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Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di B-Side FORUM

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2024 00:59
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La Fiorentina ci prova, la Juve vince:
un gol di Miretti tiene Allegri nella scia dell'Inter

Il centrocampista, al primo gol, nell'unica vera occasione,
regala ai bianconeri i punti necessari a restare a -2 dalla capolista


Filippo Cornacchia


Una fiammata di Miretti dopo dieci minuti regala alla Juventus una vittoria pesantissima in casa della Fiorentina. Ai punti – e soprattutto al conteggio dei cross e del predomino territoriale, avrebbero potuto vincere anche i viola. Ma i bianconeri hanno segnato in avvio e poi hanno alzato il muro, dimostratosi imperforabile anche al Franchi. La Signora non incassa reti da sei partite e delle sei subite, quattro sono arrivate tutte il 23 settembre (Sassuolo-Juve 4-2). Da quel momento Szczesny ha alzato la saracinesca e la Signora è partita a tavoletta. Con i tre punti di Firenze, la Juventus resta seconda e a meno due dell’Inter. E dopo la sosta (26 novembre) ci sarà il derby d’Italia-scudetto. La Fiorentina si può consolare con il gioco e lo spirito, ma adesso le sconfitte consecutive in campionato sono tre: Empoli, Lazio e Juventus.

FIAMMATA MIRETTI — Italiano parte con Beltran assistito dal trio offensivo Gonzalez-Barak-Kouame. Mentre Allegri conferma Kean al centro dell’attacco in coppia con Chiesa, alla prima da avversario al Franchi tre anni dopo il trasferimento bianconero. La Juventus parte forte e alla prima fiammata, avviata da Rabiot e rifinita da Kostic, sorprende la Fiorentina (Parisi prima e Quarta poi si addormentano) e passa in vantaggio con un insospettabile: Fabio Miretti. Maledizione finita per il centrocampista bianconero, che dopo 57 presenze in prima squadra si sblocca sotto rete. Così, dopo appena dieci minuti, la partita si incanala sui binari preferiti dalla Juventus. La Fiorentina, incassato il colpo, prende in mano il gioco e prova a dare la scossa trascinata da Gonzalez. Inizia una sorta di tiro/cross al bersaglio. Dove finisce l’imprecisione e la sfortuna dei viola, inizia l’abilità del muro bianconero, con Szczesny decisivo in almeno due occasioni: prima un gran riflesso su Gonzalez e poi un’ottima risposta sulla punizione di Biraghi.

MURO JUVE — Il secondo tempo è una sorta di copia carbone del primo. Italiano cambia uomini e munizioni (dentro Nzola e Bonaventura) e comanda sempre più il gioco: cross e conclusioni a getto continuo, pericoli veri pochi. Ma se la Juventus non subisce gol dal 23 settembre – e dalla disfatta in casa del Sassuolo - non può essere un caso. La difesa e la fase difensiva – guidate alla perfezione da Szczesny e dal trio Gatti-Bremer-Rugani – reggono anche all’assedio viola. Protezione dell’area perfetta e pochi rischi reali nella ripresa. L’impressione è che si sarebbe potuto giocare per altre due ore senza vedere reti. Alla fine gli unici veri brividi del secondo tempo sono quelli che avranno provato Chiesa e Vlahovic, i grandi ex, subissati dai fischi del Franchi al momento del cambio.

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/11/2023 23:46
 
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Che Ibrahimovic!
Il Frosinone riparte:
non basta Caputo all'Empoli

Assist e gol del tedesco.
I giallazzurri dominano la gara e trovano
i tre punti grazie all'ex Bayern e a Cuni.
I toscani all'ottavo ko in 11 partite restano penultimi


Luca Taidelli


Venti minuti di grande Empoli, poi monta l’ondata gialloblù. Il Frosinone dei baby terribili (8 nati dopo il 2000 tra i titolari) schianta alla distanza la banda Andreazzoli con le magie di Cuni ed Ibrahimovic, primo 2005 a segno in Serie A. Ciccio Caputo, che di tanti avversari potrebbe essere il padre, la riapre all’86’ e per poco non gela lo Stirpe subito dopo, ma il bis è in fuorigioco.

PRIMO TEMPO — Qualche sorpresa nelle formazioni iniziali, con Di Francesco che preferisce Irahimovic (reduce dal gol al Torino in Coppa Italia) e Cuni a Baez e Cheddira, mentre Andreazzoli punta su Bereszynski a destra e abbassa Bastoni a sinistra, ma soprattutto non rischia dal 1’ Baldanzi (appena recuperato dopo il problema alla caviglia) e sceglie Gyasi. I toscani per 20’ fanno ammattire gli avversari che in mezz al campo ci capiscono poco. Cancellieri scheggia la traversa dopo 80 secondi, poi mette in porta Gyasi che si impappina. La chiave è in mezzo al campo, con Mazzitelli e Barrenechea che non riescono a leggere i tagli degli esterni di Andreazzoli e i movimenti di Fazzini, che parte da sinistra ma fa male tra le linee. Eppure il gol al 2’ lo segna Cuni su erroraccio in uscita di Ismajli e pressing di Ibrahimovic. Buon per gli ospiti che Cuni fosse in fuorigioco di un’unghia. Soulè prova ad accendere la luce, ma Bastoni lo tiene di mestiere e Luperto è attento nei raddoppi. Solo nella seconda metà del parziale la squadra di Di Francesco alza il baricentro, anche se fatica ad entrare in area.

SECONDO TEMPO — Si riprende senza cambi e col Frosinone a fare la partita e l’Empoli che non riesce a ripartire. Mazzitelli potrebbe stappare il match al 12’ ma il suo destro dal limite si stampa sul palo interno. Il gol però è maturo e lo inventa Cuni con un tacco volante sul cross di Ibrahimovic. Bravo l’albanese, ma Berisha ha le sue colpe perché non la trattiene. Andreazzoli corre ai ripari con Ranocchia e Cambiaghi per Marin e Gyasi, ma i suoi sono prigionieri del torello avversario e al 30’ Ibrahimovic centra il sette sul tacco (un vizio…) di Marchizza ad aprirgli la porta. Match chiuso? Macché. Una zampata di Caputo (testa su cross di Cambiaghi) la riapre all’87’. E qui emerge la fragilità dei laziali, che subiscono anche il 2-2 dello stesso Caputo, che però era in fuorigioco. Brivido finale al 96’ ma Turati c’è sul cross di Ranocchia toccato da Kovalenko.

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/11/2023 22:16
 
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Sanabria e Vlasic a segno,
balzo del Torino in classifica.
Sassuolo, la crisi continua



Granata in vantaggio col paraguaiano dopo 5' e raggiunti da Thorstvedt al 18'.
Ricci e Rodriguez ko nel 1° tempo. Al 68' la rete del croato che vale i 3 punti


Mario Pagliara

E’ dolcissima la notte granata. Il Toro infila la seconda vittoria consecutiva in campionato, ritrova in un colpo solo i gol dei suoi attaccanti Sanabria e Vlasic e si rimette ufficialmente nella scia delle squadre che lottano per l’Europa: il settimo posto, adesso, dista due punti. Il 2-1 finale contro il Sassuolo (pari momentaneo di Thorstvedt ) è, in fin dei conti, anche un risultato bugiardo per quanto la squadra di Juric abbia prodotto e per le occasioni mancate per chiudere in anticipo i conti. I granata si confermano nel pieno di una crescita tattica, atletica e stavolta anche di gioco progressiva ed interessante. Male invece il Sassuolo di Dionisi: ballerino in difesa, sterile in attacco nonostante un tridente che sulla carta autorizzerebbe a immaginare ben altre prestazioni.

SUBITO TONY — L’avvio del Toro è stordente, il Sassuolo sbanda subito. Nei primi cinque minuti, i granata producono tre grandi occasioni e sfondano nella balbettante difesa emiliana. Il colpo che rompe l’equilibrio lo piazza Tonny Sanabria: quinto minuto, Tameze irrompe sulla destra, Sanabria sfugge a Ferrari e firma l’uno a zero. E’ il primo gol stagionale del paraguaiano, che spezza il digiuno dopo cinque mesi e mezzo: la sua ultima gioia il 21 maggio. Il Toro era andato già vicino al vantaggio dopo due minuti con un colpo di testa di Vojvoda su cross di Bellanova con Consigli che si salva in angolo. E al quarto minuto ancora su Sanabria a botta sicura, su invito di Ricci: superlativa nell’occasione la risposta di Consigli.

IL RITORNO DI THORSTVEDT — Dopo sette minuti, un problema muscolare alla coscia destra costringe Ricci a salutare il pubblico: al suo posto Juric dalla tribuna (è squalificato, in panchina c’è il vice Paro) lancia Vlasic. Nel primo tempo, il Toro è in controllo totale della partita, sfonda sulle due fasce con Bellanova e Vojvoda con continuità, ma ha il demerito di non mettere in ghiaccio la gara. Così, al 18’, un errore in disimpegno di Rodriguez crea l’occasione del pari della squadra di Dionisi: Berardi ne approfitta, velo di Laurienté, Thorstvedt indovina il tiro all’angolino con Milinkovic immobile. Granata all’assalto: al 25’ Buongiorno di testa raccoglie la punizione di Ilic, ma sbatte ancora contro un super Consigli. Quattordici minuti dopo Zapata sfiora il palo su un delizioso lancio di Linetty. Prima dell’intervallo, esce anche Rodriguez per problemi muscolari: al suo posto entra Zima.

URLO VLASIC — In avvio di ripresa, dopo pochi secondi, Vojvoda lancia Sanabria: l’attaccante granata si trova a tu per tu con Consigli, ma perde l’attimo per infilare il 2-1. Il Sassuolo prova a scuotersi mentre il Toro prosegue con una buona manovra e al 66’ gli emiliani prendono un palo con Laurienté. Ma i granata sono padroni della serata e passano meritamente al 68’: Tameze (ancora lui, al secondo assist) anticipa Thorstvedt, serve Vlasic che si sblocca segnando il suo primo gol stagionale lasciandosi andare a un urlo liberatorio: 2-1 Toro. La squadra di Juric fallisce in più occasioni il terzo gol e, senza patemi, conduce in porto una pesantissima vittoria.

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/11/2023 23:40
 
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SERIE A 2023/2023 11ª Giornata (11ª di Andata)

03/11/2023
Bologna - Lazio 1-0
04/11/2023
Salernitana - Napoli 0-2
Atalanta - Inter 1-2
Milan - Udinese 0-1
05/11/2023
Verona - Monza 1-3
Cagliari - Genoa 2-1
Roma - Lecce 2-1
Fiorentina - Juventus 0-1
06/11/2023
Frosinone - Empoli 2-1
Torino - Sassuolo 2-1

Classifica
1) Inter punti 28;
2) Juventus punti 26;
3) Milan punti 22;
4) Napoli punti 21;
5) Atalanta punti 19;
6) Bologna punti 18;
7) Roma e Fiorentina punti 17;
9) Monza e Lazio punti 16;
11) Frosinone e Torino punti 15;
13) Lecce punti 13;
14) Genoa e Sassuolo punti 11;
16) Udinese punti 10;
17) Cagliari punti 9;
18) Verona punti 8;
19) Empoli punti 7;
20) Salernitana punti 4.

(gazzetta.it)
07/11/2023 00:07
 
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La Salernitana scappa,
Thorstvedt la riprende,
poi il Sassuolo sbatte su Ochoa



La squadra di Inzaghi passa con Ikwuemesi e Dia),
la doppietta del norvegese vale il pari.
Assedio neroverde nel finale: il portiere dei campani salva il risultato


Matteo Dalla Vite

Niente. Non vincono. Il Sassuolo non lo fa da sei gare. La Salernitana dall’inizio del campionato. E allora? Semplice: la fuga iniziale degli uomini di Pippo Inzaghi (lampi di Ikwuemesi e Dia) è stato assorbito dal Sassuolo che col doppio Thorstvedt si era rimesso a viaggiare per bene. Poi? Ochoa, e il doppio palo (colpito da Pinamonti prima e da Mulattieri poi), hanno salvato i campani che alzano la classifica a 5 punti mentre il Mapei borbotta un bel po’ all’uscita degli uomini di Dionisi che nelle ultime 6 gare hanno fatto tre pareggi e tre sconfitte.

DOPPIO LAMPO — Inzaghi lascia inizialmente a sedere Candreva e infila Tchaoui nei due sottopunta (con Dia) dietro a Ikwuemesi; Dionisi opta per Castillejo e Defrel al posto di Laurienté e Bajrami. Si parte con la Salernitana che ha quattro punti in classifica frutto di 4 pareggi e con i neroverdi che non vincono dal pomeriggio scintillante contro l’Inter. L’inizio è un lampo degli uomini di Pippo: palla intelligente in profondità di Mazzocchi che trova tutto il Sassuolo alto alto tranne Vina che tiene in gioco il nigeriano Ikwuemesi pronto ad approfittare e a realizzare – in fuga - il vantaggio in diagonale. Il Sassuolo reagisce, ma Ochoa (9’) para un tiro non semplice di Castillejo. Gli uomini di Dionisi non trovano l’assetto giusto: o troppo alto, quindi rischioso, o troppo basso e quindi attendista; la Salernitana aggredisce, ogni gara è una finale e si vede. E in fatti gli uomini di Pippo non abbassano e, anzi, avanzano per metterla in cassaforte: al 17’ Tchaouna serve in profondità Dia, Ferrari non lo segue e palla sotto il sette, bel gol davvero e doppio vantaggio dei campani. Sorprendente? Si, ma meritato. Dionisi cerca di dare una scossa che arriva al 36’: cross da destra di Berardi, torre di Defrel e Thorstvedt infila da un passo swnza che Maggiore arrivi a tappare. Poco dopo, altra idea: è di Pinamonti, palo con tiro a giro da fuori area. La Salernitana si è abbassata e ora è il Sassuolo a fare la gara: Berardi chiede un rigore per calcio in area di Mazzocchi ma non pare ci siano gli estremi, così Ghersini da 2’ di recupero: tutto rinviato alla ripresa.

ANCORA THORSVEDT — Inizia il secondo tempo e Pippo Inzaghi mette Bradaric, portandolo a sinistra e spostando Mazzocchi a destra, al posto di Daniliuc, che in fondo terzino destro non è: il Sassuolo preme, la Salernitana continua ad abbassare il baricentro di un bel po’. Così, ecco il 2-2: Defrel va via a sinistra, cross e velo di Pinamonti, Thorstvedt è ancora lì, a rimorchio, ed è pari con Maggiore e Tchaoua che non arrivano a coprire. Ora è solo Sassuolo, ma la Salernitana si è inspiegabilmente infeltrita dopo un avvio fulminante. Inzaghi infila anche Legowski e Simy, Dionisi risponde con Laurienté e Volpato (al posto di Castillejo): nella ripresa, e dopo 20’, il Sassuolo ha provato sette conclusioni contro le tre della Salernitana (seguita da oltre 1000 tifosi), evidenza di un andamento che vede i campani troppo chiusi per poter tornare a sperare l’exploit dei primi venti minuti della gara. Ochoa, poi, al 36’ s.t. deve neutralizzare una doppia conclusione in 2”: di Volpato prima e di Laurienté poi. E ancora: a 5’ dalla fine del tempo regolamentare, Mulattieri prende il palo e Berardi si fa parare una conclusione ravvicinata ancora da Ochoa. Pareggio: forse fa più felice la Salernitana che però ha sognato, ma non protetto abbastanza, il primo colpaccio stagionale da tre punti.

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/11/2023 23:47
 
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La prima volta di Dragusin fa sorridere il Genoa.
Verona, 5° ko consecutivo



Al 44' il difensore realizza la prima rete in Serie A e regala la vittoria al Grifone.
Hellas sempre più sul fondo classifica, senza punti dal 2 ottobre


La prima rete in Serie A di Dragusin regala i tre punti al Genoa e mette ulteriormente nei guai la panchina di Baroni, sempre più in zona retrocessione. Match a lungo controllato dal Grifone, con l'Hellas che ha avuto un paio di guizzi solo nel finale (palo di Terracciano e gran parata di Martinez su testa di Djuric), che cade per la quinta volta di fila (sesta contando anche la sconfitta in Coppa Italia). L'ultimo punto lo ha raccolto in casa del Toro il 2 ottobre. Genoa che invece si allontana ulteriormente dai bassifondi e scavalca il Sassuolo, fermato sul pari nel pomeriggio dalla Salernitana.

LA PARTITA — Per un'occasione degna di nota bisogna aspettare il 43'. Ekuban colpisce il palo, sulla ribattuta De Winter (appena entrato per l'infortunato Bani) di testa trova Magnani in opposizione sulla linea. E' il preludio al vantaggio interno: lo stesso Magnani lascia rimbalzare una palla che Haps serve di testa a Dragusin. Destro al volo e palla in rete per il primo gol in A del difensore. Al 53' Gilardino perde anche Ekuban, entra Puscas che 4' dopo viene lanciato a rete, rimedia Amione. Sul corner ancora il romeno si trova la palla solo davanti a Montipò ma non riesce a indirizzarla e dare forza alla conclusione. Tocca poi a Sabelli e Badelj esaltare i riflessi del portiere gialloblù. Al 74' prima vera palla gol dell'Hellas, con Terracciano che colpisce il palo dopo l'uscita di Martinez su Cruz. E' poi Djuric di testa a costringere il portiere del Grifone a una parata miracolosa. I cinque minuti di recupero non fanno correre ulteriori brividi al Genoa, che porta a casa tre punti preziosi che lo allontanano dal fondo della classifica.

Gazzetta dello Sport

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/11/2023 23:51
 
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Milan nervoso e sprecone, il Lecce rimonta in 4' e sfiora il colpo: 2-2



Giroud e Reijnders firmano il 2-0 nel primo tempo,
Sansone e Banda che firmano il 2-2 tra il 66' e il 70'. Leao ko.
Nel recupero annullato il 3-2 a Piccoli ed espulso Giroud


Marco Fallisi

No, il Milan non è guarito. No, il Milan non è ripartito, anzi: tra stasera e domani rischia di ritrovarsi a -6 dalla Juve e a -8 dall’Inter, e solo un controllo al Var – contestatissimo dai 26mila del Via del Mare – impedisce che il pasticcio rossonero diventi una disfatta totale. A Lecce finisce 2-2: i diavoli vanno avanti di due gol, si fanno rimontare dai giallorossi in quattro minuti e poi subiscono il 3-2 al 96’, rete poi annullata dall’arbitro Abisso dopo la review al monitor. La quarta sconfitta in campionato, che sarebbe stata la seconda di fila dopo il ko con l’Udinese a San Siro, è stata evitata ma i conti non tornano comunque: il Milan non vince da oltre un mese, l’emorragia di punti prosegue come pure quella di uomini. Leao e Calabria sono ko, Giroud guarderà dalla tribuna la sfida alla Fiorentina per squalifica, dopo l’espulsione nel recupero di oggi pomeriggio: le ambizioni scudetto dei rossoneri rischiano di spegnersi prima di Natale e la scena della squadra a testa china sotto il settore ospiti, a fine partita, non promette nulla di buono. Il Lecce prosegue la striscia senza vittorie – siamo a 7 partite – ma questo 2-2 in rimonta è una scarica di elettricità che fa guardare avanti con ottimismo: la squadra è viva e ha risorse per lottare.

RAFA SI FERMA — Che a Lecce sarebbe stata un’altra partita rispetto a quella con il Psg in Champions, lo si capisce presto: Pioli deve rinunciare a Loftus-Cheek, straripante da trequartista con i francesi, ma out al Via del Mare ("Non ha proprio recuperato dallo sforzo fatto martedì", dice il tecnico rossonero nel prepartita), e poi a Leao, che alza bandiera bianca dopo dieci minuti. Su un invito di Pobega – titolare in mezzo con Krunic e Reijnders – Rafa scatta verso la porta ma si ferma e chiede il cambio. La dinamica ricorda quella dell’infortunio in Milan-Lazio della scorsa stagione, con il derby di Champions alle porte: allora lo stop fu di una decina di giorni, staremo a vedere questa volta. E così, dall’11’ in avanti, Giroud si ritrova con due partner di attacco diversi dai soliti: Chukwueze a destra (Pulisic è rimasto a Milano per una contrattura) e Okafor a sinistra, al posto di Leao. I nuvoloni di Lecce minacciano pioggia e magari anche un pomeriggio complicato per il Milan: la pioggia arriva puntuale, ma arrivano anche i gol del Diavolo. Con Giroud al centro della scena: il francese prima rompe il ghiaccio segnando di petto su assist di Hernandez – a proposito, la condizione di Theo sale sempre di più – e poi diventa una calamita che attira uomini in maglia giallorossa sulla bella percussione di Reijnders, che entra in area e batte Falcone festeggiando il primo gol in Serie A. Tra il 28’ e il 35’ Pioli è avanti 2-0, e Reijnders per poco non arrotonda tre minuti dopo: il solito Giroud fa sponda, l’olandese calcia forte sul primo palo e lo centra. Poco dopo è il Lecce a sfiorare il gol: Banda raccoglie l’assist di Strefezza da una fascia all’altra e va al tiro, Maignan è super nella respinta. È la foto del primo tempo giallorosso: i pericoli nascono sugli esterni (D’Aversa disegna una squadra raccolta, che cerca la profondità puntando soprattutto sugli strappi di Banda), mentre al centro si muove un 9 trasparente, Krstovic.

SCOSSA E RIMONTA — La ripresa si apre con un altro cambio in casa milanista: Calabria rimane negli spogliatoi per un problema fisico, al suo posto c’è Musah. L’emergenza in difesa prosegue e Pioli si arrangia con quel che ha (anche se la scelta di schierare l’americano da terzino, con Florenzi in panchina, farà discutere). Mentre il Milan, lì davanti, sembra avere trovato gli equilibri giusti (Okafor va a un passo dal 3-0, bravo Falcone a stopparlo), D’Aversa cambia: dentro Blin, Piccoli e Sansone per Kaba, Krstovic e Strefezza per dare la scossa. E la scossa arriva, complice un Milan che si addormenta clamorosamente: al 21’ Blin guadagna un angolo e sull’azione dalla bandierina la tocca per Sansone: l’ex Bologna – sesto gol in A al Milan, la sua vittima preferita – brucia tutti sul secondo palo, 1-2 (ricordate Skriniar l’altra sera?). Al 25’ Musah perde palla a centrocampo, il Lecce riparte in superiorità numerica, la sfrutta e Banda imbuca su assist di Sansone: 2-2. I giallorossi ora banchettano: a ogni contropiede si spalancano praterie nelle quali è possibile fare male ai rossoneri. Pioli, che assiste a un diagonale di Theo pericolosissimo e a una punizione di Sansone che finisce sull’esterno illudendo i tifosi leccesi, rivoluziona il Milan: con Florenzi per Pobega e poi Jovic per Chukwueze torna il 4-2-4 della figuraccia con l’Udinese. Ma è un assetto che non produce nulla, mentre i brividi corrono ancora sulla schiena di Maignan: a 6’ dal 90’ Sansone, indemoniato, colpisce il palo; poco dopo ci prova con una botta dal limite. Il doppio 9 del Milan si squaglia nel recupero, quando Giroud rimedia, per proteste, il secondo giallo e lascia i compagni in dieci. Al 96’ il Via del Mare esplode per il 3-2 di Piccoli, che beffa Maignan da 40 metri, ma Abisso annulla al Var: pestone del giallorosso su Thiaw. Per il Lecce è una festa a metà, per il Milan è notte fonda: il 2-2 dello scorso gennaio aprì la crisi rossonera, questo forse è un segnale ancora più preoccupante. Perché il Milan non sa più vincere, nemmeno quando ha la partita in tasca.

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/11/2023 10:11
 
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Juve, difesa in gol e altra notte da capolista.
Ma che sofferenza col Cagliari

Nella ripresa Bremer e Rugani portano in vantaggio i bianconeri, dimezza il passivo Dossena.
L'imbattibilità di Szczesny finisce dopo 615'


Marco Guidi


Una notte da capolista. La Juventus batte il Cagliari 2-1, vola in testa alla classifica con 29 punti e ora aspetta la risposta dell’Inter, ferma momentanea nel posticipo col Frosinone. E’ la solita Juve versione 2023-24: fatica a creare e sbloccare contro le piccole, se non su palla inattiva, per lunghi tratti annoia e fa storcere il naso ai puristi, ma… vince. E continua a vincere: cinque successi di fila. A sporcare la serata è solo il gol subito da Szczesny dopo 615’ d’imbattibilità della porta bianconera. Conoscendo Max Allegri non l’avrà presa benissimo, ma la perfezione non è di questo mondo. E dopo la sosta si ripartirà con Juve-Inter.

BRODINO — Privo dello squalificato Rabiot e degli infortunati Danilo, Alex Sandro e De Sciglio, Allegri schiera per 10/11 la formazione vittoriosa con la Fiorentina. Unico cambio, Cambiaso in fascia con McKennie che si sposta poco più in là, da mezzala destra. Ancora Kean-Chiesa davanti, con Vlahovic in panchina. Ranieri risponde lanciando Petagna dal 1’ e un trio alle sue spalle composto da Jankto, Viola e Luvumbo. L’inizio della Juve è di quelli volenterosi (tre corner in 8’), ma i primi tiri sono dei sardi, con Zappa e Viola che da fuori area non inquadrano la porta. Al 18’ il primo squillo bianconero, con Chiesa che alza troppo la mira su punizione. Il Cagliari chiude bene gli spazi, concede poco come aveva chiesto Ranieri alla vigilia e pizzica in ripartenza, guadagnandosi un angolo sul quale Dossena di testa colpisce male da posizione favorevole. Le difficoltà a trovare varchi e a prendere le misure agli avversari porta Allegri a cambiare anche modulo in corsa, passando alla difesa a 4 e al centrocampo a rombo. L’effetto è di far perdere le distanze al Cagliari. Così al 32’ una giocata illuminante di Chiesa mette Kean a tu per tu con Scuffet, non fosse che il controllo difettoso del centravanti della Nazionale dia modo al portiere rossoblù di fermare tutto. E’ di fatto la prima occasione costruita nel vero senso della parola dalla Juve. Replicata poco dopo da un sinistro alto di Cambiaso dai 16 metri su pregevole invito dello stesso Kean. Mentre McKennie allarga troppo al volo su cross di Kostic al 43’. Poca roba per chiudere una prima frazione di gioco che non passerà di certo alla storia.

FERMI TUTTI — All’intervallo Ranieri sostituisce Petagna con Lapadula, mentre la Juve parte lancia in resta e Chiesa scalda subito le mani a Scuffet dalla distanza. Primo tiro nello specchio dell’intera partita al 46’. Chiesa ci riprova al volo poco dopo: alto, ma non di molto. Il Cagliari ora però soffre. Al 55’ Scuffet ferma prima Kostic e poi Chiesa a due passi dalla porta. E alla fine il muro sardo capitola proprio all’ora di gioco: punizione dalla trequarti di Kostic, Dossena e Zappa si perdono Bremer che tutto solo ha persino il tempo di mirare l’angolino opposto per la zuccata vincente. Al 66’ Allegri inserisce Vlahovic e Iling Junior per Kean e Miretti, mentre Ranieri getta nella mischia Oristanio per Viola. La reazione dei rossoblù allo svantaggio è praticamente nulla. E al 71’ arriva anche il 2-0, sempre su azione da calcio da fermo: corner tagliato di Kostic, Scuffet scavalcato e Rugani al secondo tentativo, dopo aver colpito la traversa, accompagna in rete di petto. Il raddoppio sembrerebbe segnare la parola fine alla gara, ma la granitica difesa bianconera per una volta si addormenta e consente a Dossena su azione d’angolo di riaprire il match: 2-1, con tre gol su tre di difensori da palla inattiva. La Juve torna a subire una rete dopo 615’ d’imbattibilità. Ma soprattutto s’impaurisce, tanto che all’82’ sempre Dossena di testa colpisce il palo, mettendo i brividi allo Stadium. Allegri concede il debutto stagionale a Nicolussi Caviglia, Ranieri ci prova anche con l’amuleto Pavoletti, l’uomo dei gol nel recupero. Ma stavolta la magia non riesce. E seppur con qualche patema inatteso, la Juve si prende i tre punti e la vetta.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Ilic porta avanti il Torino, poi ci pensa il solito Colpani:
a Monza finisce 1-1

I granata producono di più e vanno in vantaggio,
poi un erroraccio di Gineitis lancia il talento brianzolo al sesto gol stagionale.
Annullato un gol agli ospiti nel primo tempo


Matteo Brega


Colpani risponde a Ilic e Monza-Torino finisce 1-1. Un pareggio che lascia le due squadre nel cuore della classifica appena fuori dalla zona Europa.

GOL TORO ANNULLATO — Palladino perde Pablo Marì (fastidio muscolare) e Vignato (piccolo problema ai denti) e lancia dal primo minuto Bondo per la prima volta a centrocampo. Juric sceglie di schierare Rodriguez dietro e Lazaro va a sinistra nel 3-5-2. Il primo tiro della serata è di Zapata: Di Gregorio devia. Nel 3-4-2-1 del Monza, Bondo ha il compito di seguire Vlasic il più possibile per asciugare la fonte di gioco. I brianzoli all’11’ sfiorano il vantaggio con un bel diagonale di Colpani. La sfida prosegue ancora dalla distanza con il destro di Sanabria centrale al 15’. Al 25’ viene annullato il gol del Torino. Per l’arbitro Doveri Zapata spinge Caldirola che sta proteggendo l’uscita del pallone prima di servire Rodriguez che scaglia in rete. Si resta sullo 0-0. Al 34’ cambio obbligato per Juric: Linetty si ferma, dentro Gineitis. Grande occasione per il Monza al 44’: Colpani crossa con l’esterno sinistro, colpo precisissimo per la testa di Gagliardini che di testa tutto solo colpisce però centrale senza creare problemi a Milinkovic-Savic.

LA GARA CAMBIA — Dopo 10 minuti della ripresa il Torino passa. Zapata lavora un pallone a sinistra, manda fuori giri Caldirola, controlla e scarica basso per l’accorrente Ilic che anticipa Bondo e gira sul secondo palo. La risposta monzese è immediata con Colpani che di sinistro impegna Milinkovic-Savic bravo a respingere la conclusione a giro. Palladino cambia: dentro Birindelli e Mota Carvalho per Ciurria e Bondo. Mota Carvalho va a fare il trequartista riportando Pessina sulla linea mediana. Il pareggio del Monza arriva al 20’. Colpani approfitta di un errore di Gineitis che sbaglia l’appoggio di testa lasciando al numero 28 campo libero. Il suo sinistro non tradisce e la partita si ritrova sull’1-1 al 21’. Per Colpani sesto gol in campionato sui 13 complessivi del Monza. Il Torino si riaffaccia in area al 35’ con un sinistro violento dal limite di Ilic sul quale Di Gregorio arriva benissimo anticipando anche poi Sanabria sulla ribattuta. Valentin Carboni nel primo minuto di recupero calcia troppo centrale e spreca una buona opportunità. Finisce così 1-1.

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/11/2023 10:21
 
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Napoli sconfitto dall'Empoli nel recupero
e sommerso dai fischi: Garcia ora rischia



Il tecnico francese lascia in panchina Kvaratskhelia.
Il georgiano viene inserito al 54' e ha tre occasioni,
una clamorosa all'89', e al 91' Kovalenko segna la rete della vittoria.
De Laurentiis approfitterà della sosta per decidere del futuro dell'allenatore


Maurizio Nicita

Se volete chiamatela pure maledizione Maradona ma lasciamo da parte i santi perché l’ennesima sconfitta interna - quarta - è figlia delle scelte confuse di Rudi Garcia che ci mette del suo. Comunque la si pensi il tecnico francese - fischiatissimo, e anche la squadra - non ha mai dato continuità a una squadra che stasera rischia di scivolare al quinto posto. Ora spetta al presidente De Laurentiis, che era sceso nello spogliatoio già nell’intervallo, prendere la decisione giusta. Se continuare con Garcia o cercare la svolta, visto che adesso arriva la sosta. Complimenti all’Empoli di Andreazzoli che gioca una partita intelligente raccogliendo nel finale il massimo con un gol di Kovalenko, e respirando così in classifica.

RUDI FISCHIATO — Già alla lettura delle formazioni Garcia (fischiato dal pubblico) sorprende tutti, puntando su un 4-2-3-1 però con due esclusioni eccellenti Kvara e Zielinski. Raspadori sottopunta di Simeone con Politano ed Elmas esterni. Altra sorpresa dietro con Ostigard accanto a Rrahmani: due centrali destri con i due mancini in panchina. In porta Gollini perché Meret ha avuto un risentimento muscolare nel riscaldamento. Andreazzoli in difesa preferisce Bereszynski (campione d’Italia col Napoli) a Ebuehi e in mezzo schiera Fazzini e Ranocchia con Maleh. Comunque sia gli azzurri provano a spingere con i toscani ben disposti in fase difensiva ma sempre pronti a ripartire con un Cambiaghi ispirato. Il Napoli va vicino al gol con un sinistro a giro di Politano, deviato in angolo da Berisha che respinge pure il successivo colpo di testa di Anguissa sul corner. Ma proprio nel momento migliore dei campioni di casa cresce la squadra di Andreazzoli. Cancellieri e Caputo sfruttano male delle buone situazioni. Poi Cambiaghi prima manda in porta Ranocchia, che devia fuori, e poi di sinistro impegna Gollini nella parata più difficile. Il resto è un po’ noioso e mostra le discrasie dell’attuale momento del Napoli: Simeone che si allarga per crossare, Rrahmani che prova lanci non in un disegno tattico ma perché non sa cosa farne del pallone e non per colpa sua.

CON KVARA E ZIELU — Nella ripresa Garcia inserisce presto Kvara e Zielinski, ma toglie Simeone l’unico di “peso” cui poter appoggiare cross e gioco, valutando che la pioggia battente ha appesantito il campo. Per vedere una parata di Berisha, forse la migliore, bisogna aspettare la mezz’ora quando è entrato pure Lindstrom per un Politano sfiancato. Poi c’è un sinistro di Kvara respinto e poco altro mentre le ripartenze dell’Empoli fanno venire i brividi ai tifosi napoletani, ma non per il freddo. Finale incredibile con Berisha che salva con la punta del piede un tiro di Kvara a colpo sicuro e sul rovesciamento di fronte Kovalenko che, allo scadere, trova il diagonale giusto per battere Gollini sul palo più lontano.

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/11/2023 14:49
 
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