Admin e Mods

:: Benvenuti :: Welcome :: Da Ottobre 2003 :: Maggio 2009 :: Il B-side forum è vietato ai minori ::

Maggio 2009

Pandado

Simpatia Osè

Robyk

ibrahimovich87

mvalda

gianlucala

fux

teresio

Realizzato per amore del B-side e della bellezza femminile.

Da 4 anni solo il meglio per voi

Gemellaggi

Celebrity in Pantyhose :: FORUMANDO :: Vip Bellissime :: ipergnocche :: Vere Esibizioni

Risoluzione consigliata 1024x768

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Torino-Napoli 1-3: gol di Insigne (doppietta), Verdi e Belotti

Per i granata seconda sconfitta stagionale.
Gli azzurri di Ancelotti sfoderano un gran primo tempo,
nella ripresa calano il colpo del k.o. e vanno a quota 12 in classifica



Ci sono vittorie e vittorie. E quella di oggi per il Napoli può essere una di quelle che può infondere autostima e convinzione. Perché, negli occhi e nella memoria, resterà soprattutto quella prima sontuosa mezzora, il miglior cortometraggio del nuovo corso Ancelotti. Gli azzurri passano 3-1 al Grande Torino, trascinati dalla doppietta di Insigne e dall’acuto di Verdi. Si lecca le ferite un Torino capace di scuotersi solo in avvio di ripresa con il rigore trasformato da Belotti. E mai in partita contro questo Napoli.

IL MARCHIO DI ANCELOTTI — Alla lettura delle formazioni, la sorpresa è più per la mancanza di abitudine dei tifosi del Napoli: turnover doveva essere e turnover è stato. Sarà la stella polare di Ancelotti che, con il turno infrasettimanale alle porte, attinge in maniera corposa dalla panchina. Cinque i cambi rispetto alla vittoria con la Fiorentina: Ospina tra i pali, Koulibaly rientra al centro della difesa accanto ad Albiol, Luperto si sistema sulla sinistra, debutto in questo campionato dal primo minuto per Rog, c’è Verdi sulla linea d’attacco. E’ un 4-4-2 molto dinamico quello disegnato da Ancelotti, pronto a rimodellarsi in un 4-2-3-1 quando il Napoli attacca con Callejon alto a destra Insigne e Verdi che si cambiano le posizioni di continuo (tra il centro e la sinistra), Mertens a sgusciare tra Nkoulou e Izzo. Mazzarri ha invece scelte obbligate a causa degli infortuni muscolari di Iago Falque e De Silvestri, e ripropone il 3-5-2 con il varo della coppia di centravanti Belotti-Zaza (il Gallo gioca più avanzato) per la prima volta titolari insieme, Berenguer cambia fascia e va destra, Aina a sinistra.

30’ DA URLO — La prima mezzora del Napoli è un manifesto di bellezza allo stato puro: squadra corta, movimenti continuamente in verticale, giocate di altissima classe lungo l’asse Insigne-Mertens-Verdi, Hamsik a suo perfetto agio (ed è una prima volta) da regista. Sette occasioni, due gol, predominio territoriale assoluto: basterebbero questi numeri per raccontare quelli che fino ad oggi sono stati i migliori trenta minuti del Napoli di Ancelotti nel primo assaggio della stagione. E il Toro? Va subito in bambola, prova almeno a limitare i danni con una super parata di Sirigu su Koulibaly (al 14’) e con un paio di chiusure di Izzo e Moretti ma va presto, anzi prestissimo, in tilt. Dopo appena tre minuti anche la fortuna aiuta questo bel Napoli: Moretti prova a respingere un cross di Luperto, la palla sbatte su Nkoulou e diventa l’assist perfetto per Insigne. E’ il terzo gol di Lorenzo in questa stagione, il secondo consecutivo dopo quello con la Fiorentina. E’ solo l’inizio: al 7’ Mertens scappa via in contropiede, l’assist per Verdi è perfetto, Izzo salva alla disperata un gol praticamente già fatto a due passi da Sirigu. Il belga ha una gran voglia di gol e si vede: prima sfiora il raddoppio con un tiro cross (9’), poi cerca la prodezza con un pallonetto (12’). Insigne non è da meno e fa venire un brivido lungo la schiena dei tifosi del Toro quando al 18’ con un pallonetto dolce sfiora la doppietta personale. Ma il meglio deve ancora arrivare e cade al minuto numero venti quando il Napoli inventa una delle azioni più belle del campionato: l’intesa tra Mertens e Verdi in velocità e di prima è da applausi, il 2-0 dell’ex Bologna è una sentenza. Scollinata la mezzora, il Napoli abbassa i ritmi, il Toro prova a riorganizzarsi ma si affaccia dalle parti di Ospina solo con una conclusione senza pretese di Baselli su punizione (al 36’).

L’ORGOGLIO DEL GALLO — Orgoglio e volontà: ce ne sono tantissimi nell’avvio di ripresa del Torino. Dopo appena 5 minuti, Berenguer riesce per la prima a sfondare sulla destra, Hysaj lo mette giù e Irrati non ha nessuna esitazione a indicare il dischetto: dagli undici metri Belotti è glaciale e riapre la partita firmando il suo secondo gol in campionato. Il rigore infonde forza e coraggio nel Toro che prova ad aumentare ritmi e spinta. Ma la mossa di Ancelotti è immediata: fuori Verdi, dentro Zielinski. Esce una punta, entra un centrocampista che si piazza esattamente sulla linea di azione di Berenguer. E proprio Zielinski diventa l’uomo chiave nell’azione che porta al 3-1. Izzo combina un mezzo pasticcio innescando il polacco, sugli sviluppi Callejon sbatte sul palo, Insigne raccoglie e non fallisce. Doppietta personale, Lorenzo porta a 4 il suo bottino di reti in questo campionato. Ancelotti inserisce Allan nel centrocampo del Napoli, Mazzarri risponde giocandosi prima la carta Soriano (al posto di Meité) poi quella di Parigini (per Aina), nel finale Edera (per Baselli). Esce anche uno stremato Luperto per far posto all’ex fischiatissimo Maksimovic. Ma di Toro si vede pochino, anzi è il Napoli a rischiare di calare il poker con Mertens, Hamsik, Allan e ancora Insigne. Dopo 5’ di recupero il Toro esce a testa bassa, mentre gli oltre 3000 tifosi azzurri fanno festa intonando un “Giorno all’improvviso”.

Mario Pagliara

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/09/2018 16:29
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Bologna-Roma 2-0: in gol Mattiello e Santander

I giallorossi cadono anche al Dall'Ara contro la squadra di
Inzaghi che trova i primi gol in campionato e la prima vittoria



La colonna sonora la mettono i tifosi della Roma. Da "andate a lavorare" ad "avete rotto il c..." è tutta una contestazione con fischi annessi e intolleranza assoluta verso una banda giallorossa che ha trovato in Skorupski un nemico vero e nella lentezza d’esecuzione un freno evidente. In tutto questo, e con un’applicazione certosina e dopo aver avuto il sostegno totale dei tifosi, il Bologna si prende la prima vittoria della stagione: ringrazia il suo portiere ma anche la tenacia e l’efficacia nel saper sfruttare i momenti di sbandamento di una Roma che dopo il pareggio col Chievo in casa sbatte contro il muro di Pippo Inzaghi che in un colpo solo trova vittoria e due gol dopo il quasi nulla assoluto nella prime 4 giornate. Il Bologna non vinceva con una big dal 6 gennaio 2016, Milan-Bologna 0-1 gol di Giaccherini.

MEZZA RIVOLUZIONE — Pippo rivoluziona parzialmente il Bologna: infila Krejci che pareva desaparecido, Svanberg al posto di Poli (botta da Valencia nell’allenamento di ieri) e ripropone la coppia Santander-Falcinelli alla ricerca del primo gol in campionato. Di Francesco mette Kluivert dal 1’ e in mezzo al campo De Rossi è spalleggiato da Pellegrini e Cristante. La partenza è giallorossa con Skorupski che devitalizza uno alla volta Fazio, Perotti e Kluivert, il Bologna - diversamente - dalle passate partite piene di velleità e lanci lunghi - ha la prerogativa di mantenere alta l’attenzione, la palla bassa e soprattutto di saper anche conquistare campo quando ne ha le possibilità. In questo saper alzare anche la testa, il paraguaiano Santander riesce a mostrare non solo lotta ma anche gestione e collocazione del pallone sulle incursioni dei compagni.

LA PRIMA VOLTA — Resta il fatto che le situazioni più clamorose sono tre ma quella che fa finalmente esaltare il popolo bolognese arriva al minuto 35 e dopo un errore mostruoso di Falcinelli davanti alla porta servito da Mattiello: palla da sinistra crossata da De Maio, uscita sbilenca di Olsen che smanaccia largo, Marcano sottovaluta l’arrivo di Mattiello stesso che rientra dentro l’area per piazzare di sinistro un tiro a girare sul quale il portiere della Roma non sa arrivare. E’ il primo gol del Bologna di quest’anno, alla quinta gara e dopo corpose sofferenze, compresa un’occasione di Kluivert sulla quale Skorupski esce tardi ma in maniera efficace comunque. Sofferenze che continuano dopo: nonostante la Roma viaggi sotto-ritmo, la qualità superiore di cui è in possesso la porta ad avvicinarsi a Skorupski che ribatte due volte Fazio e sbaglia una volta sola, minuto 45’,: il portiere polacco esce male e si scontra con Svanberg, palla centrale e pulita per Pellegrini che spara altissimo.

RADDOPPIO E SCHIAFFI — La Roma non vola e ha ritmi bassissimi, il Bologna controlla, è attento sulle prime e seconde palle e anzi butta via anche alcuni contropiede di una certa fattura. Così, Di Francesco mette Pastore per Cristante, poi Under per Kluivert e infine Kolarov per Fazio: ma cambia poco, nel senso che Skorupski para di tutto e chi arriva nei pressi del gol, beh, la porta non la centra mai nella maniera giusta. Cosa che invece fa Santander, paraguaiano arrivato con l’etichetta del "chissà chi è" dal Copenaghen: quando al minuto 14 De Maio fa ripartire un’azione che Dzemaili porta avanti a Roma completamente sbilanciata, ecco che Falcinelli fa l'unica cosa buona della gara, palla tagliata in mezzo al campo per Santander che vola via e batte Olsen in uscita. La Roma è frastornata e il Bologna raccoglie i frutti di un lavoro pesante: il seguito è una doppia occasione buttata da Okwonkwo e una serie di situazioni giallorosse che non fanno sudare Skorupski. I sei minuti di recupero (troppi) non scalfiscono nulla: i tifosi giallorossi cantano e non sono carezze.

Matteo Dalla Vite

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/09/2018 19:10
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Chievo-Udinese 0-2: magia di De Paul, poi chiude Lasagna

Ci pensa il gioiello argentino nel secondo tempo a sbloccare il match.
Chiude la punta nel finale. Per D’Anna ancora rinviato l’appuntamento con la vittoria



Il Chievo resta in zona penalizzazione, a meno uno, l’Udinese vola con i gol di De Paul - il quarto in cinque partite - e nel finale le parate di Scuffet. Dopo un primo tempo al limite del cloroformio, la ripresa premia il coraggio della squadra di Velazquez, che inserisce Lasagna e si gode il talento del suo argentino, mentre D’Anna paga la giornata poco ispirata di Birsa e Giaccherini, che si sveglia troppo tardi.

LE SCELTE — Sorprende solo Velazquez: non tanto preferendo ancora Pussetto a Machis, che sembrava destinato a rientrare, quanto con la scelta di Teodorczyk come terminale offensivo e la “retrocessione” di Lasagna in panchina. Per il resto confermato il 4-1-4-1, con la stessa linea difensiva che aveva affrontato il Torino, Behrami davanti alla difesa e De Paul sulla fascia sinistra. D'Anna recupera sulla destra la spinta (in realtà arrugginita) del rientrante Cacciatore: così Tomovic può tornare a fare il centrale accanto a Bani. La certezza, come annunciato, resta il trio offensivo del 4-3-2-1, con Giaccherini e Birsa a sostegno di Stepinski.

PRIMO TEMPO — Emozioni con il contagocce, ma è inevitabile dato l’atteggiamento delle due squadre: l’Udinese come sempre preferisce aspettare per colpire (poco) in ripartenza, mentre il Chievo fatica ad attivare i suoi uomini di qualità, Birsa e Giaccherini, e dunque a rendere pericoloso Stepinski, che pure è vivo e si affanna a cercare spazi nell’area bianconera, nonostante la morsa Ekong-Nuytinck, su cui Velazquez edifica la solidità difensiva. E’ in seguito ad un fallo sul centravanti polacco da parte di Fofana che Birsa può rendersi pericoloso al 5’ su punizione, ma questo resterà l’unico vero brivido per Scuffet, a parte un’uscita difettosa su Tomovic e una debole girata in porta dello stesso Stepinski. Più pungente, in definitiva, l’Udinese. Al 23’ con Pussetto, che supera Barba dopo cambio gioco di De Paul: Sorrentino cancella la chance, ma non il dubbio che l’argentino potesse servire il meglio piazzato Teodorczyk; ma soprattutto al 31’ con Fofana, che ricevuta palla da Pussetto inventa una fulminea girata di sinistro respinta dalla traversa, a Sorrentino battuto.

SECONDO TEMPO — Molto più vivace la ripresa, "stappata" da un botta e risposta fra i due centravanti polacchi: lampo di Teodorczyk in allungo su lancio di De Paul (alto di poco al 13’) e colpo di testa di Stepinski (14’) cercato da Cacciatore. Ma è l’ingresso di Lasagna a cambiare faccia all’Udinese e alla partita: subito due avvisi del centravanti a Sorrentino, ma appena assorbito il brivido di un colpo di testa di Stepinski è De Paul ad aprire le sliding doors della partita, rompendo il muro del Chievo con uno straordinario tiro, praticamente da fermo, dalla distanza. A quel punto sale in cattedra il terzo protagonista dell’Udinese, Scuffet, che con due paratone decisive su Rigoni e Giaccherini protegge il vantaggio, reso incolmabile al 45’ da Lasagna, chiudendo una ripartenza rifinita, guarda caso, da De Paul. Dopo il gol, l’assist: "man of the match" per distacco.

Andrea Elefante

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/09/2018 19:14
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Serie A, Lazio-Genoa: 4-1.
Decidono Caicedo, Immobile e Milinkovic

Prosegue il momento positivo dei biancocelesti in campionato.
Trionfo firmato dal super tandem d'attacco e dal centrocampista serbo.
A segno ancora Piatek per i rossoblù



Terza vittoria di fila per la Lazio in campionato (in mezzo c’è pure il successo sull’Apollon in Europa League). I gol di Caicedo, Immobile (prima doppietta stagionale) e Milinkovic regolano un Genoa che non riesce a tenere il passo dei biancocelesti. La squadra di Inzaghi è in evidente crescita sul piano del gioco, ritrovando pure la spettacolarità nelle trame offensive. Dopo il doppio vantaggio laziale, il gol dei liguri al via delle ripresa potrebbe far cambiare rotta alla sfida, ma ci pensa subito Milinkovic, anche lui in netta ripresa, a ristabilire le distanze con la sua prima rete in questa stagione prima del sigillo finale di Immobile.

UNO-DUE LAZIALE — Dopo il turnover in Europa League, Inzaghi torna all’assetto di base, ma vara alcune novità. Attacco a due punte: al fianco di Immobile, c’è Caicedo, protagonista giovedì contro l’Apollon. Nel pacchetto arretrato Wallace va sulla sinistra (Radu ai box) e Caceres presidia la corsia destra. Parte dalla panchina Luis Alberto. Ballardini ritocca ogni reparto rispetto alla squadra che ha battuto il Bologna. In difesa entra Zukanovic, Gunter viene avanzato in mediana, in avanti spazio a Medeiros. Applausi per Marchetti, alla prima da ex all’Olimpico. La Lazio sblocca subito il risultato: proprio con Caicedo. Che al 7’ colpisce di testa in tuffo su un pallone smistato al centro, con stacco aereo, da parte di Milinkovic. Il Genoa si riorganizza e avanza il baricentro del gioco: al 15’ Piatek impegna Strakosha, al 20’ Romulo non inquadra la porta. Replica la Lazio con un tiro dalla distanza di Parolo: alto. Al 23’ il raddoppio dei biancocelesti: Caicedo in pressing su Bessa, si inserisce Parolo che innesca Immobile pronto al diagonale fulminante. Ballardini rimescola il Genoa nel segno del 3-4-2-1. Entra Kouame che va sulla trequarti con Medeiros. Esce Spolli e in difesa arretra Gunter. Medeiros si mette in luce con una paio di tentativi a rete. Lazio pericolosa al 41’: Parolo non aggancia un cross di Marusic, riprova Lulic ma non trova un compagno pronto al tiro. Finale di tempo con una girata di Kouame neutralizzata da Strakosha.

IMMOBILE AL BIS — Dopo l’intervallo la partita si rilancia. Al 1’ Piatek è in agguato su un infelice rimpallo causato di Acerbi e infila Strakosha. Quinto gol in campionato per il polacco. Al 9’ la Lazio però allunga nuovamente: su cross di Lulic dalla sinistra, un perentorio colpo di testa di Milinkovic sigla il 3-1. Biancocelesti con una marcia in più. All’11’ Caicedo calcia sull’esterno della rete. Al 12’ Ballardini innesta Lazovic al posto di Romulo. Cinque minuti dopo Correa avvicenda Caicedo, accompagnato dalla standing ovation dell’Olimpico. Contemporaneamente, ultimo cambio nel Genoa: Sandro rileva Medeiros. Lazio arrembante: Parolo sfiora il palo. Esce Milinkovic tra gli applausi: spazio a Badelj sulla sinistra del centrocampo. Al 34’ Correa, imbeccato da Immobile, spreca una ghiotta chance. L’ultima sostituzione della Lazio con Patric per Marusic. Biancocelesti a caccia del gol fino alla fine. Così Immobile al 45’ sigla la sua prima doppietta stagionale su una respinta di Marchetti dopo una conclusione di Correa. La vena ritrovata del suo bomber rende ancor più entusiasmante la vittoria della Lazio.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/09/2018 19:17
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Milan-Atalanta 2-2: Higuain ancora a segno, pari beffa di Rigoni

Gomez risponde al Pipita, al terzo gol di fila tra campionato ed Europa League, poi nuovo vantaggio di Bonaventura.
Nel recupero, l'argentino dei nerazzurri pareggia il conto



Il primo giorno d’autunno a Milano è caldo come fosse agosto, ma la nebbia sugli orizzonti del Milan rispetta le consegne e cala al 91’: Rigoni regala all’Atalanta un 2-2 strappato coi denti e un punto di respiro dopo due k.o. di fila e deprime un Diavolo a due facce, dominatore nel primo tempo e pasticcione nella ripresa. I nerazzurri restano tabù per il Milan degli ultimi anni – la vittoria manca dal 2015, in casa dal 2014 – e ne frenano il processo di crescita: Higuain segna e Suso inventa, ma Donnarumma continua a prendere gol (da aprile) e ai gattusiani manca sempre quel veleno invocato dal tecnico alle vigilie delle gare. Cinque punti in classifica come i bergamaschi: Juve e Napoli sono lontane.

SEMPRE PIPITA — Rotto il ghiaccio in campionato, a Cagliari, e in Europa, in Lussemburgo, mancava il sigillo a San Siro e Higuain non ha perso tempo: gli bastano due minuti per sfornare un gol da copertina, una magnifica girata al volo su cross di Suso che fa tremare gli spalti dello stadio. Il Pipita infila la terza rete di fila e castiga ancora una volta l’Atalanta: 10 gol in 13 incroci tra A e Coppa Italia. Ma gli applausi li merita tutta la banda Gattuso, che costruisce l’1-0 partendo dalla difesa: Rodriguez imbuca centralmente per Bonaventura, sponda per Kessie, quindi Calabria, Suso e il capolavoro del Pipita. Rino in panchina si gode lo spettacolo, e soprattutto l’intesa tra l’argentino e il resto dei compagni, che cresce e si traduce in occasioni come non se ne vedevano da parecchio al Meazza. Gonzalo annusa la doppietta al 14’ ma lo murano, se la divora nel finale (che passaggio Bakayoko); e ancora: manda al tiro Biglia con una sponda dal limite e serve a Kessie un pallone alla “Cutrone” che l’ivoriano manda clamorosamente a lato della porta di Gollini allo scadere del primo tempo.

MILAN A META’, LA DEA RISORGE — Chiudere la prima fetta di gara in vantaggio di un solo gol, per il Diavolo, è ai limiti del delitto, perché i rossoneri fabbricano gioco e pericoli in area nerazzurra e gli uomini di Gasperini sono irriconoscibili: surclassati sul piano della corsa, disattenti in marcatura e timidi nella costruzione. L’unica palla gol arriva non a caso dagli sviluppi di un corner ed è l’ex Pasalic a sciupare di testa, deviando fuori da due passi un tiro sballato di Toloi. Nel frattempo il Milan aveva esultato ancora con Bonaventura (colpo di testa al 21’, annullato giustamente dalla Var per fuorigioco) e Jack sfiora di nuovo il raddoppio al 39’, colpendo il palo con una torsione tanto bella quanto difficile su cross di Calabria. Ai rossoneri dei primi 45’ manca il colpo del k.o.; a Gasperini, invece, non mancano i jolly per cambiare il corso degli eventi in una rosa costruita per campionato ed Europa: Rigoni e Zapata, entrati nell’intervallo, riscrivono il finale della storia. Sono loro che confezionano l’1-1 al 9’ del Papu (tocco in co-abitazione con Calabria, sin lì positivo) e mettono i brividi ai 50mila di San Siro. E sono ancora loro a mettere la firma sul 2-2 finale, che gela i rossoneri dopo il gol di Bonaventura (imbeccato dal solito Suso) nel recupero: il colombiano chiama Gigio al mezzo miracolo e l’argentino ex Zenit infila con un tap-in ai limiti del fuorigioco (ma regolare, Romagnoli lo tiene in linea). Gasp, in tribuna, può sorridere, la crisi è passata. Rino, negli spogliatoi, avrà parecchio da rimproverare ai suoi ragazzi.

Marco Fallisi

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/09/2018 23:31
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Frosinone-Juventus 0-2: gol di Cristiano Ronaldo e Bernardeschi

Una rete del portoghese a 8' dalla fine e il raddoppio dell'ex Fiorentina regalano i 3 punti
ad Allegri in una serata poco brillante dei bianconeri, che però mantengono la vetta a punteggio pieno



Il giorno in cui la Juventus aveva ufficializzato l'acquisto di Cristiano Ronaldo, il Frosinone l'aveva buttata sull'ironia: "Complimenti ai bianconeri, anche noi ci abbiamo provato ma l'hanno spuntata loro". Se CR7 fosse sbarcato in Ciociaria e non a Torino, stasera i canarini avrebbero raccolto la prima vittoria della stagione, perché la differenza l'ha fatta lui, con un gol cercato caparbiamente, insieme a Bernardeschi, che è entrato e ha cambiato la partita. Ronaldo ha trovato nel finale la rete che ha sbloccato una serata complicata, con troppi bianconeri sotto tono. D'altronde è per questo che la Juventus lo ha comprato, per la Champions e per spingersi dove gli altri non riescono. Risultato poi messo al sicuro dall'ex Fiorentina a pochi secondi dal gong.

CRISTIANO CONTRO TUTTI — Allegri rispetto a Valencia ne cambia cinque (Rugani, Cuadrado, Emre Can, Bentancur e Dybala) e ripropone il tridente anti Sassuolo, con il numero 10 bianconero alle spalle di Cristiano Ronaldo e Mandzukic. Longo risponde con la coppia Perica-Campbell (al debutto da titolare) e una curva canarina calorosissima. CR7 è il più atteso (dai tifosi, in Ciociaria ci sono tanti juventini) e anche il più temuto (dai giocatori avversari, che non disdegnano i modi rudi per arginarlo. Dopo 8 minuti il portoghese potrebbe portare in vantaggio la Signora se il suo tiro non venisse respinto all'ultimo respiro da Capuano (cross di Dybala e sponda di Mandzukic). Cristiano è il più vivace e in venti minuti impegna altre due volte Sportiello, che ne esce illeso. La voglia di fare gol del portoghese è contagiosa, tanto che intorno alla mezz'ora Rugani prova a emularlo con una rovesciata (su punizione di Pjanic) che finisce alta. Il Frosinone si limita a difendersi, con la speranza di poter sfruttare qualche ripartenza concessa dai bianconeri (intervento provvidenziale di Rugani nell'occasione migliore del primo tempo). Per la Juventus è difficile sfondare con nove giocatori dietro alla linea della palla, però la manovra è pure troppo prevedibile. Perica, il giocatore più temuto di Allegri, spaventa Szczesny poco prima dell'intervallo con un colpo di testa (che finisce fuori).

SOFFERENZA ED ESULTANZA — Ritmo basso e pochi guizzi: questa è Madama in versione Benito Stirpe. Ecco perché all'alba della ripresa Allegri toglie Bentancur e si gioca la carta Bernardeschi, uno dei migliori nella battaglia di Valencia. L'ex viola regala subito a Ronaldo un ottimo pallone (su cross di Chiellini da destra) che il fenomeno sparacchia: forse un po' di ansia gli è rimasta addosso nonostante la doppietta al Sassuolo. Sempre Bernardeschi serve il 7 sotto porta, che tenta invano il gol di tacco. Con l'ingresso di Cancelo (per Cuadrado, che dopo una prova abulica calcia alle stelle l'ultimo pallone) aumentano i cross e le occasioni: Mandzukic, Alex Sandro, Bernardeschi, ma il match winner alla fine è lui, Cristiano Ronaldo, che al 37' raccoglie un tiro sporco di Pjanic, trova l'angolino e poi esplode in un "siuu" liberatorio. Gol convalidato dopo un silent check (Salamon tiene in gioco il portoghese). Nei minuti di recupero chiude Bernardeschi su azione di contropiede: Cristiano aveva sbagliato l'assist, ma poco importa. La Juve vince e resta a più tre sul Napoli.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/09/2018 23:36
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
SERIE A 2018/2019 5ª Giornata (5ª di Andata)

22/09/2018
Sassuolo - Empoli 3-1
Parma - Cagliari 2-0
Fiorentina - Spal 3-0
Sampdoria - Inter 0-1
23/09/2018
Torino - Napoli 1-3
Bologna - Roma 2-0
Chievo - Udinese 0-2
Lazio - Genoa 4-1
Milan - Atalanta 2-2
Frosinone - Juventus 0-2

Classifica
1) Juventus punti 15;
2) Napoli punti 12;
3) Fiorentina e Sassuolo punti 10;
5) Lazio e Spal punti 9;
7) Udinese punti 8;
8) Sampdoria, Inter e Parma punti 7;
11) Genoa(*) punti 6;
12) Milan(*), Atalanta, Roma, Torino e Cagliari punti 5;
17) Empoli e Bologna punti 4;
19) Frosinone punti 1;
20) Chievo(-3) punti -1.

(-3) Il Chievo sconta la penalizzazione per la sentenza del Tribunale della Federcalcio.
(*) Una partita in meno.
Milan-Genoa rinviata al 31/10/2018 (per la tragedia di Genova).

(gazzetta.it)
23/09/2018 23:41
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Inter-Fiorentina 2-1: si sblocca Icardi, D'Ambrosio decisivo

Il capitano nerazzurro segna il primo gol in campionato su rigore (accordato grazie alla Var),
poi pari viola con lo sfortunato autogol di Skriniar sul destro di Chiesa.
Al 77' affondo da tre punti dell'esterno difensivo.
Terza vittoria di fila tra campionato e Champions



Tre notizie per il campionato: l’Inter sfata il tabù San Siro, Icardi ritrova la rete mentre Spalletti conferma di avere ormai per le mani una cooperativa del gol. Sì, perché il sigillo di D’Ambrosio porta a sette i marcatori nerazzurri di questa prima parte di campionato. Il 2-1 alla Fiorentina è preziosissimo per la classifica (e per la qualità dell’avversario) ma non nasconde i limiti dell’Inter, ancora una volta in crisi d’identità una volta subito il momentaneo pareggio viola con lo sfortunato autogol di Skriniar sul destro di Chiesa.

VIVA LA VAR — L’Inter ci mette un po’ ad entrare in partita e il 4’ rischia già di andare sotto, ma il destro dal limite di Mirallas centra il palo prima di carambolare su Handanovic. La Fiorentina per 10’ detta i tempi, poi all’11' un destro al volo di Candreva (alto) cambia l’inerzia della sfida. L’Inter comincia ad affacciarsi con maggior frequenza dalle parti di Lafont, ma Perisic al 18’ non trova la porta. Poco dopo la mezz'ora è la Fiorentina ad aver l’occasionissima: Brozo perde un pallone banale al limite, Chiesa pesca in verticale Simeone solo davanti ad Handanovic che salva tutto con una parata straordinaria. Al 42’ l’episodio che cambia il match: la Var richiama Mazzoleni per un tocco di mano di Hugo su cross di Candreva. È rigore e Icardi può così mettere fine al suo inusuale digiuno in campionato.

CI PENSA D’AMBROSIO — L’intervallo raffredda gambe e testa dei nerazzurri, che a parte qualche iniziativa di Candreva faticano in fase di impostazione. Proprio da un pallone banale perso da Vecino inizia una lunga azione della Fiorentina che porta al pari (8’). Chiesa, il gioiello della viola e il sogno di mercato dell’Inter, va al tiro dalla distanza ed è decisiva la deviazione di Skriniar. Pioli toglie l’impalpabile Cholito per Pjaca, Spalletti risponde inserendo Politano per Candreva (che non la prende benissimo…). L’impatto migliore è quello del croato che al 16’ impensierisce Handanovic. San Siro inizia a rumoreggiare per i troppi errori nerazzurri in fase di impostazione, la Fiorentina prende fiducia e spaventa ancora Handanovic (17’) con l’indemoniato Chiesa. L’Inter sembra in difficoltà, smarrita, incapace di riprendere in mano il match. Ma l’anima pazza nerazzurra ha un impeto di orgoglio nel momento più complicato: D’Ambrosio strappa palla al limite, scarica e chiude il triangolo con Icardi e buca Lafont. San Siro esplode prima di chiudersi per qualche secondo in religioso silenzio: check Mazzoleni-Var e gol convalidato. Nel finale succede poco o nulla. L’Inter torna a vincere a San Siro dopo un digiuno di quattro gare (incluso lo scorso campionato) e chiude la settimana perfetta: tre vittorie tra Champions e campionato, cosa chiedere di più?

Vincenzo D’Angelo

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/09/2018 16:47
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Serie A, Udinese-Lazio 1-2: decidono Acerbi e Correa

Quarta vittoria di fila per la squadra di Inzaghi che continua la risalita in classifica.
Le reti nella ripresa. Nel finale accorcia Nuytinck.
Inutile il forcing finale dei padroni di casa



La Lazio non si ferma più. Quinta vittoria consecutiva tra coppa e campionato e classifica che comincia a farsi molto interessante. Vittoria sofferta (2-1), però, come tutte le precedenti ad eccezione di quella di domenica con il Genoa. Dopo aver controllato la gara nel primo tempo ed averla ipotecata a metà della ripresa, la squadra di Inzaghi non riesce a congelarla e rischia moltissimo nel finale. Udinese sconfitta, ma non bocciata. I friulani non demeriterebbero il pareggio, anche se commettono l'errore di aspettare troppo la Lazio e di aggredirla solo una volta andati sotto di due gol. Se lo avessero fatto prima, contro una Lazio in formazione rimaneggiata e con la testa già al derby, le cose sarebbe andate diversamente.

POCHE EMOZIONI — Inzaghi, a sorpresa ma non troppo, cambia mezza squadra rispetto al match di domenica. Le new entry sono Luiz Felipe, Patric, Badelj, Luis Alberto e Correa. Quattro i titolari assenti: Immobile, Leiva e Milinkovic (tutti in panca) più Radu (infortunato). Velazquez si limita invece a tre cambi rispetto alla vittoria del Bentegodi col Chievo: Machis (per Pussetto), Lasagna (per Teodrczyk) e Barak (per Behrami). Il primo tempo scivola via con poche emozioni, un paio per parte: una punizione dal limite di De Paul che Strakosha alza sulla traversa e un tiro dalla distanza (alto) di Fofana per l'Udinese; due colpi di testa insisiodosi in area per la Lazio (di Luis Alberto e Parolo, entrambi finiscono poco lontano dallo specchio della porta). A prevalere, fino all'intervallo, è l'esigenza di entrambe le squadre di controllarsi. Il tecnico dei friulani corregge leggermente il modulo, passando al 4-4-1-1 (Barak dietro Lasagna) proprio per spezzare le trame di gioco dei laziali. Che in effetti appaiono molto meno fluide del solito. Per merito dei padroni di casa ed anche, forse, perché la testa è già al derby di sabato e i biancocelesti dosano le energie.

TUTTO NELLA RIPRESA — Decisamente più interessante il secondo tempo. Che si apre con l'Udinese che sfiora il vantaggio. Il tiro dalla distanza di Fofana viene sventato con qualche difficoltà da Strakosha. Ma attorno al quarto d'ora è la Lazio a rompere l'equilibrio della gara. Propedeutici alla svolta sono i cambi di Inzaghi che si materializzano poco prima del quarto d'ora. Entrano Immobile e Durmisi, escono Caicedo e Lulic. E' proprio Durmisi a conquistare la punizione da cui nasce l'1-0 (fallo di Machis). Sul traversone di Luis Alberto Scuffet respinge e Acerbi è il più lesto a ribattere in gol. Il raddoppio arriva cinque minuti dopo. Lo confeziona con una splendida azione personale Correa. L'argentino si beve Larsen e fulmina Scuffet da posizione decentrata. L'uno-due stordisce la squadra di casa che ci mette un po' a riorganizzarsi. Velazquez è però bravo a rianimarla con i cambi. Dentro Pussetto, poi Teodorczyk e infine Vizeu per Machis, Barak e Lasagna. Con i nuovi l'Udinese riparte e mette nella sua area la Lazio. Il gol che riapre la gara è una splendida semirovescata di Nuytinck su una punizione-cross dalla trequarti di De Paul. I friulani a quel punto coi credono e sfiorano il 2-2 con Fofana e Teodorczyk, ma Strakosha dice no. E la Lazio porta a casa i tre punti.

Stefano Cieri

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/09/2018 00:25
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 105.007
Post: 8.239
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Serie A, Atalanta-Torino: 0-0.
Gomez e Belotti non brillano

Vince la noia all'Atleti Azzurri d'Italia.
Bergamaschi più propositivi con Zapata e Gomez, ma la difesa granata concede poco.
Mazzarri e Gasperini raggiungono quota 6 punti in classifica



Dea più in palla, ma poco incisiva. Granata sulla difensiva, ancora sotto shock dopo la batosta col Napoli. Questa, in sintesi, è Atalanta-Torino. Un match in gran parte bloccato in cui, alla fine, "trionfa la paura di perdere". Pochi spunti e occasioni al lumicino di fronte ai 18.000 dell'Atleti Azzurri d'Italia. Con questo 0-0, sostanzialmente, la classifica non cambia (entrambe ora a quota 6), perché il pareggio della Sampdoria (0-0 a Cagliari) e il k.o. della Fiorentina (2-1 con l'Inter) vengono in aiuto di due squadre ancora alla ricerca di se stesse. Ma per l'Europa, l'obiettivo comune, servirà molto di più.

LE SCELTE — A sorpresa Gasperini rispolvera Berisha dopo la sconfitta col Cagliari (in panchina Gollini), difesa coi "titolarissimi" Toloi, Palomino e Masiello e mediana con la solita coppia De Roon-Freuler. Cambia qualcosa sugli out: fuori Castagne per Hateboer, Gosens vince il ballottaggio con Adnan. Pasalic, dopo la prova negativa di Milano, viene superato da Rigoni. Con l'ex Zenit, nel tridente offensivo, ecco Gomez e Zapata. Mazzarri, invece, punta su Belotti unica punta assistito da Parigini (out Soriano e Zaza) e sul solito centrocampo a 5 con la regia di Baselli e i muscoli di Rincon e Meité. Sugli esterni De Silvestri a destra, a sinistra Ola Aina scalza Berenguer. Sorpresa dietro: davanti a Sirigu, c'è Djidji per Moretti. Con l'ivoriano Izzo e Nkoulou.

PIÙ DEA — Kick-off di fronte al solito, caloroso pubblico nerazzurro e all'ex c.t. Ventura, presente in tribuna. Parte forte l'Atalanta, che già al 5' ci prova: male De Silvestri sulla destra, palla a Gomez che dal limite non inquadra lo specchio. Il Toro sembra ancora stordito dal tris subito da Ancelotti, ma gli uomini del Gasp non ne approfittano. Altra chance sprecata 4' più tardi: ottimo lavoro al limite di Zapata, assist per Rigoni che però, col piede meno abile, calcia fuori. Il primo squillo granata arriva al 14' con un destro da fuori di Belotti: nessun problema per Berisha che osserva. Il Toro del primo tempo (al 31' Meité su Freuler: giallo) è tutto qui. Ai punti meglio la Dea, ma si resta sullo 0-0.

RIPRESA — Pronti-via e al 3' giallo per Palomino che al limite stende Belotti. Posizione interessante, ma il capitano spreca sul muro. L'Atalanta sembra avere una marcia in più e tra il 4' e il 6' ci prova due volte con Zapata: il colombiano prima scalda i guantoni di Sirigu (colpo di testa centrale), poi col sinistro calcia fuori da posizione defilata. Già all'11' la Dea ha a disposizione tre angoli di fila, ma la difesa di Mazzarri regge. I due tecnici cambiano: Ilicic, Pasalic e Tumminello (subito ammonito) per Rigoni, Freuler e Zapata da una parte, Berenguer, Lukic e Zaza per Parigini, De Silvestri e Baselli dall'altra. Il risultato, però, resta inchiodato sullo 0-0. Il Torino, quasi rinunciando ad attaccare, cerca infatti di difendere accontentandosi del pari. L'Atalanta ci prova (pericolosa nel finale con Gomez, bravo Sirigu), ma non basta. E il commento finale è un copia-incolla dei primi 45'. Entrambe vanno a casa con poche certezze, una di questa è presto detta: per l'Europa, l'obiettivo comune, servirà molto di più.

Francesco Fontana

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/09/2018 00:29
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]
Campionato di calcio Serie A stagione 2019/2020 (423 messaggi, agg.: 02/08/2020 23:36)
Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021 (436 messaggi, agg.: 27/05/2021 00:19)
Campionato di calcio Serie A stagione 2021/2022 (quello dei Campioni d'Europa) (424 messaggi, agg.: 25/05/2022 13:28)

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:20. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

Versione 3.0 - Realizzata da Simpatia Osè - Risoluzione consigliata 1024x768