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Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di B-Side FORUM

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2024 00:59
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Atalanta, questo è un ritmo-Champions:
quinta vittoria di fila e tris a un Sassuolo da incubo



Il portiere ferma Pinamonti dal dischetto due volte nel recupero del 1° tempo
(la prima volta il tiro dal dischetto viene fatto ripetere), dopo il vantaggio di Pasalic al 21'.
Nella ripresa il 2-0 di Koopmeiners e il tris (deviato) di Bakker.
Neroverdi terzultimi col Verona


Giulio Saetta

Quinta vittoria di fila, 17 gol fatti e 2 subiti. L’Atalanta versione rullo non si ferma davanti al Sassuolo e consolida il quarto posto con tre punti di vantaggio sul Bologna. I gol non vengono dalle punte ma dai centrocampisti (Pasalic, Koopmeiners e Bakker) ma il protagonista è Carnesecchi che para due rigori sul finire del primo tempo, due esecuzioni di Pinamonti dopo la ripetizione per ingresso irregolare in area di Kolasinac.

LE SCELTE — Due cambi a centrocampo rispetto alla vittoria di Genova: con il rientro di Ederson dalla squalifica, fuori De Roon (a due gialli dalla squalifica) e conferma per Pasalic mezzala; a sinistra Zappacosta vince il ballottaggio con Ruggeri. Davanti, Miranchuk preferito a Scamacca come partner dell’ormai inamovibile De Ketelaere. Dionisi invece fa una sola variazione nell’undici titolare rispetto al pareggio contro il Torino: al centro della difesa Tressoldi per l’infortunato Erlic. In mezzo ancora fiducia a Lipani come partner di Henrique, sulla trequarti solita cerniera Bajrami-Thorstvedt-Laurienté, punta centrale Pinamonti.

DOPPIO MIRACOLO — La prima conclusione della gara è degli ospiti, con Thorstvedt, che mettono in chiaro di non essere saliti al Gewiss per fare da vittima sacrificale. Infatti il match è vivo con l’Atalanta che va vicino al vantaggio prima con Holm da corner, poi con Miranchuk che svirgola un bocconcino di De Ketelaere dalla sinistra. Il vantaggio arriva al 22’ grazie a Pasalic, che in versione centrocampista box-to-box ruba palla nella sua metà campo, avvia l’azione sulla destra che porta al piattone di Miranchuk respinto da Consigli troppo centralmente su cui si avventa lo stesso croato. Vicinissimo al pari il Sassuolo al 31’ con Henrique che calcia da due passi ma trova la deviazione di Carnesecchi con la complicità della traversa. Partita bellissima: Holm al 43’ di testa trova il muro di Consigli, al 46’ rigore per il Sassuolo per un fallo di mano di Scalvini su colpo di testa di Thorstvedt che Carnesecchi para due volte a Pinamonti (Kolasinac in area sulla prima conclusione), prima alla sua sinistra poi alla sua destra.

LA CHIUDE KOOP — Al rientro in campo dopo il pericolo scampato la Dea non vuole avere sorprese e preme subito alla ricerca del raddoppio. Ci va vicino Pasalic con un tiro di prima da buona posizione che finisce alto e al 13’ capitalizza con il settimo gol di Koopmeiners in campionato a suggellare una bella azione sulla destra di Holm, che la mette a rimorchio per l’olandese: piattone sinistro implacabile sotto l’incrocio. Il Dna dell’Atalanta non prevede pietà, il Sassuolo diventa oggetto di un tiro al bersaglio tra conclusioni centrali e discese sulle fasce. Miranchuk si divora il 3-0 su un cross basso di Koopmeiners al 23’ e al 30’ i nerazzurri fanno tris grazie al nuovo entrato Bakker, che al primo pallone toccato fulmina Consigli da fuori con la complicità della deviazione di Pedersen. Finisce con il Gewiss in festa e qualche rammarico per il 4-0 che si divora Scamacca davanti a Consigli.

Fonte: Gazzetta dello Sport
17/02/2024 23:01
 
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Zirkzee, che spettacolo!
Il Bologna non si ferma più, Lazio al tappeto



Biancocelesti avanti al 18' con un gran tiro di Isaksen.
Il pareggio arriva al 39' con El Azzouzi e poi, al 78', ecco il gol vittoria dell'olandese.
I rossoblù salgono a quota 45 punti,
come l'Atalanta che però ha disputato una partita in meno


Nicola Berardino

Quarta vittoria di fila per il Bologna che riprende l’Atalanta al quarto posto. I rossoblù si impongono in rimonta su una Lazio che alla distanza accusa le fatiche di Champions, risentendo anche dell’emergenza in formazione. Il vantaggio inziale con Isaksen con un buon impatto sulla gara illude i biancocelesti. Sbaglia un rinvio Provedel e il Bologna pareggia prima dell’intervallo con El Azzouzi. Nella ripresa la squadra di Motta prende il controllo della gara e al 33’ mette le mani sui tre punti grazie a un bel gol di Zirkzee. Per la Lazio uno stop decisamente duro in chiave classifica. Prima della gara, nel ricordo di Mihajlovic, doppio ex, un video sul maxischermo con i suoi momenti più esultanti con la maglia della Lazio. In tribuna anche la famiglia del campione serbo. Premiato Immobile per 200 reti in A, traguardo raggiunto la scorsa settimana a Cagliari.

EL AZZOUZI REPLICA A ISAKSEN — Sarri sconta assenze pesanti: squalificati Romagnoli e Vecino, ancora infortunati Zaccagni e Rovella. Non al meglio, ma recuperati per la panchina Hysaj e Pellegrini. In difesa, torna Patric dal 1’. In regia confermato Cataldi. Nel tridente Isaksen preferito a Pedro. Motta schiera El Azzouzi in mediana per rimediare alla squalifica di Freuler. Fabbian al posto di Aebischer l’altra novità in formazione rispetto a quella del recupero contro la Fiorentina. Il primo pericolo viene creato dai rossoblù: botta di Ferguson sopra la traversa. All’8’ Skorupski è pronto a ribattere un tiro di Immobile da buona posizione. Si ferma Patric: entra Casale. Al 13’ annullato un gol di Immobile per fuorigioco dello stesso attaccante. Al 18’ la Lazio passa: Isaksen scambia con Immobile e di sinistro fulmina Skorupski. Secondo gol in campionato per il danese. Cinque minuti dopo Immobile al tiro: parato. Al 31’ bello spunto di Isaksen: vola Skorupski per deviare il pallone che va a scheggiare il palo. Insidioso un tentativo su punizione di Saelemaekers: a lato. Al 39’ il Bologna va a segno con El Azzouzi che approfitta di un disinvolto disimpegno di Provedel: gol convalidato dopo il check dal Var che cancella il fuorigioco ravvisato da Maresca. Prima rete in rossoblù per il marocchino. Riparte la Lazio. Skorupski si oppone a Guendouzi. Che ci riprova subito dopo: Lucumi salva a portiere battuto. Tre minuti di recupero. Forti dubbi su un intervento in area di Ferguson ai danni di Isaksen nell’ultima azione prima dell’intervallo.

IL COLPO DI ZIRKZEE — La ripresa comincia con il Bologna più continuo nella manovra. La Lazio in guardia per avviare le ripartenze. Casale devia in angolo un colpo di Ferguson. Zirkzee dalla distanza: Provedel controlla. Cresce la squadra di Motta. Posh non finalizza una buona chance. Proteste laziali: Cataldi “spostato” in area da Ferguson. Maresca fa proseguire. Al 20’ Sarri inserisce Pedro e Castellanos per Isaksen e Immobile. Felipe Anderson torna sulla fascia destra. Perde ritmo la formazione di Sarri. Debola colpo di testa di Castellanos. Triplo cambio nel Bologna: Ndoye, Aebischer e Urbanski per Saelemaekers, e El Azzouzi Fabbian. Al 31’ altre due sostituzioni nella Lazio: Kamada e Pellegrini rilevano Luis Alberto e Lazzari. Ak 34’ il Bologna raddoppia: poderoso tocco in controbalzo di Zirkzee, che dopo aver avviato il rilancio rossoblù va a chiudere a rete l’ottimo traversone dalla destra di Kristiansen. La Lazio cerca di scuotersi. Motta cambia Kristiansen e Orsolini con Calafiori e Lykogiannis. Quattro minuti di recupero finale. Biancocelesti all’assalto con tanta generosità. Anche Provedel in area per l’ultimo angolo. Ma il Bologna regge e incassa una vittoria preziosa in prospettiva Champions tra l’amarezza della Lazio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/02/2024 15:42
 
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Niang risponde a Beltran:
l'Empoli frena la corsa europea della Fiorentina



Viola avanti al 29', su rigore il pareggio dell'ex Milan nella ripresa.
La squadra di Italiano non allunga sulla Lazio,
quella di Nicola resta a +2 su Verona e guadagna un punto sul Sassuolo


Ilaria Masini

Poco spettacolo e un punto a testa per Empoli e Fiorentina che pareggiano 1-1 con le reti di Beltran per i viola e Niang su rigore per gli azzurri. Davide Nicola conquista il suo quinto risultato utile consecutivo (due vittorie e tre pareggi) e prosegue la corsa salvezza, mentre gli uomini di Italiano salgono a quota 38 punti, ma vengono ancora frenati senza riuscire a riprendere un vero ritmo europeo.

LA PARTITA — Nicola conferma il 3-4-2-1 con Gyasi e Cacace sulle fasce e Zurkowski insieme a Cambiaghi dietro a Cerri. Vincenzo Italiano nel suo 4-2-3-1 schiera Beltran sulla trequarti alle spalle di Belotti, mentre i due esterni d’attacco sono Nico Gonzalez a destra e Sottil a sinistra. Il ritmo della prima frazione è molto basso e il gioco spezzettato. L’Empoli si affaccia in avanti al 7’ con Grassi che serve Maleh che non riesce ad andare alla conclusione. Per vedere una conclusione della Fiorentina è necessario aspettare il 27’ con un tiro di Faraoni respinto da Caprile. Al 29’ i viola passano in vantaggio grazie a Beltran che, servito da Mandragora, firma l’1-0 con un rasoterra in diagonale. È il sesto gol in Serie A per l’argentino. Al momento della rete l’Empoli si trova in dieci per un infortunio muscolare a Grassi che un minuto dopo è infatti costretto a lasciare il campo lasciando spazio a Marin. La reazione azzurra è nei piedi di Cambiaghi che affonda sulla sinistra, scappa a Martinez Quarta e mette al centro senza trovare compagni pronti a sfruttare l’occasione. Il primo tempo si chiude con un tentativo di testa di Martinez Quarta sugli sviluppi di una punizione battuta da Biraghi.

PAREGGIO NIANG — Nicola cambia: inserisce Niang per Gyasi (diffidato e ammonito al 1’ del primo tempo per fallo su Biraghi) e al posto di Cerri entra Cancellieri che si mette subito in mostra con un destro centrale parato da Terracciano. Le sostituzioni sono azzeccare e l’1-1 arriva proprio grazie ai due nuovi entrati: Faraoni trattiene per la maglia in area Cancellieri e il direttore di gara Pairetto non ha dubbi nel fischiare il rigore che Niang al 56’ insacca, spiazzando Terracciano. L’Empoli cerca il vantaggio con una conclusione dai 30 metri di Marin mentre la Fiorentina ci prova con Sottil. Nel tentativo di dare una scossa Italiano dal 62’ al 75’ effettua tutte le sostituzioni: inserisce Kayode per Faraoni, Arthur per Duncan, Ikoné per Sottil, Bonaventura al posto di uno spento Belotti e infine Parisi per Biraghi. Nicola lancia anche Fazzini e Pezzella, ma il risultato non cambia e il derby toscano termina in pareggio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/02/2024 21:47
 
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Zemura illude l'Udinese, poi un buon Cagliari strappa il pari e Ranieri respira

Gaetano di testa risponde al vantaggio bianconero.
Traversa di Lapadula, i rossoblù tornano a fare punti dopo quattro k.o. di fila


Francesco Velluzzi


L’Udinese non voleva perdere e ha preso un punto, il Cagliari aveva disperato bisogno di ossigeno e ha trovato al Bluenergy Stadium friulano il pari che permette di ripartire e di non perdere contatto con le squadre che battaglieranno fino alla fine per tenersi stretta la Serie A. Al gran gol di Zemura risponde Gaetano con un gran colpo di testa. Ma, se parliamo di sfida, la vince ai punti il Cagliari perché nella ripresa l’Udinese, dopo 40 minuti giocati con disinvoltura, autorità, gran palleggio e bei fraseggi, si ferma, quasi a volersi accontentare. Il pubblico non gradisce e alla fine fischia. Ma l’obiettivo salvezza per i friulani si avvicina. In 25 partite ne hanno perse soltanto otto, ma dovranno lottare ancora un po’. E vincere qualche scontro diretto.

IL PRE — Seconda e ultima partita per l’Udinese con la curva Nord chiusa, ma, a differenza della gara contro il Monza, gran parte della curva è posizionata nei Distinti e da lì rumoreggia. A dimostrazione che l’Udinese di oggi parla argentino in tribuna si accomoda Walter Samuel che prima era il muro dell’Inter del triplete, ora è il vice di Scaloni nell’Argentina campione del mondo. C’è da dare un occhio attento a Nehuen Perez, già convocato in passato, ma anche a Giannetti, riemerso a 30 anni ed eventualmente a Payero. Il Tucu Pereyra è ancora infortunato.

SI GIOCA — La formazione di Cioffi è quella annunciata con Ehizibue che vince il ballottaggio con Ebosele. Il Cagliari deve rinunciare a Nandez che è in panchina, ma ha una contrattura, da non sottovalutare. Quindi Ranieri non si mette a specchio, ma comincia con un 4-2-3-1 che ha Luvumbo, Gaetano e Jankto a supporto di Lapadula. Il progetto viene presto abbandonato perché il palleggio dell’Udinese non consente grandi slanci e quindi 4-4-2 di matrice Ranieriana con Gaetano che affianca Lapadula e tutti dietro a cercare di ripartire. Il Cagliari subisce e al 13’ l’Udinese passa all’incasso. Zappa, sempre lui, fa sfilare una palla crossata bassa da Ehizibue e lascia indisturbato Zemura che, comunque, fa un gran gol, il primo in maglia bianconera battendo l’ex Scuffet. I sardi reagiscono solo con un cross basso sul quale Okoye è attento. Subiscono il palleggio avversario, e la pressione a destra dove Cioffi manda largo Thauvin per crossare o cercare l’uno contro uno con Ehizibue che va più dentro il campo. Augello deve arrangiarsi come può, anche perché l’altro ex Jankto non ha la cattiveria giusta per avventarsi sui palloni. E infatti Ranieri lo inverte con Luvumbo portandolo a destra. Il Cagliari spende qualche inevitabile giallo con Dossena e Augello. Lucca incorna bene al 33’ su bel cross d Thauvin. Lapadula, sopraffatto da Giannetti, fa la prima cosa bella su punizione che Okoye para bene a 42’. Ma un minuto dopo il Cagliari pareggia: bel cross di Augello e Gaetano vola tra Giannetti e Perez e batte il portiere nigeriano. Secondo gol in due partite per il jolly arrivato dal Napoli che sembra saperci fare.

SECONDO TEMPO — Si riparte con gli stessi uomini. Ma al 3’ è il Cagliari che sfiora il raddoppio con Lapadula che da centro area colpisce la traversa. L’Udinese dà qualcosa solo dopo il 10’ con il solito Thauvin che pesca Lucca ma il tiro al volo del gigante di Moncalieri finisce fuori, così come va fuori anche la successiva conclusione del francese. Così Cioffi, vedendo i suoi i riserva, cambia gli esterni fuori Ehizibue e Zemura, dentro Ferreira ed Ebosele. La partita ristagna. Col Cagliari che capisce che qualcosa in più può fare e va a prendere il pallino del gioco. Un gran tiro di Samardzic va fuori. Ranieri mette forze fresche: Pavoletti, Nandez, che ha poca autonomia, Di Pardo. Fuori Lapadula, Jankto e Zappa. Cioffi cambia le punte inserendo Success e Brenner (perché cambiare l’ottimo Thauvin?). Con loro in campo non succede praticamente più nulla, anche se il Cagliari continua a guadagnare metri. Ma il pareggio sta bene a tutte e due. E capitan Pavoletti va a dare la maglia ai tifosi in curva. Mentre i bianconeri devono “giustificarsi” con la loro di curva che ha finito l’esilio nei Distinti.

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/02/2024 21:56
 
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La Roma si rialza subito: tris al Frosinone e che perla Huijsen!

Dopo la sconfitta con l'Inter i giallorossi tornano a vincere grazie al gol del
difensore nel primo tempo e alle reti di Azmoun e Paredes (su rigore) nella ripresa.
Nel finale si rivede Smalling che mancava da oltre cinque mesi


Andrea Pugliese


Può il peggiore in campo regalare tre punti? A volte sì ed è successo ad Huijsen, che dopo aver sbagliato un po’ tutto si inventa un gol pazzesco e spiana la strada per la vittoria alla Roma. Che fino a quel momento aveva faticato da matti contro un buon Frosinone e che poi ha messo in ghiacciaia i tre punti grazie alle reti nella ripresa di Azmoun e Paredes (rigore). Di Francesco paga invece la mancanza di concretezza sotto porta e le ingenuità difensive. Risultato severo per il Frosinone, salutare per la Roma, che continua a inseguire la zona-Champions.

DEAN CHIAROSCURO — De Rossi sceglie Svilar in porta e opta per il 4-2-3-1, con Azmoun come sottopunta e Baldanzi esterno destro. Di Francesco, invece, gioca con un 4-1-4-1 mobile, in cui Soulè e Reinier sono un po’ gli aghi della bilancia. I padroni di casa, del resto, sono aggressivi da subito, fin dal fondo, e non permettono mai alla Roma di costruire. Huijsen (che doveva venire a Frosinone) è bersagliato dai fischi e sbaglia un po’ tutti, risultando il peggiore in campo (con un paio di appoggi da matita rossa). Ma siccome il calcio è strano, alla fine l’olandese ti tira fuori un gol gigantesco (38’), saltando due avversari e freddando dalla distanza Turati. Ne viene fuori un caos, perché Huijsen zittisce i tifosi avversari con il dito al naso e in campo tutto il Frosinone non ci sta. Anche perché la partita l’ha fatta sempre e solo la squadra di Difra (13-3 il computo dei tiri alla fine del primo tempo), che paga però il fatto di non avere peso davanti. Insomma, ci fosse stato un attaccante vero, probabilmente il Frosinone sarebbe stato almeno avanti per 2-0 già intorno alla mezzora. Perché le occasioni i ciociari le hanno avute ecco (bravo Svilar prima su un colpo di biliardo di Soulé e poi su un tiro ravvicinato di Kaio Jorge), ma ne hanno sprecate anche tante. Dall’altra parte, invece, a parte il gol solo uno spunto di potenza di Lukaku ben parato da Turati, ma anche l’impressione di non riuscire mai ad imbastire un’azione degna di nota, con Brescianini spesso a uomo su Paredes per togliere idee e il centrocampo troppo “morbido”. Con il 4-2-3-1 e Baldanzi che in fascia non aiuta per Dna e caratteristiche, Paredes e Cristante sono messi spesso in mezzo e faticano a coprire il campo.

FUGA GIALLOROSSA — De Rossi ad inizio ripresa toglie proprio Huijsen (anche ammonito) e Lukaku, inserendo Llorente e Pellegrini (con Azmoun spostato a fare il centravanti). E nel secondo tempo la partita cambia, perché il Frosinone deve sbilanciarsi e per la Roma si aprono spazi dove infilarsi con le ripartenze. El Shaarawy ne ha subito un paio interessanti, Lirola spreca dal limite e Svilar rischia il patatrac, scivolando quasi sulla linea d’area di rigore. Quindi Di Francesco si gioca tutte insieme le altre carte offensive a sua disposizione: Cheddira, Harroui e Caso. Solo che al 26’ arriva il 2-0 della Roma: tiro da fuori di Cristante, parata difettosa di Turati e tap in vincente di Azmoun. Poi giocata di Baldanzi, mani di Okoli e rigore (chiamato dal Var) realizzato da Paredes. E allora c’è spazio anche per il ritorno in campo di Smalling 170 giorni dopo l’ultima apparizione, per un paio di tentativi innocui di Harroui. Finisce così, con il sorriso di De Rossi e il rammarico di Di Francesco.

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 18/02/2024 22:09]
18/02/2024 22:08
 
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Milan, che tonfo a Monza:
perde 4-2 e fallisce l'assalto alla Juve seconda

Poker dei brianzoli in una partita dove succede di tutto, specialmente nel finale.
Gol di Pessina (rigore), Mota Carvalho, Giroud,
poi il pari di Pulisic e infine le reti di Bondo e Colombo.
Espulso Jovic a inizio ripresa


Francesco Pietrella


Le treccine di Warren Bondo sventolano come bandierine sul prato dello U-Power Stadion. I suoi occhi buoni, di sicuro increduli, cercano compagni e tifosi in ogni direzione. Il man of the match di Monza-Milan è un ragazzo francese che ha scelto di segnare il suo primo gol in Serie A al novantesimo, sotto la curva, e con un destro a giro da giù il cappello. Palladino se la ride, incassa applausi e ottiene il primo successo stagionale contro una big: 4-2 contro un Milan tutt’altro che brillante. Il protagonista, in fondo, è sempre il numero dieci, ma stavolta non sono le cifre che sperava di acciuffare il Milan. Stefano Pioli si è presentato a Monza con il tridente di riserva, Leao in panchina e con la sicurezza dell’ultimo periodo, bramoso di centrare il decimo di risultato utile di fila in Serie A, ma se n'è andato con quattro schiaffi sul viso e un’espulsione, tradito da uno dei suoi risolutori. Il rosso rimediato da Luka Jovic, oggi in versione “tu quoque?”, è il manifesto di una sconfitta improvvisa e meritata (4-2), figlia di errori individuali e scelte discutibili. I quattro eroi spuntati fuori dalla nebbiolina sono capitan Pessina, Dany Mota, Colombo e Warren Bondo. Il Milan fallisce il sorpasso alla Juventus.

COSÌ IN CAMPO — Palladino vara un Monza dai due volti che oscilla tra solidità e fantasia. Sulla trequarti comandano i mancini, Colpani e Valentin Carboni, mentre in mezzo ragionano Gagliardini e Pessina. Sulle fasce, invece, due soluzioni: Birindelli contiene e fa da pendolino, Mota svaria e crea, con l’ariete Djuric pronto a sgomitare davanti. Nel Milan festival di novità. Pioli lancia il tridente B con Chukwueze, Jovic e Okafor, sceglie il doppio regista (Adli-Bennacer) e rispolvera Thiaw, tornato a giocare contro il Rennes dopo quattro mesi. L’ultima gara in Serie A risale al 25 novembre. Sugli spalti spiccano Ibra e Galliani.

APPROCCI — Il Milan approccia la partita al solito modo, ovvero costruendo basso, sganciando uno dei centrali quando c’è da impostare e affidandosi ai guizzi degli esterni, ma c’è un problema: gli interpreti. Chukwueze sgasa due volte in un quarto d’ora e poi si spegne, Okafor non è Leao e Adli e Bennacer si pestano i piedi. L’ago della bilancia è Thiaw, tornato titolare dopo quattro mesi ma decisamente stralunato, in difficoltà. Il Monza, invece, fa ciò che deve fare: argina ogni spiffero e chiude le linee, affidandosi all’inventiva di Carboni e Colpani. Il primo, mancino puro, impegna Maignan con un tiro da fuori e chiama a sé la sfera. L’imperativo di Palladino è guai a buttare via il pallone, bensì costruire con calma olimpica per trovare il varco. Il primo, però, lo trova il Milan, approfittando di una fase di pressing sbagliata dei brianzoli, rei di aver lasciato un buco a centrocampo. Al 23’ l’algerino si invola palla al piede, scambia con Jovic ma calcia malissimo. La risposta del Monza è un colpo di testa di Djuric che scheggia l’incrocio dei pali (30’).

DUE SCHIAFFI — La chiave di volta di una partita chiusa a tripla mandata è l’infortunio di Di Gregorio, che al 35’ si scontra con Andrea Carboni ed esce tra gli applausi della curva. Stordito dal testa contro testa, il portierone dei brianzoli rimedia un occhio nero e cede i pali a Sorrentino, che si rende subito protagonista grazie a un semplice calcio di rinvio. Il primo pallone toccato. Djuric raccoglie la sfera, Mota affonda e Thiaw lo stende. Pessina si palesa sul dischetto a spiazza Maignan. Il raddoppio arriva poco dopo, ed è uno schiaffo dritto al volto di un Milan già paonazzo. Un festival di errori che vede come comparse Bennacer e Thiaw. Il primo buca l’intervento, il secondo si fa saltare da Colpani, che serve Mota sulla sinistra per la rete del 2-0. Il destro a giro del portoghese scalda il pubblico dello U-Power e fa felice Palladino.

LA FAVOLA DI BONDO — Neanche il tempo di sistemarsi che Pioli ha già varato i primi cambi. Fuori Okafor, Adli e Chukwueze, dentro Leao, Reijnders e Pulisic. Il fallimento del tridente B, una bocciatura in piena regola delle riserve, mai incisive e decisamente isolate. L’unico superstite è Jovic, che però trova il modo di uscire lo stesso, facendosi espellere per un’ingenua manata sul volto di Izzo. Rosso diretto dopo il check del Var. La reazione rossonera è tutta nel volto rilassato di Olivier Giroud, bravo a pungere Sorrentino con un gol di rapina. Il dodicesimo in Serie A. Cross dalla destra di Florenzi, sponda di testa di Pulisic e rete del francese. A questo punto l’assedio è d’obbligo, gli schemi saltano e la gara diventa un giro di affondi e contropiede, di palloni buttati in area e sgasate più o meno rilevanti. Pulisic e Leao tengono le fila dell’attacco, ma lo statunitense sembra avere il fuoco dentro. Come se volesse comunicare a Pioli che a lui la panchina non serve. Così salta l’uomo con facilità, affonda a destra, sgasa, serve assist, e alla fine punge con una perla intrisa di tecnica, precisione e qualità: sinistro a giro sul palo lontano per il 2-2. Sembra l’inizio della solita partita milanista dell’ultimo periodo, una squadra che incassa, va sotto e poi colpisce in rimonta, ma stavolta il risolutore della gara è un ventenne con una manciata di presenze in Serie A. Uno che in passato era stato cercato anche dal Milan, salvo poi prendere una strada un po’ diversa, verso Monza. Al novantesimo Warren Bondo raccoglie un passaggio al limite dell’area e si inventa un destro a giro imprendibile, facendo alzare di scatto tutta la panchina biancorossa. La favola del Monza ha gli occhi buoni di un ragazzo al primo gol in Serie A, resa ancora più bella dall’ultimo guizzo di Colombo che chiude la partita. La panchina è di nuovo in campo. Il Monza vince 4-2, notte fonda per il Milan.

Fonte: Gazzetta dello Sport
18/02/2024 23:24
 
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SERIE A 2023/2023 25ª Giornata (6ª di Ritorno)

16/02/2024
Torino - Lecce 2-0
Inter - Salernitana 4-0
17/02/2024
Napoli - Genoa 1-1
Verona - Juventus 2-2
Atalanta - Sassuolo 3-0
18/02/2024
Lazio - Bologna 1-2
Empoli - Fiorentina 1-1
Udinese - Cagliari 1-1
Frosinone - Roma 0-3
Monza - Milan 4-2

Classifica
1) Inter(*) punti 63;
2) Juventus punti 54;
3) Milan punti 52;
4) Atalanta(*) e Bologna punti 45;
6) Roma punti 41;
7) Fiorentina punti 38;
8) Lazio(*) punti 37;
9) Napoli(*) e Torino(*) punti 36;
11) Monza punti 33;
12) Genoa punti 30;
13) Lecce punti 24;
14) Udinese e Frosinone punti 23;
16) Empoli punti 22;
17) Sassuolo(*) e Verona punti 20;
19) Cagliari punti 19;
20) Salernitana punti 13.

(gazzetta.it)

NOTE
(*) una partita in meno
Bologna - Fiorentina, Torino - Lazio, Sassuolo - Napoli e Inter - Atalanta
sono rinviate per consentire alle formazioni Fiorentina, Lazio, Napoli e Inter
di disputare semifinali e finali della Supercoppa Italiana a Riad (Arabia Saudita).
19/02/2024 21:11
 
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Durato poco anche il ritorno di Walter Mazzarri sulla panchina del Napoli: alla vigilia del delicatissimo match contro il Barcellona in Champions, il presidente Aurelio De Laurentiis ha deciso di dare il benservito al successore di Rudi Garcia e ha scelto di affidare la squadra campione d'Italia in carica (ma lontanissima dalla vetta) a Francesco Calzona, già vice prima di Sarri e poi dello stesso Spalletti. È il terzo allenatore sulla panchina del Napoli dall'inizio della stagione.
20/02/2024 21:12
 
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Guendouzi+Cataldi, va alla
Lazio lo scontro diretto per l'Europa.
Toro, primo ko del 2024

I biancocelesti risalgono a -5 dalla zona Champions.
Finale in dieci per Sarri dopo il rosso a Gila per doppia ammonizione


Mario Pagliara


Vince la Lazio, molti rimpianti per il Toro in una notte che sa di beffa. I granata giocano un’ora di gran calcio, nella quale prendono il palo con Sanabria e sprecano una decina di occasioni. Poi vengono gelati dall’uno-due della squadra di Sarri: prima Guendouzi poi Cataldi mettono i granata al tappeto (0-2) e spingono i biancocelesti al settimo posto sopra la Fiorentina. La Lazio chiude in dieci per l’espulsione di Gila, ma la squadra di Juric non trova le forze per recuperare una partita che – per il gioco e per le occasioni prodotto – avrebbe senza dubbio meritato di non perdere. Se non anche di più.

SUBITO SANABRIA — Nemmeno il tempo di prendere posto in un Olimpico Grane Torino ricco di energia e di entusiasmo che lo stadio è già tutto in piedi ad applaudire il Toro. Bellissima l’azione che nasce dopo cinque minuti: illuminante apertura di Vlasic, straripante corsa di Bellanova con cross al bacio, sontuoso aggancio al volo di Sanabria. Che è troppo pulito (e bello) e si stampa netto sul palo. La squadra di Juric comincia dunque fortissimo e completerà un primo tempo condotto di gran carriera: il Toro sfida Maurizio Sarri sul suo terreno, quello del palleggio, e lo aggredisce costantemente in velocità. Ne esce il miglior primo tempo della stagione granata, con la Lazio incapace di interrompere il palleggio nella zona centrale tra Linetty (ai limiti della perfezione tattica) e un Vlasic molto ispirato. Troppo spazio concesso da Sarri sulle due fasce, dove Bellanova e Lazaro entrano con puntualità e fanno sfracelli.

7 A 0 — Per rendere ancora meglio l’idea di cosa è stato il primo tempo del Toro, basta fare la conta delle occasioni: a metà serata, sono sette quelle del Toro, nessuna da parte della Lazio (al netto di un tiro debole e centrale di Immobile che tale non si può considerare). Dopo il palo di Sanabria, ci provano a turno Zapata (10’ e 35’: due colpi di testa alti), ancora Sanabria (18’: conclusione tra le mani di Provedel), Vlasic (22’: colpo di testa alto su cross di Lazaro). L’occasione d’oro capita nei piedi di Vlasic (37’): Bellanova sfonda ancora sulla destra, Vlasic raccoglie l’invito del compagno con un tocco morbido che costringe Provedel a una parata strepitosa. Prima dell’intervallo una girata di Vlasic non trova lo specchio (41’) e poi Masina sfiora il vantaggio di testa (’43). Se una colpa c’è stata in questo Toro luccicante è stata quella di non trovare il gol dopo tanto gioco e dopo una così netta supremazia.

UNO-DUE LAZIO — Dopo l’intervallo Sarri corre ai ripari sostituendo Hysaj con Lazzari. Dopo due minuti, ricomincia la galoppata di Bellanova: altra discesa, altro assist, altra occasione non concretizzata da Zapata. Un attimo dopo assolo di Vlasic: mette a sedere Cataldi, si invola, ma il destro sbatte sui tabelloni. Al quinto minuto arriva la doccia gelata del Toro: Luis Alberto inventa una palla per Guendouzi perso completamente da Ilic, la mezzala di Sarri infila Milinkovic che non fa nulla per evitare il gol. Nella prima occasione, la Lazio riesce a venire fuori da un lungo momento di difficoltà portandosi in vantaggio. Juric riporta in panchina uno spento Ilic, lanciando nella mischia Ricci. Al 12’ arriva l’uno-due della Lazio che è una mazzata per il Toro: Cataldi apre il piatto da fuori area, Milinkovic parte ancora in ritardo. E’ due a zero. A dieci minuti dalla fine la Lazio resta in dieci per il doppio giallo a Gila (fallo su Zapata). Ma il Toro non ha le energie e chiude una serata piena di rimpianti.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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SERIE A 2023/2024 21ª Giornata (2ª di Ritorno)

22/02/2024
Torino - Lazio 0-2

Classifica
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3) Milan punti 52;
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7) Lazio punti 40;
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9) Napoli(*) e Torino punti 36;
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13) Lecce punti 24;
14) Udinese e Frosinone punti 23;
16) Empoli punti 22;
17) Sassuolo(*) e Verona punti 20;
19) Cagliari punti 19;
20) Salernitana punti 13.

(gazzetta.it)

NOTE
(*) una partita in meno
Bologna - Fiorentina, Torino - Lazio, Sassuolo - Napoli e Inter - Atalanta
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