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Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di B-Side FORUM

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2024 00:59
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Adli-Giroud-Theo, tre moschettieri per il Milan:
Pioli respira, per Mou è notte fonda

I gol dei francesi rafforzano il terzo posto rossonero
e abbattono la Roma, senza anima né gioco.
Non basta un rigore di Paredes, Lukaku ancora fantasma: giallorossi noni


Marco Pasotto


Il Milan è come la scatola dei cioccolatini di Forrest Gump: non sai mai quello che ti capita. Stavolta Pioli ne ha scartato uno buono, fresco, dolcissimo. Anzi, ne ha scartati tre: quelli offerti da Adli, Giroud e Hernandez con cui il Diavolo ha piegato la Roma in una partita che – era già molto chiaro alla vigilia – avrebbe consegnato guai seri agli sconfitti. Era una sfida tra grandi deluse. I rossoneri proseguono a edificare il fortino attorno al terzo posto e guadagnano altri punti sulle inseguitrici più vicine: ora la quarta piazza è lontana otto lunghezze e la quinta nove. La Roma sprofonda addirittura a meno tredici dai rossoneri. E così Pioli vince la sfida nella sfida tra allenatori in viaggio fra le turbolenze (Mou, squalificato, osservava dalla tribuna), mentre Cardinale conquista il derby tra proprietà a stelle e strisce. Cardinale per la prima volta accanto a Ibra allo stadio, e non solo in tribuna. Ma anche negli spogliatoi prima del match. Il discorso motivazionale di Gerry ha sortito il suo effetto.

LE SCELTE — Dieci assenti da una parte, nove dall’altra tra infortunati freschi, stagionati ed emigrati in coppe extracontinentali. Pioli e Mou hanno dovuto arrangiarsi anche stavolta, come da desolanti abitudini. Novità su entrambe le sponde. Quella rossonera ha rivisto Hernandez tornare in fascia dopo un mese e mezzo di latitanza, cedendo i territori centrali a Gabbia. Poi, tutto come da copione: Adli e Reijnders in mediana, Loftus-Cheek a galleggiare tra le linee e tra Pulisic e Leao, alle spalle di Giroud. La sorpresa sfornata fresca da Mourinho – orfano di Dybala - è stato un cambio fra i pali totalmente inatteso: dentro Svilar, con Rui Patricio sotto il plaid in panchina. Pura scelta tecnica, a quanto pare. Poi Spinazzola e non Zalewski a sinistra, Kristensen preferito a Huijsen ed El Shaarawy a Belotti come socio di Lukaku.

LE CHIAVI TATTICHE — Ma le scelte, giuste o sbagliate che siano (e quelle di Mou, col senno del poi, non sono comunque state funzionali), contano relativamente quando a mancare è l’interpretazione collettiva. In realtà la Roma è anche partita piuttosto bene, costringendo il Milan a rintanarsi negli ultimi trenta metri grazie a una manovra accerchiante e senza disdegnare gli inserimenti delle mezzali. Il problema è che la pressione, che comunque non ha portato pericoli concreti a Maignan, è durata poco più di cinque minuti. Quando il Milan ha iniziato a mettere fuori il naso, pur senza brillare per precisione nei passaggi, ha dato subito l’idea di come avrebbe potuto essere – e infatti è poi stato – il primo tempo: rossoneri incisivi, lucidi nelle scelte e piuttosto verticali, giallorossi col pallone fra i piedi abbastanza spesso ma lenti, prevedibili, scolastici. E molto orizzontali. Un tiqui-taka andato in scena sulla linea del centrocampo fine a se stesso, in attesa di un movimento offensivo che spesso ha tardato ad arrivare, e a volte non arrivava proprio. Limiti romanisti che però sono emersi anche grazie a un Milan molto attento in fase di non possesso. Pioli ha ingabbiato la Roma con mosse chiare ed efficaci: Reijnders a uomo su Cristante, Loftus-Cheek a sporcare il raggio d’azione di Paredes, Pulisic a occuparsi degli inserimenti di Bove e Adli in prima battuta su El Shaarawy. Fonti giallorosse prosciugate in tutte le zone calde del campo. E se ci aggiungiamo la scarsa pressione portata da ElSha e Lukaku, ecco completato il quadro tattico.

SCOSSA — Il Milan peraltro è passato in tempi rapidi. Minuto numero 11, splendido fraseggio orizzontale al limite dell’area tra Pulisic, Reijnders e Adli, che – lasciato decisamente troppo solo – ha dribblato facilmente Kristensen e l’ha piazzata nell’angolino. Cardinale in tribuna esulta e sorride. Pulisic si è poi fatto vivo tre volte: disinnescato prima da Svilar, poi da Spinazzola, e quindi con un colpo di testa a lato di poco. La Roma? Pervenuta in due occasioni: un destro velenoso di Celik (30’) e un tiro di controbalzo altrettanto insidioso di Spinazzola (40’) su cui Maignan ha spiegato perché non disdegna di essere considerato il più forte del mondo. La ripresa è iniziata senza la Roma (e con Cristante al centro della difesa al posto dell’infortunato Mancini, rilevato da Pellegrini). Un quarto d’ora in cui il Milan ha piazzato le tende nella propria trequarti, in pratica senza trovare resistenza. E allo stesso minuto del primo tempo – l’11’ – il Diavolo ha raddoppiato: cross lungo di Adli, torre di Kjaer per Giroud, Svilar fuori causa e due a zero. All’ora di gioco dentro Belotti per El Shaarawy, ma è stato Pellegrini a dare la scossa, accendendo la scintilla della Roma e guadagnandosi un rigore – molto ingenuo Calabria – messo a segno da Paredes. Decisamente, scossa Pellegrini. Il gol giallorosso ha spaventato parecchio il Milan, che ha perso metri di campo ed è passato dal dominio del primo quarto d’ora a giocare esclusivamente di rimessa, fino al tre a uno di Hernandez a sei minuti dal novantesimo, che ha spazzato via tutti i timori. E’ stato Giroud a servire con un tacco fantastico Theo, che ha scaricato un siluro sotto la traversa. Cardinale e Ibra in tribuna si sono guardati, come per dire: mamma mia, quanta roba.

Fonte: Gazzetta dello Sport
14/01/2024 23:20
 
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L'Atalanta travolge il Frosinone:
5-0 e Gasp è in zona Champions.
Di Francesco in crisi

Reti in avvio di Koopmeiners, Ederson e De Ketelaere, chiudono Zappacosta e Holm:
la Dea adesso è a -1 dal quarto posto in classifica.
Quinta sconfitta di fila per i ciociari


Luca Taidelli


Troppa Atalanta per un Frosinone imbarazzante nell’approccio a una gara che, dopo 4 ko di fila, avrebbe dovuto giocare col coltello tra i denti. Stravincono i nerazzurri, che la chiudono dopo un quarto d’ora (Koopmeiners, Ederson, De Ketelaere), gestiscono a lungo e piazzano altri due fendenti nel finale con Zappacosta e Holm. Un 5-0 che vale il quinto posto, a un punto dalla Fiorentina, mentre il Frosinone resta a +2 dalla zona salvezza e deve ritrovarsi in fretta.

INIZIO SHOW — Gasp per la prima volta dopo l’ultimo infortunio punta su Scamacca dal 1’, con Miranchuk in panchina. Per il resto, conferma della formazione che ha pareggiato a Roma e poi eliminato il Milan dalla Coppa Italia, quindi con Holm preferito a Zappacosta. La vera novità è però la prima convocazione per El Bilal Touré, l’acquisto più caro della storia dell’Atalanta, fermo da agosto dopo l’intervento al tendine. In difficoltà soprattutto alla voce terzini, Di Francesco adatta Lusardi a sinistra e lancia il neo acquisto Bonifazi al centro della difesa, al fianco dell’ex Okoli. In attacco, Cheddira manda in panchina Kaio Jorge. Peccato che il match per i laziali duri la miseria di 14’, quelli necessari alla Dea per assestare loro tre schiaffoni inammissibili per una squadra reduce da 4 ko in fila. Il match lo stappa all’8’ Koopmeiners (4 gol nelle ultime tre dopo un discreto digiuno) su rigore procurato da una fiammata di Holm che umilia Lusardi. Al 12’ il pasticcio arriva sull’altra fascia, con Okoli e Lirola - pure sfortunato nella deviazione - in balia di CdK e Ruggeri, libero di crossare per l’inserimento di Ederson. Passano due minuti e nel burro frusinate si infila De Ketelaere, il cui sinistro dal limite prende la traversa interna per la festa nerazzurra.

NON SI RIAPRE — Basito quasi più dei suoi, Di Francesco chiama il passaggio alla difesa a tre, con Lirola che si alza e Brescinini adattato a sinistra. I quasi gol di Ederson e Scamacca (bravo Turati) dicono che la musica non cambia. Un diagonale di Mazzitelli su imbeccata di Soulé è l’unica traccia offensiva del Frosinone nel primo parziale Secondo tempo Di Fra ne cambia tre all’intervallo: dentro Romagnoli, Gelli e Ghedjemis per Lusuardi, Harroui e Lirola. Poco dopo Gasp rinnova il binario mancino con Hien (a sinistra va Djimsiti) e Zappacosta, poi tocca a Muriel e Miranchuk per Scamacca e De Ketelaere. La gara però si trascina, perché l’Atalanta non spinge più di troppo e il Frosinone non ci riesce proprio. Carnesecchi combatte il gelo parando su Cheddira e Ghedjemis mentre nel finale Zappacosta cala il poker con un bel destro a giro che trova l’angolino e Holm infierisce nel recupero colpendo prima la traversa da corner e poi ribadendo in rete.

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/01/2024 23:26
 
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Vlahovic prepara il sorpasso:
super doppietta nel tris al
Sassuolo e Juve a -2 dall'Inter

L'unica squadra che era riuscita a battere la Signora in
campionato spazzata via da due capolavori del serbo.
Nel finale segna anche Chiesa


Filippo Cornacchia


Alla Juventus basta una doppietta di Vlahovic nel primo tempo e un gol nel finale di Chiesa per battere il Sassuolo e riportarsi a meno due dall’Inter. Inizia così nel migliore dei modi la settimana della Signora: vincendo domenica a Lecce può portarsi virtualmente in testa sfruttando il viaggio in Arabia Saudita dei nerazzurri per la Supercoppa italiana. Al Sassuolo, di nuovo k.o. dopo il successo contro la Fiorentina, non riesce lo scherzetto come all’andata: gli emiliani restano a quota 19 punti (14° posto in classifica).

DV9 SHOW — Allegri recupera Rabiot e riparte dalla coppia Yildiz-Vlahovic in attacco, Dionisi risponde con il trio Laurienté-Henrique-Berardi alle spalle di Pinamonti. Un po’ la disfatta dell’andata a Reggio Emilia – tuttora unico passo falso della Signora – e un po’ la voglia di riportarsi a meno due dall’Inter. Ai bianconeri bastano i primi minuti, intensi e aggressivi, per far capire agli emiliani e ai 41 mila dell’Allianz Stadium che vogliono chiudere in fretta la pratica. E grazie a un Vlahovic in stato di grazia ci riescono in meno di un tempo. Il bomber serbo, sempre più decisivo, prima sblocca la partita con un tiro a giro di sinistro degno del miglior Berardi (che osserva da vicino). E dopo la mezzora il bis, ma da fermo: punizione di mancino e tanti saluti a Consigli, sorpreso in entrambe le circostanze. Momento magico per DV9: terza partita in gol delle ultime quattro e 9 reti in campionato, con tanti saluti a Lukaku (fermo a 7) e al possibile scambio estivo.

SZCZESNY E BERARDI — Il Sassuolo, prima e dopo lo show di Vlahovic e qualche bel guizzo di Yildiz, ha provato a tenere in vita la partita affidandosi al sinistro di Berardi (fischiato dallo stadio all’uscita dal campo) e al destro di Laurienté, ma rispetto alla gara di Reggio Emilia tanto l’azzurro (nella ripresa) quanto il francese (nel primo tempo) hanno trovato sulla loro strada la versione originale di Szczesny e non quella del 23 settembre.

RIECCO CHIESA — Indirizzata la partita con l’uno-due di Vlahovic, la Juventus per gran parte de secondo tempo è entrata in modalità “gestione e ripartenza” grazie alle sgasate del rientrante Federico Chiesa (entrato al posto di Yildiz) e di Timothy Weah. Dionisi ha provato a rispondere inserendo Volpato e Castillejo, però le occasioni migliori le ha avute la squadra di Allegri. Dopo l’errore di Weah, nel finale ecco il 3-0 di Chiesa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/01/2024 23:32
 
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SERIE A 2023/2023 20ª Giornata (1ª di Ritorno)

13/01/2024
Genoa - Torino 0-0
Napoli - Salernitana 2-1
Verona - Empoli 2-1
Monza - Inter 1-5
14/01/2024
Lazio - lecce 1-0
Cagliari - Bologna 2-1
Fiorentina - Udinese 2-2
Milan - Roma 3-1
15/01/2024
Atalanta - Frosinone 5-0
16/01/2024
Juventus - Sassuolo 3-0

Classifica
1) Inter punti 51;
2) Juventus punti 49;
3) Milan punti 42;
4 Fiorentina punti 34;
5) Atalanta e Lazio punti 33;
7) Bologna punti 32;
8) Napoli punti 31;
9) Roma punti 29;
10) Torino punti 28;
11) Monza punti 25;
12) Genoa punti 22;
13) Lecce punti 21;
14) Sassuolo e Frosinone punti 19;
16) Udinese e Cagliari punti 18;
18) Verona punti 17;
19) Empoli punti 13;
20) Salernitana punti 12.

(gazzetta.it)
17/01/2024 14:09
 
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Dopo l'ennesimo flop di stagione, la rovinosa sconfitta a Milano contro il Milan, la proprietà della Roma ha deciso di esonerare il carismatico allenatore portoghese José Mourinho.
I proprietari del club, gli americani Dan e Ryan Friedkin, hanno deciso di affidare la squadra fino a giugno ad un altro iconico protagonista della curva, l'ex bandiera Daniele De Rossi.
17/01/2024 14:19
 
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Roma, vittoria con qualche brivido:
De Rossi batte il Verona e debutta coi tre punti

Apre Lukaku e raddoppia Pellegrini nel primo tempo.
Ripresa col rigore sbagliato da Djuric e la
rete di Folorunsho (ma che papera Rui Patricio)


Andrea Pugliese


Un buon primo tempo, una ripresa orribile. La prima Roma di De Rossi porta però a casa una vittoria fondamentale, forse più per demeriti degli avversari che non per meriti propri. Nel senso che se per 45 minuti la Roma ha funzionato, per gli altri 45 è sembrata paralizzata. E alla fine si è salvata solo per gli evidenti limiti del Verona, che comunque ha sprecato un rigore e si è visto annullare un rigore. Contava vincere, però, e alla fine la vittoria è arrivata con i gol di Lukaku e Pellegrini, con la Roma che ha iniziato e finito tra i fischi della sua gente. Anche con la squadra sotto la curva, a fine gara. Per il Verona un secondo tempo pieno di rammarico e la sensazione di aver perso almeno un punto.

L'ATMOSFERA INIZIALE — Si inizia in un’atmosfera surreale, tra i fischi alla squadra (salvi solo Bove, El Shaarawy, Lukaku e Dybala), lo speaker dimesso al momento del lancio delle formazioni e gli striscioni contro la squadra (“Non abbiamo mai preteso trofei e allori, ma solo rispetto della maglia e dei suoi valori. Onorate la Roma e lottate per la sua gente”) e per Mourinho (tanti, tra cui il più significativo a intera curva: “Ci sono ricordi che non hanno contratti: le corse e i sorrisi che ci hai regalato, tutte le volte che ti sei schierato, per il tuo romanismo sarai sempre rispettato. Grazie mister”). Poi l’ingresso di De Rossi, il boato dello stadio, quasi in un passaggio di consegne che graffia il cuore. C’è un’atmosfera di desolazione, il tifo è meno incessante di altre volte e qualche vuoto si nota. Dan e Ryan Friedkin ci sono, ma c’è soprattutto Daniele a riempire l’altro vuoto, quello del cuore. E poi la Roma, che inizia un po’ contratta ma ci mette poco a sciogliersi.

L'UNO-DUE — De Rossi inizia la sua avventura con il 4-3-3, costruzione dal basso e tanto possesso palla (alla fine del primo tempo sarà il 63%, con 263 passaggi contro i 138 del Verona). Gli esterni d’attacco spesso vanno a giocare dentro per lasciare spazio in fascia alla sovrapposizione del terzino, le mezzali creano densità e si inseriscono, anche se ovviamente qualche sbavatura iniziale è inevitabile. De Rossi inizia abbracciando tutta la panchina, poi va nella sua corrida personale. Sempre a bordo campo, sempre pronto ad un richiamo o a un suggerimento. Cabal salva subito su Lukaku, ma poi arriva l’uno-due che cambia la partita: in entrambi i casi l’assist è di El Shaarawy, che prima tra 4 avversari regala a Lukaku il pallone del vantaggio e poi regala a Pellegrini l’occasione del 2-0. Il capitano sembra un altro giocatore, rinato, sulla scia di quanto già visto nel secondo tempo di Milano. Crea, difende, ha intensità. E la Roma sfiora il 3-0 con Huijsen e Dybala, in un primo tempo quasi a senso unico.

LA REPLICA — Per provare a riaprire la partita Baroni nel secondo tempo mette dentro un’altra punta, Bonazzoli, al fianco di Djuric, mossa a cui De Rossi risponde con la difesa a tre. Dopo undici minuti Folorunsho gela l’Olimpico, ma il gol viene annullato per fallo su Karsdorp. Entra Zalewski per Dybala e va a fare la seconda punta, altra novità rispetto alla gestione-Mou. Poi l’altra occasione d’oro per il Verona, il rigore (al Var) per fallo di mano di Llorente su colpo di testa di Djuric: dal dischetto va proprio il centravanti bosniaco, che però calcia alle stelle. A fare la partita adesso però è sempre il Verona, con la Roma chiusa pericolosamente a riccio su se stessa. E al 30’ arriva il 2-1, con una papera colossale di Rui Patricio su tiro da 30 metri di Folorunsho. Le idee in casa giallorossa oramai latitano, i palloni vengono buttati via alla rinfusa, la paura prende il sopravvento su tutto il resto. Il finale è un dominio assoluto dei veneti,

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/01/2024 09:24
 
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Milan, la panchina firma la super rimonta:
Jovic e Okafor entrano e ribaltano l'Udinese

I rossoneri si impongono in Friuli e timbrano il quarto successo consecutivo in campionato.
Gol di Loftus-Cheek, Samardzic, Thauvin, Jovic e Okafor al 93'.
Il match però verrà ricordato soprattutto per i vergognosi episodi
che costringono l'arbitro a interrompere la partita per 5' nel primo tempo


Alessandra Gozzini


Il Milan riemerge dalle difficoltà come sapeva fare la squadra dello scudetto. A Udine si trova sotto di un gol e demoralizzata dalla vergogna razzista che aveva colpito Maignan. Ritrova forze nel finale e Pioli stravolge tutto con i cambi: Jovic segna il pareggio, Okafor la ribalta. A fine partita tutti a far festa abbracciando Mike sotto il settore dei milanisti in trasferta.

ILLUSIONE — Pioli aveva presentato la formazione annunciata, dando continuità alla coppia difensiva formata da Gabbia e Kjaer e Theo di nuovo in fascia nel tentativo di riavviare la catena sinistra. Nel primo tempo la squadra si illude di aver ritrovato qualità: Loftus-Cheek sfrutta il fisico negli inserimenti, Leao sgasa a sinistra e alla prima occasione serve Giroud a centro area. Okoye ci mette letteralmente la faccia. Olivier è ancora protagonista, di nuovo a raccogliere un invio dalla sinistra, stavolta di Theo: più facile per il portiere dell’Udinese. Tutti rossoneri poi presenti nell’azione manovrata del vantaggio. Discesa di Theo, velo di Giroud, piatto destro di Loftus-Cheek. E’ un Milan di qualità e di comando, l’episodio che cambia la squadra avviene al 33’: insulti razzisti a Maignan e partita sospesa. Il Milan che riemerge dagli spogliatoi dopo cinque minuti sembra aver perso sia precisione che coraggio: a fine tempo è Samardzic a fare pari, beffando Kjaer e liberando un sinistro che finisce alle spalle di Maignan.

IL SOLITO JOVIC — Di nuovo fuori dagli spogliatoi per la ripresa il Milan si conferma quello degli ultimi minuti. Scarico, incapace di reagire. E’ cosi Thauvin ad approfittare del momento e del doppio errore (stavolta Theo e Reijnders) e portare l’Udinese in vantaggio. Pioli cerca soluzioni in panchina: dentro Okafor e Jovic. La partita ricambia qui. Il serbo si conferma uomo gol anche quando parte dalla panchina: stavolta imbuca a porta vuoto dopo la traversa di Giroud. E c’è la spizzata di Olivier anche sul corner che porta al definitivo 3-2. Con un rischio finale corso dai rossoneri sulla conclusione di Payero. L’esultanza della squadra libera tutta la gioia: almeno per una notte il Milan è più vicino a Inter e Juve

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/01/2024 09:25
 
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Il Frosinone torna a respirare: super Soulé ribalta il Cagliari



Sardi avanti al 26' con Sulemana, il pareggio dei laziali che
avevano perso le ultime 5 gare arriva al 64' con Mazzitelli.
E poi ecco il capolavoro dell'argentino su punizione e il gol di
Kaio Jorge nel finale che regalano i tre punti alla squadra di Di Francesco


Francesco Velluzzi

Il Frosinone è vivo, lotta, soprattutto respira. Dopo cinque sconfitte consecutive, torna al successo (3-1) contro il Cagliari che si ferma dopo aver ottenuto il vantaggio con Sulemana al 26’ del primo tempo. Stavolta la rimonta riesce alla squadra di Eusebio Di Francesco che impatta forte sulla partita, non molla mai, gioca sempre all’attacco come piace al tecnico abruzzese. Tre punti pesantissimi nella lotta salvezza (la vittoria mancava dal 26 novembre contro il Genoa) che consentono (a quota 22) ai ciociari di andare domenica a Verona decisamente più sereni. Il Cagliari fa un passo indietro perché dopo il suo gol subisce passivamente e alla fine i gol li prendi. La reazione (molto tardiva) fa gridare al miracolo per le prodezze di Turati su Dossena e Pavoletti, ma è chiaro che senza uomini offensivi che corono (Luvumbo e Oristanio) il raggio d’azione è limitato. E le soluzioni a disposizione non sono tante.


PARTITA E TATTICA — Il ricordo dell’andata è vivo. E’ una partita che sia a Frosinone che a Cagliari scorderanno difficilmente. Avanti i ciociari per 3-0 a Cagliari e Cagliari che la vince in rimonta 4-3 segnando quattro reti in 25 minuti,l’ultima, decisiva, con Pavoletti in rovesciata. Qualcosa di incredibile. Ma da lì il Frosinone ha smesso di correre. Perdendone nell’ultimo periodo cinque di fila. Alla lettura delle formazioni sorprende più Di Francesco che deve rinunciare innanzitutto a Bonifazi dietro perchè in settimana ha accusato qualche problema, dopo aver esordito a Bergamo. Giocano Okoli e Romagnoli. Zortea, arrivato proprio dall’Atalanta, debutta subito. Davanti sorprese: c’è ancora Cheddira centravanti, come a Bergamo, c’è Reinier e non Harroui che è in panchina. Ranieri cambia soltanto un uomo rispetto alla gara vinta, come sempre in rimonta, col Bologna: Azzi esterno e non Augello.


SI GIOCA — Il Cagliari, davanti a 650 sostenitori sardi, si dispone come quando ha cambiato contro il Bologna: molto compatto con la difesa a cinque con Nandez stantuffo, ma con Zappa collocato sul centrosinistra vicino ad Azzi per raddoppiare sulle sortite di Soulè. Il Frosinone 4–2-3-1 prende subito il comando delle operazioni per cercare il vantaggio. Il pallino lo ha squadra in giallo, quella in blu lancia per le sponde di Petagna o verticalizza per Nandez. Il primo pericolo per i sardi arriva al17’ quando l’ottimo Mazzitelli, bravo a lanciare sulla profondità, pesca Cheddira sul quale si oppone alla grande in angolo Scuffet. Al 22’Azzi rimedia il giallo su Soulè che riparte a tutta. Al 24’ ancora Scuffet su Cheddira, ma dopo aver gestito male una ripartenza Sulemana-Nandez, 2’ è il Cagliari che passa. Ritmi bassi, ma buone trame e giocate, con Makoumbou e Sulemana che fanno un lavorone. Dal congolese-parigino ad Azzi che crossa, Petagna occupa spazio e Okoli fa fatica a contenerlo, ma nel tentativo di rovesciata dell’attaccante, la palla carambola su Okoli e finisce a Sulemana che Barrenchea lascia colpevolmente libero di colpire e per Turati non c’è nulla da fare. E’ un colpo tosto per i padroni di casa che sembrano un po’ disorientati. DiFra abbassa Brescianini e alza Gelli, il modulo non cambia, ma la squadra diciamo che è a “tre e mezzo” perché Brescianini scende, un po’ come fa Nandez all’opposto dal suo lato. Il finale di tempo è un forcing dei gialli con Scuffet che fa un mezzo miracolo ed è salvato dalla traversa su una discesa di Soulé. Poi sull’azione conseguente al 1’ di recupero il Frosinone pareggia con Barrenechea che riprende una respinta di Scuffet, ma il Var vede un fallo di Brescianini su Dossena che resta a terra e al monitor Dionisi annulla. Recupero interminabile, ma non succede più nulla.

SECONDO TEMPO — Serve la scossa al Frosinone. DiFra riparte con gli stessi. Ranieri lascia negli spogliatoi Azzi, ammonito, inserendo Augello. Con Soulé il rischio giallo è alto. Il Frosinone riparte carico: su punizione Romagnoli sale di testa, ma Cheddira non riesce a buttarla dentro. Poi c’è ancora il solito super Scuffet che è bravo a murare Gelli trovato bene da Soulè. A quel punto anche DiFra cambia: fuori Cheddira, fischiato, dentro Kaio Jorge, dentro pure Harroui per Reinier. Gli effetti sono immediati perché il Frosinone con loro la ribalta immediatamente. Entrano al 15’ e al19 c’è il pareggio: da Kaio ad Harroui che crossa e trova Mazzitelli solo, indisturbato che di testa batte Scuffet. Il Cagliari si è abbassato troppo e il pareggio è meritato perché in campo c’è solo la squadra di casa. Ranieri fa tre cambi: dentro Goldaniga, Pavoletti e Di Pardo al 27’ ma al 30’ il Frosinone raddoppia e completa l’opera. Dossena ferma Kaio Jorge poco fuori dall’arena ai limiti del rosso. E’ una punizione stile “maledetta” che Soulé trasforma da campione regalando il vantaggio ai suoi. Ranieri vira sul 4-3-3 inserendo anche Lapadula, DiFra deve sostituire Soulè che è sfinito e ammonito: e dentro il franco-algerino Ghedjeis arrivato da poco dalla Francia (Ruen). Il Cagliari prova l’ennesima rimonta. E per poco non gli riesce perché spinge con Augello e ai suoi piedi arrivano palle per le torri e calci d’angolo. E qui deve ringraziare Turati che compie due miracoli su Dossena e Pavoletti. Poi al 51’ in contropiede Ghedjemis vola e serve Kaio Jorge che fa 3-1.

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/01/2024 22:17
 
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Empoli, la cura Nicola funziona:
3-0 al Monza con tripletta di Zurkowski



Dopo il cambio in panchina, la squadra toscana torna a vincere a distanza di due mesi.
Eroe di giornata il centrocampista polacco


Matteo Brega

È dirompente l’esordio di Davide Nicola sulla panchina dell’Empoli, come dirompente è il pomeriggio di Szymon Zurkowski: tripletta del polacco e l’allenatore festeggia la prima in Toscana battendo 3-0 il Monza.

ZURKO-SHOW — Nicola manda subito in campo Cerri come riferimento offensivo nel 3-4-3, Palladino lascia Maldini in panchina così come Valentin Carboni scegliendo Mota Carvalho e Colpani alle spalle di Colombo. All’11’ la prima traccia interessante. Luperto in verticale per Gyasi, Pedro Pereira si fa sorprendere alle spalle, ma il numero 11 si fa bloccare da un ottimo intervento di Sorrentino. Sale il ritmo dell’Empoli che trova fiducia con il passare del tempo. E al 13’ raccoglie i frutti: cross di Cambiaghi da sinistra, il pallone torna al limite, respinto, e sotto al campanile si presenta Zurkowski che di destro e con coraggio scarica un destro difficilissimo da fermare. E’ il vantaggio dell’Empoli, è il 10° gol subito dal Monza nei primi 15’ di gioco. Un neo ancora non analizzato in maniera completa dallo staff. La risposta del Monza non è veemente. Un tiro di Gagliardini dal limite finito largo non può bastare per definire costruttiva la reazione brianzola. E infatti all’Empoli basta accelerare ancora una volta dopo aver controllato il cuore del primo tempo per raddoppiare. E’ ancora Zurkowski a segnare ed è ancora da sinistra che sgorga il pericolo per il Monza. Cambiaghi crossa per Cerri, Sorrentino ancora decisivo nella respinta ma poi osservatore sul colpo di testa di Zurkowski.

EMPOLI CONCRETO — Palladino interviene subito a inizio ripresa inserendo Maric, Bondo e D’Ambrosio per Colombo, Gagliardini e Izzo. L’impressione è che serva accendere proprio la testa nella ripresa per il Monza visto l’atteggiamento elettrico dell’Empoli. Dopo 10’ arriva un’occasione per il Monza: cross di Pessina deviato, Mota Carvalho si arrampica sul pallone che scende e di testa obbliga Caprile a una grande parata. Ma i brianzoli sono troppo friabili. Palla persa in costruzione, veloce ripartenza dell’Empoli con Shpendi che innesca Maleh, cross per lo stesso Shpendi, Caldirola ci mette una pezza ma non può più nulla sullo scatenato Zurkowski che in scivolata segna il 3-0, tutto suo con una magica tripletta. L’ultimo cambio del Monza è Maldini per Colpani, con Daniel sommerso di fischi da quelli che erano i suoi tifosi fino a due settimane fa. Finisce 3-0 per l’Empoli che torna a vedere ottimismo sullo sfondo con una prestazione robusta e concreta. Buio totale per il Monza invece. Mai veramente dentro alla partita, al decimo gol subito nei primi 15’ di gioco e al 10° incassato nelle ultime tre giornate. Metà dei quali dall’Inter e metà da due squadre (Frosinone ed Empoli) che la seguono nettamente in classifica. Nessuna ansia, ma una riflessione sì.

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/01/2024 22:31
 
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Ribaltone Genoa con Retegui e Gudmundsson: Salernitana nei guai


Vantaggio di Martegani dopo meno di 2 minuti.
L'attaccante italo-argentino pareggia al 13'.
Nella ripresa il rigore dell'islandese decide il match.
Sesto risultato utile per il Grifone che ora guarda all'Europa,
i campani restano ultimi a 12 punti


Nicola Berardino


Sprofonda la Salernitana contro un Genoa più forte anche della propria emergenza. Quarta sconfitta di fila per i campani che sentono ancor più gelido l’ultimo posto in classifica. Successo in rimonta della squadra di Gilardino. Al gol di Martegani replica subito Retegui. Nella ripresa su rigore il gol da tre punti di Gudmundsson. Un successo che può dare la svolta ai rossoblù verso zone tranquille. Momenti di tensione prima del fischio d’inizio all’esterno dello stadio dove un gruppo di tifosi locali ha tentato di raggiungere l’area esterna del settore ospiti ma è stato prontamente respinto dalle forze dell’ordine. Uno dei fumogeni lanciati ha danneggiato una vettura della Polizia di Stato. All’arrivo alla stazione ferroviaria di Salerno e durante il trasferimento in bus verso l’Arechi, i tifosi genoani hanno acceso fumogeni ed esploso petardi. Anche i 90' non sono stati sereni: dopo l'1-1 Retegui è stato colpito da un oggetto (pare fosse una barretta energetica...), e a un certo punto Orsato ha raccolto un sasso piovuto dagli spalti, che per fortuna non ha colpito nessuno.

BOTTA E RISPOSTA — Inzaghi (squalificato, in panchina c’è D’Angelo) deve rinunciare all’infortunato Fazio e davanti a Ochoa ripristina la difesa a quattro con Pierozzi (alla prima da titolare in A), Gyomber, Lovato e Bradaric, arretrato dala mediana. Centrocampo con il ritorno di Maggiore dopo un turno di squalifica e il debutto di Basic, arrivato dalla Lazio, al fianco di Martegani, confermato dopo la prova di Napoli. Candreva e Tchaouna alle spalle della punta Simy. Gilardino è piena emergenza oltre che in attesa di rinforzi dal mercato. Alla squalifica di De Winter si sono aggiunti gli infortuni Messias, Sabelli e Martin rispetto alla formazione schierata conto il Torino. Tra i pali Martinez. In difesa Vogliacco affianca Bani e Vasquez. A metà campo entrano Frendrup e Spence, l’inglese ex Totthenam al debutto assoluto in rossoblù, tra Badelj, Malinovskyi e Strootman, al ritorno da titolare. In avanti Gudmundsson affianca Retegui. Direzione della gara affidata a un nome di primissimo piano come Orsato. La Salernitana vuol subito mettere le mani sulla partita e al 2’ già sblocca il risultato. Candreva smista per Bradaric che dalla sinistra crossa, irrompe Martegani che fa secco Martinez con la difesa ligure in controtempo. Primo gol in A per l’argentino. Il Genoa riparte con intensità. E al 13’ pareggia con Badelj che innesca Retegui: sinistro che non dà scampo a Ochoa. L’italo-argentino torna al gol dopo quattro mesi firmando il suo quarto centro in campionato. Retegui viene colpito alla testa da uno snack lanciato dai tifosi granata. Strootman lo raccoglie e ne mangia un po’. Retegui si rialza e va a esultare. Intanto piovono altri oggetti in campo. La partita non concede pause. Squadre compatte e disposte al pressing. Ci prova Candreva dalla distanza e sfiora il palo. Simy viene anticipato da Martinez. Mentre sull’altro fronte Ochoa smina una capocciata di Retegui. Finale di tempo da brividi per la difesa rossoblù. Martinez salva su un colpo di testa di Maggiore. E Orsato fischia per andare all’intervallo mentre Martegani calcia dalla distanza e Martinez vola per salvare, ma il gioco era già fermo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/01/2024 22:38
 
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