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Il Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021 di SEXY FORUM

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2021 00:19
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19/12/2020 23:46

La Juve si gode un Moraldo da urlo:
poker a Parma e Milan a un punto

Domina la squadra di Pirlo, a segno con l'ex Kulusevski, Ronaldo (due volte) e Morata.
Bianconeri secondi a un punto dai rossoneri in attesa delle partite domenicali


Valerio Clari


Arriva da Parma la chiamata alle milanesi: la Juve manda quattro forti segnali alla concorrenza. Tre gol del Moraldo, apertura di Kulusevski, dominio per 90’ alla vecchia maniera, di chi in patria è abituato a vincere da nove anni, ma con un gioco convincente e un atteggiamento ricercato sin dai primi giorni da Andrea Pirlo. Forse il Parma collabora, sicuramente viene neutralizzato e a tratti “bullizzato” dai bianconeri, che mettono il campo in discesa (per semi-citare Conte) sin dalla prima mezz’ora e poi non tolgono il piede dall’acceleratore, fino al 4-0 finale. Quei segnali di crescita visti contro l’Atalanta, ma oscurati dal risultato, contro il Parma invece si trasformano in numeri. Pirlo per 75’ fa riposare Cuadrado, centrale in questa prima parte di stagione e per 80’ Chiesa, decisivo nell’ultima: amplia la rosa dei “titolari” convincenti, vede crescere gara dopo gara Bentancur (numero impressionante di recuperi e chiusure) e si gode la maturità e qualità di McKennie. Il Moraldo fa il Moraldo, Dybala può recuperare con calma. Dietro, per una volta la porta resta inviolata: De Ligt e Bonucci non possono sorprendere, ma anche Danilo è ormai una sicurezza.

ESAMI — Era la partita di Kulusevski, di ritorno al Tardini dove è diventato crack, era la prima occasione per Ronaldo e Morata per far cancellare gli errori contro l’Atalanta. In ventisei minuti tutti gli “esaminandi” consegnano il loro compito completo e corretto. Dejan segna al 17’, mandando un segnale forte e chiaro, sempre di piatto sinistro (su cross basso di Alex Sandro) dopo le numerose panchine degli ultimi tempi: non farà molto altro, ma il gol dell’1-0 può bastare. Alvaro e Cristiano combinano al 26’, quando lo spagnolo si allarga a riceve sulla sinistra, porta palla e poi piazza un bel cross a centro area: lì il portoghese mostra una delle tante specialità della casa, lo stacco e il colpo di testa, per il 2-0. Per Ronaldo è il gol numero 40 dell’anno solare 2020, solo considerando quelli con la maglia bianconera (e non sarà l’ultimo), per Morata arriverà anche la gioia personale, per la Juve è un doppio vantaggio frutto di un dominio e un controllo che si trasforma in un possesso palla schiacciante e in altre 3-4 palle gol, anche se il Parma aveva messo insieme una bella sortita in velocità, con conclusione finale di Kucka parata da Buffon, quando ancora il tabellone diceva 0-0.

DOMINIO — Sul finire del primo tempo Bonucci si mangia il possibile 3-0, a inizio del secondo c’è un’azione, una singola azione, in cui la squadra di Liverani sembra alzare il baricentro: è un’illusione per gli emiliani, la Juve stavolta non ha intenzione di rischiare o di scendere di giri. Anzi i soliti De Ligt e Bentancur (soprattutto il secondo), alzano ancora l’aggressione, gli “arancioni” mettono le tende nell’area avversaria, una palla recuperata dall’uruguaiano dà il via alla ripartenza che Ramsey rifinisce per la doppietta di Ronaldo (diagonale letale). De Ligt fa il quarto su corner (ma nella parabola del cross la palla era uscita), Alex Sandro fa stabilmente l’ala, Liverani ci prova con Karamoh ma va vicino al gol “della bandiera” con Gagliolo. Arriverà invece il 4-0, a lungo rinviato da Morata con qualche leziosità, ma poi trovato con un gran colpo di testa su cross di Bernardeschi. Diventa la vittoria più larga di questo campionato: non la più importante, non la più difficile, ma sicuramente con uno spirito “da grande”.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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20/12/2020 23:05

Il Torino si fa riprendere ancora: con il Bologna è solo 1-1

Partita molto tattica ed equilibrata. In gol due ex, Verdi al 69' e Soriano al 78'


Mario Pagliara


Il Toro stecca l’ennesima occasione di questa stagione per rimettersi in carreggiata. Spreca ancora una volta un vantaggio, stavolta arrivato su punizione in maniera fortunosa da Verdi con la complicità di Da Costa nella ripresa. L’ex Soriano fissa nove minuti dopo il punteggio in parità, condannando Giampaolo a un inutile pareggio. Il Toro resta sul fondo della classica, senza aver vinto ancora nessuna partita in casa, mentre il Bologna conquista meritatamente un punto prezioso.

LA TRAVERSA — L’unica sorpresa in avvio la regala Marco Giampaolo quando rende pubbliche le formazioni: nel suo Toro che torna al 4-3-1-2 (come previsto) non c’è Vojvoda, nonostante sia stato provato ieri durante la rifinitura, ma torna Armando Izzo dal primo minuto e nella posizione di terzino destro, dove aveva debuttato da titolare alla prima a Firenze. Per il resto, sorprese poche, ed emozioni con il contagocce. Mihajlovic, infatti, risponde con il Bologna annunciato, schierato con il 4-2-3-1, nel quale un accento è da porre sulla posizione dell’ex De Silvestri: poco o nulla terzino di spinta a destra, molto invece terzo centrale aggiunto con la consegna di guardare a vista Belotti. Non è un primo tempo memorabile: il Toro è chiamato a fare la partita della vita per dare una svolta al suo cammino deficitario, invece per metà gara è spesso sulle gambe, senza il ritmo nel giro palla che richiederebbe una sfida di tale importanza. Il Bologna non ha l’esigenza di fare la partita, e allora parte guardingo, aspettandosi un avvio furente dei granata che non c’è. Emiliani attenti e furbi nel sfruttare gli errori del Toro. Accade, ad esempio, già dopo 7’ quando Palacio si lancia verso Milinkovic Savic (a proposito, preferito per la seconda gara di fila a Sirigu), ma il portiere serbo è bravo a chiudere in uscita. Due minuti dopo Lyanco commette un errore grave, rischiando la frittata su un disimpegno facile, ne approfitta Svanberg che esplode un missile stampato sulla traversa. E’ l’unica emozione fino all’intervallo.

NIENTE RIGORE — E il Toro? Nel primo atto di questa sfida all’ora di pranzo della domenica si arrotola intorno a un possesso a basso ritmo e senza sbocchi offensivi, prigioniero delle sue paure. La sola conclusione del primo tempo dei granata è di Belotti poco prima del 45’ dalla distanza. L’unica vera occasione da rete creata dalla squadra di Giampaolo arriva, invece, al 10’, grazie a un pallone lavorato da Izzo, rimesso al centro dell’area da Rincon, ma sotto porta Belotti marcato da De Silvestri non aggancia. Nell’occasione Belotti finisce a terra, spingendo i granata a chiedere un rigore: Pasqua non lo assegna, anche Maresca al Var conferma la decisione sul campo dopo un check volante. E’ la valutazione corretta, perché è semmai Belotti a commettere fallo tirando per primo la maglia di De Silvestri. Alla mezzora finisce la domenica di Bonazzoli per un problema muscolare, al suo posto entra Verdi.

VERDI-SORIANO — Se c’è un cambiamento palese sin dai primi minuti della ripresa è l’allungamento di entrambe le squadre. Gli spazi si aprono, va detto che lo spettacolo ne beneficia poco, ma almeno si comincia a vedere qualche guizzo in più. Al quarto d’ora Verdi sguscia nell’area bolognese obbligando Da Costa a rifugiarsi in angolo. Barrow si segnale due volte sul taccuino: nella prima occasione non inquadra la porta (17’), nella seconda chiama Milinkovic alla smanacciata (20’). Mihajlovic inserisce Dijks per De Silvestri e Schouten per Dominguez, Giampaolo risponde con l’inserimento di Meité al posto di Gojak. L’episodio che sblocca la parità nasce da un errore clamoroso: al 25’ Verdi scocca un calcio di punizione apparentemente innocuo, Da Costa prova a respingere con il piatto sinistro scaraventando la palla nella propria porta. Palacio poco dopo (31’) ha la palla del pari, ma spara in curva fallendo un rigore in movimento. Mihajlovic getta nella mischia Poli per Svanberg, gli emiliani si gettano furiosamente in attacco. E nove minuti dopo raccolgono il pari (34’) grazie a un incrocio di Soriano (assist di Vignato) passato sotto le gambe di Milinkovic. Accade poco o nulla nel finale: il Bologna sorride per il pari, il Toro esce a testa bassa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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20/12/2020 23:09

Insigne e Sau gol: il Benevento vola.
Per il Genoa è notte fonda

La rete del fratello minore di Lorenzo e il rigore dell'ex Cagliari
regalano la seconda vittoria casalinga e 3 punti d'oro a Pippo Inzaghi.
Il Grifone è penultimo e la panchina di Maran traballa


Alex Frosio


Non bella ma importantissima la vittoria del Benevento. Insigne e Sau su rigore stendono un Genoa con poche idee.
PRIMO TEMPO — Primo tempo povero, di tecnica ed emozioni. La composizione dei due reparti di centrocampo, d’altra parte, non promette geometrie da archistar: Hetemaj-Ionita-Improta da una parte, Sturaro-Lerager (con Ghiglione e Pjaca ai lati) dall’altro. Il Benevento si incarica comunque di fare la partita ed è il primo a tirare in porta: al 12’ Tuia vede il corridoio libero per Letizia, movimento a rientrare e conclusione bloccata da Perin. Caprari e Lapadula al 14’ e al 23’ sprecano due buone punizioni dal limite dell’area, Pjaca fa intravedere un lampo da "vecchio Pjaca" al 19’ (doppio passo a rientrare, destro largo). Il Genoa fatica a fare tre passaggi di fila, persino dalla rimessa del portiere, ma ha la migliore occasioni del primo tempo: al 32’ il caos provocato da un calcio d’angolo sbilancia la difesa, Destro allunga di testa per Shomurodov che batte al volo con il destro e Montipò deve allungarsi e allungare in angolo. Proteste del Benevento nel finale di tempo: Caprari punta Lerager che sembra sgambettarlo, l’arbitro Giua non fischia e il Var non lo induce a cambiare idea né a dare un’occhiata. E Caprari si becca l’ammonizione per proteste (a Verona gli andò peggio: rigore negato e rosso per proteste).

LA RIPRESA — La ripresa non è più brillante. Ma il primo spunto di cronaca è decisivo: il Benevento passa al 12’. Czyborra si fa attaccare e sbaglia il disimpegno, Hetemaj fa viaggiare Insigne, Masiello lo lascia passare per evitare il rigore e l’attaccante di Inzaghi non sbaglia con il sinistro a girare. Maran prova a scuotere il Genoa con tre cambi: Radovanovic, Pandev e Criscito per Sturaro, Shomurodov e Czyborra. Si vede qualcosa di meglio nella circolazione, ma non abbastanza. Si arriva alla mezzora con Scamacca per Destro e Zappacosta per Goldaniga, ma l’unico tiro in porta è un destro da lontanissimo di Zappacosta. A un minuto dal 90’ il Benevento raddoppia su rigore, causato da Masiello su Sau. Proprio Sau va sul dischetto e firma il 2-0.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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20/12/2020 23:13

Perla di Lykogiannis, Lasagna entra e pareggia:
fra Cagliari e Udinese è 1-1



L'esterno greco la sblocca con una punizione bellissima,
poi l'attaccante bianconero trova il gol dopo tre minuti dal suo ingresso in campo.
Cragno e Musso protagonisti.
I sardi non sanno più vincere, mentre i friulani sono al sesto risultato utile di fila


Velluzzi Francesco

Il Cagliari non riesce più a vincere, l’Udinese da sei partite non perde. Finisce 1-1 l’ultima partita del 2020 alla Sardegna Arena. Alla fine per la squadra di Eusebio Di Francesco è quasi un punto guadagnato, il quinto pareggio stagionale, la squadra ha fatto meglio che a Parma, ma il successo manca dal 7 novembre in casa con la Sampdoria. Manca qualcosa davanti e nel pomeriggio in cui Joao Pedro (forse un po’ in riserva) stecca non si trova mai la stoccata decisiva. Anzi, una la trova il terzino greco Charalampos Lykogiannis che su punizione colpisce per la seconda volta (dopo la perla col Crotone). L’Udinese è più squadra, ha un palleggio efficace, un giro palla eccelso e non perde mai la bussola. Raddrizzando la partita con l’uomo che finora aveva sofferto di più, Kevin Lasagna, che segna il primo gol di questa serie A. Poi non riesce a vincerla per errori di precisione, nella giornata in cui Rodrigo De Paul fa bene, ma non è devastante come al solito.

PRIMO TEMPO — Alla Sardegna Arena la pioggia è solo minacciata. Ma non arriva. Di Francesco rilancia Diego Godin. Che non giocava dalla gara con la Samp, ultima vittoria, 7 novembre. Accanto a lui ancora Andrea Carboni, il prodotto locale del 2001 che aveva strappato la fiducia pure con l’Inter. Gotti, dall’altra parte, affida la regia a Walace. Il brasiliano vince il ballottaggio con Arslan e Mandragora. In attacco ci sono Pussetto e Deulofeu che hanno il compito di correre a tutta e di sfruttare le indecisioni di Carboni e del giro palla del Cagliari. L’Udinese palleggia meglio, ha trame più automatiche e parte meglio. Deulofeu ci prova a giro, poi lo ferma bene Godin. Zeegelaar rischia con Nandez ma se la cava, il Cagliari cresce con Marin che giostra bene, ma al 25’ deve superarsi Lykogiannis su Deulofeu lanciato a rete in solitario. E proprio il greco al 27’ calcia alla perfezione una punizione per fallo di Becao sul solito scatenato Rog. Musso parte leggermente in ritardo e becca il gol. Il Cagliari ci riprova con Sottil, ma Musso si salva. Il pericolo è sulle uscite, Cragno sbaglia un controllo. L’Udinese non riesce ad approfittarne. Mentre il terzo portiere azzurro è sicuro sul tiro di De Paul, un po’ al di sotto, stavolta, dello standard abituale anche se sempre al centro del gioco. C’è tempo per un giallo a Pavoletti che colpisce Samir nel duello aereo e per una litigata di Walace con un membro dello staff bianconero. Volano parole grosse. Poi tutti negli spogliatoi.

SECONDO TEMPO — L’Udinese riparte forte, decisa a riprenderla. Con palleggio, giocate e accelerazioni. Stryger mette un cross, Pussetto sale su Zappa ma il colpo di testa va fuori di un soffio. Poi Stryger manca la deviazione. In seguito è Cragno a respingere bene sul numero preferito di Deulofeu. Che subito dopo, all’8’ lascia il posto a Lasagna: cambio azzeccato perché 4’ dopo l’attaccante di San Benedetto Po lascia subito il segno, Pussetto lo lancia, Kevin brucia Carboni (sempre in difficoltà) e pareggia. Meritatamente. Perché l’Udinese ha preso in mano la partita. Tanto che Di Francesco corre ai ripari. Toglie Pavoletti e inserisce Ceppitelli passando al 3-5-2 a specchio con l’avversario. Il Cagliari respira, infatti Samir compie un salvataggio prodigioso su Joao, stavolta in ombra. Con Joao e Sottil (che poi lascia il posto a Simeone) DiFra ha anche Lykogiannis, il migliore dei suoi. Che a sinistra spinge come un forsennato, mentre l’instancabile Nandez (col turbante per uno scontro aereo con Pavoletti) mette il tubo a destra costringendo Pereyra al giallo. Gotti, intelligentemente, lo manda in panchina per Mandragora e inserisce pure Nestorovski ma l’Udinese non ne ha più e l’ultimo acuto è un lancio per Lasagna sul quale l’ottimo Ceppitelli salva con un numero da gran difensore.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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20/12/2020 23:17

Hakimi e Lukaku piegano lo Spezia:
l'Inter vince 2-1 e resta in scia del Milan



Sesta vittoria consecutiva per i nerazzurri, che la sbloccano al 52'
grazie al marocchino e la chiudono su rigore del bomber per mani di Nzola.
Nel recupero il gol degli ospiti con Piccoli


Vincenzo D'Angelo

Trenta (punti in classifica), senza lode. Ma comunque a passo di record, con la sesta vittoria consecutiva in A come non accadeva dalle prime sei uscite ufficiali dell’era Conte. L’Inter risponde al primo tempo da lepre del Milan a Reggio Emilia con un secondo tempo cinico e vincente, trovando i due gol che la lasciano a -1 dai rossoneri e in perfetta posizione per provare il nuovo assalto alla vetta già mercoledì sera. Ma contro lo Spezia (2-1) la squadra di Conte è sembrata ancora una volta un po’ sulle gambe, come nel secondo tempo contro il Napoli. Di buono c’è il risultato, la conferma dell’impatto importante di Sensi nelle rotazioni, il solito gol di Lukaku e il ritorno in campo del guerriero Vidal. L’emergenza in mezzo è passata.

SPEZIA CON PERSONALITÀ — L’avvio per i nerazzurri è promettente, con tre buone occasioni in 12’. Lukaku (4’) va vicino al vantaggio su una bella ripartenza orchestrata da Lautaro. Young esalta i riflessi di Provedel (10’) dopo una bella azione personale e infine Lautaro (12’) di testa non trova la porta da buona posizione. Ma invece di incendiarsi, l’Inter si siede e finisce presto in balia del palleggio dello Spezia, mai realmente pericoloso ma comunque ordinato e padrone del campo. L’Inter si accontenta di contenere, senza alzare il ritmo della pressione del palleggio in costruzione. E si arriva all’intervallo con la sensazione che l’Inter debba ancora attaccare la spina della fame.

SCINTILLA NERAZZURRA — Conte lascia negli spogliatoi Gagliardini per Sensi: più qualità nelle geometrie e nella ricerca delle punte. Eppure il gol arriva grazie a un regalo di Provedel: Hakimi (7’) si invola a destra e batte in diagonale, il portiere ligure si fa sorprendere sul suo palo dalla conclusione non irresistibile. Di questi tempi è manna dal cielo e l’Inter ringrazia. Il vantaggio più che esaltare i nerazzurri butta giù l’umore dello Spezia e al 26’ l’Inter raddoppia su rigore non visto da Fabbri ma segnalato dal Var (mano di Nzola su cross di Sensi). Lukaku si conferma infallibile e di potenza spiazza Provedel. Partita chiusa, senza troppo dispendio di energie, anche se il gol di Piccoli coda al recupero regala qualche secondo di ansia fuori programma. Ora Conte può pesare già alla difficile trasferta di Verona, dove punterà ad aggiornare il record di vittorie consecutive in A con l’Inter. E di scalzare il Milan dalla vetta, per un Natale al comando. L’operazione sorpasso entra nel vivo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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20/12/2020 23:21

Milan, sprint da primato!
Leao dopo 6’’76 e Saelemaekers mettono k.o. il Sassuolo

I rossoneri partono a razzo: quello del sostituto di Ibra è il gol più veloce in A, poi il raddoppio del belga.
Pioli capitalizza il doppio vantaggio e resta a +1 sull’Inter, inutile nel finale la punizione in rete di Berardi


Alessandra Bocci


Bellezza iniziale, brivido finale: si potrebbe riassumere così il successo del Milan, che passa sul campo del Sassuolo e mantiene la testa della classifica. La squadra di De Zerbi, freddata dal gol più veloce della storia del calcio europeo, impiega troppo a risvegliarsi e nonostante l'aggressività e il pressing totale messi in campo nel secondo tempo non riesce a acciuffare neppure un punto. Prima Rafael Leao, dopo appena 6 secondi e 76 centesimi, con uno schema provato e riprovato in allenamento. Calcio d'inizio: Leao-Calhanoglu-Leao. Un fulmine. E una bellezza anche la giocata del portoghese sul presunto raddoppio di Calhanoglu, al nono minuto, che poi viene annullato dal Var per un fuorigioco del belga che vizia l'azione in precedenza.

ROSSONERI PADRONI DEL CAMPO — Nel 4-3-3 del Sassuolo non funziona nulla: il Milan è padrone in tutte le zone del campo, Theo Hernandez brucia l'erba con il suo passo potente mentre dalla parte opposta Saelemaekers risponde con un movimento continuo e Calhanoglu mette ordine. In mezzo a tutto questo dinamismo c'è Brahim Diaz con i suoi ricami, ma è ancora Theo a costruire con una galoppata impressionante il gol del raddoppio. Dall'annullamento del secondo gol non è passata neppure mezz'ora, il francese parte in quarta, Calhanoglu si ferma e lascia campo a Theo: il terzino continua la sua corsa confondendo i giocatori del Sassuolo che a lungo protestano per un fuorigioco che non c'è e recapita a Saelemaekers la palla per il raddoppio, stavolta confermato.

LA RIAPRE BERARDI — Il Sassuolo prova a risvegliarsi, ci provano Rogerio e Berardi, però forse a testa ancora gira e il risultato non si sblocca. E non si sblocca neppure nel secondo tempo, con un assedio continuo ma non molto lucido. Fuori Defrel, dentro Caputo, tanti cambi da una parte e dall'altra: piano piano il Milan va in sofferenza, mette la testa fuori con Hernandez e Hauge, ma il Sassuolo spinge molto. Finchè, nei minuti finali, Romagnoli abbatte Boga al limite dell'area. Sul calcio di punizione successivo, il Milan paga l'ingenuità in barriera di Hauge: il norvegese si gira e spiazza completamente Donnarumma sul tiro di Berardi. 2-1, gara riaperta nel lungo recupero.

KESSIE SQUALIFICATO — Parte il caos finale e alla fine la festa del Milan. Che dopo due pareggi ricomincia a vincere, ma con la Lazio sarà un'altra corsa a ostacoli: fuori Kessie per squalifica, fuori Tonali. Pioli dovrà inventarsi altre soluzioni-lampo per superare anche l'ultimo impegno prima di Natale e restare in testa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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20/12/2020 23:29

Immobile e Luis Alberto stendono un Napoli opaco: la Lazio avanza

Azzurri sottotono e senza gli indisponibili Insigne, Mertens e Osimhen:
la squadra di Inzaghi apre le marcature con un gran colpo di testa della Scarpa d’Oro al 9’,
nella ripresa il raddoppio della sicurezza. Botta alla caviglia per Lozano, esce a braccia


Stefano Cieri


Lazio chirurgica, Napoli abulico e frastornato. Finisce così con la vittoria netta e meritata della squadra di casa il posticipo serale della tredicesima giornata di Serie A. La Lazio torna al successo all’Olimpico dopo quasi due mesi (l’ultima e unica vittoria in casa in campionato c’era stata contro il Bologna il 25 ottobre). E più in generale la formazione di Inzaghi torna a convincere e per la prima volta in questo campionato batte una grande. Per il Napoli, invece, una serata da dimenticare. La squadra di Gattuso si fa condizionare troppo dalle assenze di Mertens, Insigne e Osimhen, va subito sotto e non riesce a reagire. Un passaggio a vuoto che sicuramente non sarà piaciuto al suo allenatore.

SBLOCCA CIRO — Assenze importanti da ambo le parti. Inzaghi non può disporre di Leiva, Fares, Parolo e Correa. E a loro si aggiunge nel pre-partita pure Acerbi che, durante il riscaldamento, sente ancora dolore al muscolo recentemente infortunato e preferisce non giocare. Nonostante le assenze, però, la Lazio parte forte. L’approccio dei biancocelesti è volitivo, mentre il Napoli ci mette un po’ a trovare le giuste misure in campo. Così i padroni di casa ne approfittano per mettere subito la freccia. Il gol che sblocca la gara arriva al 9’ grazie al solito Immobile che, sul cross di Marusic, anticipa Maksimovic e la mette dentro di testa. Un paio di minuti prima l’attaccante aveva già sfiorato il gol con una pregevole girata sul traversone di Lazzari. La squadra di Inzaghi insiste e va pure vicino al raddoppio con Luiz Felipe che, da buona posizione, manda la palla di testa sopra la traversa. Dopo il quarto d’ora, però, la musica cambia. Il Napoli, un passo alla volta, prende il controllo delle operazioni a centrocampo e si fa minaccioso dalle parti di Reina. Il portiere, grande ex della partita, salva il vantaggio con due ottimi interventi prima su Fabian Ruiz, quindi su Zielinski. La squadra di casa, però, non è che stia solo a guardare, lascia l’iniziativa agli ospiti per poi provare a colpire con le ripartenze. In una di queste è Caicedo ad andare vicinissimo al gol.

CHIUDE LUIS — Non cambia il copione nella ripresa. Il Napoli, che deve rimontare, mantiene l’iniziativa e la Lazio gioca di rimessa. Solo che, rispetto alla seconda parte della prima frazione, la squadra di casa è molto più accorta. Non concede praticamente nulla ed è letale nelle ripartenze. In particolare con quella che al 10’ le consente di andare sul 2-0. Escalante recupera palla a metà campo, la smista subito per Immobile che appoggia a Luis Alberto che infila Ospina. Per il Napoli è una mazzata dura da mandar giù e infatti la formazione di Gattuso non si rialza. Il tecnico prova a rianimarla con i cambi. Entrano Elmas, Manolas, Lobotka, Ghoulam e Malcuit. Ma l’inerzia della partita non cambia. Col passare dei minuti la Lazio controlla sempre meglio e rischia di dilagare. I cambi di Inzaghi sono di conservazione. Dentro Muriqi (al rientro), poi Cataldi, Pereira, Patric e Akpa Akpro. Ed è proprio Pereira nel finale ad andare vicino al 3-0. Sarebbe stata una punizione eccessiva per il Napoli.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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20/12/2020 23:30

SERIE A 2020/2021 13ª Giornata (13ª di Andata)

19/12/2020
Fiorentina - Verona 1-1
Sampdoria - Crotone 3-1
Parma - Juventus 0-4
20/12/2020
Torino - Bologna 1-1
Benevento - Genoa 2-0
Cagliari - Udinese 1-1
Inter - Spezia 2-1
Sassuolo - Milan 1-2
Atalanta - Roma 4-1
Lazio - Napoli 2-0

Classifica
1) Milan punti 31;
2) Inter punti 30;
3) Juventus punti 27;
4) Roma punti 24;
5) Napoli(-1) e Sassuolo punti 23;
7) Atalanta(*) e Lazio punti 21;
9) Verona punti 20;
10) Sampdoria punti 17;
11) Udinese(*) e Benevento punti 15;
13) Cagliari e Bologna punti 14;
15) Parma punti 12;
16) Fiorentina e Spezia punti 11;
18) Torino e Genoa punti 7;
20) Crotone punti 6.

(gazzetta.it)

(-1) Penalità al Napoli e vittoria a tavolino (3-0) alla Juventus per il match Juventus - Napoli non disputato dai partenopei,
salvo altre decisioni dopo il rigetto in appello del ricorso del Napoli.
(*) Atalanta e Udinese una partita in meno.
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22/12/2020 23:05

Juve-Napoli, ribaltone del Collegio di garanzia: si rigioca.
Nuova classifica: Pirlo a -7 dalla vetta

Dopo il 3-0 a tavolino deciso dagli organi federali,
l’ultimo grado di giustizia sportiva riassegna il punto di penalizzazione
agli azzurri e stabilisce che l’incontro si dovrà disputare.
Ipotesi 13 gennaio


Valerio Piccioni


Juve-Napoli va rigiocata e il club azzurro recupera il punto di penalizzazione deciso dalle sentenze di primo e secondo grado. Il Collegio di garanzia presieduto dall’ex ministro degli Esteri Franco Frattini ribalta il verdetto di Tribunale federale e Corte Sportiva d’Appello e riscrive la classifica. A questo punto bisognerà trovare uno “slot” per la sfida. Si era parlato di una data possibile per il 13 gennaio, spostando il turno di coppa Italia. Ma la soluzione provocherebbe un rinvio di troppe partite scatenando un problema di incastri difficili da risolvere. Insomma, in questo momento si giocherà “a data da destinarsi”. Intanto cambia la classifica di Serie A: tolto il punto di penalizzazione al Napoli e i tre punti frutto del 3-0 a tavolino alla Juve. Ecco i primi posti: Milan 31, Inter 30, Juventus, Napoli e Roma 24, Sassuolo 23 (Juventus e Napoli, ovviamente, con una partita in meno).

AVVISAGLIE — Che l’aria fosse quella di un pronunciamento in direzione opposta rispetto a quello di primo e secondo grado, lo si era capito con la decisione della Federcalcio di non costituirsi nel procedimento per difendere le sentenze della sua giustizia sportiva. Restava la procura generale dello Sport. Ma l’avvocato Alessandra Flamminii Minuto, una dei procuratori nazionali dello Sport, ha espresso un eloquente scetticismo quando ha detto che la Corte Sportiva d’Appello aveva fatto “il passo più lungo della gamba”. Parole che inevitabilmente hanno pesato anche nel convincimento del Collegio. “Non era una scelta, ma un obbligo – ha sottolineato nel Salone d’Onore del Coni, dove il dibattimento si è svolto in presenza nel rispetto delle norme sul distanziamento –. Il Napoli non aveva neanche una ragione su un milione per sottrarsi alla sfida”. Le prime dichiarazioni dopo il pronunciamento vengono dall’avvocato del Napoli: “Non si può rischiare la vita per una partita”, dice Mattia Grassani.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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22/12/2020 23:10

Messias show, Cordaz para tutto:
il Crotone batte il Parma e lascia l'ultimo posto



Doppietta del brasiliano nel primo tempo.
Nella ripresa Kucka riapre la partita e diventa protagonista il portiere.
La squadra di Stroppa supera temporaneamente Genoa e Torino


Andrea Schianchi

Aggrappato al suo Messias (Junior) e con un Cordaz in formato Jascin, il Crotone fa l’impresa: batte il Parma, lascia (anche se provvisoriamente) l’ultimo posto della classifica e si rilancia in chiave salvezza. E’ una doppietta del sudamericano a decidere questa sfida bollente. A nulla serve il golletto di Kucka che, in avvio di ripresa, rimette in carreggiata il Parma.

CROTONE AVANTI — Pressing forsennato fin dall’inizio: Crotone e Parma non si risparmiano e vanno a cercare di conquistare il pallone in zona offensiva. I calabresi provano sempre a uscire con eleganti fraseggi e, a volte, rischiano. Ma Karamoh è generoso e non li punisce quando, con un diagonale, accarezza il palo (minuto 23). E’ allora Junior Messias a salire sul palcoscenico: si gira da consumato centravanti e con il destro piazza un tiro preciso nell’angolino. E’ il minuto 24 e pochi secondi più tardi un fuorigioco di Inglese vanifica la rete del pareggio di Karamoh. Il quale, al 26’, centra il palo dopo un rapido scambio in area. Il Parma lotta, aggredisce, ma i tempi d’intervento non sono sempre corretti e così il Crotone ha modo di distendersi. Dopo un volo di Cordaz su conclusione di Inglese (36’), è ancora Messias a prendersi la scena. E in questa caso la prodezza è da standing-ovation (se ci fosse il pubblico…): stop di petto sulla trequarti grazie al quale anticipa Osorio e poi, di controbalzo, con il piede destro (che non è il suo preferito) disegna un perfetto pallonetto che inganna Sepe. Il Parma è al tappeto.

KUCKA NON BASTA — A rialzare gli emiliani ci pensa Kucka: è sua la zuccata da calcio d’angolo al 12’ della ripresa che riapre la partita. Si pensa che, a quel punto, con il Crotone stanco per il tanto correre, il Parma possa far valere il maggior tasso tecnico. E difatti la squadra di Liverani si prende il campo e prova a rimettersi sulla strada giusta. Ma Cordaz tira giù la saracinesca e non c’è nulla da fare. Il portiere dice di no a Karamoh, a Brunetta, a Cornelius e a Kucka. E quando, proprio sul finire della gara, lo stesso Kucka prova il tiro della speranza, il pallone va di un nulla a lato. Fa festa il Crotone e piomba nel buio profondo il Parma che non ha ancora trovato una precisa identità.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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22/12/2020 23:16

Juve, martedì da incubo:
sbaglia, va sotto, resta in 10 e crolla.
Storico tris Fiorentina

Segna Vlahovic dopo 3’, poi espulso Cuadrado con la Var al 18’.
Nella ripresa La Penna non estrae il secondo giallo a Borja Valero
e arrivano l’autorete di Alex Sandro e il gol di Caceres


Fabiana Della Valle


Il pomeriggio era iniziato male e la serata è finita peggio: la Juventus perde i 3 punti che aveva guadagnato a tavolino contro il Napoli (gara che sarà rigiocata) e poi prende tre gol dalla Fiorentina. E’ la prima sconfitta per Pirlo in campionato, viziata da un’espulsione (di Cuadrado) dopo neanche venti minuti. La Juve però ha la colpa grave di essere andata in svantaggio prima dell’inferiorità numerica e poi di essere affondata: male tutti, in particolare la difesa.

GOL E ROSSO — Pirlo aveva detto alla vigilia del match di temere soprattutto Ribery e in effetti non aveva torto, perché è da una sua intuizione che nasce il gol del vantaggio viola: palla in verticale per Vlahovic, tenuto colpevolmente in gioco da Bonucci, che brucia De Ligt sullo scatto e poi beffa Szczesny in uscita. Il gol dopo appena tre minuti crea apprensione e confusione nei bianconeri, già costretti a rinunciare a Rabiot, che nei piani di Pirlo doveva essere titolare al posto di McKennie, a pochissimo dal match a causa della sentenza su Juventus-Napoli (Rabiot aveva scontato la squalifica in occasione di quella gara, per la Juventus con la ripetizione della partita il giocatore non poteva essere utilizzato). Il peggio però deve ancora arrivare: al 18’ la Juve perde anche Cuadrado, espulso per un brutto fallo su Castrovilli (giallo diventato poi rosso con l’intervento del Var). Così Pirlo è costretto a ridisegnare la sua Signora: fuori Ramsey e dentro Danilo per un 4-3-2 con Chiesa a destra. La Fiorentina capisce il momento delicato e prova a fare il bis prima dell’intervallo: Castrovilli quasi ci riesce con un gran tiro deviato da Szczesny. La Juve del primo tempo è solo Cristiano Ronaldo, che di fronte all’inferiorità numerica non s’arrende e prova a rimettere in piedi la partita in tutti i modi, ma poi s’arrende pure lui.

NAUFRAGIO E POLEMICHE — Nella ripresa Pirlo toglie Morata e mette Bernardeschi, ma il più vivace della truppa bianconera è un altro ex, Chiesa, che arriva a un soffio dal pareggio. La partita è molto dura e l’arbitro perde presto il controllo: Borja Valero, già ammonito, avrebbe meritato il secondo giallo su Bentancur, dubbio il contatto in area Ronaldo-Castrovilli è ancora di più quello tra Bernardeschi e la coppia Milenkovic-Dragowski. Giusto invece annullare il gol di testa di CR7 per evidente fuorigioco. La Fiorentina sembra quasi accontentarsi del golletto di vantaggio, finché non arriva di nuovo la difesa della Juventus a darle una mano: su cross di Biraghi Alex Sandro (disastroso) nel tentativo di rinviare devia nella sua porta, ingannato anche dall’intervento a vuoto di Bonucci. Come beffa delle beffe nel finale arriva anche il gol dell’ex, Caceres (su palla di Biraghi, ancora lui) che mette la pietra tombale sulla partita. Così la Fiorentina si rialza, trovando la prima vittoria della gestione Prandelli grazie alla miglior partita giocata in questo campionato, mentre la Juventus dovrà farsi qualche domanda. La vetta s’allontana e dopo la sosta i bianconeri incontreranno in sequenza Milan, Sassuolo e Inter (con l’incognita della partita con il Napoli da recuperare): non certo un avvio di 2021 morbido.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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24/12/2020 00:18

Settebello Inter: vince 2-1 a Verona e resta in scia al Milan




Settimo successo di fila per la squadra di Conte.
Decidono i gol nella ripresa di Lautaro, Ilic (su erroraccio di Handanovic) e Skriniar


Davide Stoppini

Settima vittoria di fila, eccola qui. L’Inter resta in scia al Milan battendo a Verona la squadra di Juric grazie alla reti di Lautaro e Skirniar, riuscendo a tamponare anche l’erroraccio che Handanovic che aveva concesso a Ilic il momentaneo 1-1 e giocando un secondo tempo da vera grande. La Juventus ora è nove punti più sotto (con una partita in meno): un Natale fa Conte aveva chiuso appaiato ai bianconeri.

PRIMO TEMPO — Conte conferma la svolta tattica, scegliendo il tridente con Perisic e Lautaro che fanno il pendolo dalla fascia per accentrarsi dietro Lukaku. Di là schieramento simile per il Verona di Juric: ne esce un primo tempo che di fatto è una lunga sequenza di duelli, uno contro uno a tutto campo, con i gialloblù che accettano l’uomo contro uomo in fase difensiva. E tutto sommato poco concedono ai nerazzurri. Il primo squillo è di Young al 9’, con un destro dal limite dopo un angolo che finisce a lato. Per trovare il primo tiro nello specchio dell’Inter bisogna correre fino al minuto 36. Ed è una palla persa dal Verona ad aprire il campo per Perisic: palla a Lukaku e tocco per Lautaro che di prima intenzione devia verso la porta, ma Silvestri con un colpo di reni è bravissimo a mettere in angolo, sugli sviluppi del quale Bastoni spedisce alto di testa. Ma fin lì era stato il Verona ad avere di più il possesso, anche per scelta dell’Inter che volutamente non pressa alto i giocatori di Juric. E al 26’ ci era voluto un super Handanovic a fermare l’ex Dimarco, che aveva concluso di sinistro entrato in area dopo uno splendido colpo di tacco di Zaccagni.

SECONDO TEMPO — La ripresa comincia con una sostituzione: Juric - che già nella prima frazione era stato costretto a cambiare Dawidovicz con Lovato - toglie Salcedo e inserisce Ilic al centro dell’attacco. Serve un episodio per sbloccare il match. E lo trova l’Inter, al 6’: Lukaku lavora un pallone sulla destra e serve Hakimi, cross in mezzo e Lautaro anticipa Lovato con una girata volante sul secondo palo. Juric corre ai ripari con un doppio cambio: fuori Colley per Ruegg, poi Zaccagni lascia il posto a Lazovic, di fatto tridente completamente rivoluzionato rispetto al via. La reazione del Verona è al minuto 11, con un sinistro di Ilic pericoloso dai 20 metri. La squadra di Juric alza il baricentro forzando i ritmi del pressing. Ma il tecnico non è fortunato: si fa male anche Lovato, la quinta sostituzione arriva già al minuto 14, dentro Gunter. Un paio di minuti più tardi Hakimi trova finalmente campo davanti a sé: il suo cross è per la girata di Lautaro, che stavolta mangia un po’ il pallone favorendo la parata di Silvestri. Improvviso, ecco il pari del Verona. Ed è tutto sulle spalle di Handanovic: minuto 18, Faraoni va via bene a Young sulla destra e mette dentro, l’intervento sarebbe facile per il portiere sloveno che invece si lascia sfuggire il pallone, per il comodo tap-in in area piccola di Ilic, senza che Skriniar a quel punto riesca a intervenire. Nuovo equilibrio, l’Inter prova ad appoggiarsi molto a destra da Hakimi. E da un angolo, al 24’, l’Inter ripassa avanti: cross di Brozovic, testa vincente in area di Skriniar. Conte, che già aveva preparato la sostituzione, non cambia idea: fuori Perisic, dentro Vidal. I nerazzurri sono in controllo, il Verona sembra stanco. Al 29’ Lautaro recupera palla e parte dritto per dritto verso Silvestri, ma la sua conclusione viene deviata in angolo. Un attimo prima Lukaku aveva reclamato un rigore per una trattenuta della maglia in area, ma Giacomelli aveva lasciato correre. Ancora Inter, solo Inter: minuto 36, Bastoni anticipa e vola nella metà campo avversaria, pallone prima per Vidal e poi per Lukaku che trova lo spazio per un sinistro ancora una volta deviato in corner. La squadra di Conte non riesce a chiudere il match e così rischia, come al 40’ su punizione dal limite di Dimarco che sfiora la traversa. Nuovo cambio Conte: al 42’ fuori Lautaro e dentro Gagliardini. Siamo in volata, Lukaku spreca un contropiede al 44’ cercando il tiro e non servendo Vidal. E neppure un minuto più tardi Hakimi serve leggermente troppo lungo Romelu per il comodo tap-in. Tre minuti di recupero, ma il Verona non riesce ad esser pericoloso, anzi c’è pure spazio per un gol annullato all’ultimo secondo a Lukaku.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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24/12/2020 00:22

Bologna, sono cose da Paz: 2-2 in rimonta con l'Atalanta!



Nerazzurri avanti di due gol all'intervallo con Muriel e in controllo,
poi l'incredibile rimonta rossoblù con Tomiyasu e l'argentino


L'Atalanta infila il sesto risultato utile consecutivo, ma deve mangiarsi le mani per aver buttato una vittoria che sembrava ormai già in valigia per Bergamo. Il Bologna, invece, trova dal nulla le risorse per raddrizzare una gara che pareva già persa. Il 2-2 finale premia e punisce meriti e difetti delle due squadre che si sono divisi un tempo a testa. Ma è soprattutto la Dea ad avere rimpianti, perché il punto del Dall'Ara frena un po' gli entusiasmi della rincorsa al quarto posto.

SENZA STORIA — Sinisa Mihajlovic deve fare i conti con le assenze e lancia dal 1' il giovane Baldursson a far coppia in mediana con Schouten. Medel al centro della difesa con Danilo, mentre Tomiyasu slitta a destra. Davanti, con Orsolini recuperato solo per la panchina, ancora Vignato-Soriano-Barrow dietro a Palacio. Gian Piero Gasperini cambia solo in attacco: panchina per Malinovskyi e Zapata, titolari Ilicic e Muriel, mattatori da subentrati nella rimonta con la Roma di domenica. Dopo una fase di studio, la Dea prende in mano la partita, sbloccata però grazie a un'ingenuità di Schouten, che al 21' abbatte Ilicic in area: rigore che Muriel trasforma con freddezza. Due minuti e il colombiano si ripete, stavolta su azione, con un sinistro al volo dopo un prepotente ingresso in area. La reazione del Bologna è pressoché inesistente e l'Atalanta prima dell'intervallo va anche vicina al terzo gol con Gosens, che alza però troppo la mira. L'unica nota stonata per Gasp è l'infortunio di Toloi, sostituito al 36' da Palomino.

RISCOSSA ROSSOBLU — Nel secondo tempo entra subito Miranchuk per Ilicic, tra i migliori, ma "dosato" solo per 45' da Gasperini. Il canovaccio della gara non cambia molto, ma al 62', finalmente, si vede il Bologna e col senno di poi è un campanello d'allarme non colto dall'Atalanta: sponda di Palacio per Barrow, che ci prova dal limite, ma conclude alto. Mihajlovic ci prova con i cambi, inserendo Svanberg e Orsolini per Baldursson e Barrow, mentre Gasp sostituisce Muriel con Zapata. Al 69' è proprio uno dei nuovi entrati, Svanberg, a costringere Gollini alla prima parata del match: il portiere si allunga sul diagonale e devia. L'Atalanta si addormenta e al 73' la squadra di Mihajlovic accorcia le distanze: bella palla di Orsolini per Tomiyasu che da posizione defilata scavalca Gollini in uscita. Tornato in partita, il Bologna prende coraggio e aumenta i giri del motore. Gosens toglie dalla testa di Orsolini una palla che sembrava già in porta, ma all'82' nessuno ferma lo stacco di Paz, entrato per l'infortunio di Dijks, che firma il 2-2. Gasp inserisce Malinovskyi per tentare di riprendere le redini della gara, ma è tardi e anzi è Soriano ad avere la palla addirittura per il 3-2, ma sarebbe stato troppo. Il Bologna si prende un punto di carattere, l'Atalanta uno pieno di rimpianti.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
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24/12/2020 00:25

È un Milan da sballo: 3-2 alla Lazio all'ultimo respiro e Natale in vetta

Rossoneri avanti con Rebic e Calhanoglu, i biancocelesti pareggiano con Luis Alberto e Immobile.
Ma al 93' Theo Hernandez segna la rete che vale il primato in classifica


Alessandra Bocci


Sembrava la beffa di Natale: è stato il sogno di Natale che si avvera per il Milan e i suoi tifosi. L’Inter è sempre lì, attaccata alla capolista, ma quanta sofferenza e quanta gioia nella vittoria conquistata all’ultimo momento dal Milan, che contro la Lazio aveva dominato, poi si era lasciata sfuggire di mano la gara per un lungo tratto, anche per via di un centrocampo un po’ anemico, quindi con un finale spettacolare ha riacchiappato il primo posto in classifica. L’Inter è stata prima per mezz’ora e poco più, ma che intensità nel finale della squadra di Pioli. Che era andata in vantaggio dopo dieci minuti con Rebic (primo gol stagionale), aveva raddoppiato con Calhanoglu su rigore al 17’ (primo gol in campionato), aveva continuato a spingere, ma dopo poco la Lazio aveva preso campo con un possesso palla insistente. Il gol che ha ridotto le distanze è arrivato poco prima della mezzora: rigore provocato da Kalulu su Correa, Immobile sbaglia (o Gigio para, dipende dai punti di vista), Luis Alberto no. Partita apertissima e Immobile a caccia di vendetta. E infatti il formidabile goleador della Lazio ci ha messo poco a farsi perdonare con un diagonale di gran classe. Dopo un’ora di gioco era 2-2 e il sorpasso sembrava cosa fatta. Senza Ibra si può. Senza Kjaer si può. Con tante assenze si può.

SUPER THEO! — Soprattutto se hai Theo Hernandez, il trascinatore, il leader giovane , quello che unisce qualità e quantità, corsa, potenza, miglioramenti evidenti nella fase difensiva. Maldini lo ha abbracciato alla fine della partita, e il motivo è evidente: Theo è il futuro del Milan. Theo ha permesso ai rossoneri di spingere fino alla fine, di ribellarsi all’idea del sorpasso, di coltivare il sogno scudetto in queste notti di Natale. Perché la partita sembrava ormai destinata a un onorevole pareggio e a un finale di anno solare comunque da unica imbattuta d’Europa, ma il Milan non si è accontentato. E nel finale, a tempo scaduto, dopo tanta pressione e due occasioni fallite da Rebic, è stato ancora Theo a trovare il colpo di coda: angolo battuto da Calhanoglu, colpo di testa da sogno. Il sogno di Natale, appunto. E dopo una partita così bella e intensa, giocata a mille anche dalla Lazio, è giusto che il Milan continui a sognare.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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24/12/2020 00:29

Insigne nel recupero salva il Napoli:
un Toro convincente strappa il pari

Un gol-capolavoro dell'attaccante evita la sconfitta alla squadra di Gattuso.
Bene i granata, in vantaggio nella ripresa con Izzo


Mimmo Malfitano


Un punto d’oro per il Torino che avrebbe comunque meritato qualcosa in più. Per l’impegno, certo, e anche per come ha saputo difendere il gol di Armando Izzo, arrivato ad inizio ripresa. Giampaolo ha dovuto accontentarsi di un punto, perché il Napoli ha raggiunto il pareggio soltanto nel secondo minuto di recupero, grazie ad una prodezza di Lorenzo Insigne. Nemmeno l’esito favorevole della sentenza è servito alla squadra per ritornare alla vittoria che manca, ormai, da tre turni.

RIECCO SIRIGU — Gattuso conferma le indicazioni della vigilia e schiera Hysaj sulla fascia sinistra, mentre a centrocampo, Demme è preferito a Fabian Ruiz. Dopo due turni di stop, Giampaolo ripropone Sirigu tra i pali e Buongiorno somma la seconda presenza dopo quella di Roma. In attacco, al fianco di Belotti, c’è Simone Verdi. Ci si aspetta un Napoli gasato, dopo la restituzione del punto e la possibilità di giocare la partita con la Juve. Invece, il primo tempo evidenza le difficoltà della squadra di Gattuso nell’impostare il gioco. Il Torino non può permettersi altri passi falsi e Giampaolo si schiera a protezione di Sirigu, e tende a la lanciare le ripartenze di Singo, Verdi e Belotti. I granata sono più determinati, Verdi prova a impegnare Meret con un diagonale (14’) che il portiere respinge. L’azione del Napoli è sterile, Politano a destra è controllato a vista da Rodriguez che limita ogni spazio, mentre Insigne a sinistra, viene tenuto da Singo e Izzo. Insomma, Giampaolo pare aver indovinato l’atteggiamento migliore per rendere inoffensivo l’avversario.

INFORTUNIO DEMME — Petagna è un oggetto sconosciuto negli ultimi venti metri, perché Bremer gioca di anticipo e prevale. Riparte Belotti, al 23’ e con un gran tiro dalla distanza, sfiora il palo, mettendo i brividi a Meret. Più Torino che Napoli in questa fase di gioco. Intorno alla mezz’ora, Gattuso è costretto a sostituire Diego Demme: il centrocampista tedesco resta infortunato in uno scontro di gioco, per un colpo ricevuto dietro la schiena. Al suo posto entra Elmas che sistema alle spalle di Petagna, mentre Zielinski arretra sulla linea dei mediani facendo coppia con Bakayoko. Ed è proprio il centrocampista polacco che prova a scuotere Sirigu, prima con una conclusione da lontano che esce di poco (41’) e subito dopo con una botta centrale che il portiere granata blocca senza difficoltà. Dopo due minuti di recupero, Valeri fischia la fine del primo tempo.

IZZO GOL — In avvio di ripresa il Napoli sembra più convinto e si riversa nella metà campo granata. All’8’, Insigne ci prova su calcio piazzato, ma la conclusione è centrale e Sirigu para i due tempi. Il Torino, però, è attento, si difende bene e passa addirittura in vantaggio all’11’. Il gol di Armando Izzo nasce da un cross allungato da Maksimovic, il pallone arriva dalle parti del difensore che di mezzo volo mancino lascia immobile Meret. Il percorso, dunque, si fa in salita, per il Napoli. Zielinski ci prova da fuori area, ma sbaglia la mira e il pallone finisce a lato. Allora, Gattuso provvede alla prima sostituzione, fuori Politano e dentro Lozano (18’). L’attaccante messicano ha recuperato in tutta fretta dall’infortunio patito domenica sera, all’Olimpico, contro la Lazio.

DENTRO LLORENTE — Il Napoli spinge, ma non arriva alla conclusione. Allora, dalla panchina, Gattuso ordina tre cambi, contemporaneamente. Mario Rui entra per Hysaj, Fabian Ruiz per Bakayoko e Llorente per Petagna. Per l’attaccante spagnolo si tratta della prima presenza stagionale. Al 33’, Zielinski potrebbe pareggiare, ma il suo colpo di testa finisce dritto tra le braccia di Sirigu. Il Torino continua a farsi pericoloso in contropiede. E’ Belotti con un diagonale sinistro a impegnare Meret. Nei minuti finali, Giampaolo inserisce Meite per Lukic e Zaza per Belotti per avere forze fresche in modo da poter contrastare l’assalto finale del Napoli. Che trova il pareggio nel secondo minuto di recupero con Lorenzo Insigne.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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24/12/2020 00:32

Reazione Roma, 3-2 con brivido al Cagliari e terzo posto



Dopo il k.o. con l'Atalanta, i giallorossi vanno in vantaggio con Veretout,
vengono raggiunti nella ripresa da Joao Pedro, poi dilagano con Dzeko e Mancini.
Nel recupero il rigore ancora di Joao Pedro


Andrea Pugliese

Il Natale regala alla Roma il terzo posto temporaneo ed un pacco pieno di bei pensieri. Perché al netto di una partita dove i giallorossi per un po’ hanno anche sofferto (sull’1-1 una clamorosa traversa di Simeone ha fatto tremare tutti in casa giallorossa), la vittoria di ieri è una di quelle che vanno oltre il risultato (3-2, con un po’ di paura anche nel finale). Perché contemporaneamente hanno rallentato un po’ tutte le avversarie dirette nella corsa alla Champions (Atalanta, Napoli e Lazio, dopo la sconfitta di ieri della Juventus) e con all’orizzonte un 2021 che si aprirà con le sfide a Sampdoria e Crotone, le feste giallorosse si tingono di colori dolci come la speranza. Per Fonseca bene Mkhitaryan e Veretout, con Dzeko che ha segnato il suo 113’ gol romanista. Per i sardi, invece, bene Cragno (che nel primo tempo ha tenuto a galla il Cagliari) e Joao Pedro, autore di una doppietta.

SUPER CRAGNO — Fonseca lascia fuori a sorpresa Smalling, arretrando ancora Smalling per aiutare la fase di costruzione dal basso. In mezzo torna invece Villar, con Pellegrini inizialmente in panchina per il riacutizzarsi del dolore alla caviglia. Dall’altra parte, invece, Di Francesco decide di mettersi a specchio e si schiera con la difesa a tre, per cercare con il lavoro delle due mezzali (Nandez e Rog) di intasare i corridoi centrali, dove tra le linee vanno a giocare di solito Pedro e Mkhitaryan. Il pallino del gioco però è quasi sempre nelle mani della Roma, he passa quasi subito sugli sviluppi di uno splendido cambio gioco di Mkhitaryan, con Veretout che beffa Cragno con un tiro strozzato sulla palla messa in mezzo da Karsdorp (e sporcata in corsa da Marin). Una volta in vantaggio, il piano-partita dei giallorossi diventa anche più agevole, perché il Cagliari inevitabilmente concede più spazi, alzando anche il baricentro del suo gioco. Di Francesco perde quasi subito Rog (dentro Oliva), ma deve ringraziare soprattutto Cragno se resta ancora in partita. Il portiere sardo compie infatti in serie tre interventi pregevoli che salvano i sardi dal 2-0: prima su Pedro (conclusione ravvicinata, con lo spagnolo messo davanti al portiere da un lancio di 40 metri di Cristante), poi proprio su Cristante e Kumbulla, entrambi pericolosissimi di testa. Sembra una partita a senso unico, nonostante i ritmi siano bassi e il clima a tratti quasi da vacanze natalizie già belle che inoltrate. Ed invece nel finale il Cagliari sale in pressione, ruba qualche pallone importante in mezzo al campo e nel finale va vicino al pari con Simeone (tap-in ravvicinato mancato di un soffio) e si rende pericoloso con Marin.

BOTTA E RISPOSTA — L’inizio della ripresa è tutto altro spartito rispetto al primo tempo. Le squadre sono subito lunghe e le occasioni fioccano. Da parte della Roma Mkhitaryan prima ci prova da solo, poi inventa un’apertura in verticale che mette Pedro davanti a Cragno, ma lo spagnolo pecca di superficialità e sbaglia tutto, con uno scavetto che fa il solletico al portiere sardo. Ed allora l’inerzia cambia e a rendersi pericoloso è il Cagliari, che in tre minuti sfiora due volte il gol con Simeone, per poi trovarlo con Joao Pedro dal limite. Di più, al 16’ il Cagliari va vicinissimo anche al vantaggio, con la traversa piena colta da Simeone di testa. La Roma, proprio come a Bergamo, sembra essere andata giù fisicamente ed in più ci si mettono gli errori dei singoli (Mancini) a complicare le cose. Così Fonseca corre ai ripari prima del solito e butta dentro Pellegrini e Ibanez per Pedro e Kumbulla. E al 26’ ripassa con Dzeko, bravo a ribadire in rete un assist di Karsdorp, lanciato sulla corsa proprio da Ibanez. E cinque minuti dopo arriva anche il 3-1: angolo di Pellegrini, sponda di Smalling (entrato da poco) e colpo di testa decisivo di Mancini a ridosso della linea di porta. Nel finale Mayoral si divora il 4-1 a porta vuota (colpo di testa alto) e Villar all’89’ compie un fallo di un’ingenuità imbarazzante: rigore di Joao Pedro e 3-2. Poi un paio di assalti del Cagliari, ma senza sostanza. La Roma porta a casa tre punti d’oro. E ringrazia in anticipo Babbo Natale per i risultati delle avversarie dirette...

Fonte: Gazzetta dello Sport
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24/12/2020 00:35

Sassuolo show: 3-2 alla Samp e quarto posto solitario

In vantaggio con Traore, la squadra di De Zerbi subisce il pareggio
del solito Quagliarella per poi piazzare l’uno-due vincente di Caputo e Berardi.
Nel finale accorcia le distanze Keita, poi espulso


Nicolò Delvecchio


Tre gol, quarto posto, due conferme e un gradito ritorno: se De Zerbi si aspettava la partita perfetta si può dire con certezza che sia stato accontentato. Perché il suo Sassuolo, bravo a tramortire a freddo la Samp e perfetto nello ristabilire e allungare le distanze subito dopo il pari blucerchiato, ha ottenuto dall’ultima partita del 2020 il massimo che poteva chiedere. Partiamo dai gol: apre Traore al 2’, poi segnano Quagliarella, Caputo e Berardi tra il 55’ e il 58’. Di Keita, all’84’, il gol che apparentemente riapre il match. Poi c’è il quarto posto, conquistato per il contemporaneo pari del Napoli contro il Torino: il Sassuolo è a 26, gli azzurri inseguono a -1 con una partita in meno. Le conferme sono Junior Traore, al secondo gol in sette giorni, e Domenico Berardi, sempre più trascinatore dei suoi. Infine, il ritorno: è quello al gol di Caputo, che non segnava da più di due mesi e che ha firmato oggi la sua sesta rete in campionato. E la Samp? Buona gara, quella degli uomini di Ranieri, sfortunati negli episodi ma convincenti nell’atteggiamento. Con questa mentalità i risultati arriveranno ma oggi, semplicemente, non era giornata. Nota a margine per Keita Balde: il senegalese è entrato molto bene nella ripresa e ha finalmente dato segnali convincenti, gol a parte. Poi, al 91’, il rosso diretto che lo terrà fuori al rientro nel 2021.

PRIMO TEMPO — Pronti-via e il Sassuolo è subito davanti. Dopo poco più di un minuto Tonelli sbaglia un’uscita dalla difesa e la passa a Boga, che va subito da Caputo. Il 9 non controlla bene ma riesce a servire Traore, che di prima intenzione fa 1-0. I ritmi sono alti sin dall’inizio e nella prima fase il Sassuolo non lascia spazio alla squadra di Ranieri, costringendola a difendersi sotto una pioggia fittissima. Poco dopo il 10’ Berardi va vicino al raddoppio con un bel tiro di sinistro, su cui Audero è reattivo a deviare in angolo. Lo spavento sembra scuotere la Samp, che esce dalla tana e inizia a mettere pressione alla difesa di De Zerbi. Il primo lampo al 23’, ma la conclusione di Ekdal finisce di poco a lato. Nel buon momento dei blucerchiati, che al 33’ vanno vicini alla rete con un colpo di testa di Colley, il Sassuolo trova il raddoppio, ma dura appena un secondo: Kyriakopoulos sfonda sulla sinistra e crossa per Caputo, che nel contrasto aereo con Augello la controlla di mano e segna. Il gol è annullato e al centravanti neroverde viene sventolato il giallo. Il bel primo tempo si conclude con una punizione dalla destra di Ramirez, sul cui cross Tonelli non ci arriva di poco.

RIPRESA — L’inizio del secondo tempo segue il tracciato del primo: i ritmi rimangono alti e in tre minuti, tra il 55’ e il 58’, arrivano altrettante reti che chiudono di fatto il match. Il primo squillo è di Quagliarella, che spalle alla porta raccoglie un bell’assist di Yoshida, si gira e buca Consigli. Il pari dura appena un giro d’orologio: Berardi scappa a Colley sulla sinistra e spara su Audero in uscita, sul rimpallo Caputo se la trova sui piedi e a porta vuota fa 2-1. Poco più di sessanta secondi dopo la scena è simile, il risultato lo stesso: Boga chiede e ottiene il triangolo da Traore, spara in porta di sinistro e Audero para ancora, ma è di nuovo sfortunato. Il pallone finisce dalle parti di Berardi, che fa il più comodo dei gol. Settima rete in campionato per l’attaccante della Nazionale, settimo centro ai blucerchiati per il 25. La Samp però non si arrende, e Consigli è attento e reattivo su Quagliarella (61’), Keita Balde (in due occasioni) ed Ekdal. Il portiere deve però arrendersi al terzo tentativo dell’ex Lazio, bravo a segnare di destro su cross di Candreva da calcio d’angolo. Proprio il senegalese, al 91’ entra durissimo su Traore e si fa espellere, lasciando i suoi in 10. Un finale non all’altezza della buona gara, sua e della squadra.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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24/12/2020 00:39

Ballardini, buona la prima: al Genoa il derby ligure con lo Spezia



Apre Nzola, pareggia Destro, è decisivo un rigore di Criscito assegnato dal Var:
i rossoblù abbandonano l'ultimo posto


Filippo Grimaldi

Effetto Ballardini. La strada è ancora lunga, ma il Genoa (1-2 il finale al Picco) centra una vittoria pesantissima per il morale e la classifica contro uno Spezia meno preciso e ordinato rispetto alle ultime partite. I rossoblù non vincevano dalla prima di campionato. La squadra di Italiano, invece, cade al Picco al termine di una gara dove non è riuscita a imporre il suo solito gioco, fatto di possesso palla e linee cortissime.

CONCRETEZZA — Ballardini in panchina passa al 3-5-2 e il suo arrivo ha restituito maggiore concretezza ai rossoblù, anche se la strada verso la salvezza resta lunga. L’effetto del nuovo tecnico (di nuovo sulla panchina del Genoa 806 giorni dopo la sua ultima gara alla guida dei rossoblù), però, ha funzionato. Italiano, viceversa, chiedeva punti a questo derby ligure (perché i complimenti non fanno classifica), ma la squadra è sembrata decisamente meno fluida e corta rispetto alle ultime prestazioni.

UNO-DUE — I due centrali difensivi ammoniti nei primi sei minuti di gara nello Spezia (Erlic e Chabot) non hanno però condizionato i padroni di casa, subito in gol con il settimo centro di Nzola, su un pallone messo in area dalla destra da Gyasi (non chiude Czyborra), e con il compagno decisivo e lesto nell’anticipare Radovanovic. Ma il vantaggio spezzino dura poco, perché da un errore di Chabot nasce il pari rossoblù, con Destro che raccoglie l’invito di Pandev dalla corsia esterna. Uno a uno e il risultato non cambia sino all’intervallo: Genoa attento a non lasciare troppo spazio al tridente di casa, pronto a scalare con Ghiglione e Czyborra sulla linea dei difensori in fase di non possesso, e lo Spezia meno sciolto rispetto alle ultime prestazioni. Poi, nella ripresa l’episodio-chiave, con il contatto di Terzi su Behrami: il consulto con la Var convince il signor Massa a fischiare il rigore, e Criscito fa centro. Vani i tentativi finali dello Spezia, che si scopre e per un soffio subisce l’1-3 con Scamacca.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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24/12/2020 00:42

Il Benevento continua a stupire: 2-0 a Udine, Inzaghi ora è decimo

Colpo dei campani, che passano in avvio con Caprari e raddoppiano con Letizia nel finale.
Troppi gli errori sottoporta dei friulani


Francesco Sessa


Due lampi, uno per tempo, fanno volare Inzaghi e fermano la corsa dell'Udinese. Il Benevento passa 2-0 alla Dacia Arena con le reti di Caprari e Letizia: in mezzo una partita di sacrificio per gli ospiti, che si chiudono e vengono più volte graziati da Lasagna, impreciso sotto porta. I bianconeri interrompono la striscia di sei risultati utili consecutivi in campionato, il Benevento replica la vittoria contro il Genoa e si porta a diciotto punti in classifica.

SUBITO CAPRARI — Gotti ripropone nove undicesimi della formazione titolare vista contro il Cagliari: dentro Arslan, in mezzo a De Paul e Pereyra, e Lasagna, al posto di Deulofeu, accanto a Pussetto. Confermata la difesa a tre con Becao, Bonifazi e Samir, sugli esterni Larsen e Zeegelar. Un solo cambio per Inzaghi rispetto alla vittoria contro il Genoa: a centrocampo torna Schiattarella, out Hetemaj; davanti Insigne e Caprari alle spalle di Lapadula. L'avvio di partita è vivace e molto intenso: grande occasione per Lasagna al 7' su palla di De Paul su secondo palo, volée mancina da pochi passi che si perde alta sopra la traversa. Ma a sbloccare il match è il Benevento: al 9' Arslan perde palla in uscita, Caprari calcia di sinistro dalla trequarti e pesca l'angolino. Rete figlia di un errore in impostazione ma anche di una pressione aggressiva e organizzata da parte degli ospiti.

LE OCCASIONI DI LASAGNA — Match vivo e frizzante: pochi secondi dopo Lasagna ha la palla del pari dopo velo involontario di Pussetto, pallone largo e seconda importante chance per l'attaccante bianconero. La formazione di Gotti alza il baricentro, gli ospiti si chiudono bene (preziosissimo Schiattarella) e provano a colpire in contropiede appoggiandosi su Lapadula. Dopo un avvio ricco di emozioni e qualche minuto più statico, al 27' Lasagna ha un'altra grande chance: Pussetto contrasta Montipò fuori dall'area, l'ex Carpi si ritrova il pallone e cerca il pallonetto da posizione defilata, non trovando la porta. Le maglie dei campani sono compatte in mezzo, i bianconeri passano spesso dagli esterni, ma riescono ad arrivare con facilità nei pressi dell'area di rigore: destro dal limite di Arslan al 34', deviazione di Schiattarella e pallone tra le braccia di Montipò. Il Benevento aspetta e riparte, ma sa alzare il baricentro quando porta la sfera nella trequarti avversaria: nel finale di tempo Caprari ci prova due volte dalla distanza in pochi minuti, non trovando la porta, ma confermando di essere in palla.

CARICA — "Dai che la vinciamo questa": De Paul, al rientro in campo per il secondo tempo, suona la carica ai compagni. E l'Udinese riparte con il baricentro alto e spingendo a caccia del pareggio, il Benevento non ci sta e si difende con attenzione: al 53' palla bassa di Zeegelar, deviazione pericolosa di Letizia che per poco non segna nella propria porta; due minuti più tardi torsione complicata di Pussetto sul secondo palo, pochi patemi per Montipò. Pereyra spesso si abbassa per accelerare la manovra, De Paul è il collante e il faro dei bianconeri: si gioca in una metà campo. Al 59' ci prova Becao: acrobazia in area su sponda di Pussetto, pallone altro sopra la traversa. A Inzaghi servono energie fresche e muscoli per difendere il vantaggio: dentro Tello e Dabo al posto di Ionita e Insigne.

SEMPRE LETIZIA — Gotti risponde con Walace e Deulofeu per Arslan e Bonifazi: l'Udinese passa al 4-3-3. Lo spagnolo entra alla grande con un break sulla trequarti e palla nello spazio per Lasagna, che sull'uscita di Montipò non cerca il colpo sotto e si fa murare dal portiere ospite. Quattro occasioni importanti per l'attaccante bianconero, quattro tentennamenti sotto porta. Si procede due cambi alla volta: Inzaghi sostituisce Lapadula e Improta, dentro Foulon e il giovane Di Serio. Tegola per Gotti: problemi per Deulofeu dopo un ottimo ingresso in campo, dentro Nestorovski. Fuori anche Zeegelar per ter Avest: i bianconeri tornano con la difesa a tre e il tridente davanti. I minuti passano, la pressione dell'Udinese si allenta e il Benevento respira, sfruttando anche le tante interruzioni dovute ai cambi e ai numerosi contatti in mezzo al campo. E al 77' gli uomini di Inzaghi raddoppiano: gran palla di Caprari, Letizia entra in area dalla destra e con una botta da posizione defilata pesca l'incrocio dei pali. Terzo gol in campionato per il difensore bomber. Dentro Sau per Caprari: gol e assist per lui. Quella di Letizia è la classica rete ammazza-partita: l'Udinese non ha la forza di provare a riaprirla e nel finale il match si innervosisce. L'ultimo lampo della partita è la traversa piena di De Paul su punizione: Gotti non trova punti dopo sei partite, Inzaghi non smette di sognare in grande.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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24/12/2020 00:44

SERIE A 2020/2021 14ª Giornata (14ª di Andata)

22/12/2020
Crotone - Parma 2-1
Juventus - Fiorentina 0-3
23/12/2020
Verona - Inter 1-2
Bologna - Atalanta 2-2
Milan - Lazio 3-2
Napoli - Torino 1-1
Roma - Cagliari 3-2
Sampdoria - Sassuolo 2-3
Spezia - Genoa 1-2
Udinese - Benevento 0-2

Classifica
1) Milan punti 34;
2) Inter punti 33;
3) Roma punti 27;
4) Sassuolo punti 26;
5) Napoli(**) punti 25;
6) Juventus(**) punti 24;
7) Atalanta(*) punti 22;
8) Lazio punti 21;
9) Verona punti 20;
10) Benevento punti 18;
11) Sampdoria punti 17;
12) Udinese(*) e Bologna punti 15;
14) Fiorentina e Cagliari punti 14;
16) Parma punti 12;
17) Spezia punti 11;
18) Crotone punti 9;
20) Torino punti 8.

(gazzetta.it)

(*) Atalanta e Udinese una partita in meno (avverse condizioni meteo).
(**) Juventus-Napoli da rigiocare dopo il ribaltamento al terzo grado di giustizia sportiva (CONI)
e punto di penalizzazione di conseguenza restituito al Napoli.
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