Campionato di calcio Serie A stagione 2017/2018

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binariomorto
00sabato 17 febbraio 2018 23:59
Chievo-Cagliari 2-1: Giaccherini e
Inglese in gol, Pavoletti rete inutile

L'ex Napoli entra e segna il primo gol in gialloblù con una bellissima punizione,
nel finale Sorrentino salva i suoi: Maran torna a vincere dopo 10 gare



I gol di Giaccherini e Inglese, la paratona di Sorrentino. Il Chievo rinasce grazie ai suoi uomini simbolo e affonda il Cagliari. Il nuovo (Giak) che entra dalla panchina e firma su punizione il primo gol in gialloblù; il bomber (Inglese) che torna a segnare; il portiere (Sorrentino) che al 43’ del secondo tempo ci mette la manona e respinge il possibile 2-2 di Pavoletti. Non vinceva dal 25 novembre Maran (2-1 alla Spal in casa) e questi tre punti (dopo i 2 fatti in 10 partite) sono una manna per una classifica che si stava facendo preoccupante (ora, a quota 25, ha affiancato proprio i rossoblù). Il Cagliari, che ha offeso poco, torna a casa deluso. Senza Cigarini, fuori per infortunio, si è abbassato troppo nel secondo tempo e ha pagato. Svegliandosi solo quando ha preso i due schiaffoni alla mezzora della ripresa.

POCA ROBA — Il primo tempo offre poco. Il Chievo gioca ma non riesce quasi mai a essere pericoloso. Lopez fa fatica a fare gioco. Dopo 50 secondi ci prova Lykogiannis: il greco avanza sulla sinistra e tira in porta, Joao Pedro non ci arriva e la palla esce alla sinistra di Sorrentino. Il Chievo è messo meglio, ha quasi sempre il pallone sui piedi e prova a costruire. Al 10’ Joao Pedro regala una palla a centrocampo, Castro ha spazio sulla destra e il suo cross viene girato a lato da Inglese. Al 36’ occasione per Ionita. Il moldavo approfitta di un rimpallo in area ma tira tra le braccia di Sorrentino. Due minuti dopo l’occasionissima è del Chievo: Birsa, che si è guadagnato l’angolo, crossa sulla testa di Inglese. L’attaccante lascia sul posto Andreolli, la girata è perfetta, ma Cragno è superlativo e con la mano aperta ricaccia il pallone fuori dalla porta rossoblù.

FUOCHI D’ARTIFICIO — Il secondo tempo inizia come il primo, a ritmo non troppo alto. Al 9’ Cragno per poco non fa il patatrac, attaccato da Birsa sul passaggio all’indietro di Castan ritarda il rilancio di piede e butta via il pallone praticamente sulla linea di porta. Al 23’ cross di Birsa, ancora Inglese di testa e ancora Cragno risponde alla grande. Il Cagliari si fa schiacciare, Padoin e Barella non costruiscono, il Chievo macina soprattutto sulla fascia sinistra, dove Gobbi (ex mai dimenticato in Sardegna) sale di giri. La mossa della serata arriva al 25’, quando Maran mette dentro Giaccherini. L’ex Napoli ci mette 4’ per indirizzare la partita e cambiare, forse, la stagione del suo Chievo: la sua punizione dal limite è perfetta, scavalca la barriera e batte Cragno. L’entusiasmo gialloblù è dirompente e al 31’ ecco servito il raddoppio: Inglese, stavolta di piede, riesce finalmente a battere Cragno. Tutto finito? Niente affatto. Perché il Cagliari, d’orgoglio, si butta in avanti: prima Pavoletti fima il 2-1, poi di nuovo Pavo va vicinissimo al clamoroso pareggio, ma super Sorrentino, fin lì solo spettatore, si oppone.

Carlo Angioni

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 febbraio 2018 11:29
Genoa-Inter 2-0: Pandev e un autogol
di Ranocchia affondano i nerazzurri

Nerazzurri sotto per un clamoroso e sfortunato autogol, poi colpiti dall'ex:
Spalletti ora è quarto, ma rischia il sorpasso della Lazio lunedì


Un timido passo avanti una settimana fa con il Bologna. Due convinti balzi verso il basso oggi a Genova. Non era guarita l'Inter, la giocata e l'energia di Karamoh avevano solo mascherato i problemi. Il compatto e vigoroso Genoa di questi tempi (tre vittorie di fila) scopre il bluff e riapre le ferite di una squadra che perde anche il conforto del terzo posto a favore della Roma. E che rischia il sorpasso, lunedì, da parte della Lazio. L'Inter affonda 2-0, colpita da un Pandev in versione Triplete e da un clamoroso autogol di Ranocchia, simbolo suo malgrado dell'Inter post-Triplete. Le attenuanti generiche sono le assenze di Icardi, Perisic e Miranda, ma sicuri che con loro sarebbe andata diversamente?

IL PATATRAC — È un condensato delle ultime malaugurate stagioni nerazzurre di Ranocchia l'episodio che sblocca la partita in chiusura di primo tempo. Un mix di sfortuna e impotenza, con il centrale sostituto di Miranda al posto sbagliato nel momento sbagliato. Sul cross di Zukanovic il nuovo colonnello della difesa Skriniar rinvia alla disperata (un po' troppo alla disperata, vista la situazione) e lo centra. La palla colpisce il ginocchio di Ranocchia e fra tutte le direzioni che potrebbe prendere sceglie quella verso la porta di Handanovic. L'effetto è comico, per chi è neutrale. L'effetto principale è che l'Inter va negli spogliatoi sotto. La punizione è probabilmente eccessiva, ma il primo tempo non era stato esattamente convincente. I nerazzurri avevano già rischiato di prendere gol su un cross dalla trequarti di Pandev, che rimbalza davanti ad Handanovic e si stampa sulla traversa.

PANDEV BIS — I nerazzurri nel primo tempo avevano costruito un paio di occasioni chiare: con Eder poco coinvolto, le azioni partono ancora dalle fasce. Candreva, piazzato a sinistra, al 19' trova il cross giusto per Karamoh (che parte da destra ma è libero di svariare), ma il francesino al volo svirgola. Al 31' allora l'azzurro fa da solo, rientrando da sinistra per il tiro (sarà una costante): Perin sventa in tuffo. Prima di trovare la terza occasione però la squadra di Spalletti subisce un altro gol. A rendere più amara la serata degli interisti ci pensa Pandev (assolutamente fra i migliori anche prima del gol). Sugli sviluppi di un corner Laxalt tira rasoterra: a centro aerea il reduce del Triplete stoppa e infila in solitudine il 2-0. Gli ingressi di Rafinha, Pinamonti e Brozovic cambiano poco, un tiro a giro di Eder viene respinto sulla linea da Rossettini. Pressione finale, qualche giocata dell'ex Barça, ma il Genoa nemmeno suda troppo: ottimo match di lotta e di governo, per la squadra di Ballardini, che chiude qui ogni timore di lotta da salvezza.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 febbraio 2018 16:46
Juve, Alex Sandro è un giocatore ritrovato.
E quanto pesa Bernardeschi

Grande partita del brasiliano, ancora a segno nel derby, e dell'ex viola.
Rugani bravissimo nel duello con Belotti, Asamoah sempre concreto



La Juve vince un derby pesantissimo, nonostante il Torino abbia mostrato di avere ancora limiti evidenti. A inizio partita mancavano per infortunio Matuidi, Cuadrado, Mandzukic e Barzagli, con Allegri che ha fatto rifiatare Benatia. L'infortunio iniziale di Higuain ha lasciato dal 13' al 66' Allegri senza centravanti, visto che Dybala (un gol fallito ma ottimi segnali al rientro) non aveva più di 30' nelle gambe. La vittoria nel derby non fa perdere terreno alla Juve in una giornata favorevole al Napoli, e mostra ancora una volta la forza mentale dei campioni d'Italia, che reagiscono subito alla rimonta subìta dal Tottenham. Scopriamo i protagonisti del derby.

BERNARDESCHI — Finito l'apprendistato bianconero, gli infortuni in attacco gli hanno dato lo spazio necessario per far vedere di essere da Juve. E Federico ha risposto alla grande: 6 tra gol e assist nelle ultime 7 presenze, una presenza a tutto campo continua, una cattiveria e una concretezza nelle giocate che non aveva appena arrivato a Torino. Esce per infortunio nel finale (iperestensione al ginocchio).

ALEX SANDRO — Dura stabilire il migliore in campo tra lui e Bernardeschi. Gioca alto nel tridente in un ruolo un po' alla Mandzukic e lo fa benissimo. Avvia alla grande e chiude l'azione del gol, castigando come all'andata il Torino, stavolta da due passi col destro. Solido in fase difensiva e negli strappi in avanti. Serve una palla stupenda a Dybala per il 2-0, ma la Joya calcia alto. Giocatore totalmente ritrovato.

RUGANI — Tolto il primo tempo col Sassuolo, non giocava dall'inizio dalla sconfitta di Genova con la Samp e doveva sostituire un Benatia in condizioni scintillanti. Inizia subito galleggiando bene nell'uno contro due tra Obi e Belotti, che graziano la Juve. Poi Rugani non concede più nulla a un Gallo con la cresta un po' bassa, bravo sia nel corpo a corpo che nelle letture.

ASAMOAH — Per la prima volta dall'inizio dell'anno gioca insieme ad Alex Sandro, a cui di solito dà fiato sulla fascia sinistra. E' il primo a sfiorare il gol, in fase difensiva concede il minimo sindacale a Iago Falque. Sembra sempre sul punto di partire, ma capiamo perché Allegri non se ne voglia mai privare.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 febbraio 2018 17:39
Benevento-Crotone 3-2: Diabate firma il gol che blinda il risultato

Grandi emozioni al Vigorito per la sfida salvezza tra la squadra di De Zerbi e quella di Zenga.
Buon gioco dei sanniti, che riescono a recuperare con il gol dell'attaccante maliano



Roberto De Zerbi mette nel "frullatore" Benevento altri nuovi ingredienti e agita, con la speranza di realizzare la bevanda della speranza. Anche con i gol del brasiliano Sandro (già utilizzato nelle precedenti gare) e del franco-maliano Diabatè, alla sua "prima", la squadra campana si aggiudica per 3-2 la sfida col Crotone e riduce a 11 punti il distacco dalla formazione calabrese, quart’ultima in classifica. Resta un’impresa difficilissima, ma la corsa può continuare. Dopo l’1-1 del primo tempo, con sigilli di Sandro e Crociata (il ragazzo di scuola Milan, acquisito dal club di Vrenna), la partita propone una girandola di emozioni nella ripresa. Di nuovo avanti i campani, con Viola (e deviazione beffarda di Faraoni), il 2-2 segnato da Benali (primo centro con i rossoblù) e proprio in coda la zampata di Diabatè, al debutto assoluto, come Tosca, in Serie A. Strana coincidenza, sul match ci sono tutte… prime firme, cioè giocatori alla prima marcatura personale in questo campionato.

LE SCELTE — De Zerbi è costretto a fare scelte forzate, anche per le assenze di D’Alessandro e Guilherme, bloccati da infortuni, e per le condizioni ancora non al meglio di Sagna e Cataldi, quest’ultimo appena recuperato da un problema muscolare. Nel Benevento, schierato col 4-2-3-1, fa l’esordio il difensore Tosca, schierato al centro con Djimsiti, con Letizia e Venuti esterni; a centrocampo Sandro e Viola. In attacco Coda è il terminale, piazzato davanti al tridente composto da Brignola, Djuricic e Parigini. Zenga sorprende tutti, puntando sin dall’inizio su Ajeti (che aveva fatto bene nella ripresa contro l’Atalanta) nel ruolo di centrocampista, in mezzo a Benali e Mandragora – inizia in panchina Barberis – e su Crociata, che va a comporre con Ricci e Nalini un tridente offensivo, che non concede un riferimento preciso alla difesa avversaria.

CHE COLORE… — Gli ultras della curva sud ricordano con uno striscione Carmelo Imbriani, giocatore e allenatore giallorosso, morto il 15 febbraio 2013: "Il mondo ha narrato la tua esistenza, ora il cielo ne gode l’essenza. Per questa terra e la passione della sua gente: Carmelo vive negli occhi di non mente!". Questo il pensiero dedicatogli. Il Crotone può contare su circa 500 tifosi, arrivati al Vigorito, sognando l’ennesimo sgarbo agli storici rivali, che proprio contro i rossoblù hanno registrato cocenti delusioni, avendo perso due finali playoff per la promozione in B e una semifinale per il salto in C1.

RITMO — Il Benevento cerca subito di imporre un ritmo alto e già al 2’ si procura due occasioni. La conclusione di Coda è ribattuta da Martella, proprio davanti a Cordaz. Poi, sull’azione successiva, con cross di Brignola, Parigini di testa manda la palla a lato. I giallorossi fanno un giro palla rapidissimo, tentando di portare al tiro anche i centrocampisti. Ma al primo tentativo è il Crotone a sbloccare il risultato: all’11’, dalla destra Nalini effettua un cross sul quale Crociata (Venuti in scivolata non arriva a chiudere), appostato sul secondo palo, infila il portiere Puggioni e segna il suo primo gol in A. Passata in vantaggio la squadra di Zenga subisce la reazione di Sandro e compagni, che impegnano Cordaz con Brignola, Sandro, Viola e Coda, che su punizione sfiora la traversa. Dopo una costante pressione nella metà campo dei calabresi, il Benevento agguanta il meritato pareggio: da calcio d’angolo battuto da Viola, è Sandro a svettare su tutti, riuscendo a fare centro con un’incornata perfetta.

LA RIPRESA — Dopo l’intervallo De Zerbi inserisce Sagna al posto di Letizia (a destra, con Venuti che si sposta sull’altra fascia). I giallorossi creano subito un pericolo: da cross di Venuti, palla sul palo lontano, dove Martella allunga sul fondo, salvando tra Djuricic e Brignola. Zenga vuole dare maggiore peso all’attacco, così butta nella mischia Budimir (esce Crociata) e poi si affida anche a Barberis, che sostituisce Ajeti. È però il Benevento ad avere il colpo di fortuna, riuscendo ad andare di nuovo avanti: al 20’ su un tiro di sinistro di Viola, il portiere Cordaz è beffato dalla deviazione di Faraoni. Le squadre si allungano, si cerca l’immediata profondità con lanci lunghi, con Iemmello e Coda che fanno le torri per De Zerbi. Al 24’ l’arbitro Rocchi sospende per quasi due minuti la gara, a seguito di un petardo lanciato dai tifosi ospiti ed esploso vicino al portiere Puggioni. Il Crotone si lancia all’attacco e al 28’ ritrova la parità: Faraoni mette la palla a centro area, per Benali (lasciato smarcato da Sagna) che di testa firma il 2-2. Poco dopo i rossoblù fanno tremare ancora Puggioni, con una botta di sinistro di Trotta che colpisce il palo esterno. Quando la sfida sembra destinata sul pareggio, al 44’ arriva la rete che tiene in corsa la "strega". Da Iemmello palla in mezzo, Djimsiti di testa per Diabatè (in campo dal 32’ s.t. per Djuricic), che all’esordio realizza un gol pesantissimo.

Giuseppe Calvi

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 febbraio 2018 17:47
Serie A, Bologna-Sassuolo 2-1.
Pulgar rilancia Donadoni

La punizione vincente del cileno fa vincere ai rossoblu una partita sofferta.
Al vantaggio iniziale di Poli aveva risposto Babacar, al primo gol in neroverde



Tre punti per il Bologna e molti rimpianti per il Sassuolo. Una punizione di Pulgar a due minuti dalla fine regala a Donadoni una vittoria immeritata, ma in fondo non è certo colpa del Bologna se il Sassuolo spreca tanto in area e non concretizza una superiorità che era diventata sempre più evidente durante la partita. Il risultato di Benevento è comunque positivo per Iachini, che pur dopo una sconfitta può sorridere per l'immutato vantaggio su quartultima e terzultima e per la crescita di Berardi.

PRIMO TEMPO — In avvio c'è solo il Bologna: dopo dieci secondi Poli pesca Di Francesco davanti a Consigli che para. Al 2' ancora Di Francesco calcia sul fondo dal limite. Al 6' Destro passa in mezzo a tre avversari e di punta prova a sorprendere il portiere avversario che però riesce a respingere. Al 12' arriva il gol: Poli lancia sulla destra Di Francesco, che crossa due volte; sul pallone che filtra in area dopo una deviazione arriva per primo Poli che segna da pochi passi (posizione regolare). Il Sassuolo finalmente comincia a giocare e il segnale è un colpo di testa di Babacar che finisce oltre la traversa. È Berardi a trascinare i compagni: al 20' mette Politano davanti a Mirante che è bravo a respingere il tiro. Al 28' Babacar gira di tacco un cross di Acerbi e Mirante è pronto a intervenire. Al 38' arriva il pareggio: angolo battuto corto, cross di Berardi, Krafth per anticipare Acerbi sul secondo palo tocca male e Babacar segna da un metro. Prima dell'intervallo c'è un'altra occasione per il Sassuolo: lancio perfetto di Berardi per Duncan che sbaglia lo stop davanti a Mirante e non riesce a concludere bene.

SECONDO TEMPO — A inizio ripresa il Bologna prova a scuotersi, Destro impegna Consigli con una bella mezza girata ma poi il Sassuolo riprende in mano la partita. Babacar calcia due volte fuori, Politano manda alto dopo una volata sulla sinistra e al 36' la squadra di Iachini costruisce il match-point: Berardi serve Mazzitelli (entrato al posto di Duncan) davanti a Mirante che riesce a deviare la conclusione del centrocampista. Il pareggio sembra scritto e invece al 43' Tagliavento fischia un fallo dubbio di Goldaniga su Krejci ed espelle per doppia ammonizione il difensore del Sassuolo: Pulgar trasforma la punizione e regala la vittoria al Bologna.

G.B Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00lunedì 19 febbraio 2018 13:31
Napoli-Spal 1-0: decide un gol di Allan.
Sarri si riprende la vetta della classifica

Minimo sforzo, massima resa.
La squadra di Sarri centra la nona vittoria consecutiva (record) e scalza la Juve in testa alla classifica


Con il minimo sforzo, ma con tante occasioni sciupate, il Napoli batte la Spal e supera nuovamente la Juve vittoriosa nel derby di Torino. Agevole il successo degli azzurri, deludente la formazione emiliana perché, nei limiti delle sue possibilità, non ha mai dato la sensazione di essere in partita forse perché psicologicamente terrorizzata dall'avvio di gara. Il gol di Allan avrebbe potuto innescare una goleada, la Spal l'ha evitata ma non è mai andata vicina al pareggio. Per la capolista qualche preziosismo di troppo ma una gestione serena del pallone e del risultato. La squadra di Sarri centra la nona vittoria consecutiva (record del club) e sale a 66 punti: nell’era dei 3 punti a vittoria solo l’Inter di Mancini nel 2006/07 aveva fatto meglio (66 punti dopo 24 partite).


TROPPO FACILE — Sotto una pioggia battente, classico Napoli versione campionato, con tutti i titolarissimi (tranne ovviamente Ghoulam). Sarri, rispetto al match con il Lispia, ha puntato sui soliti noti: Albiol, Jorginho e Mertens. Semplici ha scelto Drame per contenere Callejon ed un atteggiamento prudente con Kurtic alle spalle di Antenucci. Gli ospiti hanno provato a palleggiare ma il recupero palla alto del Napoli ha messo in difficoltà spesso Viviani, dal cui primo errore è nata l'azione che ha portato al palo di Insigne. Napoli comunque già avanti al sesto quando nessuno ha seguito il taglio interno di Allan che, imbeccato da Callejon in una percussione centrale, ha trovato il suo quarto gol in campionato. Inizio choc dunque per la Spal, che al decimo ha rischiato il colpo del ko: miracolo di Meret su destro a botta sicura di Callejon. Quattro conclusioni, tutte pericolose, in porta nei primi 25' minuti per gli azzurri (saranno cinque a fine primo tempo) e Spal che ha recitato da sparring partner anche perché poco brillante nel,e ripartenze. Il Napoli ha alzato un po' il piede dall'acceleratore complice l'atteggiamento remissivo dei ragazzi di Semplici che hanno fatto scaldare i guanti a Reina solo con Viviani al 43'.

NESSUN TIRO — Ripresa al via senza cambi e ferraresi chiamati ad un approccio diverso da quello timido della prima frazione anche se alcuni singoli determinanti, vedi Kurtic e Lazzari, hanno deluso non permettendo alla difesa di respirare. Il Napoli si è letteralmente accampato nella metà campo avversaria, Jorginho ha ispirato Mertens al 14' ma Meret ha tenuto in piedi i suoi almeno fino al gol, annullato dal Var, di Hamsik dopo l'ennesimo errore in uscita di Salamon: Allan ha recuperato il pallone e poi servito lo slovacco che di testa aveva insaccato prima dell'intervento di Mariani, l'uomo Var, che ha segnalato l'off side. Il Napoli comunque non l'ha chiusa neppure con Albiol su azione d'angolo e allora Semplici ha provato a cambiare il destino con Floccari per Grassi. Qualche spazio in più così per gli azzurri, vicini al raddoppio con Mertens ed Insigne. Nemmeno un tiro in porta, invece, da parte degli ospiti, impossibile dunque sperare nel pareggio.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00lunedì 19 febbraio 2018 13:34
Atalanta-Fiorentina 1-1, Badelj apre, risponde Petagna

La squadra di Pioli chiude in dieci per l'espulsione di Milenkovic, ma resiste.
Quarto pareggio consecutivo fra queste due squadre



Alla fine i rimpianti sono tutti per l'Atalanta, bloccata in casa da una Fiorentina che chiude in affanno e in dieci (per 6' più recupero), ma che ha comunque con Falcinelli la palla per il 2-1. Sarebbe stato troppo per i viola, che pure passano in vantaggio, ma poi subiscono a lungo gli uomini di Gasp: Petagna risponde a Badelj, viene fuori il quarto pareggio consecutivo fra queste due squadre.

BOTTA E RISPOSTA — La partita si sblocca dopo 17 minuti, quando Badelj trova un corridoio libero a centrocampo per far partire il contropiede: il suo tiro da fuori è respinto da Gollini, la palla finisce a Chiesa che la rimette in mezzo (con deviazione): all'appuntamento c'è ancora Badelj che con il piatto sinistro firma il suo secondo gol stagionale. L'Atalanta fa la partita ma sbaglia tantissimi passaggi, la Fiorentina parte pericolosamente in contropiede. Il pareggio arriva su calcio piazzato, al 45': Gomez batte la punizione verso centro area, Petagna anche se trattenuto da Biraghi riesce a girare di testa verso la porta.

PRESSIONE DEA — Nella ripresa non cambia il "canovaccio" del match, ma i dribbling e i cross di Gomez, l'ingresso di Ilicic e gli inserimenti di Castagne non bastano all'Atalanta, che paga anche le tossine dell'Europa League. Milenkovic in due minuti fra il 38' e il 39' rimedia due gialli che fanno chiudere la Fiorentina in dieci. Proprio sulla punizione post-rosso arriva l'occasione migliore per i bergamaschi, con Freuler, che sfiora il palo.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00lunedì 19 febbraio 2018 13:37
Milan-Samdporia 1-0: Bonaventura decide, Gattuso aggancia Giampaolo

Bella prova dei rossoneri, che costruiscono tantissimo contro i blucerchiati e il raggiungono al sesto posto.
Rodriguez sbaglia un rigore, la traversa ferma Calhanoglu, nel finale occasione per Caprari



Tornato a San Siro dalla trasferta in Bulgaria il Milan batte la Samp uno a zero. Gattuso aveva chiesto due cose, o meglio due in una: non fallire l’aggancio a Giampaolo e non fallire i primi venti minuti della partita, come secondo l’allenatore era successo in Europa League. Il Milan fa tutto, la prima e ancora meglio la seconda: la squadra potrebbe trovare dopo pochi minuti il vantaggio su rigore di Rodriguez (ben parato da Viviano) e poi colpisce con Bonaventura dopo un quarto d’ora.

JACK E VAR — Non sarà ancora Brad Pitt ma il Milan del primo tempo è certo più affascinante di Calimero, i due estremi usati da Gattuso per raccontare l’evoluzione dei suoi. La prima azione è quella da penalty: cross di Calabria (per lui a destra sarà solo l’inizio di una grande gara) e Murru che tocca con il braccio: senza Kessie tocca al mancino di Rodriguez, tiro calciato come in Bulgaria. Stavolta però Viviano intuisce che la corsa frenata avrebbe portato a un tiro alla sua sinistra: si distende e devia. Al 14’ Milan davvero avanti: l’azione parte da una fascia e si conclude sull’altra con il nuovo cross di Calabria che stavolta incontra in corsa la conclusione di Bonaventura. Al 37’ inizia a scendere in campo anche la Var: sul lancio in profondità per Zapata Calabria sembra sfiorare con la mano, Doveri giudica il tocco involontario. Poco dopo sul passaggio filtrante di Calhanoglu la zampata di Bonucci finisce alle spalle del portiere della Samp: la Var dice che il capitano rossonero è partito in fuorigioco.

OK CALHA — Il secondo tempo si ispira al primo e alle stesse parole di Gattuso che non vuole iniziali cali di tensione: così è Calhanoglu che semina mezza difesa e scarica il destro sulla traversa. Il turco con il 10 merita gli applausi di San Siro, per giocate e impegno. In una serata di bel gioco manca Suso: il suo calcio al volo da distanza ravvicinata finisce addirittura in fallo laterale. La ripresa in generale ha però ritmi meno intensi e coinvolgenti: il Milan controlla, la Samp non riesce a impadronirsi del gioco. Sono i rossoneri che vanno più vicino al gol: Calhanoglu calcia dalla sinistra senza incrociare la porta. Kownacki, la mossa di Giampaolo, non produce granché. Gattuso replica con Silva per Cutrone. Bello, ma anche un po’ comico, l’assist che André fornisce a Calhanoglu, di testa da terra: sul destro è bravo Viviano. Così come nel finale sul diagonale di Calabria. Al 90' rischio rossonero e occasionissima Samp: sulla discesa di Quagliarella, Caprari mette fuori di pochissimo da due passi. Basta dunque un solo gol al Milan per far felice Gattuso e acchiappare in classifica la Samp.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sprt
binariomorto
00martedì 20 febbraio 2018 16:22
Serie A, Lazio-Verona 2-0: Immobile
porta i biancocelesti al quarto posto

La squadra di Inzaghi domina sin dal primo minuto, spreca tanto e
passa nella ripresa grazie alla doppietta del capocannoniere della Serie A



Riparte la Lazio. Dopo tre sconfitte di fila la formazione di Inzaghi riagguanta i tre punti e risale in zona Champions, strappando il quarto posto all’Inter. Per sbloccare la gara contro il Verona i biancocelesti devono però aspettare fino alla ripresa. Quando torna a segnare Immobile che era secco dal 6 gennaio (4 gol alla Spal). Gioia doppia per il capocannoniere del campionato salito a quota 22 alla vigilia del 28esimo compleanno. La sua doppietta fa svoltare la partita e manda a picco la squadra di Pecchia, che aveva preparato una prova di contenimento e poi non riesce più a riagganciare la partita, rimediando all’Olimpico la settima sconfitta nelle ultime otto giornate.

SENZA SBOCCHI — Per sostituire lo squalificato Leiva, Inzaghi sposta in regia Parolo, smista Lulic nel ruolo di interno e inserisce Lukaku sulla fascia sinistra. Pecchia opta per un assetto molto guardingo che si basa su un 5-4-1. In difesa, dà spazio a Boldor come centrale. In mediana via libera a Verde, delegato con Matos a supportare Kean nelle proiezioni offensive. Prima del fischio d’inizio, Inzaghi riunisce i suoi giocatori in cerchio davanti alla panchina per le ultime disposizioni e per caricarli. Lazio subito a caccia del gol. Al 7’ Immobile da buona posizione si fa però ipnotizzare da Nicolas. Tre minuti dopo è fuori bersaglio il tentativo di Parolo. Vicinissimo al gol ancora Immobile che calcia a lato. Nicolas è pronto su un colpo di testa di Wallace. Lazio all’assalto e alla mezz'ora sono già 17 i tiri (è il record dei cinque principali campionati europei). Verona blindato nella propria trequarti. Ci prova anche Luis Alberto dalla distanza. Biancocelesti intenzionati a sbloccare al più presto la gara. Gialloblù molto attenti. Tanta frenesia e anche parecchia imprecisione da parte della squadra di Inzaghi. Impreca Luis Alberto al 33’, quando timbra la traversa. Macina gioco la Lazio senza però trovare lo sbocco decisivo, mentre il Verona prova anche a guadagnare campo. Si chiude il primo tempo sullo 0-0.

RIECCO IMMOBILE — Nella ripresa la Lazio si rilancia all’attacco. Caracciolo rischia l’autorete per anticipare Immobile. Una ripartenza di Romulo manda in affanno la difesa laziale. Al 10’ Immobile, ispirato da Luis Alberto, scova l’angolo giusto per infilare Nicolas. Il capocannoniere del campionato ritrova il gol dopo 44 giorni. Pecchia fa entrare Calvano al posto di Buchel. Al 15’ arriva al raddoppio: ancora Immobile a segno. Il bomber ribatte di testa a rete dopo una respinta di Nicolas su tiro di Lulic. Altri cambi nel Verona. Prima Aaron rileva Verde e poi Petkovic avvicenda Matos. La formula più offensiva spinge il Verona in avanti per tentare di riaprire la partita. Inzaghi rinsalda la difesa con l’ingresso di Luiz Felipe al posto di Lukaku. Al 32’ una rasoiata di Calvano va a lato. Nella Lazio entra Murgia per sostituire Radu. La squadra di Pecchia insiste, mentre la Lazio rifiata con qualche ansia. Standing ovation per Immobile, rilevato da Caicedo. Nicolas alza sula traversa una parabola perfida di Luis Alberto. Un fuorigioco ferma Caicedo mentre a segnare. Esulta Inzaghi che riabbraccia la sua Lazio da Champions.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00martedì 20 febbraio 2018 16:26
SERIE A 2017/2018 25ª Giornata (6ª di Ritorno)

17/02/2018
Udinese - Roma 0-2
Chievo - Cagliari 2-1
Genoa - Inter 2-0
18/02/2018
Torino - Juventus 0-1
Benevento - Crotone 3-2
Bologna - Sassuolo 2-1
Napoli - Spal 1-0
Atalanta - Fiorentina 1-1
Milan - Sampdoria 1-0
19/02/2018
Lazio - Hellas Verona 2-0

Classifica
1) Napoli punti 66;
2) Juventus punti 65;
3) Roma punti 50;
4) Lazio punti 49;
5) Inter punti 48;
6) Sampdoria e Milan punti 41;
8) Atalanta punti 38;
9) Torino punti 36;
10) Udinese punti 33;
11) Fiorentina punti 32;
12) Genoa e Bologna punti 30;
14) Cagliari e Chievo punti 25;
16) Sassuolo punti 23;
17) Crotone punti 21;
18) Spal punti 17;
19) Hellas Verona punti 16;
20) Benevento punti 10.


(gazzetta.it)
binariomorto
00domenica 25 febbraio 2018 01:01
Bologna-Genoa 2-0: Destro protagonista, segna e serve Falletti

Dopo un primo tempo molto equilibrato, gli emiliani la sbloccano nella ripresa.
Scavalcano i liguri e la Fiorentina e agganciano l'Udinese.



Vince il Bologna nel segno di Destro e Falletti (seconda vittoria di fila dopo una striscia di 7 sconfitte in 9 partite), si ferma bruscamente la corsa del Genoa, reduce da tre acuti di fila. Il verdetto del Dall’Ara è chiaro e indiscutibile: premia i giocolieri di Donadoni, che alla distanza hanno la meglio sui giganti della difesa ligure. E al Dall’Ara torna l’entusiasmo: copertina per i due marcatori di giornata.

DEBUTTANTE — Partita intensa, tutti ci mettono la gamba. Nel Bologna spuntato, privo di Verdi e Palacio e schierato da Donadoni col 3-5-1-1, Di Francesco va in marcatura su Laxalt e in mezzo il tecnico ripesca Nagy, mentre Ballardini conferma la squadra reduce da tre vittorie di fila. Col passare dei minuti il buon fraseggio del Grifone viene usato come una fune per spingersi su sopra la metà campo e, al tirar delle somme, sono gli ospiti a rubare l’occhio nello sviluppo delle trame di gioco sul versante sinistro, dove Laxalt è sempre in rampa di lancio. Emozioni vere e proprie? Bisogna recarsi altrove. Fatta eccezione per un tiraccio fuori misura dai 25 metri di Dzemaili alla mezz’ora e un’iniziativa al 42’ Pandev-Bessa in contropiede con pericoloso tocco finale all’indietro dello stesso Dzemaili, le due squadre non concedono altri guizzi. Si fa notare, piuttosto, il giovane arbitro Giuia, 29enne di Calangianus, il primo direttore di gara sardo in Serie A, sicuro nella direzione del match e sempre vicino all’azione.

RISVEGLIO — Ma la partita, per fortuna, si rianima all’improvviso al 4’ della ripresa, quando Destro infiamma la platea con un tocco vincente sotto misura in mischia, al culmine di un’azione avviata da Pulgar e rifinita da Masina scattato sul filo del fuorigioco dopo aver eluso la sorveglianza del distratto Rosi. Ballardini toglie allora il terzino e poi anche Bessa e Galabinov, inserendo Lazovic, Lapadula e Medeiros nel tentativo di dare meno punti di riferimento possibili al Bologna. Ma la partita, già in salita per il Grifone, si rivela impossibile al 27’ sullo svarione di un altro difensore, Spolli. Che fa rimbalzare il rilancio sul corpo di Falletti, che poi andrà a chiudere in rete con un comodo tap in l’azione orchestrata in contropiede da Destro. Gli ospiti, feriti nell’orgoglio, provano a reagire sfruttando la verve di Laxalt e qualche invenzione di Pandev, eppure i rossoblù non riusciranno ad inquadrare la porta.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 25 febbraio 2018 01:07
Inter-Benevento 2-0, Skriniar e Ranocchia di testa sbloccano i nerazzurri

Un'ora di sofferenza e i fischi dei tifosi, poi la squadra di Spalletti trova il doppio vantaggio su calcio da fermo:
nel giro di tre minuti segnano i due difensori centrali



L’altalena dell’Inter pende dalla parte che slancia: i nerazzurri battono 2-0 il Benevento con i gol di Skriniar e Ranocchia. Ma il risultato rischia di far sbandare i commenti perché i campani hanno dominato per lunghi tratti e non osservarlo potrebbe essere come nascondere sotto il tappeto la polvere che da troppe settimane si sta formando in casa Inter. Il coro finale “Sotto la curva, venite sotto la Curva” intonato dalla Nord, trova seguito con i nerazzurri che vanno dal cuore del tifo nerazzurro a prendersi gli applausi.

LE FORMAZIONI — E alla fine arrivò il giorno di Rafinha. Luciano Spalletti sceglie il brasiliano come trequartista titolare contro il Benevento. Ivan Perisic è recuperato completamente e gioca dal principio nel 4-2-3-1 dove ritrova la fascia destra Antonio Candreva. In panchina vanno Joao Miranda, Borja Valero, Yann Karamoh, Marcelo Brozovic (qualche fischio alla lettura delle formazioni) e Mauro Icardi (osannato anche da seduto). Roberto De Zerbi non rinuncia a giocarsela con il 4-2-3-1 e schiera Bacary Sagna dal principio in difesa.

FISCHI AL 45' — I campani piacciono decisamente di più con un’idea di calcio basata su giocatori e palla sempre in movimento seppure con certi limiti tecnici negli ultimi passaggi. L’Inter aspetta, sarà un paradosso ma è così, e solo al 17’ si intravede qualcosa. Il cross educato di Cancelo trova la testa di Perisic sul lato opposto: inzuccata fuori. Rafinha è il più cercato dai compagni e ricercato dagli avversari, il che lo limita parecchio. Concreto bello, ma non cinico. Il Benevento fa la partita e sfrutta le ripartenze. Al 28’ Coda dribbla secco Skriniar al limite, calcia di destro e Handanovic respinge ancora verso di lui, fortuna che dalla precedente scivolata Ranocchia si ritrova il pallone sulla testa da sdraiato e allontana. Il Meazza esplode di nervosismo fischiando la squadra di Spalletti intorno alla mezz’ora quando Guilherme danza con una “ruleta” in mezzo al campo. La Nord segue l’onda emozionale e intona “fuori i c…”. Contestazione precoce e siamo ancora 0-0. Fischi ripetuti poi al 45’ per accompagnare i nerazzurri verso lo spogliatoio.

DOPPIO VANTAGGIO — Al rientro in campo Cataldi prende il posto di Djuricic. Il menù della serata rimane comunque simile a quello del primo tempo. E al 9’ quando Vecino calcia in porta dal limite costringendo Puggioni a metterci i pugni è perché la difesa beneventana ha sbagliato un’uscita palla al piede cercata con commovente insistenza. Al 13’ la giocata più entusiasmante. Brignola vede un tunnel dove tutti avrebbero visto un muro, dalla sua metà campo manda in porta Coda infilando Ranocchia e Skriniar. L’attaccante del Benevento però non trova la porta da posizione interessante. L’Inter si veste da squadra provinciale e cerca di abbeverarsi dalle ripartenze. Al 18’ Candreva lancia Eder in posizione dubbia, ma il suo pallonetto è alto. Poco prima il Benevento aveva reclamato per un possibile rigore (fallo di Ranocchia su Cataldi): l'arbitro Pairetto si limita a consultare via auricolare gli assistenti e lascia correre.

TESTA VINCENTE — La prima mossa di Spalletti arriva al 20’ con l’inserimento di Karamoh per Rafinha, il che porta Candreva nel ruolo di trequartista. De Zerbi deve rinunciare a Sandro per infortunio al 21’ e al suo posto entra Del Pinto. Pochi secondi e l’Inter passa in vantaggio: angolo di Cancelo, la palla sfila fino al secondo palo dove spunta Skriniar che di testa insacca. Vantaggio immeritato, ma per i nerazzurri è come togliersi un sasso grosso così dallo stomaco. Il raddoppio interista arriva subito (minuto 24’) e sempre di testa: calcio di punizione dalla trequarti di Cancelo e Ranocchia trova l’angolo basso. I due centrali che avevano pasticciato contro il Genoa riscattano quella gara e questa con un gol a testa. I nerazzurri sembrano aver ritrovato vitalità e così ci prova anche Candreva al 25’ con un destro potente ma centrale respinto da Puggioni. Al 36’ il Benevento rimane in dieci per l’espulsione di Viola per doppia ammonizione. Un minuto ed ecco il cambio croato in casa interista con l’ingresso di Brozovic per Perisic: a Marcelo viene steso un tappetino di fischi per dargli il bentornato dopo gli applausi ironici di due settimane fa contro il Bologna. Con questa sostituzione Candreva scivola a sinistra e Brozovic diventa il trequartista. Inevitabile che il ritmo cali con il Benevento in dieci. L’Inter amministra, vorrebbe il terzo gol ma non può. Al 40’ De Zerbi concede qualche minuto a Diabate al posto di Coda.

CORSA CHAMPIONS — Finisce 2-0 per l’Inter che torna per una notte al terzo posto. Ora tiferà Milan, paradossalmente, affinché i rossoneri tolgano punti alla Roma nella corsa Champions. In casa Inter vorrebbero tifare anche Sassuolo (che ospita la Lazio), ma non intendono caricare il destino di troppe responsabilità. Il Benevento torna a casa con zero punti, consapevole che il lavoro di De Zerbi è di altissima qualità. Certo, la salvezza resta a 11 punti (con una gara in più) e quindi improbabile, ma ciò che resta è un bellissimo giocattolo che piace.

Matteo Brega

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 25 febbraio 2018 19:03
Crotone-Spal 2-3: Antenucci, Simic e Paloschi in gol, Budimir non basta

Tris biancazzurro allo Scida, gli emiliani conquistano una vittoria importantissima
che consente loro di portarsi a -1 da Zenga, al momento salvo al quartultimo posto


La domenica perfetta della Spal, la domenica bestiale del Crotone. Con una straordinaria prestazione la squadra di Semplici si aggiudica lo scontro diretto allo Scida contro il Crotone. E’ stato netta la supremazia sul piano tattico degli ospiti, che con il 3-2 inflitto ai rossoblù, riducono a uno solo punto il distacco da Cordaz e compagni, affossati dalla seconda sconfitta consecutiva. La rete di Antenucci nel primo tempo, in avvio di ripresa botta e risposta di Budimir (1-1) e Simic (1-2), poi fa centro Paloschi (in gol anche nella gara d’andata) per l’allungo degli estensi, che nel finale subiscono il 2-3, ancora realizzato da Budimir.


LE SCELTE — Rispetto alla formazione iniziale nella partita persa a Benevento, dove ha interrotto una striscia positiva di 4 turni, il Crotone deve osare certamente di più. Zenga, infatti, sceglie un centravanti più , Budimir, con Ricci e Nalini a supporto come esterni offensivi; e soprattutto torna al centrocampo più votato alla costruzione, con Barberis rilanciato al posto di Ajeti, che al Vigorito aveva svolto la funzione di play basso, da puro interditore. In difesa, al posto di Faraoni, torna Sampirisi (con mascherina protettiva, dopo la frattura dello zigomo). Senza successo nelle ultime giornate (3 pareggi e 5 sconfitte: ultima vittoria a Benevento, per 2-1, il 17 dicembre), la Spal prova a svoltare nel match più atteso, che può valere tanto nella corsa-salvezza. Dopo l’atteggiamento tattico, abbastanza prudente, un 5-3-1-1, al San Paolo contro il Napoli, Semplici, che in difesa recupera Cionek e sostituisce lo squalificato Felipe con Simic, ripropone lo schieramento con due punte, affiancando a sorpresa Paloschi (e non Floccari) ad Antenucci, riporta Kurtic a metà campo, dove preferisce Grassi a Viviani, con il rientrante Mattiello e Lazzari destinati al compito di sulle corsie esterne, in modo da allungare e accorciare nel passaggio dal 5-3-2 al 3-5-2.

PUNTURE SPAL — Sotto la pioggia, la Spal parte decisa a fare la partita. Lazzari domina subito sulla corsia destra, accelerando su Nalini e arrivando a far ballare anche Martella. Schiattarella è un play scolastico, bravo nel giro palla e poi nell’improvviso cambio di fronte-gioco, mentre Grassi tenta più di Kurtic l’incursione in zona-tiro. Lì davanti è più vivace Antenucci rispetto a Paloschi. Eppure, è il Crotone a creare il primo vero pericolo, al 23’, ma il piattone di Ricci è debole; poco dopo tocca a Nalini, con un destro a giro, impegnare il portiere Meret, reattivo nel tuffo per la respinta. Antenucci e compagni prendono coraggio. Al 30’, splendido lancio di Mattiello, che pesca in area Grassi, lesto a tentare la voleè di destro, ribattuta dal portiere Cordaz. La Spal è padrona del campo e al 37’ va meritatamente in vantaggio: ennesima avanzata di Lazzari, che dalla destra detta un cross rasoterra per Antenucci, pronto allo stop e all’esecuzione perfetta, sempre col destro, che non dà scampo a Cordaz. Movimento e rapidità tipici del grande opportunista.


ILLUSIONE CROTONE — In avvio di ripresa, l’illusione del Crotone, che al 4’ pareggia: Benali per Budimir, tocco per la botta di Barberis, che centra il palo e sulla ribattuta ancora Budimir in scivolata fa centro di destro. Neppure il tempo di godersi la rete e i calabresi vanno di nuovo sotto. Al 6’, infatti, su punizione di Schiattarella, Simic salta più in alto di Ceccherini e il suo colpo di testa diventa una palombella mortifera per Cordaz, che non riesce a intervenire. La formazione di Semplici è micidiale, sfrutta al meglio ogni occasione creata; e al 15’ è anche fortunata, perché trova il 3-1 approfittando di un involontario tocco, all’altezza della propria area di rigore, di Barberis all’indietro, che finisce per servire proprio per Paloschi (sarebbe stato in fuorigioco sul lancio di Grassi), cinico nell’infilare Cordaz. Lo stesso portiere evita il quarto gol, deviando in uscita a terra una conclusione di Antenucci. Poi il Crotone, passato al 4-2-4 con Trotta e Simy nella mischia, va all’assalto, generoso e disordinato, che produce in ogni caso la seconda rete, al 41’, ancora con Budimir, che su cross di Faraoni, di testa batte Meret. Sul 2-3 si riaccende la speranza per i rossoblù ma il muro della Spal regge anche nel recupero di quattro minuti.

Giuseppe Calvi

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 25 febbraio 2018 19:06
Fiorentina-Chievo 1-0: Biraghi regala i tre punti a Pioli

L'esterno sinistro è decisivo con un tiro dalla lunga distanza.
I viola tornano alla vittoria davanti ai suoi tifosi dopo quasi tre mesi.
I veronesi hanno solo 5 punti di vantaggio sulla terzultima in classifica


Torna alla vittoria in casa la Fiorentina a quasi tre mesi di distanza dall'ultimo successo. Basta un gran sinistro di Biraghi dopo pochi minuti a decidere un incontro pesantemente condizionato dal forte vento. Clima gelido e pochi spettatori al Franchi. Come previsto Pioli propone i due attaccanti centrali, Simeone e Falcinelli, spostando Chiesa a destra. Nel Chievo Bastien fa il trequartista dietro Inglese e Pucciarelli. Il clima condiziona la sfida e nel primo tempo la Fiorentina gioca con il vento, molto forte, a favore. I viola lo sfruttano subito provando a calciare due volte in cinque minuti con Biraghi. Prima Sorrentino salva, poi il sinistro del terzino si insacca sotto l'incrocio per il vantaggio della squadra di Pioli. Al 9' è Falcinelli a mangiarsi il raddoppio su servizio di Simeone. Il Chievo fatica ad uscire, la Fiorentina non insiste e il gioco fila via senza ulteriori emozioni. I ritmi restano bassi fino al 40' quando Astori, sugli sviluppi di un corner di Veretout, si mangia il raddoppio davanti alla porta di Sorrentino.


RIPRESA — Maran inserisce Meggiorini al posto di Bastien, spostando Pucciarelli dietro le punte. Il Chievo, a favore di vento, comincia a giocare. Ci prova Radovanovic dai 25 metri, Sportiello si distende e devia in corner. Poi è Castro a mangiarsi il pareggio di testa su cross preciso di Hetemaj. Pioli cambia, fuori Cristoforo e dentro Dabo. Al 27' prima azione viola del secondo tempo con Chiesa che libera Simeone davanti a Sorrentino. Il portiere è bravo a respingere il colpo di testa del Cholito. Il Chievo attacca, la Fiorentina prova a colpire in contropiede con Veretout servito da Falcinelli. Splendido Sorrentino a respingere in tuffo. Maran si gioca la carta Pellissier (fuori Hetemaj), quarta punta in campo. Al 38' durissimo fallo di Meggiorini su Chiesa. Ammonito l'attaccante, costretto alla sostituzione il talento viola. In campo Gil Dias. Infortunio anche per Falcinelli (sostituito da Thereau). Proprio Gil Dias sfiora il secondo gol viola al termine di un'azione personale. I cinque minuti di recupero non servono agli ospiti per pareggiare. Vince la Fiorentina, che in classifica scavalca Bologna ed Udinese. Il Chievo resta invischiato nella parti basse della graduatoria.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 25 febbraio 2018 19:09
Verona-Torino 2-1: Valoti affonda Mazzarri

I granata volevano ripartire dopo il tonfo nel derby, ma un gol di Niang non basta e cadono anche in casa dell'Hellas


Dopo tre sconfitte consecutive, il Verona si rialza e torna al successo accorciando la classifica in fondo. Complice anche lo stop del Crotone con la Spal, la linea della salvezza per Pecchia passa da cinque a due punti. Il Torino recupera dopo un primo tempo molto brutto, pareggia con Niang ma anziché sferrare il colpo del k.o. si fa superare al 32’ s.t., perché l’Hellas ha più carattere e voglia di vincere. Decide sempre Mattia Valoti, alla prima doppietta in Serie A.


IL PRIMO COLPO — La squadra di Pecchia, che arrivava da tre partite senza segnare, sorprende il Toro al 12’, nell’unica palla gol del primo tempo. Dopo una bella azione di Kean, fermato in angolo, Verde indirizza il corner sulla testa di Vukovic che fa da sponda per Valoti. La difesa granata sta a guardare e chiama un fuorigioco che non c’è, il centrocampista così infila l’1-0 di testa. L’Hellas, senza Cerci, Buchel e Heurtaux, lancia Calvano a centrocampo accanto a Valoti, mentre sulla fascia Verde viene preferito a Matos (entrerà nella ripresa) e alterna la posizione tra punta alta e centrocampista
risposta e sorpasso — Il Torino, privo di Molinaro e Edera, riporta Niang titolare nel 4-3-3 per affiancare con Iago Falque il centravanti Belotti. L’attaccante azzurro fa ammonire due avversari (Ferrari e Romulo) e a inizio ripresa dà il via all’azione del pareggio, quando parte da centrocampo, serve Iago Falque che recapita l’assist a Niang: perfetta la conclusione per il quarto gol del suo torneo. Entra anche Ljajic, il Toro potrebbe insistere perché il Verona sembra in difficoltà, invece viene infilzato: Obi perde palla, Petkovic chiama al tuffo Sirigu ma sulla respinta il più veloce è Valoti. L’Hellas fa festa, per il Toro l’Europa è sempre più lontana.

Pierfrancesco Archetti

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 25 febbraio 2018 19:12
Sampdoria-Udinese 2-1: Zapata segna un gol pazzesco

La squadra di Giampaolo sale a 44 punti: magnifica la rete del colombiano



Scatto verso l’Europa per una Sampdoria che vince 2-1 contro l'Udinese grazie alle reti di Silvestre e Zapata, che segna un gol meraviglioso. La squadra di Giampaolo ha il merito di capitalizzare al massimo la sua forza sulle situazioni da palla inattiva e la compattezza della sua difesa. Per Oddo si tratta della terza sconfitta consecutiva.

SILVESTRE, PRIMA GIOIA — La sfida è subito avvincente, anche perché entrambe le squadre pensano più ad attaccare che a difendersi. Il 3-5-2 senza centravanti vero di Oddo, in particolare, viene esaltato soprattutto dagli inserimenti in avanti di Barak. La Sampdoria fatica a contrastare i movimenti dei friulani. Jankto, così, impegna Viviano al 7’. Danilo, di testa su angolo di Adnan, manda il pallone a centrare il palo al 13’. I blucerchiati rispondono con un Caprari vivace e un Quagliarella abile nei movimenti, entrambi innescati da Ramirez, libero di agire tra le linee. Quagliarella al 21’ stuzzica Bizzarri, Ramirez e Caprari sono meno precisi al 26’ e 30’. Al 35’ arriva la rete dell’1-0 su azione conseguente a calcio d’angolo: Torreira innesca Ramirez, cross perfetto dell’uruguagio e, sulla respinta corta di un difensore, Silvestre realizza il suo primo gol in blucerchiato.

ZAPATA ALLA WEAH — La reazione immediata dell’Udinese porta De Paul a sinistra, cross perfetto per Widmer che, solo, fallisce il bersaglio. È la sfortuna, invece, a stoppare l’esultanza di Fofana all’11’ del secondo tempo, quando il destro potente del centrocampista bianconero si infrange contro la traversa. Balic manca il bersaglio di poco al 24’, con un destro al volo su respinta corta della difesa. Lì sembra esaurirsi la spinta degli ospiti e l'ingresso di Zapata chiude il conto. L’attaccante colombiano regala ai tifosi blucerchiati un gol fantastico, al 38’, con un’azione di 70 metri e una conclusione perfetta in diagonale. La rete di Adnan, con deviazione di Silvestre, al 5’ dei sette minuti di recupero, diventa inutile.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 25 febbraio 2018 19:14
Sassuolo-Lazio 0-3, doppietta Milinkovic e rigore Immobile

Doppietta del serbo, gol su rigore di Immobile, espulsi Berardi e Marusic.
La squadra di Inzaghi supera l'Inter ed è temporaneamente terza



Terza vittoria consecutiva e terzo posto (in attesa della partita della Roma con il Milan di stasera) per una Lazio che, adesso sì, è definitivamente uscita dalla crisi di inizio febbraio. Vittoria facile facile per gli uomini di Inzaghi contro un Sassuolo mai in partita e sempre più in difficoltà (l'ultima vittoria è ormai vecchia di due mesi, è stata ottenuta contro l'Inter il 23 dicembre). I biancocelesti hanno così ripreso senza problemi la loro corsa verso la Champions, obiettivo assolutamente possibile quando hai in squadra uomini come I'ispiratissimo Milinkovic visto all'opera al Mapei.

SUBITO IN DISCESA — Il serbo, oggetto del desiderio dei maggiori club europei, la sblocca subito, dopo appena sette minuti con un lob da fuori area che mette fuori causa Consigli, rendendo il pomeriggio del Mapei una sorta di passeggiata per i suoi. E lo stesso Milinkovic chiude la gara subito dopo l'intervallo con il gol del definitivo 3-0, questa volta di testa. In entrambi i casi l'assist è di Felipe Anderson, altro grande protagonista della vittoria emiliana della squadra biancoceleste. Tra le due reti del centrocampista serbo c'è anche il gol del solito, immancabile Immobile, che sale così a quota 23 reti in campionato e 32 stagionali. Il gol di Ciro arriva dagli 11 metri per un rigore concesso da Manganiello tramite Var (il tocco di mano di Peluso è lieve, ma il rigore pare giusto). Poi la Var scende in campo pure nei primi minuti della ripresa, dopo il 3-0 di Milinkovic. Berardi commette un fallaccio su Radu che inizialmente il direttore di gara sancisce con il solo calcio di punizione per la Lazio, ma poi - dopo aver rivisto le immagini - estrae il rosso per l'attaccante del Sassuolo. Non ha bisogno del Var, invece, l'arbitro per comminare il secondo rosso della gara, che va (giustamente) a Marusic per la reazione (sbracciata) ai danni di Rogerio.

QUADRATURA DEL CERCHIO — L'espulsione di Marusic, in effetti, è l'unica nota stonata della gara laziale. Più che altro perché Inzaghi rischia ora di perdere il giocatore per un paio di gare. Per il resto il tecnico fa bingo ruotando quasi completamente la rosa (solo 4 i giocatori confermati rispetto alla partita con la Steaua di giovedì, e uno di loro è il portiere Strakosha). Il che vuol dire che si presenterà mercoledì alla semifinale di Coppa Italia col Milan con molti uomini riposati. Tutto procede per il meglio, quindi, per l'allenatore della squadra biancoceleste. Situazione opposta per Iachini. Il suo Sassuolo pare aver perso quella "fame" che ne aveva contraddistinto la risalita fino a Natale. Va ritrovata al più presto, prima che la zona rossa si avvicini ulteriormente.

Stefano Cieri

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 25 febbraio 2018 19:19
Juventus-Atalanta che si doveva giocare alle 18:00 all'Allianz Stadium, noto anche come Juventus Stadium, è stata rinviata a data da destinarsi a causa delle abbondanti nevicate cadute su Torino.
La partita potrebbe essere recuperata verosimilmente il 14 marzo prossimo ma una data certa ancora non è stata comunicata.
binariomorto
00domenica 25 febbraio 2018 23:25
Roma-Milan 0-2: Cutrone e Calabria in gol,
Gattuso risale a -6 dai giallorossi

Grande prova dei rossoneri, che stendono la squadra di Di Francesco nella ripresa.
Giallorossi quinti, Ringhio "vede" la Champions, e domenica prossima c'è il derby



Gattuso non si ferma davvero più. A Roma il suo Milan prima controlla la partita, poi affonda il colpo quando capisce che le timidezze avversarie stanno per venire a galla ed infine si gode una vittoria bellissima, che gli permette di accorciare ancora verso il sogno della Champions. Così con i gol dei due baby Cutrone e Calabria i rossoneri centrano il loro dodicesimo risultato utile consecutivo e preparano al meglio la settimana che porta al derby. Per la Roma, invece, un altro capitombolo pesante (dopo quello di Champions in Ucraina) e l'impressione che appena si alza un po' l'asticella la squadra di Di Francesco fa una fatica assurda a tenere il campo.

NOIA LATENTE — Di Francesco sceglie Schick come centravanti e concede un turno di riposo a Dzeko, dall'altra parte Gattuso opta invece per Cutrone al centro dell'attacco, lasciando in panchina Kalinic. Chi si aspetta una partita scoppiettante resta presto deluso, perché le emozioni si misurano con il contagocce. Sarà perché c'è forse più paura di perdere che non voglia di vincere o sarà perché la pressione alta di entrambe le squadre comporta poco il recupero palla e molto il non gioco avversario. Sta di fatto che il primo tempo scorre via senza grandi sussulti e con una partita fatta più di duelli che non di sistemi. In uno di questi Nainggolan ci rimette un paio di denti in uno scontro con Kessie (gomito alto), graziato nell'occasione da Mazzoleni. Per il resto, tranne un tiro al 5' di Under messo in angolo da Donnarumma, altre conclusioni degne di nota non ce ne sono state. La Roma ha provato con gli inserimenti dei centrocampisti a trovare maggiore densità sulla trequarti, il Milan ha mostrato una padronanza oramai acquisita in fase di palleggio, senza però trovare mai verticalità. Le uniche due occasioni dei rossoneri sono arrivate da errori avversari, con Bonaventura (22') che non trova l'assist giusto per Cutrone e Canhaloglu (30') che sull'uno contro uno a campo aperto salta Manolas, ma si allarga troppo il pallone. Dall'altra parte, invece, qualche preziosismo di Schick (compreso un piattone al volo al 24' messo in angolo d'istinto da Donnarumma, ma il ceco era in fuorigioco) e una protesta di Pellegrini per un contatto in area con Bonaventura (ma è il giallorosso che nel calciare prende il piede del rossonero che l'aveva anticipato).

COLPO BABY — La scintilla per accendere il match arriva subito, in apertura di ripresa, con il gol del vantaggio del Milan al 3': solita giocata di Suso con finta a rientrare ed assist centrale per Cutrone, che anticipa Manolas e brucia Alisson a ridosso dell'area piccola. Il gol è un misto di scaltrezza rossonera e di pasticci giallorossi, con Manolas che sbaglia prima la marcatura su Kessie (che dà il via all'azione) e poi quella sullo stesso Cutrone. La rete del baby rossonero (quattordicesimo gol stagionale per lui) sblocca la partita, soprattutto dal punto di vista tattico. Perotti prova subito a pareggiare i conti invano da fuori, Calhanoglu si rende pericoloso un paio di volte da lontano. Così Di Francesco decide di aumentare il suo potenziale offensivo mettendo dentro Dzeko (per Nainggolan) e passando di fatto al 4-2-4. Ad avere la palla del 2-0 però è il Milan al 27', con una ripartenza quattro contro due ben impostata da Calhanoglu e chiusa da Kalinic che però trova super Alisson a dirgli di no è solo il preludio, perché il gol arriva due minuti dopo con una bella giocata tra Kalinic e Calabria (tenuto in gioco da Bruno Peres), che va dentro come il burro nella difesa giallorossa e supera Alisson in uscita con un bel tocco sotto. La Roma è in ginocchio e un minuto dopo il Milan sfiora addirittura il 3-0, con Calhanoglu che non arriva a chiudere sul secondo palo una bella giocata di Suso. La reazione giallorossa è invece sterile e si racchiude tutta in un tiraccio da fuori di Defrel al 40' e niente più. Anzi, a sprecare ancora una volta è il Milan, con la ripartenza finale ben gestita da Calhanoglu e sprecata clamorosamente alta da Borini. Finisce così, con la Roma fischiata dall'Olimpico e il Milan a festeggiare sotto lo spicchio dei suoi tifosi.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00martedì 27 febbraio 2018 12:17
Cagliari-Napoli 0-5: in gol Callejon,
Mertens, Hamsik, Insigne e Mario Rui

La squadra di Sarri non si ferma più: decima vittoria di fila e + 4 sulla Juve...


Non c'erano dubbi: il Napoli formato campionato per ora ha un'altra marcia e non perde un colpo (0-5 a Cagliari). E' bello andare a dormire a +4 sulla Juve con il marchio dei fantastici 4 (+1): in ordine di apparizione sul tabellini Callejon, Mertens, Hamsik, lo scatenato Insigne - che non segnava in campionato al 23 dicembre - e Mario Rui. La pratica Cagliari (nel doppio confronto tra andata e ritorno 8 gol del Napoli contro 0) si chiude dopo 45 minuti, poi la fiesta continua nella ripresa, e per la squadra di Maurizio Sarri quella in terra sarda è la decima vittoria di fila. Gli ultimi punti sono stati persi il 10 dicembre scorso in casa contro la Fiorentina. Fu un pareggio. Da allora il Napoli ha sempre vinto, in casa e fuori, con pioggia e vento, sole e nuvole. E stavolta ha rimesso in moto la premiata ditta del gol: Mertens-Callejon. Il belga sale a quota 16, lo spagnolo a 8. Il Cagliari ha lottato e combattuto con la grinta impressa dal tecnico Diego Lopez è un buon sviluppo sulla catena di destra dove Faragò è partito a razzo, ma soprattutto il nordcoreano Han, promosso titolare per la prima volta. Se la Juventus voleva avere notizie precise sul ventenne riportato in Sardegna da Perugia con sette gol in B nello zaino oggi le ha avute: Han ha qualità, fisicità e personalità, come amano dire gli allenatori. E fa ammattire pure quel carrarmato di Koulibaly che al premio Aic è stato scelto dai colleghi come miglior difensore.


PRIMO TEMPO — La partita nella prima parte è vivace, ben giocata dal Cagliari che due volte si affaccia da Reina, in una l'ex non rimpianto,Pavoletti, non arriva benissimo sulla pennellata di Faragò. Stessa cosa fa Mertens su spiovente di Hysaj, ma sembra che calciando venga trattenuto da Lykogiannis (il rigore ci può stare) che, invece, sulla sinistra non produce nulla. Lopez tiene Joao Pedro incollato a Jorginho. Ma il brasiliano del Cagliari, che non sembra gradire particolarmente la collocazione, finisce per essere anonimo e poco propositivo. La partita resta inchiodata sullo 0-0 fin quando al 29' Padoin non perde una palla sciagurata che il ruba palloni per eccellenza Allan (straordinario per intensità) gli soffia servendo Callejon che, con un movimento stupendo, non perdona Cragno. La reazione rossoblù non c'è, Koulibaly e il solito Barella finiscono nel taccuino di Giacomelli, ma al minuto 42 è ancora Hysaj a rubare il tempo a Lykogiannis crossando e Mertens a Ceppitelli anticipandolo. E' 0-2 col Napoli, autoritario e deciso, che va al riposo convinto delle sue certezze e il Cagliari bastonato e depresso. Stordito pure da un numero straordinario di Insigne che beffa Romagna ma trova l'uomo Cragno che evita lo 0-3.


SECONDO TEMPO — Terzo gol azzurro che arriva dopo 16 minuti della ripresa ad opera di Hamsik, servito da Insigne. Il Cagliari non c'è più, a poco servono i cambi Ionita e Cossu scelti per Padoin e Han. Ma sull'uscita del nordcoreano la Sardegna Arena ricopre di fischi Diego Lopez ed è la prima volta. Il Cagliari è molle, non gli riesce nulla (cinque gol quest'anno non li aveva mai presi, ma anche nello scorso torneo in casa col Napoli finì così) e da domani alla ripresa ci sarà bisogno di rivedere parecchie cose perché non è tanto la sconfitta col Napoli che preoccupa quanto l'inconsistenza mostrata anche con Sassuolo e Chievo. Così la salvezza non può essere in cassaforte. Non può essere solo l'infortunio di Cigarini, per quanto importante, a influire su una situazione diventata pesante. Nel frattempo il Napoli segna anche il quarto gol, su rigore "parata" di Castan. Premio meritato per Lorenzo Insigne che trasforma dal dischetto. E nel finale, per fortuna senza recupero, anche il quinto con una magistrale punizione di Mario Rui. Gloria anche per lui.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00martedì 27 febbraio 2018 12:18
gazSERIE A 2017/2018 26ª Giornata (7ª di Ritorno)

24/02/2018
Bologna - Genoa 2-0
Inter - Benevento 2-0
25/02/2018
Crotone - Spal 2-3
Fiorentina - Chievo 1-0
Hellas Verona - Torino 2-1
Sampdoria - Udinese 2-1
Sassuolo - Lazio 0-3
Juventus - Atalanta (rinv.)
Roma - Milan 0-2
26/02/2018
Cagliari - Napoli 0-5

Classifica
1) Napoli punti 69;
2) Juventus(*) punti 65;
3) Lazio punti 52;
4) Inter punti 51;
5) Roma punti 50;
6) Sampdoria e Milan punti 44;
8) Atalanta(*) punti 38;
9) Torino punti 36;
10) Fiorentina punti 35;
11) Udinese e Bologna punti 33;
13) Genoa punti 30;
14) Cagliari e Chievo punti 25;
16) Sassuolo punti 23;
17) Crotone punti 21;
18) Spal punti 20;
19) Hellas Verona punti 19;
20) Benevento punti 10.

(*) Atalanta e Juventus una partita in meno (da recuperare a data da destinarsi).


(gazzetta.it)
binariomorto
00domenica 4 marzo 2018 00:04
Spal-Bologna 1-0: Grassi segna, Destro spreca

Un gol dell'ex centrocampista di Atalanta e Napoli decide il match. Rossoblù in 10 per oltre 80'.
Mattia Destro ha la palla del pareggio nel recupero.
Occasione clamorosamente fallita.


Una prodezza di Alberto Grassi decide un derby combattuto e vivace, giocato sotto l'acqua e in un freddo polare. La Spal non vinceva in casa dal 29 ottobre e ci è riuscita nell’occasione forse più importante perché se avesse lasciato altri punti per strada le speranze di salvezza si sarebbero ridotte pesantemente. E invece non solo è arrivato il tanto atteso successo casalingo, ma perfino il primo bis di questa stagione: dopo il 3-2 di Crotone ecco l'1-0 contro il Bologna di Donadoni. Adesso Semplici può sedersi davanti alla tv e vedere cosa faranno Benevento e Verona nello scontro diretto ma soprattutto il Crotone a Torino e il Sassuolo al Bentegodi contro il Chievo.


PRIMO TEMPO — È stato un derby vero, pieno di corse, botte, adrenalina. La Spal è entrata subito in partita mettendo una grande pressione su tutte le palle. Al 3' il primo tiro di Antenucci, che ha concluso alto dopo un passaggio di Lazzari. All'8' Poli si fa male e viene sostituito da Donsah, ma i guai per Donadoni non finiscono qui. Dopo altri due minuti Helander perde palla a centrocampo, Lazzari lancia Antenucci che viene steso da Gonzalez al limite dell'area: inevitabile l'espulsione per il difensore rossoblù. Viviani calcia la punizione rasoterra sotto la barriera, ma la palla finisce fuori di pochissimo. Il Bologna si organizza con un 4-4-1 molto accorto, in cui Donsah fa il terzino destro e sulle fasce Di Francesco e Verdi provano a ripartire, per la verità con scarsi risultati. La Spal insiste, ma sfrutta poco la superiorità numerica perché fa quasi sempre la stessa giocata sulla destra e Viviani non trova mai il tempo e l'ispirazione per un'imbucata diversa. Prima dell'intervallo Mirante non deve fare nessuna parata: la squadra di Semplici tira sei volte, ma sempre fuori anche se in un paio di casi (Grassi al 16' e Antenucci al 26') la palla va molto vicina al palo. La più grande occasione capita al 34' a Lazzari che da pochi metri calcia altissimo.


SECONDO TEMPO — A inizio ripresa ecco l'azione decisiva: corner per la Spal, respinta di Helander e gran conclusione di controbalzo di Grassi nell'angolino. Il primo tiro nello specchio decide la gara e resterà anche l'unico perché da quel momento la squadra di Semplici rallenta la pressione pur senza subire troppo e il Bologna prova a pungere ma non ci riesce quasi mai. Donadoni inserisce Avenatti per avere un uomo su cui lanciare da lontano e poi Orsolini. È l'ingresso del giovane di proprietà della Juve che vivacizza il finale. Orsolini va spesso al dribbling e al cross e al 94' (pochi secondi dopo l'espulsione di Mattiello per doppia ammonizione) costruisce una clamorosa occasione da gol servendo da sinistra una comoda palla che Destro, da un metro e a porta vuota, spedisce in curva. Un errore incredibile che sancisce l'importantissima vittoria della Spal.

G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 4 marzo 2018 00:07
Lazio-Juventus 0-1: Dybala gol al 93'

I bianconeri creano poco per tutta la gara, ma un lampo del numero 10 vale i tre punti per la squadra di Allegri


Arriva al terzo minuto del recupero finale il tocco di magia di Paulo Dybala che consegna la vittoria 1-0 alla Juventus contro una Lazio che si sente beffata dall’amaro epilogo. La squadra di Inzaghi era riuscita a fronteggiare bene i bianconeri, inseguendo la terza vittoria stagionale contro la formazione di Allegri dopo quelle in Supercoppa e nella gara d’andata. Partita senza grandi slanci anche se erano di fronte gli attacchi migliori della campionato. Per entrambe le squadre si sono fatte sentire le fatiche infrasettimanali di Coppa Italia. Grazie a questo successo la Juve si porta a -1 dal Napoli sconfitto al San Paolo dalla Roma, ma con una gara contro l'Atalanta ancora da recuperare.

EQUILIBRIO — Inzaghi deve ritoccare le fasce. In difesa, per rilevare l’infortunato Caceres, spazio a Luiz Felipe sulla corsia destra. Più avanti sullo stesso versante, viene spostato Lulic: Marusic squalificato e Basta k.o. Mentre a sinistra viene inserito Lukaku. Allegri opta per il 3-5-2. In attacco: recuperato Mandzukic, c’è Dybala titolare dopo lo stop del 6 gennaio. La Juventus si impadronisce subito della manovra. Proteste bianconere al 6’ per un intervento in area di Leiva ai danni di Dybala: Banti lascia correre. Incursione di Milinkovic sventata dala retroguardia di Allegri. Insidioso Mandzukic: colpo di testa sopra la traversa. Al 20’ Lazio vicina al gol: su cross di Luis Alberto dalla destra, stacco di testa di Milinkovic parato a terra da Buffon. Che tre minuti dopo devia in angolo una rasoiata di Immobile. La squadra di Inzaghi diventa più continua in fase offensiva. Al 29’ Banti ferma il gioco per un fallo di Rugani su Radu prima che il colpo di testa di Lukaku finisca nella porta della Lazio. Partita a ritmi contenuti: Lazio guardinga, Juventus rivisitata con la difesa a quattro ma pronta a verticalizzare. Al 38’ assalto bianconero: un diagonale di Khedira viene deviato in angolo. Il primo tempo si chiude con un fallaccio di Lichsteiner su Radu: ammonizione per lo juventino.

COLPO FINALE — Ritmi più elevati in avvio di ripresa. Accelera la Lazio. La Juventus ribalta però subito il fronte. Allegri innesta Douglas Costa al posto di Lichsteiner: mossa che consolida il 4-3-3. Al 14’ Buffon anticipa Immobile. Al 17’ la Lazio reclama un rigore per un intervento di Benatia su Leiva. Al 21’ bella incursione di Dybala: fa scudo Luiz Felipe. Staffetta nella trequarti della Lazio: Felipe Anderson rileva Luis Alberto. Allegri replica con Alex Sandro al posto di Mandzukic. La Juventus avanza il baricentro del gioco. La Lazio si chiude in difesa. Caicedo avvicenda uno stanco Immobile. Felipe Anderson accende la manovra d’attacco. Murgia rileva Lulic. Al 48’ arriva il colpo di Dybala che si fa largo in area fra Luis Felipe e Parolo e firma la vittoria della Juventus. Che conclude con Chiellini al posto di Dybala, eroe della giornata bianconera.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 4 marzo 2018 00:11
Napoli-Roma 2-4: Dzeko doppietta, Under e Perotti in gol.
Sarri, crollo clamoroso

Apre Insigne, poi dilagano i giallorossi, Mertens segna nel recupero.
Azzurri ancora in testa, ma con un solo punto sulla Juve che deve recuperare la gara con l'Atalanta.
Di Francesco sale al 3° posto


Impresa della Roma al San Paolo che rivitalizza morale e classifica della squadra di Di Francesco e mette il Napoli a portata di sorpasso da parte della Juve, che deve recuperare una partita. Gli ospiti vincono anche grazie a centravanti e portiere. Straordinario Dzeko, e non solo per la doppietta, eccezionale Alisson nel mortificare ogni tentativo degli azzurri di rimettere in piedi il risultato. Il Napoli, dunque, è entrato in campo sapendo della vittoria al fotofinish della Juve a Roma con la Lazio e con tanta rabbia in corpo, ma il colpo lo ha accusato con il passare dei minuti. Dal canto suo, la squadra capitolina ha giocato a viso aperto sin dall'inizio e pi nella ripresa ha mostrato, stavolta, una condizione atletica tale da chiudere il match.

FUOCHI D'ARTIFICIO — Nonostante il campo pesante per via della pioggia, le emozioni non sono mancate sin dall'avvio: Perotti ed Insigne hanno però colpevolmente evitato di "indirizzare" la partita fallendo due grosse occasioni nei primi tre minuti. L'attaccante della Nazionale però si è rifatto immediatamente portando avanti gli azzurri al sesto minuto: cross basso e preciso di Mario Rui, dimenticato da Florenzi, e piattone vincente con deviazione dell'attaccante del Napoli (sette conclusioni a rete nel primo tempo). Nemmeno il tempo di mettere il pallone a centrocampo che Under ha pareggiato per i giallorossi, complice anche stavolta una deviazione (di Mario Rui) dopo una bella verticalizzazione di Nainggolan. Insomma, inizio di gara con i fuochi di artificio. I ritmi si sono poi normalizzati con la Roma che ha abbassato il baricentro e rischiato grosso sulla volée del solito - ispiratissimo - Insigne, miracolo di Alisson. Roma però chirurgica ed in vantaggio al 26' con il terzo tiro in porta: cross di Florenzi e prodezza aerea di Dzeko che salta più in alto di Albiol ed indirizza all'angolino. Risultato ribaltato un po' a sorpresa. Inerzia della partita che comunque è cambiata ripetutamente, Napoli che ha sfiorato il pari con Mertens (straordinario Alisson) e giallorossi che hanno usato proprio Dzeko per tenere botta e congelare il pallone. Il bosniaco ha giocato una grande prima frazione, "rischiando" anche di mandare in porta Under nel finale.

DZEKO E CHIUDO — Ripresa al via con il San Paolo che ha alzato i decibel e con un contatto dubbio Hysaj-Perotti dopo due minuti. Il Napoli ha provato come consuetudine con Insigne (vicinissimo al bersaglio grosso al 66') ma ha cercato spazi anche sulla fascia destra con Callejon, che addirittura ha colpito un palo direttamente da calcio d'angolo. Comunque, a destra pure la Roma ha sfondato con Florenzi e Cenzig Under, facendo venire talvolta i brividi alla difesa di casa (Hysaj e Koulibaly hanno risolto un paio di situazioni scabrose). Insomma, tema tattico delineato con Napoli d'assalto e Roma compatta ma anche squadre stanche e lunghe. I giallorossi sono stati bravi ad approfittare degli spazi concessi dagli azzurri ed hanno colpito nuovamente con Dzeko al 28': prodezza balistica dell'ex City che di sinistro l'ha messa a giro da fuori area nell'angolino basso. Sarri, che già aveva mandato in campo Hamsik per Zielinski, a quel punto si è giocato la carta Milik, tornato 161 giorni dopo l'infortunio con la Spal, mentre Alisson ha continuato il suo show alzando un muro davanti a Insigne. Il 4-2-3-1 ha spaccato in due il Napoli e Perotti su errore di Mario Rui ha fatto poker chiudendo in anticipo la contesa, che neppure la rete di Mertens nel recupero (bel destro all'angolino basso) ha potuto riaprire.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 4 marzo 2018 14:52
Fiorentina, è morto Davide Astori

Il capitano Viola, 31 anni, è stato trovato senza vita nella camera d'albergo.
Rinviata la 27esima giornata di A



Una tragedia immane si è abbattuta senza preavviso sulla Fiorentina. Il capitano Davide Astori, 31 anni, 14 presenze anche in azzurro, è stato trovato morto nella camera dell'albergo "La' di Moret" a Udine dove si trovava con la squadra per giocare alla Dacia Arena.
Il difensore probabilmente è deceduto nel sonno, forse per un arresto cardiocircolatorio. Stamattina non si era presentato a colazione e alle 9.30 il massaggiatore è salito nella sua camera. Lo staff medico non ha nemmeno tentato di rianimarlo. Ora, il suo corpo è stato trasportato all'obitorio di Udine Santa Maria della misericordia. Nel pomeriggio è previsto un esame preliminare della salma, in base al quale verrà presa poi una decisione sull'autopsia, che in ogni caso dovrebbe essere eseguita nella giornata di domani.
La squadra è rimasta chiusa nell'albergo e alle 14 è partita per l'aeroporto di Ronchi dei Legionari, da dove rientrerà a Firenze con un charter. A Udine è rimasto Giancarlo Antognoni, club manager della Fiorentina. L'ultima persona che lo ha visto ieri è stato Sportiello, alle 23.30 circa. I dirigenti viola hanno chiamato i genitori a Bergamo per dar loro la terribile notizia, quelli rimasti a Firenze invece sono andati a casa della compagna. Sia i genitori di Astori che la compagna, appena avvertiti, sono subito partiti per Udine.

CARRIERA — Astori lascia la compagna Francesca Fioretti e una figlia, Vittoria, 2 anni. È cresciuto nel vivaio del Milan, nella sua carriera ha vestito anche le maglie del Cagliari (2008-14), Roma (2014-15). Leggi QUI la sua carriera nel dettaglio

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 4 marzo 2018 14:58
Morte Astori, rinviata la 27/a giornata di serie A e la 29/a di B

Il Commissario Straordinario della Lega Serie A vista la tragedia che ha colpito
il mondo del calcio con l’improvvisa scomparsa del capitano della Fiorentina Davide Astori,
ha deciso di rinviare a data da destinarsi le partite in programma oggi.
Saltano anche le tre gare di B in programma oggi



La 27/a giornata di serie A in programma oggi non si giocherà in segno di lutto per la morte del capitano dei viola Davide Astori. Il rinvio è stato deciso dal commissario della Lega di serie A, Giovanni Malagò. in un primo momento era stata annullata la gara della Dacia Arena Udinese-Fiorentina, dopo qualche minuto si era deciso di non giocare anche la partita delle 12.30 Genoa-Cagliari, visto che Astori in passato aveva indossato a lungo la maglia della squadra sarda. Pochi minuti fa la notizia che oggi la A non scenderà in campo. Inoltre, anche le tre gare di serie B in programma oggi per la 29/a giornata non verranno disputate.

LA NOTA DELLA FIGC — "Dopo l'improvvisa scomparsa del calciatore della Fiorentina e della Nazionale Davide Astori, trovato senza vita questa mattina nel ritiro dei viola in vista della gara di oggi contro l'Udinese - si legge in una nota della federcalcio - il Commissario Straordinario della Figc, Roberto Fabbricini, d'intesa con il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha disposto un minuto di raccoglimento in memoria di Davide tra oggi e domani su tutti i campi di calcio dove sono in programma le gare delle rispettive giornate di campionato. La Federcalcio, rappresentando il sentimento dei dirigenti, dei tecnici e del personale che in tanti anni hanno conosciuto e apprezzato Davide nel suo percorso con le Nazionali, esprime il proprio cordoglio alla famiglia Astori".

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 4 marzo 2018 15:00
gazSERIE A 2017/2018 27ª Giornata (8ª di Ritorno)

03/03/2018
Spal - Bologna 1-0
Lazio - Juventus 0-1
Napoli - Roma 2-4
25/04/2018
Genoa - Cagliari (rinv.)
Atalanta - Sampdoria (rinv.)
Benevento - Hellas Verona (rinv.)
Chievo - Sassuolo (rinv.)
Torino - Crotone (rinv.)
Udinese - Fiorentina (rinv.)
Milan - Inter (rinv.)

Classifica
1) Napoli punti 69;
2) Juventus(*) punti 65;
3) Roma punti 53;
4) Lazio punti 52;
5) Inter(*) punti 51;
6) Sampdoria(*) e Milan(*) punti 44;
8) Atalanta(**) punti 38;
9) Torino(*) punti 36;
10) Fiorentina(*) punti 35;
11) Udinese(*) e Bologna punti 33;
13) Genoa(*) punti 30;
14) Cagliari(*) e Chievo(*) punti 25;
16) Sassuolo(*) e Spal punti 23;
18) Crotone(*) punti 21;
19) Hellas Verona(*) punti 19;
20) Benevento(*) punti 10.

(rinv.) Serie A ferma per lutto dopo la notizia della morte improvvisa del capitano della Fiorentina Davide Astori.
(*) Benevento, Cagliari, Chievo, Crotone, Hellas Verona, Inter, Fiorentina, Genoa, e Juventus, Milan, Sampdoria, Sassuolo, Torino e Udinese una partita in meno.
(**) Atalanta due partite in meno.

(gazzetta.it)
binariomorto
00sabato 10 marzo 2018 23:33
Roma-Torino 3-0, gol di Manolas, De Rossi e Pellegrini

I giallorossi tornano a vincere in casa dopo 5 k.o. E martedì c'è lo Shakhtar.
Terza sconfitta consecutiva per la squadra di Mazzarri


Con il cuore ancora rotto dall'emozione per la morte di Astori la Roma porta a casa una vittoria importantissima in chiave Champions League. Sia per quella attuale (la sfida di martedì prossimo con lo Shakthar per la quale questo successo è fondamentale per morale e fiducia), sia per quella futura (e cioè per la sfida con Inter e Lazio per accaparrarsi terzo e quarto posto). A decidere la sfida sono stati Manolas e De Rossi. Il primo ha dedicato il gol ad Astori con un gesto simbolico in campo (dita rivolte al cielo), il secondo era la cosa che aspettava: un gol per un amico fedele, da ricordare per sempre. A chiudere, poi, il gol finale di Pellegrini.


PIÙ TORO — Si inizia con il ricordo struggente di Davide Astori, a cui la Roma dedica un bel video proiettato sui maxischermi dell'Olimpico con le immagini più significative della sua stagione in giallorosso. Poi si gioca, con Di Francesco che conferma De Rossi in regia e dà fiducia ad El Shaarawy in attacco, mentre Mazzarri davanti preferisce Berenguer a Niang. Nei primi dieci minuti la Roma sembra avere l'atteggiamento giusto, poi pian piano viene fuori il Torino in fiducia e personalità. I granata provano per tre volte a sorprendere i giallorossi con la palla in verticale tra i due centrali, con Alisson due volte bravo ad accorciare il campo. Ansaldi poi ci prova da fuori invano, quindi sono Manolas (su Belotti) e Moretti (su Under) a sbrogliare situazioni complicate in area di rigore. Poi le fiammate finali del Torino, con Alisson che si deve superare prima (34') su Iago Falque a giro e poi (43') su Acquah da fuori (rimediando ad un suo errore, una palla velenosa in uscita pressing a De Rossi). Complessivamente nel primo tempo sono tutte del Torino le occasioni più pericolose (compreso un gol divorato di piatto da Belotti su cui l'assistente Vivenzi fischia un fuorigioco inesistente), con Iago Falque sugli scudi e Rincon a lavorare palloni. Nella Roma, invece, tanta confusione in fase d'impostazione, pochi sbocchi offensivi ed uno Schick assai lontano dalle aspettative giallorosse.

CAMBIO DI MARCIA — La ripresa si apre con una Roma molto più convinta e padrona del campo dal punto di vista della supremazia territoriale. Under trova subito una bella palla per Schick, che di testa colpisce centralmente. Ma il gol è nell'aria e arriva al 10' quando Manolas di testa insacca un bel traversone di Florenzi. A partita sbloccata gli spazi aumentano e la Roma trova modo di rendersi pericolosa più volte: prima (18') con una combinazione veloce tra Schick e Kolarov, con Sirigu bravo a mettere in angolo il sinistro del serbo; poi (24') con un assist di Nainggolan per il rimorchio di Florenzi che in corsa calcia però alto da ottima posizione; infine al 27' con Daniele De Rossi, che dopo una serie di carambole insacca il pallone del 2-0 con un destro al volo in scivolata. Poi fino al recupero c'è poco altro da segnalare, se non la classica girandola di cambi. Fino al 48', quando Pellegrini inizia e finalizza (3-0) una ripartenza a tutto campo condotta in mezzo da Nainggolan. Per la Roma una vittoria fondamentale, per il Toro la terza sconfitta consecutiva che suona come un campanello d'allarme.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 10 marzo 2018 23:38
Hellas Verona-Chievo 1-0: Caracciolo decide il derby

Primo tempo con una sola palla gol, capitata sul piede di Castro.
Ottimo intervento di Nicolas.
Ripresa che si apre con la rete del difensore. Sarà il gol vittoria



Hellas, la vittoria del cuore strappata con i denti. Il derby esalta il tentativo di rimonta di Pecchia (terzo successo nel ritorno) e precipita Maran nella più seria preoccupazione (4 punti nel ritorno). Basta un tiro in porta, per giunta di un difensore, per regalare tre punti di grande speranza al cospetto di ventimila scatenati tifosi. Mai il Verona era riuscito a infilare due vittorie di seguito (col Toro la precedente), e adesso è terzultimo, in attesa del Crotone, naturalmente. L'avvio di serata è toccante. Le squadre entrano in campo con la stessa maglia col numero 13 e la scritta Astori. Il minuto di silenzio, scandito da una canzone di Lucio Dalla, vede i giocatori abbracciati e il pubblico molto composto e partecipe. I sostenitori dell'Hellas nella Sud sono il triplo di quelli del Chievo assiepati nella Nord e quando prendono a sventolare migliaia di bandierine, come promesso, il colpo d'occhio è fantastico.

LA SPINTA — Sotto l'impetuosa spinta della propria curva gli uomini di Pecchia giocano una prima parte all'insegna del coraggio e della spinta. Le assenze di Romulo, Valoti e Kean (che non è nemmeno in panchina) nei 20' iniziali vengono sopperite dal dinamismo dell'esordiente Felicioli (primo utilizzo dall'avvio, scuola Milan) e del solito Verde, che gioca a destra. Proprio questa costante presenza in attacco fa sì che il modulo scelto dal tecnico di casa sia nella pratica un ardito 4-2-4.

REAZIONE — Esaurita la forza di inerzia, l'Hellas comincia a incontrare difficoltà quando si tratta di penetrare centralmente e di fatto non si rende mai pericoloso al contrario dei cugini che, sornioni, si presentano per due volte in area con un giocatore in grado di far male. La prima occasione nasce dal corner di Birsa (29'), il pallone plana con la giusta traiettoria giusto sulla testa dell'incursore Bani il quale lo gira prontamente verso la porta di Nicolas fallendo però la mira. Era certamente una conclusione a rete nelle sue intenzioni, stava per trasformarsi in assist per Meggiorini, che giunge in lieve ritardo sul palo lungo. L'altra palla gol (40') è meno casuale perché Meggiorini manda di proposito in verticale trovando Castro in ottima posizione. L'esterno vince il duello di forza con Caracciolo e calcia di esterno destro verso la rete, ma Nicolas con puntuale uscita a valanga intercetta di corpo e sventa lo 0-1.

LA SVOLTA — Al primo tiro in porta il Verona imprime la svolta. Verde esegue male un corner ma il pallone gli ritorna sul mancino e stavolta la rasoiata a pelo d'erba è perfetta per Antonio Caracciolo, inseritosi a sorpresa sul limite dell'area piccola. Il difensore impatta di prima intenzione, sempre col mancino, di interno, riuscendo a cavarne una traiettoria a giro che s'infila sul palo opposto, quasi all'incrocio. Assolutamente niente da fare per Sorrentino.

FURIA CHIEVO — Il Chievo reagisce con furia ma anche con poca lucidità. E intanto i due tecnici cambiano volto alle rispettive squadre. Maran inserendo Giaccherini era passato al 4-3-2-1. Preso il gol manda dentro la punta Pellissier per il centrocampista Hetemaj, arretra Giaccherini e torna al sistema di partenza. Pecchia si copre con un pratico e sbrigativo 4-5-1, portando Zuculini come forza fresca nel mezzo e mettendo Matos sulla fascia destra al posto di Verde. Il derby si fa ruvido, in rapida successione quattro del Chievo meritano il giallo. Gl uomini di Maran spingono gli avversari nella loro metà campo e poi nella loro area. Ma quando un errore in uscita di Nicolas permette a Castro una conclusione da posizione invitante il tiro è inoffensivo. E' l'ultima chance di una gara avara di occasioni ma ricca di pathos.

Nicola Cecere

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 11 marzo 2018 22:38
Fiorentina-Benevento 1-0:
decide Vitor Hugo che dedica il gol ad Astori

In un clima surreale con lo stadio in lacrime per il suo capitano scomparso,
la Viola riesce ad avere la meglio sui campani


Ci pensa Vitor Hugo a unire passato e futuro nella domenica delle emozioni. Lui, chiamato a sostituire in campo Davide Astori, stacca verso il cielo al minuto numero 25 azzerando le distanze con il capitano che guarda dall'alto: portando in vantaggio la Fiorentina. La partita finirà 1-0 ma il risultato per la Fiorentina oggi conta il giusto e verrà presto dimenticato. I ricordi dei 35mila presenti al Franchi, invece, compresi i due fratelli di Astori Bruno e Marco, resteranno per sempre.


BRIVIDI — Lo stadio è sostanzialmente pieno e accoglie con tanti applausi i giocatori di entrambe le squadre. I giocatori viola entrano in campo tutti con la maglia numero 13 di Astori. In mezzo al campo un enorme ringraziamento per il capitano che non c'è più. Tanti gli striscioni. "Ci sono uomini che non muoiono mai... ci sono storie che verranno tramandate in eterno... Buon viaggio capitano", "Le lacrime di un'intera città, legati da qui all'eternità. Buon viaggio capitano". "Capitano vero, uomo d'altri tempi, fiorentino per sempre. Ciao Davide". Anche i tifosi ospiti ricordano Astori. "Nessuno muore finchè vive nel tuo cuore. Ciao Davide" e "Tempo non cancellar dai tuoi minuti questo ricordo immenso: Davide vive fino all'estremo di ogni senso". Il silenzio del Franchi è irreale e dura molti minuti. Palloncini bianchi e viola volano verso il cielo. Alla fine si gioca.

LA PARTITA — In campo massimo impegno, anche se i sentimenti non si veicolano. Simeone spreca un paio di occasioni, al minuto numero 13 (maglia di Astori) tutti fermi. Applausi e lacrime con la coreografia della Curva Fiesole che omaggia il proprio capitano. Al 25' il gol decisivo di Vitor Hugo, su assist di Saponara. Ovvero il giocatore che in settimana ha scritto il post più toccante per il proprio capitano. Nel secondo tempo la Fiorentina fatica, il Benevento attacca e sfiora molte volte il pareggio. Coda nel finale colpisce il palo, ma la palla non entra. Del resto oggi la difesa viola ha un giocatore in più.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
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