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Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di B-Side FORUM

Ultimo Aggiornamento: 14/05/2024 17:27
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Juve, sorpasso firmato Vlahovic:
gran doppietta al Lecce, Allegri primo in classifica

Per la seconda volta consecutiva il serbo segna due gol e sale a quota 11 reti.
Completa il tris Bremer. L'Inter recupererà il 28 febbraio il match con l'Atalanta


Filippo Cornacchia


La Juventus vola al primo posto trascinata dai gol di Vlahovic. La doppietta del serbo e l’incorata finale di Bremer stendono il Lecce (3-0) e consentono ai bianconeri di portare a termine il sorpasso virtuale sull’Inter, approfittando della partita da recuperare dei nerazzurri, impegnati in Arabia per la Supercoppa italiana. La Signora sale a 52 punti, uno in più della squadra di Simone Inzaghi. Mentre i pugliesi, dopo aver tenuto un tempo, cedono nella ripresa: i punti di vantaggio sulla zona retrocessione restano 4.

BRIVIDO MCKENNIE — Allegri insiste sulla coppia Yildiz-Milik, D’Aversa punta sul tridente Almqvist-Krstovic-Oudin. E il centravanti montenegrino si conferma un cliente scomodo anche per Bremer nei corpo a corpo. Quando riesce a girarsi, il giallorosso diventa pericoloso, come nella conclusione dopo pochi minuti sulla quale Szczesny mostra la reattività dei tempi migliori. La Juventus, gestite con mestiere le iniziali vampate del Lecce, prova a palleggiare un po’ di più per creare spazi e assistere Vlahovic, chiuso nella morsa di Pongracic e Baschirotto, ma fatica ad alzare i ritmi senza gli strappi e il dinamismo di Rabiot, rimasto a Torino per un affaticamento al polpaccio. I pericoli maggiori arrivano su palla inattiva (incornata a colpo sicuro di McKennie salvata sulla linea da Krstovic in versione stopper) e con una ripartenza avviata da Yildiz con un tunnel e rifinita con imprecisione da Miretti, in serata no e sostituito a inizio ripresa.

IRROMPE VLAHOVIC — Allegri cambia la fascia destra, inserendo Weah e accentrando Cambiaso, e alla prima vera ripartenza della ripresa la Juventus sblocca la partita sfruttando la qualità di Yildiz, Cambiaso e Vlahovic, lesto a girare in porta l’assist dell’ex genoano. Il timbro di DV9 sblocca la Juventus e la partita, che a quel punto diventa in discesa per i bianconeri. Danilo e compagni prendono fiducia e trovano maggiori spazi. Poco dopo la mezz’ora, il solito Vlahovic (alla seconda doppietta della settimana dopo quella al Sassuolo) risolve la pratica Lecce e l’operazione primo posto in anticipo con una zampata sottoporta da bomber d’area. Nel finale la squadra di Allegri dilaga e trova il 3-0 con un’incornata di testa di Bremer.

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/01/2024 23:02
 
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SERIE A 2023/2023 21ª Giornata (2ª di Ritorno)

20/01/2024
Roma - Verona 2-1
Udinese - Milan 2-3
21/01/2024
Frosinone - Cagliari 3-1
Empoli - Monza 3-0
Salernitana - Genoa 1-2
Lecce - Juventus 0-3
14/02/2024
Bologna Fiorentina (recupero)
22/02/2024
Torino - Lazio (recupero)
28/02/2024
Sassuolo - Napoli (recupero)
Inter - Atalanta (recupero)

Classifica
1) Juventus punti 52;
2) Inter(*) punti 51;
3) Milan punti 45;
4 Fiorentina(*) punti 34;
5) Atalanta(*) e Lazio(*) punti 33;
7) Bologna(*) e Roma punti 32;
9) Napoli(*) punti 31;
10) Torino(*) punti 28;
11) Genoa e Monza punti 25;
13) Frosinone punti 22;
14) Lecce punti 21;
15) Sassuolo(*) punti 19;
16) Udinese e Cagliari punti 18;
18) Verona punti 17;
19) Empoli punti 16;
20) Salernitana punti 12.

(gazzetta.it)

NOTE
(*) una partita in meno
Bologna - Fiorentina, Torino - Lazio, Sassuolo - Napoli e Inter - Atalanta
sono rinviate per consentire alle formazioni Fiorentina, Lazio, Napoli e Inter
di disputare semifinali e finali della Supercoppa Italiana a Riad (Arabia Saudita).
22/01/2024 21:06
 
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Toro, blitz a Cagliari con Zapata e Ricci nella serata di Gigi Riva

Prova di maturità per tre quarti di gara per la squadra di Juric.
Un po' di sofferenza nel finale dopo la rete di Viola


Andrea Ramazzotti


Nella notte del ricordo di Cagliari a Gigi Riva, il Torino torna a vincere in trasferta dopo quasi tre mesi e raggiunge al nono posto in classifica il Napoli. Juric respira aria di Europa grazie a tre punti frutto di una gara attenta, della prima rete granata lontano dal "Grande Torino" di Duvan Zapata, di un gioiello di Ricci e della grande concentrazione nel finale, dopo il 2-1 di Viola. Per Buongiorno e compagni è una prova importante, di quelle che possono dare una svolta alla stagione anche perché il calendario adesso propone tre avversarie (Salernitana, Sassuolo e Lecce) tutte nella parte destra della graduatoria. Per i sardi, che hanno ottenuto in casa 15 dei loro 18 punti, è invece un passo falso pesante che può fornire la chance del sorpasso al Verona e all'Empoli.

GRANDE TORO — Rispetto alla sconfitta di domenica a Frosinone, Ranieri punta su Hatzidiakos e su Jankto (fuori Prati e Viola); in avanti confermato Petagna, con Pavoletti in panchina. Due anche i cambi di Juric rispetto all'ultima gara giocata, lo 0-0 del 13 gennaio a Genoa: tornano dal 1' Tameze e Linetty al posto di Djidji e Ilic. Il riscaldamento se va con il groppo in gola per il ricordo del grande Gigi Riva: i giocatori rossoblù indossano le maglie con il numero 11, poi le immagini sui maxischermi, gli striscioni commoventi, l'applauso scrosciante dello stadio e le lacrime di tanti, sul campo e sugli spalti. La partita inizia in un clima surreale che dura fino al minuto numero 11, quando il gioco si ferma per un altro omaggio di tutta l'Unipol Domus al grande bomber. "Un Gigi Riva, c'è solo un Gigi Riva" urla la curva e tutto il popolo sardo. Brividi. Il Cagliari gioca a specchio sul Toro, come all'andata quando era finita 0-0, e sono tanti i duelli individuali. I granata però hanno quasi sempre il pallone perché hanno più qualità, sono aggressivi, recuperano la sfera in zona pericolosa e poi la fanno girare grazie a Sanabria, abile ad arretrare per fungere da regista offensivo. L'obiettivo è soprattutto quello di lasciare uno contro uno, in velocità, Zapata contro Wieteska. Il piano di Juric riesce alla perfezione al 23' quando dopo un triangolo con Vlasic, Bellanova se ne va a destra e crossa per la prima rete in trasferta con la maglia del Toro del colombiano. La difesa rossoblù è in chiara difficoltà e sul traversone dalla sinistra di Lazaro, ci vuole una prodezza di Scuffet per evitare il 2-0 su colpo di testa di Sanabria. Ranieri urla di alzare il baricentro e dopo la mezzora viene ascoltato: Jankto arriva due volte alla conclusione, ma prima viene "respinto" sulla linea da Linetty, poi è Milinkovic a dire di no alla sua botta ravvicinata. Ora il match è più vivo: Zapata, sfuggito nuovamente a Wieteska, si fa murare da Scuffet quando ha davanti a sé la porta spalancata, poi il difensore polacco rischia l'autorete su sponda di Buongiorno (ancora super Scuffet). Il Cagliari risponde con il solito Jankto, ma Milinkovic non si fa sorprendere. Le squadre sembrano destinate a rientrare negli spogliatoi con il Torino avanti 1-0 e invece Ricci si inventa un gol da favola: su lancio di Lazaro, salta con un tunnel il disorientato Wieteska, si accentra eludendo l'intervento di Dossena e batte Scuffet, stavolta colpevole.

IL CAGLIARI C'È — A inizio ripresa Ranieri prova a cambiare l'incontro con una doppia sostituzione: entrano Viola e Pavoletti ed escono Jankto e Hatzidiakos. Niente più 3-4-2-1 e spazio al 4-3-1-2 con Viola trequartista. Pavoletti di testa sovrasta Tameze, ma Milinkovic c'è e concede il bis un paio di minuti più tardi quando è Petagna ad arrivare al tiro. Il Cagliari alza il ritmo e il Toro, che vuole invece controllare, fa più fatica. Ricci va k.o. e in mezzo deve entrare a freddo Gineitis, ma su un'altra sgroppata a destra di Bellanova, è Lazaro ad avere sul piede il 3-0: Scuffet ci mette una pezza. Ranieri si gioca il tutto per tutto con il tridente pesante (Petagna, Lapadula e Pavoletti) più Viola che con una prodezza al 32' riapre la sfida: il numero 10 riceve direttamente da fallo laterale e nonostante sia completamente decentrato, evita l'intervento di Rodriguez e con un sinistro a giro firma una rete spettacolare. L'Unipol Domus ribolle mentre Viola indica con le dita il numero 11 in memoria di Riva. Juric mette dentro Sazonov per Sanabria e avanza Tazeme a centrocampo per fronteggiare la mareggiata rossoblù. Il Cagliari arremba e Linetty ribatte alla grande su Pavoletti. Pellegri si vede annullare per fuorigioco (dal Var) il 3-1 e i granata soffrono fino al 97', ma poi festeggiano come in trasferta non succedeva loro dal 28 ottobre a Lecce (1-0).

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/01/2024 23:34
 
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De Ketelaere inventa, Miranchuk e Scamacca segnano:
l'Atalanta batte 2-0 l'Udinese ed è 4ª

Vittoria decisa nel primo tempo dai gol dei due attaccanti su assist dell'ex Milan.
Gasperini ritrova anche Hateboer


Andrea Elefante


Al Gewiss non si passa: con la quinta vittoria casalinga consecutiva (sei compresa la Coppa Italia con il Sassuolo), ancora a porta imbattuta, l’Atalanta si prende almeno per una notte il quarto posto, in attesa del risultato della Fiorentina. I dodici giorni di sosta forzata non hanno spento la squadra di Gasperini, l’urgenza di allontanarsi dalle zone più critiche della classifica non ha rivitalizzato più di tanto l’Udinese, che nelle ultime quattro gare ha fatto appena un punto e incassato nove gol. Stavolta non le sono fatali i minuti finali della gara, ma quelli del primo tempo: il 2-0 di Scamacca arriva subito prima di rientrare negli spogliatoi e a posteriori si rivelerà una leggerezza anche quella.

LE SCELTE — Gasperini ripropone quasi integralmente l’Atalanta che ha demolito il Frosinone, prima della "sosta forzata": unica variante, obbligata visto l’infortunio di Koopmeiners, è Miranchuk - e non Pasalic - nel tridente offensivo assieme a De Ketelaere e Scamacca, alla seconda di fila da titolare. Per il resto è la Dea "base", con l’emergente Holm confermato sulla fascia destra. Cioffi, come anticipato alla vigilia, si fida di Perez che è dato in partenza nelle prossime ore, e a lui affida la guida della linea a tre, completata da Ferreira e Kristensen. Ebosele e Kamara sulle fasce, il capitano Pereyra, che ha alle spalle un affaticamento muscolare, parte in panchina: gioca Thauvin alle spalle di Lucca, con Samardzic preferito al più solido Payero, assieme a Walace e Lovric.

PRIMO TEMPO — Dire monologo forse è esagerato, ma sicuramente l’Atalanta si prende il governo della partita e non lo lascia per 45’: non a caso il 2-0 arriva quando è stato appena chiamato il recupero e a livello psicologico, ovviamente, per l’Udinese è una brutta botta. Cioffi aveva proposto una squadra piuttosto bassa, soprattutto sulle fasce, ma aggressiva abbastanza per sporcare le soluzioni di aggiramento dell’Atalanta, a cui manca un po’ di profondità, nonostante il gioco si appoggi molto su Scamacca, sicuramente più dinamico e dentro la partita, come chiesto da Gasperini. Sue le prime due chance - un tiro centrale e uno a giro, fuori di poco - più una sponda per un tentativo di Scalvini fermato da Okoye, puntuale poco dopo anche su De Ketelaere. E’ il segnale della crescita del belga, preceduta dalla chance migliore per Scamacca, attivato da Ederson, ma frettoloso nel tiro che meritava uno stop e più calma per mirare la porta. Ma il decollo di CDK era nell’aria: straordinarie per intelligenza la costruzione e la rifinitura, con la collaborazione di Ruggeri, per l’1-0 con rimorchio di Miranchuk, anche un po’ fortunato nella girata in porta; al fosforo anche l’assist per il 2-0 di Scamacca, su rimessa laterale a lunghissima gittata di Holm, a mettere in evidenza i limiti difensivi, in particolare di Ferreira, dell’Udinese. Che pure aveva cercato di reagire bene allo svantaggio, impegnando Carnesecchi prima con Ebosele e poi con Samardzic.

SECONDO TEMPO — L’Atalanta a quel punto ha in mano la partita perfetta, nel senso che ha più qualità, e abbastanza fisicità, per reggere i possibili tentativi dell’Udinese di rimetterla in piedi. Volenterosi, ma non particolarmente efficaci: il muro nerazzurro - come spesso in casa - è molto solido e Carnesecchi è impegnato solo da Walace e da una punizione di Lovric, con un pallone che diventa improvvisamente "scivoloso". Ma in realtà l’occasione da gol più nitida è per l’Atalanta, con girata volante di Holm - ispirato ancora da CDK - a cui Okoye oppone un tuffo anche un po’ plastico per evitare un passivo più pesante.

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/01/2024 00:14
 
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Follia Milik, Juve in 10 dal 18' e 1-1 con l'Empoli.
L'Inter domani può tornare in testa

Al 18' il polacco viene espulso per un fallo su Cerri.
Nella ripresa bianconeri avanti con Vlahovic e pareggio di Baldanzi.
La squadra di Allegri a +2 sui nerazzurri


Filippo Cornacchia


Alla Juventus non basta il solito gol di Vlahovic. I bianconeri, in dieci per più di settanta minuti (espulsione ingenua di Milik), non vanno oltre il pareggio casalingo contro l’Empoli (1-1), che sempre nella ripresa risponde al timbro del serbo con una conclusione dal limite dell’area di Baldanzi. Fallisce la missione della Signora di portarsi a più 4 sull’Inter per una notte. Adesso le lunghezze di vantaggio sono due. Ma domani i nerazzurri, in caso di vittoria al Franchi con la Fiorentina, possono presentarsi in testa al derby d’Italia della prossima settimana (4 febbraio) nonostante una partita da recuperare per gli impegni di Supercoppa. Un pari d’oro, invece, per l’Empoli. La cura Nicola funziona: 4 punti in due partite e momentaneo aggancio al Verona, terzultimo.

MILIK ESPULSO — Allegri punta su Vlahovic e rilancia Milik dal primo minuto al posto di Yildiz. Nicola s’affida all’ex bianconero Cerri in attacco con Cambiaghi e Zurkowski a rimorchio. I bianconeri partono decisi, cercando di sfruttare gli interscambi di Cambiaso e McKennie sulla destra per superare il muro dei toscani e servire Vlahovic. Ma il piano partita della Juventus salta dopo neanche venti minuti a causa di una leggerezza di Milik. Il polacco perde palla in mezzo al campo, in una zona tutt’altro che pericolosa, e nel tentativo di riconquistarla immediatamente provoca il pasticcio: entra in modo scomposto su Cerri. L’arbitro Marinelli prima ammonisce l’ex Napoli e poi, dopo il controllo al Var, estrae il rosso. La squadra di Allegri si trova in inferiorità, mentre l’Empoli guadagna fiducia e campo grazie al dinamismo di un frizzante Cambiaghi, che prima della mezzora prova i riflessi di Szczesny in due occasioni. Sono gli unici rischi corsi dai bianconeri, che però non riescono ad accompagnare Vlahovic in avanti. Così l’occasione migliore, sul finire del primo tempo, capita a Miretti. Il centrocampista juventino sfrutta l’errore di Gyasi in costruzione, però davanti a Caprile spreca sparando alto.

VLAHOVIC-BALDANZI — Allegri rientra con la stessa Juve, ma al primo calcio d’angolo della ripresa sblocca la partita con Vlahovic, che gira in rete il pallone vagante prima colpito di testa da Gatti e poi carambolato sulla schiena di Ismajli. Cambia il risultato e ricambia la gara: Nicola inserisce Cancellieri e Baldanzi per provare a recuperare. E Allegri mette dentro Weah per avere più sprint nelle ripartenze. La mossa di Nicola viene premiata: Baldanzi, un quarto d’ora dopo l’ingresso in campo (25’ st), trova il pareggio con una rasoiata dal limite dell’area. Per l’assalto finale Allegri si gioca le carte Iling e Yildiz. L’Empoli, però, tiene e spaventa i bianconeri con Cambiaghi.

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/01/2024 00:20
 
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Milan, due gol di Loftus-Cheek e due rigori falliti:
pazzo 2-2 col Bologna

I rossoneri passano in svantaggio (rete di Zirkzee),
rimontano e passano in vantaggio con due gol dell'inglese
e nonostante gli errori dal dischetto di Giroud e Hernandez,
ma nel finale vengono raggiunti dal penalty di Orsolini


Francesco Pietrella


Si fa prima a elencare cos’è che non è successo. In un San Siro strapieno e accarezzato dalla nebbia, Milan e Bologna graffiano due volte a testa in un quadro a colori dove chi osserva, comunque, si diverte: due espulsioni, un incrocio dei pali, quattro gol, due rigori sbagliati, un altro segnato, una punta olandese capace di divertirsi come se fosse al parco giochi e una doppietta di un inglese. Al Meazza finisce 2-2: due acuti di Loftus-Cheek per il Milan, gol di Zirkzee e Orsolini nel Bologna.

COSÌ IN CAMPO — Pioli conferma lo stesso undici che ha vinto contro Roma e Udinese. Maignan tra i pali, Kjaer e Gabbia centrali, Calabria e Theo sulle fasce. In mezzo spazio ad Adli, Reijnders e Loftus, con Leao, Pulisic e Giroud davanti. Il modulo oscilla tra 4-2-3-1 e 4-3-3, con l’inglese a svariare dietro il 9 rossonero. Motta, invece, schiera una trequarti giovane con Fabbian a destra e Urbanski a sinistra. Aebischer e Freuler in mezzo. La punta è Zirkzee. Degna di nota l’iniziativa del Milan: al minuto 16 - il numero di Maignan - la gara si è fermata in segno di solidarietà verso Magic Mike, vittima di cori razzisti contro l’Udinese. San Siro ha applaudito. Tra loro c’era anche Francesco Camarda, bomber della Primavera oggi in curva Sud.

JZ, IL SOLITO — Il manifesto di un primo tempo frenetico e mai ombroso sbuca dalla nebbia dopo un minuto, quando Skorupski è costretto a calciar via un pallone in fallo laterale per via del pressing rossonero a tutto campo. Le squadre sono già lunghe dopo una decina di minuti, con il Milan che costruisce dalle fasce e cerca Leao, marcato stretto da De Silvestri e Fabbian. Il ventenne rossoblù, cresciuto nell’Inter e passato per Reggio Calabria, gioca una gara diligente di contenimento e ripartenze, il tutto mentre Zirkzee si defila per giocare la sfera a centrocampo, spalle alla porta. L’olandese è un 9 atipico, ama costruire lontano dall’area e sgasare sulla fascia. Il vantaggio del Bologna nasce così: JZ raccoglie un lancio dalle retrovie e arriva prima di Gabbia sulla destra. I rossoneri, scoperti, murano due volte un destro Fabbian e il mancino di Calafiori, ma alla fine la palla carambola ancora su Zirkzee, che infila un destro preciso e potente sotto le gambe del francese. Nella stessa porta dove aveva steso l’Inter. San Siro gli porta bene (29’).

GOL E ROSSI — Il gol dà la scossa ai rossoneri. Al 31’ Kjaer si mangia un gol fatto spedendo alta la sfera (33’), poi Pulisic spreca un’ottima chance con un pallonetto sbilenco (38’). Squadre sfilacciate, ritmi alti, poco tempo per ragionare, si gioca di istinto. E infatti il Milan si procura un rigore: scarpata di Ferguson sul volto di Kjaer, ma Giroud calcia un penalty da matita rossa con doppia sottolineatura: il sinistro è debole e poco angolato, Skorupski para (39’). Quarto errore dal dischetto in carriera per lui, il terzo in rossonero. Le conseguenze del penalty sono due rossi per la panchina del Bologna: il primo per Motta, fischiatissimo dai 70mila di San Siro per via del suo passato vincente con l’Inter, il secondo per Simon Colinet, suo collaboratore. Thiago ha visto la gara in tribuna stampa, accanto allo staff e ai match analyst, restando di sasso dopo il pareggio del Milan al 45’. Pulisic inventa, Calabria crossa basso e forte e Loftus-Cheek insacca da due passi.

ALTRI RIGORI — La ripresa si apre con una giocata di Zirkzee da giù il cappello. Il classico “what if”: se avesse segnato se ne sarebbe parlato per mesi. La punta arpiona un pallone difficile in area, salta due uomini e conclude alto sopra la traversa. Controllo super, destro impreciso. La replica è tutta di Reijnders, che al 64’ colpisce l’incrocio dei pali. Il Bologna si affida ai piedi di Zirkzee, ma il Milan prova a pungere con Leao. Il portoghese, più largo del solito a sinistra, prima fallisce una chance da una decina di passi, poi si procura il rigore della possibile svolta (73’). Il sinistro di Theo, però, si stampa sul palo. Il leitmotiv di una giornata grigia viene sgretolato da Loftus-Cheek, che a una manciata di minuti dalla fine salta più in alto di tutti e infila di testa il gol del 2-1. Sembra finita, ma il Bologna non molla e agguanta il pari all’ultimo. Terracciano, appena entrato, tira la maglia a Kristiansen: rigore. Orsolini non fallisce il terzo rigore di giornata regalando il 2-2 ai suoi. Pioli, comunque, resta imbattuto in campionato nel 2024, mentre Motta è ancora a caccia del primo successo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/01/2024 00:26
 
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Lecce rimontato e battuto:
Retegui e la rovesciata di Ekuban fanno volare il Genoa

Gilardino può sorridere, i rossoblù ribaltano lo svantaggio
iniziale siglato da Krstovic (che sbaglia anche un rigore).
Continua il momento d'oro


Filippo Grimaldi


Il Genoa non si ferma più: settimo risultato utile di fila, tredici punti conquistati. Va sotto con il Lecce nel primo tempo – gol di Krstovic, che poco prima si era fatto parare un rigore da Martinez -, poi ribalta la squadra di D’Aversa nella ripresa, prima con il gol di Retegui (che raccoglie la punizione calciata sulla traversa da Gudmundsson) e poi con la splendida mezza rovesciata di Ekuban, che dopo l’intervallo aveva sostituito Spence. D’Aversa paga così il peccato originale di questo Lecce che, come spesso accaduto in passato – l’ultima volta una settimana fa contro la Juve – perde intensità dopo un’ora di gioco. Continua così il periodo nero per i pugliesi, che hanno raccolto solo un punto nelle ultime sei partite, dopo avere dato però la dimostrazione nel primo tempo di poter imporre il loro gioco contro un avversario che sino a metà gara ha pagato le assenze pesanti (Badelj e Frendrup in mezzo al campo, Sabelli a mezzo servizio entrato solo nella ripresa) e una palese difficoltà a fare la partita. Gilardino si è così affidato a Malinovskyi in regia, con Strootman e Thorsby a completare la linea mediana, mentre D’Aversa ha confermato per dieci undicesimi la formazione sconfitta in casa dalla Juve una settimana fa: l’unica novità è Sansone per Gonzalez in mezzo.

OSPITI AGGRESSIVI — Il Lecce vuole comandare la partita, lo si intuisce sin dai minuti iniziali, quando Martinez rischia grosso su Almqvist. Gudmundsson lancia Retegui, Falcone para, ma la squadra di D’Aversa viaggia in velocità e lo si vede al 17’ quando il solito Almqvist si infila a destra in area su un’azione avviata da Krstovic, bravo a prendere palla e far salire i compagni e Vasquez lo stende. Rigore netto, ma dal dischetto il montenegrino calcia di destro a mezza altezza, Martinez intuisce e respinge. Pericolo scampato, ma gli ospiti continuano a gestire la partita. Krstovic si fa perdonare l’errore sul rigore e al 32’ porta avanti il Lecce quando su una palla sporcata sulla trequarti ospite da Retegui, Jandrei la serve al compagno che va a segno, sfruttando la deviazione di Vasquez. Il Genoa dietro fatica, il Lecce gestisce la partita. Bani salva tutto su Almqvist, Kaba sfiora il raddoppio. Genoa in grande affanno, sfilacciato, Gudmundsson e Retegui troppo isolati.

LA SCOSSA — Il bel Lecce del primo tempo, con una difesa attenta, Kaba e Sansone rapidi sulle fasce e un tridente che gioca a memoria, evapora all’improvviso. Gilardino, anche se in emergenza, deve provare a cambiare ritmo, e allora nella ripresa inserisce Sabelli per Thorsby ed Ekuban per Spence, passando a una difesa a quattro e a un tridente sporco in avanti, con Gudmundsson ed Ekuban in appoggio a Retegui. E dopo cento secondi su un errore di Pongracic Malinovskyi coglie il palo su una deviazione di Baschirotto e Vasquez nella stessa azione calcia forte da due passi: decisivo Falcone. Sansone risponde sulla ripartenza ospite, ma c’è Martinez che tiene il Genoa in partita. Il Genoa alza il ritmo e al 25’, su una punizione conquistata da Ekuban, Gudmundsson calcia sulla traversa, Retegui di testa mette in rete. E’ il momento della svolta. Gilardino passa dal 4-3-3 al 4-4-2. E sette minuti dopo il pari, un’azione splendida dei rossoblù porta al raddoppio: tacco di Gudmundsson, traversa di Vasquez, pallone a Retegui che appoggia per Ekuban. Il suo destro in mezza rovesciata vale il 2-1 finale. Gilardino esce osannato dai tifosi, D’Aversa se ne va con il rimpianto dell’ennesima occasione sprecata. Il suo Lecce ha ritmo e qualità, ma si spegne troppo presto.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Il Verona spreca e Kaio Jorge lo punisce: col Frosinone è 1-1

Duda sbaglia un rigore poi, sempre dal dischetto, Suslov realizza il vantaggio.
Nella ripresa gli ospiti cambiano passo e pareggiano con merito


Giulio Saetta


Finisce con un pareggio giusto Verona-Frosinone, un tempo a testa e un gol a testa. Soddisfazione per entrambe le squadre che muovono la classifica visti gli altri risultati. Il Verona aggancia al terzultimo posto Cagliari e Udinese, il Frosinone ne guadagna uno su Lecce e Sassuolo.

LE SCELTE — Nel Verona, subito dentro il nuovo acquisto Tijjani Noslin, attaccante olandese di 24 anni arrivato dal Fortuna Sittard, davanti insieme a Folorunsho per un 4-4-2 atipico supportato sugli esterni da Suslov e Lazovic. Di Francesco invece deve rinunciare a Mazzitelli dopo l’attacco di febbre che stanotte lo ha messo ko, al suo posto nella mediana a tre, Barrenechea e Harroui. Il Frosinone in piena emergenza deve adattare due centrocampisti a esterni bassi: Gelli a destra e Brescianini a sinistra, che non aveva sfigurato contro il Cagliari. Subito titolare Demba Seck, giunto da qualche giorno dal Torino, che davanti è affiancato da Kaio Jorge, in fiducia dopo il gol al Cagliari, e l’intoccabile Soulé.

DOPPIO PENALTY — Più aggressivo il Verona nei primi minuti, con un nuovo modo di giocare ora che non c’è più Djuric, tutto palla a terra a sfruttare la velocità di Noslin e Folorunsho. Pericolosi i gialloblù al minuto 18’ con un tiro da fuori di Lazovic che sfiora la traversa. Rispondono gli ospiti un minuto dopo con un’azione insistita sulla sinistra che libera in area Seck, tiro rimpallato in angolo. Al 37’ continua la maledizione dal dischetto per il Verona, Duda fallisce il quarto di seguito, concesso giustamente da La Penna dopo revisione al monitor: Bourabia calcia col sinistro il polpaccio destro di Noslin. Non passano 10’ che ancora Bourabia provoca un altro rigore per un fallo di mano su cross di Dawidowicz: questa volta sul dischetto va Suslov che va a festeggiare sotto la Sud il suo primo gol in campionato: “Montipò, Montipò…” ha urlato la curva dopo la concessione del secondo penalty, invitando beffardamente il portiere a calciare dagli undici metri.

SUPER KAIO — Cambio di modulo per il Frosinone all’uscita dagli spogliatoi, dal 4-3-3 a 4-2-3-1 con l’uscita di Bourabia per Ghedjemis, mandato a fare l’esterno alto a sinistra al posto di Seck, spostato a destra, con Soulé accentrato. Subito attivo il francese al 5’, piattone in corsa bloccato da Montipò. Il Frosinone prende così in mano il pallino del gioco dopo un primo tempo un po’ timido. Ci prova Kaio Jorge al 13’ con un tiro a giro da sinistra che Montipò devia in angolo. Sugli sviluppi del corner arriva il pari firmato Juve: Barrenechea spizza sul primo palo e trova Kaio Jorge sul secondo che insacca di testa. Dopo un mezzo miracolo di Turati su girata di Henry che aveva preso il posto di Lazovic (e Tavsan per Serdar), Frosinone vicino al raddoppio al 23’, ancora con Kaio Jorge di testa, che schiaccia bene da centro area un angolo di Gelli ma trova la deviazione sulla linea di Tchatchoua. Nell’ultimo quarto d’ora entrambe le squadre cercano i tre punti e ci vanno vicinissime: prima è Cheddira a mangiarsi di testa una facile occasione, poi Henry tutto solo davanti a Turati calcia alto.

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/01/2024 00:26
 
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Colpani rialza il Monza.
Allarme Sassuolo, ora sei in zona retrocessione



La rete del gioiello dei brianzoli basta alla squadra di Palladino.
Annullato un gol a Dany Mota. Unica chance per i neroverdi un palo di Thorstvedt


Matteo Brega

Il Monza batte 1-0 il Sassuolo grazie al gol di Colpani e torna al successo dopo due sconfitte di fila. I brianzoli riagganciano il Genoa per la corsa all’11° posto, mentre gli emiliani restano solo un punto sopra la retrocessione.

CONTROLLO MONZA — A differenza delle indicazioni della vigilia Palladino lascia in panchina tutti i nuovi acquisti e dà fiducia alla vecchia guardia. Un segnale mentale, di riscossa per chi domenica scorsa a Empoli aveva deluso. Quindi Valentin Carboni e Colpani alle spalle di Mota Carvalho e Ciurria-Birindelli sulle fasce. Panchina dunque per Djuric e Zerbin. Torna titolare Di Gregorio dopo l’infortunio. Abbastanza obbligata la scelta di Dionisi che senza Berardi sceglie Castillejo per sostituirlo; in mezzo alla difesa c’è Tressoldi e non Erlic al fianco di Ferrari. Si parte senza marcature rigide, tant’è che nei primi 10 minuti le conclusioni arrivano per una sostanziale mancanza di pressione. Succede a Birindelli che calcia sull’esterno della rete e a Thorstvedt che dall’interno dall’area schiaccia troppo il sinistro. Dentro la prima mezzora giocata a ritmi blandi solo una giocata fulminea può sbloccare il pomeriggio. Colpani accetta la sovrapposizione di Birindelli servendolo di tacco, l’esterno crossa subito per Mota Carvalho che sul primo palo anticipa il marcatore e segna di testa. Ma dopo pochi secondi il Var annulla per un fuorigioco a inizio azione dello stesso Mota Carvalho. Si resta sullo 0-0 quindi. Il Sassuolo imbastisce una mini reazione con una conclusione di Laurienté respinta da Di Gregorio. Crescono gli emiliani perché ancora da fuori c’è il palo colpito da Thorstvedt con un sinistro violento. Ma è il Monza a trovare il gol, questa volta valido. Azione insistita di Mota Carvalho a sinistra, cross basso per Colpani che controlla, tiene lontano il marcatore e girandosi trova un diagonale perfetto con il sinistro. Settimo centro in campionato per il numero 28 che non segnava da novembre. Il primo tempo sostanzialmente finisce lì.

RIPRESA LENTA — Si riparte con un Sassuolo diverso. Fuori Castillejo e Laurienté, poco visti nel primo tempo, e dentro Viti con Mulattieri. Dionisi passa a tre dietro e a due davanti in una specie di 3-1-4-2 in cui Boloca davanti alla difesa supporta la marcatura del tridente del Monza. Al 13’ esordisce Djuric, dentro al posto di Valentin Carboni. Al 15’ la partita viene sospesa per la caduta di un tifoso dalla balaustra del settore ospiti (proprio mentre iniziava la contestazione verso i giocatori del Sassuolo con i cori “fuori i c…”). Dopo circa 5’ per permettergli di essere soccorso la partita riprende. Trasportato in ospedale, è rimasto cosciente per tutto il tempo. La partita si adagia sul pomeriggio lento e si trascina fin verso la fine con la statistica di zero tiri in porta per entrambe le squadre nei secondi 45’. La girata alta di Mulattieri al 50’ fa venire i brividi ai tifosi monzesi. E dopo un recupero di 10’, ecco il fischio finale.

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/01/2024 00:30
 
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La Lazio ci prova ma sbatte sul muro Napoli:
è 0-0 tra Sarri e Mazzarri



I padroni di casa hanno qualche occasione, gli ospiti pensano solo a difendersi:
rallenta la corsa di entrambi alla Champions


Vincenzo D'Angelo

Prima e seconda otto mesi fa, mica anni. Ma Napoli e Lazio oggi non sanno più offrire quello spettacolo con cui avevano emozionato nella passata stagione. La sfida tra deluse finisce 0-0 con pochissime (se non nulle) emozioni, nessuna occasione nitida e portieri mai impegnati. Va bene le assenze (Napoli privo di mezza squadra titolare, Lazio senza Immobile e Zaccagni) ma la sfida tra Mazzarri e Sarri delude: un punto a testa che muove la classifica ma che vede la Champions, per entrambe, allontanarsi di un punto (dopo la vittoria dell’Atalanta di ieri), in attesa della Fiorentina.

UN TEMPO DI NULLA — Primo tempo di noia assoluta. Appena due conclusioni dalla distanza firmate Isaksen, con palla alta sopra la traversa. Per il resto zero emozioni, niente accelerazioni, niente uno contro uno o pressione alta. Squadra attente a non scoprirsi, fraseggio lento e prevedibile e portiere spettatori non paganti. La posta in palio è alta e gli assenti troppi: ne paga lo spettacolo.

PRODEZZA ANNULLATA — La ripresa si apre con la massima emozione, peccato per la posizione irregolare di Castellanos che rende vana una giocata tecnica fenomenale: lancio di Cataldi, l’argentino controlla di petto e in rovesciata supera Gollini. La bandierina alta dell’assistente rende tutto vano. E il Var conferma. I primi 20’ passano senza sussulti, poi è Cataldi che da fuori a provare a dare una scossa, ma la palla finisce a lato. Due minuti dopo, al 67’, arriva la prima conclusione verso lo specchio del Napoli con Gaetano, da poco entrato, che al volo non trova lo specchio.

RESISTENZA — Alla mezz’ora la Lazio trova il primo corridoio in profondità: Isaksen crossa rasoterra, Catellanos prova il numero di tacco e Ostigard salva in scivolata. Mazzarri si gioca la carta Ngonge, al debutto. E il belga al primo guizzo conquista una punizione da buona posizione: il destro di Zielinski supera la barriera ma finisce sul fondo. Sarri ci prova con Vecino e Pedro: l’uruguaiano si inserisce bene due volte senza trovare il colpo di testa vincente. Finisce così come era cominciata, senza vincitori né vinti. E tanta noia.

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/01/2024 00:34
 
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