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Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
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Serie A, Inter-Frosinone 3-0:
decisivi la doppietta di Keita e il gol di Lautaro

Show dei due uomini del turnover nerazzurro con gol e assist.
Grazie alla vittoria contro i ciociari la squadra di Spalletti aggancia provvisoriamente il Napoli al secondo posto



Non è più la solita Inter. È meglio. La caduta con l’Atalanta non era l’inizio di un altro blackout prolungato, come succedeva nelle scorse stagioni. Col Frosinone arriva la risposta immediata e forse non è un caso che il 3-0 sia firmato dai nuovi: doppietta di Keita, gol di Lautaro, prestazione impressionante di Politano. A volte, serve far tirare la carretta ad altri, quasi sempre la varietà di soluzioni è una necessità nel corso di una stagione da “big”. Certo, arriveranno presto test più duri di quello ciociaro, ma tutti i segnali che si potevano chiedere da questo match sono arrivati. E sono positivi. Keita è recuperato alla causa, Lautaro ha stoffa: prima o poi bisognerà trovargli un impiego più costante. Per capire quanto ci tiene, e quanto ci crede, basta vedere l’esultanza rabbiosa dopo il gol e la rabbia repressa quando arriva la sostituzione.

KEITA 12 — E venne il giorno di Keita: il senegalese diventa il 12° giocatore nerazzurro a segno, e trova il gol alla presenza numero 12. Se sia un segno che è destinato a diventare il dodicesimo uomo di questa Inter, ossia la prima risorsa dalla panchina, lo scopriremo più avanti. Per ora basta per indirizzare Inter-Frosinone dopo 10 minuti. Parte tutto da un rinvio sbagliato di Capuano: testa di Borja, D’ambrosio crossa,, Lautaro tocca, Keita dribbla Zampano e anticipa la chiusura di Goldaniga con un sinistro rasoterra. Il gol premia l’ex Lazio, rimasto a Milano perché la sua nazionale aveva sbagliato indirizzo email. La pausa ad Appiano è servita, l’attacco alternativo con lui e Lautaro, oltre a Politano (e gli inserimenti di Nainggolan) funziona. Keita e il Toro si scambiano posizione, dialogano, arrivano al tiro. L’argentino fa le prove di testa, poi di destro fa volare Sportiello.

LAUTARO 2 — Intanto sull’altra fascia Politano continua a macinare chilometri e puntare uomini (facendone ammonire un paio), a sinistra Asamoah sembra tornato quello di inizio stagione, mentre Nainggolan ci mette un tempo per calibrare il piede, sbagliando misure di tiri e, soprattutto, aperture. L’Inter comunque si piazza nella metà campo avversaria, aggredisce i gialli quando perde palla (di Gagliardini spesso il primo pressing), cerca di non buttarla mai via (anche a costo di andare un po’ troppo in orizzontale). Borja palleggia e fa il “sindaco” al posto di Brozovic. Il primo tempo si gioca a una porta sola, il secondo inizia chiamando in causa Handa (gran riflesso di piede sul colpo di testa di Ciofani) e virtualmente termina al 12’ con la gran zuccata del Toro. Il gol numero 2 (del match e dell’argentino) nasce ancora sull’asse fra lui e Keita: da sinistra del numero 11, stacco e colpo di testa a centro area, sopra i difensori del numero 10: da bomber.

INTER 3 — Il Frosinone, che aveva mostrato qualche giocata di qualità con Cassata (che però rischia il rosso), tanta volontà e corsa con Chibsah e una certa quadratura tattica, a quel punto virtualmente si arrende: Sportiello evita che Politano trovi il gol che avrebbe meritato, poi non può nulla sul 3-0 firmato ancora da Baldé, innescato dall’azzurro e precisissimo col destro a trovare il palo lontano. La rincorsa è stata presa, ora per l’Inter arrivano Tottenham, Roma e Juve. Quando tornerà a San Siro, la sua dimensione sarà decisamente più definita.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/11/2018 00:38
 
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Serie A, Parma-Sassuolo 2-1. D'Aversa sorpassa De Zerbi

Nel match dell'ora di pranzo partenza sprint dei gialloblù con le reti dell'ivoriano e di Bruno Alves.
Ai neroverdi non basta il rigore di Babacar. Due volte in campo la Var



Operazione sorpasso completata. Il Parma batte meritatamente il Sassuolo, lo supera in classifica e diventa la squadra leader dell'Emilia. Un risultato davvero incredibile se si pensa da dove la squadra gialloblù è partita: tre anni fa era tra i Dilettanti e adesso ha 20 punti in Serie A. Ciò significa che con una sana programmazione si possono raggiungere traguardi che a molti paiono pura fantascienza. D'Aversa ha costruito un meccanismo che, al momento, funziona alla perfezione e buona parte della strada verso la salvezza (l'obiettivo dichiarato) è stata percorsa. Il Sassuolo, bello ma fragile, giochicchia, ma non morde: ha talento, uomini di qualità, idee innovative, tuttavia non riesce mai a mettere alle corde un avversario più battagliero e, forse, più affamato.

LA CRONACA — Il primo tempo del Parma rasenta la perfezione. Chiusura di tutti gli spazi, ottima organizzazione difensiva e immediate verticalizzazioni: il Sassuolo va in tilt e ci capisce poco o nulla. Il gol di Gervinho, mentre gli uomini di De Zerbi ricamano un lento tiqui-taca, è la perfetta espressione del calcio voluto da D'Aversa: lancio lungo di Bruno Alves, testa di Barillà che pesca Gervinho, tiro parato e pronta ribattuta dell'attaccante in rete. Il Tardini esplode. E si ripete quando, siamo al 25', Bruno Alves ci mette il piedone per sigillare il provvisorio 2-0: azione da calcio d'angolo, intervento provvidenziale di Inglese e i difensori del Sassuolo che stanno a guardarsi (anzi con Magnani che effettua un autolesionistico tocco di testa). Il rigore trasformato da Babacar, dopo mille proteste (fallo di Bruno Alves sullo stesso attaccante) tiene in vita il Sassuolo che, comunque, sembra sempre in balìa del contropiede nemico.

RIPRESA — Nella ripresa De Zerbi chiede di accelerare le operazioni, ma non ottiene risposte positive. Soltanto un paio di tentativi di Berardi e, nel finale, un tiro ravvicinato di Matri fanno trattenere il fiato al pubblico del Tardini. D'Aversa, nel frattempo, visto che il Sassuolo è passato al 4-2-4, si è coperto con un saggio e prudente 5-3-2. E il muro del Parma non lo scavalca più nessuno.

Andrea Schianchi

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/11/2018 18:13
 
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Serie A, Bologna-Fiorentina 0-0: ancora un pari per la Viola

Quinto pareggio di fila per la squadra di Pioli che manca i 3 punti in campionato dal 30 settembre.
Proprio come l'undici di Pippo Inzaghi che finisce al terzultimo posto in classifica subendo il sorpasso dell'Empoli



C’è Saputo in tribuna e c’è che, con la vittoria dell’Empoli sull’Atalanta, per la prima volta il Bologna occupa un posto che porta in B. Il tutto dopo uno 0-0 in cui ha più scialato la Fiorentina (e parato Skorupski) del contrario. Vibra ancora, fra l’altro, il palo di Milenkovic colpito a metà ripresa. Insomma: il Bologna va come i gamberi e la Fiorentina non riesce a prendersi la prima vittoria esterna del campionato.

PORTIERI — Il primo tempo ha il nome dei due portieri, soprattutto quello del polacco Skorupski: perché è il numero uno del Bologna a tenere sostanzialmente a galla i rossoblù, pericolosi all’inizio e nel finale ma spesso rattrappiti all’interno della prima frazione di gioco. È appunto Skorupski a evitare il gol di Chiesa (15’), a sorvegliare una tiro a giro di Benassi, a devitalizzare Milenkovic, Simeone e poi un’incursione con cross di Gerson. Super lavoro insomma per il portiere polacco e "fuoriprogramma" di Lafont verso la fine del primo tempo: dopo aver bloccato al minuto 5’ una bella botta di Poli e un tiretto di Orsolini, il portiere francese diventa super al minuto 43 quando su cross di Calabresi c’è Orsolini che stacca perfettamente di testa: tiro indirizzato ma Lafont conosce la destinazione. Inzaghi (che sceglie il 4-3-3) vede una squadra che fatica nell’uscita con palla al piede mentre Pioli (che deve fare a meno di Pezzella e del ricambio Pjaca) lamenta l’inefficacia dei suoi sottoporta, soprattutto di Cholito Simeone che si è trovato vicino allo sblocco in due occasioni.

PALO — La ripresa si apre con un’altra occasione di Simeone: palla persa a metà campo da Svanberg, la Fiorentina prende campo, palla a Cholito ma ancora Skorupski c’è ed esce coi tempi giusti bloccando l’occasione viola. Il Bologna non crea, la palla brucia fra i piedi ma soprattutto c’è che la Fiorentina ha tasso tecnico migliore ma senza saperlo sfruttare appieno: perché entra in area, perché Veretout butta una situazione favorevole, Chiesa viene tappato da Dzemaili in scivolata e soprattutto il palo neutralizza la testa di Milenkovic. Finisce con tre minuti di recupero e il Bologna, rattrappito, che non vince dal 30 settembre. Come la Fiorentina, che però non ha lo spettro della B sulla schiena.

Matteo Dalla Vite

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/11/2018 18:17
 
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Serie A, Empoli-Atalanta 3-2.
Toscani show: da 0-2 a 3-2! Ilicic espulso

Succede di tutto.
Prima i gol di Freuler e Hateboer, in mezzo Caputo fallisce un rigore.
La Gumina avvia la remuntada che si completa nella ripresa con
l'autogol di Masiello e la rete in pieno recupero di Silvestre



L’Empoli capovolge una partita incredibile e conquista la seconda vittoria dell’era-Iachini. 3 a 2 il risultato finale a favore dei toscani che risalgono posizioni importanti in zona salvezza. Primo gol in serie A per il talento La Gumina. L’Atalanta che ha chiuso in dieci per l’espulsione di Ilicic ha avuto la colpa di non saper gestire il doppio vantaggio iniziale. Per la squadra di Gasperini un brutto passo falso. Emozioni a raffica nel primo tempo. Inizia il giovane La Gumina, promosso a sorpresa titolare, con una girata in corsa respinta da Berisha. Al 27’ è l’altro attaccante toscano, Caputo, ad avere la palla buona di testa ma il portiere dell’Atalanta è ancora una volta molto attento.

VANTAGGIO DEA — Al 33’, invece, è la squadra di Gasperini a rompere l’equilibrio. Delizioso colpo di tacco di Ilicic che libera Hateboer sulla corsia di destra. Sul cross dell’esterno arriva male Maietta che serve involontariamente Freuler pronto a battere a rete. Una conclusione imparabile per Providel. L’Empoli reagisce al 37’ conquista un calcio di rigore per fallo di braccio di Masiello su colpo di testa di Caputo. L’arbitro Manganiello assegna la massima punizione dopo un rapido controllo al video. Dal dischetto il destro violento di Caputo centra in pieno la traversa. La palla arriva a Ilicic che trova Zapata sulla sinistra. Il colombiano arriva sul fondo e serve un pallone perfetto per Hateboer che di testa in tuffo realizza il 2 a 0. Potrebbe essere il colpo del kappaò. Ma l’Empoli riparte a testa bassa. E in chiusura di primo tempo riapre la gara con un destro piazzato di La Gumina dopo una respinta corta di Djimsiti. Per il centravanti degli azzurri è il primo gol in serie A.

LA REMUNTADA — Gasperini opera due cambi in avvio di ripresa inserendo Pasalic e Mancini al posto di Zapata e Toloi. Ma il modulo non cambia. Al 10’ l’Atalanta ha una buona opportunità per allungare ma il colpo di testa del nuovo entrato Mancini termina di poco alto. L’Empoli alza il suo baricentro offrendosi però al contropiede di Gomez e compagni. Al 20’ ancora la Dea pericolosa. Travolgente verticalizzazione di Ilicic la cui conclusione viene respinta in tuffo da Providel. Sul capovolgimento di fronte un destro di Krunic dal limite termina di poco a lato. Prova a inventare qualcosa di nuovo anche l’Empoli inserendo Zajc per Krunic. E al 32’ i toscani pareggiano. Incursione profonda di Pasqual che dal fondo mette al centro. Contrasto tra Masiello e La Gumina e il pallone termina in rete. L’Atalanta prova a ricostruire il vantaggio. Al 35’ Ilicic semina avversari come birilli ma la sua conclusione viene rimpallata e sulla ribattuta Gosens centra il palo. Ma l’esterno dei bergamaschi era in fuorigioco. Al 38’ Ilicic viene espulso per proteste. Con un uomo in più l’Empoli va all’assalto e realizza il gol partita in pieno recupero con un colpo di testa di Silvestre su angolo di Pasqual.

Luca Calamai

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/11/2018 18:21
 
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Serie A, Napoli-Chievo 0-0: stop per Ancelotti, palo di Insigne

Il debuttante Di Carlo strappa un punto.
La sfida si accende nella ripresa, Sorrentino salva più volte
il risultato e la Juve si ritrova a +8 in vetta alla classifica



Occasione sprecata, certo. Tant’è che la Juventus, adesso, è a più 8. Tante opportunità sprecate e poca convinzione in fase conclusiva. E’ la sintesi della prestazione del Napoli che ha permesso al Chievo di lasciare quota zero in classifica. Determinata e decisa la prova dei veneti che si sono difesi con energia, sbagliando poco o nulla.

TURNOVER — Ancelotti conferma il turnover lasciando in panchina quattro degli abituali titolari. A centrocampo, c’è il rientro di Diawara, mentre a sinistra agisce Ounas. In difesa, Malcuit a destra e Hysaj a sinistra in luogo di Mario Rui. Di Carlo, all’esordio sulla panchina del Chievo, sistema la squadra in modo da ridurre i danni. In effetti, la difesa a quattro pare reggere il confronto con l’attacco napoletano. In attacco, il neo allenatore gialloblù schiera la coppia Meggiorini-Pellissier.

SPINTA NAPOLI — Sulla carta, la differenza tecnica tra le due squadre non dovrebbe lasciare scampo al Chievo. Ma per tutto il primo tempo, la formazione di Di Carlo riesce a difendersi ordinatamente, senza commettere errori. L’unica conclusione lasciata all’avversario è di Mertens, ma il suo tiro è debole per impensierire Sorrentino. Il pericolo vero, invece, il portiere dei veneti lo corre al 43’, quando Mertens e Callejon volano via in contropiede, sorprendendo la retroguardia avversaria scoperta del tutto. Lo spagnolo, però, conclude senza convinzione, ispirando la respinta di Sorrentino.

SUGLI SCUDI — L’avvio di ripresa è tutto del Napoli. Insigne, trovato tutto solo al centro dell’area da un tocco di Ounas, riesce a sbagliare l’impossibile. E’ ancora Insigne, su calcio piazzato, a impegnare Sorrentino. Il portiere avversario para tutto quello che può anche perché le conclusioni verso la sua porta sono poco convinte. Il Chievo si difende in maniera ordinata e, di tanto in tanto, prova la ripartenza, come all’11’, ma Karnezis è pronto a respinge il bolide di Obi. Insigne prova la sua giocata, il tiro a giro di destro, ma il pallone sbatte sul palo più lontano della porta difesa da Sorrentino. Il palo è scheggiato anche da Koulibaly. Finisce dopo quattro minuti di recupero, la partita, e il Chievo si conferma avversario difficile per il Napoli.

Mimmo Malfitano

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/11/2018 18:25
 
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Lazio-Milan 1-1: l’autogol di Wallace illude, Correa pareggia al 94'

I biancocelesti dominano la gara ma non riescono a finalizzare, complice un super Donnarumma.
L’autogol del difensore spezza l’equilibrio, ma un gran gol del “Tucu” al 94' fa esplodere l’Olimpico



Al 49’ della ripresa Correa blocca il sorpasso del Milan sulla Lazio. L’autogol di Wallace (deviazione fatale sulla conclusione di Kessie) sedici minuti prima aveva lanciato la squadra di Gattuso oltre i guai della propria emergenza per salire sul treno Champions. Il pareggio finale invece lascia la Lazio al quarto posto. La squadra di Inzaghi non riesce a capitalizzare il volume del suo gioco offensivo anche per la prova dei rossoneri condotta con attenzione salvo l’attimo fatale del gol di Correa. Su un terreno appesantito dalla pioggia caduta per tutta la giornata su Roma, le due formazioni hanno innescato una partita vivace tanto da essere in bilico sino all’ultimo.

IN EQUILIBRIO — Inzaghi inserisce Badelj per rilevare l’infortunato Leiva in cabina di regia. In difesa, Wallace viene preferito a Luiz Felipe, mentre in mediana Marusic torna dal primo minuto al posto di Patric. Gattuso opta per la retroguardia a tre. Rispetto all’ultima gara, quella con la Juventus, mancano l’infortunato Romagnoli e lo squalificato Higuain. Ma in infermeria ci sono anche Bonaventura, Caldara, Biglia e Musacchio. Entrano in formazione Calabria, Borini e Cutrone (Castillejo in panchina). Avvio arrembante della Lazio. Ci prova subito Milinkovic: colpo di testa fuori. Al 7’ sgroppata di Marusic sulla destra, traversone tagliente, Immobile non aggancia. Al 10’ alto il sinistro di Parolo, ispirato da Luis Alberto. Al 16’ rischia grosso la Lazio: sbanda la difesa di Inzaghi su incursione di Suso, conclude Calhanoglu che colpisce il palo dopo una deviazione di Strakosha. Gara a tutto campo, il Milan affila il pressing ed è sempre in agguato per le ripartenze da far scattare in velocità. Al 29’ Milinkovic va a segno dopo un rapido scambio con Immobile ma il gol viene annullato per fuorigioco del centravanti. Al 35’ nuovo tentativo di Calhanoglu: alto. Al 39’ Immobile porta avanti il pallone di petto in area, ma Donnarumma lo anticipa. Il portiere replica al 42’ opponendosi a un tocco ravvicinato del bomber laziale. Chiusura di tempo con un tiro a giro di sinistro di Parolo che va di poco fuori.


ECCO KESSIE E CORREA — La Lazio riparte all’attacco: al 2’, colpo a volo di Luis Alberto parato da Donnarumma. Al 3’, proteste laziali per una trattenuta in area di Kessie su Parolo. Banti fa proseguire. Milan cerca la porta al 7’: capocciata di Borini sventata da Strakosha. Al 10’, traversone radente di Marusic, Immobile in leggero ritardo. Al 12’, girata di Parolo a lato. La Lazio infittisce il ritmo delle trame offensive, ma il Milan gioca a tutto campo. Al 16’ Strakosha devia in angolo una bordata di Borini. Nuove proteste laziali: mani di Bakayoko in area. Al 20’ doppio cambio nella Lazio: Lukaku e Correa sostituiscono Milinkovic e Luis Alberto. Lulic passa al ruolo di interno. La squadra di Inzaghi all’assalto. Al 26’ Donnarumma è prontissimo su un’incornata di Wallace. Al 32’ Calhanoglu cerca di farsi largo in area: Strakosha lo argina. E un minuto dopo il Milan si porta in vantaggio: su un lancio di Suso scatta Calabria sulla destra, appoggio per Kessie: pallone nel sacco dopo una deviazione di Wallace: la deviazione è fatale e gli costa l’autogol. Al 37’ Inzaghi fa entrare Caicedo al posto di Radu: Lazio a trazione anteriore. Biancocelesti a caccia della rimonta con tanto impeto ma pure con molta imprecisione. Al 44’ Donnarumma fa scudo sul primo palo a Immobile. La Lazio continua a insistere. E al 49’ ci pensa Correa a raggiungere il pareggio: stop e tiro angolato dai limiti dell’area. Anche per l’argentino si tratta del terzo gol in campionato. Finale ad alta tensione. Espulso Inzaghi per proteste. Banti chiude dopo 8 minuti una partita con una coda piena di emozioni ma anche di reciproci rimpianti.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/11/2018 22:59
 
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Genoa-Sampdoria 1-1: Quagliarella e Piatek gol nel derby

Squilli dei bomber nel primo tempo, poi meglio i rossoblù, ma Audero diventa protagonista. Juric espulso


È l'uno a uno che salva Juric e rilancia il Genoa dopo un periodo buio, e toglie qualche certezza a una Samp che dopo il gol iniziale di Quagliarella si è spenta. Prima del via, il solito spettacolo di coreografie sugli spalti. La gradinata Nord, cuore del tifo rossoblù, ha celebrato i 125 anni di vita del club con i ritratti di cinque grandi protagonisti della storia genoana, da Spensley a Scoglio, passando per Barbieri, De Prà e Signorini, mentre nei distinti spiccano le caricature di alcuni dei protagonisti del passato, dove brilla il gol di Branco nella stracittadina del 25 novembre 1990. Nella Sud, feudo Samp, un grande striscione: "Prima di noi le tenebre, poi venne il 12 agosto 1946 e luce fu", con riferimento al giorno della nascita della Sampdoria.


CUORE — Poi, sul campo, è stata sfida vera. Con Giampaolo che si affida di nuovo a Ramirez come trequartista (preferito a Saponara), l'uomo che aveva fatto saltare il banco nel derby di andata dell'anno scorso. Juric sposa invece le sue certezze, affidando la regia a Veloso.
Proprio dal piede dell'uruguaiano della Samp all'8' parte il cross sul quale Quagliarella di testa porta in vantaggio i blucerchiati. È una Samp più quadrata e solida rispetto ai rossoblù, che faticano a ripartire, schiacciati dalle rapide verticalizzazioni doriane, molto pericolosa nelle fasi iniziali sugli esterni. La squadra rossoblù non si alza, finché Piatek sfrutta un'indecisione di Andersen rubandogli il tempo: Audero (ammonizione per il numero uno doriano) lo tocca ed è rigore. Dal dischetto il polacco fa centro dopo un digiuno che durava dal 10 ottobre (ben 551'), quando era andato a segno con il Parma, nell'ultima gara dell'era Ballardini.


SVOLTA — È un momento-chiave della gara, perché lì la Samp perde lucidità, arretra e la squadra di Juric ritrova un po' di coraggio. Il finale del primo tempo è tutto rossoblù: al 35' con una punizione di Veloso (fallo su Piatek) va vicino al raddoppio. Gli uomini di Juric insistono e al 39' Audero è decisivo per due volte, prima sulla botta di Romulo e poi su Piatek, evitando il k.o. Pari giusto all'intervallo.

ROSSO — Nella ripresa Giampaolo ha provato a scuotere l'attacco sostituendo Defrel con Caprari, ma la mossa non è servita. Il Genoa ha continuato a fare la partita, con diligenza e una pressione costante, ma meno efficace rispetto ai primi 45 minuti. Al 16' capolavoro di Audero che evita ancora una volta il gol su di un colpo di testa di Kouamé, che stacca altissimo. Lazovic chiede il cambio, Juric punta su Pedro Pereira. Saponara prende il posto di Ramirez. Al 30' Juric viene espulso per essere uscito dall'area tecnica: "È la quarta volta", gli fa segno il quarto uomo Rocchi. Nel finale il ritmo cala: la Samp non rischia, nel Genoa solo Kouamé ha ancora la forza di provare a colpire. E non succede più nulla.

Filippo Grimaldi

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/11/2018 10:58
 
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Serie A, Cagliari-Torino 0-0: pochi sussulti, nessun gol

Posticipo della tredicesima:
partita povera di emozioni, per entrambe le squadre
si tratta del sesto pari stagionale su tredici match.
Escono per infortunio Pavoletti e Baselli



Sesto pareggio per il Cagliari, sesto pari per il Toro: con la Fiorentina sono le squadre che comandano questa classifica delle mezze delusioni. Qui alla Sardegna Arena sono i sardi a strappare il punto: il Toro ne lascia sul terreno due che avrebbe meritato. I sardi non hanno fatto un tiro in porta, gli ospiti invece hanno impegnato a ripetizione la porta di Cragno nella mezz’ora conclusiva di un confronto condizionato da pioggia e forte vento.

OCCASIONI — Dopo un primo tempo privo di emozioni, la sfida si è accesa nella ripresa grazie alla spinta di un Torino alla ricerca del colpo da zona coppe. L’ultima mezz’ora è stato un monologo granata, dal quale gli uomini di Mazzarri (rimasto a casa dopo il malore di venerdì) hanno ricavato tre nitide palle gol. Trovando però le puntuali risposte del giovane portierino di casa, gran protagonista della serata.

CRAGNO PROTAGONISTA — Il portiere del Cagliari si erge a protagonista quando il Toro prende in mano il match. Prima su Belotti (girata volante di destro) e poi su Iago Falque, Cragno risponde con bravura, ma la parata più difficile la compie sul subentrato Zaza che da centro area piazza il sinistro a botta sicura trovando il tuffo dell’estremo difensore a negargli il gol.

DUE SUSSULTI — Dicevamo di quel primo tempo poverissimo di emozioni. Già. Si è dovuto attendere l’ultimo minuto di recupero per poter vedere due tentativi verso le rispettive porte. Un tiro alto di Meitè e sul ribaltamento una azione personale del talentuoso Barella chiusa da un cross che un po’ il vento, un po’ una deviazione fortuita spingono sulla parte superiore della traversa.

NON SI SFONDA — Partita bloccatissima, quindi, una battaglia tra scacchisti. Frustalupi, che rimpiazza Mazzarri in panchina, organizza un centrocampo a cinque in cui Soriano più di Baselli è chiamato al doppio lavoro di contrasto e proposizione dalle parti del tandem cagliaritano Srna-Dessena. Di fianco ha il rientrante Ansaldi che si preoccupa anzitutto di chiudere la fascia e quando scende lo fa senza riuscire mai a guadagnare il fondo campo. Quindi da lì non si sfonda. Concetto che vale anche per il Cagliari, incapace di dare profondità al fraseggio. Ansaldi però sarà autore di numerose iniziative positive nel secondo tempo, fino a quando le forze lo hanno sorretto (era assente da agosto).

IL VICE CASTRO — Situazione identica, cioè di mancanza di sbocchi offensivi, sulla fascia destra, cioè dalle parti di De Silvestri, dove Maran ha piazzato Lykogiannis. Il Cagliari, che ha perso alla vigilia il suo fantasista Castro (rottura dei legamenti del ginocchio, stagione praticamente compromessa) non riesce a servire le due punte perché il gigantesco Meitè si applica su Ionita (scelto per rimpiazzare Castro) impedendogli letteralmente di giocare. Insomma, tra un duello e l’altro nessuna delle due squadre riesce azioni pericolose così che gli avversari più insidiosi per i portieri risultano pioggia e vento. Meno male, per gli spettatori, che la ripresa riserverà uno spettacolo migliore. Anche se per i tifosi di casa la sofferenza è stata parecchia e le occasioni per emozionarsi in positivo pari allo zero.

Nicola Cecere

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/11/2018 15:59
 
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SERIE A 2018/2019 13ª Giornata (13ª di Andata)

24/11/2018
Udinese - Roma 1-0
Juventus - Spal 2-0
Inter - Frosinone 3-0
25/11/2018
Parma - Sassuolo 2-1
Bologna - Fiorentina 0-0
Empoli - Atalanta 3-2
Napoli - Chievo 0-0
Lazio - Milan 1-1
Genoa - Sampdoria 1-1
26/11/2018
Cagliari - Torino 0-0

Classifica
1) Juventus punti 37;
2) Napoli punti 29;
3) Inter punti 28;
4) Lazio punti 23;
5) Milan punti 22;
6) Parma punti 20;
7) Roma e Sassuolo punti 19;
9) Atalanta, Fiorentina e Torino punti 18;
12) Sampdoria punti 16;
13) Cagliari e Genoa punti 15;
15) Spal punti 13;
16) Udinese e Empoli punti 12;
18) Bologna punti 11;
19) Frosinone punti 7;
20) Chievo(-3) punti 1.

(-3) Il Chievo sconta la penalizzazione per la sentenza del Tribunale della Federcalcio.

(gazzetta.it)
27/11/2018 16:00
 
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Serie A, Spal-Empoli 2-2:
Kurtic salva i suoi dopo il rosso a Cionek

Al gol in apertura dello sloveno rispondono Caputo e Krunic.
L'inferiorità numerica non impedisce ai padroni di casa di pareggiare.



Un pareggio che, alla fine, accontenta tutti. Spal-Empoli si chiude sul 2 a 2 con una doppietta di Kurtic e con due belle reti di Caputo e Krunic. La squadra di Semplici ha disputato quasi tutto il secondo tempo in dieci uomini per l’espulsione di Cionek. Ma in inferiorità numerica è riuscita a riequilibrare la gara e a chiudere all’attacco.

PRIMO TEMPO — Il primo tempo è un ping-pong di emozioni. La prima palla gol al 4’ è dell’Empoli ma La Gumina praticamente a porta vuota alza sopra la traversa. Sull’azione successiva va a segno la Spal. Angolo di Schiattarella e deviazione vincente di testa di Kurtic. La squadra di Iachini, però, non si abbatte. Al 17’ Caputo ha l’occasione giusta per pareggiare ma il suo pallonetto sull’uscita di Gomis termina alto. Lo stesso Caputo pareggia al 24’. Bella verticalizzazione di Krunic per l’attaccante che controlla, entra in area e batte Gomis. La partita è in equilibrio. La Spal ha la palla giusta per tornare in vantaggio con il solito Kurtic che calcia un rigore in movimento: splendida la risposta del portiere Provedel. Nel finale di primo tempo, invece, è l’Empoli a passare in vantaggio con un siluro dalla distanza di Krunic che beffa Gomis.

SECONDO TEMPO — Il secondo tempo inizia in salita per la Spal. Al 4’ l’arbitro Mazzoleni infligge il rosso diretto a Cionek per un fallo da dietro su La Gumina. La squadra di Semplici passa al 4-3-2. L‘inferiorità non spegne la Spal. Anzi, la carica. E al 22’ arriva il pareggio. Discesa di Lazzari che mette al centro un pallone invitante che Kurtic, ancora di testa, deposita alle spalle di Provedel. Iachini inserisce forze fresche nel tentativo di far pesare la superiorità numerica. Semplici invece richiama in panchina Petagna che non gradisce la sostituzione. Al 32’ L’Empoli ha l’occasione di tornare in vantaggio ma Gomis è molto bravo a respingere una conclusione ravvicinata di Caputo. Al 39’ ancora Caputo protagonista con un rasoterra deviato in angolo dal portiere della Spal.

Luca Calamai

Fonte: Gazzetta dello Sport
01/12/2018 23:45
 
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