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Il Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021 di SEXY FORUM

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2021 00:19
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03/01/2021 15:53

Lautaro scatenato, Inter sull'ottovolante:
6-2 al Crotone e primo posto



Ottava vittoria consecutiva per i nerazzurri.
Calabresi in vantaggio con Zanellato e poi sul 2-2 con un rigore di Golemic.
Ma la tripletta dell'argentino, l'autorete di Marrone e il
gol di Lukaku (che poi si infortuna) e Hakimi fanno volare Conte


Giuseppe Nigro

Anno nuovo con vista sul primato per l’Inter, a +2 sul Milan in attesa dei rossoneri in campo alle 18 a Benevento. Se guardi in alto c’è ancora la LuLa: tre gol e mezzo (l’autorete di Marrone) per Lautaro, Lukaku lo imbecca e timbra con la rete numero 35 la cinquantesima presenza in A in nerazzurro prima di uscire a un quarto d’ora dalla fine per una contrattura al quadricipite della coscia destra da valutare meglio nei prossimi giorni. Non c’è niente di banale nel 6-2 sul Crotone per Conte, che da un mese e mezzo (dal 4-2 in rimonta sul Torino) in campionato sa solo vincere: le ultime volte che l’Inter è arrivata a otto vittorie di fila, con Mancini e Mourinho, poi è finita con lo scudetto.

FUOCHI D’ARTIFICIO — Non c’è niente di banale anche perché i calabresi, peggiori della A in trasferta (6 sconfitte e 2 pareggi), nell’ultimo mese sono un’altra squadra - 9 gol nelle ultime cinque partite, 7 punti nelle quattro gare prima di questa - e ci hanno messo del loro a rendere godibile il pranzo della ripresa dopo la pausa natalizia: l’attacco meno prolifico del campionato segna il primo gol del 2021 e in 35’ ne fa due a San Siro, dove nessuno ci riusciva da due mesi e l’ultimo era stato il Real Madrid. L’attacco più potente, che da 9 partite aspettava il secondo tempo per entrare in scena, deve battere due colpi già nella prima mezzora per raddrizzarla, per chiuderla poi nella sua comfort zone della ripresa, quando il poker di reti nerazzurre travolge fin troppo severamente gli uomini di Stroppa.

PRIMA LO SPUMANTE — Partita godibile, perché nata nel segno del dinamismo. L’Inter ci ha messo il ritmo nel girare la palla e muovere gli uomini, il Crotone l’ha accesa con tre colpi di martello in un minuto tra l’11’ e il 12’: Messias in percussione tra le linee murato da Bastoni, Pereira in fuga alle spalle di Young fermato da Handanovic, e poi il gol, il primo dell’anno solare, di Niccolò Zanellato, centrocampista dell’Under 21, milanese cresciuto al Milan. Cross dalla sinistra di Messias con la difesa dell’Inter a salire per il fuorigioco, in direzione opposta Zanellato tutto solo davanti ad Handanovic con Vidal rimasto fermo: incornata e 0-1.

POI I BOTTI — Quanto basta per accendere l’asse Lukaku-Lautaro: al 20’ filtrante alto-basso del belga per l’argentino a dettare la profondità alle spalle di Marrone sul filo del fuorigioco, ricezione e botta dell’1-1; al 31’ Lukaku in fuga per Barella accorrente a sinistra bravo a chiudere il triangolo col cross al millimetro per Lautaro,anticipo di Marrone nella propria porta e 2-1. Tutto tornato secondo copione? Macché… Con un intervento quasi in fotocopia del 2-2 casalingo contro il Borussia, al 34’ un pestone di Vidal al vertice sinistro dell’area a Reca che aveva già dato via la palla vale il penalty, sancito al Var: botta di Golemic a destra, troppo forte per Handanovic che aveva intuito, e 2-2.

E IL POKER — Solo l’Inter nella ripresa, tornata dagli spogliatoi con Sensi al posto di Vidal. Al 57’ il nuovo vantaggio, con Brozovic dal limite dell’area su tacco di Lukaku ad armare sulla sinistra il diagonale del 3-2 di Lukaku. Al 64’ il 16° gol stagionale (12° in campionato) del belga in versione giocoliere: lancio lungo di Bastoni, stop, controllo, giro attorno a Luperto a cui non basta provare ad abbracciare Romelu e siluro del 4-2. Non è finita: al 79’ il 9° gol in campionato di Lautaro, tapin di testa su respinta di Cordaz, e all’88’ il 5° di Hakimi con una botta dal limite su invito a tagliare il campo di Darmian dalla sinistra. Quinta vittoria di fila a San Siro, dove dal 1994 l’Inter non stecca la prima uscita dell’anno. Stavolta vale la vetta..

Fonte: Gazzetta dello Sport
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03/01/2021 17:32

L'Atalanta torna schiacciasassi: cinquina al Sassuolo!
Litigio De Zerbi-Djuricic nel pre-gara



Doppietta di Zapata, poi reti di Pessina, Gosens e Muriel per la Dea.
Il gol della bandiera neroverde è di Chiriches.
Il trequartista serbo prende male l'esclusione dall'undici e non va in panchina


Marco Guidi

Il 2021 riparte con due certezze: l'Atalanta di Gian Piero Gasperini vince sempre alla prima dell'anno e il Sassuolo del bresciano Roberto De Zerbi a Bergamo rimedia l'ennesima goleada. Al Gewiss Stadium, i nerazzurri cancellano l'amarezza per il pareggio di Bologna rifilando un netto 5-1 agli emiliani e dando la sensazione di essere in sensibile crescita.

AVVO — Gasp conferma la formazione data alla vigilia, rimettendo Zapata al centro dell'attacco, con Muriel in panchina. In difesa non c'è Toloi, spazio a Palomino. Nel Sassuolo, invece, scoppia il caso Djuricic: il serbo non va nemmeno in panchina dopo aver preso male l'esclusione dall'undici titolare. Pare ci sia stato un diverbio con De Zerbi nel pre gara. Il suo posto al centro del trio di trequartisti alle spalle di Caputo va a Traore, mentre per la mediana a due i prescelti sono Lopez e Locatelli. Squadra troppo leggerina, dirà poi il campo, contro la fisicità delle aggressioni nerazzurre. Eppure l'inizio gara degli ospiti è incoraggiante e nei primi 8' Gollini deve dire no due volte alle incursioni di Muldur e Kyriakopoulos.

SHOW DELLA DEA — Il primo tempo del Sassuolo, però, finisce praticamente qui, se si esclude un morbido tiro a giro di Boga controllato agevolmente da Gollini al 40'. Il resto è un monologo, per non dire uno show, a tinte nerazzurre. All'11' Duvan Zapata sblocca il match sfruttando un rimpallo con Chiriches, dopo il passaggio di Pessina. Poi dalle parti di Consigli cominciano a piovere a dirotto occasioni, ispirate da un Ilicic in stato di grazie e un Pessina irrefrenabile. Il portiere neroverde risponde alla grande a Hateboer, rischia di capitolare sul tocco amico di Locatelli e si salva solo grazie al palo sul sinistro di Zapata (35'). Sono solo tre delle almeno 5-6 palle gol dell'Atalanta, che appena prima dell'intervallo trova il meritato raddoppio: Ilicic disegna calcio sulla destra e pennella alla perfezione per Pessina, che al volo mette la firma sul 2-0. Primo gol con la maglia della Dea per l'ex Verona.

GOLEADA — Ti aspetti una reazione d'orgoglio dagli emiliani e invece il secondo tempo parte subito con il tris dell'Atalanta. Freuler aziona Zapata che non sbaglia davanti a Consigli. È il 49' e la partita è già in ghiaccio. De Zerbi cerca di placare il diluvio inserendo Obiang per Lopez e prova a cambiare anche davanti con Defrel per Caputo. Ma la Dea è in versione schiacciasassi e al 57' Gosens cala il poker, inusualmente con il destro, anche se leggermente deviato. Gasperini concede minuti anche a Muriel e Malinovskyi, in campo per Ilicic e Pessina. E il colombiano, appena entrato, va subito a segno, su di un'altra pregevole imbucata di Freuler. Il Sassuolo ha un sussulto al 75', quando in mischia Chiriches (forse il peggiore in campo...) trova il gol della bandiera. Poi l'ultimo quarto d'ora di pura accademia.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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03/01/2021 17:45

Doppietta di Zielinski, poi Lozano e Insigne.
Riecco il Napoli: poker al Cagliari



Gli azzurri ne fanno 4 alla Sardegna Arena.
Super prestazione del polacco, poi colpiscono il messicano e il capitano (rigore).
Gattuso sale così al quarto posto


Maurizio Nicita

Il Napoli scomparso a San Siro nel convulso finale con l'Inter si ritrova in Sardegna e ritrova una vittoria che mancava dal 13 dicembre. Gattuso può essere soddisfatto dalla prima uscita dell’anno con gli azzurri (tornati alla classica maglia) dominanti e capaci di reagire subito a un mezzo infortunio (il pari un po’ fortunoso di Joao Pedro, sull’unico tiro in porta) davanti a un Cagliari messo continuamente alle corde. E in un finale dilagante (in superiorità numerica) ecco anche il primo rigore assegnato al Napoli. Tutti segnali positivi per la squadra di De Laurentiis.

APPROCCIO GIUSTO — Due squadre a specchio, con interpretazioni diverse del 4-2-3-1. Costretto a restare più basso e coperto quello schierato da Di Francesco, con Nandez in mediana e Gaston Pereiro che sulla trequarti ha poche occasioni per accendere la fantasia. Già perché il Napoli sembra volersi scrollare subito dall’immagine dimessa e brutta data alla fine del 2020. Lo spirito dei ragazzi di Gattuso è quello giusto: squadra subito aggressiva e che arriva facilmente al tiro dal limite grazie al movimento dei centrocampisti e a una difesa sarda che si schiaccia troppo facilitando le conclusioni dal limite degli azzurri.

IDEE DI GIOCO E GOL — Il Napoli piace nelle trame perché Insigne viene dentro il campo a fare il regista nella trequarti dove Zielinski è abile a trovare spazi e anche Fabian Ruiz si inserisce bene. I difensori sardi faticano nelle marcature con le rotazioni continue nella trequarti e al 25’ arriva il meritato vantaggio. È Petagna che con il classico movimento da pivot porge il pallone al limite creando spazio a Zielinski: il sinistro del polacco è secco e nulla può Cragno.

POCO CAGLIARI — I rossoblù non riescono a salire e a rendersi pericolosi, perché il Napoli pressa alto e recupera presto il pallone. E così l’unica vera occasione, per tornare alla pari, capita per un errore in appoggio di Manolas che favorisce l’inserimento di Simeone, pronto al tiro ma impreciso. È il Napoli comunque ad andare più vicino al raddoppio con un paio di situazioni pericolose nei 16 metri sardi, con Petagna, Manolas e Mario Rui che non trovano l’attimo fuggente.

BOTTA E RISPOSTA — Il Napoli continua in controllo, ma nella ripresa il Cagliari prova a reagire. E allo scoccare dell’ora di gioco trova il gol alla prima conclusione in porta. Il cross di Sottil - spostatosi a destra con l’ingresso di Tramoni al posto di uno spento Pereiro - è teso, Maksimovic non è perentorio nell’anticipo e consente a Joao Pedro il controllo e una conclusione semplice in rete dall’area piccola. Roba da far cadere le braccia, ma il Napoli oggi è reattivo e trova subito il vantaggio al primo affondo. Di Lorenzo crossa basso e teso, il controllo con pallonetto a scavalcare di Zielinski è delizioso come il tocco di punta del polacco che realizza una splendida doppietta.

LYKOGIANIS FUORI — Fra le indicazioni tattiche di Gattuso ce n’è una in particolare per Lozano abile a puntare Lykogiannis ammonito nel primo tempo perché in ritardo sul messicano. Abile anche nella ripresa a posizionarsi in anticipo sul greco che viene correttamente espulso per doppia ammonizione. E poco dopo Lozano trova anche il meritato gol della sicurezza sfruttando in mischia le sportellate di Petagna e trovando un gol da opportunista. Il finale dilagante del Napoli trova il 4-1 dal dischetto (netto il mani di Caligara) col capitano Insigne tornato a ottimi livelli, al di là del gol.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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03/01/2021 17:58

Solo qualche lampo di Ribery e Palacio: 0-0 tra Fiorentina e Bologna

Una partita con poche emozioni a Firenze, ci provano soprattutto i due veterani, il gol però non arriva


Matteo Dalla Vite


Manca il morso letale in questo derby dell’Appennino in cui il Bologna ha certamente costruito qualcosa di più: se è vero, come è vero, che Da Costa di parate vere non ne ha fatte, ecco che dall’altra parte Dragowski è stato impegnato più volte, risultando praticamente decisivo per uno 0-0 finale che lascia le due squadre a distanza di un punto e con addosso una striscia di 4 risultati utili di fila, che per il Bologna sono 4 pareggi.

La Fiorentina vincente all’Allianz prima della sosta si è palesata ben poco: c’è tanto Ribery, spesso poco supportato, anche perché Vlahovic è stato ben tenuto dalla retroguardia bolognese. I morsi, insomma, sono arrivati più dal Bologna, con Palacio che ha avuto due occasioni importanti e con lo stesso Ribery che – aiutato dalla deviazione di De Silvestri – ha colpito il palo all’alba della partita. Una partita non bella ma con dentro alcune fiammate interessanti.

PALO E PALACIO — Le due squadre, in campo come erano state annunciate, cominciano a fasi alterne: l’inizio è tutto viola, con Ribery (spesso a sinistra) che al 2’ s’incunea piallando Schouten e De Silvestri e colpendo un palo proprio con deviazione su cross dell’ex viola. E’ il primissimo brivido per il Bologna che ne vivrà un altro poco dopo e che poi prenderà le redini del gioco: Mihajlovic predica pazienza, la Fiorentina viene irretita dalla giostra offensiva rossoblù che porta due volte al tiro Palacio (34’ e 39’) sui quali Dragowski ha tempi e copertura giuste e, prima, Barrow, Soriano e Orsolini, al quale viene annullato un gol per evidente fuorigioco. Non è un bel primo tempo ma le fiammate danno un senso di verticalità alle idee di Prandelli e Mihajlovic, due che sono tornati dieci anni dopo la prima volta a Firenze e Bologna e che decidono di affrontare questo derby dell’Appennino con grande attenzione, soprattutto sui calci piazzati. Da uno di questi, sul finire del primo tempo, Dominguez riesce ad anticipare di una frazione di secondo Vlahovic, praticamente pronto a battere a rete. Insomma, tentativi e coperture rapide, Bologna migliore nella proposizione e con Orsato che non ammette minuti di recupero.

CONCLUSIONI — La ripresa vede i doverosi cambi con Prandelli che riceve di più da Bonaventura e Lirola (non da Kouame): la Fiorentina cerca maggiormente la profondità e arriva al tiro prima con Borja Valero (14’ s.t.) servito dal solito Ribery, poi con Castrovilli attorno al tramonto del match. Sinisa, nel frattempo, aveva cambiato i due centrocampisti centrali (molto bene Dominguez, il migliore dei suoi) rivedendo Skov Olsen ma perdendo De Silvestri per infortunio muscolare. Lo 0-0 finale premierebbe ai punti il Bologna, più pericoloso nel primo tempo di quanto poi lo sia stata la Fiorentina nella ripresa: Sinisa e Prandelli si abbracciano con la certezza che a livello di conclusioni entrambe le proprie squadre dovranno migliorare un bel po’. Sul campo e sul mercato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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03/01/2021 18:10

A Immobile risponde Destro. Il Genoa c’è:
super Shomurodov spaventa la Lazio

Primo tempo tutto biancoceleste, col vantaggio su rigore.
Poi Ballardini inserisce l’uzbeko e il match cambia,
coi rossoblù, dopo il pari, vicini a più riprese al gol del 2-1


Filippo Grimaldi


Il Genoa è ripartito: quattro punti nelle ultime due gare, la cura-Ballardini funziona. La Lazio illude nel primo tempo, in cui è padrona quasi assoluta del campo e va in vantaggio con il rigore di Immobile, ma poi cede inaspettatamente spazio e gioco ai rossoblù nella ripresa, quando i padroni di casa riacciuffano il pari e sfiorano il clamoroso gol vittoria con Shomurodov, che aveva già ispirato la rete del pari di Destro (quattro gol nelle ultime quattro gare). L’1-1 finale certifica le difficoltà della squadra di Simone Inzaghi, che ha già subìto 24 gol nelle prime quindici giornate.

A 100 ALL’ORA — Eppure i biancocelesti hanno giocato una gara eccellente sino a metà gara, mettendo in grande difficoltà i rossoblù e andando al riposo in vantaggio grazie al rigore di Immobile al 15’, che premiava comunque la superiorità territoriale e la maggiore padronanza del gioco degli uomini di Simone Inzaghi. Ospiti schierati con lo stesso modulo del Grifone (3-5-2), ma cortissimi e racchiusi in trenta-trentacinque metri, oltre che abili a capitalizzare il loro pressing altissimo, che ha impedito alla squadra di Ballardini (troppo timorosa nei primi 45’) di ragionare e di impostare l’azione. Inoltre la maggior efficacia dei biancocelesti nell’utilizzo delle corsie laterali ha tenuto bassi Zappacosta e Czyborra, limitando ulteriormente la spinta del Grifone. Lazio pratica e cinica, dunque, anche perché in mezzo Milinkovic e Leiva hanno garantito un apporto elevatissimo al gioco laziale e Caicedo - mobilissimo - s’è guadagnato quattro punizioni dal limite prima dell’intervallo.


DECIIONE CAMBIATA — L’episodio-chiave avviene al 15’, quando Zapata salta su Milinkovic proprio al limite dell’area. Calvarese prima assegna la punizione e poi, richiamato dal Var Mazzoleni, concede il rigore dopo avere consultato l’azione al monitor. In precedenza Mazzoleni aveva giudicato regolare un contatto Czyborra-Lazzari in area rossoblù, nonostante le proteste di Inzaghi e della panchina ospite. I minuti successivi al gol sono comunque i più redditizi sul piano del gioco per i rossoblù nel primo tempo, anche se la reazione non produce effetto. Anzi, al 21’ gli ospiti vanno di nuovo vicinissimi al gol con un tiro cross di Radu (bravo Perin). Ballardini, in attesa di poter schierare Vavro, perde il rientrante Zapata (guaio muscolare) sostituito da Radovanovic, di nuovo centrale come era stato schierato a La Spezia. Solo nel finale (42’) una combinazione in velocità dei rossoblù portava Pjaca a un tiro ravvicinato respinto da Reina. Troppo poco, però, per poter sperare di riaprire la gara.

CAMBI VINCENTI — Dopo l’intervallo, Ballardini corregge la mediana, inserendo Zajc per Rovella e Shomurodov per Pjaca in attacco, mentre Inzaghi dà spazio a Luiz Felipe per Patric. Ma è soprattutto il cambio di modulo che aiuta il Grifone, con il passaggio al 3-4-1-2, e Zajc a sostegno dell’attacco. Rossoblù più vivi, ma la Lazio si riorganizza in fretta. O, almeno, ci prova. Badelj (6’) calcia dalla distanza (Reina sicuro), subito dopo l’errore di Immobile liberissimo sul secondo palo sugli sviluppi di un angolo ospite. Qui la Lazio commette l’errore di allungarsi troppo favorendo la reazione convinta della squadra di Ballardini. Luis Alberto su una ripartenza ospite sfiora ancora il bis, ma Ballardini trova un meritato pari al 13’ con Destro (quarto centro nelle ultime quattro gare), bravo a concretizzare un contropiede improvviso di Shomurodov che supera Radu e serve il compagno per la rete dell’1-1. Lazio-choc: Caicedo spreca la palla del raddoppio, il Genoa insiste e mette grande affanno agli ospiti. Che hanno una buona palla-gol sprecata da Lazzari, ma palesano qualche difficoltà pure sul piano dell’intensità, a tutto favore della squadra di Ballardini. Che si porta a casa un punto pesante, lasciando addosso l’impressione che la Lazio continui ad essere una grande incompiuta.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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03/01/2021 18:35

Torino, colpaccio a Parma: vince 3-0
con le reti di Singo, Izzo e Gojak



La squadra di Giampaolo ritrova la vittoria e conquista tre punti fondamentali


Nicola Cecere

Il colpo di coda di un Toro feroce e determinato tira giù il Parma, che incassa il terzo stop di fila confermando le note difficoltà in fase di attacco (appena 13 gol finora, peggior dato tra le 20 di A). Liverani adesso è sulla graticola e il mercato dovrà potenziare una squadra apparsa smarrita. Il successo dei granata (secondo del campionato dopo l’exploit di Genova del 4 novembre), è meritato al di là delle dimensioni dilatatesi nella parte conclusiva. La squadra di Giampaolo si è applicata in una gara anema e core rimasta in bilico fino all’88’ solo perché sono state fallite clamorose occasioni per il raddoppio. E’ stato Armando Izzo, svettando su angolo di Gojak, a mettere fine alle incertezze ma non al match perché Gojak, all’ultimo minuto di recupero, ha conferito al punteggio le dimensioni di un trionfo.

SINGO-GOL — Il primo vantaggio del Torino arriva all’8’ su un perfetto contropiede. Belotti nel cerchio di centrocampo ha il tempo di alzare la testa e di vedere il corridoio libero davanti a sé nel quale si sta inserendo a grandi falcate Wilfried Singo. La verticalizzazione del capitano per il giovane terzino è perfetta, non così la ricezione dell’ivoriano che però ha la capacità di portarsi comunque avanti il pallone. Iacoponi e Alves non riescono a rimontarlo in velocità e così Singo arriva al tiro davanti al portiere: Sepe si lancia a sinistra, il collo piede destro di Singo entra dall’altra parte.

REAZIONE STERILE — Su questa azione il Toro costruisce una fase di partita che dura fino al 41’ in cui lascia l’iniziativa agli avversari. La reazione del Parma è poderosa sul piano della spinta ma sterile sul piano delle conclusioni, che non arrivano nonostante si sia creata una situazione di vantaggio. Liverani ordina ai due giocatori schierati alle spalle di Cornelius, cioè Karamoh a destra e Brunetta a sinistra, di allargarsi sulle linee del fallo laterale dove vengono costantemente raggiunti dai terzini Iacoponi e Gagliolo. Per fronteggiarli sono costretti a muoversi Linetty e Lukic, che lasciano libertà alle mezzali Kucka e Kurtic. Proprio Kucka è quello più insidioso dalle parti di Sirigu, con due deviazioni in piena area che vanno però fuori bersaglio.

VERDI, MA COSA COMBINI — Decisamente più limpide le palle gol costruite dal Toro in contropiede. La prima, al 41’ viene ispirata da una discesa di Izzo che poi sulla trequarti è abile a servire Belotti, smarcatosi al limite. Controllo non felice, però, che favorisce l’uscita dell’attento Sepe. Il capitano granata si rifà al 13’ della ripresa quando mette davanti alla porta in posizione ideale lo scattante Verdi. Il 2-0 sembra cosa fatta e invece il tiro finisce a lato: errore clamoroso. Che però non demoralizza gli uomini di Giampaolo. Qui Liverani cerca di potenziare il suo attacco inserendo Inglese, subito pericoloso con una conclusione da lontano deviata in angolo da Sirigu. Più difficile la parata del portiere torinista sul sinistro liftato di Kramoh. Sono due fiammate che vengono però spente dalle ripartenze del Toro, sempre più pericolose laddove il Parma non riesce più a impensierire Sirigu se non una volta incassato il 2-0, quando Inglese di testa obbliga il portiere a un colpo di reni. Dal possibile 2-1 si passa così al 3-0. Il Toro finalmente respira mentre il Parma, reduce da un lungo ritiro, si interroga su come arginare la crisi.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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03/01/2021 18:43

Sotto il diluvio basta la zampata di Dzeko:
Samp k.o. e la Roma resta terza

La squadra di Fonseca vince grazie al gol del bosniaco al 72' in una partita condizionata dal campo pesante.
Adesso il quinto posto è distante 4 punti


Massimo Cecchini


Stavolta l'anno nuovo non fa perdere le buone abitudini alla Roma, che batte la Sampdoria 1-0 grazie a un bel gol di Dzeko. Un successo importante, pur sofferto nel finale, che consente ai giallorossi di blindare il terzo posto, innalzandosi a quota 30 punti. Fonseca - senza Mirante, Spinazzola, Calafiori e Pedro - non fa voli pindarici nel suo 3-4-2-1, affidandosi a Mancini, Smalling e Ibanez davanti a Lopez, mentre sulle fasce agiscono Karsdorp e l'adattato Peres, gestiti in mediana da Veretout e Villar, alle spalle di Pellegrini, Mkhitaryan in appoggio a Dzeko. Ranieri - privo di Ferrari, Prelec e Gabbiadini - opta per un prudente 4-4-1-1, con l'ex Verre in appoggio a Quagliarella. Nella fase difensiva, davanti ad Audero, tocca a Yoshida, Tonelli, Colley, Augello, mentre a centrocampo tocca a Candreva, Thorsby, Ekdal e Jankto vedersela coi giallorossi.

CAMPO PESANTE — Diciamolo subito, il campo pesante non aiuta lo spettacolo. Sotto la pioggia battente, la Roma tiene in pugno la manovra, con un possesso palla assai più importante rispetto ai doriani. Le occasioni, comunque, sono poche. Anzi, si comincia con una protesta, quella dei giallorossi per una spinta di Tonelli in area su Mkhitaryan, con i due che corrono insieme sul palla. È il 6' e bisogna aspettare il 12' per vedere un mezzo pasticcio fra lo stesso Tonelli e Audero, che per poco non favorisce l'attaccante armeno. Il primo vero tiro in porta, però, arriva al 15', quando una conclusione di Pellegrini impegna il portiere della Samp in tuffo. La squadra di Ranieri chiude bene le fasce grazie al gran lavoro di Candreva e Yoshida da un lato e Jankto e Augello dall'altro, con Thorsby utile nello sdoppiarsi fra la mediana e le coperture. I giallorossi provano ad alzare il baricentro, spingendo a turno Mancini e Ibanez in appoggio sui rispettivi lati, ma negli spazi che si aprono i blucerchiati provano a ripartire, così al 37' Pau Lopez deve deviare in volo su un bel tiro di Candreva.

DZEKO SI SBLOCCA — Nella ripresa la Roma cambia marcia e per oltre venti minuti tiene la Samp nella propria trequarti. Al 6' è Dzeko che di testa manda fuori di poco, ma il vero rimpianto arriva al 17', quando, su una punizione di Pellegrini, è Smalling a colpire la traversa, sempre di testa. Tocca ad Audero, poi, andare in vetrina, parando prima su Mancini al 20' e poi di nuovo al 23' su colpo di testa di Dzeko sotto misura, col bosniaco che era intervenuto su una conclusione fuori misura di Pellegrini, il quale, un minuto prima, aveva sfiorato il palo. I blucerchiati si scuotono al 26', quando tocca a Pau Lopez deviare un colpo di testa dell'onnipresente Thorsby. Scacciata la paura, arriva il meritato vantaggio giallorosso, con Cristante - subentrato a Villar - che apre per Karsdorp, bravo a mettere al centro una palla tesa su cui Dzeko anticipa Colley, ottimo fino a quel momento. È il gol partita, che inaugura un'ultima fase in cui la Samp prova a riversarsi in avanti senza però creare occasioni pericolose, mentre nelle ripartenze avrebbe più volte la chance per il raddoppio, ma sa arrivare al tiro in porta solo una volta con Mkhitaryan, con Audero che para. Il resto sono brividi di prammatica che non cambiano il succo: la Samp rimanda il salto di qualità, mentre la Roma non molla il podio del campionato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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03/01/2021 19:06

Zaccagni firma un capolavoro, il Verona passa a Spezia



La squadra di Italiano ha chiuso la partita in dieci per l'espulsione di Chabot.
Gran gol per il centrocampista gialloblù


G.B. Olivero

Una magia di Mattia Zaccagni regala al Verona una vittoria preziosa contro uno Spezia meno brillante di altre occasioni ma sempre molto determinato. La rete decisiva è arrivata a un quarto d’ora dalla fine e pochi minuti dopo l’espulsione dell’ingenuo Chabot, la cui disattenzione ha complicato irrimediabilmente l’ultima parte della gara della sua squadra. Adesso lo Spezia è stato raggiunto in classifica da Genoa e Torino: più in basso c’è solo il Crotone. Il Verona, invece, si piazza all’ottavo posto scavalcando la Lazio.

PRIMO TEMPO — Le assenze condizionano le scelte dei due allenatori. Italiano deve rinunciare allo squalificato Terzi e ai positivi Bastoni, Ricci e Acampora, oltre al lungodegente Galabinov, a Mattiello, Dell’Orco e Verde. Meno pesante la situazione di Juric, privo di Vieira, Favilli e Di Carmine e sempre in attesa di Benassi. Il Verona cerca subito di mettere pressione agli avversari, Barak segue costantemente il giovane Agoume, un po’ in difficoltà nella sostituzione di Ricci alla regia. Lo Spezia fatica a tenere il pallone e a orchestrare la consueta manovra, però la prima occasione è proprio della formazione di Italiano: Dawidowicz sbaglia un passaggio verso Magnani e Nzola scatta verso Silvestri. La conclusione dell’attaccante, che cerca il primo palo, è però imprecisa. In tutto il primo tempo lo Spezia non riesce mai a calciare nello specchio della porta gialloblù, mentre il Verona è più pericoloso. Al 19’, sugli sviluppi di una punizione battuta da Dimarco, Dawidowicz colpisce indisturbato da pochi passi ed è bravo Estevez a ribattere il pallone che sembrava destinato a finire in rete. Al 24’ Provedel è splendido su Kalinic, ben servito da Barak dopo un’azione iniziata da Lazovic e proseguita da Zaccagni. Poi Kalinic segna sfruttando un lancio di Lazovic, ma è in fuorigioco e il gol viene annullato. La pioggia torrenziale condiziona un po’ i giocatori e nella seconda parte del primo tempo non succede più nulla.

SECONDO TEMPO — In avvio di ripresa ecco l’unico tiro pericoloso dello Spezia: Silvestri è bravo a deviare in angolo la conclusione di Pobega. Al 23’ la svolta: Barak batte in fretta una fallo laterale, Chabot si fa sorprendere da Faraoni e lo cintura prima dell’ingresso in area. Giallo inevitabile, per il difensore dello Spezia è il secondo e quindi la sua partita finisce qui. Italiano toglie Gyasi e inserisce Ismajli per puntellare il reparto arretrato, ma al 30’ il Verona realizza un gol meraviglioso. Azione rapida aperta da Colley e proseguita da Tameze, Veloso alza di destro un pallonetto per Faraoni che al volo serve Zaccagni in area: stop e rovesciata nell’angolo. Tutto bellissimo. Lo Spezia ci prova, ma crea troppo poco per impensierire Silvestri e anzi il Verona spreca un paio di buone situazioni in contropiede prima che l’arbitro Pairetto fischi la fine.

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 03/01/2021 19:08]
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04/01/2021 19:21

Rigore di Kessie e perla di Leao:
il Milan in 10 non molla la vetta.
K.o. un bel Benevento



I rossoneri rispondono all'Inter con un gol per tempo e nonostante il rosso a Tonali.
Pali di Insigne, Calhanoglu e Kessie.
La squadra di Pippo Inzaghi sbaglia anche un rigore con Caprari


Alessandra Bocci

E sono ancora là. Eh già, come canterebbe Vasco Rossi. Nonostante una quantità abbondante di infortuni e l’ingenuità di Tonali, che dopo poco più di mezzora ha lasciato in dieci i compagni di squadra, il Milan è ancora in testa alla classifica. Aggrappato a un primato che sembrava poter sfuggire di fronte alla pressione costante del Benevento, alla inferiorità numerica, ai risultati delle inseguitrici (Juve a parte) che avevano già vinto, all’Inter che si era goduta il primato per qualche ora dopo aver annichilito il Crotone.

Eppure il Milan allunga la sua serie positiva in trasferta. Squadra imbattuta, eccellente nel 2020, impeccabile nella prima uscita dell’anno nuovo. Impeccabile non proprio, perché il Benevento di Pippo Inzaghi ci ha provato dall’inizio alla fine, però il risultato è un 2-0 rotondo, con pali da una parte e dall’altra, ma tanta sicurezza e qualità nella formazione schierata da Pioli, in emergenza. E l’emergenza proseguirà mercoledì contro la Juventus, vista l’espulsione di Tonali e la lista di acciaccati da recuperare. Ma il Milan va. Senza Ibrahimovic, senza Bennacer, però con un gigantesco Kjaer, uscito per precauzione prima della fine del match, e con un Kessie implacabile, che non manca l’appuntamento dal dischetto e dopo un quarto d’ora trasforma il rigore conquistato per il fallo di Tuia su Rebic. Poi succedono altre cose, il palo di Insigne, la traversa di Leao. Il Benevento è una squadra in forma, viene da risultati positivi. Ma il Milan non molla neppure quando resta in dieci. Ha una consapevolezza della propria forza che ormai forse va davvero oltre il valore dei singoli. In ogni caso enorme anche se altalenante, perché c’è il gol di Rafael Leao a dimostrarlo.

BELLI E SALDI — Come definirlo? Un numero d’arte varia? La dimostrazione del talento immenso di un giocatore che a volte pare indolente, e anche Pioli lo ha ripreso durante il match, ma è una spanna sopra la media? Restano i fatti, il gol siglato dopo tre minuti del secondo tempo, mentre il Milan soffriva in serenità, se così si può dire. Un gol talmente bello che è difficile descriverlo: un pallone ricevuto da Rebic, ma il portoghese era quasi parallelo al portiere Montipò, eppure lo ha infilato. Milan quasi felice, perché sul 2-0 per i rossoneri la squadra guidata da Pippo Inzaghi ha continuato a premere. Fra un cambio e l’altro, un palo e una traversa, un rigore sbagliato sbagliato da Caprari, un’occasione e l’altra, il risultato è rimasto saldo. Come il Milan in testa alla classifica. Con tanti problemi, ma abituato a domarli.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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04/01/2021 19:29

Nuovo anno, vecchio Ronaldo: doppietta e assist, la Juve stende l’Udinese

CR7 sveglia una Juve poco brillante segnando due reti e mandando in gol Chiesa.
Nel recupero c’è gloria anche per Dybala, per i friulani Zeegelaar


Fabiana Della Valle


Ci sono cose che restano immutabili, anche in tempo di pandemia. Ci sono le feste, Natale, Capodanno e l’Epifania, e ci sono i gol di Cristiano Ronaldo, che ormai segna da vent’anni di fila. E’ stato lui il protagonista della prima partita del 2021 bianconero: due gol e un assist (per Chiesa) che hanno permesso alla Juventus di battere l’Udinese, cancellare la brutta sconfitta con la Fiorentina di fine 2020 e guardare con fiducia alla sfida della Befana con il Milan. Le altre belle notizie per Pirlo sono il rientro in campo di Giorgio Chiellini, subentrato a Bonucci nel finale (il recupero del capitano sarà prezioso in questa fase delicata della stagione) e il ritorno al gol di Paulo Dybala.

IL BALLETTO DEL RE — Cristiano ha sbloccato la partita alla mezz’ora con il solito gol strappa applausi: destro imprendibile dopo una bella giocata di Ramsey, che ruba il pallone a De Paul (errore grave del 10 friulano) e lo consegna al numero 7. Così il portoghese può festeggiare il ventesimo anno solare di fila sempre in gol. Morata non c’è, infortunato dell’ultima ora (problema alla coscia destra, non convocato) e CR7 stavolta fa coppia con Dybala, ma lo spartito non cambia. Fino a quel momento la Juventus aveva tenuto sotto controllo la partita, dando l’impressione di poter andare in vantaggio da un momento all’altro, anche se in realtà aveva rischiato di trovarsi sotto dopo poco più di 10 minuti: gol di De Paul su cross di Lasagna annullato dal Var per un tocco di mano dell’argentino. L’altra occasione buona per pareggiare capita ai friulani appena dopo il vantaggio di Ronaldo, quando Ramsey si fa scappare un pallone che diventa invitante per Lasagna, che però non ne approfitta. Il gallese si fa vedere prima dello scadere del primo tempo con una bella conclusione dalla distanza.

ASSIST E DOPPIETTA — Nella ripresa l’Udinese prova a cambiare il risultato inserendo Forestieri al posto di Pussetto, ma non ha neanche il tempo di riorganizzare le idee perché la Juve chiude la sfida in 5 minuti: nel gol di Chiesa c’è ancora lo zampino di Ronaldo, che pesca l’ex viola con un assist. Il successivo 3-0 di Ramsey dopo appena 3' sarebbe stato il colpo del k.o., ma il Var anche in questo caso annulla per un tocco di mano a terra. Così il 3-0 lo firma Ronaldo, raccogliendo al 25’ un ottimo invito di Bentancur: 14 gol in campionato, da questa sera capocannoniere in solitaria (staccato di due lunghezze Lukaku). Nel finale c’è spazio anche per il 4-1 di Dybala, servito da Danilo: un destro che non lascia scampo a Musso. Il gol della bandiera per l’Udinese lo aveva segnato Zeegelaar al 90’: l’olandese, il migliore dei friulani, aveva già colpito una traversa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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04/01/2021 19:48

SERIE A 2020/2021 15ª Giornata (15ª di Andata)

03/01/2021
Inter - Crotone 6-2
Atalanta - Sassuolo 5-1
Cagliari - Napoli 1-4
Fiorentina - Bologna 0-0
Genoa - Lazio 1-1
Parma - Torino 0-3
Roma - Sampdoria 1-0
Spezia - Verona 0-1
Benevento - Milan 0-2
Juventus - Udinese 4-1

Classifica
1) Milan punti 37;
2) Inter punti 36;
3) Roma punti 30;
4) Napoli(**) punti 28;
5) Juventus(**) punti 27;
6) Sassuolo punti 26;
7) Atalanta(*) punti 25;
8) Verona punti 23;
9) Lazio punti 22;
10) Benevento punti 18;
11) Sampdoria punti 17;
12) Bologna punti 16;
13) Udinese(*) e Fiorentina punti 15;
15) Cagliari punti 14;
16) Parma punti 12;
17) Torino, Spezia e Genoa punti 11;
20) Crotone punti 9.

(gazzetta.it)

(*) Atalanta e Udinese una partita in meno (avverse condizioni meteo).
(**) Juventus-Napoli da rigiocare dopo il ribaltamento al terzo grado di giustizia sportiva (CONI)
e punto di penalizzazione di conseguenza restituito al Napoli.
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06/01/2021 15:23

Super Benevento: ribalta il Cagliari in 3 minuti e vola in classifica



Nona gara di A di fila senza vittorie per i sardi di Di Francesco, in vantaggio con Joao Pedro:
pari dell'ex Sau (che non esulta), rete decisiva di Tuia.
Debutto amaro per Nainggolan: gol annullato dopo 2' a Pavoletti, nel finale espulso Nandez


Francesco Velluzzi

Giù il cappello al Benevento. Firma il secondo colpo di fila in trasferta e sale a quota 21. Sorpresa? Non più. Grande realtà del nostro campionato perché la squadra di Pippo Inzaghi a fine primo tempo in poco più di 3 minuti rimonta il vantaggio del Cagliari col solito Joao Pedro dopo 20 minuti. Un uno-due firmato Sau (l’ex)-Tuia, due gregari di lusso, che mette a nudo tutti i limiti difensivi di un Cagliari in crisi nera alla terza sconfitta di fila, la seconda in casa. Una squadra che non vince da nove partite. Ma la fiducia in Eusebio Di Francesco sembra ci sia ancora.

LA PARTITA — Sotto un cielo scuro i rossoblù partono bene, col sostegno e la spinta di Nainggolan 3, l’ennesima vendetta. Ma bastano due enormi incertezze di Walukiewicz, allarmante, per prendere un uppercut tremendo che inguaia i rossoblù anche in classifica. Sempre ferirmi a quota 14. Il Benevento nelle ultime nove gare ha perso solo due volte con Sassuolo e Milan, peraltro neanche meritatamente e in cui ha conquistato ben 15 dei 21 punti fatti. Stavolta vince colpendo dentro l’area e non come spesso gli accade con tiri da fuori. Così rimette a posto anche i conti col Cagliari contro il quale aveva perso le due sfide di due anni fa in A.

PRIMO TEMPO — Francesco lancia subito nella mischia Nainggolan. La soluzione è il cambio di modulo. Si passa al 4-3-2-1, proprio come il Benevento con il 2000 Caligara che gioca tra i tre in mezzo e Radja in linea con Joao Pedro dietro Pavoletti. Il risultato si vede subito perché il Cagliari parte forte e dopo 1’52” va in gol: cross del Ninja sul quale Pavoletti anticipa Montipò e segna con la sua specialità,il colpo di testa. ma Abbattista la vede diversamente , ravvisa un fallo e annulla. È un altro Cagliari che gioca a gran ritmo, sostenuto dalla verve el nuovo acquisto. La partita è bella, vivace, il Benevento che, ha scelto Improta come terzino destro al posto dell’infortunato Letizia e ha deciso di inserire Sau, sardo ed ex nello stadio amico per Caprari (che in mattinata ha avuto un problemino), risponde in velocità. Giallo a Caligara, subito (al 5’) per entrataccia su Improta. Poi lo becca Schiattarella, il settimo stagionale, in due lol con Nandez, indemoniato. Ma al 12’ Abbattista vede il rigore perché Cragno, prima anticipa Sau ma poi sembra agganciare Lapadula. Ma andando al Var scopre che il portiere rossoblù ha preso prima la palla e cambia la decisione. Su entrambi gli episodi resta qualche dubbio. Il Benevento insiste e al 15’ Lapadula lancia Sau che brucia Walukiewicz, ma calcia incredibilmente fuori. Al 19’ la cosa più bella della partita è un anticipo di Nainggolan su Hetemaj nella sua metà campo, il Ninja avanza e vede Montipò fuori dai pal. Tira da 45 metri ma il portiere si salva in angolo. Sul corner il Cagliari passa: Marin batte, Pavoletti stacca, Joao Pedro ci mette il piede ed è gol. La musica sembra cambiata, le soluzioni da corner portano al tiro il belga ma due volte spedisce in curva. Da lì il Cagliari abbassa il ritmo e il Benevento, dopo aver temuto per la spalla di Schiattarella, viene guidata al pareggio proprio dal suo capitano che pennella per Sau che anticipa il colpevole Walukiewicz, proprio fuori fase. Dal 41’ al 44’ i campani confezionano il raddoppio: cross di Roberto Insigne e Tuia di testa brucia ancora il polacco. Per il Cagliari, che dietro è troppo disattento, è una mazzata e Giulini lascia la postazione in tribuna. Poi cambierà posto. Inspiegabile la metamorfosi e il disastro difensivo.

SECONDO TEMPO — DiFra cambia subito. Deve raddrizzare una partita che aveva in mano: dentro Sottil per Caligara e ritorno al 4-2-3-1. Nainggolan sta con Marin dentro il campo. A Sottil il compito di spingere a sinistra. Ma al Cagliari non riesce più nulla. Solo un tiro dello stesso Sottil al 15' che Montipò manda in angolo. Di Francesco tenta ogni mossa, butta dentro Simeone, Pisacane, Pereiro e chiede a Nandez di fare il terzino sinistro. Non c’è più logica, né moduli, ma solo un disordinato assalto. Ma al 27’ Inzaghi si blinda: mette Foulon per Insigne e si difende a cinque. Joao si danna l’anima per estrarre un colpo dal cilindro ma il Benevento è chiuso a doppia mandata e non concede nulla con Hetemaj e Ionita che aiutano Schiattarella nella terra di mezzo o è il Benevento degli ultra trentenni la fa da padrone. Al 39’ Nandez si becca con Caprari, giallo per entrambi, ma l’uruguagio, totalmente senza controllo, eccede nelle proteste e finisce fuori. Fuori come il Cagliari, che ha una sola occasione al sesto minuto di recupero con un bel tiro di Simeone che Montipò controlla. E alla Sardegna Arena quelli che si abbracciano sono i giocatori di Pippo Inzaghi. Mentre Nandez tenta ancora di protestare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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06/01/2021 18:03

Muriel, Zapata e Gosens. L'Atalanta non si ferma:
tris al Parma e ciao Liverani



Quarta vittoria di fila in casa della Dea, tornata schiacciasassi.
Emiliani mai pericolosi, il tecnico vicino all'esonero. A segno Muriel, Zapata e Gosens.
Nei nerazzurri debutta entrando dalla panchina Maehle


Andrea Elefante

La risalita dell'Atalanta continua, con la quarta vittoria consecutiva in casa (15 gol segnati e solo due subiti) e l'ottavo risultato utile consecutivo, Europa compresa. Un gol per tempo in salsa colombiana, prima Muriel e poi Zapata: troppo grande il divario con un Parma falcidiato anche dagli infortuni e comunque alle prese con i soliti problemi offensivi, più che - stavolta - con svarioni difensivi. Non era questa la partita con cui Liverani poteva dimostrare di meritare la fiducia concessa dalla società, che ora dovrà decidere se confermargliela almeno fino alla prossima partita, non facile, contro la Lazio.

LE SCELTE — Gasperini, come annunciato, fa pochissimo turnover: fuori Romero per squalifica e rientra Toloi, davanti c'è Muriel dall'inizio, e non Zapata. Cambia qualcosa invece Liverani, cercando di proporre un Parma più "coperto": il tecnico in bilico rinuncia a un attaccante (Brunetta) per un centrocampista in più, avanzando Kurtic e affidandosi in mezzo alla fisicità di Sohm, con Cyprien davanti alla difesa.

PRIMO TEMPO — L'atteggiamento - compattezza e concentrazione, con Cyprien incollato a Pessina - paga per poco più di un quarto d'ora. Dopo 10' Liverani, già privo di Gervinho, Kucka, Osorio e Iacoponi, perde anche Karamoh per un problema muscolare (e dopo la mezzora dovrà utilizzare un altro "slot" per sostituire Gagliolo con Pezzella); dopo 16' vede la sua difesa schierata più o meno immobile quando Ilicic inventa un assist che Muriel trasforma con un diagonale chirurgico nell'1-0. Ci si aspetta che l'Atalanta esondi e in effetti, via via, diventa padrona del ring. Ma le occasioni per raddoppiare non fioccano, anzi: il Parma viene schiacciato da una supremazia fisica che l'Atalanta trasforma in un governo del gioco costante, ma non in vere chance. Al di là di qualche tentativo di tiro di Ilicic, quasi sempre murato bene come Muriel, è solo Gosens, con una girata di testa su cross di Ilicic, che si avvicina (neanche tanto) al 2-0.

SECONDO TEMPO — Ma il gol che toglie ulteriori sicurezze al Parma arriva dopo soli 4' della ripresa, quando Pessina difese bene un pallone che Gosens rifinisce per Zapata: colombiano implacabile e partita ulteriormente in discesa. E chiusa 12' dopo da Gosens, su assist di Zapata, deviato da un difensore. Poco prima era stato De Roon a chiudere alla grande una pericolosa ripartenza di Mihaila, il più pericoloso dei suoi anche nel finale: l'unico a sfiorare il 3-1, evitato sul suo palo da Gollini. Nel frattempo Gasperini aveva potuto gestire con i cambi le energie in vista di Benevento, con il debutto di Maehle (che ha sfiorato il 4-0, evitato da Sepe) e anche il rientro dopo più di tre mesi di Caldara.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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06/01/2021 18:12

L'Udinese agguanta il Bologna allo scadere: finisce 2-2



Tomiyasu e Svanberg (poi espulso) illudono Sinisa,
Arslan in pieno recupero salva i friulani dopo una ripresa all'attacco


Matteo Dalla Vite

Un colpo di Arslan - con l’Udinese che abitava l’area del Bologna da 40’ - permette alla squadra di Gotti di pareggiare nel recupero un match al quale la squadra di Mihajlovic si era aggrappata con le unghie e coi denti, vista l’inferiorità numerica decretata al 3’ della ripresa per l’espulsione di Svanberg. Dai e ridai, l’Udinese ha infilato il 2-2 finale che per il Bologna è il quinto pareggio di fila e per i friulani un brodino dopo le due sconfitte consecutive pre-Dall’Ara.

ASSENZE E 3 GOL — Mihajlovic abbandona all’ultimo momento l’idea di lasciare giù Barrow per far giocare Vignato: Musa c’è e l’attacco del Bologna è il solito. La squadra di Sinisa (che all’ultimo momento deve fare a meno in panchina del baby Ravaglia per “stato febbrile”, oltre a Sansone, Skorupski, Medel, De Silvestri, Santander, Mbaye, Denswil non convocato e Dominguez squalificato) arriva da quattro pareggi di fila e non vince dal 29 novembre, gara casalinga contro il Crotone. L’Udinese, anch’essa piena di acciaccati (Nuytinck, Okaka, Jajalo, Deulofeu e Pussetto) e che arriva da due sconfitte di fila, si presenta con Lasagna e Forestieri davanti e, soprattutto, con l’assicurazione da parte del dt Marino che in caso di ko Gotti non rischia nulla. L’inizio è più del Bologna che dell'Udinese, abbarbicata ad una velocità media dei 15 orari: Orsolini ha un’occasione subito (lancio di Svanbrg, colpo di sinistro alto) e poi proprio l’ala destra batte la punizione sulla quale si avventa Tomiyasu per il secondo gol stagionale e l’1-0 momentaneo. Gotti capisce che qualcosa non va, cambia Forestieri con Nestorovski ed evidentemente la sostituzione ha il poter di mettere in confusione il Bologna: passa un minuto e un cross dalla destra di Lasagna arriva a De Paul, Da Costa ribatte ma in piena area Pereyra irrompe ed è 1-1. Brutto colpo del Bologna, che fino a quel momento aveva giocato fluido, liscio, certamente meglio e con maggior dinamismo. La superiorità di idee ha lo sbocco quando Palacio scappa a Samir e mette in mezzo un pallone che Barrow appoggia a Svanberg per il 2-1: tutto regolare, così come meritato è il vantaggio casalingo.

DI TUTTO E IL PALO — La ripresa, in cui succede di tutto, viene subito influenzata dall’espulsione di Svanberg, già ammonito: su una apertura di Dijks, lo svedese arriva lungo, colpisce Nestorovski e viene cacciato da Ayroldi, arbitro che durante la gara non ha convinto appieno. Da quel momento, l’Udinese cambia i suoi uomini e comincia ad abitare nell’area del Bologna: Da De Paul, a Pereyra a Lasagna fino al palo di Mandragora, i friulani arrivano a creare qualcosa che li possa portare almeno al pareggio. Mihajlovic ne cambia cinque (di uomini) mutando ben tre moduli per cercare di resistere: quando Arslan riceve palla su errore di Soriano e decide di scoccare un tiro dal limite, ecco che Da Costa (bravo in precedenza, tranne che sull’1-1) viene spiazzato dalla deviazione di Hickey. E’ 2-2 finale, il Bologna ha provato a resistere e l’Udinese (con fortuna ma anche insistenza) ha meritato un pari che smuove ma non troppo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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06/01/2021 18:16

Doppio Borja Mayoral e Mkhitaryan:
Crotone al tappeto, Roma a -3 dal 2° posto

Tutto facile per i giallorossi che domenica all'Olimpico
potrebbero agganciare l'Inter al secondo posto in classifica.
Di Golemic il gol dei calabresi ultimi in classifica


Andrea Pugliese


Altro giro, altra vittoria. Il modo migliore di preparare l’assalto al secondo posto dell’Inter domenica prossima la Roma se lo costruisce a Crotone, con una vittoria (3-1) costruita interamente nel primo tempo. Fonseca arriva in extremis, ma la sue scelte nel turnover sono corrette, con Borja Mayoral che è l’uomo che marchia a fuoco la partita e la coppia di centrocampo (Cristante-Villar) che gioca una partita speciale per forma e contenuti.

Nel Crotone invece i soliti tanti problemi legati ai tanti squilibri difensivi ed agli errori individuali. Pereira e Simy sbagliano tutto ciò che c’è da sbagliare, ma è soprattutto nei meccanismi difensivi che Stroppa deve trovare subito dei correttivi. Il gol di Golemic ha regalato un pizzico di cattiveria in più, ma per salvarsi ai calabresi serve più sostanza e meno ricerca dell’estetica.

SUPER BORJA — Stroppa e Fonseca cambiano tre pedine a testa rispetto a domenica scorsa: per i calabresi dentro Magallan, Cuomo e Simy per Marrone, Luperto e Riviere, per i giallorossi in campo Cristante, Carles Perez e Borja Mayoral al posto di Veretout, Pellegrini e Dzeko. La differenza è però tutta nella qualità dei singoli, c’è troppa differenza in campo nelle sfumature, ma anche nei dettagli. Da una parte quando c’è da far male lo si fa, dall’altra nelle occasioni importanti c’è sempre un errore di troppo (stop o passaggio) che fa saltare tutto. Così la Roma si ritrova già avanti dopo appena 8 minuti di gioco, con Borja Mayoral che di piatto insacca da due passi un bell’assist di Mkhitaryan. Messias prova ad animare i suoi svariando tra le linee, Simy ha un paio di buone occasioni ma le spreca malamente. In più il centravanti nigeriano al 29’ cincischia anche male a centrocampo, Cristante gli ruba palla e serve Borja Mayoral, per un eurogol da 20 metri. Sul 2-0 il Crotone è in ginocchio e poco dopo subisce anche la terza rete su rigore di Mkhitaryan (concesso per fallo di Gomelic su uno scatenato Mayoral). Stroppa si sgola e dispensa ordini, ma i principi di gioco del suo Crotone sono spesso tutti sballati. A cominciare proprio dall’equilibrio nella fase difensiva, assolutamente approssimativa.

SUSSULTI E GOL — Le mosse di Stroppa per provare a rientrare sono prima Vulic per Pereira (con Molina spostato in fascia) e poi Riviere per Eduardo (con Messias che va a fare un po’ il centrocampista e molto il trequartista). Ma i risultati restano scarsi, con poca fantasia e altrettanto poca qualità. Ad andare vicino al gol è infatti ancora alla Roma con l’ennesima invenzione di Cristante in verticale per Pellegrini (appena entrato), ma Cordaz è bravo a dire di no. Intorno a metà ripresa però il Crotone ha un sussulto: prima con Messias che di testa impegna Pau Lopez, poi Golemic che sul susseguente angolo infila lo spagnolo ancora di testa. Il gol regala un pizzico di coraggio in più ai padroni di casa, con Simy e Reca che sprecano anche buoni occasioni per rifarsi sotto. Fonseca corre allora ai ripari e mette dentro per Veretout per dare più densità al centrocampo, poi nel finale spazio anche a Dzeko. Un erroraccio in disimpegno di Mancini regala a Simy l’occasione per il 3-2, ma a salvare la Roma è Bruno Peres, che respinge sulla linea il piattone del nigeriano. Finisce così, con i giallorossi che difendono il terzo posto e il Crotone ancora solitario in fondo alla classifica.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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06/01/2021 18:20

Lazio cinica: Caicedo e Immobile stendono una bella Fiorentina

Decidono le reti dell’ecuadoriano al 6’ e di Ciro al 75’.
Ai viola non basta il rigore di Vlahovic all’88’


Stefano Cieri


La Lazio torna al successo, ma resta convalescente. La Fiorentina invece, dopo le avvisaglie dello 0-0 col Bologna, dimentica definitivamente la magia del successo allo Stadium sulla Juve e ripiomba nelle vecchie paure. Le stesse che condizionano un po’ tutta la gara della formazione di Prandelli. Che va subito sotto per mano di Caicedo (che i Viola stanno trattando) e poi è incapace di reagire con personalità se non dopo il gol del 2-0. La Lazio ottiene invece la classica vittoria di una squadra in difficoltà. Sfrutta al massimo la grande ispirazione di Luis Alberto e la freddezza dei suoi attaccanti Caicedo e Immobile. Ma per il resto conferma di non attraversare un grande momento. I tre punti conquistati servono per il morale e per la classifica.

SBLOCCA CAICEDO — Al primo affondo la Lazio è già in gol. E’ Luis Alberto ad impostare l’azione sulla trequarti per poi scaricare su Acerbi il cui cross dalla sinistra trova la testa di Lazzari che serve Caicedo: girata al volo dell’ecuadoriano e gol. Sul vantaggio fulmineo la Lazio imposta la sua gara, fatta di attesa, baricentro basso e ripartenze veloci per sorprendere la Fiorentina. Su una di queste, grazie ad una superba azione di Luis Alberto, la squadra di casa trova anche il raddoppio con Immobile, che viene però annullato dal Var per un fuorigioco millimetrico. Ci prova anche Milinkovic con un tiro dalla distanza, mentre in altre circostanze alla formazione di Inzaghi manca l’ultimo passaggio. La Fiorentina fa maggiore possesso, ma fatica a trovare sbocchi. Un paio di occasioni comunque la squadra viola le produce. Una con Vlahovic che impegna severamente il rientrante Strakosha ed un’altra con un colpo di tacco di Castrovilli, neutralizzato dal portiere della Lazio. Prima dell’intervallo Prandelli perde Ribery che si ferma per un problema muscolare. Al suo posto entra Eysseric.

TUTTO NEL FINALE — Inzaghi fa il primo cambio all’inizio della ripresa. Toglie l’affaticato (e ammonito) Luiz Felipe e inserisce Patric. Successivamente il tecnico biancoceleste manderà in campo anche Akpa Akpro, Cataldi, Radu e Muriqi (per Caicedo, Escalante, Lazzari e Immobile). Nel corso della ripresa Prandelli utilizzerà Callejon, Lirola e Kouame (per Venuti, Quarta e Bonaventura). Il copione della partita non cambia. Lazio guardinga, attenta più a non scoprirsi troppo che a proporre calcio. Ma sempre pronta a cogliere l’attimo. Quello giusto arriva alla mezzora. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Luis Alberto e non trattenuto da Dragowski irrompe Immobile che la butta dentro. Sembra finita e invece no. Perché nel quarto d’ora finale la Lazio tira troppo presto i remi in barca e la Fiorentina, una volta che non ha più niente da perdere, fa vedere le cose migliori. Sfiora il gol con Vlahovic (bene Strakosha) e poi con Castrovilli (salvataggio decisivo di Milinkovic) e infine trova la rete che riapre la gara con Vlahovic dagli 11 metri (rigore decretato per fallo di Hoedt sullo stesso Vlahovic). Troppo tardi per arrivare al pareggio, ma abbastanza per acuire i rimpianti di Prandelli.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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06/01/2021 18:24

Inter punita dagli ex Candreva e Keita:
fallita la prova del 9 e la Samp vince 2-1



I nerazzurri si fermano dopo 8 vittorie di fila. Sullo 0-0 Sanchez si è fatto parare un rigore, inutile il gol di De Vrij e il
forcing nerazzurro della ripresa: insuperabile il portiere blucerchiato


Davide Stoppini

Altro che operazione sorpasso. L’Inter cade a Genova contro la Samp sotto i colpi degli ex Candreva e Keita, che firmano il 2-1 finale. Inutile per i nerazzurri il gol nella ripresa di De Vrij, come pure l’ingresso in campo di un Lukaku a mezzo servizio. Conte si ferma dunque a otto vittorie consecutive e in classifica vede avvicinarsi alle spalle la Roma, ora a meno tre (e domenica all’Olimpico c’è proprio Roma-Inter).

PRIMO TEMPO — L’undici di Conte è quello annunciato, Ranieri lancia al debutto da titolare Keita e rinuncia sia a Ramirez sia a Quagliarella, lasciando a Damsgaard il compito di assistere l’unica punta. Succede subito di tutto, il protagonista è l’arbitro Valeri con il Var. All’8’ l’Inter va vicina al vantaggio con Young, con Audero bravo a deviare in angolo. Sul corner Skriniar sfiora il palo con una girata, ma il Var richiama Valeri: pescata una mano di Thorsby in area, dal dischetto va Sanchez che però si fa respingere il destro da Audero, poi Young a botta sicura per il tap-in centra la traversa. Dall’altra parte - è il 15’ - Tonelli pareggia il contro delle traverse, dopo un colpo di testa su corner. Due minuti più tardi, al 17’, Valeri concede un rigore alla Samp per un fallo di mano di Lautaro, ma il Var corregge ancora la decisione: punizione dal limite, che Candreva si vede respinta. Ancora Valeri, ancora Var: minuto 23, l’arbitro viene richiamato per un fallo di mano di Barella non visto. E dagli undici metri Candreva firma gol dell’ex e il vantaggio. L’Inter prova ad alzare ancora di più il ritmo, ma da qui in avanti la Samp controlla meglio il campo. Al 38’ una gran giocata di Damsgaard sulla sinistra fa da apriscatole al raddoppio: il cross basso del danese è girato a centro area da Keita per il raddoppio, oltre che per il secondo gol dell’ex. Conte richiama i suoi, che nel finale di primo tempo sfiorano la rete prima con Sanchez - troppo morbido il suo destro appena entrato in area - e poi con un girata di testa di Lautaro.

SECONDO TEMPO — Conte cambia subito: fuori Young, dentro Perisic. Si riparte (sotto il diluvio) come si era finito: altro colpo di testa di Lautaro, palla di poco a lato. L’Inter a ritmi altissimi, nel tentativo di riaprire la partita. L’occasione è sulla testa di Sanchez, al 6’, dopo una bella assistenza di Hakimi, ma il colpo di testa del cileno è largo oltre che debole. Nerazzurri sbilanciati, la Samp sfiora il tris: contropiede da Damsgaard a Candreva, palla per Jantko la cui conclusione viene respinta da Handanovic. Dall’altra parte, a 10’, mentre comincia a scaldarsi Lukaku, ancora una girata imprecisa di Lautaro a pochi metri da Audero. Eccolo, il momento di Lukaku: il belga dentro al 18’, al posto di Gagliardini, con Sanchez che diventa trequartista. E due minuti dopo, su angolo, De Vrij trova la deviazione per l’1-2. Contromossa di Ranieri: minuto 23, dentro Bereszynski per Tonelli, Yoshida passa a fare il centrale. Conte gioca invece la carta Eriksen: il danese subentra al 25’ al posto di Sanchez. Ancora un doppio cambio Samp: al 29’ ecco Leris e Askildsen per Silva (infortunato) e Jankto. Si gioca a una porta sola, la Samp non riparte più. Al 34’ ci prova Lautaro, con un’azione personale: Audero respinge in angolo il destro dell’argentino. Conte gioca anche le ultime due carte: D’Ambrosio e Vidal per Skriniar e Barella. Samp in trincea, l’Inter colleziona angoli: su uno di questi, al 38’, Perisic spedisce alto. Rush finale, Valeri concede cinque minuti di recupero. D’Ambrosio esce per un brutto colpo al ginocchio, in mischia Bastoni ha la chance del pareggio. E’ l’ultima azione, l’Inter si ferma a otto vittorie di fila, esulta la Samp.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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06/01/2021 18:28

Raspadori rimanda in orbita il Sassuolo, il Genoa resta penultimo



Prima rete stagionale per l'attaccante classe 2000,
che sigla il 2-1 decisivo. La squadra di De Zerbi sale a 29 punti


G.B. Olivero

Con la forza della volontà, più che con quella del gioco, il Sassuolo batte il Genoa e riprende la sua corsa nella parte alta della classifica. I rossoblù sono stati traditi da una disattenzione difensiva dopo aver rimontato la rete di Boga e quando ormai erano convinti di aver disinnescato le armi dei neroverdi. Un colpo di testa di Raspadori, invece, ha firmato la sconfitta del Genoa che resta a 11 punti.

PRIMO TEMPO — De Zerbi lascia in panchina Lopez e schiera Magnanelli, premiato prima della gara per le sue 500 partite con il club. A destra Muldur viene preferito a Toljan. Ballardini sceglie di coprirsi e opta per il 5-3-2: gli esterni Zappacosta e Czyborra stanno stabilmente in linea con i tre centrali difensivi e solo all’ex della Roma è concesso di spingere ogni tanto. Il Genoa, però, non si limita alla fase difensiva e appena può cerca di innescare le punte saltando il centrocampo e attivando la velocità e l’intraprendenza di Shomurodov negli spazi larghi. Il Sassuolo non riesce ad andare al tiro perché il Genoa è corto e stretto vicino alla propria area e al giropalla neroverde manca la necessaria rapidità. Al 5’ Caputo manda fuori di testa un pericoloso cross di Berardi, ma la prima parata di Perin arriverà solo al 31’ per un tiro di Muldur destinato comunque sul fondo. Il Genoa è più insidioso e sfiora il vantaggio con Scamacca al 17’ (palo dopo un cross di Zappacosta e una prima girata di Shomurodov) e con Shomurodov al 34’ (esterno della rete dopo sponda di Scamacca). Il Sassuolo è costretto a sostituire l’infortunato Berardi con Defrel al 35’ e pochi minuti dopo Djuricic non è svelto nella conclusione dopo un bel tocco di Caputo e si fa murare da Criscito.

SECONDO TEMPO — Un lampo del Sassuolo apre la ripresa. Al 7’ Locatelli ruba palla a Zajc ed effettua uno splendido lancio per Boga che salta Masiello e segna di sinistro. Ballardini interviene subito inserendo Pjaca e passando al 4-3-1-2. Rovella, entrato al posto di Badelj, accelera la manovra e al 19’ il Genoa pareggia: cross di Ghiglione e colpo di testa di Shomurodov nell’angolino. De Zerbi, che aveva sostituito Magnanelli e Caputo con Bourabia e Traoré, si affida a Obiang (per Locatelli) e Raspadori (per Djuricic). Pur non essendo in una giornata brillante, il Sassuolo prova comunque a vincere la partita. Al 33’ Defrel dribbla Radovanovic e colpisce il palo. E al 38’ Raspadori risolve la gara con un perfetto colpo di testa su cross di Boga. La difesa del Genoa, però, è piazzata male e lascia colpire l’attaccante del Sassuolo senza alcuna opposizione: errore grave e decisivo che condanna i rossoblù dopo una discreta prestazione.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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06/01/2021 18:31

Pareggio tra Torino e Verona:
Bremer risponde al gran gol di Dimarco



Al Verona non basta un gol capolavoro di Dimarco, che rapidamente diventa virale sui social, perché il Toro trova con la zampata di Bremer un pari meritato nel finale. E’ un punto pesantissimo quello conquistato dalla squadra di Giampaolo, capace di allungare a quattro la sua mini striscia positiva. Gli uomini di Juric si confermano imbattibili in trasferta e rendono ancora più robusta la loro brillante classifica.

L'ATTESA — La foga che riempie i primi minuti del Toro è solo un’illusione perché, smaltito l’entusiasmo di partenza, il copione del primo tempo si sviluppa sul binario dell’attesa. Comincia comunque forte la squadra di Giampaolo, il Verona si riorganizza quasi subito gestendo il pallino del gioco fino a poco prima del 25’ quando Veloso, fino a quel momento il fulcro della manovra veronese, è costretto a lasciare il campo a Ilic per un problema muscolare. Non è un primo tempo di grandi sussulti, e nemmeno di clamorose novità: Giampaolo conferma il 3-5-2 con i nove undicesimi di Parma (i cambi sono Murru a sinistra e Gojak accanto a Belotti), anche Juric non modifica il suo collaudato 3-4-2-1 con Zaccagni (guardato a vista da Izzo) e Barak alle spalle di Kalinic. Poche occasioni nei primi 45’ che scorrono via tutto sommato equilibrati: ci prova per primo Belotti (al 16’: tiro dalla distanza centrale), replica poco dopo Kalinic (18’: si gira in area, trova lo spunto per la conclusione ma Sirigu è attento). La sfida si trasforma in una gara molto tattica, con due squadre coperte e attente a non sbagliare. E’ un primo tempo di attesa.

IL GIOIELLO — Il tempo dell’attesa si esaurisce in fretta, giusto il tempo di ripartire nella ripresa. Perché la curva delle emozioni conosce i primi sussulti sin dalle prime battute del secondo tempo. Dopo sei minuti, ad esempio, il Toro va vicino al gol prima con Lukic (tiro deviato in angolo da Silvestri) e sugli sviluppi del successivo calcio d’angolo con un’incursione di Izzo, di poco a lato. Mentre Juric sostituisce Kalinic con Di Carmine, è ancora il Toro a sfiorare il vantaggio: accade al 21’ quando Lukic con una conclusione a giro per una questione di centimetri non beffa Silvestri. La partita è adesso entrata nel vivo, e sessanta secondi dopo è il Verona a pescare il jolly che segna la prima distanza: Zaccagni inventa un assist al bacio, la conclusione a incrociare di Dimarco di sinistro è spettacolare, contro la quale nulla può Sirigu. E’ un gioiello, gol da applausi.

LA ZAMPATA — Giampaolo corre ai ripari sostituendo un impalpabile Linetty con Segre e uno spento Gojak con Verdi, e nel quarto d’ora finale Ansaldi per Murru e Bonazzoli per Lukic. Il tecnico ridisegna i granata con una vocazione più offensiva. Il Toro si lancia a testa bassa alla ricerca del pari e riesce a rientrare in partita al 39’. Verdi crossa dalla destra, la palla carambola sulla coscia di Faraoni trasformandosi in un assist per Bremer che non sbaglia: è l’1-1 che può dare soddisfazione a entrambe le squadre.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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06/01/2021 20:52

Spezia, colpo grosso a Napoli:
Nzola e Pobega ribaltano il gol di Petagna

Il 2-1 arriva addirittura in 10 per l’espulsione di Ismajli:
azzurri spreconi con oltre 20 tiri in porta ma anche tantissimi errori


Maurizio Nicita


In una delle partite più assurde il Napoli domina per un’ora, ma poi perde la partita quando lo Spezia è addirittura il inferiorità numerica. Sesquipedali le occasioni da gol sprecate dagli azzurri e alla fine la neo promossa ligure quasi nemmeno crede in questo miracolo. Ma la squadra di Italiano non ha rubato nulla e gli attaccanti napoletani devono fare un esame di coscienza su quanto hanno sprecato nella prima ora di gioco, nel quale si è giocato a una sola porta, con gli ospiti che non riuscivano a mettere il naso fuori. Ma questo è il calcio e il Napoli perde la quarta posizione e l’occasione di accorciare sulle battistrada per colpe proprie.

ASSETTI — Come provato alla vigilia, Gattuso schiera centravanti Lozano, inserendo a destra Politano (unico cambio rispetto alle partita di domenica a Cagliari). Italiano invece cambia cinque uomini rispetto alla partita col Verona - fra esigenze e scelte - con centrali difensivi Ismajli e Terzi mentre a centrocampo Deiola e Maggiore sono le mezzali. Agoume resta molto basso da centrale per provare a intercettare Zielinski.

INIZIO SCHIOPPETTANTE — Il Napoli parte forte e nel giro di un quarto d’ora sfiora il gol troppe volte per non riuscirne a realizzare almeno uno. Si comincia con una bella palla in profondità di Zielinski per Lozano che serve Insigne tutto in mezzo solo: il capitano prova il colpo da sotto per scavalcare il portiere ma sbaglia mira. Poi dopo un tiro a giro di Politano - poi replicato, sempre fuori di poco - ecco la clamorosa azione in cui il Napoli conclude tre volte da distanza ravvicinata, perché Provedel si impappina coi piedi e Lozano gli ruba palla servendo Insigne, cui si oppone il portiere due volte, con in mezzo un colpo di testa di Fabian Ruiz salvato sulla linea da Terzi, un ex. Poi al 25’ è un bell’assist di Insigne a smarcare davanti al portiere Lozano, che però perde l’attimo fuggente per metterla dentro. Il Napoli è padrone del campo, il gioco fruisce anche in maniera piacevole - nonostante la pioggia battente renda pesante il campo - ma gli azzurri non passano nonostante 6 tiri nello specchio e una decina di occasioni create. Lo Spezia prova a ripartire ogni volta che può ma la squadra di Gattuso è ben organizzata e quando i liguri ripartono in contropiede da calcio d’angolo, c’è Lozano con una tempestiva scivolata in chiave difensiva a smorzare sul nascere quella che poteva essere l’unica occasione per gli ospiti, con Ospina che gioca solo con i piedi da primo regista basso.

RIPRESA — Si ricomincia da dove si era finito. Col Napoli che continua a costruire e sprecare. Poi entra Petagna e trova subito il gol al primo cross buono e teso di Di Lorenzo. L’incantesimo sembra rotto, ma comincia una partita ancora più assurda con lo Spezia che si ritrova alla pari senza aver quasi messo il naso nell’area avversaria. Capita che Pobega appena dentro l’area abbia un contatto lieve con Fabian Ruiz che Mariani giudica da rigore. Un rigorino più che altro, sul quale il Var non può intervenire perché il contatto c’è. Dal dischetto Nzola è preciso. Poco dopo Mariani, forse per uno strano senso di compensazione decide un secondo giallo (discutibile pure questo) per Ismaijli, lasciando in 10 lo Spezia. Che però riordina le idee e resta compatto con un 4-3-2, con Erlic che va a fare coppia con Terzi dietro. E la mentalità che ha saputo trasmettere il bravo tecnico Italiano fa si che la squadra non rinunci a giocare. E così alla prima, grande, dormita della difesa napoletana Gyasi serve Nzola che colpisce il palo e sulla respinta Pobega è il più rapido di tutti a mettere dentro. Il Napoli si catapulta in avanti con un 4-1-3-2 che comunque produce un paio di situazioni che Elmas e Llorente divorano. Applausi allo Spezia, Napoli sul lettino dello psichiatra.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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