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Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di B-Side FORUM

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2024 00:59
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Turati la combina grossa all'89':
il Lecce batte il Frosinone e lo supera in classifica



I pugliesi non vincevano da quasi 3 mesi.
Si portano avanti sfruttando un errore del portiere
con Piccoli e Kaio Jorge pareggia su rigore,
poi i giallorossi la decidono con un tiro da fuori area di Ramadani,
ma il portiere ospite è ancora una volta decisivo (in negativo)


Francesco Velluzzi

Vince il Lecce. Con merito. E nel finale (2-1) con il gol di Ylber Ramadani, l'albanese che all'ultimo respiro piega le mani a Turati. È la vittoria del cuore perché nel secondo tempo c'è soltanto il Lecce che vuole fortissimamente i tre punti e finisce col 4-2-4, mentre il Frosinone è resiliente, riparte poco, e la sua stellina Soulé è sempre controllata a vista dalle sentinelle giallorosse. La sfida tra due cari amici, Roberto D'Aversa ed Eusebio Di Francesco, entrambi residenti a Pescara, la vince il primo che porta la sua squadra a quota 20 punti in una posizione decisamente più tranquilla. Mentre il Frosinone resta a 19 e non può stare tranquillissimo. Nelle ultime cinque gare ha perso tre volte e la strada è ancora lunga.

IL PRE — Tira un vento fortissimo al Via del Mare. Vento e freddo. Ma comunque il club prova ugualmente a scaldare il pubblico prima che cominci lo spettacolo sul campo. Tutto comincia con l'esibizione di Andrea Tabanelli, ex giallorosso che, una volta smesso di giocare, ha avviato il percorso da dj: il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani lo premia con una maglia così come altre due bandiere giallorosse. Egidio Notaristefano, che indossò la numero 10, e Sergio Magistrelli che aveva la 11. In totale per loro 263 presenze con la casacca salentina.

SI GIOCA — D'Aversa perde anche Dorgu prima del via per un problema intestinale. Comunque avrebbe giocato Gallo che deve occuparsi di Soulè. DiFra conferma il tridente d'attacco schierato contro il Torino: Soulé, Kaio Jorge e Ibrahimovic. Dietro Lirola, Okoli, Romagnoli e Oyono. Il Lecce parte forte con Banda che crea pericoli e superiorità, Lirola è graziato dal giallo. Ma dopo 11' i giallorossi sono in vantaggio. Turati sbaglia un rinvio che finisce sui piedi di Banda, che serve Piccoli che beffa Romagnoli (che in Ciociaria è capitano, qui non giocava), ma pure Turati pure in questo caso non impeccabile. Dopo 3' si arrende Oyono e DiFra inserisce un altro ex leccese, Monterisi, ridisegnando la difesa con Okoli che va a destra e con Banda sbanda. Rimedia il giallo (da diffidato) e rischia sempre. Banda punta tutti, ma anche Brescianini quando parte semina il panico saltando sempre un paio di avversari. Falcone si oppone a lui e Soulè che ogni tanto sfugge a Gallo. Al 17' Zufferli concede un rigore per fallo di Gendrey su Brescianini. Va al monitor e lo leva. Ne assegna invece uno che sembra inizialmente meno netto al 32' perché Blin calciando in area colpisce Monterisi. Sul dischetto Kaio, che angola e pareggia. Il lecce col 4-2-3-1 riprende a fare la partita, Banda fa tutto benissimo a parte il finale, cioè il tiro. Nel recupero lungo (5') altri due brividi: Soulè supera tutti e serve Lirola, fuori. Banda, invece, va in dribbling su Monterisi e va giù in area, ma per Zufferli non c'è nulla. Banda resta a terra, il tempo finisce.


SECONDO TEMPO — Si riparte senza sostituzioni, ma con qualche spostamento. Okoli torna al centro della difesa del Frosinone con Monterisi a destra a vedersela con Banda. Il Lecce ripassa al 4-3-3 e insiste con i suoi attaccanti, Strefezza più centrale per non dare punti di riferimento. Al 5' Romagnoli su un rimpallo sbaglia e la palla finisce a Strefezza che scarica il destro: gran risposta in angolo di Turati, Banda continua a imperversare a sinistra, ma manca sempre l'ultimo atto. E su un ennesimo errore di Blin che manca ancora il pallone Soulè sbaglia pure lui la conclusione. Non la sbaglia al 26' Banda che raccoglie un pallone di Oudin a sinistra, dribbla e colpisce il palo (in fuorigioco). Non è fortunato il Lecce che fa di tutto per provare a vincerla. L'ultima mossa è l'inserimento di Kaba e Sansone, il ricorso al 4-2-4. D’Aversa rischia tutto e ha ragione perché il Frosinone è alle corde, bada solo a difendersi e solo un tiro di Harroui fa il solletico a Falcone. Alle scorribande di Banda si aggiunge il missile di Ramadani che al 44' (con leggera deviazione) batte Turati sul suo palo. L'albanese festeggia col pallone dentro la maglietta... Sono 4, poi diventano 5 i minuti di recupero ma il Lecce difende come a basket chiudendo tutti gli spazi per il tiro al Frosinone e dopo quasi tre mesi vince una partita fondamentale.

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/12/2023 18:38
 
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Osi e Kvara, il Napoli piega il Cagliari
nonostante Pavoletti: Mazzarri è quarto



I campioni d'Italia ritrovano la vittoria in casa
con un doppio guizzo dei suoi tenori nel secondo tempo.
I sardi escono a testa alta, ma non centrano la seconda vittoria di fila


Maurizio Nicita

Brillano le stelle e il Napoli torna al successo. Ma i gol di Osimhen e Kvara arrivano dopo una battaglia durissima con un Cagliari che Ranieri modella e cambia in corsa mantenendo sempre una squadra rognosa e aggressiva. Mazzarri azzecca il secondo successo consecutivo e per la prima volta la squadra vince dopo una gara di Champions. Anche questo è un segnale. Com’è risultato fondamentale il ritorno di Mario Rui, un terzino mancino vero e di qualità. Una vittoria che serve anche per ricordare degnamente un grande capitano come Antonio Juliano.

ARMI DIVERSE — Il Napoli ha perso pure Zielinski in mezzo ed ecco Cajuste titolare. Nelle rotazioni d’attacco Ranieri sceglie di schierare i due panzer, entrambi ex, Petagna e Pavoletti, utili anche in fase difensiva. Perché il Cagliari in umiltà schiera un 4-4-2 molto stretto e aggressivo, che prova appena può ad alzare la linea. Difficile trovare spazi e quando in avvio Kvara ci riesce e pennella un gran cross con Osimhen in ritardo. Un destro di Augello deviato da Di Lorenzo fa capire che i sardi non ci stanno solo a difendere. Mazzarri urla e sbraccia per convincere Natan a salire di più e per vie esterne. Il brasiliano non esegue e fa da tappo a Kvara che non a caso arriva al tiro sul lato opposto. Quello nel quale il Napoli è più forte con il movimento di Politano e Di Lorenzo e l’inserimento delle mezzali. Ma Anguissa e Cajuste perdono l’attimo fuggente. E così la squadra azzurra ci prova anche coi calci piazzati con Rrahmani che colpisce un palo pieno a Scuffet battuto. L’altro portiere friulano, Meret, invece è pronto a uscire su un contropiede di Nandez. Marcenaro fatica a tenere a bada una partita che diventa sempre più dura e con cartellini tardivi e non omogenei incattivisce l’atmosfera.

CAMBIA LO SCACCHIERE — L’esperto tecnico decide nella ripresa di passare al 3-5-2 rafforzando la mediana. I sardi ci credono, gli azzurri sono un po’ molli e su un’uscita sbagliata Obert, appena entrato, ha subito una buona occasione ma tira centrale. Poco dopo Mazzarri risponde con due cambi che portano al 4-2-3-1: Raspadori sta vicino a Osimhen e a sinistra torna Mario Rui.

BOTTA E RISPOSTA — Più del sistema di gioco al Napoli basta il ritorno a un esterno mancino di ruolo e cambia il rendimento. Kvara si sblocca e proprio un suo tocco accarezzato smarca il portoghese al cross, effettuato al bacio, con Osimhen che svetta e dimostra di essere il più forte: quarto gol in 4 partite col Cagliari. Ma in 3’ il Napoli fa harakiri. Difesa messa male e poco aggressiva, Luvumbo appena entrato trova spazio a sinistra e il suo cross basso trova Pavoletti in anticipo a segnare.

FURIA OSIMHEN — Serve un Napoli più cattivo ed ecco il trascinatore ancora decisivo. Osimhen gestisce di forza una pallone in area, attorniato da quattro difensori riesce comunque da terra a spingere il pallone verso il lato opposto dove Kvara tutto solo non sbaglia e torna al gol esultando in maniera beffarda. Segna ancora Politano, ma l’incerto Marcenaro annulla ritenendo attivo un fuorigioco di Osimhen mai vicino al pallone e all’azione. Poi il nigeriano, acciaccato esce (problema all’inguine) e Mazzarri torna al 4-3-3 inserendo Gaetano. Il Napoli continua a dimostrare limiti in fase difensiva “regalando” una punizione pericolosa al Cagliari, che di testa con Dossena sfiora il 2-2. È l’ultima occasione, il Napoli non concede più nulla.

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/12/2023 22:34
 
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Zapata ci ha preso gusto:
testata vincente, Empoli battuto.
Torino in zona Europa



Dopo la doppietta all'Atalanta all'ultima casalinga, il colombiano ancora a segno.
Annullate per fuorigioco reti a Sanabria, (clamorosa rovesciata), Ebuhei e Cacace


Mario Pagliara

Il Toro prende l’ascensore e va in volo insieme al suo centravantone. C’è la firma di Duvan Zapata sulla vittoria convincente contro l’Empoli del sabato sera: basta un gol del colombiano da vecchio numero nove di testa per risolvere la pratica. Questa vittoria significa che adesso la zona Europa è proprio davanti al naso della squadra di Juric. Missione compiuta, dunque, per i granata nella prima delle due sfide casalinghe consecutive prima del Natale. Per l’Empoli è l’undicesima sconfitta e prende nuovamente gol: l’aria là sotto si fa pesante.

LA ROVESCIATA — Toro solido e disegnato rispettando le previsioni della vigilia: Linetty torna a centrocampo, Vlasic si posiziona sulla trequarti a ridosso della coppia Sanabria-Zapata. Empoli con lo schema annunciato (4-3-3), ma con la novità del giovanissimo Shpendi (classe 2003) nella posizione di centravanti. L’avvio della squadra di Juric è con le marce elevate: pressione alta, Vojvoda e Bellanova che aiutano molto sulle fasce, Vlasic molto mobile e poi.. poi c’è Sanabria fortemente ispirato. Dopo sei minuti, è proprio Tonny a divorarsi il vantaggio a tu per tu con Berisha. Al decimo nuovamente Sanabria è grande protagonista: traversone dalla sinistra di Vlasic, Tonny sfoggia una stupenda rovesciata imprendibile per Berisha. Lo stadio è in piedi ad applaudire un gol di rara bellezza ma deve risedersi subito: il gol è annullato per la posizione di fuorigioco in partenza di Vlasic. Nonostante ciò, resta il bellissimo gesto tecnico del nove granata.

DUVAN IN VOLO — Non passa molto per il meritato vantaggio del Toro. E c’è ancora lo zampino – e che zampino – di Sanabria: al 25’ mette a terra con eleganza un pallone velenoso, e vede un corridoio invisibile nel quale si avventa Bellanova: cross al bacio in area dove svetta Zapata per il gol che – stavolta sì – fa esultare lo stadio Olimpico. E’ l’uno a zero, il quarto centro col Toro del colombiano (il quinto in questa Serie A), che un minuto dopo potrebbe trasformarsi nel due a zero ma Ilic non coglie l’occasione in una mischia in area. Alla mezz’ora c’è bisogno di un lungo controllo al Var per annullare il pari di Ebuhei, in posizione di fuorigioco. Nell’occasione è molto distratto Rodriguez, che consente a Luperto di azionare il compagno. A due minuti dall’intervallo altro gol in fuorigioco dell’Empoli con Cacace.

MILINKOVIC C'È — All’ora di gioco, Andreazzoli fa la prima mossa inserendo Destro e Cancellieri per aumentare la pericolosità offensiva dell’Empoli. E poco dopo nasce l’occasione più ghiotta degli ospiti: Destro lancia Cancellieri ma l’uscita di Milinkovic è perfetta ed evita guai peggiori. I nuovi ingressi danno più vivacità alla manovra dei toscani, Juric aziona le contromosse gettando in campo energie fresche con gli ingressi di Lazaro e Djidji. Subentra anche Baldanzi nell’Empoli: nonostante la buona volontà, i toscani sbattono contro il muro granata. E la festa alla fine è dei tifosi del Toro.

Fonte: Gazzetta dello Sport
16/12/2023 23:07
 
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Con Leao il Milan ne fa tre al Monza:
segna anche il baby Simic al debutto in A



La squadra di Pioli ritrova la vittoria in campionato:
gol al 3' di Reijnders, poi la rete al 41' del Primavera rossonero
e al 76' il sigillo di Okafor che poi si infortuna.
Out per problemi fisici anche Pobega


Francesco Pietrella

Si può dire che il Milan ha rispettato il copione. Tre gol, un debutto da sogno e due infortuni. Stavolta la mannaia della malasorte è calata su Pobega e Okafor, ma almeno ha regalato a Jan-Carlo Simic il pomeriggio della vita. I rossoneri si sbarazzano 3-0 del Monza e consolidano il terzo posto, a +5 sul Napoli. Apre Reijnders con un gol da applausi, chiude Okafor con il piattone. Nel mezzo, il guizzo da sogno del diciottenne serbo al debutto tra i pro', con i genitori in lacrime.

LE SCELTE — Il lunch match si apre con il recupero di Simon Kjaer, titolare dopo quasi due mesi a box. Non giocava dall’inizio dal 30 settembre, Milan-Lazio 2-0. Completa la difesa con Tomori, Florenzi e Theo. Maignan intoccabile tra i pali. A centrocampo spazio a Pobega, Reijnders e Loftus-Cheek. Davanti, i soliti noti: Pulisic, Giroud e Leao. Palladino si affida al doppio fantasista - Colpani-Pessina -, con l’ex Colombo titolare. La punta, cresciuta a San Siro e in prestito annuale a Monza, sfida l’allenatore che l’ha fatto debuttare tra i professionisti. Sugli spalti non c’è Ibrahimovic, ancora alle prese con l’influenza.

TJ E SIMIC — Il manifesto della gara si ha dopo un paio di minuti. Il Milan è aggressivo, fluido e sicuro di sé, tant’è che Giroud gira subito di testa sopra la traversa al minuto 2. Neanche il tempo di riorganizzarsi che il Monza è già sotto, però. Lo show di Reijnders è tutto nella serpentina con cui si libera di due giocatori, salvo poi calciare di punta sotto le gambe di Gregorio (3’). Un gol da “calcetto”, il secondo in Serie A dopo quello contro il Lecce realizzato un mese fa. L’anno scorso è arrivato a sette squilli. San Siro spera riesca a superarsi. A questo punto il Monza alza la testa, prova a reagire un paio di volte con Colombo, ma non è cosa. Kjaer, ordinato e attento, mura qualsiasi cosa gli passi vicino e tiene botta. L’unica nota stonata è il solito infortunio: al 23’ Pobega alza bandiera bianca per un problema muscolare. Al suo posto entra il diciottenne Jan-Carlo Simic, centrale serbo nato in Germania protagonista con la Primavera. Sarà la svolta. Pioli, infatti, ridisegna il Milan con la difesa a tre e piazza Simic braccetto di destra, con Florenzi davanti. “Sandrino” impegna due volte Di Gregorio, la prima al 28’ e la seconda al 40’. Il numero uno del Monza risponde con un intervento a mano aperta, ma sugli sviluppi del calcio d’angolo Simic trova il primo guizzo tra i pro’. Una favola simile a quella di Paloschi, in rete al debutto in Serie A dopo 18 secondi nel 2008. Il serbo ha impiegato venti minuti, bravo a pungere il Monza con un piattone sotto la curva sud.

TRIS DI OKAFOR — La ripresa è un monologo di botta e risposta. Il Milan, tranquillo e rilassato, concede un po’ più di spazio al Monza “rischiando” il contropiede. Palladino gioca i jolly Maric e Ciurria, ma l’occasione migliore capita sul sinistro di Colpani. Il 28 calcia a giro al 60’, ma Maignan si distende e devia con i pugni, ripetendosi poco dopo su Caldirola. A questo punto gli spazi si fanno più larghi e il Milan cala il tris con Okafor, entrato da poco. Lo svizzero sfrutta l’ottima sponda di destro di Giroud e buca Di Gregorio col piattone (76’). Da segnalare lo scavetto di Reijnders - migliore in campo - a liberare il francese. Il terzo gol della partita è l’ultimo raggio di sole della giornata, prima delle solite nubi. Una manciata di minuti dopo aver segnato, Okafor si accascia a terra e lascia il campo per un problema muscolare. Il ventinovesimo della stagione. Il Milan trova i tre punti, tiene il Napoli a distanza e perde altri due giocatori. Copione rispettato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
17/12/2023 22:53
 
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Terracciano para tutto, Beltran colpisce:
la Fiorentina batte il Verona e vede la Champions



Anche un rigore sventato per il portiere viola,
protagonista in una partita di gran sofferenza per la squadra di Italiano.
Decisivo il gol dell'argentino al 78'


Ilaria Masini

I viola devono ringraziare Beltran per il gol e Terracciano che salva il risultato a più riprese, nonostante l’ingenuità iniziale. Al Franchi vince la Fiorentina per 1-0 dopo una gara in cui il Verona crea e mette in continua difficoltà i viola, in particolare nel primo tempo che è tutto di stampo gialloblu, senza che gli uomini di Italiano riescano ad accendere la manovra. Nella ripresa però l’attaccante argentino trova la zampata vincente e regala i tre punti ai suoi che salgono a 27 punti in classifica, mentre il Verona esce immeritatamente sconfitto e può soltanto recriminare per la mancanza di concretezza.

LE SCELTE — La grande novità di Vincenzo Italiano è la contemporanea presenza dall’inizio, per la prima volta, di Nzola e Beltran con quest’ultimo nel ruolo di trequartista al posto di Bonaventura, non al meglio della condizione. Presente da spettatore al Franchi anche Nico Gonzalez, infortunato. Prima del fischio d’inizio l’argentino è stato premiato per le 100 presenze in viola raggiunte a Budapest giovedì scorso. Dall’altra parte Marco Baroni ritrova al centro della difesa lo svedese Hien, affiancato da Magnani. A centrocampo Hongla sostituisce Duda squalificato, mentre davanti c’è Djuric.

LA PARTITA — Il primo brivido arriva dopo pochi secondi: trascorrono appena 36” quando Folorunsho si procura un calcio di rigore con Terracciano che controlla male il retropassaggio di Kayode e atterra il centrocampista dell’Hellas. Dopo un rapido controllo delle immagini tv, viene assegnato il penalty che Djuric calcia e che il portiere viola para, riscattando l’errore precedente. Sulla ribattuta si avventano prima Suslov e poi Ngonge che sbaglia da due passi. È sempre il belga pochi minuti dopo ad avere un’altra ottima occasione deviata sul palo. Gli ospiti partono forte, la Fiorentina soffre. Al 17’ viene annullato un gol a Nzola per un evidente tocco di braccio con cui l’angolano controlla il pallone. È solo un lampo viola perché poi è ancora Ngonge, il più attivo dei suoi, a impegnare Terracciano che salva nuovamente il risultato. Lazovic conclude a lato così come Folorunsho di testa, in un unico copione che vede sempre gli uomini di Baroni in avanti e la Fiorentina in tilt.

CAMBI NELLA RIPRESA — Per dare una scossa, Vincenzo Italiano cambia tre uomini nell’intervallo: Arthur per Lopez, Kouame per Sottil e Barak per Nzola. Beltran diventa centranti. Baroni tiene nello spogliatoio Magnani e fa entrare Amione che si mette subito in evidenza in fase offensiva con un colpo di testa neutralizzato da Terracciano. Suslov tira centralmente, mentre la Fiorentina al 16’ si affaccia in avanti con Ikoné su cui è pronto Montipò. Intanto entrano Henry per Djuric e Dawidowicz per Suslov. C’è spazio ancora per un intervento decisivo del portiere viola su Hien e nella Fiorentina si registra l’ingresso di Milenkovic per Quarta e nel Verona quello di Sapora (applaudito dai suoi ex tifosi) per Lazovic, ma è Mandragora al 29’ ad impegnare l’estremo difensore gialloblu e soprattutto Beltran al 34’ che insacca sotto la traversa con un destro potente, dopo una leggera deviazione di Amione. Sulla rete dell’1-0 c’è anche lo zampino di Ikoné e un liscio di Hien. Negli ultimi minuti spazio per Mboula fra gli ospiti e Mina fra i padroni di casa, senza che la situazione cambi a livello di risultato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
17/12/2023 23:04
 
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Berardi re del dischetto: riprende Lucca e Pereyra.
E il Sassuolo rimonta l'Udinese

La squadra di Cioffi, avanti di due gol,
resta in 10 e non riesce a difendere il doppio vantaggio:
l'attaccante della Nazionale pareggia con due rigori


Alex Frosio


Il pomeriggio inizia con un errore grossolano: nel minuto di silenzio in memoria di Juliano, sul maxischermo viene visualizzata la foto di Paolino Pulici. La partita stessa è piena di sbagli, nelle scelte e nella tecnica individuale. Con due terzi di difesa titolare fuori causa, Cioffi mette Perez al centro, sposta Kabasele a sinistra e mette Kristiansen a destra. Anche Dionisi prova a inventarsi qualcosa, con Pedersen terzino destro e Toljan terzino sinistro. Sono tutte annotazioni che rimangono sulla lavagna. La partita fatica a prendere ritmo: la paura di non perdere è palpabile, anche se questo non si traduce in ferocia nella caccia al pallone ma in eccessiva prudenza. Il Sassuolo è un po’ più audace nel palleggio, con Henrique e Boloca che a turno scendono tra i centrali per andare un superiorità sulla timida pressione delle due punte friulane. Neroverdi le prime conclusioni della partita, tutte senza veleno: girata volante di Thorstvedt al 6’, destro da mezza altezza di Pinamonti al 22’, tiro dalla distanza di Laurienté liberato da un cambio campo sbagliato da Lucca al 30’, sinistro in curva di Pinamonti al 32’. Detta così, la partita sembra vivace: non lo è. Quando al 29’ Silvestri sbaglia un rinvio, l’arena friulana fischia, e ha ragione. In tale mediocrità basta poco per elevare il livello, e ci pensa Pereyra al 36’: va in fuga a sinistra, dribbla e controdribbla per cercare il tempo del cross che disegna morbido verso il centro, dove Lucca sfrutta tutti i suoi centimetri per mettere la testa sopra Ferrari e depositare all’angolo. Udinese in vantaggio con la prima conclusione della sua partita. Dionisi in panchina allarga le braccia ma il Sassuolo non si scuote.

LA PARTITA — Serve il secondo schiaffo, che arriva al 10’ della ripresa: Henrique controlla male un cross di Kamara, Pereyra si beve Erlic con un tunnel e incrocia per il 2-0. Ma serve soprattutto la stupidaggine di Payero, che due minuti dopo entra col piede a martello su Erlic: prima giallo poi rosso dopo revisione Var. Dopo la paura di non perdere, ecco la paura di vincere: l’Udinese si rattrappisce, il Sassuolo costruisce l’assedio. Dionisi ricorre a tutto l’arsenale. Volpato, poi Mulattieri per Pedersen in un 4-2-4 super offensivo, con Henrique centrale di difesa, Toljan a tutta fascia come dall’altra parte Ferrari che al 24’ costringe Silvestri al riflesso. Cioffi invece sta a guardare, in balia della partita, sperando che non succeda niente. E invece succede. Ebosele calcia Pinamonti in area, rigore: Berardi dal dischetto accorcia. L’unica mossa della panchina friulana è Masina per Ebosele: troppo poco. Il Sassuolo insiste, si gioca a una porta sola. Al 38’ cross di Volpato e traversa di Mulattieri di testa. Al 40’ angolo di Berardi e stavolta è il palo a fermare il colpo di testa di Ferrari. Inevitabile arriva il pareggio. Mulattieri brucia sullo scatto Kabasele che lo stende, altro giro dal dischetto che Berardi sfrutta per il 2-2. Un contropiede con sinistro di Masina non placa la rabbia che monta sugli spalti dell’arena friulana: ce n’è per i giocatori e pure per Gino Pozzo. L’Udinese rimanda ancora la prima vittoria in casa, questo è un pareggio ma somiglia molto a una sconfitta.

Fonte: Gazzetta dello Sport
17/12/2023 23:13
 
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Bologna, il volo Champions continua:
Roma abbattuta al Dall'Ara nel segno di Mihajlovic

Senza i big Lukaku e Dybala, la squadra di Mou fatica
contro un'avversaria più veloce e ben messa in campo.
Apre la rete di Moro, chiude i conti l'autogol di Kristensen


Matteo Dalla Vite


“Siete al cinema, siete al cinema…”. Il Dall’Ara abbraccia idealmente la propria squadra che ha battuto la Roma coi gol di Moro e la collaborazione (autogol) di Kristensen. La squadra di Motta colpisce con merito quella del maestro Mou: ha faticato ma brillato nei momenti giusti, resistendo anche alla fisicità degli uomini di José che senza Lukaku e Dybala le ha provate tutte. Dopo 16 giornate, il Bologna ha perso solamente una volta in casa (dal Milan), alla prima di campionato. Poi mai più. Quarto posto solitario, aria di Champions: Motta vola, proiezioni da prima fila e poi si vedrà.

25' DI NON CALCIO — Thiago Motta (senza Orsolini e Karlsson) sceglie Ravaglia al posto di Skorupski - che evidentemente non ha visto bene nella settimana appena conclusa – e ripropone la stessa squadra che ha colto la prima vittoria esterna a Salerno, quindi con Freuler davanti alla difesa e il 4-3-3 d’approccio. Mourinho (senza Lukaku e Dybala) ha Belotti ed El Shaarawy davanti, con Pellegrini a cercar l’interventismo da rinascita e la difesa è a tre con Mancini braccetto di destra. L’inizio è contrassegnato da scintille nei contrasti, l’arbitro Guida cerca di far mantenere la calma ma la posta è alta e i corpo-a-corpo belli tosti. Al 9’ Saelemaekers si infila in area tallonato da Kristensen: va a terra, duello che pare non oltrepassare i limiti, poi il belga viene ammonito per proteste. Guida permette un gioco fisico un po’ troppo al limite della Roma, le due squadre non riescono a vedere la porta avversaria per venti minuti perché il flusso è costantemente spezzettato da falli, micro e macro, il Bologna cerca di giocare e la Roma agisce di ripartenze cercando la riconquista alta e, come detto, al limite nei duelli. Motta (già diffidato) s’infuria e viene avvicinato da Guida: insomma, 25’ a veder non-calcio o quasi.

MORO LA SBLOCCA — Così, il primo brivido arriva al 27’: Llorente batte la punizione diretta e cerca di sorprendere Ravaglia fuori dai pali, il sostituto di Skorupski capisce, indietreggia e sventa in angolo. Poi, ancora la Roma: cross di Kristensen, Belotti di testa nel cuore dell’area e Ravaglia si distende perfettamente sulla propria sinistra. E il Bologna? Un minuto dopo il giallo per proteste a Pellegrini, parte un’azione da Posch, verticalizzazione di Freuler per Ndoye, palla in mezzo all’area dove Moro – libero – firma il vantaggio della squadra di Motta. Uno a zero alla prima azione vera. Al passo successivo Belotti ci prova, Ravaglia para ma c’è una situazione di fuorigioco in fase di ricezione dell’ex granata. Guida ammonisce più per proteste che per altro, fatica a tenere la gara in pugno, poi Zirkzee s’inventa altre piccole magie e all’intervallo si va con il Bologna solo al quarto posto.

AL CINEMA — Nella ripresa, Mou cambia Spinazzola con Renato Sanches e sposta El Shaarawy largo a sinistra: il portoghese e Pellegrini vanno in appoggio a Belotti. Quattro minuti e il Bologna raddoppia: Ndoye apre l’azione da zona centrale per Zirkzee, palla a Ferguson che la mette a un metro dalla linea di porta dove lo stesso svizzero arriva, rimpallo con Kristensen che sostanzialmente infila Rui Patricio. Due a zero Bologna. Mourinho cerca il tutto per tutto inserendo Azmoun e Bove per un incredulo Sanches che era entrato da poco. Kristensen viene tappato sottoporta da Freuler, altra mezza rissa in cui lo svizzero e Paredes vengono ammoniti. Mou infila Pisilli e Celik, Motta risponde coi baby Urbanski e Fabbian, il tutto mentre Ndoye può fare il tre a zero: lanciato a rete, lo svizzero manca di poco la porta, il tutto mentre lo stadio continua a cantare “Siete al cinema” e il sapore di Champions League, per una sera, sa di vero.

Fonte: Gazzetta dello Sport
17/12/2023 23:22
 
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Lautaro e Thuram implacabili: l'Inter
batte la Lazio e vola a +4 sulla Juve seconda



Le reti della ThuLa stendono la formazione di Sarri e
permettono a Inzaghi di allungare in vetta alla classifica.
Per il Toro 15 gol in 16 giornate e 29 nel 2023


Filippo Conticello

Adesso è davvero mini-fuga, è un imperioso +4 sulla seconda: l’ultima volta era accaduto prima del derby “fatale” col Milan a febbraio 2022, quello in cui cambiò quel campionato. Ora, però, l’Inter di Inzaghi ha taglia e consapevolezze diverse, ha costruito fondamenta solidissime proprio sugli errori del passato e ha la faccia cattiva di chi vuole appuntarsi questa benedetta seconda stella al petto a ogni costo. La gara vinta in casa della Lazio, con sofferenza e pazienza, è la conferma del dominio su questo campionato, da qualunque angolazione lo si guardi: i nerazzurri sono all’11esimo clean sheet su 16 partite, e a Simone Inzaghi basta rovesciare in campo la ThuLa per raccogliere gol a grappoli. Hanno segnato ancora entrambi, Thuram + Lautaro: chissà cosa sarebbe successo se fossero partiti dall’inizio pure in Champions con la Real Sociedad. La Lazio di Maurizio Sarri, invece, resta ancora una volta in mano con un pugno di mosche in mano: la squadra produce e si spreme, ma davanti è sempre troppo tenera per graffiare.

L'AVVIO — All’inizio Inzaghi tampona l’emergenza sulla fascia destra avanzando Darmian, coperto alle spalle da Bisseck. Il resto è il meglio possibile, con i tre tenori della mediana e la ThuLa riconnessa dopo la separazione forzata in Champions. Sarri, invece, sorprende in avvio, lasciando Luis Alberto in panchina: dentro la fisicità del giapponese Kamada come mezzala sinistra, mentre davanti nessuna variazione di stile, con Immobile servito ai lati da Zaccagni e Felipe Anderson. All’inizio Marcus Thuram dimostra di avere particolare voglia (e gamba), così da solo sferza la difesa rivale: peccato che i suoi compagni non abbiano ancora lo stesso passo, anche perché il primo quarto di gara è a forte trazione laziale. La squadra di Sarri va al doppio di velocità a centrocampo, raramente i mediani di Simone avevano subito così tanto il ritmo altrui. Guendouzi e Kamada fanno la parte dei percussionisti, Rovella toglie a Calha le chiavi della partita.

IL GOL — Questo predominio evidente produce, però, poco arrosto: Immobile una volta arriva in ritardo su una palla filtrante e in un’altra occasione schiaccia male di testa su cross di Zaccagni. Ma alla fine il copione per l’Inter risulta simile a quello di Napoli e, alla fine di un primo tempo bruttino, i nerazzurri riescono a sfondare alla prima occasione. Lautaro, fin qui molto meno dentro al match del gemello francese, scarta il regalo natalizio di Marusic. Il Toro si avventa sul retropassaggio suicida del montenegrino, circumnaviga Provedel e segna di giustezza a porta vuota il suo 29esimo centro nell’anno solare: è all’altezza di Meazza, quasi una vertigine. Dopo il gol l’argentino mostra sotto la maglia la scritta “Fuerza Bahia Blanca”, la sua città argentina a lutto: in 13 sono morti per il tetto di un impianto sportivo crollato a causa della tempesta. Il vantaggio del capitano ha l’effetto di un ricostituente per l’Inter che si desta, torna in sé, e spinge con Darmian e Dimarco: come spesso accade, è bastato un nonnulla alla capolista per ribaltare una partita.

IL RADDOPPIO — Nel secondo tempo la Lazio prova almeno a riannodare i fili di un match scappato improvvisamente di mano: la pressione in mezzo è la stessa degli inizi, e i rimpianti aumentano quando un ottimo Rovella sradica la palla a Calha e sfonda le linee in percussione. Arriva fino a Sommer, ma nel momento caldo il tiro non è efficace come il resto, e il portiere svizzero mura. Dopo lo scampato pericolo, l’Inter continua a controllare con le armi principali di questa stagione: l’attesa difensiva, la superiorità fisica e, soprattutto, la scaltrezza davanti. Nell’azione del raddoppio, ad esempio, sfrutta un errore di posizionamento della difesa Sarri, ma è il giusto premio raccolto da Thuram dopo una prestazione di livello top. Raccogliendo il passaggio di Barella, Marcus stavolta segna di sinistro: era il colpo che mancava dopo aver mostrato di poter far male con testa e destro. Il ragazzo è completo, un diamante con tante facce, e l’Inter se lo gode soddisfatta. Con il 2-0 francese la fiducia nerazzurra cresce ancora di più e, come nel primo tempo, sull’onda emotiva la squadra nerazzurra rischia di esondare: Mkhitaryan sbaglia il terzo gol e sulla sinistra Carlos Augusto, sostituto di Dimarco, sfonda appena può. Manca il tris come al Maradona, ma il messaggio per la Juve è lo stesso di Napoli.

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/12/2023 00:26
 
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Atalanta, Muriel show e Champions a -2:
Salernitana ribaltata, Inzaghi rischia grosso

Ospiti avanti con Pirola, poi si scatena l'attaccante di Gasperini:
a segno anche Pasalic, De Ketelaere e Miranchuk


Luca Taidelli


Se le vittorie più belle sono quelle sofferte, il 4-1 dell’Atalanta sulla Salernitana è stupenda perché arriva in capo a un primo tempo brutto e sotto ritmo e tiene la Dea in scia al quarto posto, alla vigilia della trasferta in casa della rivelazione Bologna, quarta con due punti di vantaggio. Salernitana bella a tratti ma troppo fragile. Dopo l’illusione Pirola, Muriel, Pasalic, De Ketelaere e Miranchuk affondano Inzaghi, sempre più ultimo.

PRIMO TEMPO — Con Kolasinac convocato ma non al meglio, Gasp abbassa di nuovo De Roon, con Pasalic (alle duecentesima in Serie A) in mediana al fianco di Ederson e Koopmeiners dietro a Lookman e Muriel, preferito a De Ketelaere. In porta c’è Carnesecchi. Dopo il summit di mercoledì a Roma col presidente Iervolino, Inzaghi vira sul 4-3-2-1 e in mezzo al campo ripropone Martegani, scomparso dalle rotazioni dopo un erroraccio contro il Cagliari, due mesi fa, giusto all’esordio in panchina di Pippo. Con Candreva e Tchaouna sulla trequarti, davanti c’è Dia malgrado la pessima prova nel ko interno contro il Bologna. L’atteggiamento dei campani però stavolta è quello giusto, premiato già al 10’, con Pirola che sulla punizione di Candreva approfitta della dormita di De Roon per trovare l’angolino di testa. Quasi offesa per lo sgarbo, la Dea non reagisce con la veemenza che ti aspetti, anzi rischia ancora su svarione di Lookman (Daniliuc alto col destro) e paga l’assenza di un vero uomo d’area quando per due volte Koop appoggia centralmente di testa su cross dalla sinistra. Ospiti attenti anche se sprecano alcune buone ripartenze, ma la Dea dà loro una gran mano giocando sotto ritmo malgrado manchi l’alibi delle fatiche europee, visto che giovedì scorso in Polonia non c’era ben otto titolari.

RIPRESA — Nessun cambio nell’intervallo, ma Gasp deve avere toccato i tasti giusti perché bastano due minuti al solito Muriel per trovare l’1-1 con un destro dal limite sulla respinta di Dia da corner di Koop. Ecco la svolta, viene da pensare, invece servono due mezzi miracoli di Djimsiti e Scalvini per evitare la zampata di Dia, scattato in solitaria su amnesia nerazzurra. La Salernitana però ha un’anima fragile e al 7’ va in bambola sull’asse Muriel-Lookman-Pasalic, col croato che festeggia la 200esima in A col piattone del sorpasso. Tarantolato, Inzaghi cerca di scuotere i suoi prima con Kastanos e Bradaric (Mazzocchi torna a destra) per Tchaouna e Daniliuc, poi con Legowski e Ikwuemesi per Martegani e Maggiore, passando al 4-2-3-1. Mossa che potrebbe pagare, perché Carnesecchi è prodigioso su Ikwuemesi e poi fortunato sul palo centrato da Dia. Gasp si adegua con il più difensivo Hateboer per Zappacosta, mentre CDK e Kolasinac (con De Roon che sale in mediana) dovrebbero portare la freschezza persa da Muriel ed Ederson. Alla lunga la Salernitana si sgretola, Gyomber s’addormenta in uscita e Scalvini mette CDK davanti al povero Costil che poi si arrende anche all'indemoniato Miranchuk: in pochi minuti calcia a lato di poco, segna il 4-1 e centra pure un palo interno.

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/12/2023 00:31
 
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SERIE A 2023/2023 16ª Giornata (16ª di Andata)

15/12/2023
Genoa - Juventus 1-1
16/12/2023
Lecce - Frosinone 2-1
Napoli - Cagliari 2-1
Torino - Empoli 1-0
17/12/2023
Milan - Monza 3-0
Fiorentina - Verona 1-0
Udinese - Sassuolo 2-2
Bologna - Roma 2-0
Lazio - Inter 0-2
18/12/2023
Atalanta - Salernitana 4-1

Classifica
1) Inter punti 41;
2) Juventus punti 37;
3) Milan punti 32;
4) Bologna punti 28;
5) Napoli e Fiorentina punti 27;
7) Atalanta punti 26;
8) Roma punti 25;
9) Torino punti 23;
10) Monza e Lazio punti 21;
12) Lecce punti 20;
13) Frosinone punti 19;
14) Genoa e Sassuolo punti 16;
16) Cagliari e Udinese punti 13;
18) Empoli punti 12;
19) Verona punti 11;
20) Salernitana punti 8.

(gazzetta.it)
19/12/2023 00:38
 
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