Admin e Mods

:: Benvenuti :: Welcome :: Da Ottobre 2003 :: Maggio 2009 :: Il B-side forum è vietato ai minori ::

Maggio 2009

Pandado

Simpatia Osè

Robyk

ibrahimovich87

mvalda

gianlucala

fux

teresio

Realizzato per amore del B-side e della bellezza femminile.

Da 4 anni solo il meglio per voi

Gemellaggi

Celebrity in Pantyhose :: FORUMANDO :: Vip Bellissime :: ipergnocche :: Vere Esibizioni

Risoluzione consigliata 1024x768

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di B-Side FORUM

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2024 00:59
OFFLINE
Post: 104.923
Post: 8.218
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
La Var cancella Caputo e un rigore:
l'Empoli non passa e l'Udinese strappa un punto



Toscani più pericolosi: di Cambiaghi al 95' l'ultima occasione.
Friulani senza attacco


Francesco Velluzzi

Finisce senza gol al Castellani Computer Gross Empoli-Udinese. La squadra di Aurelio Andreazzoli la vince ai punti, meriterebbe il successo, ma la mira di chi tira è quella che è. La fisicità dell’Udinese permette ai friulani di uscire indenni dallo stadio toscano ma la situazione della squadra di Sottil non si può definire buona. Perché se l’Empoli prova faticosamente a trovare spunti, mettendoci sempre idee e gioco e trovando un solo punto, la squadra friulana non dà quasi segni di vita, se non per qualche minuto in avvio del primo tempo durante il quale Samardzic riesce a far brillare la sua stella, ma difetta in precisione. Cinque pareggi con squadre che lottano per la salvezza non possono far felice la famiglia Pozzo che deciderà se andare avanti con il tecnico piemontese o cambiare (l’ex Cioffi parrebbe in pole position). Qualche giorno per riflettere c’è.

LE SCELTE — In tribuna c’è il tecnico della Fiorentina Vincenzo Italiano che, dopo la sosta, ospiterà l’Empoli al Franchi. Ma anche il vice di Luciano Spalletti in Nazionale Domenichini e il designatore degli arbitri Rocchi. Aurelio Andreazzoli sceglie la formazione Ciccio Caputo, punta centrale, assistito dai due folletti Baldanzi e Cancellieri. In mezzo Marin, Grassi e Maleh. Esperienza. Anche Andrea Sottil fa le scelte prevedibili con Pereyra e Samardzic mezzali, Thauvin e Lucca in attacco. In difesa il ballottaggio lo vince ancora Kristensen. Kabasele va quindi in panchina.

DUELLI — Si parte con l’Empoli che prova ad affondare con Ebuehi che sfugge spesso a Kamara. E’ una partita che si regge sui duelli, sugli uno contro uno in cui la fisicità dell’Udinese sembra prevalere rispetto ai piccoletti toscani. I friulani dal 10’sembrano poter prendere la partita in mano, ma, come spesso accade, la precisione difetta. Samardzic fa tutto bene (ne scarta due o tre), ma il tiro è deviato in angolo. Poi calcia sempre fuori misura, alto, o a lato. Berisha non deve mai intervenire se non per impostare con lanci lunghi per cercare di sorprendere i colossi in maglia arancione. Al 19’ Marin impegna Silvestri che manda in angolo. Baldanzi cerca di portarsi lontano da Kristensen e qualcosa combina. Al 27’ Berisha esce male, Maleh perde due contrasti, ma Samardzic litiga ancora col pallone. Al 36’ l’attivissimo Cancellieri vola e trova Baldanzi che calcia ma trova ancora Silvestri. L’Empoli gioca, a uno, due tocchi, scambi di prima. Molto bene. Grassi non è bravo solo a intercettare, guida anche le operazioni e al 39’ Baldanzi imbecca Caputo che approfitta di un errore di Bijol e anticipa Krsistensen. Comincia a “bere la birra” per il suo primo gol. Ma Nasca dal Var segnala che è fuorigioco. Fabbri dà 2’ di recupero è proprio all’ultima azione Ebuehi pesca Caputo che di testa spedisce fuori.

SECONDO TEMPO — Si comincia con un rosso alla panchina dell’Empoli e con l’Empoli che prende il pallino. Cancellieri fa ammattire Perez. Ma con la fisicità l’Udinese riesce sempre a cavarsela. Fino al 13’ quando Cancellieri gioca l’uno contro uno con Perez si accentra e trova la spallata di Samardzic. Per Fabbri (poca personalità) è rigore, ma Nasca lo manda al monitor. Cancellato. Tra le proteste dei padroni di casa ai quali aveva già annullato il gol. Sottil, nervoso in panchina, avverte che qualcosa va cambiata. Fuori Lucca dentro Success. Al 24’ ancora un fallo di Pereyra (appena ammonito) regala una buona punizione agli azzurri di casa. Marin la calcia corta e male. Ancora sostituzioni friulane: per Pereyra, prestazione insufficiente, si accende la spia rossa, ecco Payero. E Ferreira prende il posto di Ebosele. I cambi continuano ma Andreazzoli uno deve farlo per forza: Walukiewicz al posto di Ismajli, infortunato. Sottil butta dentro anche Ake. Ma è l’Empoli che continua a giocare, a provare a vincerla. Lo meriterebbe. E proprio nel lungo recupero (6’) Gyasi (entrato per Baldanzi) manda due volte alla conclusione prima Cancellieri poi Cambiaghi ma il pallone finisce fuori. E l’ultimo assalto è preda di Bijol che evita l’ultimo guaio all’Udinese

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/10/2023 13:13
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.923
Post: 8.218
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Segnano sempre i soliti:
Krstovic risponde a Berardi,
Lecce-Sassuolo finisce 1-1



Neroverdi in vantaggio nel primo tempo con il rigore del numero 10,
i giallorossi - che hanno avuto più occasioni - trovano il pari all'inizio della ripresa


Francesco Calvi

Un punto a testa prima della sosta. Lecce e Sassuolo avrebbero desiderato qualcosa in più, ma arrivano alla pausa nazionali con un risultato positivo, utile a rialzare l’umore dopo i ko incassati rispettivamente contro Napoli e Monza. Nell’anticipo del Via del Mare, i giallorossi e i neroverdi si affrontano a viso aperto per 90’ minuti. Un rigore di Berardi porta gli ospiti in vantaggio, nella seconda frazione Krstovic pareggia e sale a quota 4 reti in 7 apparizioni.

IL SOLITO MIMMO — Dionisi e D’Aversa puntano sull’effetto-sorpresa: nel Sassuolo c’è Castillejo trequartista, prezioso nel pressing alto ma anche a suon di scambi con Berardi e Lauriente. Il Lecce, invece, schiera Rafia a ridosso di Krstovic. Strefezza e Almqvist aiutano in fase di non possesso e l’italobrasiliano viene spesso dentro al campo. Proprio il capitano dei salentini è protagonista nel primo quarto d’ora: è suo il traversone al 5’ per Almqvist, che anziché calciare in porta cerca un assist troppo generoso, però in generale tutte le iniazitive dei giallorossi, dominanti in avvio, passano dai piedi dell’ex Spal. Nel momento migliore del Lecce, il Sassuolo conquista un rigore sugli sviluppi di un corner: Baschirotto tocca il pallone con il braccio e l’arbitro, dopo una lunga on field review, indica il dischetto. Berardi batte Falcone e da lì in poi i neroverdi crescono e alzano il baricentro. Il Lecce torna all’attacco poco prima dell’intervallo, ma spreca un paio di occasioni con Gendrey e Almqvist - fermati da Consigli - e poi con Baschirotto, che incorna sopra la traversa su corner.

LA RIPRESA — Al rientro in campo, il Lecce trova subito il pareggio. Al 48’ Krstovic ci prova di testa e guadagna un calcio d’angolo decisivo. Un istante più tardi proprio il montenegrino sfrutta una sponda di Baschirotto e, a due passi da Consigli, timbra l’1-1. La sfida si accende e le formazioni si affrontano a viso aperto: Dionisi inserisce Bajrami e Defrel, mentre D’Aversa risponde con Dorgu e Oudin. L’impatto dei subentrati è positivo, ma non basta per rompere l’equilibrio: Strefezza cerca il 2-1 dalla distanza, però il suo tiro si spegne al lato, Bajrami mette un cross sulla testa di Defrel, che non riesce a spaventare Falcone. Dopo quattro minuti di recupero, il match finisce 1-1: Lecce e Sassuolo salgono rispettivamente a quota 12 e 10 punti in classifica.

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/10/2023 13:17
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.923
Post: 8.218
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Inter, che combini?
Va sul 2-0 col Bologna poi subisce la rimonta

Dopo la sconfitta interna col Sassuolo, arriva un altro stop casalingo in campionato:
Acerbi e Lautaro avevano messo la partita sui binari nerazzurri,
poi la replica rossoblù coi gol di Orsolini e Zirkzee


Matteo Nava


L’Emilia-Romagna continua a portare male all’Inter, che contro il Bologna colleziona il secondo stop consecutivo in casa del campionato dopo la sconfitta per mano del Sassuolo di dieci giorni fa. Finisce 2-2 al Giuseppe Meazza, con la squadra di Simone Inzaghi che si illude con l’entusiasmante doppio vantaggio dei primi 12 minuti e poi resta intrappolata nella rimonta rossoblù e in un pizzico di nervosismo di troppo. Ancora a segno Lautaro Martinez – 10 gol in questa Serie A – dopo il colpo di testa di Francesco Acerbi, Riccardo Orsolini su rigore e Joshua Zirkzee nella ripresa firmano invece le due reti ospiti che valgono un preziosissimo punto a Thiago Motta.

TENTATA FUGA — L’Inter torna a giocare a San Siro alle 15 come non accadeva dalla festa scudetto del 2021 contro l’Udinese, ma con il pubblico l’appuntamento mancava addirittura dal 1° dicembre 2019, con la Spal. Le formazioni di Inzaghi e Motta non destano sorprese, con in campo gli 11 nerazzurri già ispiratissimi martedì contro il Benfica e un Bologna invece particolarmente rimaneggiato nella linea difensiva, comunque reduce da una striscia di oltre 400 minuti di imbattibilità. Il primo tentativo pericoloso è un velenoso mancino teso di Lewis Ferguson – a lato –, ma con la capolista della Serie A il filotto di reti inviolate di Lukasz Skorupski si infrange dopo soli 11 minuti, quando Hakan Calhanoglu su calcio d’angolo pesca Acerbi sul primo palo, bravo a incornare in torsione sfuggendo a Remo Freuler. Il portiere polacco ha poco tempo per capire che non è una giornata come le altre, a San Siro, e un giro d’orologio più tardi è il solito Lautaro a punire un errore ospite in impostazione, disegnando da fuori area uno splendido fendente sotto l’incrocio lontano: doppia cifra di reti dopo otto turni di campionato per l’argentino, come non accadeva dal 1958 nella storia del club con Antonio Valentin Angelillo.

ANCORA ”ORSO” — Per quanto incredibilmente letale offensivamente, però, al 17’ il Toro pecca “da attaccante” su un corner a sfavore, trattenendo Ferguson fino ad accompagnarlo a terra: la sala Var richiama l’attenzione dell’arbitro Marco Guida e Orsolini trasforma il rigore al 19’ “sporcando” anche la splendida statistica sulle reti (non) incassate da Yann Sommer. Il Bologna è vivo e per tutto il primo tempo non smette di ricordarlo ai padroni di casa, che però sfiorano due volte il 3-1: una punizione velenosa di Federico Dimarco alzata sopra la traversa da Skorupski, ma soprattutto un “calci tu o calcio io” a un paio di metri dalla porta rossoblù in cui nessuno tra Calhanoglu e Henrikh Mkhitaryan finisce per impattare il pallone in tempo.

IL GIOIELLO OLANDESE — Nonostante la continuità nella trama di gioco tra i due tempi, al 53’ Zirkzee decide che è il momento di pareggiare e, dopo quasi un’ora di manovre e colpi di suola, firma il pareggio con una giocata da vero talento quale è: accoglie il lancio di Ferguson al limite dell’area, intimorisce Alessandro Bastoni che arretra lasciandogli lo spazio di calciare e fulmina Sommer infilando un preciso rasoterra all’angolino. Inzaghi attinge quindi energie dalla panchina, risvoltando le fasce con Carlos Augusto e Juan Cuadrado e optando per Alexis Sanchez al posto di Marcus Thuram. Il cileno segna subito in tap-in su assist dell’ex Monza, ma il fuorigioco di partenza interrompe sùbito l’esultanza del Meazza. Motta risponde con Alexis Saelemaeekers per uno spento Dan Ndoye, ma al 73’ è ancora l’Inter ad avvicinarsi al vantaggio da corner con un curioso esterno volante di Lautaro, spalle alla porta, che sfiora il palo. Nell’ultimo quarto d’ora si rivede in campo anche Davide Frattesi – per Mkhitaryan –, mentre Zirkzee abdica per il figlio d’arte Sydney van Hooijdonk: a 5’ dalla fine un esplosivo Carlos Augusto impegna Skorupski per la prima volta nella ripresa, poi qualche fallo di troppo e la raffica di sostituzioni accompagnano la partita verso il triplice fischio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/10/2023 23:52
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.923
Post: 8.218
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Milinkovic sbaglia, Gatti e Milik ringraziano: il derby è della Juve

Il successo bianconero matura nella ripresa,
sugli sviluppi di due calci d'angolo su cui il portiere granata esce male


Mario Pagliara


Due regali di Milinkovic mandano la Juventus in paradiso: Allegri fa festa in un derby equilibrato e bruttino grazie a due uscite a “farfalla” del portiere di Juric che regalano gioia prima a Gatti poi a Milik. Per i bianconeri è l’incastro perfetto: portano a casa il bottino pieno nonostante le assenze di Vlahovic e Chiesa e senza grandi patemi. Allegri “mangia” due punti all’Inter e sale a 17 punti in classifica. Dal Toro ci si attendeva tantissimo di più in questa stracittadina, finisce per produrre poco e viene punito dai propri errori. Per Juric inizia da domani una sosta di riflessioni: nelle ultime 3 partite i granata hanno raccolto un solo punto (in casa col Verona), non segnando mai.

CORPO A CORPO — Si guardano allo specchio, Juventus e Toro. Non si perdono mai di vista, in un corpo a corpo che in partenza divampa a tutto campo. Allegri non ha Chiesa e Vlahovic, a Juric mancano Buongiorno e Djidji (oltre al non convocato Radonjic), e allora i due tecnici sono costretti a ridisegnare le squadre con i calciatori superstiti dagli infortuni. Max schiera i bianconeri con un 3-5-1-1 con Miretti a supporto di Kean, modulo molto dinamico perché in fase di attacco Miretti sale a fare il centrocampista mentre le due mezzali Mckennie e Rabiot si trasformano quasi in trequartisti. L’Ivan granata adatta un ottimo Tameze come terzo di difesa e davanti lancia la coppia Seck-Vlasic a supporto di Zapata. Come da filosofia di Juric, il Toro è sagomato a uomo a tutto campo ai calciatori della Juventus che accettano il duello.

DERBY BLOCCATO — Nel primo tempo è un derby bloccato: la posta in palio è già significativa per entrambi. Sembra prevalere la tensione, a tratti palleggia di più il Toro, a momenti sale l’onda bianconera con le folate delle mezzali. Nessun tiro in porta da parte di entrambi a metà partita, perché un rimpallo sbilenco di Rabiot (piede destro, poi piede sinistro) finito tra le braccia di Milinkovic non può essere considerato una conclusione nello specchio. Al quarto minuto l’unico vero sussulto della prima metà della stracittadina torinese è in fuorigioco: Kean scarica un bolide imprendibile ma in partenza è nettamente davanti a Schuurs. Se la Juventus gioca di fatto senza attacco, là davanti fa tanta fatica anche il Toro: l’unico mezzo spunto dei granata arriva al 17’ con Lazaro che spreca sulla traversa una potenziale occasione. Zero a zero all’intervallo.

L’URLO DI GATTI — Allegri mette subito dentro Milik per Miretti. L’avvio di secondo tempo del Toro è da film horror. Pronti via, e Ilic sbaglia un passaggio facile all’indietro che lancia Kean verso lo specchio, poi recuperato da Schuurs. Ma il peggio arriva al secondo minuto: Milinkovic esce a farfalla su un calcio d’angolo, Bremer ribatte con Rodriguez che salva sulla linea. Ma Gatti timbra il rimpallo in porta: in presa diretta l’arbitro Massa annulla per fuorigioco, poi dopo un lungo check al Var si evidenzia il tocco di Tameze che tiene tutti in gioco. Quasi cinque minuti dopo, Gatti può liberare l’urlo che sblocca il derby.

DISASTRO MILINKOVIC — La Juventus ha la palla del raddoppio al quarto d’ora: cross di Kostic, incornata di Milik, Milinkovic si salva coi pugni. Ma è solo il preludio: sul successivo calcio d’angolo, Milinkovic sbaglia clamorosamente i tempi dell’uscita per la seconda volta, regalando il due a zero a Milik di testa. E’ un derby disastroso per il portiere di Juric. A venti minuti dalla fine il Toro si gioca la carta Sanabria (per Seck), poi dentro anche Pellegri. Il Toro spaventa allo scadere la Juventus con una sforbiciata di Sanabria. Manca anche la fortuna.

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/10/2023 23:56
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.923
Post: 8.218
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Finale pazzesco:
il Milan batte il Genoa con Pulisic-gol e Giroud in porta!
E vola in testa da solo

Incredibile a Marassi, dove succede tutto negli ultimi minuti (14 di recupero):
la rete dell'esterno rossonero e poi l'espulsione di Maignan,
che costringe Pioli a mettere in porta un giocatore di movimento:
mette i guanti l'attaccante francese, che salva la sua squadra.
Rosso anche a Martinez


Filippo Grimaldi


Sorpasso con il brivido. Il Milan ringrazia una magia di Pulisic (quarto centro in campionato) nel finale e vince al Ferraris contro il Genoa al 43’ della ripresa, scavalcando l’Inter ora a meno due, bloccato in casa dal Bologna. Vittoria sofferta e maturata solo quando Pioli nella ripresa ha dato spazio ai suoi uomini migliori, ma pesantissima anche nell’economia del campionato dei rossoneri, che dopo la pausa delle nazionali saranno attesi da un trittico terribile contro Juventus, Psg e Napoli. Finale-thrilling, con il rosso a Maignan dopo un check Var (ginocchiata in volto ad Ekuban), Giroud fra i pali al suo posto con l’attaccante salvato prima dalla traversa sulla punizione di Gudmundsson e poi decisivo in uscita su Puscas, mentre anche il Genoa perde Martinez per doppia ammonizione (dentro Leali). La squadra di Gilardino gioca una gara orgogliosa, ma paga anche le assenze pesanti, da Badelj a Strootman, da Retegui a Messias, che si blocca a poche ore dalla gara. I rossoneri dimenticano così l’amaro pari di Dortmund e prendono la testa solitaria della classifica. Ancora una volta ai rossoblù è fatale il finale: sono già sette i punti persi dal Grifone nel quarto d’ora finale di partita e non riesce a mantenere quel ruolo di castiga grandi (la Lazio all’Olimpico e, in casa, la Roma, oltre ad avere bloccato sul pari il Napoli). Invece sorprendentemente la squadra di Pioli fatica sino a metà gara.

TURNOVER — Il motivo? Principalmente i cambi nell’undici titolare. Pioli sceglie Jovic e lascia Giroud in panchina, con Chukwueze e Okafor a completare il tridente offensivo privo anche di Leao e Pulisic. Ma se gli ospiti confermano il loro 4-3-3, Gilardino opta per un inedito 4-5-1, con Sabelli recuperato a destra in mediana (e Haps sulla corsia opposta) e Malinovskyi sulla linea dei centrocampisti. Gudmundsson resta così l’uomo più avanzato del Grifone. Il Mian parte subito a gran ritmo, sfrutta bene la fascia destra con Chukwueze, che in avvio costringe Haps e Vasquez restare molto bassi. Okafor (4’) entra dalla corsia esterna e va subito vicino al vantaggio, coraggiosa l’uscita di Martinez. Rossoblù guardinghi, Milan più coraggioso e in possesso del gioco. I padroni impostano una gara diversa da quella gagliarda che li aveva visti travolgenti contro la Roma, ma non rinunciano comunque a giocare. Un contatto Florenzi-Vasquez in area rossonera fa arrabbiare Gilardino (ammonito) che chiederebbe un rigore, ma l’arbitro Piccinini non ha dubbi e fa proseguire il gioco. Il Milan si affanna a trovare varchi, ma gli uomini di Gilardino lasciano poco spazio, con Thorsby e Frendrup a turno su Adli, spezzando così una delle fonti del gioco ospite. Gudmundsson fatica a trovare l’accelerazione per colpire, anche se il Genoa cerca di sfruttare la torre Thorsby per saltare la difesa rossonera. Reijnders impegna Martinez (16’), ma Musah al momento del lancio era in fuorigioco. Florenzi si prende il secondo giallo del Milan dopo Hernandez per il fallo su Haps che stava scappando sulla sinistra, tagliando le linee di gioco del Milan. Tanta, troppa fatica per Pioli e attacco milanista totalmente improduttivo. Il diagonale di Hernandez (28’) termina a lato, ma il Milan del primo tempo è tutto qui e non è abbastanza.

SPAZIO AI BIG — E allora, dopo l’intervallo, Pioli lancia subito Leao e Pulisic – fuori Okafor e Chukwueze – per accendere l’attacco. De Winter va sul portoghese, ma il canovaccio del primo tempo resta invariato. Genoa attento e gioco che soffoca le ripartenze del Milan. Quando il Genoa è senza palla, Reijnders spinge forte e costringe Sabelli sulla linea dei difensori. Di fatto un 5-4-1, ed è un primo segnale di crescita del Milan, con il Genoa che non riesce più ad essere efficace come nel primo tempo. Anche perché Gudmundsson è meno efficace, e senza le sue giocate e il dinamismo dell’islandese, per la squadra di Gilardino la situazione si complica. L’accelerazione di Haps fa respirare il Genoa e costringe Adli in difficoltà al fallo: un altro giallo per il rossonero. Capolavoro di Martinez su Leao, mentre Pioli alza la qualità dei suoi: dentro Giroud e Calabria, escono Adli e Florenzi. Gilardino risponde con Kutlu ed Ekuban al posto di Malinovskyi e Sabelli. Genoa con il 5-3-2. De Winter si prende un giallo evitabile e per lui le cose si complicano, sotto la pressione di Leao, che va giù in area e frana addosso a Dragusin. Non è rigore. Il Genoa tiene. E osa. Il diagonale velenoso di Dragusin viene deviato in angolo da un capolavoro di Maignan alla mezz’ora su una deviazione di Reijnders, ma la gara resta in sostanziale equilibrio. Ekuban calcia alto (32’), ma il Milan non riesce a schiacciare il Genoa, fino al rocambolesco finale. Pulisic sorprende Bani e segna, poi i rossoneri devono soffrire prima di poter abbracciare Giroud portiere (decisivo) per una notte. Questo primato solitario è (molto) merito suo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/10/2023 00:01
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.923
Post: 8.218
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Vignato in gol al debutto da titolare in A
e fa volare il Monza: Salernitana travolta 3-0



Brianzoli in vantaggio al 9' con Colpani, al 4° centro stagionale.
Il 2004 a segno al 18'.
Al 65' prima in biancorosso per Papu Gomez.
Il rigore di Pessina all'82 chiude i conti. Panchina a rischio per Sousa


Matteo Brega

Il Monza batte 3-0 la Salernitana con i gol di Colpani, Vignato e Pessina su rigore. Per Paulo Sousa la pausa potrebbe essere decisiva in chiave negativa vista la prestazione molto opaca della sua squadra. Seconda vittoria consecutiva per i brianzoli invece (5°risultato positivo di fila) che si mettono in scia alle posizioni da zona Europa.

AVANZATA BRIANZOLA — Raffaele Palladino sceglie a sorpresa Samuele Vignato dal 1’ (esordio in Serie A da titolare) alle spalle di Lorenzo Colombo insieme con Andrea Colpani a inventare. Paulo Sousa, alla centesima panchina in campionato, deve tenersi il posto (in tribuna Massimo Oddo) e rilancia dal principio Antonio Candreva, recuperato, con Boulaye Dia punta centrale. Al 9’ il Monza passa in vantaggio con un’azione personale di Colpani. Prende palla sul centrodestra, finta la conclusione con il sinistro, il suo piede, rientra e con il destro lascia partire un diagonale non potente ma preciso sul quale Ochoa non può arrivare. Quarto gol in campionato per il numero 28 sui 6 complessivi. Al 12’ parte dalla Curva Pieri il coro “Galliani uno di noi” e l’a.d. si alza per applaudire mentre si srotola uno striscione emozionante: “Il tuo sogno da bambino attraversa le generazioni, portare Monza nel firmamento, è un’impresa tua Galliani, non abbandonarla mai. E’ anche il nostro giuramento. Grazie”. Lo stesso Colpani al 17’ ci riprova, questa volta da lontano e di sinistro, Ochoa blocca in due tempi. Monza e Salernitana non alzano il ritmo, il caldo – più vicini i 30 gradi che i 20 – e così la partita è un lento piano inclinato in direzione Brianza. Al 18’ Gagliardini recupera e porta palla attirando attenzioni difensive, sulla sinistra lo accompagna Vignato che viene servito prima della chiusura della difesa avversaria e trova il tempo per infilare Ochoa tra le gambe. E’ 2-0 Monza che Di Gregorio cristallizza al 21’ su un diagonale di Candreva. Vignato va vicino alla doppietta quando si fa cinquanta metri palla al piede inseguito da due difensori salernitani: solo Ochoa inchioda il suo diagonale. Il primo tempo finisce così, con i tifosi salernitani che fischiano la loro squadra.

RESA SALERNITANA — La prima scossa di Sousa alla ripresa della gara consta di tre sostituzioni: dentro Bradaric, Martegani e Maggiore per Mazzocchi, Bohinen e Legowski. Dopo 15’ entra anche Stewart per Cabral per rinfocolare l’anima della Salernitana schierata con un modulo variabile tra il 4-1-4-1 e il 4-3-3. Resta l’idea di una squadra poco reattiva e poco dentro alle idee di Sousa, qualsiasi esse siano. Al 64’ anche Palladino mette mano alla sua squadra. Dentro Pedro Pereira e il Papu Gomez al posto di Ciurria e Colpani, poi Birindelli e Bondo per Vignato e Kyriakopoulos. Al 73’ un mezzo pasticcio sulla trequarti lancia Dia sulla sinistra, Bondo lo sposta giusto mentre calcia e il suo tiro colpisce la traversa e rimbalza sulla linea di porta senza varcarla. Brivido per il Monza che è in pieno controllo della partita ma avanti “solo” di due gol. La squadra di Sousa prende coraggio e Di Gregorio si salva due volte su Stewart e Dia in pochi secondi. Al 74’ è Candreva con un violento destro a far volare Di Gregorio. Al 76’ azione rapida di ripartenza: Gagliardini imposta per Colombo che apre per il Papu, sovrapposizione di Birindelli che crossa per Colombo che sul secondo palo a porta vuota non trova la via della rete in posizione comunque non comodissima. All'80’ l’arbitro fischia un rigore per il Monza: Bondo calcia e Pirola in tuffo “para” con un braccio. Batte Pessina all'82’ e mette il sigillo: 3-0. Da lì in poi solo occasioni mancate: Colombo sfiora il gol del 4-0, come Gagliardini che colpisce la parte alta della traversa. Terza sconfitta consecutiva senza segnare per i campani (e 8 gol subiti) che potrebbero cambiare guida nel corso della pausa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/10/2023 16:31
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.923
Post: 8.218
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Reinier & Soulé: il Frosinone vola con i suoi baby, Verona ko

Finisce 2-1 per i laziali che salgono al settimo posto,
decisivi i giovani di Di Francesco.
I veneti si svegliano tardi


Giulio Saetta


Il Frosinone batte 2-1 il Verona grazie ai suoi gioiellini sudamericani Reinier e Soulé. Sta pagando la strategia di mercato dei ciociari che hanno scelto di puntare sui giovani in cerca di rilancio. Nessuna squadra vanta più giocatori nati negli anni 2000 con almeno un gol segnato in questo campionato rispetto al Frosinone: tre (Soulé, Reinier e Monterisi), come il Napoli (Kvatarskhelia, Raspadori e Gaetano). Merito anche del tecnico Di Francesco, che proprio al Verona era stato esonerato in modo frettoloso due anni fa, per avere avuto il coraggio di inserirli in modo graduale, senza l’assillo della prestazione immediata. La classifica continua a sorridere al Frosinone che sale a 12 punti agganciando Monza e Lecce in settima posizione.

LE SCELTE — Di Francesco non si schiera a specchio e continua con la difesa a quattro, in cui tocca a Monterisi sostituire l’acciaccato Romagnoli. Dietro il doppio play Barrenechea-Mazzitelli, il tridente di trequarti in cui al centro fa l’esordio il classe 2001 brasiliano Reinier con a fianco Soulé a destra e Garritano a sinistra; Cheddira riprende posto al centro dell’attacco. Baroni invece rinuncia al centravanti di lotta Bonazzoli per avanzare Suslov, proponendo così un inedito tridente con Ngonge a destra e Saponara a sinistra.

ESORDIO COL BOTTO — Fa ancora molto caldo a Frosinone e i ritmi sono bassi, cosa che, sommata a un atteggiamento tatticamente molto accordo delle due squadre, non fa bene alla spettacolarità del match. Ci pensa Matias Soulé, talentino della Juve, a scaldare i tredicimila dello Stirpe con due fiammate ravvicinate. Al 32’ accelerazione classica con movimento ad accentrarsi da destra per trovare lo spazio col sinistro, che però finisce alto. Dopo un giro d’orologio ci riprova ma invece di allargarsi penetra diretto in area con una serpentina e da buona posizione prende il palo: si tratta del terzo legno pieno centrato dall’argentino in campionato. Allo scadere del primo tempo occasione per il Verona con una girata di testa di Folorunsho su corner. Al primo minuto di recupero Frosinone avanti con Reinier che a centroarea di piatto insacca un pallone calciato sul palo da Cheddira, imbucato da una bella giocata ancora di Soulé. Esulta lo Stirpe così come Di Francesco che ha dato fiducia all’ex Real Madrid: "Per poter valutare i ragazzi che hanno talento e qualità è giusto metterli in campo", aveva detto ieri in conferenza il tecnico pescarese.

SOULÉ SHOW — Verona vicinissimo al pari all’8 della ripresa con un ottimo cross da sinistra di Saponara che taglia l’area per la testa di Terracciano inseritosi a destra, palla fuori di un nulla sul palo lungo. Ora la partita è aperta, Reinier ancora protagonista al 12’ a chiudere un buon triangolo con Cheddira, il cui sinistro dal limite finisce a lato di poco. Poi al 16’ altro palo di Soulé, imbeccato da Reinier, ma al 21’ il classe 2003 argentino non sbaglia di testa su un cross di Marchizza da sinistra, imbeccato da un tacco di Garritano, e fa 2-0. Sfortunato di piede ma letale di testa Soulé, al secondo centro in campionato con questo fondamentale. Anche il suo primo gol in Serie A con la maglia della Juve contro la Sampdoria era stato fatto di testa. Di Francesco alla mezzora mette in ghiaccio la gara passando alla difesa a tre con l’ingresso di Romagnoli al posto di Reinier e formando una cerniera di centrocampo a cinque. Il risultato è concedere più campo al Verona che però è costretto a trovare la conclusione da fuori per la mancanza di spazi. Al 4’ di recupero Djuric subentrato accorcia le distanze di testa su cross da destra di Tchatchoua, unica piccola consolazione per Baroni che non trovava il gol da quattro partite. I tre punti, invece, in casa Hellas mancano da sei partite. E ora bisogna anche iniziare a guardarsi le spalle.

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/10/2023 20:54
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.923
Post: 8.218
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Spettacolo all'Olimpico: Lazio avanti,
doppia rimonta Atalanta ma Vecino esalta Sarri

Dopo l'autorete di De Ketelaere e il gol di Castellanos,
la squadra di Gasp era riuscita a recuperare con Ederson e Kolasinac.
Il tecnico toscano espulso ma vincente


Andrea Elefante


Alla settima partita in tre settimane per entrambe, giocata a 29 gradi e nonostante questo con grande intensità, ci sta di vincere con i cambi. E la Lazio batte l’Atalanta così, al minuto 38 della ripresa, con uno degli uomini scelti da Sarri, poco dopo espulso, per ridare vigore ad una squadra già da un po’ messa sotto, ma non soggiogata, dall’Atalanta: Gasp ricava poco dall’ingresso di Lookman e Muriel, mandati in campo in corsa per Scamacca e De Ketelaere, e stavolta anche da Koopmeiners; mentre il gol della vittoria viene firmato dall’uomo della provvidenza (come in Champions), Matias Vecino, entrato al posto di Luis Alberto, quando la sua squadra è già stata perlomeno rivitalizzata dagli strappi di Isaksen, messo in campo per spezzare il dominio nerazzurro. La Lazio così dà una pitturata alla sua classifica, che era ferma a 7 punti in sette partite, mentre la Dea chiude il suo tour de force così come lo aveva cominciato: perdendo 3-2 in trasferta, come era successo a Firenze, e perdendo la solidità difensiva da sei gare su otto senza subire gol. Anche se per un’ora dimostra che le cinque partite brillanti fra le due sconfitte non erano state un caso. Però Gasperini, che ha la panchina lunga, ha bisogno di più dai suoi cambi e deve mettere in condizione Scamacca, oltre che i suoi esterni, Holm e Bakker, entrati solo nel finale, perché Zappacosta e Ruggeri hanno chiuso la gara “cotti”.

LE SCELTE — Sarri non ha Immobile neanche per la panchina e non sceglie la formula con il “falso nove”: dunque al centro dell’attacco c’è Castellanos, con Felipe Anderson e Zaccagni esterni. Centrocampo con Rovella e Guendouzi assieme all’intoccabile Luis Alberto, al centro della difesa la coppia (ex) azzurra Casale-Romagnoli, con Marusic e Hysaj da laterali della linea a quattro. Con un giorno di riposo in meno dopo le fatiche di Coppa, Gasperini dosa le energie di Koopmeiners e Lookman, scegliendo Pasalic alle spalle di De Katelaere e Scamacca. Il centrocampo è quello collaudato, con Zappacosta e Ruggeri sulle fasce e la coppia De Roon-Ederson in mezzo, in difesa non c’è Toloi ma Djimsiti è recuperato dopo l’acciacco di Lisbona e gioca con Scalvini e Kolasinac.

PRIMO TEMPO — L’inizio è shock - come la sua metamorfosi rispetto a giovedì a Lisbona - per l’Atalanta e di conseguenza travolgente per la Lazio: due gol e due chance per irrobustire il vantaggio in appena 18’. Un po’ di fortuna per l’1-0, dopo meno di 5’: un corner come sempre velenoso di Luis Alberto e pallone spiovente, che in una selva di gambe sbatte sulla coscia di De Ketelaere, per un autogol che mette fuori causa Musso. La Dea accusa il colpo, la Lazio coglie l’attimo e all’11’ raddoppia, con un’azione che mette in evidenza quella che sembra stanchezza fisica, e in realtà nasconde solo un approccio meno feroce del solito, degli uomini di Gasperini: un velo di Luis Alberto attiva Zaccagni che scappa a Zappacosta, cambio gioco su Felipe Anderson che brucia Kolasinac e radente su cui Castellanos (primo gol laziale) che anticipa Djimsiti. Tre nerazzurri su tre in ritardo. Ma non è finita: dopo 3’, sugli sviluppi di una punizione, Casale si trova la porta spalancata ed è complice della prodezza di Musso che dice no. Quando al 18’ Guendouzi colpisce anche la traversa si pensa al crollo della Dea, e invece è lì che l’Atalanta, poco a poco, approfitta di un rallentamento della Lazio e ritrova energie, il filo del gioco e dunque, almeno un po’ il governo della partita. Da lì in poi ci sono solo occasioni per la Dea: al 25’, su un cross di Ruggeri spizzato da Casale, Pasalic - che ormai ha più movimenti da centravanti che da trequartista - arriva di testa con un attimo di ritardo. Ma è sempre di testa il gol del 2-1, al minuto 33: ancora un cross affilato di Ruggeri (terzo assist in campionato, più uno in Europa League) e Ederson ha abbastanza libertà per colpire e rimettere in corsa l’Atakanta. Che prima del riposo ha ancora due buone occasioni, sempre con Zappacosta: primo tiro respinto da Rovella, il secondo invece mirato malissimo con il sinistro.

SECONDO TEMPO — La ripresa inizia così com’era finito il primo tempo: con l’Atalanta che ci mette qualcosa in più ed è più pericolosa. Subito (4’) con De Ketelaere, che chiude un’azione personale con un gran sinistro su cui serve il miglior Provedel. Il gol del pareggio è nell’aria e arriva puntualmente al 18’, quando sugli sviluppi di un angolo, un cross dalla sinistra di Koopmeiners trova lo stacco di testa (sesto gol aereo dell’Atalanta in stagione) di Kolasinac, che sovrasta Marusic. La partita sembra avviata ad un pareggio, anche perché le forze calano, ma una punizione calciata non troppo alta da Isaksen (minuto 36’) è il segnale che il serbatoio dell’Atalanta tende alla riserva. E l’azione del 3-2, come i primi due, trova i nerazzurri mal disposti e poco pronti: su cross di Marusic è prezioso il ponte di testa di Castellanos, ma Vecino è liberissimo in area per il 3-2. E a quel punto la reazione dell’Atalanta è veemente, ma non lucida: si esaurisce in un colpo di testa di Scalvini fuori di poco, una girata di Muriel su cross di Lookman bloccata da Provedel e in una punizione guadagnata ai 25 metri dal colombiano, però murata dalla difesa biancoceleste.

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/10/2023 20:58
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.923
Post: 8.218
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
La Roma e Lukaku travolgono il Cagliari,
ma l'infortunio di Dybala rovina la festa



I giallorossi vincono 4-1 grazie alle reti di Aouar,
Belotti e alla doppietta del belga.
Ma l'argentino tiene tutti con il fiato sospeso


Andrea Pugliese

Terza vittoria consecutiva della Roma, anche se in casa giallorossa c’è poca voglia di far festa, a causa dell’infortunio di Dybala che preoccupa un po’ tutti. Per l’argentino c’è da capire il trauma al ginocchio sinistro che l’ha costretto ad uscire tra le lacrime dopo 37’ di gioco. In quel momento la Roma aveva già ipotecato la partita con i gol di Aouar e Lukaku, chiudendola poi nella ripresa (4-1 sul Cagliari) con il secondo sigillo del belga e quello di Belotti. Ma, è evidente, quello che interessa di più è capire come stia davvero Dybala.

TROPPA DIFFERENZA — Mourinho stavolta dà fiducia ad Aouar, anche se è una fiducia obbligata che però viene presto ripagata dal francese, che apre le danze al 19’ e segna il suo primo gol in Italia. Ranieri, invece, si mette a specchio con il 3-5-2, inverte gli interni di centrocampo (Sulemana e Makoumbou) e davanti si affida ai chili di Petagna (subito pericoloso di testa). Il Cagliari, tra l’altro, parte anche bene, con un buon ritmo e con un Nandez che a destra mette intensità ed energia su ogni pallone. La differenza di qualità però è evidente e la Roma, pur senza fare niente di trascendentale, riesce presto a incanalare la gara con il maggior talento. E pazienza se Dybala si divora un gol calciando su Scuffet a porta spalancata, le reti arrivano subito dopo proprio da Aouar (assist di Spinazzola) e ancora da Lukaku (di petto, sesto gol in sette gare da titolare). Sul 2-0 cambia la partita, con i sardi che provano ad alzare il baricentro e la Roma a sfruttare le ripartenze (Lukaku ne sbaglia una clamorosa). Il problema dei padroni di casa, però, è che in mezzo ci sono poche idee e che gli spazi sono sempre meno. Quello della Roma, invece, è l’infortunio di Dybala al ginocchio sinistro, quello con cui disegna magie su magie, subito dopo uno scontro con Prati. Dybala si rialza, prova a correre e poi ricrolla a terra, piangendo e con le mani tra i capelli. Esattamente come Mourinho, che quando lo vede andare giù si gira con il volto terrorizzato e le mani tra i capelli, anche lui.

IN GHIACCIAIA — Neanche il tempo di ripartire che la Roma mette in cassaforte la partita. Lukaku ha subito la palla del 3-0 ma la spreca malamente, rifacendosi però all’11’ con un tocco ravvicinato che supera Scuffet. In mezzo il pezzo di bravura di Belotti, che brucia Zappa e insacca il 3-0. In entrambi le occasioni c’è però da sottolineare il genio di Paredes, che regala due assist al bacio al Gallo (rete validata dal Var) e a BigRom. Sul 4-0 non c’è più partita, con il Cagliari che cerca di salvare solo l’orgoglio e la Roma a gestire forze e risorse, per evitare anche ulteriori infortuni (da inizio stagione siamo già a 15). Il Cagliari però è anche sfortunato: al 26’ il primo gol in A di Prati, un gioiellino di coordinazione dal limite, viene annullato per un fuorigioco di Azzi, dieci minuti dopo Ndicka nega sulla linea la rete a Pavoletti. Ed allora il gol della bandiera arriva al 41’, con il rigore di Nandez (fallo di mano di Cristante). Finisce così, con la Roma ad incrociare le dita per Paulo Dybala.

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/10/2023 21:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 104.923
Post: 8.218
Sesso: Maschile
Maestro del B-side
Nuovo scivolone Napoli al Maradona:
la Fiorentina fa il colpo e prende la Juve al terzo posto

Apre Brekalo, poi il pari di Osimhen su rigore,
nella ripresa le zampate di Bonaventura e Nico Gonzalez


Nicola Berardino


La Fiorentina sbanca il Maradona e resta agganciata al terzo posto, al fianco della Juventus. Si sgancia invece il Napoli che cade dopo quattro gare utili e scivola in quinta posizione. Non è servito a far punti il ritorno al gol su rigore da parte di Osimhen che a fine primo tempo aveva pareggiato il vantaggio di Brekalo. Nella ripresa il gol di Bonaventura sancisce la superiorità della squadra di Italiano (quattro successi a Napoli da allenatore). La formazione di Garcia non sa rialzarsi e subisce una lezione di gioco dalla Fiorentina che nel recupero finale va firmare il terzo gol con Gonzalez.

OSIMHEN DI RIGORE — Garcia conferma in blocco la formazione schierata dal via martedì contro il Real Madrid: Mario Rui parte dalla panchina. Italiano effettua sette cambi nell’undici allestito giovedì sera contro i Ferencvaros. In pratica, confermati Terracciano, Kayode, Quarta e Bonaventura. In difesa entrano Milenkovic e Parisi. In mediana riecco Arthur e Duncan. Il turnover spinge anche Gonzalez in panchina. Così sulla destra delle trequarti c’è Ikone e sul versante opposto si rivede Brekalo. Torna Nzola come terminale offensivo. Napoli in campo con la maglia versione Halloween. Subito molto alto il pressing dei viola. Al 5’ brividi per la squadra di Garcia: rovesciata di Quarta, ribatte Osimhen. Replica del Napoli: botta di Di Lorenzo che va sopra la traversa. Al 7’ la Fiorentina va a segno. Brekalo è lesto ad avventarsi sul pallone respinto dal palo dopo un tocco di Quarta: il suo sinistro, da posizione angolata, infila Meret (tiro tra le gambe). È il primo gol stagionale per il croato. I viola giocano ad un ritmo elevato. Azzurri bloccati nella ricerca degli spazi. Si apre un varco al 22’ e Osimhen va in gol che però viene annullato per fuorigioco. Al 28’ Terracciano fa scudo su una bordata di Lobotka. Lucida e geometrica la manovra della Fiorentina. Si ferma Anguissa per problemi muscolari e al 32’ entra Raspadori. Garcia passa al 4-2-3-1. Napoli più sciolto in proiezione offensiva, la Fiorentina serra i cancelli davanti a Terracciano. Raspadori al tiro: fuori bersaglio. Ma la gara resta in controllo della Fiorentina che si muove a tutto campo. Il fraseggio dei viola si impone sugli avversari. Fischi del Maradona per la prova degli azzurri. Al capolinea del primo tempo con quattro minuti di recupero Terracciano per anticipare Osimhen lo travolge. La Penna decreta il rigore. Sul dischetto, dopo le parentesi di Zielisnki con Udinese e Real Madrid, torna il nigeriano che porta il Napoli al pareggio prima dell’intervallo. Sesto gol in campionato per il capocannoniere della stagione scorsa.

IL COLPO DI BONAVENTURA — Nella ripresa è la Fiorentina ad andare per prima più vicina al gol. Al 5’ incursione di Nzola, che smista per Ikone: palo esterno a portiere battuto. Riparte il Napoli: diagonale di Osimhen deviato in angolo. Il Maradona passa agli applausi per gli azzurri. Rasoiata di Ikone di poco al lato. Garcia avvicenda Politano con Cajuste per riequilibrare il centrocampo. Osimhen porta via il pallone a Milenkovic ma viene fermato da Terracciano. Il gioco del Napoli lievita. Ma la squadra di Italiano è in guardia per cogliere ogni chance. E al 18’ avanza Duncan, un rimpallo con Olivera innesca Bonaventura che di piatto riporta la Fiorentina in vantaggio. Quarto gol stagionale per il 34enne trequartista appena richiamato in Nazionale da Spalletti. Il Napoli si risente in ansia, come dopo la prima rete dei viola. Al 28’ ecco Gonzalez che rileva Brekalo. Tre minuti dopo tris di sostituzioni nel Napoli: Zielisnki, Osimhen e Lobotka out, spazio a Simeone, Lindstrom e Gaetano. Chance per Kayode. Preme la squadra di Garcia. Parisi sventa su Simeone. Italiano fa entrare Ranieri, Mandragora e Infantino al posto di Kayode, Duncan e Arthur. Terracciano devia in angolo una capocciata di Simeone. Comuzzo sostituisce Ikone. La Fiorentina non si accontenta e va a segnare anche il terzo gol con una ripartenza rapida capitalizzata da Gonzalez. I viola si godono una vittoria meritatissima. Sul Napoli i fischi finali del Maradona.

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/10/2023 23:55
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:54. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

Versione 3.0 - Realizzata da Simpatia Osè - Risoluzione consigliata 1024x768