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Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di B-Side FORUM

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2024 00:59
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Juve ecco il Vlahovic che serve: gol decisivo al 91',
Salernitana rimontata e Inter sempre a +2



In vantaggio i padroni di casa con Maggiore, poi espulso, ci pensa Iling a pareggiare,
poi arriva il colpo di testa del serbo in pieno recupero. Inter sempre a +2


Marco Guidi

La Juventus risponde all’Inter. Soffrendo da matti, all’ultimo respiro, come i nerazzurri ieri contro il Verona. La vittoria in rimonta per 2-1 su di una comunque apprezzabile Salernitana, firmata al 91’ da un colpo di testa da vero bomber di Dusan Vlahovic, permette a Massimiliano Allegri di riportarsi a due punti dalla vetta, dopo aver visto le streghe nel primo tempo dell’Arechi. I bianconeri girano così a 46 punti dopo l’andata, come nella prima stagione (2014-15) da tecnico a Torino di Max.

SCELTE — Allegri è senza Locatelli squalificato, oltre a Pogba e Fagioli, Cambiaso influenzato, Kean, Chiesa e il lungodegente De Sciglio fermi ai box. In attacco, il gioiellino Yildiz affianca Vlahovic. Anche Inzaghi è in emergenza, tra infortunati e nazionali in ritiro per la Coppa d’Africa. Rispetto alla batosta in Coppa Italia, il tecnico della Salernitana si mette quasi a specchio con la difesa a tre e si affida a Simy di punta, con alle spalle Tchaouna e Candreva nel 3-4-2-1. Assenza dell’ultimo minuto in tribuna: il nuovo direttore granata Walter Sabatini, costretto a sottoporsi a un intervento chirurgico alla schiena. Auguri di pronta guarigione.

SORPRESA — Inizio subito frizzantino: da una parte, proprio al 1’, Yildiz va giù in area sulla pressione di Daniliuc, ma l’arbitro Guida lascia correre; dall’altra, Sambia calcia col sinistro, impegnando Szczesny a terra. Pian piano è la Juve a prendere il comando delle operazioni e a collezionare corner (4 nei primi 12’), ma senza rendersi mai davvero pericolosa. La Salernitana, poi, non rinuncia del tutto a “pizzicare” la difesa bianconera, come quando Legowski allarga troppo il diagonale da posizione favorevole. Dal canto suo la Juve, se non con un paio di sgasate di Yildiz, fatica a trovare spazi e creare grattacapi a Costil, che infatti nel primo tempo non compie nemmeno una parata. Così al 39’ a rompere a sorpresa gli equilibri è la squadra di casa, dopo un’azione costruita a destra, rifinita da Tchaouna e chiusa con un bel tiro in rete da Maggiore. Un po’ morbida, nell’occasione, l’opposizione della catena sinistra di Allegri e in ritardo l’uscita di Bremer sul centrocampista granata.

RIMONTA — Doppio cambio per la Juve all’intervallo: fuori Gatti (ammonito, salterà per squalifica la prossima col Sassuolo) e Kostic, dentro Rugani e Iling Junior. E’ però soprattutto nell’atteggiamento che la Signora cambia passo. Al 4’ ghiotta occasione per McKennie che di testa, a due passi da Costil, allarga troppo sul cross felpato di Rabiot. Quattro minuti dopo, Salernitana in 10: secondo giallo per l’autore dell’1-0 Maggiore che ferma fallosamente Rabiot ai 20 metri. Inzaghi corre subito ai ripari: fuori Tchaouna e dentro il difensore Bronn, con il passaggio a una sorta di 5-3-1. Allegri risponde con una punta in più, Milik, al posto dell’ex Nicolussi Caviglia. E’ proprio il polacco al 64’ a sporcare per la prima volta i guanti a Costil con un tiro dalla distanza: il portiere francese blocca in sicurezza. La Juve però ora spinge e al 65’ trova il gol del pari: Weah sfonda a destra, sul suo cross basso Vlahovic cicca la conclusione, ma alle sue spalle irrompe Iling che quasi sfonda la porta. La Salernitana prova subito a reagire, nonostante l’inferiorità numerica e Bradaric costringe Szczesny alla respinta complicata con un sinistro dalla distanza. Poi Simy manca la zampata vincente su bella pennellata di Candreva a un metro dalla porta. Brividi per Allegri, che nel frattempo getta nella mischia Miretti per Yildiz. Dall’altra parte al 77’ è ancora Iling a provarci col destro su sponda di Vlahovic: conclusione larga. Altro cambio per i campani, con Ikwuemesi che rileva Simy. L’ultima mossa di Allegri è invece Nonge (all’esordio in Serie A) per Weah. Il finale è un monologo bianconero, con la Salernitana che ora difende a oltranza. E al 91’ è una capocciata di Vlahovic su cross di Danilo a regalare alla Juve una vittoria pesantissima per riportarsi a due punti dall’Inter. La corsa scudetto non si fa di certo mancare emozioni.

Fonte: Gazzetta dello Sport
07/01/2024 20:36
 
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Falli, cartellini e tensione, ma solo un punto a testa:
Roma e Atalanta, l'1-1 serve a poco

Tutto nel primo tempo: al 9' il colpo di testa di Koopmeiners,
poi al 39' rigore di Dybala, assegnato con la Var per un fallo di Ruggeri.
In pieno recupero espulso Mourinho per proteste


Andrea Pugliese


Poteva essere un’occasione ghiotta per entrambi per avvicinare la zona Champions, alla fine il pareggio (1-1) non mette il sorriso né alla Roma né all’Atalanta. Gli ospiti perché senza l’ingenuità di Ruggeri forse avrebbero gestito il vantaggio di Koopmeiners in modo più tranquillo, i giallorossi perché alla fine di occasioni per vincere la partita ne hanno avute, ma senza mai concretizzarle. Dybala è stato il migliore della Roma, gol a parte, Mou ha preso l’ennesimo rosso, Miranchuk e Koopmeiners sono stati a lungo delle autentiche spine nel fianco della retroguardia romanista.

BOTTA E RISPOSTA — Gasperini vara l’attacco mobile, toglie punti di riferimento alla difesa giallorossa escludendo Scamacca e se la va a giocare con Koopmeiners, Miranchuk e De Ketelaere. Mourinho, invece, deve rinunciare a Paredes per la botta presa con la Cremonese, tiene Cristante in regia e inserisce Kristensen tra i tre di difesa. L’inizio è subito scoppiettante, con Carnesecchi che salva su Lukaku e Koopmeiners che insacca di testa un cross al bacio di Miranchuk. Il russo fa venire il mal di testa a Llorente, che se lo vede andar via da tutte le parti, mentre Mancini limita De Ketelaere più di forza che di fino. Lukaku ci riprova ma Carnesecchi è ancora perfetto, mentre Rui Patricio dall’altra parte salva la Roma proprio su De Ketelaere (palla sanguinosa persa da Cristante in impostazione). Insomma, il fraseggio nerazzurro sembra avere la meglio, anche perché la difesa della Roma si tiene in piedi davvero per inerzia. Ma dalla mezzora in poi cambia un po’ partita, con i giallorossi che costruiscono tre nitide palle gol in tre minuti: prima Dybala cicca a porta vuota, poi Carnesecchi salva ancora su Bove e infine Djimsiti salva sulla linea su Karsdorp. Nello sviluppo della stessa azione, però, Ruggeri colpisce l’olandese, rigore concesso con il Var e pareggio di Dybala. La Joya disegna calcio dall’inizio alla fine e Kolasinac in due occasioni è costretto alle maniere forti per non farlo andare in porta, con Aureliano che però fa sempre correre. E sulla seconda Mou sbotta (“Se non vuoi ammonire lui, ammonisci me”) e prende il giallo.

PARI E PATTA — A inizio ripresa Mou decide allora di togliere Llorente e di rischiare Huijsen, che ha subito un buon impatto sulla partita. Anche se poi le occasioni principali le crea l’Atalanta, anche perché Mancini inizia a correre male per la pubalgia e la retroguardia giallorossa perde in equilibrio. Scamacca - entrato per De Ketelaere - segna (annullato per fallo su Zalewski), Ederson ci va vicinissimo, dall’altra parte come al solito a creare pericoli è Dybala. Ma i giallorossi mancano anche di forza propulsiva sulle fasce e allora Mou manda dentro in un colpo solo Celik e Spinazzola. Oramai si va sulle giocate dei singoli, più di individualità che di squadra. Squadre lunghe, equilibri scarsi. E quando arriva la palla giusta, Lukaku prima la calcio alle stelle, poi viene contratto in extremis. Finisce con l’ennesimo rosso a Mourinho per proteste (fallo di Hien su Lukaku) e con un 1-1 che alla fine non fa felice nessuna delle due contendenti.

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/01/2024 10:56
 
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SERIE A 2023/2023 19ª Giornata (19ª di Andata)

05/01/2024
Bologna - Genoa 1-1
06/01/2024
Inter - Verona 2-1
Frosinone - Monza 2-1
Lecce - Cagliari 1-1
Sassuolo - Fiorentina 1-0
07/01/2024
Empoli - Milan 0-3
Torino - Napoli 3-0
Udinese - Lazio 1-2
Salernitana - Juventus 1-2
Roma - Atalanta 1-1

Classifica
1) Inter punti 48;
2) Juventus punti 46;
3) Milan punti 39;
4 Fiorentina punti 33;
5) Bologna punti 32;
6) Atalanta e Lazio punti 30;
8) Roma punti 29;
9) Napoli punti 28;
10) Torino punti 27;
11) Monza punti 25;
12) Genoa e Lecce punti 21;
14) Sassuolo e Frosinone punti 19;
16) Udinese punti 17;
17) Cagliari punti 15;
18) Verona punti 14;
19) Empoli punti 13;
20) Salernitana punti 12.

(gazzetta.it)
08/01/2024 10:57
 
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Retegui e Zapata non sfondano.
Tra Genoa e Torino vince l'equilibrio



Partita combattuta ma senza gol. Le due squadre muovono la classifica


Mario Pagliara

Il Toro non riesce a centrare l’appuntamento con la vittoria in trasferta (che manca dal 28 ottobre), ma almeno difende la media inglese degli ultimi tempi. Nelle giornate in cui ti accorgi che le partite non si possono vincere, va bene anche portare a casa un punto (punteggio finale: 0-0). Che potrebbe andare un po’ più stretto al Genoa che ha avuto dalla sua le occasioni della partita e un maggior controllo del gioco. Juric deve ringraziare il suo portiere, Milinkovic, autore di tre interventi importanti. Giornata-no per i granata in zona offensiva: attacco sterile e nessun tiro nello specchio del Genoa.

PIÙ GENOA — Due parate di Milinkovic nel primo tempo, nessuna di Martinez. A Marassi, a metà partita, non è lo spettacolo a farla da padrone, in una sfida che tutto sommato scorre sul binario dell’equilibrio e nella quale è il Genoa di Gilardino a fare qualcosa in più. Sicuramente, all’intervallo, i rossoblù creano più occasioni rispetto al Toro di Juric. Due quelle più grosse. La prima, dopo cinque minuti, quando un riflesso con i piedi di Milinkovic evita guai peggiori sulla conclusione di Gudmundsson. La seconda dopo ventidue minuti con un missile dai venticinque metri di Malinovskji sul quale Milinkovic riesce ad arrivarci con la mano destra. Nonostante il tridente offensivo, con Vlasic, Sanabria e Zapata, il Toro non crea pericoli degni di nota nel primo tempo, e si affaccia nell’area genoana solo con un colpo di testa (a lato) di Buongiorno (al 20’) sugli sviluppi di una punizione battuta da Ilic. A metà partita la squadra di Juric è più attendista, mentre Gilardino è un po’ più vivace sulla trequarti senza trovare il varco giusto.

BRIVIDO SANABRIA — Nella ripresa non cambia di molto il copione della partita: il Genoa ha maggiore controllo del campo e del palleggio, il Toro fa muro grazie alle solide interpretazioni difensive di Djidji e Buongiorno e tenta la ripartenza. All’ora di gioco, Juric prova a invertire l’inerzia lanciando nella mischia Tameze al posto di uno spento Vlasic. Ricci “si alza” sulla trequarti. L’occasione la crea ancora il Genoa con un colpo di testa di Vasquez tra le braccia di Milinkovic (21’). Juric toglie anche uno Zapata in giornata-no, dentro il giovane Pellegri. Un minuto dopo sussulto d’orgoglio del Toro: cross di Buongiorno, colpo di testa in tuffo di Sanabria di poco sopra la traversa. Al 25’ la prima mossa di Gilardino: Frendrup per Messias. A quattro minuti dal 90’ una sberla di Malinovskji trova ancora attento Milinkovic coi pugni. Finisce zero a zero, con la Gradinata che applaude alla fine della partita il centravanti torinista Pietro Pellegri, genovese e di fede genoana.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/01/2024 20:13
 
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Rrahmani gioia Napoli: 2-1 alla Salernitana nel recupero

La squadra di Mazzarri torna al successo con un gol al 96'


Vincenzo D'Angelo


In zona Mazzarri, come succedeva nella prima versione del Napoli guidato da Walter. Al fotofinish, di rimonta, buttando dentro il cuore tanto invocato dai tifosi per tutta la gara e che a lungo era stato assente, nel primo tempo come in tante altre gare. Il Napoli batte la Salernitana (2-1) al 51' della ripresa, con una rete in mischia, figlia dell'arrembaggio di nervi più che di qualità e idee. Ma tanto basta per imbarcarsi domani mattina su un volo per l'Arabia Saudita per la Supercoppa con un minimo di serenità, dopo tanta – tantissima – tensione. Candreva aveva liberato i fantasmi del fallimento nel primo tempo, il rigore di Politano nel recupero della prima frazione ha evitato al Napoli la contestazione all'intervallo. Poi ci ha pensato Rrahmani a salvare tutti, quando i cori dei tifosi cominciavano a farsi più duri e pesanti. Il Napoli riparte, con grande fatica ma riparte. A' nuttata non è passata, ora la palla passa alla società: servono innesti all'altezza per provare a cullare il sogno Champions.

BOTTA E RISPOSTA — Mazzarri rilancia Simeone al centro dell'attacco, piazzando anche Gaetano da mezzala sinistra al posto di Zielinski (probelmino fisico prepartita, ma da giorni si pensava a una sua panchina e il tutto, con mercato aperto e contratto in scadenza, suggerisce di seguire con attenzione l'evolversi della situazione). L'inizio di gara è piuttosto scontato, col Napoli a provare a creare qualcosa col possesso palla lento e prevedibile e la Salernitana che si difende con attenzione e riparte. Per quasi mezzora si vede pochissimo, poi Candreva infiamma il derby: destro a giro dalla distanza che si infila sotto l'incrocio, con Gollini comunque non proprio impeccabile. Il Maradona, che fin lì aveva accompagnato il Napoli con pochi e sporadici cori, crolla in un silenzio assordante. Al 33' il Napoli costruisce la prima occasione, ma Ochoa stoppa Simeone che era comunque in offside. Si arriva al recupero e la gara gira: contatto Fazio-Simeone da "rigore moderno" per citare Mourinho. Di fatto la modalità è la stessa di Lazio-Roma: l'arbitro viene richiamato al Var e solo dopo concede il penalty agli azzurri. Dal dischetto va Politano, con un pallone che pesa chili. Ma l'esterno va convinto, apre il piatto e imbuca nell'angolino.

SI ACCENDE KVARA — Si va negli spogliatoi con la tensione alle stelle e un principio di rissa all'imbocco del tunnel. Mazzarri alza la voce all'intervallo, perché la squadra entra con altro spirito. La ripresa si apre con un movimento di Kvara centrale a smarcarsi, ma con conclusione sbilenca, da dimenticare. Ma il georgiano sembra finalmente sintonizzato sulla partita. Cajuste (48') di testa sfiora il palo su azione d'angolo e il Maradona di colpo si accende e inizia a spingere i suoi. Un minuto dopo e ancora lo svedese va vicinissimo al vantaggio, dopo un recupero palla in pressing di Kvara. Dopo la fiammata iniziale, il ritmo torna al piccolo trotto. Mazzarri inserisce prima Raspadori e poi Zerbin, passando al 4-2-3-1. Kvaratskhelia ci prova ancora da fuori, ma il tiro è centrale. Poi è la Salernitana a sfiorare il vantaggio con una ripartenza sprint di Tchaouna a sinistra, ma sul cross basso è provvidenziale la deviazione di Gollini.

ALL'ULTIMA MISCHIA — Nel finale il Napoli prova a metterci cuore e attributi (come chiesto dalle curve): Kvara (82') con una giocata delle sue si libera in area ma il tiro a giro viene deviato in angolo. E il recupero inizia con un miracolo di Ochoa di piede su conclusione ravvicinata di Kvara (che poi si farà ammonire nel lungo recupero e salterà la Lazio). È la fotografia del momento, in cui tutto sembra girare male al Napoli. Ma non è ancora finita, Zerbin in ripartenza si conquista un fallo sulla trequarti al 96': cross scodellato dentro, Ochoa si scontra con un compagno e nel flipper la palla arriva a Rrahmani che stoppa e in girata fa esplodere il Maradona. 'A nuttata, come detto, non è passata. Ma almeno Mazzarri e il Napoli tornano a respirare, allontanando il fantasma di un'altra cocente delusione.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/01/2024 20:19
 
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Djuric-Ngonge, Empoli al tappeto:
al Verona lo scontro salvezza

Il Verona passa la notte fuori dalla zona pericolo e inguaia l’Empoli.
Tre punti pesanti per l’Hellas nel clima di smobilitazione


Alex Frosio


Il Verona passa la notte fuori dalla zona pericolo e inguaia l’Empoli. Tre punti pesanti per l’Hellas nel clima di smobilitazione. L’Empoli parte spigliato ma va sotto presto. Sul primo affondo dell’Hellas nasce un angolo che Duda deposita all’altezza del primo palo sulla testa di Djuric, irraggiungibile per i difensori empolesi: bacio alla traversa e l’orologio della goal-line technology vibra al polso dell’arbitro Doveri. Al 3’ Verona in vantaggio. E un po’ svagato subito dopo. Disimpegno errato di Montipò in costruzione bassa, Gyasi serve in area Shpendi il cui destro viene deviato da Magnani, nome da rivoluzionario (Giangiacomo) ma addetto a disinnescare pericoli. Shpendi è la terza scelta al centro dell’attacco di Andreazzoli, già privo – di nuovo – di Baldanzi (problema alla coscia): Caputo infortunato, nel riscaldamento si ferma anche il designato Destro, messo in distinta. L’Hellas si chiude e riparte con la freccia Suslov, che al 9’ prova il gol da centrocampo: Caprile rientra in tempo. Una punizione di Ngonge poco dopo sorvola la traversa. L’Empoli comincia ad affinare la manovra e costringe i veronesi a rincorrere. O a chiudere in extremis, come Doig su Gyasi e soprattutto Coppola su cross di Cambiaghi al 23’. La squadra di Baroni fatica ad accorciare sulle seconde palle e sulle conduzioni palla al piede dei centrocampisti di Andreazzoli, ma non corre grandi pericoli – a parte una punizione fuori di poco di Grassi - ed è sempre pronto a ripartire. Folorunsho però sbaglia sempre scelta in rifinitura e Ngonge non è lucido nell’uno contro uno, una volta con Cacace e un’altra con Walukiewicz in chiusura di primo tempo.

IL SECONDO TEMPO — L’intervallo ridà slancio all’Hellas, che inizia forte. Serdar di tigna e di forza prova subito la percussione in area al 4’, Folorunsho sbuca su un cross di Tchatchoua al 6’, Djuric gira debolmente di testa all’8’. Sono l’anticipo del raddoppio che arriva all’11’: Ngonge si sveglia finalmente dal torpore, da destra si accentra e libera il sinistro, una leggera deviazione rende imprendibile la traiettoria verso l’angolino basso. Andreazzoli smuove l’Empoli: dentro Cancellieri per Shpendi e il nuovo “tornato” Zurkowski per Fazzini, con Gyasi centravanti. Proprio Zurkowski mette la testa al 19’ su un cross di Bereszynski dopo un’azione di aggiramento, e la partita si riapre. La nebbia che scende sul Bentegodi è la materializzazione della paura del Verona, che traballa nei minuti successivi. Un sinistro di Luperto in mischia sfila di poco a lato ed è un brivido. Dentro anche Marin, di là Saponara Henry e Dawidowicz, poi il debuttante Corona (figlio di Re Giorgio) come “quinto” centravanti di giornata, oltre a Sodero. Duda si fa espellere per doppia ammonizione al 42’ ed è finale di lotta, con Cancellieri che al 45’ colpisce alto al volo di sinistro.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/01/2024 00:18
 
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Calha e Lautaro show, l'Inter travolge il Monza e allunga sulla Juve



I nerazzurri rifilano una spietata "manita" ai biancorossi di Palladino,
mai in partita: tre penalty assegnati, in gol anche Thuram e Pessina


Andrea Ramazzotti

L'Inter strapazza il Monza grazie alle doppiette di Calhanoglu e Lautaro e vola momentaneamente a +5 sulla Juventus, che martedì sfiderà il Sassuolo per riavvicinarsi. Inzaghi non poteva immaginare un avvicinamento migliore alla Supercoppa Italiana: l'argentino firma il diciottesimo gol in altrettante partite di campionato giocate, ma impressiona anche il turco, a quota nove e secondo nella classifica dei marcatori. Contro la formazione di Palladino è tutto facile per la capolista che parte forte, mostra un bel calcio e si conferma implacabile in trasferta, dove ha ottenuto 8 affermazioni e 2 pari, senza mai perdere. A tratti Martinez e compagni sono straripanti e, dopo le polemiche per il successo last minute contro il Verona, lanciano un messaggio forte al campionato. Adesso sta ad Allegri rispondere, mentre i nerazzurri saranno in volo per Riad.

FURIA INTER — Di fronte allo sguardo di Paolo Maldini e del c.t. Spalletti, Palladino conferma Gagliardini centrale della difesa a tre e dà fiducia a Bondo accanto a Pessina come mediano in un 3-4-2-1 che ha Carboni (uno degli ex) accanto a Colpani. Inzaghi risponde con De Vrij preferito ad Acerbi e con Darmian al posto di Dumfries, a destra. Per il resto spazio alla ThuLa con Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan, i soliti tre "tenori" in mediana per la tredicesima volta di fila in Serie A. L'Inter parte fortissimo, muovendo la palla con velocità e mettendo le tende nella metà campo avversaria: il diagonale di Dimarco termina sul fondo, poi Thuram liscia una facile occasione e sul proseguimento dell'azione l'armeno non inquadra lo specchio dal limite. Il Monza è alle corde e non trova le contromisure per fermare gli ospiti che si imbucano da tutte le parti. Il fortino biancorosso crolla al 12' quando, su traversone di Pavard, il colpo di testa di Lautaro termina sul braccio largo di Gagliardini. Aureliano, al Var, richiama al monitor Rapuano, che si era perso l'intervento irregolare: dopo la revisione, è rigore per la formazione di Inzaghi. E Calhanoglu mantiene il 100% di trasformazioni degli undici metri (13/13 da quando è alla Pinetina, 16/16 da quando è in Italia), firmando l'1-0. Neppure il tempo di rimettere la sfera al centro e arriva il secondo schiaffo al termine di una splendida azione che parte nell'area interista: toccano il pallone Sommer, Pavard, Barella, De Vrij (bravissimo a saltare Bondo a centrocampo), Mkhitaryan, Dimarco (assist) e Lautaro, che deposita alle spalle di Sorrentino. Thuram, ancora su cross dell'imprendibile Dimarco, sfiora il 3-0 e il match assume i contorni del monologo: i "braccetti" Pavard e Bastoni creano sempre la superiorità numerica alternandosi negli inserimenti con i centrocampisti e il Monza non trova le contromisure.

REAZIONE — La mareggiata nerazzurra perde di intensità a metà tempo e i padroni di casa ne approfittano per mettere la testa fuori dal guscio. Anche Ciurria, in apnea contro Dimarco, varca la metà campo e il Monza trova addirittura l'1-2 con Pessina, rete annullata per un fuorigioco millimetrico ("pescato" dal Saot, il fuorigioco semi-automatico) del capitano su colpo di testa di Caldirola. Inzaghi comunque non gradisce e si sgola in panchina perché la marcatura dei suoi in questa occasione lascia a desiderare. Thuram ha altre due chance per sbloccarsi dopo quattro gare di digiuno (ci riuscirà nel finale), ma calcia fuori. All'intervallo così la capolista è avanti di due reti, ma ha fallito più volte il tris che avrebbe archiviato la pratica e soprattutto ha inquadrato lo specchio solo in due dei dodici tiri tentati. Una miseria.

RIVOLUZIONE E DOMINIO — Palladino a inizio ripresa inserisce Kyriakopoulos per Ciurria e Colombo per Bondo, ma soprattutto passa al 4-2-3-1 con Gagliardini avanzato a centrocampo, Carboni, Colpani e Mota Carvalho alle spalle del centravanti ex Milan appena entrato. L'Inter si abbassa, non tanto per risparmiare energie, ma per cercare i varchi giusti per le ripartenze, così è il Monza a fare la gara. Per aumentare la spinta a entra anche Birindelli per Pedro Pereira, ma dopo un'ora, quando Palladino è stato appena espulso per proteste, Calhanoglu firma la doppietta personale su cross di Mkhitaryan e spettacolare tacco di Thuram, al settimo assist. Inzaghi inizia la girandola di cambi in vista della Supercoppa inserendo Asllani per il turco (che salterà la prossima gara di campionato contro la Fiorentina perché ammonito e diffidato) e Frattesi per Barella. Sorrentino con un miracolo evita il 4-0 di Pavard su traversone di Bastoni e l'intervento del sostituto di Di Gregorio rianima il Monza: Mota Carvalho si procura il rigore (fallo di Darmian) che permette a Pessina di firmare il 3-1. Nell'Inter dentro Acerbi per Bastoni e Carlos Augusto per Dimarco, mentre tra i biancorossi Pablo Mari rileva D'Ambrosio. I padroni di casa ci credono e impegnano Sommer, ma si scoprono e incassano altri due gol: il primo su calcio di rigore trasformato da Lautaro, il secondo in contropiede con Mkhitaryan che permette a Thuram di sbloccarsi. Adesso la festa interista è davvero completa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/01/2024 00:32
 
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Lazio, ci pensa Felipe Anderson:
1-0 al Lecce e Fiorentina agganciata al quarto posto



Il brasiliano sblocca il risultato nella ripresa.
La squadra di Sarri sale a 33 punti e approda in zona Champions League


Nicola Berardino

La quarta vittoria consecutiva in campionato proietta la Lazio al quarto posto in attesa dei risultati delle altre concorrenti per la Champions. Ma per imporsi sulle Lecce (primo successo nella gestione Sarri) i biancocelesti hanno faticato più di ogni previsione. Ha risolto Felipe Anderson, schierato da centravanti, al 13’ della ripresa, ma il risultato è rimasto in sospeso fino all’ultimo. Impreca il Lecce che ha all’Olimpico ha sfoderato una buona prova senza però riuscire a evitare la terza sconfitta in quattro giornate (appena un punto conquistato).

GARA BLOCCATA — Lazio con sei novità rispetto alla formazione schierata nel derby. Tra i pali torna Provedel. In difesa, spazio a Pellegrini e Gila. Dopo tre gare si rivede Luis Alberto. In regia c’è Rovella. Out Castellanos, Felipe Anderson, recuperato dopo il risentimento al polpaccio accusato alla vigilia, va al centro dell’attacco con Isaksen sulla destra. Immobile riparte dalla panchina. Lecce ritoccato in prima linea con gli innesti di Krstovic e Almqvist. Squadre a specchio: entrambe con il 4-3-3. Un colpo di testa di Baschirotto viene controllato da Provedel. Buon avvio della squadra di D’Aversa. Il portiere laziale vigilia anche su un tiro di Krstovic. Prontissimo Falcone a sventare su un tocco a rete ravvicinato di Isaksen. Problemi alla spalla dopo uno scontro di gioco fermano Patric, che al 24’ viene sostituito da Romagnoli. Buon guizzo di Isaksen che cerca di fornire Felipe Anderson: rimedia la difesa salentina. Lecce compatto e quadrato su piano tattico. Lazio in difficolta nel verticalizzare il gioco. Al 33’ pugliesi pericolosi con Kaba: Provedel devia. Sul corner successivo, colpo di testa di Pongracic che va fuori. La formazione di D’Aversa si muove a tutto campo con trame agili. Battibecco con spintoni fra Zaccagni e Gendrey, prima dell’intervallo: ammoniti entrambi. Tensioni tra i giocatori a fine primo tempo.

IL COLPO DI FELIPE — Nella ripresa Sarri parte con Pedro al posto di Isaksen. La Lazio cerca maggiore velocità. Tiro di Pedro sopra la traversa. Biancocelesti vicini al gol con Zaccagni: parabola che sfiora la traversa. All’11’ Gendrey, alle prese con problemi fisici, viene sostituito da Venuti. Al 13’ la Lazio va a segno: assist di Luis Alberto per Felipe Anderson che con un colpo sotto la traversa infila di destro Falcone. Secondo gol in campionato per il brasiliano, il primo all’Olimpico. Intervento di Pellegrini in area su Kaba che va terra: proteste del Lecce, Ferrieri Caputi fa proseguire. Al 20’ entrano Vecino e Lazzari per Luis Alberto e Pellegrini. Lecce insidioso al 23’: capocciata di Krstovic, fuori. Ripartenza giallorossa: Kaba non inquadra la porta. D’Aversa fa entrare Blin e Strefezza per Kaba e Gonzalez per dare un’impronta più offensiva. Non aggancia Zaccagni un cross di Lazzari. Al 34’ entra Immobile, osannato dall’Olimpico: gli cede il posto Zaccagni. Con l’ingresso del capitano, Felipe Anderson torna a destra e Pedro cambia fascia. Nel Lecce Piccoli e Dorgu rilevano Oudin e Gallo. Al 41’ Vecino vicino al gol: Baschirotto sbroglia in angolo. Quattro minuti di recupero che poi diventano cinque. Gila provvidenziale su un’incursione di Almqvist. Scontro di Immobile con Falcone. Ammonito il bomber della Lazio per reazione sul portiere del Lecce. Era diffidato, come Zaccagni: i due attaccanti dovranno saltare la prossima, contro il Napoli. Al fischio finale, nuove tensioni tra i giocatori della Lazio e Falcone. Fa festa l’Olimpico per il quinto successo di fila dei biancocelesti nella scia del derby di Coppa Italia di mercoledì.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/01/2024 19:04
 
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Cagliari, sono tre punti d'oro:
ribalta il Bologna grazie a un autogol di Calafiori

Vantaggio di Orsolini e pari di Petagna nel primo tempo.
Decisivo nella ripresa l'autogol del difensore emiliano


Francesco Velluzzi


È il rossoblù del Cagliari che domina. Davanti a Gianfranco Zola, in tribuna, Claudio Ranieri incarta il Bologna stoppandogli il volo verso l’Europa più nobile. Vince la squadra sarda (2-1) ispirata da un super Petagna che fa giocare a Riccardo Calafiori la peggior partita della stagione. Ma è la compattezza di Makoumbou e Sulemana, la vena dell’ inesauribile Nandez, una difesa molto più attenta che dà coraggio e spinta ai padroni di casa. Il Bologna sembra il Bologna di Thiago Motta solo nei primi 25 minuti, soprattutto nei primi 15’ quando Orsolini fa ammattire, beffandolo per il vantaggio, Augello che, infatti, Ranieri lascia negli spogliatoi all’intervallo. Per gli emiliani un punto (col Genoa in casa ) in tre partite. L’assenza di Zirkzee squalificato si è sentita tanto, come quelle di Ndoye e Saelamaekers, infortunati, ma il Bologna nelle ultime giornate (anche eliminato in coppa Italia ai rigori dalla Fiorentina) qualcosa ha perso perché quando il Cagliari si è ricompattato col 5-3-2, ha smesso di pungere e infierire. Si è svegliato quando era tardi e Ranieri e Petagna (autogol di Calafiori) avevano ribaltato la gara rimettendosi alle spalle il Verona.

PRIMO TEMPO — Ranieri fa con quel che ha. E di offensivo ha davvero poco. Così, parte con un 4-3-2-1 con Nandez alto accanto a Viola e dietro Petagna. Motta, che dopo 4 minuti, è già in t-shirt, ne cambia quattro rispetto al Genoa e sorprende soprattutto col modulo che è un 4-1-4-1 in cui l’unico mediano è Freuler, mentre Aebischer fa la mezzala che svaria per disorientare il Cagliari giocando con Orsolini, Ferguson e Urbanski dietro Van Hooijdonk. Impalpabile l’olandese. Il Cagliari questo marchingegno lo subisce e il Bologna inizia forte. Molto forte. Al 9’ Urbanski tira centralmente, il pallone deviato da Dossena costringe Scuffet a un salvataggio difficoltoso, Augello manda in angolo. Due minuti il Cagliari tenta di sorprendere Skoeupski che Viola, da quasi 35 metri, vede fuori dai pali e per poco non combina lo scherzetto. Ma la tattica di Ranieri è quella di far sfogare l’avversario e cercare di colpirlo in ripartenza alla prima occasione. Dopo il terremoto iniziale, il tecnico romano si mette a 5 in difesa. E il 5-3-2 regge meglio le iniziative del Bologna, fino al 24’ quando Posch lancia Orsolini che sorprende il disattento Augello, lo supera e segna. Il pallone sembra essere uscito dalla linea di fondo, ma invece sono i piedi del numero 7 del Bologna che sono fuori. Il gol è buono ed è il quinto per Orso. Il Cagliari non si scoraggia, Sulemana e Makoumbou sono dappertutto, graffiano, sradicano palloni, così come Nandez. Due sortite di Viola, fermato fallosamente da Aebischer, non trovano la considerazione di un Manganiello insufficiente. Ma al 31’ i padroni di casa raddrizzano la gara proprio nel modo in cui l’ha pensata Ranieri. Lancio lungo di Dossena, Petagna (in attesa di diventare papà) supera Calafiori e anche Skorupski e realizza il primo gol in campionato con la maglia del Cagliari. I sardi ci credono, si compattano, Kristiansen commette due errori pericolosi, Orsolini continua a far male a un Augello in evidente difficoltà. Finisce con Manganiello che esce tra i fischi del pubblico spazientito dai due gialli (uno per fallo e uno per proteste) rifilati a Nandez e Dossena.

SECONDO TEMPO — La ripresa si apre con Azzi dentro per Augello. Ranieri non poteva davvero evitare la sostituzione all’esterno milanese in confusione totale. Motta, invece, rimette la felpa. È caldissimo invece, ancora Orsolini che al 5’ con un tiro-cross costringe Scuffet a smanacciare, Urbanski non riesce nel tap-in. I ritmi calano un po’ col Cagliari che sembra, comunque, più avanti. E al 22’ Motta ne cambia due: fuori Kristiansen e Aebischer, dentro l’ex Lykogiannis e Fabbian. Neanche il tempo di inserirsi e il Cagliari guadagna un calcio d’angolo che va a battere Viola. Sulla respinta Wieteska stoppa un pallone meravigliosamente districandosi tra due e mettendo in mezzo, Petagnone ci arriva ancora, forse sbucciandola, ma Calafiori è tradito e la mette dentro alle spalle di Skorupski. Non c’è fuorigioco. Cagliari in estasi. È il 24’. È la svolta. Il Bologna deve andare all’assalto, ma è stanco e a corto di uomini, zero davanti. Van… prima di salutare (entra Moro) combina bene con Orsolini che calcia fuori di poco. C’è un quarto d’ora di speranza. Ma Scuffet si supera su uno strepitoso Freuler e Fabbian sfugge a Wieteska e colpisce di testa, ma di poco fuori. Ranieri spende qualche cambio, toglie lo straordinario Nandez, che forse ne aveva ancora, ma Di Pardo regge alla grande e tiene a bada il fortino. Che resiste fino al 6’ di recupero, (ultimo tiro di Ferguson) trovando una vittoria fondamentale per la salvezza.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/01/2024 19:12
 
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L'Udinese spaventa la Fiorentina:
Nzola su rigore firma il pari all'87'

I viola restano quarti, ma soffrono la squadra di Cioffi, in gol con Lovric.
Dopo il pari di Beltran nuovo vantaggio ospite di Thauvin.
Decisivo il Var sul mani di Ferreira a fine match


Ilaria Masini


Finisce 2-2 fra Fiorentina e Udinese in una partita combattuta fino alla fine. Per i friulani in gol Lovric e Thauvin mentre per i viola sono i due centravanti, Beltran e Nzola (su rigore), a trovare la rete. E se gli ospiti sono padroni del campo nel primo tempo, alla fine sono gli uomini di Italiano a sfiorare la vittoria con Bonaventura fermato soltanto dal palo. Nonostante il pareggio, la Fiorentina mantiene il quarto posto solitario con 34 punti, mentre i fiumani salgono a 18 e agganciano il Cagliari.

VANTAGGIO UDINESE — Vincenzo Italiano torna al 4-2-3-1 e rispolvera Brekalo esterno d’attacco a sinistra con Ikoné dall’altra parte, Bonaventura trequartista e Beltran unica punta. Gabriele Cioffi conferma il 3-5-1-1 con Pereyra alle spalle di Lucca. A centrocampo Samardzic è titolare, in attesa di eventuali sviluppi di mercato. Al 4’ Walace prova una girata di testa che termina sul fondo, ma è Lovric al 10’ a portare in vantaggio i friulani con un diagonale mancino: ripartenza perfetta, scambio con Lucca e 1-0 per l’Udinese. La Fiorentina va in tilt e sono di nuovo gli ospiti ad andare alla conclusione con Lucca dal limite su cui respinge Terracciano. Il portiere viola viene impegnato nuovamente al 30’ quando si oppone a Pereyra servito da Kamara. Poi è Samardzic a rendersi pericoloso su due calci piazzati consecutivi: prima su punizione e subito dopo da calcio d’angolo. Prezioso ancora Terracciano nell’evitare il raddoppio.

PAREGGIO FINALE — Vincenzo Italiano lascia nello spogliatoio Duncan e Kayode, inserendo Arthur e il neoacquisto Faraoni che si mette subito in evidenza, prima salvando su Pereyra e poi in fase offensiva servendo l’assist per Beltran che pareggia di testa all’11’ e sigla il suo quarto gol in Serie A. In precedenza da registrare una conclusione di Mandragora per una Fiorentina completamente diversa anche nell’atteggiamento. Cioffi corre ai ripari con tre sostituzioni: Thauvin per Samardzic, Success per Lucca e Ehizibue per Ebosele. L’effetto dei cambi non si fa attendere perché al 28’ è proprio Thauvin, appena entrato, a trovare il 2-1 sul assist di Lovric. Italiano prova la carta Nzola (al posto di Brekalo) che si posiziona esterno d’attacco a destra con Ikoné spostato a sinistra. Ed è l’angolano al 42’ a firmare il 2-2 su calcio di rigore, concesso (dopo controllo Var) per fallo di mano di Ferreira su conclusione di Beltran. Ultimi cambi: Barak per Ikoné e Milenkovic (200 presenze in A) per Ranieri. Nell’Udinese entra Tikvic per Kamara. Alla fine è la Fiorentina che sfiora la vittoria ed è solo il palo a fermare Bonaventura.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/01/2024 21:15
 
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