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Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
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Sassuolo da sogno: ora è secondo.
Il Genoa si arrende sotto i "cinque colpi" dei neroverdi

Un vero e proprio spettacolo quello visto a Reggio Emilia, 8 gol e tante emozioni.
La tripla B (Boateng, Babacar e Berardi) funziona e fa sognare De Zerbi


In ambito finanziario BBB indica un rating di affidabilità discreto sul lungo periodo. In casa Sassuolo, la BBB (Berardi, Babacar, Boateng) ha portato invece risultati eccellenti alla sua prima uscita stagionale dal primo minuto: 5-3 al Genoa per i padroni di casa che, dopo un inizio titubante, hanno preso in mano le redini della partita, dilagando nella seconda parte della prima frazione di gioco. In gol Boateng, Lirola, Babacar, Spolli (autogol) e Ferrari per i neroverdi, abili a ribaltare il vantaggio di Piatek, tre reti in due gare di campionato. Il gol di Pandev al 25' e la seconda marcatura dell'attaccante polacco al 38' della ripresa servono solo per rendere meno amara la sconfitta ai rossoblù.

NOVITÀ — De Zerbi cambia rispetto al pareggio di Cagliari: dentro un centravanti di ruolo, Boateng si defila leggermente e si posiziona al fianco di Babacar. Sul lato opposto, confermatissimo capitan Berardi. Davide Ballardini, invece, ripropone gli undici vincitori del match contro l'Empoli. E la "continuità" sembra pagare: Consigli si supera su Lazovic all' 11' ma non può nulla sedici minuti dopo sul tiro di Piatek. Un rinvio approssimativo di Lirola colpisce l'attaccante polacco che è il più reattivo a capire dove sarebbe terminato il pallone e con un diagonale di sinistro supera l'estremo difensore neroverde.

IL RISVEGLIO — Dopo un inizio difficile il Sassuolo cambia marcia guidato da Babacar che, fino al pareggio emiliano, aveva sbagliato tutti i palloni toccati. Da colpevole a eroe in otto minuti: al 34' libera Boateng davanti al portiere con un pregevole colpo di tacco, al 38' costringe Marchetti a una difficile respinta, facilitando non poco il tap in vincente di Lirola, al 41' è rapido a ribadire in rete un pallone vagante in area (nell'azione, da applausi la rovesciata di Boateng). Ma non è tutto: nel recupero del primo tempo è ancora un tiro della punta a causare il goffo autogol di Spolli.

LUNA PARK MAPEI STADIUM — Emozioni finite? Assolutamente no. Nella ripresa, infatti, ci pensa Ferrari a realizzare il pokerissimo per i ragazzi di De Zerbi grazie a un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d'angolo battuto da Locatelli. E ancora Favilli, subentrato a Lazovic, ruba palla a Lemos e mette Pandev nelle condizioni di ridurre le distanze. A sette minuti dalla fine, poi, Piatek sigilla il punteggio sul 5-3. I neroverdi salgono così a 7 punti, nelle zone nobili della classifica. Insomma, un Sassuolo da tripla A grazie alla sua tripla B.

Pietro Razzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
02/09/2018 23:26
 
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Serie A, Torino-Spal 1-0: decisivo Nkoulou, esordio per Zaza

Partita interrotta per un'ora a causa del maltempo.
In apertura di ripresa, il gol del difensore di testa su calcio d'angolo.
Prima vittoria in campionato per Mazzarri.
L'attaccante debutta e scatta l'obbligo di riscatto dal Valencia



Torino-Spal in due atti, ma alla fine è festa granata, grazie al gol di Nkoulou al 7’ della ripresa. Una serata complicata: partita sospesa infatti per 58 minuti al 18’ del primo tempo per il violento nubifragio che si è abbattuto sul capoluogo piemontese poco prima del fischio d’inizio ed è proseguito sino al momento dello stop da parte dell’arbitro Pasqua, un attimo dopo che Walter Mazzarri aveva lasciato intendere a gesti che non si poteva proseguire. Doveva essere sulla carta, per i granata, l’occasione per andare a caccia della prima vittoria in campionato e rilanciarsi dopo il sussulto d’orgoglio nella ripresa a San Siro con l’Inter, una settimana fa e così è stato. Per la Spal di Semplici, invece, è mancato qualcosa sul piano dell’intensità per proseguire il felice cammino iniziato con le due vittorie consecutive in campionato.
LEZIONE — Il Torino, sotto il nubifragio, aveva fatto però capire subito di avere imparato la lezione, partendo forte, nonostante un campo impossibile. In campo con un 3-4-1-2 (e Soriano trequartista), la squadra di Mazzarri aveva schiantato gli ospiti sul piano del ritmo, grazie alla rapidità di Iago Falque e di Belotti, che dopo cento secondi dal via impegnava per due volte Gomis.
SVOLTA — Alla ripresa del gioco dopo lo stop forzato, il Toro ha provato ancora ad alzare il ritmo, ma mancando in fase di finalizzazione. Sul fronte ospite, solo un colpo di testa di Missiroli (41’) per provare a mettere in difficoltà Sirigu. Tutta un’altra storia nella ripresa, con i padroni di casa subito in vantaggio (7’) con un colpo di testa di Nkoulou su un angolo battuto da Soriano: lì il Toro ha provato per due volte a chiudere la partita con Iago Falque. La Spal ha cercato di recuperare, ma con troppo affanno e senza mostrare una vera e propria reazione. Fares ha impegnato Sirigu al 17’, poi nel Toro ha debuttato Zaza (26’), al posto di Iago Falque. Da lì alla fine, Toro con il 3-5-2 e, davanti la coppia formata dal Gallo e dall’ex Valencia: con la sua prima presenza è scattato per il Torino l’obbligo di riscatto per 12 milioni. L’ultimo quarto d’ora di gara ha regalato l’unico vero cambio di passo per la Spal, che con l’ingresso di Paloschi al posto di Cionek è passata al 4-3-3. Nel finale, prodezza di Sirigu (37’) su una punizione di Kurtic.

Filippo Grimaldi

Fonte: Gazzetta dello Sport
02/09/2018 23:41
 
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SERIE A 2018/2019 3ª Giornata (3ª di Andata)

31/08/2018
Milan - Roma 2-1
01/09/2018
Bologna - Inter 0-3
Parma - Juventus 1-2
02/09/2018
Fiorentina - Udinese 1-0
Atalanta - Cagliari 0-1
Chievo - Empoli 0-0
Lazio - Frosinone 1-0
Sampdoria - Napoli 3-0
Sassuolo - Genoa 5-3
Torino - Spal 1-0

Classifica
1) Juventus punti 9;
2) Sassuolo punti 7;
3) Fiorentina(*), Spal e Napoli punti 6;
6) Atalanta, Inter, Empoli, Roma, Torino, Udinese e Cagliari punti 4;
13) Sampdoria(*), Milan(*), Genoa(*) e Lazio punti 3;
17) Parma, Bologna, Frosinone e Chievo punti 1.

(*) Una partita in meno.
Sampdoria-Fiorentina rinviata al 19/09/2018 (per la tragedia di Genova).
Milan-Genoa rinviata al 31/10/2018 (per la tragedia di Genova).

(gazzetta.it)
02/09/2018 23:41
 
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Serie A, Inter-Parma 0-1: una magia di Dimarco condanna i nerazzurri

È amaro il rientro dalla sosta per Spalletti, non basta Icardi a mezzo servizio.
I gialloblù resistono e colpiscono al 79' con il difensore cresciuto nel vivaio interista.
Secondo k.o. in campionato



Quattro punti in quattro partite: la partenza è lenta. Quattro gare senza vittorie di fila a San Siro: lo stadio è pieno, ma non è un fortino. Due sconfitte con Sassuolo e Parma: l’Emilia piace poco. Persino il gol dell’ex, una saetta di sinistro di Dimarco: il settore giovanile fa felici gli altri. L’Inter perde 1-0, viene raggiunta dal Parma, nel weekend può vedere scappare le altre big. Rivede sì le stelle, ma sono quelle dei fumetti, quelle che girano intorno alla testa dopo aver preso uno schiaffone o una brutta botta.

RITMO — I numeri della classifica sono impietosi, i numeri del match daranno una illusoria ragione all’Inter, che tiene più palla, tira di più in porta, occupa la metà campo avversaria. Ma lo fa senza convinzione e con ritmi che si alzano solo per un breve tratto della ripresa, quando Perisic sembra voler spingere sull’acceleratore. Non è nemmeno questione di turnover, perché i presunti titolari, quando entrano nella ripresa, non cambiano lo spartito. Icardi non colpisce su un paio di palle buone, mentre la forma di Brozovic è ancora tutta da trovare, e l’assenza di un alternativa può preoccupare.

DIMARCO — Il Parma viaggia con le cinture allacciate e velocità controllata, nel suo ritorno a San Siro: formazione coperta, centrocampo di lotta, offensive limitate a rilanci lunghi per Inglese o a contropiede vecchio stampo, cercando di sfruttare le volate di Gervinho: un tiro parato a testa, quello dell’ivoriano è il più pericoloso, ma annullato da un fuorigioco confuso. Alla disciplina aggiunge un primo lampo di Stulac, e poi la giornatona di Dimarco: salva due gol in difesa (si immola su Nainggolan e salva su una linea, con sospetto tocco di mano, su Perisic), poi alla prima sortita offensiva trova un gran tiro di sinistro da 25 metri: finisce nel sette, è 1-0.

VERSO GLI SPURS — I pensieri di Champions convincono Spalletti a partire con le rotazioni che saranno una costante di questa stagione. Quindi, oltre a Gagliardini a centrocampo, dentro Candreva (Politano in panca) e Dalbert (per Asamoah). Anche Icardi è inizialmente in panchina e la sua mancanza si sente sui cross che l’Iter prova a buttare in mezzo, spesso senza trovare destinatari. L’occasione migliore del primo tempo è per Perisic, su una palla prolungata da Bruno Alves: porta spalancata, ma tiro alto. Il più attivo è Nainggolan, che aggiunge la soluzione “tiro dal limite”: un paio parati, uno fuori. Nella ripresa aumentano le mischie in area, l’infortunio di D’Ambrosio porta al passaggio alla difesa a tre, ma la porta non si trova e il Parma fa il colpaccio. Martedì arriva il Tottenham: l’Inter lo riceverà già con una certa pressione sulle spalle.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/09/2018 23:45
 
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Napoli-Fiorentina 1-0: Insigne regala il successo ad Ancelotti

Gli azzurri ritrovano il successo con una rete dell'attaccante e salgono a quota 9 punti
agganciando temporaneamente la Juve in vetta alla classifica



Vince la sua scommessa Carlo Ancelotti che voleva tramutare il San Paolo semivuoto in un luogo di gioia. Ha sofferto il Napoli a superare un'ottima Fiorentina, ma alla fine gli azzurri hanno mostrato la pazienza del proprio allenatore e a risolvere la partita ci ha pensato con un colpo di classe Lorenzinho Insigne, cui il tecnico chiede una posizione più centrale e proprio da un taglio in mezzo è arrivato il gol decisivo, su bell'assist di Milik, subito dentro la partita pur partendo dalla panchina. Alla fine i pochi tifosi presenti esultano e la squadra si prepara alla prima trasferta di Champions con animo decisamente diverso rispetto a quello di Genova di due settimane fa. Nessuna bocciatura per la squadra di Pioli che tiene bene il campo, concede poco ma ha meno giocatori decisivi del Napoli.

MODULI CANGIANTI — Per la prima volta in questa stagione il Napoli parte in maniera decente, senza regalare un tempo agli avversari e senza prendere gol. Ancelotti presenta un 4-4-2 inedito puntando sui Bassotti per scardinare la cassaforte Viola. Mertens e Insigne vicini, con Callejon e Zielinski larghi e Allan ad affiancare Hamsik, più sicuro e brillante con una linea mediana a quattro. Soprattutto la posizione di Mertens tende continuamente ad allargarsi, con Zielinski che entra dentro, insomma si cerca di togliere riferimenti alla difesa toscana. Ma Pioli non è da meno e spiegare in numeri il suo modulo non è semplice. Il riferimento è Veretout regista basso davanti all difesa a quattro, poi la differenza la fanno il dinamismo di Eysseric uomo-ovunque capace di danzare fra le linee e Benassi abile a cercare la profondità centralmente a supporto di Simeone. Il resto lo fa un indiavolato Chiesa che fa l'esterno di destra in partenza, poi anche a sinistra, con interessanti capatine centrali e un magistrale recupero difensivo alla mezz'ora quando su calcio d'angolo la Fiorentina si fa trovare copertissima dietro ed è proprio Federico a salvare con una spettacolare scivolata che chiude la linea di passaggio decisiva. Gara molto tattica e occasioni pochine. In avvio un po' incerto Dragowaski su tiro-cross di Callejon. Poi all'11' è Karnezis (preferito a Ospina, tornato dal Sudamerica solo due giorni fa, e c'è anche Maksimovic al posto di Albiol) a non farsi sorprendere dalla distanza da Eysseric. Si fa sorprendere Vitor Hugo da una accelerazione di Insigne che però non risulta ugualmente efficace nella conclusione. Prima della chiusura è Chiesa pericoloso con un tiro dal limite.

SI CAMBIA ANCORA — In questa partita a scacchi nella ripresa ognuno prova le sue mosse, con Ancelotti che inserisce Milik e il Napoli che passa al 4-2-3-1 con Zielinski dietro al connazionale. Il Napoli cerca di alzare il ritmo e la Fiorentina subisce un po' perché i suoi maratoneti Eysseric e Benassi accusano la fatica. E allora Pioli passa anche lui al 4-2-3-1 inserendo dalla panchina la mediana Dabo-Fernandes. Ma la Viola non punge più, mentre il Napoli ci crede di più e trova il colpo del suo campione. Nel finale i toscani non riescono mai ad avvicinarsi in maniera pericolosa a Karnezis, primo portiere azzurro a finire imbattuto una gara. E allo scadere è Zielinski che la palla del 2-0 ma Dragowski riesce in qualche modo a chiudere lo specchio al connazionale. Ora si parte per Belgrado con un Napoli più Ancelottiano.

Maurizio Nicita

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/09/2018 23:52
 
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Serie A, Frosinone-Sampdoria 0-5,
la squadra di Longo crolla nella ripresa

Segna tutto l’attacco dei blucerchiati: Quagliarella, Caprari, doppietta di Defrel e Kownacki.
Ancora a secco di gol i giallazzurri laziali



La Sampdoria bissa la vittoria col Napoli e si riscatta dal mal di trasferta. Il colpaccio di Frosinone spezza una serie negativa fuori casa che contava otto k.o. in 9 gare per allungarsi con Giampaolo a 22 stop nei 39 precedenti turni esterni. Cade anche il tabù con le matricole che affliggeva la gestione del tecnico doriano, risaliva al marzo del 2014 (2-1 sul Sassuolo). Amaro il debutto in A allo Stirpe (due turni di squalifica e a porte chiuse) del Frosinone che manca ancora l’appuntamento col gol. Il vantaggio di Quagliarella al 10’ già spiana la partita che però passa nelle mani della Samp solo nella ripresa, quando la formazione doriana vola timbrando una cinquina grazie ai gol di Caprari, Defrel (doppietta) e Kownacki (rigore).

ANCORA QUAGLIARELLA — Rispetto all’ultima gara, le novità nel Frosinone sono rappresentata dagli innesti di Krajnc in difesa e di Soddimo a centrocampo. Nella Sampdoria torna Colley al centro della difesa. Prima stagionale per Caprari, che prende il posto dell’infortunato Saponara nella trequarti. Arbitra Irrati: curiosa coincidenza con l’altro precedente in A della sfida (3 anni fa, 2-0 per ciociari). La squadra di Giampaolo affila le su doti in fasi di palleggio. Il muro dei giallazzurri si apre al 10’. Un errato disimpegno di Brighenti viene catturato da Caprari che apre sulla destra per Barreto: traversone per il colpo vincente di Quagliarella. Seconda rete di fila e 129esima in A per l’attaccante a segno per tre volte in altrettante sfide ai ciociari in campionato. Il Frosinone prova a reagire subito: un lancio lungo di Brighenti innesca Perica che viene anticipato da Audero. La squadra di Longo si scuote e miscela aggressività a buon ritmo a tutto campo. Al 20’ la traversa si oppone a un colpo di testa di Brighenti. Insiste il Frosinone, la Samp controlla in trincea. Al 27’ capocciata di Salamon fuori bersaglio. I ciociari spingono per alimentare con continuità la manovra d’attacco, ma i liguri sono pronti e agili nelle ripartenze. Nel finale del primo tempo la Samp riemerge nel possesso palla mentre il Frosinone rallenta senza però abbassarsi troppo. All’intervallo con 1-0 per la formazione di Giampaolo.

DILAGA LA SAMP — Subito il Doria all’assalto nella ripresa. Trama articolata, varco sulla sinistra per Quagliarella che pennella un traversone per il colpo al volo di Caprari: al 2’ i liguri fissano il raddoppio. Che vale come un sigillo sulla partita. Il Frosinone comincia a smontarsi. E al 10’ Defrel, servito da Andersen, si esalta in un’azione personale e va a infilare Sportiello col gol del 3-0. Fischi sulla squadra di Longo. Caprari a terra dolorante: viene sostituito da Ramirez. Al 17’ un cambio pure nel Frosinone: Hallfredsson rileva Maiello. Tre minuti dopo Quagliarella viene sostituito da Kownacki. E al 23’ ecco Campbell all’esordio in A: gli fa posto Ciano. Ma è la Samp a imperversare col suo gioco in verticale. Vieira avvicenda Ekdal. Alla mezz’ora applausi del tifosi del Frosinone per Ciofani al rientro in squadra dopo 5 mesi: subentra a Perica. La Sampdoria non è a sazia. Al 38’ poker con Kownacki su rigore (fallo di Hallfredsson sullo stesso polacco). E al 41’ arriva anche il quinto gol: ancora a segno Defrel che cosi replica la doppietta firmata una settimana fa col Napoli. Per il Frosinone è una notte da incubo.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/09/2018 23:56
 
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Serie A, Roma-Chievo 2-2:
in gol El Shaarawy, Cristante, Birsa e Stepinski

I giallorossi in vantaggio di due reti, si fanno rimontare
dalla squadra di D'Anna e rischiano anche di perdere al 95'



Niente luce, la Roma resta dentro il tunnel buio in cui è da inizio stagione pareggiando in casa (2-2) anche contro l'ultima della classe, il Chievo. E alla fine i giallorossi devono ringraziare anche Olsen, che a 15 secondi dalla fine del recupero piazza un autentico miracolo su Giaccherini senza il quale il tonfo giallorosso sarebbe state anche più fragoroso. Così al doppio vantaggio iniziale di El Shaarawy e Cristante nella ripresa hanno risposto le reti di Birsa e Stepinski. Ma l'impressione è che la Roma sia durata poco più di mezzora, poi il nulla o quasi. E ad approfittarne è stato un Chievo che alla fine esce dall'Olimpico con un punto meritato probabilmente insperato. Per annullare quel -3 inflitto dalla Procura sono questi i risultati che possono aiutare a fare la differenza.

STRAPPO IN AVANTI — Di Francesco sceglie Nzonzi in regia e concede un turno di riposo a Fazio, dando spazio a Juan Jesus. D'Anna, invece, conferma le previsioni della vigilia e cerca di mettere equilibrio ad una squadra in difficoltà. Con un caldo asfissiante, i ritmi non possono essere incessanti, ma la Roma si ritrova chiaramente a fare la partita fin da subito, quando dopo appena 25 secondi di gioco si rende pericolosa con Dzeko di testa. Poi è ancora Dzeko ad andare dentro sul filo della linea di fondo ed a creare scompiglio, finché al 10' non arriva il vantaggio: cross da destra di Florenzi e tap-in ravvicinato di El Shaarawy, lasciato troppo libero da Rossettini. Il vantaggio è la conseguenza di un palleggio lento ma costante dei giallorossi, che provano spesso a far sbilanciare la difesa avversaria, trovando però pochi spazi per andare avanti. Ed allora per il 2-0, al 30', serve la giocata di un campione come Edin Dzeko, che di petto addomestica in area l'assist di Under, lavora bene in protezione e regala il pallone giusto per Cristante, che a rimorchio insacca di piatto. Per i padroni di casa sembra tutto fatto o quasi ed invece non è così, perché il Chievo sfiora in ben due occasioni il gol di testa, prima con Stepinski e poi con Birsa.

BUIO GIALLOROSSO — Nella ripresa D'Anna manda dentro Hetemaj per Obi e il centrocampo veneto trova maggiore qualità e consistenza. Così gli ospiti riequilibrano anche la bilancia dal punto di vista del palleggio e dell'intraprendenza, non avendo neanche più nulla da perdere. E la maggiore fiducia di questo inizia di ripresa viene premiata al 7', quando Birsa da poco fuori l'area trova l'angolino alto del palo opposto, dove Olsen non può proprio far nulla. La reazione giallorossa è in uno spunto in velocità di Under (bella la risposta a mano aperta di Sorrentino) e nel 4-2-3-1 che Di Francesco disegna dal 25' in poi, con l'ingresso di De Rossi al fianco di Nzonzi (e Cristante trequartista). Questo perché la difesa stava dando segnali di cedimento e il centrocampo non filtrava più come all'inizio. Ed allora meglio compattarsi che rischiare. Il problema è che la Roma è oramai calata fisicamente e non ha più equilibrio. Così al 38' arriva il pareggio del Chievo, con un patatrac generale della difesa: Karsdorp è fuori posizione, Jesus buca l'intervento e mette in difficoltà Kolarov che rischia l'autogol (deviazione parata da Olsen), la palla arriva a Stepinski che la difende, si gira e insacca sul lato opposto, con Kolarov e Nzonzi lenti in marcatura e Olsen che resta sulle gambe. Il 2-2 è un disastro generale della retroguardia giallorossa e l'ennesima dimostrazione di quanto sia invece bravo Stepinski. Al 5' minuto di recupero un Karsdorp inguardabile si fa saltare netto da Giaccherini, che poi trova a giro il lato opposto, con Olsen che fa un autentico miracolo con cui regala almeno un punto alla Roma. Finisce così, con i cori della Sud contro Pallotta e l'impressione che per la Roma siano molte di più le ombre che le luci.

Andrea Pugliese

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16/09/2018 18:16
 
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Genoa-Bologna 1-0, ancora decisivo Piatek

Il polacco sblocca una sfida equilibrata e lancia in classifica i liguri, ora a quota 6 punti.
Gli uomini di Inzaghi restano a secco di successi e con un solo punto in quattro gare



Piatek trascina il Genoa al secondo successo, affossando Inzaghi e il suo Bologna con un tiro di destro ad effetto dal limite dell’area e valorizzando al meglio l’assist di Criscito. Per il centravanti polacco sono 4 le reti in campionato. Altre 4 le aveva messe a segno nell’unico match di coppa Italia contro il Lecce. In totale, così, le sue marcature sono 8 in quattro sfide ufficiali consecutive.

EQUILIBRIO — Questa volta la prodezza di Piatek esalta un Genoa abbastanza opaco anche se il successo è meritato. La prudenza dirige la sfida a lungo, con Ballardini che prova a cambiare l’inerzia, quasi nulla, della partita passando dal 3-4-1-2 al 3-5-2 dopo un quarto d’ora, senza grande successo per la verità. Le uniche, piccole, emozioni, per 40 minuti arrivano solo dalle distrazioni, un paio a testa, di Pulgar e Mazzitelli, i due registi. Il primo tiro in porta, però, lo si vede allo scoccare del quarantesimo minuto, con Hiljemark che chiama in causa Skorupski con una conclusione dal limite, dopo una mischia furiosa nell’area del Bologna. Due minuti dopo la chance migliore del primo tempo per il Genoa: contropiede impostato da Mazzitelli su Piatek, che scatta dalla propria metà campo ma arriva alla conclusione decentrato a destra e Skorupski riesce a ribattere il suo tiro. L’unico brivido provocato dagli emiliani, invece, arriva da un cross di Dijks da sinistra che filtra in area ma sul quale Okwonkwo si butta con un attimo di ritardo.

IL LAMPO — Anche nel secondo tempo è Ballardini a cercare di smuovere le acque, inserendo Lazovic per uno spento Hiljemark. Poi Kouame per l’acciaccato Pandev. Al 24’ arriva il gol di Piatek e il Genoa lo rende meritato con un bel finale di partita. Il Bologna praticamente non reagisce e Lazovic sfiora il 2 a 0. Poi, nel recupero, Pulgar si fa espellere per un brutto colpo a Romulo.

Alessio Da Ronch

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16/09/2018 18:20
 
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Serie A, Juventus-Sassuolo 2-1: Cristiano Ronaldo, è doppietta!

Il fuoriclasse portoghese si sblocca e segna i suoi primi due gol in campionato con la maglia juventina.
La squadra di De Zerbi resiste per 50 minuti, poi deve arrendersi.
Ma nel finale torna in partita con Babacar.
Follia Douglas Costa: espulso per uno sputo a Di Francesco


Lo Stadium fa “uuuhhh” alle 16.10 e non è un urlo di sorpresa, di paura, di sconforto: è un misto di gioia e liberazione. La Juventus batte il Sassuolo 2-1 con due gol di Cristiano Ronaldo e colpo di testa a partita quasi finita di Babacar. Allegri conferma la sensazione di dominazione sul campionato – la Juve è prima da sola con 12 punti in 4 partite – ma questo per i prossimi anni sarà il pomeriggio del primo gol di Cristiano Ronaldo in bianconero. Probabilmente lo avrebbero segnato anche Georgina e Cristianinho, in tribuna con maglietta nera e t-shirt grigia, ma allo Stadium non potrebbe importare di meno. Infatti esulta sia quando CR7 segna sia quando va a esultare vicino alla bandierina: gesto del braccio per chiamare il pubblico e classica statua a gambe larghe. Cristiano, libero dall’ansia da gol, sorride divertito.

I GOL — La doppietta merita racconto dettagliato. L’1-0 arriva al minuto 5 del secondo tempo, fin lì Juve un po' lenta e Sassuolo ordinato. Ferrari ha appena salvato De Zerbi e tutta Sassuolo deviando davanti alla porta un ponte di Mandzukic su cross di Alex Sandro. Dybala allora batte il corner e Bonucci, un po’ in stile Ibra, trova la deviazione volante. Ferrari, proprio lui, potrebbe mettere semplicemente in angolo, invece tocca di testa sul palo, forse ingannato da una deviazione. Il resto è carambola: Consigli è preso in controtempo e Cristiano appoggia in porta per la festa collettiva. Il 2-0 è più spettacolare. Il Sassuolo si sbilancia un po’ e la Juve ringrazia in contropiede. Douglas Costa, entrato per Mandzukic, libera Emre Can che attraversa il campo e libera Ronaldo per il sinistro incrociato. Maledizione rotta e rincorsa iniziata nella classifica marcatori. Non solo, Cristiano avrebbe potuto segnare anche terzo e quarto gol. Douglas Costa a un quarto d’ora dalla fine gli ha regalato un gran cross ma CR7 con il destro ha incrociato troppo e messo fuori. A dieci minuti dalla fine, stesso esito con una deviazione dopo gran tiro di Cancelo respinto da Consigli.

JUVE — La Juve, come già successo, ha dato l’impressione di essere superiore anche al 60-70% del ritmo. Troppo talento. Allegri ha scelto a sorpresa Dybala e ha tenuto fuori Bentancur per non rinunciare al suo Khedira domenicale. Paulo, seguendo gli istinti, ha giocato quasi da trequartista in una Juve classica di questo inizio stagione: grande avvio, con occasione dopo 6 minuti, e andamento compassato per il resto del primo tempo. Il secondo tempo è stato sicuramente migliore, a parte un finale orrendo: deviazione concessa a Babacar per il 2-1 e cartellino rosso a Douglas Costa oltre il 90’ per uno sputo assurdo a un avversario. Decisione presa da Chiffi con l'aiuto della Var: il brasiliano potrebbe prendere tre giornate di squalifica, che gli farebbero saltare anche Juve-Napoli. Emre Can, alla prima da titolare, è andato oltre l’assist per Cristiano – bella partita – mentre Cancelo, in campo per De Sciglio bloccato nel riscaldamento, a destra ha dato la solita qualità.

SASSUOLO — Il Sassuolo a tratti è piaciuto per organizzazione però non è stato molto pericoloso. Per Szczesny, quasi un pomeriggio sul divano. Duncan ha segnato un gran gol col sinistro – piccolo particolare, il gioco era fermo per un fallo di Djuricic – e Boateng ci ha provato con un tacco spalle alla porta, creativo ma fuori misura. Così De Zerbi ha esultato solo per la deviazione di Babacar, entrato nel secondo tempo, e forse ha sperato quando all’ultima azione Berardi ha crossato in area col sinistro. Ma un 2-2, per quanto visto nei 90 minuti precedenti, sarebbe stato clamoroso.

Luca Bianchin

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16/09/2018 18:24
 
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Udinese-Torino 1-1.
De Paul la sblocca, poi gol fantastico di Meité

Dominio granata sul piano del gioco, ma i friulani trovano il vantaggio
al 28’ in contropiede con De Paul, al 4’ della ripresa l’1-1 del francese.
All’11’ gol annullato a Berenguer per un fuorigioco che non c’era, nella ripresa Belotti chiede un rigore.
In avvio si fa male Iago


Il Torino domina, ma non riesce a calare il colpo del k.o. L’Udinese non approfitta di un Torino poco efficace nel primo tempo, e non capitalizza la rete del provvisorio uno a zero di de Paul, bravo e fortunato a trovare l’angolino alla destra di Sirigu approfittando di una sfortunata deviazione di Nkoulou che sorprende il numero uno ospite. Nella ripresa cambia tutto dopo il gran gol del pareggio segnato da Meité, che trova il varco giusto e infila il pallone all’incrocio: Scuffet battuto e, a quel punto, la gara cambia. Gli uomini di Mazzarri trovano fiducia, alzano il ritmo e vanno spesso vicini al raddoppio. Efficace a tratti l’innesto di Zaza, che al 18’ del primo tempo aveva sostituito Iago Falque, bloccato da un problema al flessore della coscia destra. Finisce 1-1: il Torino è furioso per almeno due gravi errori arbitrali e per il mancato utilizzo della Var (tra cui il gol annullato a Berenguer sullo 0-0).

DUE GRAVI ERRORI — La squadra di Mazzarri, però, recrimina per due episodi molto dubbi: il primo all’11’ quando, sul punteggio di 0-0, il gol di testa di Berenguer viene annullato su segnalazione del guardalinee per un presunto fuorigioco. Sbagliata la segnalazione dell’assistente, ma l’arbitro Valeri fischia senza chiedere la consultazione della Var. Poi, nella ripresa (al 20’), quando Samir affonda Belotti davanti alla porta friulana mentre il Gallo sta per calciare in porta.


E SUL GOL DI DE PAUL... — Da rivedere, per il Toro, l’esperimento del 3-4-2-1, con due trequartisti alle spalle di Belotti. Sul gol friulano di De Paul, vivaci proteste della panchina granata per un contatto Fofana-Meité, con il granata caduto a terra. L’Udinese è stata pratica e cinica, nel primo tempo ha cercato di non dare campo al contropiede granata, pagando però il solito equivoco di Lasagna per lunghi tratti apparso troppo isolato e poi quasi fuori dal gioco quando nel finale Velazquez lo ha spostato a sinistra dopo avere inserito la torre Teodorczyk. Nel finale, l’Udinese ha di nuovo provato ad alzare il baricentro, sprecando con Machis una facile occasione al 48’.

Filippo Grimaldi

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/09/2018 18:28
 
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