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Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
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Serie A, Lazio-Spal 4-1:
tutto facile per i biancocelesti,
doppietta di Immobile

L'attaccante apre la strada ai suoi con una doppietta: poi le magie dalla distanza di Cataldi e Parolo.
Inzaghi si porta a + 3 dal Milan. Inutile la rete di Antenucci



La Lazio supera la delusione per il k.o. con l’Inter e contro la Spal centra la settima vittoria in campionato, rafforzando il quarto posto. Sotto gli occhi del c.t. Mancini, Immobile avvia il successo con una doppietta (sul secondo gol incide la deviazione di Costa). Nella ripresa le reti di Cataldi e Parolo suggellano la superiorità della Lazio. Per la squadra di Semplici arriva la sesta sconfitta nelle ultime sette giornate: il gol di Antenucci che porta all’1-1 si rivela una forte illusione in un confronto più difficile del previsto. Prima volta da avversari per i fratelli Milinkovic: vince Sergej che però non riesce a segnare a Vanja.

AVANTI CON IMMOBILE — Infortunati Leiva e Badelj, Inzaghi dà spazio a Cataldi in cabina di regia. Sulla fascia destra della mediana Patric viene preferito a Marusic, mentre Wallace avvicenda Luiz Felipe in difesa. Semplici rilancia Vanja Milinkovic tra i pali dopo la squalifica subita per l’espulsione contro la Roma all’Olimpico. Nella retroguardia, ecco Bonifazi; a centrocampo entra Everton Luiz al posto dello squalificato Schiattarella; in avanti, c’è Antenucci al fianco di Petagna. Lazio subito aggressiva. Al 9’ Caicedo sfiora il palo su lancio di Lulic. La Spal verticalizza puntando sulle sgroppate di Lazzari. Al 19’ uscita a vuoto di Vanja Milinkovic ma Patric non riesce a inquadrare la porta. Spal insidiosa al 21’: Strakosha vola per deviare una parabola di Antenucci. Al 26’ la Lazio colpisce: un destro spettacolare a volo di Immobile su corner di Cataldi fulmina Vanja Milinkovic. Ma la Spal reagisce immediatamente: al 28’ incursione di Lazzari sulla destra, sul traversone Antenucci sfugge a Wallace e sigla il pareggio. La Lazio riparte: al 31’ Vanja Milinkovic si oppone a un diagonale di Immobile, innescato da Caicedo. Al 35’ biancocelesti di nuovo in vantaggio: Immobile duetta con Caicedo prima di concludere a rete con una traiettoria deviata da Costa. Al 44’ Caicedo cerca il tris, ma il suo sinistro è fuori bersaglio. Poi Milinkovic para su Parolo in acrobazia. Finale di tempo tra le proteste laziali: Guida non punisce un intervento di Vicari su Immobile lanciato a rete.

POKER BIANCOCELESTE — Nella ripresa la Spal si presenta con Cionek al posto di Bonifazi. Gara a tutto campo e ancora a ritmo sostenuto. La squadra di Semplici guadagna metri. Al 14’ Cataldi reduera un palone sfuggito a Everton Luiz e con un bolide dalla distanza sigla il terzo gol. Inzaghi fa rifiatare Caicedo e inserisce Correa. Che al 17’ sfiora il gol calciando alto dopo una bella iniziativa. Al 18’ secondo cambio nella Lazio: Lukaku al debutto stagionale rileva Lulic. Al 24’ Semplici fa entrare Paloschi per sostituire Petagna per ravvivare l’attacco. Un minuto dopo però arriva il poker della Lazio: un altro disimpegno sbagliato di Everton Luiz, si inserisce Parolo e da fuori area fa secco Milinkovic. Che al 27’ sventa un doppio tentativo di Correa. Inzaghi fa entrare Berisha al 29’ per Sergej Milinkovic che esce tra gli applausi anche del fratello. La Lazio imperversa: al 32’ palo di Immobile. Correa mina vagante in attacco. Ultima sostituzione nella Spal: Dickmann surroga Everton Luiz e il modulo passa al 4-4-2. La squadra di Inzaghi conclude la partita controllando il gioco. Al fischio finale il tributo dell’Olimpico per la Lazio sempre più in zona Champions.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
04/11/2018 15:10
 
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Serie A, Chievo-Sassuolo 0-2: De Zerbi ride, Ventura a picco

Il colpo in trasferta va volare i neroverdi: sesto posto in classifica per la squadra di De Zerbi.
I veneti, invece, sono sempre più in crisi: la salvezza resta un miraggio



Non serve nemmeno il miglior Sassuolo per allungare il pessimo ritorno in panchina di Ventura. Il suo Chievo affonda per la terza volta consecutiva, e senza mai tirare in porta. Un disastro, certificato dal -1 che la classifica, dopo 10 giornate, ancora inchioda i gialloblù.

PRIMO TEMPO — Primo tempo non bello. Il Chievo è impostato al non prenderle: 3-4-1-2 nominale ma 5-2-1-2 effettivo, perché Ventura distende una linea a cinque, mette Giaccherini su Magnanelli e Stepinski-Birsa a offuscare la costruzione dei due difensori centrali. Il pallone è del Sassuolo. Meno fluido del solito. Così le azioni latitano, falli e ammonizioni si moltiplicano (4 nei primi 37’). Il primo squillo è una punizione di Berardi al 15’: alta. Al 26’, Di Francesco si inserisce in area, il suo cross basso è respinto dalla difesa, raccolto da Berardi che stoppa e tiro, ancora largo. Al 40’ si vede il Chievo: filtrante di Birsa per Stepinski, ma il suo cross basso viene intercettato. Il tiro in porta, per il Chievo, non sembra previsto. E due minuti dopo il Sassuolo passa con la prima vera manovra del suo repertorio: sponda di Boateng per il taglio di Berardi, dentro per il taglio opposto di Di Francesco, doppio dribbling e diagonale vincente. Primo tiro nello specchio della partita.

SECONDO TEMPO — Non migliora, per la verità, il secondo tempo. Che il Chievo inizia aggredendo, ma cinque o sei minuti di possesso palla non producono occasioni. Ventura mette Meggiorini e passa al 4-3-1-2, ma la situazione non migliora. De Zerbi passa al 3-4-2-1 con Magnani per Duncan e riprende il controllo della partita. Ventura torna allora al 3-4-3, con Tanasaijevic (un difensore…) per Obi: cambio ineffettivo. Anzi, il giovane serbo si fa ammonire due volte nel giro di cinque minuti e dal 43’ per il Chievo il finale è in dieci. Le chance, intanto, sono solo per possibile raddoppio del Sassuolo: Sensi allarga troppo il diagonale al 37’, Berardi liberato da Lirola calcia su Sorrentino al 45’. Solo al 46’ un sussulto Chievo: Magnani stoppa Stepinski dopo un rimpallo, poi un cross basso attraversa tutta l’area. Lo 0-2 arriva in chiusura ed è una comica autorete di Giaccherini: Berardi in solitudine calcia ancora addosso a Sorrentino, il Giak appoggia di petto al portiere che però è ancora a terra e il pallone rotola in rete. Emblematico.

Alex Frosio

Fonte: Gazzetta dello Sport
04/11/2018 22:59
 
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Serie A, Parma-Frosinone 0-0: vince l'equilibrio.
Rosso diretto per Stulac

Un punto che serve poco a entrambe le squadre.
I crociati in 10 dal 60' per l'espulsione dello sloveno che paga un pericoloso intervento su Chibsah



Una partita autunnale: noiosa, a tratti persino malinconica. Lo 0-0 è lo specchio di ciò che Parma e Frosinone producono: soltanto un tiro ciascuno nella porta avversaria. Troppo poco per vincere e per rompere quell'equilibrio che i due allenatori, D'Aversa e Longo, con tanta pazienza avevano costruito alla vigilia. Non ci sono uomini in campo in grado di saltare il nemico e di creare la superiorità numerica, non ci sono lampi, non ci sono scatti, né improvvise verticalizzazioni. Con questo canovaccio come si può pretendere che si veda un briciolo di spettacolo?

POCHE OCCASIONI — Il primo tempo è una sfida a scacchi con il Parma che prova a rubare il pallone in zona centrale e a ripartire e il Frosinone che sceglie la soluzione degli attacchi laterali. Ma Gervinho non è in giornata e non accelera quasi mai, mentre dall'altra parte non possono bastare Zampano a destra e Beghetto a sinistra per creare pericoli alla porta di Sepe. Tant'è vero che l'unico tiro nello specchio è del Parma con Siligardi che, da fuori, impegna Sportiello.

FOLLIA STULAC — Nella ripresa ci si attende il salto di qualità, ma si rimane delusi. Al 16', poi, il Parma resta in dieci per la giusta espulsione di Stulac (entrataccia su Cibsah) e da quel momento cerca di non sprofondare. Il Frosinone, pur in superiorità numerica, dimostra evidenti limiti in fase di conclusione e una imbarazzante lentezza nella costruzione della manovra. Soltanto un brivido per gli spettatori: il colpo di testa di Vloet, proprio sulla sirena, che Sepe vola a deviare in calcio d'angolo. Il risultato è giusto, ma il bel calcio è un'altra cosa.

Andrea Schianchi

Fonte: Gazzetta dello Sport
04/11/2018 23:03
 
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Sampdoria-Torino 1-4.
Gol di Belotti (2), Iago Falque, Izzo e Quagliarella

Non c’è storia a Genova:
l’attaccante granata e della Nazionale ritrova la via della rete dopo oltre un mese di astinenza.
I doriani di Giampaolo non entrano mai in partita



Orgoglio Torino (che sale in classifica a un punto dalla zona-Europa), crollo Samp. Quarantadue giorni dopo l’ultimo sigillo, Belotti è tornato a segnare rompendo un digiuno che durava da 479’ (Torino-Napoli 1-3, 23 settembre scorso) ed aprendo il largo successo (1-4) su una Sampdoria a lungo in difficoltà di fronte al pressing e all’aggressività di un Torino solido e attento in difesa. Il successo ospite è maturato nel primo tempo, quando al 12’ il Gallo, su cross di De Silvestri, ha sbloccato la partita. Grandi proteste dei blucerchiati, in campo e fuori, perché mentre il Toro manovrava in attacco il blucerchiato Barreto, infortunato (e poi sostituito da Linetty), era assistito dal medico blucerchiato fuori dal campo, in prossimità del tunnel degli spogliatoi. Impossibile, per il signor Rocchi, fermare il gioco, e questa è stata la spiegazione fornita dal direttore di gara al capitano blucerchiato Quagliarella.

IN CHIAROSCURO — Una Samp apparsa poco ordinata sin dall’inizio, incapace di produrre il suo solito gioco, ed in affanno di fronte alla manovra molto fisica degli ospiti. La Samp era scesa in campo con la novità Barreto sulla mediana, Caprari in attacco al fianco di Quagliarella, mentre Murru, recuperato, partiva regolarmente in difesa. Granata, invece, come previsto, con la stessa formazione schierata con la Fiorentina una settimana fa, e l’amuleto Frustalupi in panchina al posto dello squalificato Mazzarri. I blucerchiati hanno accusato il colpo, anche perché il Torino – imparata la lezione delle ultime partite – ha continuato a schiacciare forte sull’acceleratore: la squadra di Giampaolo si è così dovuta accontentare di un tiro impreciso di Praet (17’) e di una conclusione di Caprari (22’) fuori misura.

BIS — Troppo poco per arginare la furia degli ospiti, che al 40’ si sono procurati l’occasione per il raddoppio: cross di Baselli, aggancio volante di Belotti, travolto in uscita da Audero, dopo il vano intervento di Murru. Rigore assegnato dal signor Rocchi e dal dischetto ancora Belotti ha fatto centro. Per Belotti due gol nella stessa partita sette mesi dopo l’ultima volta. Chiusura di primo tempo con il Toro vicinissimo al tris con Iago Falque (47’), ma il gol dello spagnolo era solo questione di tempo.

GARA CHIUSA — Al 12’ della ripresa, su cross di De Silvestri, dopo una sponda di Ola Aina, il sinistro di Iago Falque, al secondo centro stagionale, ha di fatto chiuso la partita. Tre a zero e Samp che non è riuscita ad approfittare neppure del gol di Quagliarella sugli sviluppi di un rigore (spinta di Baselli su Praet) assegnato dopo il consulto con la Var, battuto dallo stesso attaccante e respinto da Sirigu (20’). Toro da favola: sul cross di Ola Aina la mezza girata al volo di Belotti ha trovato Audero (25’) pronto alla respinta in quella che è stata la miglior azione della partita, a riprova di un Toro molto solido anche fisicamente. Ma non era ancora finita: anche Izzo (33’) ha partecipato alla festa del gol, sugli sviluppi di un angolo calciato da Berenguer e intercettato da Belotti, con il difensore (sotto gli occhi di Evani…) pronto all’appuntamento con il gol. Per la Samp, serve ripartire in fretta: k.o. inspiegabile per una squadra che sino a oggi, in casa aveva subìto solo tre reti.

Filippo Grimaldi

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 04/11/2018 23:08]
04/11/2018 23:07
 
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Serie A, Bologna-Atalanta 1-2:
Mbaye illude, rimontano Mancini e Zapata

I felsinei partono forte con la rete dell’ex Inter, nella ripresa si scatena la Dea:
in un quarto d’ora, il match è ribaltato. E ora Gasp arriva a 3 vittorie di fila



Terza vittoria di fila dell’Atalanta, che a forza di picconare il muro del Bologna (bravo a portarsi in vantaggio ma non a evitare di farsi sopraffare dal possesso-palla bergamasco) è riuscita a ribaltare con merito una gara che pareva condannata a perdere. Squadra di Gasperini decisamente più attrezzata ma pure aiutata da due “infortuni” della difesa bolognese, prima di Gonzalez (colpo di tacco disperato che serve Mancini) e poi di Mbaye che aveva infilato l’1-0 e che poi ha… appoggiato la palla di testa a Zapata per il ribaltone. Un ribaltone che rilancia decisamente l’Atalanta, rivitalizzata proprio dall’ingresso del colombiano, schierato da Gasperini ad inizio della ripresa.


SUBITO MBAYE — Fino a prima del match era stato l’avvento di Ilicic a cambiare da così a così l’Atalanta di Gasp. Oggi è stato il ritorno di Zapata, autore oltretutto del 2-1 definitivo. Gasperini si affida alla nuova formula (3-4-1-2), con Papu Gomez a galleggiare fra trequarti e attacco in una giostra che prevede anche lo sloveno ex Fiorentina e Barrow, tutti in costante movimento. Inzaghi torna a cambiare il suo Bologna dopo i due pareggi (in rimonta e da rimontato) contro Torino e Sassuolo: per il tecnico rossoblù c’è nuovamente il 3-5-2, sinonimo di duttilità tattica dopo il 4-3-3 che tanto aveva dato. Non c’è Danilo - rientrato da un infortunio - ma Gonzalez al centro della difesa, viene confermato il baby Calabresi, mentre dopo due gare vissute in panchina torna Dzemaili che viene preferito a Poli; davanti, Santander e Palacio, quindi Orsolini si rimette in panchina. Ed è proprio la coppia offensiva del Bologna che confeziona il vantaggio: palla da sinistra dell’argentino, il paraguaiano è in mezzo all’area e nonostante il contrasto di Mancini riesce a metterla nel profondo dell’area dove Mbaye infila l’1-0 anticipando Gosens. E’ il secondo gol degli ultimi tre che il Bologna segna nei primi minuti di gioco, segno di un diverso approccio alla gara rispetto al passato.

POSSESSO E MURO — L’Atalanta elabora e trova solo due opportunità (una in porta) degne di nota perché fra Ilicic che spara due volte a lato e Hateboer che trova Skorupski c’è solamente tanta reazione non lucidissima. Il Bologna è sull’autostrada che le piace di più: dopo il vantaggio gioca di ripartenza e in tre occasioni (con Palacio, Santander e Pulgar) arriva vicino al 2-0. In fin dei conti, chi è andato più vicino al pari al minuto trenta è stato Barrow che un attimo prima del tiro è stato tappato da un intervento perfetto di Gonzalez, centrale della difesa a tre bolognese. Lo spartito del primo tempo è possesso dell’Atalanta e Bologna che attende la palla giusta per ripartire e ferire: succede sostanzialmente la prima cosa e non la seconda, nel senso che Palacio (apparso stanco già sul finire del Lato A) accartoccia due ripartenze per mancanza di fiato.


RIBALTONE — Gasp corregge la mancanza di forza e lucidità offensiva inserendo Zapata per Barrow ed è proprio l’ex sampdoriano a cercare subito la porta, botta alta che sfiora la traversa. Il Bologna prosegue nel proprio spartito e quando Dzemaili batte a rete con sicurezza da appena dentro l’area ecco che Palomino ribatte una traiettoria da gol assicurato. Solo che la rete la fa l’Atalanta e sostanzialmente c’era da aspettarselo: perché la supremazia e la territorialità alla fine pagano e una palla infilata in mezzo da Zapata viene sporcata da un colpo di tacco disperato di Gonzalez che apre al diagonale di Mancini, 1-1. In fondo il Bologna avrebbe potuto raddoppiare in due occasioni e l’Atalanta ne ha approfittato appena il muro bolognese ha mostrato uno spiffero. Ciò che in pratica mostra anche dopo al minuto 25: palla in mezzo di De Roon, Gonzalez e Freuler vanno in contrasto aereo, palla vagante e Mbaye la spizza servendo Zapata, botta rapida e 1-2. Il Bologna tenta la reazione, Inzaghi infila Orsolini e Destro, Gasperini mette Pasalic e insomma vince la più forte. Con la squadra più debole che a forza di comprimersi si è quasi autoesclusa.

Matteo Dalla Vite

Fonte: Gazzetta dello Sport
04/11/2018 23:13
 
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Udinese-Milan 0-1: Higuain k.o., decide Romagnoli al 97’

Botta a un fianco per il Pipita, ma decide il capitano nel recupero:
i rossoneri mantengono la porta inviolata dopo 16 gare di campionato e restano in zona Champions


“Dobbiamo difendere la zona Champions a tutti i costi, dopo la fatica che abbiamo fatto per conquistarla”. Rino Gattuso aveva caricato il Milan così, alla vigilia del match con l’Udinese. E ha portato fortuna ai suoi Diavoli: alla Dacia Arena i rossoneri sprecano parecchie buone opportunità e sembrano incappare nel primo 0-0 della stagione, ma al settimo minuto di recupero esultano per il gol-partita del loro capitano. È ancora Alessio Romagnoli l’eroe dell’extra-time, come mercoledì nel recupero col Genoa. E il Milan resta quarto, in zona Champions, a pari punti con la Lazio.


AHI PIPITA — Dura 35 minuti la partita di Gonzalo Higuain: poi lascia il campo a Castillejo per una botta a un fianco subita in un contrasto con Mandragora. Se già il Milan senza Biglia era sperimentale (4-4-2 e Kessie-Bakayoko in mediana) l’ennesimo infortunio pesante lascia ancora più spazio all’improvvisazione. L’Udinese ne approfitta per mandare parecchi giocatori al tiro (Pussetto e Mandragora i più convinti, Ter Avest quello con la chance migliore su servizio di Lasagna), ma i rossoneri hanno un paio di ottime chance a loro volta. Suso ci prova col solito sinistro, fuori di poco, poi tocca a Cutrone scaldare le mani di Musso. Nulla di fatto, però, fino all’intervallo.

CASTI SPRINT — La ripresa si apre con Castillejo sugli scudi. L’ex Villarreal prima prova a bissare il gol di Reggio Emilio ma trova i guanti di Musso sulla traiettoria, poi dà un’accelerata sulla sinistra e serve a Suso il più comodo degli assist, ma stranamente l’altro spagnolo fa cilecca col prediletto sinistro. Senza Calhanoglu e Bonaventura acciaccati, in panchina Gattuso non ha grandi opzioni per provare a vincere la partita: la mossa è Borini al posto di Laxalt. E le occasioni, in realtà, ci sono, perché i friulani perdono compattezza nel quarto d’ora finale e concedono alcune ripartenze pericolose. Castillejo, però, non abbina la lucidità all’intraprendenza, e Velazquez tira un sospiro di sollievo.


CHE FINALE — Dall’altra parte, Donnarumma si prende la sua soddisfazione, parando su Lasagna e mantenendo finalmente inviolata la porta dopo 16 turni di campionato con almeno un gol al passivo. È il preludio a un finale incredibile: prima l’espulsione di Nuytinck (95’) per fallo su Castillejo lanciato verso la porta avversaria, poi l’assalto finale, col cross di Cutrone, col palleggio prolungato di Suso in area e la botta vincente di capitan Romagnoli. Il guardalinee sbandiera un inesistente fuorigioco di Cutrone a inizio azione, Gattuso protesta e si fa espellere, ma a rimediare è il Var, che convalida l'1-0. Milan da batticuore, ma più vivo che mai. E ora Betis e Juve per spiccare il volo o tornare a terra.

Stefano Cantalupi

Fonte: Gazzetta dello Sport
04/11/2018 23:16
 
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SERIE A 2018/2019 11ª Giornata (11ª di Andata)

02/11/2018
Napoli - Empoli 5-1
03/11/2018
Inter - Genoa 5-0
Fiorentina - Roma 1-1
Juventus - Cagliari 3-1
04/11/2018
Lazio - Spal 4-1
Chievo - Sassuolo 0-2
Parma - Frosinone 0-0
Sampdoria - Torino 1-4
Bologna - Atalanta 1-2
Udinese - Milan 0-1

Classifica
1) Juventus punti 31;
2) Inter e Napoli punti 25;
4) Milan e Lazio punti 21;
6) Sassuolo punti 18;
7) Torino punti 17;
8) Fiorentina e Roma punti 16;
10) Atalanta e Sampdoria punti 15;
12) Parma e Genoa punti 14;
14) Cagliari punti 13;
15) Spal punti 12;
16) Udinese e Bologna punti 9;
18) Empoli e Frosinone punti 6;
20) Chievo(-3) punti -1.

(-3) Il Chievo sconta la penalizzazione per la sentenza del Tribunale della Federcalcio.

(gazzetta.it)
04/11/2018 23:17
 
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Serie A, Frosinone-Fiorentina 1-1: gol di Benassi e Pinamonti

Ennesimo stop per la Viola che non vince da cinque partite.
Per i ciociari quarta gara senza subire sconfitte



Il tempo si incaricherà di chiarire se sarà scalata o meno verso le zone tranquille della classifica, ma intanto il Frosinone dimostra ancora una volta di possedere un carattere d’acciaio riprendendo la Fiorentina nei titoli di coda con un gol capolavoro di Pinamonti (destro all’incrocio dei pali, secondo centro in Serie A e secondo da subentrato), quando ormai i viola pensavano di aver ormeggiato in porto i 3 punti. Ed invece no: il giovane attaccante ex Inter inchioda i viola al quarto 1-1 di fila in campionato dopo l’acuto illusorio di Benassi in avvio di ripresa, alla quinta rete in campionato, in fondo ad un match di terribile intensità.

NIENTE PENALIZZAZIONE — Nella sera in cui il Frosinone festeggia le nozze d’oro con la Serie A (50esima gara nel massimo campionato) e archivia senza penalizzazioni la querelle col Palermo relativa alla finale di ritorno dei playoff di Serie B (la Corte Sportiva d’Appello ha rigettato ieri l’istanza del club siciliano e inflitto ai ciociari, difesi dall’avvocato Mattia Grassani, un’ulteriore ammenda di 25mila euro), il confronto con i viola è subito ispirato alla costante ricerca del gol da parte di entrambi i contendenti. Dopo un’occasione in avvio sprecata da Zampano, è l’ex Sportiello a salire in cattedra stoppando al 14’ Simeone col piede sinistro in spaccata e Biraghi al 21’ in tuffo da calcio piazzato. I ciociari si ridestano al 33’ con un colpo di testa di Capuano che attraversa tutta l’area di rigore e si perde sul fondo, poi è dominio Fiorentina: Beghetto, spinto da dietro da Pjaca in area, colpisce al 38’ il palo della sua porta alla destra di Sportiello (reattivo 2’ prima su Pjaca) sfiorando il clamoroso autogol. E nel finale di tempo Benassi lascia partire un destro dal limite dell’area e il pallone fa la barba al palo.

SPALLE LARGHE — Il secondo tempo mantiene ciò che i primi 45’ promettevano, almeno dal punto di vista viola: è Benassi l’uomo della svolta, sua la firma sul gol che schioda lo 0-0. Il colpo di spalla del centrocampista sul cross di Chiesa disorienta Sportiello, preso in contropiede nell’occasione, ed è l’ennesima rete incassata dal Frosinone dopo l’intervallo. La partita divampa e i ritmi resteranno altissimi fino alla fine. Longo le prova tutte passando al 3-5-2 con Pinamonti e Cassata in campo. E dopo aver rischiato di sprofondare, per colpa anche dello scarso cinismo degli attaccanti ospiti sottoporta, i leoni ciociari trovano il pari quasi al fotofinish con il destro irresistibile proprio dell’ex interista "gran riserva". Lafont non può nulla, la Fiorentina rafforza la poco lusinghiera leadership di squadra che ha perso più punti da situazione di vantaggio in questa Serie A (10), lo Stirpe viene giù per la felicità e i giallazzurri vanno a dormire con un punto in più sull’Empoli.

Alessio D’Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/11/2018 23:51
 
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Serie A, Torino-Parma 1-2: in gol Gervinho, Inglese e Baselli

I granata interrompono la loro striscia di imbattibilità che durava da sei partite.
Ritorno al successo per i gialloblù che non vincevano da più di un mese



È un Parma che inizia a sognare l’Europa quello che sbanca questo pomeriggio il Grande Torino. D’Aversa porta a casa la terza vittoria in trasferta della sua stagione, trascinato da un Gervinho in condizione strepitosa, e irrompe con 17 punti nel mischione delle squadre che lottano per l’Europa League. Il Toro s’inceppa proprio sul più bello: la squadra di Mazzarri non supera l’esame di maturità dopo il blitz in casa della Sampdoria. E mostra un passo indietro netto sul piano del gioco.

IL GRANDE INCUBO — Alla vigilia, il grande incubo di Mazzarri si concentrava sul rischio di un rilassamento di questo Toro dopo l’esaltante vittoria del Ferraris contro la Sampdoria. E i segnali che le paure del tecnico non fossero del tutto infondate arrivano pochi minuti dopo il fischio: centottanta secondi, e già una botta di Gervinho spaventa (e non poco) Sirigu. Bastano una decina di minuti per capire che il Parma tiene il campo, mentre il Toro è troppo compassato per essere vero: la fotocopia alla lontanissima (e sbiadita) della squadra aggressiva e propositiva vista contro la Fiorentina e la Sampdoria. Che sia rilassamento è difficile dirlo, ma sicuramente da parte del Toro c’è un deficit evidente di approccio. D’Aversa disegna un Parma ordinato, sorprendendo tutti con la posizione di Scozzarella in mezzo al centrocampo, con accanto Barillà e Grassi, attentissimi in tutte le fasi. Puntuale e preciso: in avvio, il Parma approfitta di un Toro in evidente crisi di identità e gli riesce praticamente tutto.

INGLESE ALLA IBRA — Parlava ieri di “mentalità” Mazzarri nel presentare la partita. E forse anche dal pasticcio che combinano dopo nove minuti Izzo e Nkoulou si capisce che non erano certo queste le conferme di cui era alla ricerca il tecnico granata: i due difensori firmano una frittata da “Gollonzo”, per Gervinho è un gioco da ragazzi bucare Sirigu da due passi (è il suo quarto gol in questa Serie A). Andato sotto, però il Toro non si scuote: Baselli ci prova con un sinistro (al 19’), ma la conclusione nasce male e finisce peggio. Un minuto dopo c’è un tocco di spalla di Djidji in area su cross di Barillà: l’arbitro Massa rivede l’episodio al Var dal campo e, giustamente, non assegna il rigore. Ma il pomeriggio da incubo del Toro continua, e si arriva al 25’ quando cade il raddoppio degli emiliani: Gagliolo in corsa produce l’assist perfetto per Inglese, la giocata in acrobazia, alla Ibrahimovic, del centravanti è da applausi: vale lo 0-2 e il suo terzo gol in campionato. Alla mezzora, addirittura, serve un ottimo Sirigu per evitare che Biabiany piazzi il tris: Toro non pervenuto, Parma padrone al Grande Torino.

EPISODI — Gli episodi possono cambiare l’inerzia di una gara: capita con la rasoiata di Baselli, storia del 37’, con la quale risolve una mischia in area. Più col cuore, meno col gioco, il Toro rientra in partita e da qui all’intervallo si vede una squadra diversa: sfiora il pari con De Silvestri (al 42’) e chiede l’espulsione di Gagliolo un minuto dopo quando atterra De Silvestri lanciato in porta al limite dell’area (ma fuori). Il fallo è netto, per Massa invece non c’è nulla: né punizione, né sanzione disciplinare. Anche dopo aver rivisto le immagini in tv, è confermata la sensazione del campo: il fallo c’era, da valutare se era chiara occasione da rete.

TRAVERSA GIALLOBLU — Al rientro dagli spogliatoi, Mazzarri si gioca dopo due minuti la carta Zaza (per Djidji) e al 13’ anche Berenguer (per Soriano) passando a un 4-2-4 super offensivo. Il Toro ci mette più voglia, il Parma si difende concedendo pochissimo e spreca (al 9’) in contropiede l’occasione che può chiudere i conti: Gervinho parte a campo aperto su un errore a centrocampo di Belotti, ma la traversa ferma Inglese. L’equazione tanti attaccanti più occasioni non calza a questo Toro, pericoloso solo con due colpi di testa (di Belotti e Zaza). Aiutato anche dagli ingressi di Gazzola, Ceravolo e Deiola, il Parma mette in cassaforte il vantaggio. Rincon si becca un’ammonizione (era diffidato, andrà in squalifica), dentro nel finale anche Parigini. Il Toro chiude con cinque attaccanti, ma è il Parma ad avere ancora due occasioni a ridosso del recupero, entrambe con Gagliolo: Sirigu evita che il passivo diventi più pesante.

Mario Pagliara

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/11/2018 23:56
 
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Serie A, Spal-Cagliari 2-2:
Pavoletti e Ionita firmano la rimonta dei sardi

Petagna e Antenucci aprono la strada ai ferraresi che poi subiscono il ritorno della squadra di Maran:
Pavoletti e Ionita firmano il pareggio



Finisce pari, 2-2. Ed è giusto così. La Spal scaccia gli incubi. Prende un punto dopo che in 7 partite ne aveva fatti solo tre a Roma, il Cagliari si conferma solido e concreto. E dopo aver pareggiato a Firenze e fatto un figurone allo Stadium con la Juve, esce indenne anche dal Mazza. Rimonta uno svantaggio di due gol col solito Pavoletti (fresco d'azzurro e sesto gol) e con Ionita che trova lo spiraglio giusto per battere Gomis Sun bel cross di Padoin. Ma la Spal recrimina, rosica, esce scontenta. Semplici nella ripresa, dopo aver raddoppiato con il solito ottimo Antenucci la rete del primo tempo di Petagna (quarto centro) vede uscire per infortunio prima Felipe (schiena bloccata) e Vicari (botta) e con una difesa rabberciata (Bonifazi e Simic) , pur con l'ottimo Cionek non regge l'urto del Cagliari che aveva subito il raddoppio nel momento di maggior pressione.

PRIMO TEMPO — La partita comincia con qualche sorpresa: Semplici cambia ancora in porta, stavolta tocca a Gomis e sta a guardare Milinkovic-Savic. Maran non cambia i croati Srna e Bradaric, ma cambia al centro della difesa dove Romagna ritrova il posto con Pisacane che si accomoda in panchina. Ma la partenza a razzo dei ferraresi brucia il Cagliari che a Torino aveva preso gol dopo un minuto, stavolta lo becca dopo due e mezzo. Antenucci pesca Lazzari a destra che mette al centro dove Petagna è solo a centro area. Colpisce di testa e la deviazione di Srna è ininfluente. E' l'ennesima falsa partenza del Cagliari che per la quinta volta becca il gol nei primi 20, la quarta nei primi 14'. Il Cagliari è nervoso, accusa il colpo, ne fa le spese Barella che sbaglia a farsi ammonire per proteste dopo 8' per la richiesta del VAR su un contatto peraltro fuori area. Dopo 12' la Spal potrebbe chiuderla: crossa Fares, respinge Ceppitelli, ma su Petagna che colpisce ma trova lo straordinario Cragno a ribattere. Giallo anche per Castro. Maran passa al 4-4-2 per coprire meglio le spalle ai terzini e il Cagliari comincia a giocare, il suo possesso è più concreto e Barella pesca Joao Pedro che calcia fuori. Anche la Spal cade in fallo co Valdifiori e Felipe. Il Cagliari potrebbe protestare per un fuorigioco molto dubbio di JP10 lanciato in porta. Ma è ancora Antenucci che pesca nuovamente Lazzari a destra, ma l'esterno sciupa male.

SECONDO TEMPO — Si torna in campo con il Cagliari che è carico e deciso a rimontare. Semplici toglie Valdifiori e cerca altra qualità con Kurtic. Padoin pesca Joao Pedro che manda fuori. Maran si accorge che Bradaric (sotto tono) non fa gioco, quelli che costruiscono sono Barella (il migliore ancora una volta) e Castro e toglie il croato, momento no, rilanciando Sau. Il modulo cambia, per non dare punti di riferimento, i rossoblù spingono, ma dopo i due cambi dei difensori trova il raddoppio con Antenucci che fa un movimento stupendo eludendo un insufficiente Srna (la sosta gli giova) e sfruttando il traversone del motorino Lazzari. Il Cagliari ha tempra, non si arrende, ha coraggio e due minuti dopo al 26' dimezza con Pavoletti che sale in cielo sull'angolo di Srna. Primo tiro nello specchio. La Spal dietro è disorientata e Padoin due minuti dopo pesca Ionita che ha il tempo di fare le cose per bene e battere Gomis. Potrebbe fare tris Joao Pedro, ma calcia a lato. C'è movimento ancora, ma meno benzina. Entrambe vorrebbero vincere, ma l'unico brivido l fa correre Kurtic che tocca una palla sulla quale Cragno c'è. La Spal rimugina, il Cagliari va sotto la curva dei suoi tifosi a regalare le maglie.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
11/11/2018 00:07
 
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