persa dai bolognesi che a cinque minuti dalla fine avevano la gara in tasca grazie ad uno uno-due di Palacio all’alba del match e di Mbaye ad inizio ripresa. Il Sassuolo ha manovrato tanto ma in area è arrivata tre volte seriamente e ancor più pesantemente nel momento in cui poteva addirittura ribaltare la gara: pallone vagante a un secondo dalla fine, Matri lo spara alto e sarebbe stata una beffa atroce per un Bologna diverso da molte altre volte, ovvero compatto, propositivo e attento per praticamente tutta la partita.

APPROCCIO — L’approccio del Bologna è un film mai visto, nel senso che la squadra di Inzaghi non era praticamente mai entrata in partita così decisa: tre minuti di rumba che mettono a disagio il Sassuolo. Doppio schema su calcio d’angolo e il gol del vantaggio arriva così: legnata di Svanberg da trenta metri, Consigli para bene ma il pallone arriva a Santander che rimette insieme i cocci per Palacio che sotto-porta la sbatte precisa nel sette. Vantaggio Bologna e Sassuolo che fatica a trovare campo, a tal punto che nell’azione successiva Santander colpisce praticamente a porta vuota ma impatta il palo.

EUROGOL E POSSESSO — Dal possibilissimo due a zero esterno, ecco che il Sassuolo (proprio dall’azione nata dal legno colpito dal paraguaiano) si scuote e può già prendersi il pareggio: volata di Di Francesco che fa mezzo campo in solitaria ma invece di passarla (prima) a Berardi agevola il ritorno di Poli che sporca il pallone quanto basta per mandare tutto all’aria. Il Bologna ha rischiato grosso, ma dal 10’ comincia a rinculare e dare al Sassuolo ciò che preferisce: il possesso palla. La squadra di De Zerbi (che inizialmente ha Boateng in panchina) comincia il suo palleggio che porta opportunità: ci provano Rogerio e Di Francesco (da fuori) fino a quando da 35 metri ci riesce Marlon con una bordata secca che piega Skorupski sulla propria destra. Pari e il copione non cambia: Sassuolo che fa possesso, Bologna che riparte ogni tanto ma ora con confusione e quasi autogol di Helander allo scadere della prima frazione nel tentativo di rinviare.

CAMBI PERFETTI — Quando inizia il secondo tempo, il Sassuolo fa la faccia cattiva ma è Ferrari a chiudere su Santander da posizione difficile. Poi c’è l’opportunità che si ritaglia Svanberg (eurotiro da venti metri sul quale Consigli diventa ancora perfetto) e successivamente comincia tutta la giostra dei cambi: Inzaghi mette Dzemaili, Krejci e alla fine Falcinelli mentre De Zerbi arma i suoi con Boateng, Matri e Sensi. Nel bene e nel male, tutti e tre i cambi del tecnico del Sassuolo entrano nel pareggio finale e nel quasi ribaltone: perché Sensi prende il rigore indiscutibile (fallo di Calabresi) che poi Prince infilerà; e perché Matri arriva a un centimetro dal 3-2 ma spara altissimo. Risultato sostanzialmente giusto ma il Bologna è quello a rimanerci peggio, anche se Bourabia ha colpito la traversa e Gonzalez ha rischiato un autogol da cineteca.

Matteo Dalla Vite

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/10/2018 15:10
 
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Serie A, Cagliari-Chievo 2-1: i sardi volano, Ventura ancora k.o.

Pavoletti e Castro lanciano i rossoblù verso i tre punti.
Gli scaligeri si svegliano tardi e restano a -1



Capita di segnare il gol che non vorresti mai fare. Lucas Castro, che a Veronello ci è stato per quattro anni, suggella un'altra grande prova, con un gol da favola che stende (2-1) il Chievo inguaiandolo fino al collo e lanciando il Cagliari, imbattuto alla Sardegna Arena e al terzo risultato utile di fila. Sette punti in tre partite che proiettano la squadra di Rolando Maran verso quella metà classifica che il presidente Tommaso Giulini chiede alla sua squadra. Il Chievo è fermo ai due pareggi con Empoli e Roma, ha tre punti in meno per le plusvalenze, confermati anche in settimana, e la cura Ventura, a volte sgomento davanti a certi errori, ancora non produce punti. Ma qualcosa a livello mentale sì, perché dopo aver trovato il 2-1 con Stepinski, il Chievo con Birsa dentro, un po' di paura l'ha messa al Cagliari che forse pensava di averla chiusa troppo presto e forse ha pure esagerato nei cambi togliendo Pavoletti e Bradaric. La differenza nel primo tempo è stata abissale. Gli 11 titolari del Cagliari ormai non temono nessuno.

PRIMO TEMPO — Maran conferma le impressioni della vigilia: rimette Srna sulla catena difensiva di destra, conferma Pisacane con Ceppitelli al centro della difesa, mentre in attacco torna, ovviamente, Pavoletti in coppia con Joao Pedro. Ventura cambia qualcosa, innanzitutto inserendo Meggiorini accanto a Stepinksi davanti. Birsa resta in panchina. Giaccherini, ristabilito, va in campo a creare scompiglio. Ma prima del via l'ex ct azzurro perde anche Hetemaj che si fa male in riscaldamento e così al suo posto c'è Rigoni. Un 3-5-2 per Ventura con accenni di 3-4-2-1. Dietro c'è Cesar per lo squalificato Barba. La differenza tra le due squadre è palese, il Chievo fa fatica a impostare, si regge solo sulla mobilità e la tecnica di Giaccherini, ma dopo 15' il Cagliari passa: angolo di Joao Pedro sul quale ci mette come al solito la testa Pavoletti che anticipa Bani e Cesar. Quinto gol del bomber livornese. La reazione clivense non c'è: anzi è Bradaric, sempre su angolo di JP10 a spedire fuori la palla del 2-0. Il Chievo mette il naso avanti nel finale di tempo ma una volta salva Ceppitelli con un'ottima diagonale, l'altra è De Paoli, imbeccato dal solito Giak, a calciare fuori di pochissimo. Più che altro il Chievo colleziona cartellini: Giaccherini, Rossettini.

SECONDO TEMPO — Sembra che nell'intervallo Ventura abbia ribaltato lo spogliatoio: Giaccherini colpisce, ma Cragno respinge dopo 8', ma al 14' il Cagliari la chiude: Scende Barella che innesca Padoin che crossa da sinistra, la palla arriva a Pavoletti che, intelligentemente, vede Castro che arriva. Lo serve e il Pata scarica un destro da urlo imprendibile per Sorrentino. 2-0. L'argentino non esulta, ci sta quasi male perché vede la sua squadra alle corde ed è una parte della sua vita. Il Chievo non c'è, prende altri gialli, anzi Meggiorini rischia il rosso su Castro. Poi esce in staffetta con Birsa. E Maran fa riposare pure il totem Pavoletti inserendo Cerri (che si fa pure ammonire), forse troppo presto. Non c'è più neanche Giak, l'anima della squadra che si mangia una grande occasione per fare 2-1, mentre poco prima Bani di testa era stato più sfortunato. Ma il Chievo il 2-1 lo trova al 34' quando il Cagliari, con Cigarini al posto di Bradaric e dopo un gran tiro di JP10, si rilassa fin troppo. Su una ribattuta corta di Pisacane trova Stepinski che fa dai e vai con De Paoli che lo trova tutto solo in area per colpire indisturbato di testa. I bianchi di Ventura, con Birsa si scuotono e provano a raggiungere il pareggio. La partita si innervosisce ancora, Maran si protegge inserendo Dessena per Barella (sostituito per la prima volta in stagione) e il Cagliari riesce a tenerla in pugno e a far festa in gruppo davanti alle due curve. Ma Castro, straordinario, va ad abbracciare gli ex compagni, uno per uno. Il bello del calcio.

Francesco Velluzzi

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28/10/2018 18:38
 
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Tra Genoa e Udinese, emozioni e girandola di gol: finisce 2-2

Bella sfida tra le due squadre: dopo un primo tempo bloccato, la ripresa è stata pirotecnica.
Secondo pareggio consecutivo per il Genoa, primo punto dopo quattro sconfitte per l’Udinese



Juric non trova la vittoria e il Ferraris vede per la prima volta una sfida senza un gol di Piatek. Buon per l’Udinese e Velazquez, che conquistano un punto meritato.Moduli prudenti e quasi speculari, con Juric che riesce ad aver la meglio nella prima parte della sfida, grazie all’abilità negli inserimenti di Bessa.

LA PRIMA FRZIONE — L’italo-brasiliano appare in area con frequenza, riuscendo però a sorprendere sempre la difesa avversaria. Al 9’ proprio Bessa spreca clamorosamente un assist perfetto di Biraschi, appoggiando di testa il pallone di poco a lato. Al 30’ invece l’incursione del centrocampista cresciuto nell’Inter è letale: sul lancio di Pedro Pereira, Bessa è libero, Musso esce con troppa foga e lo atterra. Rigore netto che Romulo al 32’ realizza con sicurezza. I rossoblù hanno la partita in mano, pure Criscito, su punizione, impegna Musso. L’Udinese soffre e prova a ripartire, con Lasagna e De Paul che trovano due conclusioni interessanti, neutralizzate senza troppa ansia però da Radu.

LA RIPRESA — L’intervallo smorza l’energia del Genoa, che cala l’intensità del suo gioco. L’Udinese conquista campo e calci d’angolo. Quando Velazquez cambia modulo, passando al 3-5-2, la sfida cambia. Due minuti e arriva il pari, con Lasagna abile a sfruttare un cross di De Paul. Romero, su angolo, riporta subito in vantaggio il Genoa, ma l’inerzia della partita è cambiata. Al 25’ del secondo tempo, così, i friulani riagguantano il pari, con De Paul, bravissimo a battere Radu con un tiro a giro da sinistra che centra l’angolo alto opposto. Quattro minuti e Romero si fa espellere per un fallo su Pussetto, che gli vale la seconda ammonizione. L’unico sussulto dell’Udinese però arriva in pieno recupero, con un tiro centrale di Mandragora, neutralizzato facilmente da Radu.

Alessio Da Ronch

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28/10/2018 18:42
 
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Serie A, Spal-Frosinone 0-3: decidono Chibsah, Ciano e Pinamonti

Primo successo stagionale per la squadra di Longo, che supera 3-0 i ferraresi nello scontro diretto per la salvezza.
Nel finale c’è spazio anche per primo gol nei Pro del talento in prestito dall’Inter



E alla decima arrivò la prima. Il Frosinone ottiene infatti la prima vittoria della stagione ed è pure bella rotonda, forse più di quanto meritato. La Spal ne incassa infatti tre in casa, su appena quattro tiri in porta concessi. Un piccolo black out a fine primo tempo, un altro a inizio ripresa, e la partita se n’è andata.

PRIMO TEMPO — La Spal parte più centrata. Schiattarella e Missiroli hanno spazio per pensare, si gioca praticamente su una sola metà campo, quella del Frosinone. Proprio Missiroli al 10’ crea la prima situazione pericolosa, provando da fuori: alto. La superiorità spallina non si concretizza per un paio di scelte sbagliate di Petagna – mancato aggancio su filtrante di Missiroli al 17’, controllo lento e tiro stoppato dopo appoggio di Fares al 30’ – e perché i tre difensori fissi del Frosinone tengono altissima la guardia. Dopo la mezzora il Frosinone riprende un po’ di campo e al 33’ si vede giustamente annullare un gol: Campbell apre a destra per Ciano, tocco sulla corsa per Zampano che calcia in diagonale, Chibsah insacca ma di mano un pallone che forse sarebbe comunque entrato. Breve consulto al Var, rete annullata e giallo per il centrocampista ospite. La Spal replica subito con un destro di Valoti su sponda di Paloschi appena a lato al 35’. Improvviso e non del tutto meritato dunque arriva il vantaggio del Frosinone al 40’, e stavolta è buono. Beghetto guadagna un angolo insperato, dalla bandierina calcia Ciano, il portiere Gomis e Felipe dormono e Chibsah di testa mette in rete facendosi perdonare. La Spal pare stordita ma di nuovo reagisce: al 42’ il tiro di Fares è deviato sulla traversa da Paloschi, ma in fuorigioco.

DILAGA IL FROSINONE — L’inizio di ripresa è veemente, ma di nuovo poco concreto. Fares si fa vedere con un buon cross che attraversa l’area al 5’ e con un sinistro in curva al 7’ che avrebbe meritato miglior destinazione. Il Frosinone invece colpisce. All’8’ Campbell si beve Felipe e appoggia indietro per l’accorrente Ciano: destro rasoterra e raddoppio. Alla delusione spallina si aggiunge la fretta. Semplici mette Antenucci e Everton per Cionek e Valoti per passare al 4-3-3 ma più che un’innumerevole serie di cross non arriva. Il Frosinone si blinda con il 5-3-2 e concede soltanto un diagonale ad Antenucci che si stampa sul palo al 15’, forse l’ultima occasione per riaprirla veramente, e un’altra conclusione a Fares dal limite: Sportiello alza. E a ridosso del novantesimo ecco lo 0-3: Pinamonti, appena entrato, gira in rete un assist di Cassata. Primo gol in Serie A per l’attaccante di scuola-Inter, come era il primo di Chibsah.

Alex Frosio

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/10/2018 18:45
 
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