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Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
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Genoa-Napoli 1-2: Kouamé, Fabian Ruiz e l'autogol di Biraschi

Gli azzurri la ribaltano dopo la sospensione per la pioggia grazie ai cambi di Ancelotti


Napoli all'ultimo respiro, che porta a casa tre punti d'oro approfittando dell'autogol di Biraschi nel finale. Un due a uno contestato dai genoani. La partita che nessuno si aspetta, con il Genoa in vantaggio nel primo tempo grazie a un colpo di testa di Kouamé, bravo ad anticipare Hysaj su un cross dalla destra di Romulo (20'), fino al pari di Fabian Ruiz (17' della ripresa), che di sinistro batte Radu su di un tacco magico di Mertens, subentrato nell'intervallo a Milik. Lì la partita, che al 13' della ripresa era stata sospesa per tredici minuti a causa di un nubifragio sul Ferraris, perde d'intensità. Fatica e terreno pesantissimo trasformano l'ultimo quarto d'ora in una battaglia.

PRIMO TEMPO — E dire che la partita era iniziata con un clima pesante in gradinata Nord prima del via, con una contestazione annunciata rivolta al presidente Enrico Preziosi. Contro di lui uno striscione pesantemente offensivo: chi l'ha fatto entrare? In campo, il Napoli presentava tre novità: Hysaj per Maksimovic, Zielinski per Fabian Ruiz, Milik per Mertens. Il Genoa, invece, è sceso in campo con Hljemark alla prima da titolare sotto la gestione Juric, Veloso in regia al posto dell'infortunato Sandro e Criscito che torna al suo posto come esterno basso difensivo a sinistra dopo la squalifica. Un primo tempo che aveva visto il Napoli subito pericoloso: al 3' cross di Allan dalla destra, ma sul palo opposto Biraschi anticipava Zielinski. Sul fronte rossoblù immediata replica di Piatek (gran tiro a lato, 8'), poi era Insigne (11') sfortunato: diagonale bellissimo, ma pallone sul palo. Fino all'episodio-chiave del primo tempo: Romulo, sino a quel momento costretto a giocare basso per contenere Mario Rui, si inventava un cross dalla destra pescando sulla fascia opposta Kouamé, che di testa batteva Ospina. Il Napoli provava invano a riorganizzarsi, ma complice anche il terreno pesante per la forte pioggia, non riusciva a dare velocità alla manovra per sorprendere un Genoa molto attento, che puntava sulle ripartenze del polacco e di Kouamé. Al 36', la migliore occasione per la squadra di Ancelotti: combinazione Callejon-Milik e gran riflesso di Radu, che evitava il pari del Napoli.


SECONDO TEMPO — Ripresa con la doppia sostituzione di Ancelotti (Mertens per Milik e Fabian Ruiz per Zielinski) che cambia gli equilibri della partita. Al 13' l’arbitro Abisso ha sospeso la sfida, ripresa appunto dopo meno di un quarto d'ora, con un episodio curioso: squadre in campo per due minuti ad aspettare il rientro di Ospina. Poi, sull'uno a uno, il Genoa non è più riuscito a imporre il suo gioco. Il Napoli, più vivace, ha pagato il terreno pesantissimo, continuando però a spingere sino al gol. Per il Genoa, una mazzata pesantissima a due settimane dal derby.

Filippo Grimaldi

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/11/2018 00:09
 
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Serie A, Atalanta-Inter 4-1: gol di Hateboer,
Icardi (rigore), Mancini, Djimsiti e Gomez

Bergamaschi in vantaggio al 9' con svizzero, poi Handanovic fa i miracoli.
L'argentino pareggia su rigore prima che i bergamaschi dilaghino. Nel finale espulso Brozovic



Quattro per quattro. Quattro gol per quattro vittorie di fila: l’Atalanta passa sopra l’Inter come un carrarmato, non come un Suv. La peggior edizione stagionale della squadra di Spalletti viene “demolita” dalla banda Gasperini: 4-1. La sosta per l’Inter sarà lunga, la serie di vittorie è interrotta, i quattro gol subiti sono record stagionale. La Dea è bella e affamata, l’Inter è spenta, confusa, quasi irriconoscibile. Surclassata fisicamente, graziata nel primo tempo, rimessa in partita dal rigore ma poi mai capace di presentarsi dalle parti di Berisha. D’Ambrosio e Asamoah un disastro, centrocampo in affanno, Brozovic (fra i meno peggio) espulso nel finale, Perisic ancora non pervenuto. Zapata prima e Gomez poi, con armi diverse, dominano gli avversari, spedendoli a -3 dal Napoli secondo e affacciandosi in zone interessanti della classifica.

DOMINIO — Gosens è un treno in corsa che gli interisti non prendono mai, Zapata vince tutti (ma proprio tutti!) i corpo a corpo e i duelli personali, Papu Gomez e Ilicic non danno punti di riferimento, prendono palla sulla trequarti e ne saltano almeno un paio ad azione. A fine primo tempo, con gli interisti che sembrano giocare in sneaker senza tacchetti (tanto sono impacciati e in ritardo), il fatto che l’Atalanta sia solo 1-0 è un fenomeno paranormale con cui Gasperini dovrebbe infuriarsi. Le tre ammonizioni rimediate a centrocampo (Vecino, Brozovic, Skriniar) sono il segno di un’Inter mai così in difficoltà, forse nemmeno col Barça. Il gol arriva alla seconda occasione, dopo 8’, con un cross da sinistra di Gosens che taglia tutta l’area e trova la scivolata di Hateboer. Poi se ne contano altre sei nitide, dall’autopalo di D’Ambrosio con carambola su Handanovic del 10’, fino al miracolo del portiere su Toloi del 45’. Le due più clamorose se le mangia Ilicic, da due passi: in una si schianta sul palo, nell’altra si fa stoppare da Handa.

ILLUSIONE E K.O. — L’incantesimo di cui è preda l’Inter sembra svanire dopo il lungo intervallo, quando in due minuti trova rigore e trasformazione dello stesso. Parte tutto da un rinvio svirgolato di Berisha: Politano raccoglie e crossa, Mancini è lì attaccato e la palla gli tocca il braccio. Icardi trasforma con freddezza. Spalletti ha inserito Borja (per Vecino) per dare un po’ di fosforo e palleggio, ma è soprattutto la squadra di Gasp a rifiatare, accusando la cancellazione del primo tempo in un minuto. Superato lo shock, però, la Dea si risveglia, e in versione meno sprecona. Stavolta basta una punizione ben battuta da Ilicic per trovare lo stacco di testa di Gianluca Mancini, che colpisce per la terza gara di fila. Colpisce una terza volta anche l’Atalanta al 43’: punizione laterale di Ilicic ancora testa di un difensore: stavolta è Djimsiti a saltare più in alto di un irriconoscibile Skriniar per fare 3-1. L’Inter è al tappeto, Papu Gomez inferisce nel recupero, ma aggiungendoci “bellezza”: gran tiro a giro. Bergamo si conferma città difficile per i nerazzurri di Milano. Così tanto, però, non era lecito attenderselo.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 11/11/2018 16:58]
11/11/2018 16:58
 
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Serie A, Chievo-Bologna 2-2:
gol di Santander, Meggiorini, Obi e Orsolini

L’ex c.t. Ventura intasca il primo punto dopo 3 sconfitte
consecutive e i veneti salgono a quota zero in classifica.
Al Bentegodi gol ed emozioni, contestato il primo gol rossoblù



Il Chievo è vivo e riparte da… zero. Il Bologna fa un passettino in avanti ma se doveva vincere una gara per sciogliere dubbi e cattivi pensieri, beh, quella gara era questa. Ventura, che a fine partita annuncerà a sorpresa le sue dimissioni, fa il suo primo punto , trova una reazione vivissima dai suoi e senza cinque uomini (compreso Giaccherini in tribuna e inizialmente Birsa in panchina) vede una squadra che lotta e convince trovando un pareggio che annulla la penalizzazione: le cronache avevano raccontato che avrebbe potuto far risultato anche contro il Sassuolo ed evidentemente i prodromi di quei progressi si sono visti oggi. Il Bologna riesce a pareggiarla con Orsolini (che Inzaghi continua a usare come arma della disperazione) dopo essere stato sotto perché ferito da un uno-due fatto di rabbia e di un rigore (quello dell’1-1) dubbio. In sostanza: il pari dimostra un Chievo vivo che – a quota zero - comincia oggi il suo campionato; il Bologna, invece, ne fa sempre una per complicarsi la vita.

CHI EVAPORA, CHI RESUSCITA — Ventura ha un esercito di acciaccati compreso Giaccherini che va in tribuna e pure Birsa (disponibile) non sta benissimo al tal punto da “cominciare” la gara dalla panchina. Inzaghi non ha altre alternative alla vittoria per allungare la classifica e nelle sue scelte ci sono il baby rivelazione Svanberg (al posto di Poli), il capitano Dzemaili e ritrova la titolarità (post infortunio) Danilo in mezzo alla difesa. Schemi a specchio e il Bologna sfoggia la terza maglia con stilizzato il Nettuno e votata tramite internet dai tifosi. L’inizio è bolognese tanto che per la terza gara di fila i ragazzi di Inzaghi vanno in rete subito: c’è bisogno dlla Var per convalidare un colpo di testa di Santander considerando “giocata” il tocco di Bani che rimette in gioco il paraguaiano. Siamo all’alba della partita e il Chievo sembra già spacciato: solo che il Bologna fallisce il 2-0 clamoroso con Dzemaili e il Chievo comincia ad avere coraggio: l’1-1 arriva su rigore dubbio per cross del marocchino Kiyine toccato da Calabresi (trasformazione di meggiorini) e il 2-1 a Bologna confuso e incapace di giocare parte da destra con Depaoli, rovesciata di Meggiorini che Obi tocca in rete tenuto in gioco da Svanberg. Bologna evaporato e Chievo resuscitato.

PRESSIONE CHIEVO — Inzaghi decide di far entrare Orsolini e Poli, il primo cambia subito le cose mentre il secondo non si discosta molto dalla gara insufficiente di Dzemaili: fatto sta che il Bologna ricomincia a produrre qualcosa e su cross di Krejci dalla sinistra ecco proprio l’Under 21 inzuccare dopo esser stato lasciato solo da Rossettini. Il Bologna cerca di vincerla ma – a parte un colpo di testa all’indietro di Santander e una punizione di Orsolini stesso – è il Chievo a provarci seriamente e corposamente: fra Birsa, Depaoli e Stepinski la squadra dell’ex c.t. pare una lavatrice. Col Bologna che non si è lavato e levato di dosso il solito vizio di prendere gol.

Matteo Dalla Vite

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/11/2018 19:57
 
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Serie A, Empoli-Udinese 2-1: Iachini, esordio vincente

Buona la prima per l’allenatore subentrato ad Andreazzoli:
Zajc e Caputo regalano la seconda vittoria stagionale ai toscani,
che non ottenevano i 3 punti da quasi due mesi



Debutto vincente per Beppe Iachini. Il suo Empoli supera per 2 a 1 l’Udinese risalendo posizioni in classifica. Decisivi i gol di Zajc e Caputo ma ancor più decisivo è stato il portiere Provedel, autore di alcune formidabili parate.

SITUAZIONI OPPOSTE — L’Empoli non vinceva dalla gara di agosto contro il Cagliari. Il passo falso potrebbe invece costare la panchina a Velazquez. L’Udinese è precipitata in zona retrocessione. Sarà la famiglia Pozzo a decidere se continuare o meno a dare fiducia al tecnico spagnolo. Bisogna però dire che Fofana e compagni avrebbero meritato il pareggio. L’Udinese è padrona del campo per quasi tutto il primo tempo. Provedel, portiere dell’Empoli, viene graziato all’inizio da Lasagna. L’attaccante friulano ha un’altra opportunità al 25’ quando viene liberato in area da un perfetto tocco di De Paul. Lasagna batte a colpo sicuro ma centra la traversa. L’Empoli sembra incapace di reagire. La squadra di Velezquez arriva al tiro con grande facilità. Provedel si supera per respingere le conclusioni di Pussetto, De Paul e Fofana. L’Udinese sfiora il gol a ripetizione. Ma, al 41’, va a segno l’Empoli al suo primo vero assalto. Bella triangolazione in area Zajc-Krunic-Caputo, la palla arriva ancora a Zajc che da pochi passi batte l’incolpevole Musso. L’Udinese reagisce subito ma la velenosa conclusione di Pussetto viene deviata in angolo dal portiere dell’Empoli.

LA RIPRESA — L’Udinese inizia anche la ripresa all’attacco. Ma al 6’ l’Empoli raddoppia. Angolo di Zajc per Krunic che di testa allunga la palla sul palo opposto dove Caputo, dimenticato dalla difesa friulana, corregge ancora di testa di rete. Un altro sbandamento clamoroso del pacchetto arretrato di Velazquez. Iachini opera il primo cambio inserendo il giovane attaccante La Gumina. Un talento che il nuovo tecnico dell’Empoli dovrà cercare di recuperare. Finalmente al 18’ anche l’allenatore dell’Udinese opera una sostituzione inserendo l’attaccante Machis al posto del difensore Samir. L’Udinese non si arrende e al 33’ conquista un rigore per un contatto in area Maiello-Lasagna. E’ la Var ad aiutare Giacomelli che aveva decretato una punizione dal limite. Ma De Paul sbaglia sparando alto. Tre minuti dopo invece è Pussetto ad accorciare le distanze in mischia. Il finale regala continui capovolgimenti di fronte ma l’Empoli riesce a difendere il 2 a 1.

LUCA CALAMAI

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/11/2018 20:02
 
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Serie A, Roma-Sampdoria 4-1:
gol di Juan Jesus, Schick, El Shaarawy (2) e Defrel

I giallorossi tornano alla vittoria in campionato dopo tre giornate.
Prosegue invece la crisi di risultati dei blucerchiati alla terza sconfitta consecutiva



La Roma torna a vincere in casa in campionato e si regala una sosta serena, al contrario della Sampdoria, giunta alla sua terza sconfitta consecutiva. Nel 4-1 dei giallorossi decisivo El Shaarawy e molto bene Kluivert. Schick invece latita a lungo fino al gol scacciacrisi, rete che la gente giallorossa spera possa sbloccarlo. Tra gli ospiti c'è rabbia e amarezza per il rigore su Ramirez prima concesso e poi annullato con l'ausilio del Var, rigore che avrebbe potuto riportare la Sampdoria in partita (la gara era ancora sull'1-0).

JESUS AVANTI — Di Francesco rilancia Jesus al fianco di Manolas al centro della difesa e lascia fuori Under davanti, Giampaolo invece si affida davanti ai due ex giallorossi Caprari e Defrel, privilegiando la velocità all'esperienza di Quagliarella. Ne viene fuori una partita giocata più di spada che di fioretto, con Giampaolo che prova subito a pressare alto la Roma e Di Francesco che usa più o meno lo stesso metro. Così di gioco per un po' se ne vede assai poco, così come le conclusioni: quella di Linetty in avvio, un tiro finito fuori di Cristante poco dopo il quarto d'ora. Poi la Roma al 20' passa e allora la gara si accende: angolo di Pellegrini, Cristante gira benissimo di testa sul palo opposto e Jesus gli "ruba" il gol in extremis, toccando la palla sulla linea di porta. Una volta sbloccata, la partita diventa più bella, anche se poi le occasioni vengono fuori da giocate da fermo o dei singoli. Come al 33', quando su di una punizione di Ramirez il portiere della Roma Olsen esce male e per poco Kolarov non fa il patatrac (colpo di testa finito sul proprio palo). O come il minuto dopo, quando Kluivert brucia Murru in velocità, penetra in area e di piatto beffa Audero, tranne vedersi negare il gol dal palo. E Schick? Era l'uomo più atteso, si è visto poco e niente.

PATRIK E GLI ALTRI — Tra l'altro, la ripresa si apre proprio con un'occasionissima per l'attaccante ceco (splendido l'assist di El Shaarawy), ma Schick è ancora una volta approssimativo e Colley salva in extremis. Poi al 9' Irrati concede un calcio di rigore per un contatto dubbio in area tra Manolas e Ramirez, l'assistente al Var Passeri lo convince a rivederlo al video e l'arbitro torna sui suoi passi, annullando il penalty. E proprio nel momento in cui Di Francesco manda a scaldarsi Dzeko per richiamare in panchina Schick, il ceco segna il 2-0: attacco laterale di El Shaarawy, sovrapposizione di Kolarov e palla tagliata dentro del serbo, su cui Schick arriva bene e di piatto insacca sul palo opposto. Poi il ceco lascerà comunque il campo per un problema al flessore della coscia destra, mentre la Roma al 20' reclama un rigore per tocco di Colley con un braccio su tiro di El Shaarawy, ma Irrati al Var dice ancora no. Al 27' l'eurogol di El Shaarawy: prima Audero lo contrae in corsa, poi il Faraone recupera palla, si gira e con un destro morbido a girare trova l'incrocio opposto, sull'ovazione generale dell'Olimpico. Poi fila via tutto senza grandi emozioni, fino alla fine, quando prima Olsen si distingue per una superparata su colpo di testa ravvicinato di Vieira e poi Defrel, con un pezzo di bravura, realizza il 3-1 (complice l'errore di Manolas e la marcatura lenta di Florenzi). Ma c'è ancora gloria anche per El Shaarawy, che in pieno recupero fissa il risultato finale sul 4-1, sfruttando una respinta sbagliata di Audero. Finisce così, con la Roma che riprende la sua corsa verso il quarto posto e la Sampdoria a interrogarsi sul perché di questa mini-crisi.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/11/2018 20:06
 
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Serie A, Sassuolo-Lazio 1-1: Ferrari risponde a Parolo

Pareggio nella sfida per l'Europa tra i neroverdi e i biancocelesti: succede tutto nel primo tempo



La sfida dal sapore europeo del Mapei Stadium termina in pareggio. La Lazio guadagna un punticino sull’Inter, sconfitta a pranzo a Bergamo, mentre il Sassuolo si fa raggiungere dalla Roma, vittoriosa contro la Sampdoria. Gli ospiti sbloccano subito la partita: al 7’ Luis Alberto calcia dopo un bel cross di Immobile, Ferrari salva sulla linea ma Parolo ne approfitta e a porta vuota non sbaglia. Terzo gol in una settimana per il centrocampista azzurro. Il Sassuolo non si fa abbattere, reagisce e al 15’ pareggia con Ferrari, che sfrutta un bel traversone di Lirola e di testa batte Strakosha. La partita è piacevole, la squadra di De Zerbi ha in mano il pallino del gioco ma la Lazio è attenta nel compattarsi e ripartire. E al 29’ va vicinissima al nuovo vantaggio con una ripartenza di Luis Alberto che serve Immobile: il diagonale dal limite dell’area si stampa sul palo lontano. Nel finale di primo tempo gli ospiti alzano il baricentro e provano a giocare nella metà campo avversaria, ma si va negli spogliatoi sul punteggio di 1-1.

RIPRESA — A inizio ripresa la partita è spezzettata, con molti falli che interrompono il ritmo che aveva caratterizzato i primi 45 minuti. Inzaghi prova a dare la scossa inserendo Correa per uno stanco Luis Alberto. Il Sassuolo continua ad avere più possesso palla, ma la manovra non è incisiva. La Lazio, di contro, non riesce a creare il presupposto per tornare in vantaggio. Al 20’ Immobile spreca un clamoroso contropiede servendo Correa in fuorigioco: gran parata di Consigli, ma il gioco era fermo. I biancocelesti alzano il baricentro e De Zerbi sostituisce Sensi con Djuricic. Il Sassuolo torna pericoloso con Duncan, che calcia da fuori area ma non sorprende Strakosha, bravo a respingere. Doppio cambio in pochi minuti per Inzaghi: Lukaku e Berisha entrano al posto di Lulic e Lucas Leiva, mentre De Zerbi inserisce Rogerio per Adjapong. La partita rimane imprecisa e più “sporca” rispetto al primo tempo: il possesso del Sassuolo è sterile e la Lazio è poco cattiva in ripartenza. De Zerbi si gioca l’ultimo cambio inserendo Babacar al posto di Boateng. Nel finale il Sassuolo ci prova, ma non basta: finisce 1-1

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/11/2018 20:09
 
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Milan-Juve 0-2: gol di Mandzukic e CR7,
Higuain sbaglia un rigore e viene espulso

Nottataccia per il Pipita, che sbaglia un rigore sullo 0-1 e viene espulso nel finale.
Vittoria bianconera con un gol per tempo



La Juve replica al Napoli e mantiene le distanze: sbanca San Siro con Mandzukic e Cristiano. Il Milan che aveva avuto l'occasione di pareggiare con Higuain è battuto sul piano del risultato e del gioco, non della volontà. Nei rossoneri decimati dagli infortuni Gattuso sceglie la soluzione più semplice: Calhanoglu e Suso arretrano sugli esterni di centrocampo, Kessie-Bakayoko fanno diga in mezzo e con Higuain c'è Castillejo e non l'acciaccato Cutrone. Nella Juve invece la sorpresa è dietro: fuori il fischiatissimo Bonucci, dentro Benatia. Per Khedira c'è invece Bentancur. I rossoneri arrivano dai 90' di Siviglia, giocati ancora con le forze residue tra indisponibili e giocatori con necessità di turnover. Anche la Juve arriva dalla Champions con il Manchester ma ha tre motivi in più di vantaggio: le 24 ore in più di riposo, la rosa ben più attrezzata e la voglia di riscattare la sconfitta casalinga.

SUBITO MANZU — Così, qui a San Siro si presenta subito agguerrita, anche facilitata dai primi appoggi sbagliati di Bakayoko. Ronaldo è il primo che arriva al tiro, che inquadra più la Sud che la porta: fischi. All'8' però è già vantaggio Juve: cross dalla sinistra di Alex Sandro che trova sul secondo palo Mandzukic. Mario anticipa Rodriguez e inganna Donnarumma con il rimbalzo del pallone. Il Milan reagisce (all'inizio) più con il possesso palla che con occasioni vere: queste arrivano dopo con Suso, prima dalla distanza e poi con un azione personale palla al piede che arriva a servire Higuain in area. È l'altro episodio chiave del primo tempo: il controllo del Pipita è intercettato di mano da Benatia. Mazzoleni, con l'assistenza del Var, ordina il rigore. Higuain spiazza Kessie (rigorista rossonero che avrebbe voluto calciare) ma non Szczesny che devia sul palo.

CRISTIANO GOL — Nella ripresa c'è ancora Allegri in comando: Cristiano esercita Donnarumma, sulla punizione di Dybala è il palo esterno e non Gigio a salvare i rossoneri. La mossa di Rino è sostenere Higuain con Cutrone entrato al posto di Castillejo. La forza d'attacco resta però sbilanciata in favore dei bianconeri, che hanno l'uomo dei cinque Palloni d'Oro. Su un errore in disimpegno di Laxalt ne approfitta Cancelo, che in area conclude sul portiere, Cristiano si avventa sulla ribattuta e segna il raddoppio. La partita tra le squadre finisce qui, quella personale di Higuain no: su un fallo su Benatia rimedia il giallo e poi il rosso diretto, per una presa di posizione a muso duro con l'arbitro Mazzoleni. Il Pipita, nervosissimo, è scortato fuori dai compagni. Su San Siro cala il silenzio.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/11/2018 23:19
 
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SERIE A 2018/2019 12ª Giornata (12ª di Andata)

09/11/2018
Frosinone - Fiorentina 1-1
10/11/2018
Torino - Parma 1-2
Spal - Cagliari 2-2
Genoa - Napoli 1-2
12/11/2018
Atalanta - Inter 4-1
Chievo - Bologna 2-2
Empoli - Udinese 2-1
Roma - Sampdoria 4-1
Sassuolo - Lazio 1-1
Milan - Juventus 0-2

Classifica
1) Juventus punti 34;
2) Napoli punti 28;
3) Inter punti 25;
4) Lazio punti 22;
5) Milan punti 21;
6) Roma e Sassuolo punti 19;
8) Atalanta punti 18;
9) Fiorentina, Torino e Parma punti 17;
12) Sampdoria punti 15;
13) Cagliari e Genoa punti 14;
15) Spal punti 13;
16) Bologna punti 10;
17) Udinese e Empoli punti 9;
18) Frosinone punti 7;
20) Chievo(-3) punti 0.

(-3) Il Chievo sconta la penalizzazione per la sentenza del Tribunale della Federcalcio.

(gazzetta.it)
11/11/2018 23:23
 
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Serie A, Udinese-Roma 1-0: buona la prima per Nicola, decide De Paul

Esordio vincente per il tecnico ex Crotone, grazie a un gol dell’argentino al 9’ della ripresa.
Gli uomini di Di Francesco hanno controllato il gioco per tutta la gara ma non sono riusciti a trovare la via della rete



Quando la storia cambia corso, lo fa sul serio. L’esordio di Nicola sulla panchina dell’Udinese coincide con la fine della serie maledetta dei friulani, che perdevano contro la Roma da 10 partite consecutive. Al termine di una partita tiratissima, infatti, i bianconeri sconfiggono i giallorossi per 1-0, grazie alla rete di De Paul, che viene fuori da una striscia di 1 punto in 7 partite e torna alla vittoria che mancava da settembre. Le emozioni non sono mancate, così come le discussioni arbitrali, che hanno avuto per epicentro la ripresa, con un contatto di Samir in area su Pellegrini - per cui i giallorossi hanno chiesto il rigore - e subito dopo il raddoppio dei bianconeri di Pussetto, annullato per fallo di mano grazie all’utilizzo della Var. E alla fine tifoseria friulana in festa, dopo che gli ultrà bianconeri e quelli giallorossi a inizio gara avevano intonato insieme cori contro i napoletani (“O Vesuvio lavali col fuoco”) .

IN COPERTURA — L’esordio di Nicola alla guida dell’Udinese non cambia il sistema di gioco della squadra friulana: avanti col 3-5-2, anche se gli esterni bianconeri soprattutto in avvio restano assai bassi per frenare le scorribande di Santon e Kluivert a destra e (particolarmente) di Kolarov ed El Shaarawy a sinistra. Ter Avest e Samir, comunque, non demeritano e i duelli sulle corsie sono assai frequenti, visto che la mediana, con i bianconeri che tengono due linee assai strette a presidio della propria trequarti, diventa subito una tonnara in cui si fa fatica a fare gioco. Tra l’altro, Di Francesco fa scendere in campo la formazione numero 17 in altrettante partite stagionali, anche perché deve far fronte a una grande emergenza dal punto di vista fisico, stante le assenze di Olsen, che si è fatto male nella rifinitura, oltre a quelle preventivate di De Rossi, Manolas, Pastore e Perotti, niente affatto banali neppure per una rosa di qualità come quella giallorossa, che fa registrare l’esordio in porta di Mirante. In ogni caso, con Behrami a presidio delle zolle di Lorenzo Pellegrini, e Fofana e Mandragora pronti a stringere al centro e allargarsi a seconda delle situazioni, anche Nzonzi e Cristante fanno fatica a far girare la palla con velocità. Ne consegue che i palloni che arrivano a Schick sono pochi e sporchi e la pericolosità complessiva modesta. Ovvio però che sia la Roma che tenga in mano il pallino del gioco, col Faraone che prova la conclusione tre volte nei primi 21 minuti, riuscendo però a impegnare Musso solo al primo tentativo (8’). Pian piano l’Udinese pare tranquillizzarsi, così intorno a metà del primo temo cominci ad uscire dal guscio. Lo fa prima con Samir, che conclude debole da lontanissimo (27’), ma sopratutto con una ripartenza orchestrata da De Paul, il cui cross al 28’ trova Pussetto pronto alla deviazione di testa, che però finisce a lato di poco, così come una conclusione di Behrami al 31’. Nonostante i due attaccanti dell’Udinese si sfianchino nel pressing su Fazio e Juan Jesus, il finale di tempo è tutto della Roma, con Kolarov che va al tiro due volte; la prima altra di poco (33’) e la seconda, su punizione, che trova Musso pronto alla respinta in angolo (41). Nel frattempo arrivano un paio di cross utili per Schick, che di testa in due occasioni impegna il portiere friulano (33’ e 36’), mentre non hanno migliore fortuna due altre conclusioni: di Nzonzi dal limite (39’) e di Cristante di testa (46’).

KLUIVERT DELUDE — La ripresa comincia con Kolarov che bombarda al lato di poco (8’), ma la vera gemma arriva un minuto più tardi, quando un colpo di tacco dell’infaticabile Pussetto libera De Paul, che supera Juan Jesus e, solo davanti a Mirante, segna con facilità. La Roma reagisce con rabbia, anche se gli innesti di Under e Dzeko al posto di Kluivert e Schick deludono. Al 14’, infatti, è Pellegrini che dal limite impegna Musso in una bella parata in due tempi. Poi ci sono stati i due episodi segnalati in avvio che hanno visto protagonista l’arbitro Fabbri, ma che non cambiano il risultato, così come la sfuriata giallorossa che si materializza in 4 occasioni: una conclusione di Nzonzi di testa ala da buona posizione (26’), un tiro di Dzeko bloccato da Musso, una sventagliata di Pellegrini dal limite che il portiere friulano devia in angolo (32’) e ancora una conclusione del bosniaco che finisce alta (39’). L’Udinese fa muro, ma non disdegna intelligenti ripartenze, così in una di questa Pezzella va al cross dalla sinistra che Pussetto mette di testa di poco al lato. Si ferma per infortunio anche Pellegrini, il migliore dei suoi, ed entra Zaniolo. Sarà lui che - insieme ad El Shaarawy con una conclusione centrale (44’) - ad impegnare davvero Musso al 50’, perché per il resto la Roma sceglie la strada dei cross in area su cui Fazio (che finisce centravanti) e Dzeko non trovano la misura. Non è un caso che l’occasione più pericolosa ce l’ha il subentrato Machis, che solo davanti a Mirante non trova di meglio che calciargli addosso. Il raddoppio però sarebbe troppo, ma Roma - oltre che acciaccata - è anche ammalata e forse, pur avvicinandosi all’80% di possesso palla, soffre la pressione da Champions, visto che nei 4 match antecedenti il bilancio è di una vittoria, un pareggio e due sconfitte. Troppo poco per cercare la rimonta in campionato.

Massimo Cecchini

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/11/2018 00:29
 
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Serie A, Juventus-Spal 2-0: gol di Cristiano Ronaldo e Mandzukic

Dodicesima vittoria in campionato per i bianconeri che si portano momentaneamente a +9 sugli azzurri di Ancelotti



La rincorsa è durata poco più di tre mesi di campionato. Cristiano Ronaldo, dopo le prime tre partite di campionato a secco, perfeziona la rincorsa al genoano Piatek a quota 9 e si porta lassù dove tutti pensavano stesse fin dall’inizio, in testa alla classifica marcatori. È suo il gol che sblocca la partita con la Spal, che finisce 2-0 e consegna alla Juventus il dodicesimo successo in tredici partite. I bianconeri portano a casa i tre punti portandosi momentaneamente a +9 sul Napoli, nessuno si fa male e il serbatoio della benzina resta bello pieno in vista di Valencia e Fiorentina. Nota a margine, arriva finalmente il gol da palla inattiva: il secondo della stagione in campionato, il primo di CR7 realizzato in questo modo a parte il rigore di Empoli. La Spal esce bene dallo Stadium: squadra con una precisa identità, che sta bene in campo e ha 3/4 individualità che la aiuteranno nella corsa alla salvezza.

MEGLIO DOPO IL GOL — La partenza della Juve è su ritmi bassi, la Spal palleggia e non soffre mai. Quello che ha meno voglia di adeguarsi all’andazzo è Douglas Costa, che entra con la voglia di mangiarsi l’Allianz Stadium. Suo il primo pericolo, un sinistro fuori di poco. Subito dopo la punizione accarezzata di Pjanic, che pesca CR7 solo (Felipe scivola e cade) a centro area. Immaginate voi come possa andare a finire. La nota positiva per Allegri è che dopo il vantaggio la Juve non stacca la spina, macina calcio a un ritmo medio-alto, senza mai arrivare alla fatidica soglia della fatica ma non dando mai mezza illusione alla Spal. Perin para l’unico tiro di Bonifazi, Douglas Costa, il migliore se non fosse per il marziano col 7, si inventa un sinistro che meriterebbe il gol. Il risultato è solo un palo che balla più di una cubista di Riccione.



CAPITAN GOL — La Juve nobilita una gestione agevole del vantaggio con lo splendido highlight dell’azione del secondo gol. Lancio di Bonucci, CR7 brutalizza sullo scatto il povero Felipe, sinistro di Douglas parato da Gomis e tap-in di Mandzukic. SuperMario festeggia la prima da capitano a Torino col sesto gol in campionato, miglior partenza da quando è alla Juve. Proprio vero, Cristiano fa bene a tutto ciò che lo circonda.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/11/2018 00:34
 
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