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Campionato di calcio Serie A stagione 2018/2019

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2019 00:22
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Calhanoglu gol, Fiorentina al tappeto.
E il Milan crede ancora nella Champions



Una rete del turco nel primo tempo regala tre punti fondamentali
ai rossoneri per restare nella scia dell'Atalanta e credere al quarto posto.
Viola contestati e vivi solo nella ripresa


Alessandra Gozzini

Per il Milan era il vero snodo Champions: avrebbe continuato la corsa solo con i tre punti. Altrimenti si sarebbe fermato qui. Gattuso si è imposto ed è un successo fondamentale. La Fiorentina non aveva obblighi di classifica ma, come aveva spiegato Montella, giocava per l'onore. Non è bastato.

SUBITO CALHA — Nel primo tempo prevale nettamente la linea rossonera. È il Milan a fare la partita, a tenere la palla e a creare occasioni. La voglia di riagganciare il quarto posto vince su quella viola di ben figurare nel proprio stadio, dove la curva resta vuota nel primo tempo e dagli altri settori sottolineano l'insoddisfazione. Il primo pericolo è di Suso, che nonostante la posizione favorevole e il pallone sul mancino spara centrale su Lafont. Suso si rifà poco dopo, riuscendo in qualcosa di più difficile: un traversone tagliato che trova la testa di Calhanoglu. Anche il colpo di testa del dieci rossonero è un ottimo numero, ed è quello che porta il Milan in vantaggio. Rino sembra aver ritrovato i suoi due esterni d’attacco, anonimi per settimane. Calha era stato pericoloso anche con un tiro dalla distanza, mentre Kessie aveva sprecato da posizione decentrata. Tracce di Fiorentina zero.

BASTA UN GOL — Nel secondo tempo il Milan ricade in un peccato frequente: arretra e si ritrova impaurito. Un tiro a giro di Chiesa è alto poi però Donnarumma è impegnato due volte. La prima è bravo su Mirallas, altrettanto bravo a costruirsi l'azione e molto meno nella conclusione finale. La miglior parata di Gigio è però su Kessie, in un improbabile disimpegno difensivo. La mossa di Rino per ravvivare la squadra è Cutrone dentro per Piatek, senza gol da più di un mese. Il nuovo entrato non si presenta meglio: partecipa al contropiede ma spreca a lato. È l'unica vera occasione in un secondo tempo molto più modesto. Stavolta però l'errore di indietreggiare e calare di ritmo non è punito. E il gol di Calhangolu è più che sufficiente per la vittoria. Il massimo con il minimo: il Milan può continuare la sua lotta Champions. La Fiorentina è alla quinta sconfitta consecutiva.

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/05/2019 00:11
 
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Toro, che cuore! Due magie del Gallo ribaltano il Sassuolo



Belotti sbaglia un rigore nel primo tempo, ma si fa perdonare con due gol (uno su rovesciata).
In rete anche Zaza. Il sogno Europa per la squadra di Mazzarri continua


Marco Fallisi

A volte, per continuare a sognare di tagliare il traguardo, correre dritto e a testa bassa non basta. A volte serve fermarsi un attimo, prendere il tempo a chi ti sta addosso, saltare e rovesciare l’inerzia delle cose: se sei il Torino e in squadra hai Andrea Belotti, anche l’impensabile diventa possibile. E passare due volte in svantaggio dopo aver fallito un rigore sullo 0-0, non riuscire a far girare il match dalla parte giusta nonostante un’ora di superiorità numerica e vivere 82 minuti di incubo, tutto questo all’improvviso diventa un sogno che continua perché il Gallo la ribalta per davvero. Nella sostanza e nella forma. Rovesciata letale: 3-2 al Sassuolo (con doppietta del capitano) ed Europa lì, dove si sono accomodati i ragazzi di Mazzarri. Il Toro, 8 gare di fila senza perdere, sale a quota 60 – record granata nell’era dei 3 punti −, si piazza al sesto posto e si gode un pomeriggio in Europa League. Stasera a Roma si vedrà: se la Juve non è ancora in vacanza…

l'INIZIO CHE NON T'ASPETTI — Con il Toro affamato di punti per l’Europa e il Sassuolo già tranquillo, il copione della gara dovrebbe seguire le trame attese alla vigilia, invece il primo tempo è un susseguirsi di colpi di scena. Perché i granata spingono e si rendono pericolosi come devono, sfruttando i movimenti di Berenguer che si allarga spesso a sinistra e toglie punti di riferimento alla difesa emiliana, ma anziché colpire inciampano. Belotti sciupa la chance d’oro per mettere subito il match in discesa calciando alle stelle un rigore concesso al 17’ dopo review alla Var (mani di Magnanelli in area). E dieci minuti dopo la banda Mazzarri si ritrova addirittura sotto: rasoiata da fuori di Bourabia che sorprende Sirigu. Finita? Macché: il centrocampista marocchino – ammonito in precedenza per un fallo su Izzo − esulta “incappucciandosi” con la maglia, alla Ravanelli per intenderci, Giacomelli estrae il secondo giallo e lo espelle. In 11 contro 10 il Toro si accende e cerca il pari, ma Consigli sbarra ogni varco: il portiere neroverde salva i suoi sul colpo di testa di Izzo (e su quello di De Silvestri quando la gara era ancora sullo 0-0), e ancora sui tentativi di Iago Falque (entrato al 22’ per Ansaldi k.o., l’argentino ha lasciato lo stadio in stampelle) e Belotti. Riassunto: Toro in svantaggio, Gallo al primo rigore sbagliato in questa A dopo averne trasformati 5 su 5 e Sassuolo in vantaggio senza Berardi in campo (out per febbre, come Aina tra i granata).


IL FINALE CHE NON T'ASPETTI — La ripresa si apre con una spettacolare rovesciata di Belotti: cross di De Silvestri e acrobazia del Gallo, sembra la fotocopia di quel gol segnato dal capitano sotto la stessa curva nell’agosto del 2017. Allora Consigli rimase di sasso, stavolta vola a toccarla sopra la traversa. Non bastano nemmeno le magie, sussurra qualcuno sugli spalti, e così la coppia granata il pari lo confeziona all’11’ con una azione meno cinematografica ma finalmente efficace: il terzino affonda sulla destra e mette in mezzo un pallone basso su cui Belotti si fionda con forza e precisione, Consigli si arrende. Il Toro, che nel frattempo ha aumentato il peso lì davanti con l’ex neroverde Zaza, accerchia la banda De Zerbi cercando ampiezza sulle fasce e precisione con le imbucate centrali. Le occasioni si ammucchiano nell’area del Sassuolo, con Zaza vicino al gol almeno tre volte e il solito Consigli a dire di no, ma agli ospiti basta affacciarsi una volta dalle parti di Sirigu per confezionare il secondo clamoroso vantaggio: al 26’ Boga salta secco Moretti e impegna il portiere granata, respinta corta che Lirola corregge in gol di tacco. Il Toro vede le streghe ma trova la forza di cambiare panorama: al 36’ Zaza raccoglie l’invito di Meité e fa 2-2, un minuto e va in scena il capolavoro di Belotti (assistito sempre da De Silvestri). Sì, adesso lì davanti ci sono le stelle.

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/05/2019 19:16
 
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Sprint Udinese: tris al Frosinone e sorpasso sul Genoa



La squadra di Tudor conquista tre punti vitali in chiave
salvezza grazie alla doppietta di Okaka e al gol di Samir.
Inutile la rete di Dionisi nel finale


Nicola Berardino

L’Udinese torna a vincere in trasferta dopo otto mesi (23 settembre, 2-0 col Chievo) e incassa a Frosinone tre punti d’oro verso la salvezza, mantenendo due lunghezze di vantaggio sul terz’ultimo posto dell’Empoli, vittorioso contro la Sampdoria. Sul campo del già retrocesso Frosinone, una doppietta di Okaka intervallata dal gol di Samir, blinda la vittoria già nel primo tempo. La rete dei ciociari arriva sui titoli di coda con Dionisi ed è il giusto riconoscimento per una prova che non ha lesinato orgoglio.

TRIS D'ASSALTO — Squalificato Sportiello, tra i pali del Frosinone c’è Bardi, al debutto stagionale. Baroni si affida al 3-4-1-2. In difesa torna titolare Capuano. In avanti, si rivede Ciofani. Nell’Udinese Tudor ricompatta la retroguardia con i rientri di Ekong e Samir. A centrocampo D’Alessandro si sposta sulla fascia sinistra e sulla destra avanza Larsen. De Paul arretrato nel 3-5-2 di base che però si trasforma con i suoi guizzi nel 3-4-1-2. Okaka affianca Lasagna in prima linea ed è proprio lui a sbloccare il risultato dando subito la svolta alla gara. All’11’ l’attaccante ex Watford porta via la palla sulla trequarti, punta l’area superando Sammarco e infila Bardi con un tiro angolato che subisce una deviazione di Ariaudo. Il vantaggio fa rifiatare i friulani, che avevano impostato l’avvio di gara in fase offensiva. Il Frosinone non avverte il colpo e avanza subito il proprio baricentro. La squadra di Baroni si impossessa della manovra e al 24’ si rende pericolosa con un doppio tentativo di Ciano sventato da Musso. L’Udinese arretra ma fino ai limiti dell’area. De Paul cerca sempre lo spunto nelle ripartenze e al 36’ impegna Bardi. Al 41’ una punizione pennellata dell’argentino spinge Samir al raddoppio con un colpo di testa. E tre minuti ancora De Paul si infila su un pallone di Sammarco, lancia in area Lasagna che smista su Okaka lesto a firmare la sua prima doppietta in A. Il 3-0 all’intervallo è ormai più di un’ipoteca sui tre punti per l’Udinese.

A SEGNO DIONISI — Nella ripresa il ritmo si abbassa complice anche un terreno via vai più pesante per la pioggia che si abbatte sullo Stirpe. Il Frosinone carica la propria generosità a caccia di varchi. L’Udinese controlla con sicurezza una gara decisamente in pugno. Al 17’ prima sostituzione tra i friulani. Al posto di Sandro entra Hallfredsson, che ha vissuto una fugace esperienza in giallazzurro sino a gennaio e viene accolto dai fischi del suo ex pubblico. Al 20’ cambio nel Frosinone. Dionisi rileva Ciofani. Pinamonti non approfitta di una disattenzione di Musso su un rinvio. Sull’altro fronte Bardi sventa su una botta dalla distanza di De Paul. E poi si oppone a Larsen in uscita: Lasagna calcia alto. Al 27’, a Ciano subentra Zampano. E al 31’ Nuytinck sostituisce Ekong. Musso devia un botta ravvicinata di Paganini. Al 35’, Maiello avvicenda Valzania. Al 40’ il gol del Frosinone: colpo di testa di Dionisi su corner di Beghetto. A 41’ Pussetto dà il cambio a Okaka. Ciociari all’attacco sino alla fine dei quattro minuti di recupero. Al fischio finale i giocatori di Tudor festeggiano una vittoria quanto mai importante sulla strada della salvezza.

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/05/2019 19:21
 
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L’Empoli batte la Samp e riapre la lotta salvezza



Farias e Di Lorenzo, sull’errore dal dischetto di Caputo,
tengono viva la speranza e inguaiano il Genoa.
Quagliarella sempre più re dei bomber


Filippo Grimaldi

Sorpresona: l’Empoli (con merito) fa il colpaccio (1-2) in casa di una Sampdoria che non s’è scansata, ma con pochi stimoli rispetto ai toscani e piomba così a meno uno dal Genoa (sconfitto ieri a Reggio Emilia dall’Atalanta) in classifica. La lotta per la salvezza, dopo il colpaccio dell’Udinese a Frosinone, rimane così ormai un duello a due fra la squadra di Andreazzoli e il Grifone. La Samp non s’è scansata, ma la fame dell’Empoli era ben altra cosa. Anche se, soprattutto nel primo tempo, i padroni di casa sono stati i padroni quasi assoluti del gioco. E dire che Giampaolo, in una squadra già priva dei due centrali difensivi titolari, ha dovuto rinunciare durante il riscaldamento a Defrel - il quale già in settimana aveva lamentato un fastidio muscolare - sostituito da Gabbiadini in attacco al fianco di Quagliarella, con Caprari arretrato come trequartista. La squadra di Andreazzoli ha provato a spingere forte in avvio, ed è stata pure sfortunata quando all’8’ Caputo ha avuto sul destro la migliore occasione per gli ospiti del primo tempo colpendo il palo alla sinistra di Audero su un’azione avviata da Traorè. E’ stata, questa, l’unica vera incursione dell’Empoli oltre la trequarti, visto che di lì in poi la Samp è riuscita a far valere sino all’intervallo la maggiore qualità dei suoi uomini. Quattro le occasioni per la squadra di Giampaolo (equamente divise fra Jankto e Quagliarella), ma Dragowski s’è confermato un fenomeno evitando il k.o.

SORPASSO — Il canovaccio è sembrato identico nella ripresa: ritmo non irresistibile, blucerchiati attenti, ospiti poco propositivi. Fino al patatrac blucerchiato che si compie all’11’, quando un pallone perso in fase difensiva dalla Samp consente a Traorè di servire l’assist vincente a Farias in mezzo all’area: gol dell’Empoli, toscani rianimati e lotta-salvezza riaperta. Già, perché da lì in poi la gara cambia volto. L’Empoli alza il suo baricentro, la Samp fatica a reagire, anche se Giampaolo inserisce Sau alle spalle delle punte e Vieira in mediana al posto di Ekdal. Al 29’, però, si compie l’impresa dei toscani. Tonelli aggancia Farias in area blucerchiata: dal dischetto Caputo si fa respingere il tiro da Audero, ma sulla ribattuta Di Lorenzo fa centro. Prima della fine, nel maxirecupero (sei minuti), c’è spazio però per il centro numero ventisei di Quagliarella, che dal dischetto (47’) firma il definitivo 1-2 dopo un fallo in area di Veseli su Sau.

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/05/2019 19:25
 
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Allan-Mario Rui, i bomber che non ti aspetti.
E il Napoli batte la Spal



Gli emiliani sotto, dopo la rete del brasiliano, trovano il pari dal dischetto con Petagna.
Ma il terzino portoghese nel finale fulmina Viviano e regala i tre punti ad Ancelotti


Mimmo Malfitano

Vince il Napoli, ma la Spal non ha demeritato. Torna al gol Allan che proprio a Ferrara aveva segnato la sua ultima rete nella passata stagione. E la vittoria arriva nei minuti finali, con un gran tiro di Mario Rui. Agli emiliani manca un rigore, mentre quello trasformato da Petagna è servito solo per il momentaneo pareggio.

FUORI INSIGNE — Vuole giocarsela, Leonardo Semplici. E, dunque, non risparmia nessuno dei titolari. C’è la possibilità di vivere un altro pomeriggio storico dopo la grande emozione provata nel battere la Juventus. È una partita, in ogni modo, che ha ben poco da chiedere al campionato: entrambe le squadre hanno raggiunto i rispettivi obbiettivi. Si gioca per onorare queste ultime giornate. Carlo Ancelotti non vuole rischiare chi non è nelle migliori condizioni e, così, lascia fuori Insigne e Mertens, fermati da problemi muscolari. C’è l’opportunità, allora, per Amin Younes di giocare nuovamente dal primo minuto, al fianco di Milik, mentre Luperto affianca Koulibaly al centro della difesa.

PALO MILIK — La prima azione pericolosa è della Spal, al 3’: il colpo di testa di Floccari, sul cross di Lazzari, finisce a lato. Il Napoli, in ogni modo, comincia a pressare, spingendo soprattutto a centrocampo, con Fabian Ruiz, mentre a sinistra l’asse Mario Rui-Younes è poco incisivo. Milik ricorda bene questo stadio, nel settembre di due anni fa, si ruppe il legamento crociato del ginocchio destro dopo aver subito lo stesso infortunio a quello sinistro durante Polonia-Danimarca, nell’ottobre 2016. Ma non sono i ricordi a spegnerlo, perché al 6’ colpisce prima il palo e sulla ribattuta trova la respinta di Viviano.

PROTESTE SPAL — La Spal reclama un rigore al 12’, quando Koulibaly entra in contrasto con Petagna. Abbattista non ha esitazione e fa proseguire il gioco, mentre dal replay pare netto il fallo del difensore napoletano. Stupisce che il Var, Piccinini, non abbia richiamato il collega quantomeno per rivedere l’azione. Lo stesso Petagna (25’) conclude tar le braccia di Meret da pochi metri. Alla mezz’ora, Semplici è costretto a sostituire Missiroli, contuso in un contrasto di gioco, al suo posto entra Schiattarella. Il Napoli è molto impreciso. Callejon, Younes e Milik difettano nell’inquadrare la porta e gli errori si susseguono.

SBLOCCA ALLAN — Ad inizio ripresa il Napoli sblocca il risultato con Allan. L’azione nasce da un rinvio debole di Viviano, intercettato dal brasiliano che dopo uno scambio con Younes trova l’angolo più lontano per il vantaggio napoletano. Il secondo tempo è un bel vedere, le azioni si susseguono da una parte e dall’altra. Meret respinge su Petagna (30’) dopo un errore in uscita di Fabian Ruiz. E la Spal trova il pareggio al 38’ quando Luperto atterra in area Floccari. Stavolta Abbattista non ha esitazioni e indica il dischetto. Alla battuta va Petagna per l’1-1.

EMOZIONI FINALI — Gli ultimi dieci minuti sono dominati dalle emozioni. Il Napoli ritorna in vantaggio con Mario Rui, al 43’ e Meret si supera per difendere i tre punti parando in rapida successione su Jankovic e Antenucci.

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/05/2019 23:40
 
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Mirante para, Florenzi e Dzeko segnano.
La Roma batte la Juve e spera ancora



Le reti nel finale condannano i bianconeri, senza vittorie da 3 gare.
Traversa di Pellegrini, palo di Dybala. I giallorossi sono ancora in corsa per la Champions


Andrea Pugliese

Una vittoria sofferta, voluta, festeggiata alla fine con tutto il cuore. Perché tiene a galla la Roma nei sogni di Champions e permette ai giallorossi di sperare ancora fino alla fine. A marchiare il successo giallorosso i gol nel finale di Florenzi e Dzeko, anche se un grazie speciale Ranieri lo deve tributare a Mirante, autore sullo 0-0 di almeno quattro parate fondamentali. La Juve ha gestito la partita a lungo, ma non è mai riuscita a chiuderla. E alla fine è stata punita da un colpo di genio di Florenzi e dal contropiede finale Under-Dzeko.

MIRANTE SUPER — Ranieri per la prima volta parte dal via con il 4-3-3, un po' per mettersi a specchio con la Juve e non soffrire troppo in mezzo al campo, un po' per mettere finalmente Zaniolo nel suo ruolo ideale, quello di mezzala. Allegri, invece, è senza 8 giocatori e con la Juventus va a caccia di una vittoria di prestigio, non avendo ancora mai vinto da quando i bianconeri sono diventati campioni d'Italia. E se nei primi 45 minuti i bianconeri non chiudono in vantaggio è solo per uno strepitoso Mirante, che compie tre parate clamorose su Cuadrado (6') prima e Dybala poi (16' e 28', con l'aiuto del palo). Insomma, a menare le danze è quasi sempre la Juventus, che palleggia e poi prova a verticalizzare all'improvviso. Ed è proprio così che i bianconeri costruiscono un paio delle tre occasioni da gol, con Cristiano Ronaldo che sulla prima di Dybala si porta a spasso mezza difesa giallorossa. E la Roma? È tutta lì, rintanata negli ultimi 25 metri, con il 4-3-3 che in fase difensiva diventa 4-5-1 e la voglia di rubare palla per ripartire. Succede bene al 18', quando El Shaarawy va in transizione e Pellegrini da destra colpisce la traversa, anche se l'impressione è che il centrocampista giallorosso colpisca male il pallone, volendolo mettere in mezzo e non tirare. Resta il pericolo, bissato poi da un'altra percussione laterale di El Shaarawy, il migliore tra gli uomini di Ranieri.


FLO ED EDIN — Nella ripresa la Roma prova allora a cambiare marcia, spinta come le succede da un paio di mesi a questa parte soprattutto dall'energia di El Shaarawy (pericolosissimo in un paio di occasioni). Il problema è che quando si allunga la Roma a tratti si sfalda. Così la partita scivola su Ronaldo, che prima è protagonista di un acceso faccia a faccia con Florenzi e poi riesce anche a segnare l'atteso gol (19'), annullato però per fuorigioco. Il portoghese ha una voglia immensa di gol, anche per accorciare su Quagliarella e provare fino alla fine a vincere la classifica dei marcatori. Nel frattempo Kluivert funziona a intermittenza, Mirante si distingue ancora su Emre Can e Zaniolo prova a metterci più fisicità rispetto al primo tempo. Così succede che al 35' Florenzi e Dzeko lavorano un bel pallone sulla trequarti, con il terzino che supera Szczesny in uscita con uno "scavetto" di qualità. La festa per il terzino giallorosso è sotto la curva per una pace attesa da tempo, con le telecamere inquadrate più tardi e quello "Spiderman…" urlato in diretta, mimando il gesto delle ragnatele. Non è finita, perché al 47', su uno degli ultimi tentativi della Juve di trovare il pari, Under si fa 40 metri palla al piede e serve a Dzeko la palla del 2-0, con il bosniaco che di piatto non sbaglia. Vince la Roma, che così può continuare a sperare ancora nella Champions. Per la Juve, invece, una sconfitta indolore e il rammarico di quel primo tempo chiuso sullo 0-0.

Fonte: Gazzetta dello Sport
12/05/2019 23:46
 
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Bologna-Parma 4-1, per Mihajlovic la salvezza a un passo



I rossoblù raggiungono la Fiorentina a quota 40.
Per D'Aversa e i suoi l'incubo retrocessione non si allontana


Luca Aquino

L'effetto Dall'Ara continua. Il Bologna centra la sesta vittoria consecutiva in casa e sostanzialmente chiude i conti in chiave salvezza riportandosi cinque punti sopra l'Empoli a due giornate dal termine. Dovrà invece ancora soffrire il Parma, che resta solo a +3 sui toscani. La squadra di D'Aversa – 1 sola vittoria nelle ultime 16 partite - è stata troppo rinunciataria ed è andata al tappeto sull'uno-due bolognese a inizio ripresa, con Orsolini e Pulgar protagonisti, incassando un pesante 4-1 dopo essere rimasta in dieci per l'espulsione di Bruno Alves.

BOLOGNA SPRINT — Mihajlovic ripropone Destro al centro dell'attacco con Palacio allargato a sinistra al posto dello squalificato Sansone e l'inizio del Bologna è tambureggiante. Nei primi dieci minuti, i rossoblù vanno tre volte vicino al gol, sorprendendo la difesa del Parma con palloni filtranti. Sepe è però prontissimo a sventare ogni minaccia: al 3' interviene su Destro, un minuto dopo su Krejci che approfitta degli spazi aperti da Palacio sulla corsia per inserirsi, e al 9' è ancora reattivo sul rasoterra ravvicinato di Orsolini. La furia rossoblù si placa dopo questo avvio sprint, il Parma riordina le idee con il 3-4-3 di D'Aversa che tiene gli esterni Gazzola e Dimarco bloccati a formare una linea a 5. Una conclusione larga di Gervinho, su una combinazione da calcio d'angolo all'11', è il primo e unico squillo, ma la manovra del Bologna alla lunga diventa prevedibile e frenetica senza impensierire ulteriormente Sepe, che si limita ad alzare sopra la traversa un angolo calciato direttamente in porta da Pulgar al 25'.

UNO-DUE ROSSOBLÙ — Il secondo tempo inizia ancora su ritmi bassi fino al lampo di Orsolini che, servito in area da Dzemaili, trova la coordinazione con il sinistro per sbloccare il risultato al 7'. Il Parma accusa il colpo, passano altri sette minuti e il Bologna raddoppia su punizione guadagnata da Dzemaili con Gervinho ammonito. Pulgar la piazza benissimo, centra il palo con la palla che carambola sulla mano di Sepe e finisce in rete. D'Aversa rischia tutto con il rientrante Inglese e Siligardi, ma le velleità di rimonta naufragano subito. Bruno Alves viene ammonito per fallo su Orsolini, il nervosissimo portoghese strattona il bolognese a terra e Pairetto estrae il secondo giallo che lo manda sotto la doccia.

RESTA CON NOI — Mihajlovic inserisce Santander per Destro, che non gradisce troppo, e il Bologna rischia di dilagare subito con Dzemaili, Pulgar e Palacio. Il terzo gol è nell'aria e arriva al 27' con l'incornata di Lyanco su angolo di Orsolini. Non c'è più partita, il Dall'Ara è in festa e alla mezz'ora parte il coro "Sinisa resta con noi", con Inglese che trova il gol della bandiera al 36' quando i rossoblù allentano leggermente la morsa. Non è però finita qui, perché negli spazi lasciati dal Parma si infila Pulgar che propizia l'autorete di Sierralta per il 4-1 definitivo, prima del debutto in A del giovane difensore Gabriele Corbo, primo millenial rossoblù.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/05/2019 23:53
 
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Apre Politano, chiude Perisic: Chievo k.o., l’Inter torna al 3° posto



I nerazzurri conquistano tre punti importanti per la Champions con un gol per tempo.
Omaggio del Meazza a Pellissier


Valerio Clari

Ci sono momenti per essere “pazza Inter” ed altri in cui un po’ di noiosa ordinarietà è quello che ci vuole. San Siro apprezza un 2-0 tutto sommato secondo programmi, anche se il secondo liberatorio gol arriva un po’ troppo tardi per i nervi provati da anni di tentati (e a volte riusciti) suicidi. L’Inter piega un Chievo senza troppi stimoli e con qualche ragazzo a fare esperienza per la prossima B, torna terza e torna a +4 sulle quinte: decidono Politano e Perisic, ancora non i centravanti. Lautaro gioca 10 minuti, Icardi i primi 80, combinando poco e beccandosi i fischi (non solo della Curva). Alla fine si segnala un uomo in mutande che gira per il campo: non è un folle, ma Sergio Pellissier, che aveva donato tutti i suoi indumenti a un pubblico che ne onora l’ultimo passaggio a San Siro. Cose belle. Meno belli i cori anti-napoletani con cui la Nord prepara la partita della prossima settimana. I cori razzisti potrebbero costare la chiusura del settore per l’ultima di campionato. Ultima a cui l’Inter spera di arrivare tranquilla: se così non sarà, servirà un’altra gara ordinaria, poco folle, matura. Basterà per l’obiettivo stagionale.

DOMINIO? — L’Inter passa dopo 39 minuti in cui aveva messo insieme 10 corner (tre di fila calciati sul portiere da Cedric), il 75 per cento di possesso palla, e due occasioni con Perisic (di testa, salva Bani e di piede, parato). Al 39’ è sempre Ivan , in posizione centrale ad andare via ad Hetemaj e calciare: la palla rimpalla su Cesar e finisce a Politano, che si sinistro sorprende tutti calciando sul primo palo: palla sul legno interno e gol. San Siro stavolta non trema ma respira: vorrebbe subito il secondo, per togliersi i cattivi pensieri. Così quando il giro-palla diventa un po’ troppo conservativo e compassato arrivano anche alcuni fischi. Le statistiche infatti parlano di un dominio, l’occhio vede una squadra dal ritmo un po’ basso e un centravanti, Icardi, poco coinvolto.

ICARDI E PERISIC — Due i sussulti della partita di Mauro, preferito a Lautaro in nome forse di una scientifica e pilatesca alternanza: tutti nel secondo tempo, prima un colpo di testa alto, a risposta mo’ di risposta all’unica vera occasione Chievo (Vignato fuori di poco), poi l’avvio di un contropiede rifinito da Nainggolan e chiuso da Perisic con un destro sul palo (19’). Quando a poco più di dieci minuti dalla fine Spalletti lo sostituisce con Lautaro il Meazza, in passato (e anche a inizio gara) diviso sul capitano, si ricompatta nei fischi, se non totalitari, maggioritari. Poco dopo entra Pellissier (applauditissimo), e visto che il risultato resta in bilico, fra il pubblico interista cresce un po’ d’ansia. Nonostante la superiorità numerica (espulso Rigoni per fallo su un positivo Asamoah) non si tira il fiato fino al minuto 86, quando Perisic raccoglie la respinta del palo di Cedric e infila il 2-0 (coi veronesi ha un conto aperto). Il Chievo era tappa di avvicinamento alla Champions, e in fondo così è stato. Ne restano due, con più salite.

Fonte: Gazzetta dello Sport
13/05/2019 23:57
 
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SERIE A 2018/2019 36ª Giornata (17ª di Ritorno)

11/05/2019
Atalanta - Genoa 2-1
Cagliari - Lazio 1-2
Fiorentina - Milan 0-1
12/05/2019
Torino - Sassuolo 3-2
Frosinone - Udinese 1-3
Sampdoria - Empoli 1-2
Spal - Napoli 1-2
Roma - Juventus 2-0
13/05/2019
Bologna - Parma 4-1
Inter - Chievo 2-0

Classifica
1) Juventus punti 89;
2) Napoli punti 76;
3) Inter punti 66;
4) Atalanta punti 65;
5) Milan e Roma punti 62;
7) Torino punti 60;
8) Lazio punti 58;
9) Sampdoria punti 49;
10) Sassuolo e Spal punti 42;
12) Cagliari, Bologna e Fiorentina punti 40;
15) Parma punti 38;
16) Udinese punti 37;
17) Genoa punti 36;
18) Empoli punti 35;
19) Frosinone punti 24;
20) Chievo(-3) punti 15.

(-3) Il Chievo sconta la penalizzazione per la sentenza del Tribunale della Federcalcio.

(gazzetta.it)
13/05/2019 23:58
 
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Okaka schianta la Spal, ma che fatica!
Udinese, vittoria salvezza

Successo importante per i bianconeri, che adesso aspettano i
risultati dei toscani e del Genoa per festeggiare la permanenza in A.
Primo tempo a senso unico, nella ripresa si sveglia la Spal ma non basta


G.B.Olivero


L'Udinese festeggia la salvezza - in virtù del successivo pari del Genoa col Cagliari - battendo la Spal in una partita che sembrava chiusa già all'intervallo e che poi si è improvvisamente riaperta nella ripresa.

PRIMO TEMPO — La chiave del successo contro la Spal arriva dalla testa ancor prima che dalle gambe e quindi dall'approccio alla gara: il gruppo di Semplici è salvo da tempo e per 45 minuti non mostra la consueta cattiveria, mentre i friulani sono ovviamente molto determinati. Non è un caso che le tre reti del primo tempo arrivino da calcio piazzato, ossia da situazioni in cui la differenza di concentrazione può emergere in modo evidente. Al 6' De Paul batte molto bene una punizione dalla trequarti e Samir è bravo ad anticipare tutti e a superare Gomis. Al 31' e al 35' arrivano due reti in fotocopia: angolo di De Paul, stacco vincente di Okaka, che colpisce indisturbato. La Spal difende a zona sui calci da fermo, ma l'attenzione è ai minimi termini e l'Udinese ne approfitta. Solo sull'1-0 la squadra di Semplici aveva avuto una grande occasione per segnare, ma dopo un tiro sporco di Lazzari la palla era giunta a Petagna che di destro da buona posizione aveva allargato troppo la conclusione.

SECONDO TEMPO — Dopo l'intervallo, però, la situazione cambia perché la Spal modifica il proprio atteggiamento: si vedono subito maggiore determinazione e cattiveria. All'8' Petagna salta Troost-Ekong e segna di destro e al 14' Valoti di testa sfrutta bene un cross da sinistra di Kurtic realizzando il 2-3 che preoccupa i friulani. Semplici inserisce Antenucci, Jankovic e Paloschi passando prima al 4-3-1-2 e poi al 4-3-3. L'Udinese è frenetica, gestisce male la palla e riparte con fatica mentre la Spal prende campo e sfiora il pareggio al 29' con un bel sinistro al volo di Kurtic che finisce sul fondo. Al 45' Antenucci si libera bene al limite dell'area, ma conclude alto e in pieno recupero una conclusione al volo di Lazzari termina in curva. I tifosi dell'Udinese, quindi, possono festeggiare: la salvezza è davvero vicina.

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/05/2019 00:17
 
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