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Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
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Cagliari-Sampdoria 0-0 tra pali, traverse e un rigore sbagliato al 91'

Termina senza reti la sfida tra rossoblù e blucerchiati, ma non è mancato lo spettacolo.
Farias, Defrel e Linetty a un passo dal gol, in pieno recupero miracoloso Cragno sul tiro di Kownacki dal dischetto



Cercavano il rilancio. Deluse dalle sconfitte con Parma e Inter. Cagliari e Parma finiscono per prendersi un punto, ma è il Cagliari, dominatore incontrastato del primo temo a farla franca perché il finale è da incubo: in pieno recupero Andreolli, subentrato a Pisacane (esausto con i crampi) sgambetta Defrel e manda sul dischetto il neo entrato Kownacki che si fa parare il tiro da Alessio Cragno che diventa l'eroe della serata. Finisce 0-0, ma la partita che nella prima parte aveva visto il Cagliari all'assalto, nella seconda, dopo il palo di Farias vede i rossoblù calare e i blucerchiati crescere tanto come già era successo con la Fiorentina. Defrel si sveglia e colpisce la traversa, anche Linetty tira all'incrocio. Forse è giusto così. Ma la Samp ci resta male come sabato sera con l'Inter. Vede sempre svanire alla fine il sogno.

PRIMO TEMPO — Maran rimescola, come promesso, un po' le carte: dietro fiducia a Pisacane, ripescato dopo Empoli, in mezzo c'è Cigarini a dettare i tempi e non il croato Bradaric. Infatti a Parma il Ciga era stato buttato dentro nel finale, come preludio all'impiego per la sua ex squadra, la Samp, con la quale non si è lasciato splendidamente. La sente tanto, forse troppo e dopo 22' è già ammonito. Giampaolo, come annunciato, sceglie Colley e non Tonelli accanto ad Andersen al centro della difesa e il marcantonio gambiano ingaggia un gran duello fisico con Pavoletti, cavandosela quasi sempre. Le due incornate del livornese vanno fuori. Ma in campo c'è praticamente solo il Cagliari (che va in gol dopo 4' con Joao Pedro, ma in fuorigioco) che ha quasi lo stesso ritmo forsennato imposto col Milan e guadagna tanti corner (6-1 nel primo tempo). Il lato preferito è il solito quello destro, dove Srna, professore di cross, e non solo, ne sforna a raffica. Sul migliore al 34' Farias incorna anche benino ma trova Audero prontissimo. La Samp aspetta, pronta a colpire, ma si avvicina dalle parti di Cragno, praticamente una volta sola, al 15' quando Quagliarella serve Ramirez che spedisce fuori. Ma il trio d'attacco della Samp è fermo, nessuno riesce a elevarsi, ma dietro Ekdal (pur con un errore velenoso) Barreto e Praet tengono.

RIPRESA — Il Cagliari ci prova ancora e stavolta la conclusione a giro di Farias finisce sul palo. Ma quel ritmo, come spesso accade, la squadra di casa, non può tenerlo e la Samp ne approfitta. Defrel si sveglia dal letargo e prima viene bloccato da una straordinaria uscita di Cragno, poi, invitato da Barreto, scheggia la traversa. Il Cagliari è alle corde, Maran deve ricorrere al doppio cambio: levando per forza Cigarini e inserendo l'equilibratore Bradaric, poi più copertura con Ionita per Joao. Giampaolo deve, invece, levare l'inconsistente Ramirez per Linetty che non si fa pregare: tira e colpisce l'incrocio. Il Cagliari sembra cedere, barcolla, ma non molla. Anche se non riesce più a spingere. Ma in pieno recupero Andreolli, che ha appena sostituito Pisacane, sgambetta Defrel e Kownacki, entrato al posto del rigorista principe Quagliarella, si fa ipnotizzare da Cragno. E alla Sardegna Arena si esulta come fosse una vittoria.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/09/2018 00:34
 
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Serie A, Genoa-Chievo 2-0: Piatek e Pandev.
Terza vittoria in casa per Ballardini

Successo rossoblù con il solito polacco e Pandev.
Terza vittoria in casa per Ballardini. Veneti ancora a -1



Piatek, sempre lui e sempre più nella storia del Grifone. Nessun attaccante rossoblù aveva mai segnato nelle prime cinque partite consecutive in A. Al Genoa basta piazzare qualche pallone in area, per poter esultare per la terza vittoria consecutiva in casa e fare un bel balzo in avanti in classifica, entusiasmandosi pure per qualche momento di bel gioco e un dominio costante. Al centravanti polacco basta una mezz’ora per studiare la difesa del Chievo e colpirla. Alla prima occasione, al 34’ il palo salva Sorrentino, prodigioso all’11’ su una conclusione ravvicinata di Pandev, dal destro maligno del centravanti. Al 37’ è l’arbitro Pasqua a vedere una sua simulazione, su intervento maldestro di Rossettini, e non il rigore. Al 42’ però nulla riesce a frenare il Pistolero: volata a sinistra di Lazovic, assist perfetto, tocco a spostare la palla da parte di Piatek e destro stavolta micidiale. Che viene quasi bissato tre minuti dopo con un colpo di testa di poco impreciso. Al Chievo, sempre ultimo a -1, in tutto il primo tempo non resta che il rammarico per un destro di Giaccherini al 10’ sfilato, di poco a lato del palo alla destra di Radu.

NELLA RIPRESA — A mettere il sigillo decisivo è Pandev, che sfrutta un’altra iniziativa di Lazovic a sinistra al 9’ s.t. e il tocco di Kouame. Il macedone controlla e batte Sorrentino con un tiro precisissimo. È il colpo del k.o. anche perché il Chievo, pur inserendo Birsa e Pellissier, continua a soffrire le iniziative dei rossoblù. I pericoli per il Genoa arrivano da occasioni episodiche:Stepinski, al 24’ spreca malamente un bell’assist di De Paoli. È bravissimo invece Radu a ribattere il colpo di testa di Barba al 31’.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/09/2018 00:36
 
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Juventus-Bologna 2-0: gol di Dybala e Matuidi, bianconeri a punteggio pieno

Tutto facile per i campioni d'Italia,
che colpiscono due volte gli emiliani in avvio e poi controllano,
in attesa di affrontare sabato il Napoli.
Troppo sterile la squadra di Inzaghi.



Ronnie O'Sullivan, leggenda dello snooker, parlava così dei campioni: "Li distingui dagli altri perché non sbagliano mai sul 'facile' e tirano fuori il loro talento sul 'difficile'". La palla da calcio c'entra poco con quelle da biliardo, ma l'adagio si adatta alla perfezione alla Juventus, che batte in scioltezza il Bologna per 2-0 e centra la sesta vittoria in altrettante partite. I bianconeri sono esattamente dove tutti si aspettavano fossero dal 26 luglio, giorno di nascita del calendario 2018-19. Cinque partite sulle carta comode più la Lazio. E la Juve, come suo costume, non regala nulla.

DIVARIO IMBARAZZANTE — I progetti di Superlega paiono al momento accantonati: nominalmente Juve e Bologna giocano nello stesso campionato. Certo, poi guardi partite come quella dello Stadium e diventa complicato spiegare perché. Alla squadra di Allegri basta un quarto d'ora giocato a ridosso della soglia anaerobica per sistemare la questione e non sprecare energie preziose in vista della partita di sabato col Napoli. Al Bologna, con Inzaghi che ne cambia 4 rispetto alla vittoria con la Roma pensando anche all'Udinese, non pare vero che la Juve rallenti: la potenziale figuraccia è evitata. E tutto il resto è sostanzialmente noia, coi vari Barzagli, Bentancur e Benatia che mettono minuti preziosi nelle gambe.

VAI DYBALIK — Così la nota positiva nella serata della Juve è il ritorno al gol da migliore in campo di Paulo Dybala, che aveva esultato l'ultima volta proprio allo Stadium contro il Bologna esattamente 144 giorni fa. A Paulo il ritorno al 3-5-2 fa un gran bene: con solo lui e Ronaldo davanti, la Joya è sostanzialmente libera di inventare a tutto campo. Ne viene fuori la miglior prestazione stagionale: gol di destro all'11' dopo la prodezza di Skorupski (migliore del Bologna) su Matuidi, da lui stesso imbeccato con l'assist di "coppino". E pure l'avvio dell’azione del 2-0, finalizzata da Matuidi dopo la rifinitura di un CR7 non esattamente scintillante, che resta a secco dopo tre gol in due partite. Contro avversari così, non c'è nessun bisogno dei suoi gol.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/09/2018 00:40
 
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Serie A, Napoli-Parma 3—0. In gol Insigne e Milik (doppietta)

Quinta vittoria in campionato per la squadra di Ancelotti, che non rischia praticamente nulla contro i ducali.
Per il polacco il gol del raddoppio è da copertina



Troppo Napoli o troppo poco Parma? Difficile dirlo, ma la fotografia della partita è nel punteggio finale (3-0 per gli azzurri) con una squadra che arriva lanciata alla sfida con la capolista Juve e l’altra che dovrà ripartire in fretta perché al San Paolo è apparsa bloccata. Carlo Ancelotti ha sottoposto i suoi alla prova del nove (superata), nel senso che ha cambiato nove uomini rispetto a Torino per avere risposte da tutto l’organico e soprattutto far rifiatare alcuni elementi in vista della Juve. Esordio assoluto per il terzino destro Malcuit, esordio in Serie A per Fabian Ruiz, già visto in Champions, schierato nell’inedita posizione di ala destra (suo il primo tiro in porta al terzo minuto con respinta disperata di Gagliolo). Di contro, D’Aversa ha lasciato in panchina Gervinho preferendo Deiola a Rigoni e rispolverando davanti Di Gaudio e Ciciretti ai lati di Inglese. Da entrambi nessun segnale positivo.

DOMINIO AZZURRO — Nemmeno il tempo di annotare le formazione ed Insigne ha portato il Napoli in vantaggio su assist di Milik: grave l’errore di Iacoponi che ha lasciato al numero 24 un pallone solo da spingere in rete. Per il talento della Nazionale quinto gol in campionato. A quel punto il Parma ha dovuto riorganizzarsi e lo ha fatto provando ad alzare i terzini e finendo con il rischiare grosso di conseguenza su una incursione di Mario Rui. Specie a sinistra il Napoli ha sfondato spesso perché Zielinski è scappato in continuazione alla guardia di Deiola. Il polacco si è divorato però il gol del raddoppio al 21’ dopo un flipper al limite tra Insigne e Bruno Alves in seguito all’ennesima buona giocata di Fabian Ruiz (finto esterno, in realtà mezzala aggiunta). Troppo molle il centrocampo ospite: Ciciretti è venuto talvolta a giocare da trequartista ma ha allungato ulteriormente la squadra di D’Aversa. Il Napoli ha avuto solo il torto, e la sfortuna, di non chiuderla in fretta complice il palo di Insigne al 32’ che ha avuto il sapore della beffa per la precisione con cui era stata indirizzato il pallone dall’attaccante azzurro. Il dominio della formazione di Ancelotti è stato tecnico ma anche fisico perché il Parma è sempre arrivato in ritardo sul pallone, tanto che Mario Rui in ripartenza ha impegnato Sepe a terra in un intervento tutt’altro che facile poco prima dell’intervallo.

SUL VELLUTO — L’inizio della ripresa è stato per il Parma negativo come l’inizio della partita. Dopo tre minuti, assist di Insigne e tiro secco con il mancino di Milik, lasciato incredibilmente solo alle spalle della linea difensiva : due a zero ed emiliani sotto al treno. Il tiro a lato di Stulac non ha dato il senso della reazione, che in realtà non è mai arrivata. Così il Napoli ha potuto fare accademia risparmiando pure preziose energie in vista dello Stadium (vedi le sostituzioni di Insigne e Zielinski). Senza forzare è arrivato il terzo gol, ancora opera di Milik che da due passi ha appoggiato in rete un tiro cross di Verdi. Il Napoli a quel punto ha definitivamente alzato il piede dall’acceleratore e ha finito a passo cadenzato. Lo stesso che ha tenuto il Parma per tutta la partita, un problema su cui D’Aversa dovrà riflettere proprio mentre Ancelotti penserà a quali sorprese riservare ad Allegri.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/09/2018 00:43
 
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Roma-Frosinone 4-0: magia di Ünder e tacco di Pastore

La squadra di Di Francesco dimentica la figuraccia di Bologna e riparte:
tre gol nel primo tempo, a segno anche El Shaarawy.
Nella ripresa fa centro Kolarov.
Esordio in A per Zaniolo e Luca Pellegrini. Sabato il derby



La Roma scaccia gli incubi, supera nettamente (4-0) il Frosinone e prova a preparare al meglio il derby di sabato prossimo. A decidere la partita la vena di Ünder e Pastore, unita ai gol di El Shaarawy e Kolarov. Per i giallorossi anche la gioia dell'esordio assoluto in Serie A di due baby, Zaniolo e Luca Pellegrini. Per il Frosinone, invece, è notte buia. Manca il fuoco, la cattiveria, la voglia di provare ad andare oltre l'ostacolo a tutti i costi. Per i ciociari è arrivata l'ora di cambiare presto rotta, per inseguire l'obiettivo salvezza.

MONOLOGO GIALLOROSSO — Di Francesco rilancia Pastore dal via, stavolta in posizione di trequartista, alle spalle di Schick. In mediana, a protezione della difesa, Nzonzi e De Rossi, con il capitano giallorosso che taglia il traguardo storico delle 600 presenze in giallorosso. Neanche il tempo di respirare che la Roma è già avanti: taglio ad accentrarsi di Ünder palla al piede, con il turco che da circa 20 metri beffa Sportiello, non perfetto nella respinta. Il Frosinone prova allora a riorganizzarsi, pressando alto e cercando di togliere le linee di passaggio ai giallorossi. L'intenzione c'è ed è buona, i risultati molto meno. Così è sempre la Roma a costruire, con Schick che ha tre occasioni consecutive, tutte sprecate malamente. Al 26’ allora è Pastore a calciare alto da ottima posizione, ma l'argentino stavolta c'è e si vede: prima lancia con un tocco delizioso l'azione che porta alla traversa di Schick (con deviazione di Sportiello), poi al 28' replica l'eurogol segnato all'Atalanta, siglando il 2-0 di tacco su assist di Santon. Buttatasi alle spalle paure e timori, la Roma si scioglie definitivamente e al 35' arriva anche il 3-0: doppio errore di Capuano, Under va dentro e regala ad El Shaarawy un pallone che deve solo essere appoggiato in rete.

GESTIONE ED ESORDI — La ripresa alla fine è un libro facile e scorrevole, dove per fortuna della Roma stavolta manca il finale a sorpresa. Niente effetto thrilling, come con il Chievo per esempio. La Roma di fatto si limita a gestire la partita ed a provare a rimpinguare il bottino. E ci va vicino al 19', quando una pennellata di Ünder (con deviazione) finisce in pieno sull'incrocio. Prima, invece, il Frosinone aveva provato a rendersi pericoloso con Pinamonti e Cassata, ma invano in entrambi le occasioni. Quel che manca ai ciociari, nella ripresa come nel primo tempo, è il fuoco e la cattiveria agonistica che serve ad una squadra che deve salvarsi. E la squadra di Longo farebbe bene a trovarla presto, già con il Genoa, prima che sia davvero troppo tardi. Poi il 4-0 di Kolarov di piatto, ma il pezzo di bravura è di Luca Pellegrini (all'esordio assoluto in Serie A, esattamente come Zaniolo) che va via di forza a Zampano e serve l'assist giusto per il serbo. Al 90', sugli sviluppi di una punizione di Soddimo, la palla arriva a Chibsah, che di destro coglie il palo. La vittoria con il Frosinone non sana la ferita, come dimostrano anche i fischi in massa al Monchi e Baldissoni, quando vengono inquadrati separatamente dalle telecamere. Alle porte però c'è il derby, quella può essere un'ottima panacea.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/09/2018 00:46
 
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Spal-Sassuolo 0-2. Adjapong-Matri, neroverdi terzi in classifica

La squadra di de Zerbi espugna Ferrara e vola tra le prime tre a quota 13 punti.
Nel finale Djuricic potrebbe anche trovare il tris, ma spreca a tu per tu con Consigli


Il Sassuolo vince a Ferrara ed è terzo in classifica. La squadra di De Zerbi conquista un importantissimo successo concretizzando nella ripresa una superiorità tecnica evidente, anche se la Spal ha giocato a lungo alla pari ed è pure andata molto vicina al vantaggio sia nel primo tempo (Felipe non è riuscito a segnare da due passi) sia nel secondo (rete annullata a Simic per fuorigioco). Entrambe le squadre hanno dato buone risposte agli allenatori, ma alla fine è emersa la maggior qualità del Sassuolo.

PRIMO TEMPO — De Zerbi fa ampio uso del turnover anche per le non buone condizioni di Berardi e Boateng, che si accomodano in panchina insieme a Lirola e Di Francesco. Il tecnico sceglie il 3-4-2-1 con Djuricic e Boga alle spalle di Babacar. Come al solito, il Sassuolo applica un gioco fatto di movimenti continui, cambi di posizione e attacchi improvvisi alla porta. La Spal, invece, propone il classico 3-5-2 con un'attenta chiusura centrale e il tentativo di colpire per vie laterali. A destra Lazzari è più incisivo di quanto appaia Fares a sinistra, le punte Petagna e Antenucci però non vengono mai innescate anche perché i tre difensori di De Zerbi funzionano bene e pure a centrocampo il Sassuolo controlla abbastanza agevolmente la situazione. Se la partita resta nelle mani dei neroverdi, l'occasione più grande capita però alla Spal sugli sviluppi di un corner: al 19' Simic fa da torre per Felipe che da due metri centra Consigli, il cui riflesso comunque è quasi prodigioso. Il Sassuolo replica con un paio di conclusioni larghe di Babacar e con un tiro del guizzante Boga che costringe Gomis al tuffo.

SECONDO TEMPO — Dopo l'intervallo il Sassuolo sembra sonnolento mentre la Spal alza il ritmo. Al 7', su azione d'angolo, viene annullato un gol a Simic per fuorigioco attivo di Petagna. Il Sassuolo si risveglia e trova il vantaggio al 14' con una splendida combinazione Boga-Babacar: l'attaccante tira, Gomis respinge, Felipe per rinviare colpisce Adjapong che segna. Da quel momento il Sassuolo fa emergere la superiorità tecnica nella gestione del pallone e nelle ripartenze. Babacar spreca qualche buona occasione, poi al 36' gli viene annullata una rete per fuorigioco di Lirola. Al 42' entra Matri che in tre minuti colpisce il palo dopo un'azione personale e poi segna sfruttando un assist di Djuricic innescato da un errore di Simic. Lo stesso Djuricic spreca il tris sbagliando il cucchiaio sull'uscita di Gomis, ma la partita ormai era già chiusa.

Ferrara G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/09/2018 09:06
 
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Empoli-Milan 1-1: Caputo su rigore risponde all'autogol di Capezzi

I rossoneri si fanno rimontare ancora una volta.
Terracciano migliore in campo con una serie di interventi prodigiosi



Resta tristemente nella colonna di destra della classifica, il Milan. E anche se il recupero col Genoa potrebbe proiettarlo dall'altra parte, l'1-1 di Empoli è un bottino davvero magro e triste. Un altro pareggio, un'altra rimonta subita dopo quella dell'Atalanta. I dubbi che restano, le certezze che proprio non arrivano.

SENZA GONZALO — Accomunati dall'ingrato destino di chi semina molto e raccoglie poco, Empoli e Milan si presentano al Castellani per chiudere il 6° turno di Serie A con un risultato che dia sostanza. Non c'è Higuain, sostituito con scarsi risultati da Borini al centro del tridente, ma il gol che sblocca subito la partita è al 99% argentino: Biglia riprende un cross di Laxalt mal gestito da Krunic, il restante 1% ce lo mette Capezzi che incappa nell'autorete dell'1-0. Una mazzata per un Empoli privo della fantasia dello squalificato Zajc (c'è Traorè a fare il trequartista dietro La Gumina e Capito), ma i toscani hanno subito un paio di occasioni per approfittare delle difficoltà del Milan in fase di gestione del risultato. Ci pensa Donnarumma, esitante nell'uscita su La Gumina ma bravissimo a opporsi al tiro, e poi reattivo a deviare sul palo un pezzo di bravura tecnica firmato Caputo.

SUSO 100 — Passato il brivido, il Milan riprende a creare occasioni, ma trova sulla sua strada un Terracciano in serata di grazia: il portiere dell'Empoli nega due volte a Bonaventura il raddoppio, diventando addirittura prodigioso su Kessie e Suso. A proposito dello spagnolo: partita numero 100 in rossonero, cerca il gol che manca da febbraio senza fortuna, ma il suo contributo arriva, anche se a intermittenza.

PASTICCIO ROMAGNOLI — Ancora più discontinuo Calhanoglu, che inizia la ripresa sprecando una chance potenziale con uno stop approssimativo. Al suo posto entrerà Castillejo, ma in mezzo c'è il frittatone di Romagnoli che costa l'1-1: il capitano rossonero, fin lì tra i migliori, balbetta in area col pallone tra i piedi, lo perde e poi mette giù il neo-entrato Mchedlidze. Il duello Caputo-Donnarumma si ripete dal dischetto e stavolta la spunta il numero 11 dell'Empoli. Pari. Raggiunto ancora una volta (e con Cutrone in campo nel finale), il Milan affida la possibilità di tornare in vantaggio al sinistro di Suso, ma Terracciano dice no altre tre volte, l'ultima delle quali è un capolavoro. Rischia tantissimo, però, il Diavolo, quando lo scatenato Mchedlidze va giù ancora in area: stavolta Fabbri fa proseguire e la Var non interviene. Nei minuti di recupero ci provano tutti, anche Musacchio e Bakayoko. Ma non è serata, neanche stavolta. Un gol per uno, un punto per uno, ma va bene solo all'Empoli.

Stefano Cantalupi

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/09/2018 09:12
 
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SERIE A 2018/2019 6ª Giornata (6ª di Andata)

25/09/2018
Inter - Fiorentina 2-1
26/09/2018
Udinese - Lazio 1-2
Atalanta - Torino 0-0
Cagliari - Sampdoria 0-0
Genoa - Chievo 2-0
Juventus - Bologna 2-0
Napoli - Parma 3-0
Roma - Frosinone 4-0
27/09/2018
Spal - Sassuolo 0-2
Empoli - Milan 1-1

Classifica
1) Juventus punti 18;
2) Napoli punti 15;
3) Sassuolo punti 13;
4) Lazio punti 12;
5) Fiorentina e Inter punti 10;
7) Genoa(*) e Spal ppunti 9;
9) Sampdoria, Roma e Udinese punti 8;
12) Parma punti 7;
13) Milan(*), Atalanta, Torino e Cagliari punti 6;
17) Empoli punti 5;
18) Bologna punti 4;
19) Frosinone punti 1;
20) Chievo(-3) punti -1.

(-3) Il Chievo sconta la penalizzazione per la sentenza del Tribunale della Federcalcio.
(*) Una partita in meno.
Milan-Genoa rinviata al 31/10/2018 (per la tragedia di Genova).

(gazzetta.it)
28/09/2018 09:16
 
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Roma-Lazio 3-1: Di Francesco, 3 gol contro la crisi

Il derby va ai giallorossi. Avanti col "solito" tacco, stavolta di Pellegrini.
Nella ripresa Immobile pareggia ma subito dopo Kolarov trova il gol su punizione.
La chiude Fazio nel finale



Ha segnato sotto la Sud, esultato sotto la Monte Mario e festeggiato sotto la Tevere, evitando solo la Nord, la curva che un tempo era sua. Aleksandar Kolarov ha chiuso così i conti con il suo passato biancoceleste, riconsegnando la vittoria alla Roma nel momento in cui sembrava poterle sfuggire di mano per il gol di Immobile. Ma la mossa decisiva per i giallorossi è stata un'altra, l'ingresso di Lorenzo Pellegrini per un Pastore ancora alle prese con i polpacci che danno fastidio. La mossa del destino, verrebbe da dire. Già, perché la partita monumentale è proprio quella del centrocampista giallorosso, romano e romanista, che apre le danze di tacco, si guadagna la punizione del 2-1 e calcia quella del 3-1 (Fazio di testa), oltre che prodursi in un paio di recuperi difensivi a dir poco decisivi. La Lazio, invece, ha pagato l'ingenuità difensiva di fine tempo ed un palleggio a centrocampo partito bene, ma poi calato con il tempo di qualità e intensità. Per i biancocelesti si arresta così la serie di cinque vittorie consecutive (Europa League compresa), con Inzaghi che proverà a ripartire di slancio già dalla prossima sfida, quella casalinga con la Fiorentina.

EQUILIBRIO ED ERRORI — Di Francesco lancia Florenzi davanti come trequartista di destra e mette dentro Santon, dopo la buona prova del terzino contro il Frosinone. Nella Lazio, invece, Inzaghi in difesa preferisce Caceres a Wallace e conferma il classico 3-5-1-1. Con un caldo mostruoso, i ritmi non possono essere incessanti e infatti la partenza è lenta. Di Francesco prova a pressare alto ma senza mai eccedere, perché la paura di scoprirsi e di lasciare campo alle ripartenze biancocelesti c'è. Luiz Felipe è subito decisivo in tackle su El Shaarawy, ma poi è proprio la Lazio a crescere nel fraseggio e nella ricerca della verticalità. Un paio di situazioni nell'area giallorossa mettono i brividi, compreso un tiro di Immobile che sembra destinato a far esultare la gente biancoceleste, se non ci fosse la schiena di Santon in una deviazione provvidenziale in angolo. Poi un errore di Kolarov (23') regala palla a Marusic, ma Luis Alberto spreca da due passi dalla porta l'assist del montenegrino. Sul ribaltamento di fronte è Dzeko ad andar bene via tra due, ma Strakosha dice di no e si ripete (stavolta di piede) un minuto dopo su Pastore, ben pescato in verticale da Florenzi. Questo è l'unico vero acuto dell'argentino, che poi sarà costretto a lasciare il campo al 36' per un problema muscolare al polpaccio sinistro (al suo posto Lorenzo Pellegrini, anche lui da trequartista centrale). La Roma nel frattempo è cresciuta sia a livello di manovra, sia di intensità e al 26' una ripartenza velocissima porta Florenzi a tu per tu con Strakosha, ma è ancora Luiz Felipe a salvare con un recupero mostruoso da dietro che vale di fatto un gol. A seguire prima De Rossi e poi El Shaarawy non arrivano di un soffio alla deviazione decisiva quasi sulla linea di porta. Insomma, il gol giallorosso sembra davvero nell'area e arriva puntuale al 45', al termine di un pasticcio totale della difesa biancoceleste: Dzeko anticipa Acerbi facendo la sponda di testa, Lui Felipe frana su El Shaarawy in area, Strakosha esce male, la palla arriva a Caceres che non riesce a rinviare e così Pellegrini di tacco insacca a porta vuota. Un patatrac pesantissimo per la squadra di Inzaghi, con Pellegrini che esulta polemicamente facendo il gesto delle orecchie ai tifosi.

LA VENDETTA DELL'EX — Nella ripresa, dopo appena 8' di gioco, Simone Inzaghi decide di mettersi a specchio, anche lui 4-2-3-1, con gli inserimenti di Badelj e Correa per Parolo e Luis Alberto. A cercare di chiudere la partita è però la Roma, anche se i vari tentativi di Kolarov, Pellegrini e Dzeko non portano ai frutti sperati. Così arriva il pareggio della Lazio (22') su un disastro assoluto di Fazio: controllo sbagliato (due volte) dell'argentino da ultimo uomo, Immobile gli ruba palla e con un diagonale trafigge Olsen sul palo opposto. Sembra l'inizio di un'altra partita ed invece al 26' Badelj atterra Pellegrini dal limite, sulla punizione va Kolarov (il grande ex) che di sinistro trova l'angolo giusto. Il 2-1 è l'apoteosi del serbo, che festeggia fortissimo un gol che lo fa entrare di diritto nei cuori giallorossi. Poi Di Francesco decide di passare alla difesa a tre, per blindare la vittoria. Il lucchetto ce lo mette però Fazio, che di testa al 41' insacca una punizione battuta perfettamente da Pellegrini, facendosi così perdonare l'errore sull'1-1. È finita, con la Roma che rifa pace con la sua gente e la Lazio ad interrogarsi sugli errori commessi.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/09/2018 23:16
 
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Juventus-Napoli 3-1: gol di Mertens, Mandzukic (2) e Bonucci

Azzurri subito in vantaggio col belga, poi il croato (autore di una doppietta) e il difensore firmano la rimonta bianconera.
In tutti i gol lo zampino di Cristiano Ronaldo. Allegri è ora a +6 su Ancelotti.
Da segnalare l'espulsione per doppia ammonizione di Mario Rui al 58'



Il portoghese è un infiltrato. Il primo incontro categoria pesi massimi del campionato – prima contro seconda, favorita contro principale rivale scudetto – dimostra che Cristiano Ronaldo è di un altro livello anche in un contesto così prestigioso. La Juve batte 3-1 il Napoli con doppietta di Mandzukic e gol di Bonucci, va a +6 in classifica e onora i Mondiali di ciclismo con la prima fuga del campionato. CR7 non segna però è decisivo, l’uomo partita anche più di Mandzukic. Si vede in tre momenti. Primo: nelle difficoltà del primo tempo, con il Napoli in vantaggio e la Juve ancora negli spogliatoi, Ronaldo calcia due volte in porta e regala a Mandzukic una palla solo da spingere in porta. E’ l’1-1. Secondo: all’inizio del secondo tempo, con la partita ancora in equilibrio, Cristiano trasforma una ripartenza di Dybala nel 2-1. Sul suo tiro da lontano, Ospina devia sul palo e Mandzukic tocca ancora a porta vuota. Terzo: quando il Napoli, in dieci per il doppio giallo a Mario Rui, sembra incredibilmente vicino a rimettere in piedi la partita, Ronaldo gira di testa un angolo da destra. La palla, diretta in porta, finisce sui piedi di Bonucci che appoggia – a porta vuota… e sono tre – il pallone di fine serata. Conclusione rapida e semplicistica: la Juve è la migliore (d’Italia, per ora) anche perché ha il migliore, mentre il Napoli non è ancora pronto per l’Everest.

LA PARTITA — Eppure la Juve era partita male, contro tendenza. La curva non canta e Ancelotti all’inizio sembra avere in mano la partita con il suo 4-4-2 atipico. Zielinski prende un palo da 25 metri, Insigne calcia subito e Mertens dopo 10 minuti cancella i primi cori dello stadio con il gol del vantaggio. Bonucci sbaglia un passaggio in costruzione per Dybala, Allan anticipa l’argentino e ha la porta in faccia a 30 metri da Szczesny. Il flipper che nasce – Allan per Callejon, Callejon di prima prima per Mertens, Mertens di tocco a porta vuota – manda il Napoli in vantaggio come nella partita di aprile. In questi cinque mesi però sono successe un po’ di cose, una su tutte: Cristiano Ronaldo ha cambiato indirizzo. Così Cristiano nel primo quarto d’ora calcia da lontano due volte, la seconda dopo un grande controllo al volo, e per due volte trova Ospina. Il gol del pareggio di Mandzukic cancella l’illusione del Napoli e la Juve prende un controllo che sostanzialmente non perderà mai fino alla fine. Tra l’1-1 e il 2-1 del croato, arrivato a inizio secondo tempo dopo quel tiro da lontano di Ronaldo, infatti il Napoli sogna solo con un tiro di Mario Rui poco prima dell’intervallo e rischia parecchio quando una punizione di Ronaldo, sempre lui, scatena una mischia chiusa da una deviazione di Hamsik su tiro di Pjanic. Il resto è un piano inclinato: l’espulsione d Mario Rui, un’occasione mancata da Callejon e il 3-1 di Bonucci.

JUVENTUS SOLIDA — La Juve, come da richieste di Allegri della vigilia, è stata solida, concreta più che scintillante. In mezzo al campo ha vinto la sfida contro Hamsik e Allan, ha trovato un Emre Can versione corazziere ed è stata salvata da Szczesny nell’azione forse più importante della partita: a 18 minuti dalla fine, ha parato un tiro di Callejon che si era liberato in area. Dybala, titolare, ha generato l’azione del 2-1 e Bonucci, colpevole sul primo gol, si è riscattato con il 3-1. Tutti contenti. Paradossalmente, l’unico che nel finale si è disperato è stato Ronaldo. Voleva a tutti i costi il gol (come sempre…) ma ne ha mancato uno non complicato nel secondo tempo. Poco male: ha una settimana di tempo per riposarsi e pensare all’Udinese.

NAPOLI LEGGERO — Il Napoli invece torna a casa disilluso. Insigne, l’uomo immagine, non ha inciso praticamente mai, Hamsik in mezzo ha sofferto tanto e i terzini, che in una squadra non sono così secondari, hanno faticato: Hysaj saltato sul primo gol, Mario Rui espulso per due falli su Pjanic. Addirittura Albiol e Koulibaly, insieme da una vita, non si sono mossi bene nell’azione del pareggio. Cristiano si è trovato uno contro uno a sinistra con Hysaj e lo ha saltato facile, poi ha crossato col mancino. Emre Can ha tagliato in area e, sull’incrocio con Mandzukic, Albiol e Koulibaly hanno fatto la stessa scelta: si sono preoccupati del tedesco col 23. Mandzukic, rimasto solo in area, cortesemente ha ringraziato. Ancelotti ha provato con Fabian Ruiz e Milik, senza successo perché contro le squadre come la Juve va così: l’occasione passa due volte quando va bene, più spesso una. Se non la prendi, resti al secondo posto, a rischio sorpasso dal Sassuolo.

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/09/2018 23:23
 
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