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Il Campionato di calcio Serie A stagione 2020/2021 di SEXY FORUM

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2021 00:19
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30/01/2021 23:27

Inter, tutto facile col Benevento: 4-0 con la LuLa crescente



Al 7’ autogol di Improta, nella ripresa Lautaro si sblocca dopo sei gare e Lukaku firma la doppietta:
nerazzurri a 44 punti, sempre a -2 da Pioli e a +4 su Pirlo


Francesco Fontana

L’Inter risponde a Milan e Juventus e contro il Benevento fa il proprio dovere con un 4-0 senza storie: i tre punti arrivano con una deviazione sfortunata (di Improta al 7’ dopo una punizione di un Eriksen brillante), il ritorno di Lautaro, in gol al 57’ dopo sei partite – tra A e Coppa Italia – a secco e la doppietta di Lukaku. Così Conte (squalificato per due turni, in panchina c’è il vice Stellini) ottiene il massimo da un match non particolarmente dispendioso a livello di energie nel quale ha potuto dare una chance dal 1’ a chi aveva bisogno di giocare. Alla fine, lassù in classifica, non cambia nulla con l’Inter che rimane a -2 dal Milan e a +4 sulla Juventus, ok nel pomeriggio contro Bologna e Sampdoria. Il Benevento, invece, resta a quota 22 al dodicesimo posto.

TOCCA A ERIKSEN IN REGIA — Formazioni. Tutto confermato in casa Inter, comprese le quattro novità previste alla vigilia: dietro c’è Ranocchia con De Vrij che riposa, in regia fiducia a Eriksen al posto di Brozovic, dentro Gagliardini - preferito a Vidal - come mezzala sinistra con Perisic e non Young a sinistra. Per il resto, nel 3-5-2 di Conte, in difesa anche Skriniar e Bastoni con Hakimi e Barella a completare il centrocampo. Davanti, dopo la panchina del derby di Coppa Italia, ecco Lautaro al fianco di Lukaku. Dall’altra parte Inzaghi, nel 4-3-2-1 iniziale, punta su Impronta (out Insigne) e Caprari alle spalle di Lapadula. In mediana Hetemaj, Viola e Ionita con Barba, Caldirola, Glik e Depaoli davanti a Montipò. Arbitra Pasqua della sezione di Tivoli.


DEVIAZIONE SFORTUNATA — Pronti-via e Conte passa al 7’: punizione dalla destra di Eriksen (all’altezza dei 22 metri), Improta – nel tentativo di spazzare – svirgola e con il ginocchio buca Montipò. Passano 4’ e c’è il dubbio. Perisic perde palla, lancio di Depaoli per Lapadula, che va terra dopo un presunto contatto con Ranocchia: il nazionale peruviano chiede il rigore, Pasqua lascia correre (il contatto c’è, ma sembra fuori area). Il possesso è nerazzurro, anche se il Benevento – in attesa e alla ricerca del contropiede – non corre grossi rischi. Al 23’ azione insistita di Lautaro, che si crea lo spazio dopo un errore in uscita degli avversari e calcia a giro con la palla che va fuori non di molto. I minuti passano, Eriksen al 32’ impegna Montipò. Il danese è in palla, con Barella è il migliore dell’Inter finora. E 2’ dopo serve Hakimi con il contagiri, ma l’esterno (di testa) colpisce fuori. Il Toro non sembra brillantissimo, tra il 35’ e il 38’ ha due chance: prima calcia fuori da ottima posizione dopo un’azione confezionata con Barella, poi in area perde l’attimo e si incarta, commettendo fallo sul diretto avversario invece che calciare. È l’ultima potenziale occasione del primo tempo: si va negli spogliatoi con Handanovic con i guanti puliti, ma con un Benevento ancora in partita.


TORO-GOL, BIS DI BIGROM — Si riparte senza cambi, con l’Inter subito pericolosa grazie a un Eriksen ispirato: sinistro da fuori, palla deviata che va sulla traversa, sulla ribattuta Lautaro la mette dentro ma è fuorigioco. Decisione giusta, ma la gioia è solo posticipa di qualche minuto: al 56’ palla dentro per il Toro, bravo a controllare in mezzo a due uomini e a concludere sul primo palo. L’esultanza è rabbiosa, ci sta dopo sei partite (quattro in Serie A, due in Coppa Italia) senza sussulti. La rete è pesante, perché mette al sicuro il risultato con l’Inter che va in scioltezza: prima viene annullato un gol ad Hakimi (fuorigioco), al 67’ Lukaku firma il tris con un piattone sinistro dopo un pasticcio in disimpegno di Montipò e l’assist (voluto?) di Lautaro. Non succede molto altro nei 23’ finali, c’è giusto il tempo per la doppietta di Romelu, bravo al 78’ a concludere su assist di Sanchez, entrato al 74’ per il Toro. L’Inter può gestire e concentrarsi sulla prima semifinale di Coppa Italia contro la Juventus, il Benevento ripartire (nel prossimo turno c’è la Samp) sapendo che un 4-0 al Meazza non può incidere su quanto di buono fatto finora.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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31/01/2021 23:43

L'Udinese torna a respirare: colpo a Spezia con De Paul



I friulani tornano alla vittoria dopo oltre un mese,
l'ultima il 12 dicembre contro il Torino,
grazie al penalty realizzato dall'argentino.
Espulso al 75'


G.B. Olivero

Un rigore, due cartellini rossi per doppia ammonizione, altri sei gialli e alla fine l’Udinese vince al Picco e stacca di tre punti lo Spezia. È stata una partita sostanzialmente equilibrata, ma la maggiore qualità individuale ha consentito alla squadra di Gotti di creare qualcosa in più e di imporsi grazie alla trasformazione dal dischetto di De Paul, al termine di un’azione che ha coinvolto Pereyra e Deulofeu. Il gap tecnico tra le due formazioni era evidente e ha consentito all’Udinese di conquistare una vittoria importante che mancava dallo scorso 12 dicembre (3-2 contro il Torino).

PRIMO TEMPO — Il ritmo in avvio non è alto, le due squadre sembrano inizialmente determinate soprattutto a non concedere spazi. Gotti sceglie l’attacco leggero con Pereyra vicino a Deulofeu e un centrocampo in cui Walace si aggiunge a De Paul e Arslan per garantire il controllo del pallone. Lo Spezia prova a trovare spazio sulle fasce per armare con qualche cross la testa di Galabinov, ma il centravanti è lontano dalla migliore condizione e raramente partecipa al gioco. Al 20’ Bastoni effettua un ottimo cross per Gyasi che, incerto se colpire di testa o di piede, non riesce a sfruttare la situazione favorevole e consente a Musso di deviare in angolo. L’Udinese si avvicina a Provedel solo al 27’: angolo di De Paul, testata di Becao, palla alta. Nel finale del primo tempo la squadra di Gotti diventa più incisiva. Al 34’ Erlic è splendido nel fermare in scivolata Deulofeu lanciato da Pereyra verso la porta. Al 40’ lo stesso Deulofeu prende il palo esterno dopo un’azione personale che lo aveva portato a crossare e poi a riprendere la corta respinta di Erlic. Al 44’ l’Udinese segna con Arslan su assist di Pereyra, ma l’ex giocatore della Juve era partito in posizione di fuorigioco.

SECONDO TEMPO — All’inizio della ripresa arriva la svolta. Magia di De Paul che salta un paio di avversari e lancia Pereyra davanti a Provedel: il portiere è bravo a respingere, Deulofeu conquista il pallone e viene atterrato da uno sciagurato intervento di Chabot. Rigore indiscutibile che al 7’ viene trasformato da De Paul. Lo Spezia fatica ad arrivare al tiro, Italiano è pesantemente condizionato dalle assenze di Nzola e Piccoli e l’unica speranza arriva dalla superiorità numerica generata dall’espulsione di De Paul. Il capitano dell’Udinese viene ammonito al 26’ per fallo su Saponara e poi al 30’ per fallo su Acampora. Lo Spezia ci prova, ma i cross non sono il modo migliore per attaccare la difesa molto fisica di Gotti. Al 41’, poi, viene ristabilita la parità numerica per una sciocchezza di Saponara che, già ammonito, entra duro su Becao. Solo una fuga di Agudelo, vanamente inseguito da Nuytinck, porta un po’ di scompiglio nell’area friulana, ma a interrompere l’azione è Pereyra, il migliore in campo. E l’Udinese così conquista il successo.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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31/01/2021 23:47

Lazio, vendetta servita: 3-1 all'Atalanta e sorpasso con vista Champions

Pochi giorni dopo l'eliminazione in Coppa Italia con i bergamaschi,
la squadra di Inzaghi porta a casa i 3 punti e li scavalca in classifica.
In gol Marusic, Correa e Muriqi. Di Pasalic la rete per i nerazzurri



Quattro giorni dopo la sfida di Coppa Italia con l'Atalanta che eliminato la Lazio, ecco il bis, ma questa volta con vista Champions. Eh sì, perché la squadra di Inzaghi al Gewiss Stadium si vendica, porta a casa i 3 punti e sorpassa in classifica i bergamaschi (37 punti a 36).

PARTENZA SPRINT! — La Lazio parte a razzo. E dopo 3' sblocca il match grazie a un gran destro a giro di Marusic che sorprende Gollini. L'Atalanta sembra accusare il colpo e i biancocelesti cercano di approfittarne. Al 32', Immobile pennella un cross perfetto per Milinkovic-Savic solo in mezzo all'area, ma il suo colpo di testa viene toccato dal portiere dei bergamaschi e la palla finisce sul palo.

LA CHIUDE MURIQI — Nel secondo tempo, altro avvio supersonico della Lazio che, al 51', raddoppia. Rinvio di Reina, spizzata di testa di Immobile a centrocampo che libera Correa. L'argentino s'invola verso l'area, salta Gollini e insacca. Ma le emozioni non finiscono qui. Perché l'Atalanta non ci sta e al 79' Muriel si libera di Acerbi,calcia ma la palla sbatte sul palo. Sulla respinta Pasalic è il più veloce di tutti e accorcia le distanze. Pochi minuti dopo minuti dopo però, ecco il tris Lazio che chiude la partita. E a segnarlo è Muriqi su assist di Pereira.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
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31/01/2021 23:50

Cagliari beffato da Boga: il Sassuolo fa 1-1 al 94



Tra Di Francesco e De Zerbi finisce in parità così come era successo all'andata.
Al colpo di testa di Joao Pedro risponde la zampata dell'ivoriano in pieno recupero


Pierfrancesco Archetti

Boga riprende il Cagliari quando sta per iniziare l'ultimo dei cinque minuti di recupero e salva il Sassuolo. Il pareggio complessivamente è giusto anche se i padroni di casa, in vantaggio con Joao Pedro al 30' del secondo tempo, assaporavano già il gusto della vittoria che manca loro dal sette novembre. Devono digerire il verdetto che sa di beffa per come arriva, ma prima della rete rossoblù era stato il portiere Cragno a evitare la fuga degli ospiti.

LA TRAMA — Il Sassuolo fa la partita anche nel primo tempo, mentre il Cagliari è pericoloso in contropiede: Djuricic due volte manca il vantaggio per gli emiliani. Prima tira fuori su una ripartenza rifinita dal cross di Caputo. Poi invece inquadra lo specchio con un bel colpo di testa su invito di Rogerio, ma Cragno è eccellente nella reazione e mette in angolo, come aveva fatto a inizio gara su avvitamento di Locatelli. Anche il Cagliari però ha un paio di occasioni per segnare, la più nitida capita a Nainggolan: il suo destro dal limite colpisce il palo. Pure Ceppitelli e Joao Pedro ci provano inutilmente.

BOTTA E RISPOSTA — Sassuolo ancora senza Berardi, ma anche Chiriches è fuori uso e accanto a Ferrari viene confermato Marlon. Un punto nelle precedenti tre partite per De Zerbi, quindi anche nel secondo tempo il Sassuolo spinge per cambiare il suo destino, però trova ancora Cragno miracoloso su un colpo di testa di Traore. L’assenza dello squalificato Nandez si fa sentire a centrocampo nel Cagliari. Fra l’altro anche Duncan, uno dei tanti ex della partita, deve restare fuori, causa un risentimento muscolare. Di Francesco sistema Oliva come regista centrale affiancato da Marin e da Deiola, appena tornato dal prestito allo Spezia. Il Cagliari cerca spesso di saltare la zona centrale con i lanci o le entrate sul fianco sinistro. Però nella ripresa resta ancora più bloccato dietro. Quando entra Sottil, insieme a Pavoletti, Di Francesco ha un'arma più veloce per le ripartenze: la rete del vantaggio passa anche dai suoi piedi. È lui a suggerire per Marin, sul cui cross perfetto Joao Pedro è bravo a saltare tra i difensori e a battere di testa Consigli. Poi il Cagliari sembra chiudere tutte le porte a un Sassuolo nervoso, ma ne lascia una aperta sull’ultimo cross, di Oddei. Sull’altro lato Boga sbuca alle spalle di Sottil e pareggia.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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31/01/2021 23:55

Destro implacabile, il Genoa non si ferma più: 3-0 a Crotone

Continua la serie positiva della squadra di Ballardini,
alla terza vittoria nelle ultime quattro gare, tutte concluse senza subire reti.
Per i calabresi, la salvezza si complica sempre di più


Alex Frosio


Il Genoa non si ferma più. Contro il Crotone arriva la terza vittoria nelle ultime quattro, nelle quali non ha preso gol: così Ballardini si allontana dalle zone calde e inguaia sempre più Stroppa. Finora allo Scida i calabresi avevano costruito la loro pur modesta classifica. Vittoria netta, partita comandata dal Grifone.

PARTENZA FORTE — Il Crotone propone dall’inizio Di Carmine arrivato da due giorni, a fianco di Simy, e gioca il primo tempo a favore di vento, che soffia forte e sembra spingere la partenza forte della squadra di Stroppa. Messias prova subito a sfruttare la spinta eolica su punizione, calcia forte ma centrale al 7’, ma è una promessa che il Crotone non mantiene. I calabresi cercano la costruzione dal basso, ma è sempre sporca e per questo costretta al rilancio. Così, nonostante il favore del vento, sembra il contrario, perché il pallone crotonese viene sempre risputato sulla trequarti. Quando va bene, perché quando va male – Cordaz contrastato da Destro, Shomurodov per Badelj che sbaglia il controllo al 18’ – fa correre grossi rischi. Il vento contro non crea grandi problemi al Genoa. Anzi, ne sfrutta le deviazioni strane. Al 24’ infatti Magallan intercetta di testa un lancio delle retrovie ma arretra e non aggredisce, così Shomurodov, Destro e Zajc – che sbaglia cercando l’assist invece di calciare – costruiscono il vantaggio: Destro infatti arriva sulla respinta corta della difesa crotonese e incrocia imparabilmente per l’ottavo gol personale. Dire “rinato” è un eufemismo. E tutto il Genoa è rigenerato. Pieno di autostima e sicuro dietro grazie alle letture di Radovanovic, corre in avanti e aggredisce con gli esterni: da uno all’altro al 29’ per il raddoppio, con il cross di Zappacosta per lo splendido sinistro al volo incrociato di Czyborra. Ma Pedro Pereira denuncia ancora la disattenzione della peggior difesa della A. Il Crotone è stordito, non riesce nemmeno a innescare Junior Messias che si becca pure un’ammonizione per fallo su Criscito. Pesante: diffidato, il brasiliano salterà il Milan.

CONTROVENTO — Al rientro in campo, controvento, il Crotone ha Rispoli al posto di Pereira (mezzo infortunati dal 15’ del primo tempo) e cerca di alzare il ritmo. Ma al 5’ il Genoa colpisce ancora e di nuovo con Destro, che sul cross di Zajc spunta tra Marrone e Magallan e insacca tris e doppietta persona. Fanno 8 gol nelle ultime 8 partite, 9 reti in totale considerando la prima, all’andata proprio con il Crotone. Se i calabresi hanno mai dato segnali di vita, stavolta non reagiscono più. Entra Riviere per Di Carmine, di là Melegoni e Pjaca per Zajc e Shomudorov, con il croato che al 23’ ha un buono spunto in area ma il suo sinistro gira largo. Altri cambi, unici episodi da annotare: Eduardo e Djidji, di là Pandev e Ghiglione e anche Behrami per l’ottimo Strootman. I contenuti scemano. Al 44’ slalom di Benali e destro, Perin devia sul palo per salvare la striscia di imbattibilità, nel recupero Cordaz respinge una conclusione di Pandev.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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31/01/2021 23:59

Contro il Parma Napoli brutto ma vincente: 4° posto agganciato



Gran gol di Elmas al 32' e raddoppio all'82' di Politano dopo un secondo tempo
gestito meglio dagli uomini di D'Aversa che però restano penultimi con 13 punti.
Palo di Insigne che manca ancora il gol numero 100


Maurizio Nicita

Il Napoli si scopre brutto e vincente. La squadra di Gattuso ancora non è guarita, la prestazione contro un Parma spuntato non è di quelle che entusiasmino, ma dopo la batosta di Verona, il gruppo ha saputo compattarsi e rialzarsi. Il 2-0 al Maradona non è per esteti, ma ci dice che gli azzurri non hanno mai subito conclusioni vere in porta degli avversari e hanno saputo concretizzare abbastanza del poco creato. Ora mercoledì la sfida con l’Atalanta, scavalcata in classifica, nella prima semifinale di Coppa Italia si potrà affrontare (forse) con la testa un po’ più libera.

SPECCHIO... DEFORMATO — Le squadre si schierano entrambe col 4-3-3 ma l’interpretazione è completamente diversa. Perché in fase offensiva il Napoli tiene basso solo Demme in mediana, con le mezzali proiettate. Per rinsaldare le fila D’Aversa preferisce tenere spesso Kucka sulla linea dei centrocampisti per non lasciare spazi sulle fasce alle catene azzurre. Ne viene fuori una partita abbastanza bloccata col Parma che riesce ad addormentare i ritmi della gara, che raramente Insigne e compagni riescono ad alzare. E così gli unici grattacapi per gli emiliani arrivano dagli scatti sulla destra di Lozano, che costringe spesso al fallo i difensori, portando all’ammonizione prima Gagliolo e poi Pezzella (alla fine saranno 4 i gialli provocati dal messicano). Il primo impegno per Sepe, nato e cresciuto a Napoli anche calcisticamente, è un tiro a giro di Insigne: parata non problematica. Per il resto il Parma si difende col possesso palla, ma non crea alcun pericolo al Napoli. Dopo mezz’ora sonnolenta ecco la fiammata. A dare velocità all’azione è Elmas che prende palla nella propria metà campo e agisce in percussione. Non trova grande contrasto nella mediana avversaria e così sfonda centralmente concludendo cn un sinistro sul quale Sepe nulla può. Nel finale altra occasione buona dei padroni di casa con Petagna che crossa teso in mezzo e la deviazione di Lozano al volo non trova il bersaglio.

DENTRO HERNANI — Nella ripresa D’Aversa inserisce il brasiliano Hernani in mediana per dare più imprevedibilità. E ora il Parma trova un po’ di profondità con Corneliusson che non trova lo specchio. Per vedere la prima parata per Ospina, in presa troppo semplice, bisogna attendere un’ora abbondante e un colpo di testa di Gervinho che sembra più un retro passaggio. Ma il Parma prende coraggio e Kurtic alza di testa un buon cross di Conti. il Napoli subisce un po’ la pressione e Gattuso inserisce un terzo centrale - Maksimovic - per una difesa a tre che contrasti le torri del Parma. Gli azzurri però non rinunciano al contropiede ed ecco arrivare nel finale il 2-0 con un sinistro d Politano, deviato da Osorio. C’è pure il tempo nel finale per un palo di Insigne. Ma il Parma proprio non riesce a tirare in porta e per D’Aversa questo è un problema grande.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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01/02/2021 00:02

La Roma (ancora senza Dzeko) liquida il Verona e torna al terzo posto

Dopo lo Spezia, bis giallorosso all’Olimpico:
gol di Mancini, Mkhitaryan e Mayoral, tutti nel primo tempo.
Per i veneti segna Colley


Andrea Pugliese


Tutto nel primo tempo, dove la Roma costruisce la sua vittoria e si riappropria del terzo posto, rimettendosi alle spalle quella Juventus a cui farà visita sabato prossimo. Il 3-1 finale porta la firma di Mancini, Mkhitaryan e Borja Mayoral, ma a brillare sono stati anche Pellegrini, Ibanez e Spinazzola. Per il Verona, invece, un primo tempo assurdo, senza praticamente mai essere dentro la partita. Nella ripresa Juric ha cambiato un po’ tutto e trovato una squadra completamente diversa da quella precedente. Ma oramai era davvero troppo tardi per raddrizzare i giochi.

BUM BUM BUM — Fonseca e Juric si schierano a specchio, con un 3-4-2-1 fatto di scontri e duelli, soprattutto in mezzo al campo. In tribuna c’è Roberto Mancini che dà il suo bentornato ad El Shaarawy, mentre Dzeko fa più o meno lo stesso con il giovane Reynolds, svolgendo a tutti gli effetti il compito di capitano della squadra. La Roma però deve rinunciare quasi subito a Smalling, uscito dopo 12’ per l’ennesimo problema muscolare di questa stagione (stavolta al flessore della coscia sinistra). L’equilibrio dura solo una ventina di minuti, perché poi la Roma piazza tre gol uno dietro l’altro in appena 9 minuti (dal 20’ al 29’). Ad aprire le danze è Mancini di testa su angolo, poi il bis è di Mkhitaryan dal limite e il 3-0 lo sigla Borja Mayoral su respinta di Silvestri su conclusione da fuori di Pellegrini. Un’accelerata forte, improvvisa, decisiva, favorita anche dagli svarioni difensivi e da una prestazione choc di Silvestri. Sopra 3-0 diventa tutto scolastico per i giallorossi, anche se poi Veretout continua a correre ed a verticalizzare e Ibanez dietro giostra bene il reparto. Dall’altra parte, invece, Kalinic gioca sempre spalle alla porta e Zaccagni e Barak non riescono mai trovare spazi importanti tra le linee. A salvarsi, a conti fatti, è il solo Tameze, che in mezzo recupera e gioca tantissimi palloni.

REAZIONE GIALLOBLÙ — Nei primi minuti della ripresa la Roma va vicina più volte al 4-0 (due con Spinazzola e una con Veretout), allora Juric decide di cambiare tutto, abbassando Barak a fare la mezzala e mandando dentro Dimarco, Bessa e Colley (oltre a Lasagna, entrato già all’inizio della ripresa, per lui esordio in gialloblù). Il tutto funziona, perché il Verona trova energie fresche in Dimarco e Colley e maggiore equilibrio con Barak a palleggiare. Così arriva anche il 3-1 con Colley su assist di Bessa, anche se a essere compartecipi sono Spinazzola (errore in uscita) e Mancini (marcatura lenta). Il gol ridà fiducia ai veneti, con Colley pericoloso in un altro paio di occasioni. L’inerzia ora è tutta a favore dei veneti, che hanno più forza e intensità rispetto ad una Roma un po’ ferma sulle gambe. In contropiede, però, i giallorossi trovano anche gli spazi per fare ancora male, ma non riescono più a concretizzare come nel primo tempo. E allora finisce con una parata di Pau Lopez su Lasagna e la Roma a festeggiare tre punti pesantissimi.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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01/02/2021 00:03

SERIE A 2020/2021 20ª Giornata (1ª di Ritorno)

29/01/2021
Torino - Fiorentina 1-1
30/01/2021
Bologna - Milan 1-2
Samdoria - Juventus 0-2
Inter - Benevento 4-0
31/01/2021
Spezia - Udinese 0-1
Atalanta - Lazio 1-3
Cagliari - Sassuolo 1-1
Crotone - Genoa 0-3
Napoli - Parma 2-0
Roma - Verona 3-1

Classifica
1) Milan punti 46;
2) Inter punti 44;
3) Roma punti 40;
4) Juventus(**) punti 39;
5) Napoli(**) e Lazio punti 37;
7) Atalanta punti 36;
8) Sassuolo punti 31;
9) Verona punti 30;
10) Sampdoria punti 26;
11) Fiorentina e Benevento punti 22;
13) Udinese e Genoa punti 21;
15) Bologna punti 20;
16) Spezia punti 18;
17) Torino e Cagliari punti 15;
19) Parma punti 13;
20) Crotone punti 12.

(gazzetta.it)

(**) Juventus-Napoli da rigiocare dopo il ribaltamento al terzo grado di giustizia sportiva (CONI)
e punto di penalizzazione di conseguenza restituito al Napoli.
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06/02/2021 21:22

Barella lancia l'Inter in vetta:
2-0 a Firenze e sorpasso al Milan



Al Franchi a segno anche Perisic: Conte sale a 47 punti, a +1 sul Milan che domenica sfida il Crotone


Francesco Fontana

Un’ottima Inter fa il proprio dovere e almeno per due notti guarderà tutti dall’alto in basso: a Firenze decidono un super Barella e un Perisic finalmente in palla, sono loro i men of the match che consegnano a Conte il primo posto in classifica a quota 47 punti, a +1 su un Milan che domenica, in casa contro il Crotone, proverà il controsorpasso. Decisamente positiva la prestazione dei nerazzurri contro una Fiorentina comunque coraggiosa, colpita al 31’ del primo tempo e al 7’ della ripresa: momento in cui, di fatto, la partita si è chiusa. Ora l’Inter si concentrerà sulla semifinale di ritorno in Coppa Italia contro la Juventus (martedì, a Torino, si cercherà di ribaltare l’1-2 subito a Milano), da domani i viola metteranno nel mirino la trasferta contro la Sampdoria, in programma domenica prossima a Marassi.

PERISIC DAL 1’, ECCO BORJA — In casa Inter - in maglia bianca da trasferta - Perisic vince il ballottaggio con Young per occupare l’out di sinistra, Sanchez (squalificato in Coppa Italia) quello con Lautaro per affiancare là davanti Lukaku. Per il resto nessuna novità per Conte (in tribuna per squalifica, al suo posto in panchina c’è il vice Stellini) rispetto all’undici ipotizzato alla vigilia: Handanovic in porta, difesa a tre con Skriniar, De Vrij e Bastoni con Hakimi, Barella, Brozovic e Vidal a completare il centrocampo. Per la Fiorentina - in completo viola - assenti per squalifica Milenkovic e Castrovilli, per infortunio Ribery (il provino di stamane non ha sorriso) e Caceres. Nel 3-5-2 di Prandelli spazio a Dragowski tra i pali, dietro al trio Martinez Quarta-Pezzella-Igor. In mediana ci sono Venuti, Bonaventura, Amrabat e gli ex Borja Valero e Biraghi. Arbitra La Penna di Roma.


INTER, FA TUTTO BARELLA — Pronti via e dopo 45’’ Barella si infila nella difesa viola e la mette in mezzo all’area piccola, Pezzella è attento e libera. Al 6’ è ancora Nicolò a essere protagonista, stavolta raccogliendo l’assist di Sanchez: destro di prima e Dragoswki semplicemente strepitoso, in tuffo sulla propria destra devia la palla con la manona sinistra. Bravissimo il portiere polacco. Il primo squillo della Viola arriva al 13’, con Eysseric che ci prova dal limite: il suo destro è out. È solo un episodio, perché è l’Inter a provarci. Ancora con Barella, sempre più il miglior centrocampista italiano: suo il gol al 31’ con un grande destro a giro dalla distanza dopo aver ricevuto palla da Sanchez. Applausi e nerazzurri avanti, anche se la Fiorentina prova subito a rispondere: passano 6’ e Handanovic si fa trovare pronto nella stessa azione prima su Bonaventura (deviazione decisiva sulla traversa) poi su Biraghi mettendoci il piedone. Al 43’ giallo per Perisic per un fallo su Venuti, al 46’ tutti negli spogliatoi dopo un colpo di testa (alto) di Lukaku.


CHE HAKIMI, PERISIC-GOL — C’è qualche problema per Vidal, out per una contusione al ginocchio sinistro: al suo posto, da inizio ripresa, Gagliardini. Cambia pure Prandelli: fuori Borja Valero, dentro Kouamé. Già al 52’, però, per la Fiorentina arriva la doccia fredda. Il solito Hakimi – ancora determinante – vola sulla destra bruciando Igor e offre un cioccolatino per Perisic, che da due passi con la porta libera non può sbagliare: 0-2 e match in discesa per i nerazzurri (croato sostituito all’80’, stanchissimo). Al 62’ Conte opta per il cambio annunciato: richiamato Sanchez, tocca a Lautaro. Il copione della gara non cambia, con la Fiorentina che fatica a reagire e l’Inter che ha parecchio campo per il tris. Tris che poi sprecano Hakimi (da ottima posizione perde l’attimo e non calcia in porta), Perisic e Gagliardini, sui quali è attento Dragowski. L’Inter è in gestione, ci provano anche Martinez con un tiro sporco e Skriniar, che al 78’ colpisce alto di testa. Poco prima (74’) Prandelli tenta il tutto per tutto inserendo momentaneamente Kokorin, Pulgar e Malcuit per Vlahovic, Eysseric e Venuti. Dentro anche Barreca per Biraghi a 8’ dalla fine, ma il risultato non cambia. Per la Fiorentina non è tutto da buttare, di fronte c’era un’Inter con la mentalità da grande squadra che torna a Milano meritatamente con i tre punti: martedì sarà tempo di Coppa Italia per tentare la rimonta.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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06/02/2021 21:26

Colpo grosso Spezia: Erlic e Gyasi piegano il Sassuolo



Tre punti pesanti verso la salvezza per la squadra di Italiano che non aveva mai battuto gli emiliani


Alex Frosio

Una vittoria preziosa e voluta frutto del coraggio e di un’idea di gioco molto forte. Lo Spezia fa tre passi avanti sulla strada della salvezza comandando in casa del Sassuolo dopo averne utilizzato le stesse armi: aggressione, palleggio, tattica. Spezia batte Sassuolo 2-1 e Italiano batte De Zerbi.

LA PARTITA — Il Sassuolo recupera Berardi ma solo per la panchina, lo Spezia si presenta senza centravanti, perché da 9 Italiano presenta Agudelo. Soprattutto, il tecnico dei liguri applica i principi cari a De Zerbi, quindi esasperazione dell’aggressione: sulla costruzione bassa del Sassuolo, infatti, salgono in pressione sei giocatori dello Spezia. I neroverdi non riescono a uscire, gli ospiti dominano la prima parte di partita, grazie anche ai raddoppi a sinistra di Bastoni, che con Gyasi mette due contro uno Muldur. Il primo pericolo però arriva dall’altra parte al 17’ con un destro improvviso di Verde toccato sulla traversa da Consigli. Sull’angolo successivo, un tiro di Ricci diventa un assist per Maggiore tutto solo davanti a Consigli, il tocco viene salvato sulla linea da Traoré. Non riuscendo a uscire pulito, il Sassuolo deve diventare più verticale. Non gli riesce fino al 25’, quando una linea diretta verso la metà campo avversaria, aiutata da un velo di Djuricic (con leggero tocco di tacco), libera Obiang che manda il 9 neroverde verso la porta: Caputo non sbaglia. Lo Spezia però insiste nel piano gara, mentre il Sassuolo perde Boga per infortunio al 37’: fino a quel momento, poco. E subito dopo, al 39’, lo Spezia pareggia: angolo di Bastoni e testata vincente di Erlic (Obiang lo perde in marcatura). Finale di tempo per il Sassuolo: al 42’ Traore manda in gol Djuricic, annullato al Var per fuorigioco (anche se non si capisce bene di chi). Al 45’ la miglior azione dei dezerbiani finalmente in costruzione dal basso: dalla destra a sinistra, Djuricic salta una marcatura e aziona Locatelli, da lì ancora a destra per la corsa di Muldur, passaggio per il tiro di prima di Traoré che Provedel disinnesca con un gran tuffo.

IL COLPO — La ripresa comincia con un colpo di testa di Maggiore che sfiora l’incrocio, ma il Sassuolo sembra più padrone del gioco. Italiano perde Terzi per infortunio e la difesa sembra perdere riferimenti. Poco male, perché rimedia Provedel: al 10’ sbarra la porta a Traore lanciato da Locatelli, al 13’ devia un destraccio di Haraslin a conclusione di un’azione neroverde sul perimetro. Al 19’ ecco Berardi, dentro per Djuricic, e Defrel per Traore, mentre di là c’è Farias per Verde. Il capitano del Sassuolo innesca subito Muldur, che però chiude male con il sinistro, mentre l’altro nuovo entrato, Defrel, stoppa una seconda palla al limite dell’area e conclude alto. La partita è viva e in equilibrio, a ogni ribaltamento. E al 33’ – dopo una chiusura di Locatelli su Agudelo che era scappato – angolo di Bastoni, testa di Ismajili (entrato per Terzi) e zampata di Gyasi. Due gol su due piazzati, non casuali perché in aria lo Spezia ha comandato. Assalto finale del Sassuolo anche con Raspadori, ma niente occasioni. Solo un dubbio nel recupero, con un contrasto vigoroso Erlic-Ferrari che l’arbitro Sacchi giudica non falloso (quindi niente Var). Non l’unica decisione controversa della sua direzione.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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06/02/2021 21:32

È un'impresa da grande Toro: da 0-3 a 3-3.
L'Atalanta si butta via



I nerazzurri dopo 21' sono già 3-0 con Ilicic,
l'autorete di Sirigu su tiro di Gosens e Muriel,
ma i granata hanno uno scatto d'orgoglio,
vanno in gol con Belotti e Bremer e nella ripresa trovano il meritato pari con Bonazzoli


Andrea Elefante

Lo chiameremo rimonToro: terza partita con Nicola e terzo pareggio in rimonta. Ma questo, da 3-0 a 3-3 sul campo di una squadra tosta e ambiziosa come l'Atalanta, vale più degli altri. La squadra deve crescere , ma il cuore c'è e dunque anche la determinazione per credere di poter rimediare, con due grandi finali di tempi, ad un folle black out che l'aveva portato sull'orlo del baratro. All'Atalanta invece è mancata le testa per gestire un comodissimo vantaggio: se il pensiero sia andato troppo presto alla semifinale di ritorno di Coppa Italia - mercoledì contro il Napoli - non è dato sapere: fatto sta che la squadra si è disunita, ha gestito malissimo il vantaggio e alla fine si è fatta sovrastare dal Torino anche dal punto di vista fisico. Un'altra grande occasione sprecata, e non è la prima: solo 6 punti nelle ultime cinque partite, e questi sono altri due persi che potranno pesare molto nella corsa europea.

LE SCELTE — Gasperini, oltre a Hateboer e Maehle, perde in extremis l'altro candidato a occupare la fascia destra, il croato Sutalo, per un problema alla caviglia (oltre all'ultimo arrivato Kovalenko, per una forma di gastroenterite). Così sceglie di mandare Gosens sulla fascia destra, lasciando Ruggeri sul suo piede. Davanti, nella linea offensiva del 3-4-3, ci sono Ilicic e Malinovskyi a fianco a Muriel, con Zapata risparmiato in vista del Napoli, come Djimsiti e Freuler. Nicola rispolvera Nkoulou (prima con il neo allenatore) per confermare la difesa a tre e lancia subito l'ultimo acquisto Mandragora come play, con Lukic e Rincon mezzali al suo fianco. Con Singo sulla fascia destra, il ballottaggio sulla sinistra fra Murru e Ansaldi si risolve a favore del primo. In attacco ancora la coppia Zaza-Belotti.

PRIMO TEMPO — Dopo 21' l'Atalanta sembra aver già risolto la partita: un solo rischio dopo 9’ (girata fuori di Zaza, sugli sviluppi di un inserimento di Rincon, con varie esitazioni nerazzurre), poi tre gol in meno di 7': prima Ilicic (14') brucia Bremer, che fin lì non aveva mai saltato, su cross in profondità di De Roon; 5' dopo il raddoppio, con strappo di Pessina per Muriel e assist dalla sinistra per Gosens, puntuale ad arrivare (con il destro...) sull'altro palo, nonostante il disperato tentativo di Sirigu, che la butta nella propria porta; altri due minuti e 3-0, con invenzione di Ilicic per Muriel, e colpo sotto del colombano dopo la respinta di Sirigu sul suo primo tentativo. Il Torino sembra frastornato, rischia il 4-0 (Bremer mura Gosens che si era accentrato e aveva mirato l'incrocio, stavolta con il sinistro), ma è a quel punto che l'Atalanta dà l’impressione di uscire mentalmente dalla partita. Rischia di prendere gol al 38', ma Gosens salva di testa su tap in di Murru a porta spalancata, e lo prende al 42', quando Palomino è ingenuo ad atterrare in area Belotti. Che si fa rispingere il rigore da Gollini, ma segna il 3-1 sulla respinta. Inerzia e approccio mentale ribaltati: il Toro prende coraggio e segna il 3-2 un minuto prima dell'intervallo: Izzo evita Palomino e crossa dalla sinistra, il tiro di Mandragora colpisce la traversa e sul rimpallo è Bremer a sorprendere tutta la difesa nerazzurra imbambolata.

SECONDO TEMPO — Fino alla mezz'ora, Atalanta e Torino più o meno si equivalgono: nessuno cerca con troppa convinzione il gol, le occasioni per muovere il risultato sono due per parte: al 18' Toloi chiude bene su Zaza lanciato verso la porta e subito dopo Zapata usa male un'ottima ispirazione di Miranchuk, alzando troppo il destro. Ancora un brivido per parte (traversa scheggiata da Singo d'esterno destro al 25' e palo colpito da Miranchuk al 32'), poi il coraggio e l'ultimo sforzo del Toro vengono premiati al 39': punizione di Verdi e Bonazzoli, entrato da poco, brucia di testa Toloi e Djimsiti per un pareggio che può essere una svolta per il campionato del Toro.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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06/02/2021 21:35

Ronaldo show e terzo posto: la Juve batte la Roma e la supera

Il campione portoghese segna il suo 16° gol in campionato dopo 13’,
il raddoppio arriva su una deviazione di Ibanez in anticipo su CR7:
giallorossi scavalcati in classifica, i bianconeri sono a quota 42


Livia Taglioli


La Juventus si impone 2-0 contro la Roma, la scavalca in classifica salendo al terzo posto a quota 42, centra la sesta vittoria consecutiva e batte l’ultima squadra fra le top 5 che finora le aveva resistito. Ronaldo ritrova la via del gol in campionato dopo quasi un mese, sale a 16 reti e sfiora la doppietta (come invece gli riuscì all’andata), con Ibanez che per anticiparlo realizza un’autorete. E' lui che ha fatto la differenza fra le due squadre in campo. L'Inter ora è a + 5, ma la Juve ha una gara in meno. La Roma manca invece l’occasione per la svolta, confermandosi “allergica” alle big, e alla Juve in particolare.

SENZA CUADRADO E DZEKO DAL 1' — Al via i due allenatori rinunciano a un "big" a testa nella scelta della formazione titolare, con Pirlo dà un turno di riposo a Cuadrado, che da quando è rientrato post Covid, 5 gare fa in Supercoppa, non era più uscito un minuto dal campo, salvo essere stato risparmiato nei 90’ di coppa Italia contro la Spal, Fonseca invece “riabilita” Dzeko, ma lo manda in panchina e consegna la fascia di capitano a Cristante e la seconda maglia d’attacco al confermato Mayoral, a far coppia con Mkhitaryan. I due giocatori saranno poi inseriti a ripresa avanzata, e il colombiano sarà pure decisivo nell’azione del raddoppio, mentre Dzeko riuscirà a farsi vedere solo per una deviazione che finisce fuori. Fra i giallorossi sono fuori fra gli altri anche Smalling e Pedro, con i neo acquisti El Shaarawy e Reynolds non ancora disponibili. La Juve invece deve fare a meno dello squalificato Bentancur, rilevato da Rabiot, e degli infortunati Dybala e Ramsey. Pirlo ripropone dietro Danilo, Bonucci e Chiellini, ma la novità è Alex Sandro, schierato a sinistra, con Chiesa spostato a destra. Davanti Morata torna ad affiancare Ronaldo. La Roma giovane di Fonseca vede Ibanez al posto di Smalling, con Karsdorf sulla destra a incrociare Alex Sandro e Spinazzola sulla fascia opposta a vedersela con Chiesa e Danilo. In mezzo, Villar, Cristante e Veretout, autore della doppietta del 2-2 dell’andata, si oppongono al trio bianconero Arthur-Rabiot-Mc Kennie, per due terzi il centrocampo che ha più convinto Pirlo ultimamente.

RONALDO E LA QUASI-DOPPIETTA — Parte decisa la Juve, con Alex Sandro in evidenza nei primi minuti del match. Ma entrambe le fasce vedono duelli arrembanti, con Chiesa che si vota a una partita di sacrificio su un attivissimo Spinazzola, mentre nel mezzo la Juve fatica un po' a trovare equilibri e distanze, tanto che la Roma, grazie all’intraprendenza dei suoi attaccanti e alla loro capacità di muoversi fra le linee, spinge con continuità arrivando spesso dalle parti di Szczesny. I giallorossi non riescono però a rendersi pericolosi, mentre la Juve mostra i colpi migliori. Uno di questi arriva al 13’: affondo di Alex Sandro, palla a Morata, e assist per Ronaldo, che altro non chiede. Stop di destro con la suola e conclusione di sinistro, letale per Pau Lopez. La Juve è in vantaggio per 1-0. La Roma continua a macinare il suo gioco, sfiora il pareggio con Cristante, il suo uomo-ovunque, poi rallenta il ritmo, mentre la Juve sposta in avanti il suo baricentro, e Ronaldo fa il resto: al 22’ trova la traversa, il rimpallo finisce fuori, lui tenta di convincere Orsato del contrario e finisce con una risata fra i due. Sul finire del tempo è Pau Lopez a impedirgli il raddoppio. Dopo circa un mese torna in campo Dzeko (per Mayoral, al 63’), con anche Diawara e Perez, Pirlo risponde inserendo Cuadrado e Kulusevski. E manco a farlo apposta, dopo una manciata di minuti i due bianconeri propiziano l’azione del raddoppio bianconero: al 70’ Cuadrado imposta, Kulu crossa in area rasoterra per Ronaldo, anticipato da Ibanez che mette alle spalle di Pau Lopez. Per Ronaldo una quasi-doppietta, per la Juve continua la corsa sull'Inter. A partire da martedì, col ritorno della semifinale di coppa Italia.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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07/02/2021 00:02

Il Genoa non si ferma più: doppio Pandev, Napoli battuto

La squadra di Ballardini dopo 26’ si ritrova già sul 2-0.
Gli azzurri, privi di Fabian Ruiz, Mertens, Koulibaly,
Ghoulam, accorciano con Politano nella ripresa


Filippo Grimaldi


Ma dove arriverà questo Genoa di Ballardini? La domanda resta sospesa, ma diciassette punti in otto partite e il due a uno al Napoli non sono affatto casuali e invitano a più d’una riflessione. Il Napoli esce sconfitto dalla doppietta di Pandev (inutile la rete di Politano nel finale) e certifica una crisi che va oltre i numeri, figlia in parte delle turbolenze e dei problemi della piazza partenopea. Il paradosso sta apparentemente nei numeri, in un primo tempo nel quale la squadra di Gattuso fa un gran possesso (66,2%, contro il 33,8 dei padroni di caso), ma trova oltre a un super Perin (almeno sei interventi importanti sino all’intervallo) e alla traversa di Petagna, anche un avversario che concede poco o nulla per vie centrali ed è sempre lucido, anche nelle fasi più complicate della gara. Era uno stress-test per due, ma il Genoa s’è presentato all’appuntamento con la ricca dote del Balla IV, mentre Gattuso è partito a handicap, senza cinque protagonisti importanti come Insigne, Osimhen, Mertens, Fabian Ruiz e Koulibaly. Assenze che, unite a un evidente calo fisico, ha impedito a Gattuso una rotazione corretta degli uomini.

MACEDONE DECISIVO — Fra i padroni di casa, Ballardini schiera Pandev titolare al posto dell’acciaccato Shomurodov, al fianco del confermatissimo Destro, con l’altra novità di Goldaniga al posto di Masiello. Il primo tempo è bellissimo, perché il Napoli prova subito a fare la partita, aggredendo il Genoa costretto in avvio a rimanere molto basso: la squadra di Gattuso è pericolosa già al 2’, quando su un errore di Pandev (2’), Zielinski può battere a rete: Perin respinge a terra. Ospiti apparentemente padroni, ma l’abito tattico creato da Ballardini ha davvero ben poche lacune, perché i rossoblù sono bravi ad uscire con pochi affanni anche dalle situazioni più complicate, con un cinismo prima sconosciuto. Così su questo canovaccio si inserisce a sorpresa l’improvvisa accelerazione del Genoa che all’11’ va a segno approfittando di un errore di Maksimovic, che manda a vuoto Demme, aprendo un’autostrada per Badelj: l’assist per Pandev è perfetto, ma il macedone segna senza esultare contro la sua ex squadra. Petagna e compagni ripartono, riuscendo però ancora una volta a trovare qualche varco solo sulle corsie laterali. Il numero uno rossoblù è bravissimo su Lozano (18’), e fortunato al 25’ sul colpo di testa di Petagna (traversa). Sulla ripartenza del Genoa, dopo una dura protesta di Gattuso per un presunto fallo a favore del Napoli, arriva il due a zero: il Grifone infila undici passaggi di fila e fa il 2-0 ancora con il macedone, implacabile davanti alla porta al termine di una combinazione Destro-Zajc. Il due a zero è un colpo pesantissimo per un Napoli che trova poi prima dell’intervallo ancora una volta Perin a opporsi su Elmas e Zielinski.

FORZE FRESCHE — Stessa storia nella ripresa: Genoa in controllo, Napoli più arrembante, grazie anche agli innesti di Insigne e Osimhen (fuori Zielinski e Petagna). Ma la partita non si sblocca. Gattuso deve sostituire Manolas (k.o. in uno scontro con Pandev) con Rrhamani, mentre Ballardini inserisce Behrami per Strootman e Scamacca per il macedone. Ritmi più bassi nella ripresa, ma dopo il secondo legno per la squadra di Gattuso (palo di Insigne) il Napoli trova il gol del 2-1 con Politano che riapre la partita subito dopo il palo di Insigne. Finale arrembante, con le dure proteste del Napoli per un contatto in area genoana al 49’ fra Scamacca e Mario Rui, ammonito però da Manganiello.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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08/02/2021 00:13

L'ex Caprari punge, ma Keita salva la Samp.
E a Benevento finisce 1-1

La squadra di Inzaghi si porta avanti con l'ex blucerchiato, ma si fa riprendere a 10' dal termine


Maurizio Nicita


Avanti adagio. Benevento e Samp pareggiano una gara che lascia rimpianti a entrambe le squadre. I padroni di casa, in vantaggio, nel finale rinculano troppo e consentono ai blucerchiati di alzare il baricentro, ritrovare coraggio e pescare il pari, “rischiando” anche di vincere. Perché Ranieri ha panchina più lunga e di qualità e perde l’occasione per vincere e avvicinarsi alle parti più alte della classifica. Comunque per i giallorossi un altro passetto verso la salvezza.

ASSETTI — Pippo Inzaghi deve rinunciare a Hetemaj - che prova prima della gara ma viene tagliato anche dalla distinta della panchina - e preferisce Tuia al centro della difesa, ché l’eroe dell’andata Caldirola (doppietta all’esordio in A proprio alla Samp) ancora non è al meglio. All’albero di Natale del Benevento, risponde l’elastico 4-4-2 di Ranieri - alla sua prima nello stadio Vigorito - con Torregrossa-Keita coppia d’attacco e centrocampo a rombo con Thorsby vertice avanzato. Per venti minuti buoni le squadre si studiano e non succede nulla. L’unica frase da registrare è quella di Claudio Ranieri che dalla panchina urla ai suoi: “La porta è da quella parte!”, visto l’insistenza in passaggi di tipo rugbistico. Il Benevento è attento a non scoprirsi, ma regala agli ospiti la prima occasione con un errore in disimpegno di Glik, Keita arriva al tiro immediato, ottima la risposta di Montipò, poi sulla respinta Torregrossa segna ma è in fuorigioco. Ancora un errore di Tuia in uscita favorisce Jankto e sul cross teso è ancora bravo il portiere del Benevento a uscire in presa bassa su Thorsby. Poi Torregrossa fallisce un tap in non complicato su un bel calcio piazzato tagliato di Candreva. Brividi in chiusura: con Montipò che sfodera il suo intervento migliore su girata rapida e precisa in porta di Keita. Contropiede finale dei sanniti con Caprari che vede deviata in angolo la conclusione sul secondo palo da Jankto.

LA LEGGE DELL’EX — La ripresa inizia con le stesse formazioni e un Benevento più incisivo in contropiede con Lapadula prima egoista (va da solo al tiro rimpallato) e che poi rimedia servendo un ottimo assist per Caprari. L’ex doriano ha lo specchio della porta spalancato ma col suo destro riesce incredibilmente a non centrare la porta. Arriva poco dopo il momento di riscatto però. Da Barba Caprari riceve una palla profonda che di sinistro, quasi dalla linea di fondo, rimette in mezzo teso e forte: ne esce fuori un tiro sul quale Audero si fa sorprendere sul suo palo. E l’esultanza di Caprari è polemica e rabbiosa (contro Ranieri?).

SVEGLIA SAMP — Blucerchiati in bambola che rischiano un paio di contropiede di Lapadula vicino al raddoppio. Poi Ranieri inserisce Daamsgaard a destra, mentre Inzaghi “abbassa” i suoi passando al 5-3-2 con Foulon a sinistra. Ma proprio da quella parte arriva sul fondo il danese e sul cross Keita anticipa tutti sul primo palo pareggiando. Sau ci prova con un tiro da fuori, alto. Il finale è solo Samp, con tre calci d’angolo consecutivi sui quali alla fine si salva la difesa sannita.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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08/02/2021 00:17

Milan a valanga: 4-0 al Crotone ed è di nuovo primato

Con un secondo tempo senza storia i rossoneri spazzano via i calabresi e rimettono l’Inter a -2.
Ibra (doppietta) a quota 501 gol nei club


Marco Pasotto


Le gerarchie in cima alla classifica sono ristabilite. Il Milan si libera in scioltezza del Crotone - un 4-0 che ha preso forma soprattutto nel secondo tempo - e, dopo un interregno interista durato un paio di giorni scarsi, si riprende il primato. La festa è totale in un fine settimana dove altre concorrenti dirette come Atalanta, Roma e Napoli, hanno perso punti importanti, e tutto va come doveva andare anche in chiave personale: Ibra mette a segno l’ennesima doppietta stagionale e firma i gol numero 500 e 501 nei club. Una cifra da sballo. Il Crotone prosegue il calvario in classifica ed è un peccato a giudicare da quanto offerto nel primo tempo. Il problema è che il secondo non è pervenuto: squadra svenuta, sdraiata e quindi severamente punita.

SCELTE E OBBLIGHI — Pioli intanto davvero non riesce a superare la maledizione dell’infermeria. Che pareva ormai semi-vuota, con una squadra finalmente dotata di alternative ottimali in tutte le zone del campo, e che invece ha dovuto per l’ennesima volta correre ai ripari. Stavolta in mediana: il tecnico rossonero nello spazio di pochi giorni ha perso Bennacer (bronchite) e Tonali (borsite), e così accanto a Kessie ha dovuto piazzare Meité. In avanti pareva potesse essere l’ora del ritorno di Calhanoglu, ma la maglia da trequartista è andata nuovamente a Leao, con il nazionale turco – senza i 90 nelle gambe - in panchina. In difesa al posto di Kjaer confermato la bella sorpresa Tomori. Stroppa ha deciso di schierare subito in attacco i due neo acquisti Di Carmine e Ounas, con Simy in panchina, mentre in difesa Djidji è stato preferito a Magallan, mentre in fascia Reca ha dovuto alzare bandiera bianca proprio nel riscaldamento, cedendo il posto a Pereira.

A VISO APERTO — Nel primo tempo la partita è stata decisamente gradevole e di questo va dato merito anche ai calabresi, che non sono mai stati nemmeno lontanamente sfiorati dall’idea di limitarsi a piazzare il pullman davanti alla porta di Cordaz. Il Crotone ha provato a giocarsela, non si è demotivato dopo lo svantaggio e ha creato anche un paio di pericoli importanti per Donnarumma. I rossoblù sono stati bravi soprattutto nell’uscire dalla consueta pressione alta del Milan. Che ovviamente ha fatto valere la differenza tecnica nei singoli e nelle giocate decisive, come è apparso ben evidente in occasione del gol annullato a Calabria (azione magnifica in profondità da Ibra – pizzicato in fuorigioco - a Leao e infine al terzino rossonero) e di quello di Zlatan, protagonista di un perfetto “dai e vai” con Leao, magistrale nel servirlo sulla corsa. Sulla sponda rossoblù la menzione d’onore nei primi 45 se la prendono tutta Ounas, motorino inesauribile e il più delle volte imprendibile sul centro destra (un’andatura praticamente doppia rispetto alla maggior parte dei rossoneri), e Benali, saggio ed efficace direttore d’orchestra. E’ stato proprio sulla destra che il Crotone ha creato i disguidi maggiori al Milan: prima Ounas ha costretto Donnarumma a un volo per nulla agevole e poi Di Carmine ha sprecato malamente di testa un’ottimo cross. Tutto questo nei primi nove minuti. Sull’altro versante Hernandez in fascia ha imperversato con insistenza, mentre Rebic e Saelemaekers hanno dovuto spendersi parecchio in doppia fase per tamponare le discese di Rispoli e Pereira.

PIOGGIA DI RETI — Nella ripresa i rapporti di forza sono migrati interamente a favore del Diavolo. I calabresi sono tornati in campo scarichi, sia mentalmente che fisicamente (Ounas, con la spia rossa fissa già da un po’, è stato sostituito dopo pochi minuti), e il Milan ha pasteggiato con piacere. Prima è stato Leao, imbeccato bene da Rebic, a chiamare Cordaz a un miracolo, poi sono arrivati altri tre gol che hanno certificato le batterie del tutto a terra dei rossoblù: sul secondo, di Ibra, Hernandez è entrato nel burro e Zlatan non aveva guardiani; il terzo è arrivato su angolo di Calhanoglu su colpo di testa di Rebic, non esattamente un corazziere; e il quarto a porta quasi spalancata, ancora di Rebic su assist di Calha. Così è tutto troppo facile.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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08/02/2021 00:21

Silvestri crolla solo nel finale:
Deulofeu protagonista, Verona battuto



L'attaccante spagnolo fa la differenza negli ultimi dieci minuti:
suo il tiro che ha portato all'autorete del portiere, sua la botta da fuori per il raddoppio


Pierfrancesco Archetti

Nella seconda vittoria consecutiva dell’Udinese il protagonista è Gerard Deulofeu. L’attaccante prima costringe all’autogol il portiere Silvestri, con un cross deviato in porta dal numero uno gialloblù. Poi fa tutto da solo e raddoppia con un destro dal limite. Succede tutto nel finale: l’1-0 è al minuto 83, il secondo gol al 91’. Proprio quando il Verona sembrava essersi ripreso dopo un primo tempo di grande difficoltà, è arrivato l’uno-due dei bianconeri.

LE OCCASIONI — L’inizio sembra equilibrato, ma la prima palla gol con un colpo di testa di Samir respinto da Silvestri al 25’ determina l’accelerata netta dei padroni di casa che ci provano in tutte le maniere prima della fine del tempo. Silvestri diventa protagonista dicendo più volte no a Deulofeu, Larsen e Walace, mentre Barak è provvidenziale deviando un tiro a colpo sicuro di Bonifazi a portiere battuto. La prima parte finisce con 7 tiri in porta a zero per l’Udinese, 6-1 i corner.

SI ROMPE L’EQUILIBRIO — Nel secondo tempo il Verona controlla meglio la gara e sembra tornare l’equilibrio iniziale. La partita è ricca di ex: Kevin Lasagna è il più fresco, già capitano dell’Udinese e da due settimane passato al Verona. L’attaccante è alla prima da titolare con l’Hellas, si muove in linea con Kalinic e Zaccagni in un tridente che però fa soffrire il Verona in fase difensiva. Lasagna resta così negli spogliatoi all’intervallo: Juric apre la ripresa con tre cambi ed entrano Ilic, Lovato e Magnani, escono anche Gunter e Dawidowicz. Faraoni potrebbe portare avanti i gialloblù ma calcia sull’esterno della rete, poi la partita ristagna. Nei bianconeri c’è il debutto da titolare di Fernando Llorente, torre offensiva che fa spesso da sponda a Deulofeu o ad altri compagni. Il suo appoggio nell’occasione di Walace è il riassunto dei suoi compiti. Mentre la prima volta senza De Paul viene risolta da Gotti affidando a Pereyra i compiti del leader fuori per squalifica. Nel secondo tempo Pereyra deve uscire, entra Nestorovski e Gotti azzarda il tridente. La rete che sblocca la gara nasce dall’ennesima distrazione del Verona a sinistra, con Dimarco che fa passare Deulofeu. Il secondo centro è un rinvio errato di Magnani su Molina che serve l’ex milanista e l’Udinese chiude in maniera trionfale.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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08/02/2021 00:25

È Barrow l’uomo derby, il Bologna si mette al sicuro.
Parma, adesso si fa dura



Partita decisa dalla doppietta di Barrow su assist di Sansone, nel recupero in gol anche Orsolini.
La squadra di D’Aversa resta penultima. Mihajlovic a +8 sulla zona salvezza


Matteo Dalla Vite

A fine gara il Tardini è avvolto dalla voce di Vasco Rossi che canta "Come nelle favole": per il Parma è un incubo e quella canzone sembra una beffa sonora perché l’inabissamento si fa sempre più pericoloso e perché uno 0-3 casalingo davanti a un Bologna praticamente perfetto fa male e non scatena certo pensieri belli. Ora la squadra di Sinisa è a dieci punti da quella di D’Aversa che dai suoi avrebbe voluto veder più rabbia (quella della ripresa) da subito: probabilmente il cambio di modulo per tutto il Lato A del match (un 5-3-2 indigesto) ha indirizzato malamente una gara in cui Barrow (doppietta) ha infierito con chiosa finale di Orsolini. Il Parma non vince in casa da ottobre e in assoluto dal 30 novembre: i nuovi acquisti daranno una mano perché validi ma certamente servirà più fame per togliersi dal terz’ultimo posto.

PARMA ANNODATO — D’Aversa, come detto, abbandona il tridente e cerca di mettere in difficoltà Mihajlovic con un 5-3-2, Conti da una parte e Gagliolo dall’altra a fare i quinti e davanti Gervinho e Cornelius: Pellé non è nemmeno in panchina, sito in cui trovano inizialmente posto Man e Zirkzee, altri due acquisti della corposa sessione di mercato invernale del Parma. Sinisa Mihajlovic non cambia spartito e, come previsto, mette Tomiyasu a destra e insiste con Barrow centravanti: fuori Palacio, alla quarta panchina iniziale di fila, e solito 4-2-3-1. Il dispositivo di D’Aversa non è ben digerito dai ragazzi crociati che, con evidenza, sembrano più disorientati che indirizzati con un gioco preciso e automatismi sicuri: così, un retropassaggio di Gagliolo a Sepe rischia di diventare un autogol clamoroso al minuto 11 sul quale non riesce a intervenire Skov Olsen; e così, poi, arriva il vantaggio del Bologna. La punizione che arriva da sinistra è di Sansone, palla sul secondo palo e Barrow la piazza di testa con Conti (il più vicino) in differita. E’ il 19’ e il Parma trova una scossa con Kucka (colpo violento ribattuto da Tonmiyasu) e Brugman (bella parata al 29’ di Skorupski). Sono petardi, perché il Bologna – più sciolto e sicuro delle proprie linee guida – va a prendersi il doppio vantaggio con ancora Sansone che imbuca la palla fra Conti e Bani servendo Barrow: colpo in diagonale di sinistro e al 33’ è 0-2.

SAN MUSA — Nella ripresa D’Aversa cambia tutto: uno alla volta mette dentro cinque uomini e, passando al consueto 4-3-3, comincia a chiudere il Bologna nella propria area: Skorupski è bravo su Cyprien e viene percorso da brividi per colpa di Gagliolo (palla a lato al 4’), Kucka e Mihaila, ma sostanzialmente il Bologna rischia lo 0-3 in più occasioni, un triplo vantaggio che non arriva per sprechi di vario genere soprattutto di Orsolini che poi si fa perdonare da Sinisa Mihajlovic quando mette il terzo gol in contropiede. Parma piallato, Bologna che risale al tredicesimo posto e con Barrow che dà una risposta piena nel ruolo di centravanti: doppietta, come fece un anno fa esatto a Roma quando il Bologna vinse all’Olimpico contro i giallorossi. Il 7 febbraio, insomma, diventa San Musa.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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08/02/2021 00:28

Ci pensa sempre Immobile:
la Lazio batte il Cagliari ed è quarta in classifica

Un gol del centravanti nella ripresa basta alla
squadra di Inzaghi per centrare la sesta vittoria consecutiva,
sardi ordinati ma quasi mai pericolosi


Nicola Berardino


La Lazio entra in zona Champions agganciando la Roma al quarto posto. Contro il Cagliari la squadra di Inzaghi conquista la sesta vittoria consecutiva, che corrisponde pure alla quinta interna di fila. Risolve ancora una volta Immobile: al 16’ della ripresa, è suo il gol-vittoria che lo porta a quota 14 in campionato. Tre punti faticosissimi da conquistare per i biancocelesti contro la formazione di Di Francesco che all’Olimpico risente della tradizione negativa(sono saliti a 10 gli stop di fila contro la Lazio), ma gioca con orgoglio e insegue sino all’ultimo il pareggio.

MURO SARDO — Rispetto alla formazione che ha vinto a Bergamo, Inzaghi fa i conti con la squalifica di Patric: prima da titolare per Musacchio, sulla destra della difesa, che può contare sul recupero di Radu. Di Francesco vede aggiungersi Deiola e Ceppitelli alla lista degli infortunati. In difesa debutta Rugani (parte dalla panchina Asamoah, l’altro rinforzo) e ritorna dal 1’ Walukiewicz. In avanti, Pavoletti preferito a Simeone. Campo appesantito dal temprale scatenatosi poco prima fella agre durato fino al quarto d’ora. Milinkovic premiato col trofeo della Lega come miglior giocatore di A del mese di gennaio. Avvio arrembante della Lazio. Cagliari compatto a presidiare gli spazi. Difficile per i biancocelesti farsi largo in area. Lazzari ci prova dalla distanza. Ma vanno all’attacco anche i rossoblù: sopra la traversa un colpo di testa di Rugani. Replica la Lazio con Luis Alberto, ma la conclusione dello spagnolo è scoordinata. Blocca Cragno un colpo di testa di Immobile. Alza il ritmo la Lazio. Prepotente discesa di Lazzari al 28’, a volo conclude Luis Alberto, Cragno devia in angolo. Ancora il fantasista al tiro con una parabola (a lato). Al 37’ Cragno è pronto a ribattere una pericolosa girata di Immobile. Attenta la squadra di Di Francesco in copertura (Zappa e Lykogiannis arretrano in difesa) ma pure a proiettarsi in avanti. Vano assalto della Lazio prima dell’intervallo.

CI PENSA IMMOBILE — Nella ripresa i biancocelesti ripartono all’attacco. Tentano di forzare con i traversoni di Lazzari. Al 7’ Lykogiannis si arrende dopo esser finito k.o. in uno scontro di gioco con Milinkovic. Gli subentra Tripaldelli che si mette subito in mostra lanciando all’attacco Marin che però sciupa calciando sopra la traversa. Fiondata di Immobile, sventata da Cragno. Insiste la Lazio e al 16’ passa in vantaggio con Immobile. Gran giocata del bomber innescato da un colpo di testa di Milinkovic: controllo in area, si muove e infila Cragno che tocca il pallone senza riuscire ad evitare il gol. Il Cagliari non si smonta. E due minuti dopo potrebbe pareggiare se il tiro di Pavoletti non venisse ribattuto da Lazzari. Al 19’ due cambi nella Lazio: escono Lazzari e Luis Alberto (volto imbronciato) ed entrano Lulic ed Akpa Akpro. La squadra di Di Francesco avanza il baricentro. Al 28’ Muriqi rileva Correa. Al 31’ Simeone sostituisce Zappa per accrescere il potenziale offensivo dei sardi. Marin prova a sorprendere Reina. Escono Leiva ed Musacchio per Escalante e Parolo. Sull’altro fronte, Cerri e Pereiro avvicendano Pavoletti e Nainggolan. Reina devia su un’incursione di Cerri: Pereiro calcia alto da buona posizione. Il portiere della Lazio si oppone anche a un tentativo di Nandez dalla distanza. Cinque minuti di recupero. Gara intensa sino all’ultimo istante. La Lazio intasca i tre punti e comincia a sognare in grande.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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08/02/2021 00:29

SERIE A 2020/2021 21ª Giornata (2ª di Ritorno)

05/02/2021
Fiorentina - Inter 0-2
06/02/2021
Atalanta - Torino 3-3
Sassuolo - Spezia 1-2
Juventus - Roma 2-0
Genoa - Napoli 2-1
07/02/2021
Benevento - Sampdoria 1-1
Milan - Crotone 4-0
Udinese - Verona 2-0
Parma - Bologna 0-3
Lazio - Cagliari 1-0

Classifica
1) Milan punti 49;
2) Inter punti 47;
3) Juventus(**) punti 42;
4) Roma e Lazio punti 40;
6) Napoli(**) e Atalanta punti 37;
8) Sassuolo punti 31;
9) Verona punti 30;
10) Sampdoria punti 27;
11) Udinese e Genoa punti 24;
13) Bologna e Benevento punti 23;
15) Fiorentina punti 22;
16) Spezia punti 21;
17) Torino punti 17;
18) Cagliari punti 15;
19) Parma punti 13;
20) Crotone punti 12.

(gazzetta.it)

(**) Juventus-Napoli da rigiocare dopo il ribaltamento al terzo grado di giustizia sportiva (CONI)
e punto di penalizzazione di conseguenza restituito al Napoli.
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13/02/2021 13:58

Subito Sansone, poi il pari di Viola sotto la neve:
fra Bologna e Benevento è 1-1



L'esterno la sblocca dopo appena 1', nella ripresa l'errore
di Skorupski e il pareggio col tacco del 10 di Inzaghi.
Le due squadre a quota 24 in classifica


Francesco Pietrella

Gol di tacco sotto la neve. Ancora Viola, sempre Viola, e il Benevento riacciuffa il Bologna nell'1-1 del Dall’Ara. Apre Sansone, pareggia il regista nonostante la tormenta. Lo stadio si tinge di bianco e accompagna il pareggio tra Miha e Inzaghi, in un match dove ha nevicato dal 15esimo del primo tempo fino alla fine.

RIECCO SANSONE — Pronti, via ed è subito Bologna. Barrow si fa beffe della difesa campana, salta un paio di uomini nello stretto e scodella in mezzo invece di tirare. Scelta giusta: Sansone capisce e segna a porta vuota col sinistro dopo un solo minuto di gioco. Rossoblù in vantaggio e urlo liberatorio dell'ex Sassuolo, al primo gol in campionato: non segnava in Serie A da più di un anno. L'ultima volta l'8 dicembre 2019 contro il Milan. Glik e compagni, però, alzano subito la testa e si affacciano dalle parti di Skorupski in tre occasioni: prima Viola (14’) col sinistro, poi Caprari con il destro (16’), ma l'attaccante colpisce il palo interno dopo la sua solita azione. Si accentra, dribbla e calcia forte. Stavolta non va però, e il pallone si stampa sul legno con Skorupski battuto. Alla mezz'ora , poi, l’ex Samp ci riprova calciando a giro, ma il polacco blocca. Il primo tempo si chiude con un destro largo di Tomiyasu a 2’ dalla fine, dopo una bella giocata di Sansone.

SUPER VIOLA — La ripresa si apre come si erano chiusi i primi 45’. Bologna in avanti ispirato da Barrow, il più in forma della banda Mihajlovic. Il gambiano fa il regista offensivo e prova le giocate, ma i rossoblù non riescono a chiudere il match. Così il Benevento ne approfitta. Dopo un paio di batti e ribatti in area iniziati da Lapadula e stoppati da Tomiyasu, capitan Viola trova il gol del pari con un bel colpo di tacco. Spalle alla porta, marcato stretto, il regista raccoglie la sfera nella mischia e segna la rete del venerdì battendo un incerto Skorupski: 1-1 dopo un'ora di gioco (61'). Partita ripresa. Tornato contro il Toro dopo diversi problemi fisici, Viola sigla il secondo gol in 4 partite e regala un pareggio d'oro a Pippo Inzaghi, ora a 24 punti come il Bologna. Gli ultimi 10’ sono la classica sfida tattica di cambi, mosse e contromosse: Mihajlovic dà una chance a Orsolini, Vignato e Palacio, Inzaghi risponde con Sau, Foulon e Roberto Insigne. Nessuna scossa però, solo tanta neve e un destro da fuori di Dabo che Skorupski gestisce agevolmente (89’). Poi stop, e le due squadre lasciano un Dall'Ara tinto di bianco con un pari.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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