Campionato di Serie A stagione 2016/2017

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binariomorto
00domenica 18 dicembre 2016 18:21
Pescara-Bologna 0-3, a segno Masina, Dzemaili e Krejci

Donadoni torna alla vittoria dopo un mese grazie a due gol nel primo tempo e a un rigore
nella ripresa che condannano gli abruzzesi, in dieci dal 16', al 9° k.o. nelle ultime 10 gare



Il Bologna si sblocca e torna a vincere in trasferta, evento che non accadeva dallo scorso 14 febbraio (1-0 a Udine, gol di Destro), puntellando una classifica tutt'altro che esaltante. Lo fa passeggiando sui guai di un Pescara allo sbando, quasi rassegnato, senza idee e senza grinta, rimasto in dieci per oltre un'ora. Dopo le contestazioni, questo bruciante 3-0 in casa sa tanto di condanna anticipata. Dubbi sul futuro di Oddo, che pure era stato confermato in settimana.

SUBITO IN DISCESA — La partita si mette subito bene per gli uomini di Donadoni: il gol arriva dopo una quasi autorete di Biraghi: calcio d'angolo da sinistra, lancio perfetto di Viviani sul secondo palo, Masina approfitta della dormita di Biraghi e batte Bizzarri, festeggiando così la sua gara numero 50 in A, tutte in rossoblù. Nove minuti dopo, il secondo episodio chiave: lo sciagurato Verre stende Mounier e si fa cacciare da Rocchi. È passato da poco un quarto d'ora e il Pescara, già in crisi di risultati e autostima, va in depressione. Intanto, il Bologna conquista campo e non lo molla più, dilettandosi in un prolungato possesso palla. Al minuto 20 Destro sbuccia una facile palla a centro area dimostrando di non aver superato il momento no. Intanto Oddo fa una mossa incomprensibile, togliendo Manaj (inconcludente, ma comunque unica punta di ruolo), per mettere Zampano centrocampista di destra. Donadoni ritocca la difesa: fuori Maietta (guai muscolari), dentro Krafth che va a fare il terzino destro con Torosidis che si sposta al centro. Al 41' Bologna raddoppia con tiro da fuori area di Dzemaili, tra i migliori, deviato da Gyomber: Bizzarri battuto e senza colpe. Pescara affondato.

CROLLO — La superiorità del Bologna è indiscussa. Diventa imbarazzante dopo il terzo gol: netto rigore per fallo di Crescenzi su Destro che nella caduta prende una botta alla spalla sinistra. A quel punto, la partita si può considerare chiusa. C'è tempo per vedere le occasioni di Viviani e Krejci sventate da Bizzarri: senza l'anziano portiere, autore di almeno 5 parate prodigiose, il k.o. sarebbe stato ancora più gravoso.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 18 dicembre 2016 18:29
Udinese-Crotone 2-0, Thereau decide con una doppietta
I friulani superano la squadra di Nicola con un gol per tempo del francese
e centrano la terza vittoria di fila (dopo Bologna e Atalanta).
Espulso Cordaz



L’Udinese continua la sua serena crociera in campionato battendo il Crotone grazie a una doppietta di Cyril Thereau. Solo nel secondo tempo la squadra di Delneri ha legittimato il successo: nei primi 45’, infatti, il Crotone aveva giocato meglio e con maggiore aggressività sfiorando il vantaggio in un paio di occasioni. A fare la differenza è stata la maggiore qualità dei bianconeri.

PRIMO TEMPO — Il Crotone cerca di sorprendere in avvio i friulani e al 4’ Karnezis è bravissimo a murare Trotta che si era presentato davanti alla porta. Anche Cordaz, al 13’, merita applausi per una respinta di piedi su Zapata innescato da Widmer. E’ clamoroso, invece, l’errore di Palladino al 17’: servito da Trotta, l’ex juventino spara in curva da otto metri. Il Crotone continua a macinare gioco grazie alla continuità di Barberis e Crisetig, bravi a riconquistare in fretta la palla, e all’intraprendenza di Rohden e di Trotta. Proprio Trotta al 36’ è egoista perché preferisce un tiro dal limite a un comodo appoggio che avrebbe messo Falcinelli davanti a Karnezis. L’Udinese dovrebbe essere felice di tornare negli spogliatoi sullo 0-0 e invece riesce addirittura a trovare il gol del vantaggio al 43’: punizione di Jankto, tocco morbido di Thereau che sembrava in letargo e invece arriva puntuale sul pallone che sblocca e cambia partita.

SECONDO TEMPO — Da questo momento, infatti, il Crotone spegne la luce ed è un limite grave per una squadra che sta cercando di andare oltre le proprie difficoltà tecniche per guadagnarsi la salvezza. Nella ripresa la squadra di Nicola tirerà una volta sola, in pieno recupero, quando un colpo di testa di Falcinelli finirà alto. Il secondo tempo esalta la vena di Thereau, che sigla il raddoppio al 16’ con un preciso tiro di sinistro dopo assist di Zapata, sfiora il tris in un paio di occasioni, regala una palla-gol allo sprecone De Paul e fa espellere il bravissimo Cordaz anche se in realtà si tratta di un fraintendimento: vedendo Angella a terra, il portiere del Crotone cerca di buttare in fallo laterale la palla che invece rimbalza da Thereau che tira verso la porta. Cordaz fuori area prende la palla con le mani e viene inevitabilmente espulso. Il cartellino rosso a cinque minuti dal 90’ è l’atto finale della partita.


G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00lunedì 19 dicembre 2016 00:06
Genoa-Palermo 3-4, super Simeone, poi clamorosa rimonta rosanero

Doppietta del Cholito e gol di Ninkovic per i rossoblu che si portano sul 3-1,
ma le reti di Goldaniga, Rispoli e Trajkovski regalano i tre punti a Corini


Il Palermo sbanca Marassi al termine di una gara rocambolesca (3-4). La squadra rosanero era sotto fino al 43’ del st. Poi ha firmato il sorpasso con Rispoli e Trajkovski in 2’. Primi tre punti per Corini che ora torna a sperare. Il Genoa perde l’imbattibilità casalinga, e per la prima volta nella sua storia il Palermo batte il Genoa a Marassi. I rosanero non avevano mai segnato più di un gol in questa stagione: è una serata speciale.

CHOLITO — Juric conferma la squadra che ha battuto la Fiorentina, Corini invece cambia 2 giocatori (Gazzi e Bruno Henrique). I rossoblù partono a razzo come contro i viola e dopo 4’ sono già in vantaggio: su un lancio di Burdisso la difesa palermitana si fa cogliere impreparata, la palla arriva a Simeone che da due passi non sbaglia (1-0). Il Cholito festeggia così il quinto gol in campionato.

VELOSO OUT — Sulle ali dell’entusiasmo il Genoa confeziona altre 2 palle gol nell’arco di 4’: prima è Laxalt a pescare Simeone sul secondo palo, ma l’attaccante argentino arriva scoordinato sulla conclusione. Poi è ancora Laxalt a seminare il panico sulla sinistra, la palla arriva da Rigoni al Cholito che spara alto. Al 25’ il Palermo reclama il rigore per un contatto tra Cofie e Bruno Henrique. Al 28’ Veloso si fa male e viene sostituito da Ntcham.

IL PARI — La squadra di Corini prende coraggio e inizia a farsi vedere dalle parti di Perin. Prima con un colpo di testa di Andelkovic (alto), poi nell’occasione del pareggio: da uno scontro tra Cofie e Gazzi a centrocampo, la palla arriva a Nestorovski, imbucata per Quaison che non dà scampo a Perin (1-1).

SEMBRA FINITA... — La ripresa si apre con un’occasione clamorosa per il Palermo: Munoz pasticcia, Bruno Henrique vede tutto solo Nestorovski che spara sopra la traversa. Sul ribaltamento di fronte Simeone fa le prove del gol di testa: alto. Al 12’ il Cholito si fa perdonare con uno stacco…alla Pavoletti su assist di Izzo (2-1). Il Palermo accusa il colpo e 7’ dopo va ancora sotto: cross di Simeone per Ninkovic che di testa firma il 3-1.

LA RIMONTA — Gara finita? Neanche per idea. Al 24’ i rosanero riaprono il match con una spizzicata di Goldaniga (3-2). Al 43’ Rispoli acciuffa il pareggio sugli sviluppi di un calcio d’angolo. E un minuto dopo Trajkovski in contropiede firma il sorpasso clamoroso (3-4). Il Genoa esce tra i fischi della Nord.

Francesco Gambaro

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00lunedì 19 dicembre 2016 00:12
Lazio-Fiorentina 3-1: gol di Keita, Biglia e Zarate

Segnano Keita, Biglia su rigore, Zarate e Radu.
Biancocelesti al terzo posto insieme al Napoli



La Lazio vince della Fiorentina e raggiunge il Napoli al terzo posto, a un punto dalla Roma. I gol di Keita e Biglia su rigore indirizzano la gara in favore dei biancocelesti già nel primo tempo. In avvio di ripresa, i viola potrebbero rientrare subito in partita ma il tiro dal dischetto di Ilicic viene respinto da Marchetti. Poi, il gol di Zarate riapre la gara che nel secondo tempo porta in cattedra la Fiorentina. Che però sui titoli di coda subisce ll k.o. di Radu con il colpo del definitivo 3-1.

SPRINT LAZIALE — Inzaghi si affida al 3-5-2. Squalificato Parolo. Recuperati Marchetti e Biglia. Tornano titolari Bastos, Keita e Cataldi. Sousa conferma il 4-2-3-1. Fermi per squalifica Salcedo e Badelj. Indisponibili Gonzalo Rodriguez e Borja Valero. Rientrano dal primo minuto Kalinic, Tello e Ilicic. De Maio e Tomovic le altre novità in formazione. La Lazio scatta all’attacco. Al 9’ Tatarusanu salva su colpo di testa di Bastos. Al 13’ replica della Fiorentina con botta di Bernardeschi bloccata da Marchetti. Gara a ritmi intensissimi. La squadra di Inzaghi accelera in fase offensiva. Al 22’ impreciso Immobile: calcia alto da buonissima posizione. Un minuto dopo la Lazio passa con una bella azione sulla destra: da Anderson per Milinkovic con velo di Cataldi, si inserisce Keita che fulmina Tatarusanu. Quinto gol in questo campionato per l’attaccante spagnolo-senegalese che eguaglia il suo primato personale del campionato 2013-14. La Fiorentina si scuote per riorganizzare la propria manovra. Mentre i biancocelesti rifiatano dopo la rincorsa per portarsi in vantaggio. Al 41’ colpo di testa di Bernardeschi sventato da Marchetti. Ma è la Lazio ad andare ancora a segno: al 48’ con Biglia su rigore concesso per atterramento di Tomovic su Milinkovic, protagonista di una esaltante incursione sulla sinistra. Graziato il difensore viola: era già ammonito e poteva essere espulso.

RINCORSA VIOLA — Dopo l’intervallo, però, Tomovic resta negli spogliatoi: Sousa lo avvicenda con Cristoforo. Che si mette subito in evidenza: al 3’ un intervento di Biglia ai suoi danni procura un rigore alla Fiorentina. Dal dischetto però Ilicic si fa ipnotizzare da Marchetti che devia la conclusione alla sua sinistra. Una serataccia per lo sloveno che dieci minuti dopo viene sostituito dall’ex Zarate. Che al 20’ colpisce insaccando un pallone sfuggito in area a uno stop di Biglia in scivolata. La Fiorentina rialza la testa. Al 23’ Inzaghi inserisce Kishna al posto di Keita. Bernardeschi scarica una staffilata dalla distanza e al 26’ prova a sorprendere Marchetti che devia in angolo. Fiorentina all’attacco, Lazio in grande affanno. Inzaghi rinsalda la difesa con Wallace che rileva Anderson. Si risistema con Lulic sulla corsia destra. Terzo per cambio per Sousa: Chiesa sostituisce Tello. Al 37’ gol annullato alla Fiorentina per mani di Sanchez che aveva spinto il pallone in rete. Murgia rileva Cataldi. Lazio chiude le sue ansie al 45’ con Radu che segna finalizzando una ripartenza di Immobile. Tre punti sofferti ma preziosi per la Lazio che festeggia al fischio finale l’ingresso in zona Champions

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00martedì 20 dicembre 2016 00:07
SERIE A 2016/2017 17ª Giornata (17ª di Andata)

17/12/2016
Empoli - Cagiari 2-0
Milan - Atalanta 0-0
Juventus - Roma 1-0
18/12/2016
Sassuolo - Inter 0-1
Chievo - Sampdoria 2-1
Napoli - Torino 5-3
Pescara - Bologna 0-3
Udinese - Crotone 2-0
Genoa - Palermo 3-4
Lazio - Fiorentina 3-1

Classifica
1) Juventus punti 42;
2) Roma punti 35;
3) Napoli e Lazio punti 34;
5) Milan punti 33;
6) Atalante punti 29;
7) Inter punti 27;
8) Fiorentina punti 26;
9) Torino e Chievo punti 25;
11) Udinese punti 24;
12) Genoa punti 23;
13) Sampdoria punti 22;
14) Bologna e Cagliari punti 20;
16) Sassuolo punti 17;
17) Empoli punti 14;
18) Crotone e Palermo punti 9;
20) Pescara punti 8;

(gazzetta.it)
binariomorto
00martedì 20 dicembre 2016 23:53
Atalanta-Empoli 2-1. D'Alessandro da impazzire: gol vittoria al 94'

I bergamaschi spingono per tutta la partita ma sbagliano troppo sotto porta.
E rischiano la beffa. Ma ci pensano Kessie e D'Alessandro a regalare i 3 punti a Gasperini


L’Atalanta batte 2-1 l’Empoli nell’anticipo della 18esima giornata e torna al successo dopo 3 giornate. I bergamaschi si portano a 32 punti, un passo in avanti verso il sesto posto alla fine del girone di andata. Il successo matura in rimonta e nel finale, come quello contro la Roma, con un guizzo di D’Alessandro ma meritato per quanto visto nei 90 minuti, giocati tutti all’attacco dagli uomini di Gasperini.. Subito una sorpresa nella formazione toscana: un attacco febbrile a poche ore dal fischio d’inizio manda k.o. Saponara: il suo posto da trequartista viene preso da Croce, con Buchel a centrocampo. Nell’Atalanta, come si attendeva, Kessie parte dalla panchina dove si accomoda anche Caldara. In mezzo al campo Gasperini mette Freuler al fianco di Gagliardini, in difesa il terzetto è Toloi-Masiello-Zukanovic.


QUANTI ERRORI — La cronaca dei primi 45 minuti è tutta di marca atalantina. La squadra di Gasperini colleziona 7 calci d’angolo, va alla conclusione 8 volte, ma i tiri sono sempre fuori bersaglio, respinti dalla difesa o troppo lenti per mettere in difficoltà Skorupski. I nerazzurri si accendono soprattutto sulla fascia sinistra, dove Spinazzola e Gomez mettono più volte in difficoltà Cosic, ma la difesa di Martusciello, che dopo il quarto d’ora perde Costa per un problema muscolare, regge. Al 9’ e al 12’ ci prova Petagna, ma la palla va a sbattere sul corpo dei difensori toscani. Al 12’ un tiro cross del Papu Gomez dalla sinistra attraversa lo specchio della porta. Al 15’ è sempre l’argentino protagonista: su lancio dalle retrovie salta Cosic, si accentra e spara in porta, Skorupski devia in angolo. L’Empoli si vede con un paio di punizioni dalla trequarti che si risolvono in cross respinti dai difensori bergamaschi, poi è ancora Atalanta. Al 21’ Spinazzola tira alto dal limite, 4 minuti dopo il tiro sempre dalla distanza di Gomez è respinto da Skorupski. Il più veloce sulla ribattuta è Petagna che tocca il pallone e va a sbattere sul portiere toscano. Per Fabbri si può proseguire. Arrivano altri tiri da fuori di Gagliardini (lento e fuori misura), di Freuler (palla in fallo laterale) fino al primo minuto di recupero: punizione dello svizzero e Zukanovic dei testa manda alto.

IL GUIZZO D'ALESSANDRO — Gasperini inizia la ripresa con Kessie, ma a gelare l’Azzurri d’Italia al 6’ è Mchedlidze: il georgiano si lancia sulla punizione di Croce, anticipa Masiello e devia con un tocco di sinistro alle spalle di Berisha. Per lui è il terzo gol nelle ultime due gare. L’Atalanta schiuma di rabbia e si getta all’assalto. Ci provano Gagliardini di testa, palla deviata in angolo, Petagna di sinistro e Skorupski respinge alla grande. L’assedio viene premiato al 29’ ed è proprio Kessie a trovare il pari con una sassata di destro nell’angolo basso alla destra di Skorupski. L’assedio dell’Atalanta prosegue e i bergamaschi vanno più volte vicini al 2-1 con Kessie (traversa) e due volte con Gagliardini (tiro e colpo di testa fuori bersaglio). Quando il pareggio sembra segnato arriva il guizzo di D’Alessandro che in mischia regala i tre punti a Gasp: è un Natale da sogno a tutti i tifosi della Dea.

Davide Longo

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00giovedì 22 dicembre 2016 00:00
Inter-Lazio 3-0, Banega e doppio Icardi show:
terza vittoria di fila per Pioli

I nerazzurri chiudono il 2016 con 30 punti in classifica grazie alla grande serata dei due argentini


L'Inter non si riposa nemmeno alla settima e contro una Lazio bifronte centra un'altra vittoria in quello che ormai è diventato un fortino. A San Siro, Coppa compresa, sono appunto sette le vittorie consecutive. E anche questa arriva dopo grandi sofferenze nel primo tempo. Perché Pioli non ha ancora trovato la vera quadra, ma di sicuro ha insegnato ai suoi a lottare. In un secondo tempo con i botti, segnano Banega e Icardi, alla quarta doppietta nelle ultime cinque interne di campionato. Lazio scintillante nel rimo tempo, ma rimasta di fatto negli spogliatoi dopo l'intervallo. E ora i nerazzurri sono a soli 4 punti dal terzo posto, aspettando che giochino Napoli e Milan.

MOLTA PIÙ LAZIO — Pioli fa le scelte più logiche per sostituire gli squalificati Joao Mario e Melo (l'Inter non farà ricorso per i due turni comminati al brasiliano) e inserisce Kondogbia al fianco di Brozovic e Banega sulla trequarti. Inzaghi risponde con Patric al posto dell'acciaccato Radu e Keita in panchina. Esterno sinistro del tridente offensivo c'è Lulic. Come accade spesso vedendo i match dell'Inter, la sensazione è che gli avversari abbiano le idee più chiare. Stavolta l'effetto è immediato, visto che dopo 40 secondi la Lazio ha una doppia clamorosa palla gol. Anderson sfonda a destra e innesca Immobile il cui destro è parato da Handanovic, sulla ribattuta Lulic viene murato da Murillo. Attorno al metronomo Biglia, gli ospiti si muovono a memoria, alternando gli esterni alti e sfruttando la classe di Milinkovic, cui è impossibile portare via la palla. L'Inter soffre, Icardi prova invano a liberarsi dalla morsa De Vrij-Wallace ma sul suo cross Perisic non trova il pallone. Il croato e Candreva (fischiato dagli ex tifosi) girano a vuoto. Al 19' sempre Anderson trova Immobile, ma Handa c'è. Il brasiliano qualche minuto dopo fa tutto da solo, ne salta tre ma il suo sinistro a colpo sicuro è intercettato da D'Ambrosio. Brozovic al 31' dà finalmente un senso alla serata di Marchetti, ma il tiro è centrale. Mentre il croato e Kondogbia in mezzo tengono, sulle fasce il confronto è impari. E solo due errori laziali in ripartenza e altrettante chiusure di Miranda evitano lo svantaggio. Ai nerazzurri non resta che provarci con i cross dalla trequarti, ma i due centrali difensivi di testa non ne mancano una. Ecco perché lo 0-0 all'intervallo è un affarone per la squadra di Pioli.

SOLO INTER — Nessun cambio a inizio ripresa, ma diverso è l'atteggiamento dell'Inter, che va a prendere l'avversario più alta. Al 9' un recupero sulla trequarti di Brozovic innesca Banega, che da fuori area scarica un destro potente su cui Marchetti non è impeccabile. Come già successo in casa contro Southampton e Genoa, i nerazzurri si ritrovano così in vantaggio pur avendo subito a lungo. E stavolta non mollano la presa, anzi piazzano l'uno-due all'11'. D'Ambrosio crossa da destra, Icardi è bravo a prendere il tempo a De Vrij e girare di testa sul secondo palo. Inzaghi a questo punto ci prova con Keita per Patric, con Lulic che scala in difesa. Il neo entrato ci prova subito, ma Handanovic è attento sul primo palo. La Lazio però resta in bambola, con De Vrij e Wallace che nel secondo tempo mandano in campo i loro fratelli sfigati. Icardi al 20' li beffa ancora, su schema da calcio piazzato, con Banega che lo pesca a centro area per la girata che Marchetti non trattiene. Un 3-0 surreale, considerato quanto visto nel primo tempo. Ma meritato per la sfuriata che non si placa, vedi liscio di Lulic - anche lui di colpo in affanno - che innesca Banega, sulla cui imbucata Icardi impegna Marchetti. L'ex Siviglia esce tra gli applausi, sostituito da Palacio. Nella Lazio entra Lombardi per Patric, con virata sul 3-5-2. Il resto è accademia, compresa una traversa del solito Icardi e l'ovazione per l'ingresso di Gabigol.

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00giovedì 22 dicembre 2016 23:36
Cagliari-Sassuolo 4-3, rimonta pazza dei sardi.
Decide una doppietta di Farias

La squadra di Rastelli spazza via i venti di crisi con un successo pirotecnico.
I neroverdi, in 10 per tutta la ripresa, sprecano il doppio vantaggio e incassano il terzo k.o. consecutivo



Altalena per forti di cuore. Il Cagliari batte 4-3 il Sassuolo ed esce con il batticuore da una situazione ambientale difficile, sofferta, con inevitabili strascichi. Ma intanto, 3 punti di platino per Massimo Rastelli e i suoi. Per Di Francesco - nove infortunati - serata stregata. In soldoni, la rivoluzione in maglia rossoblù paga. Ma quanta fatica.

LA GARA — Storari, Ceppitelli, Tachtsidis e Borriello in panca. Rastelli rovescia il tavolo e parte con quelli che ritiene più affidabili, fisicamente e tecnicamente. La scelta più rumorosa riguarda il portiere. Ci sarà da parlarne. Si parte a ritmi blandi. Celi sventola il giallo a Ragusa, gomitata su Barella. Il primo brivido al 4': Consigli esce in presa alta, il pallone gli sfugge, il Cagliari non ne approfitta. Replica il Sassuolo: all'11' Defrel impegna Rafael in due tempi. Il portiere brasiliano guadagna la standing ovation. Il vantaggio lo firma Sau, quarto gol stagionale. Corner di Di Gennaro, Salamon spizza, Sau, prima impegna Consigli, poi ribatte in rete. L'1-0 regala adrenalina pura. Ma l'incubo è appena cominciato. Intanto, la panchina rossoblù salta per aria. Sau esulta e mostra la maglia 9 di Melchiorri, ancora ai box: legamento crociato, operato ad aprile, di nuovo fuori causa. Il match lievita. Rastelli chiede la linea difensiva alta. Il Sassuolo fa girare palla. Di Francesco si sbraccia. Farias strappa l'applaudo per un'incursione a mille all'ora. Ma è Di Gennaro a prendersi la scena: tonico, preciso nel dare i ritmi, ritrovato anche nel fare filtro in mediana. Intanto, Sensi vien braccato da Sau e Farias. Alla mezzora il pareggio: Adjapong, servito da Mazzitelli, la mette dentro con una giocata da fantacalcio. L'1-1 mette le ali agli emiliani. Alves e soci rinculano, Rastelli urla.

PELLEGRINI GOL E ROSSO — Al 33' Pellegrini, con Dessena che lo lascia sfilare, sigla il 2-1 con una staffilata di destro. Una mazzata. Neanche un minuto e il Sassuolo rimane in dieci: Pellegrini entra a forbice su Di Gennaro, "rosso" diretto. Sau firma la reazione: rasoterra, Consigli c'è. Intanto, Rastelli piazza Borriello al posto di Dessena al 40': il capitano reagisce male. Esce senza passare dalla panca, lancia per terra la fascia e dà un calcio ai tabelloni pubblicitari. Ma è Sensi a impensierire Rafael: ripartenza assassina in superiorità numerica, tiro alto dal limite. I rossoblù sono fragili, i due gol incassati in tre minuti mettono a soqquadro fiducia e certezze. Thriller. Cagliari all'attacco nella ripresa. Ma è Sensi, favorito da un tocco sbagliato di Padoin, a far rabbrividire il Sant'Elia in due occasioni. Con la superiorità numerica, che a tratti si avverte poco, i rossoblù crescono. La trincea Sassuolo è ordinata e solida. Borriello svaria, si cercano le vie laterali, ci prova Bruno Alves di testa. Altro colpo di scena al 12': Pisacane strattona Ragusa, Celi indica il dischetto. Acerbi segna il 3-1.

LA RIMONTA — Pare quasi fatta, anche perché è bravo Salamon a bloccare Ragusa in scivolata. Butta male. Ci pensa Borriello a far risalire le azioni dei Rastelli boys. Volata di Farias, destro angolato del centravanti napoletano (settimo centro stagionale) che batte Consigli. Al 21' entra Joao Pedro, lascia Pisacane. Di Francesco si copre con Terranova, esce Adjapong. Proprio Joao sfiora il palo di testa. I padroni di casa tengono il pallino, gli ospiti provano a ripartire. Al 28' arriva il 3-3: Farias scarica di destro, la deviazione di un difensore inganna Consigli. Il Cagliari riprende fiato. Ma non è finita. Ancora Farias punisce il Sassuolo con una sassata da 25 metri: 4-3 e terzo gol in stagione. Anche in questo caso, scorie: Rastelli richiama Sau, per Giannetti, che esce senza dare il "cinque" al tecnico. I sintomi di uno spogliatoio "affaticato" e sull'orlo di una crisi di nervi. Intanto, il Sassuolo accusa il colpo. Di Francesco butta dentro Matri e Ricci per Lirola e Mazzitelli. Giannetti ha la palla per firmare il 5-3 ma Consigli non ci sta. Il Cagliari vola a quota 23 e vince la settima partita in casa, si tiene a +11 dal terzultimo posto. Messo a rischio in settimana, prontamente blindato dal presidente Giulini, Rastelli mangia il panettone. E forse, anche qualcosa di più.

Mario Frongia

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00giovedì 22 dicembre 2016 23:41
Fiorentina-Napoli 3-3: super Bernardeschi, Gabbiadini pari al 94'

Il fantasista della Fiorentina segna due gol e serve a Zarate l'assist del 3-2:
Sarri due volte in vantaggio con Insigne (capolavoro) e Mertens, prima del pari su rigore nel recupero



Spettacolo al Franchi ed incredibile 3-3 finale tra Fiorentina e Napoli. Non basta uno straordinario Bernardeschi ai viola per trascinare Sousa alla vittoria perché un rigore procurato da Mertens e segnato da Gabbiadini nel quarto minuto di recupero strozza in gola l'urlo dei tifosi di casa. La Fiorentina ferma l'emorragia dopo due sconfitte consecutive, gli azzurri salgono a quota 35 dopo aver a lungo cullato la vittoria prima, ed essere stati ad un passo dalla caduta poi. Paulo Sousa deve rinunciare ad Ilicic (influenza) e non rischia Gonzalo Rodriguez (solo panchina). In campo quindi Cristoforo e Tomovic. Sarri preferisce Zielinski ad Allan e davanti punta ovviamente sul tridente Callejon-Mertens-Insigne. Pronti via e Tagliavento ammonisce in rapida successione Albiol e Kalinic nei primi due minuti di gioco. Il primo tiro è di Insigne al settimo minuto con Tatarusanu che respinge di pugno. Al 13' grandissime proteste viola. Kalinic lanciato a rete si presenta solo davanti a Reina ma Tagliavento blocca tutto per un presunto fallo commesso in precedenza dall'attaccante croato. Al 15' è Vecino a sprecare una buona occasione calciando a lato dal limite dell'area di rigore. Il Napoli reagisce al minuto numero venti. Mertens libera Callejon che esplode il destro, ma il pallone fila via lontano dal palo destro di Tatarusanu. Quattro minuti più tardi gli azzurri passano: Insigne riceve (in leggera posizione di fuorigioco), si accentra ed esplode un bolide dai 25 metri che si insacca sotto l'incrocio dei pali. La Fiorentina si blocca di colpo ed il Napoli rischia di dilagare. Al 34' Mertens troverebbe anche il raddoppio, ma la rete viene giustamente annullata per fuorigioco.

CONFESSIONE — Al 39' la Viola si scuote trovando una buona verticale con Cristoforo che serve Kalinic, il cui sinistro sfiora il palo. Prima dell'intervallo Kalinic lanciato a rete cade in area non toccato da Reina. Sarebbe giallo per simulazione ma prima che Tagliavento esegua il croato 'confessa' di essere caduto da solo, salvandosi. Reina protesta vivacemente, facendosi ammonire dal direttore di gara. Il primo tempo finisce con Maksimovic al posto dell'infortunato Chiriches ed il Napoli avanti.

SCIAGURA TOMOVIC, FURIA BERNA — Si riparte senza ulteriori cambi: Bernardeschi lancia subito Kalinic in profondità, Maksimovic lo stende e viene ammonito. La punizione di Bernardeschi viene deviata da Callejon in barriera spiazzando Reina ed insaccandosi dalla parte opposta. I viola prendono coraggio, Bernardeschi cresce con il passare dei minuti e al 60' prova ancora a calciare. Tiro deviato e calcio d'angolo sugli sviluppi del quale Vecino non riesce a girare in porta. Due minuti più tardi a sfiorare il vantaggio è però il Napoli. Il tocco di Mertens supera Tatarusanu, Maxi Olivera respinge nei pressi della linea di porta. Al 67' gli azzurri segnano. Mertens ringrazia lo sciagurato Tomovic che da ultimo uomo perde il pallone. Il belga avanza e segna fra la disperazione dei tifosi viola. Nemmeno il tempo di battere il calcio d'inizio che Bernardeschi si inventa un gran gol con un sinistro da fuori che bacia il palo ed entra. Sousa cambia. Dentro Sanchez e Zarate per Badelj e Cristoforo. La gara rimane bellissima, equilibrata ed estremamente aperta. E così la Fiorentina segna ancora. Bernardeschi inventa un taglio al millimetro per Zarate che calcia al volo indovinando l'angolo. 3-2. Sarri getta Gabbiadini nella mischia (per Diawara) aumentando il potenziale offensivo. Sousa si copre con Diks per l'ottimo Chiesa. Al 93', quando la Fiorentina assaporava il dolce sapore della vittoria, Mertens entra in area e trova un contatto con Salcedo. Tagliavento fischia il rigore che Gabbiadini trasforma freddamente. Finisce così con un pareggio spettacolare ed un po' di amarezza per entrambe le squadre incapaci di mantenere il vantaggio conquistando i tre punti.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00giovedì 22 dicembre 2016 23:44
Palermo-Pescara 1-1, Biraghi risponde a Quaison

Il difensore abruzzese beffa i rosanero e risponde nel recupero al gol dello svedese nel primo tempo.
Oddo può recriminare anche per un gol regolare annullato



Un pareggio che non serve a nessuno in chiave salvezza. Il Palermo accarezza l'idea della prima vittoria in casa, stroncata nei minuti finali dal pareggio del Pescara, che ha avuto il merito crederci sino all'ultimo.

LA PARTITA — Corini deve fare a meno di Andelkovic, operato in giornata al menisco dal dott. Battistella a Novara e rilancia Gonzalez dal primo minuto dopo l'infortunio. In avanti Diamanti vince il ballottaggio con Bruno Henrique. Oddo ridisegna il Pescara mettendosi a specchio con i rosanero con Benali e Caprari alle spalle di Pettinari. Si inizia su ritmi alti, ma in sostanziale equilibrio: il Palermo prova a imporre la propria manovra ma trova un Pescara ben chiuso pronto a ripartire. E infatti i primi sussulti li regalano proprio gli abruzzesi, al quarto d'ora, con Pettinari, il cui tiro viene deviato in angolo da cui scaturisce un colpo di testa di Memushaj che termina alto. I rosanero si alzano sugli esterni, soprattutto dalla parte di Aleesami, da dove nascono le incursioni migliori grazie alla collaborazione di Diamanti. Al 23' Jajalo prova la soluzione da fuori area in modo però troppo tenero. La pressione di padroni casa aumenta col passare dei minuti, Diamanti (29') conquista una punizione sul vertice sinistro dell'area sulla quale Jajalo pesca Gonzalez che di testa spedisce a lato. La mole di gioco dei rosanero viene premiata al 33', quando Diamanti lancia in area Quaison che in velocità fa partire un missile che trafigge Bizzarri all’incrocio. Il finale di tempo è tutto di stampo rosanero.

REAZIONE — A inizio ripresa il Pescara preme sull'acceleratore e costringe gli uomini di Corini sulla difensiva soprattutto grazie ai guizzi di Caprari, pur senza alcun pericolo per la porta di Posavec. Il Palermo tiene botta e prova ad uscire. Corini inserisce Bruno Henrique per Diamanti, Oddo risponde con Brugman per Bruno. I rosanero si risistemano e si rifanno sotto: al 21', dagli sviluppi di un corner, Nestorovski di testa manda di poco al lato. È il Pescara, però, a cambiare l'inerzia: al 35' Aleesami perde palla e innesca la manovra avversaria che conclude con diagonale di Pettinari che termina fuori. Nel finale gli abruzzesi tentano l'assalto all'arma bianca e al 44' trovano pure il gol con Fornasier, annullato ingiustamente per fuorigioco. L'appuntamento è rinviato al 47', quando Biraghi trasforma un rigore per atterramento di Caprari da parte di Bruno Henrique. Il Pescara avrebbe anche la palla del match con Memushaj, Posavec, però si supera negando la gioia del colpaccio agli abruzzesi.

Fabrizio Vitale

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00giovedì 22 dicembre 2016 23:48
Roma-Chievo 3-1, El Shaarawy, Dzeko e Perotti:
i giallorossi ripartono dopo la Juve

Il ritorno del Faraone (a digiuno da 6 partite) e quello del bosniaco (a secco da 3).
E per finire un rigore segnato da Perotti.
I giallorossi stendono i veneti e ripartono dopo il k.o. contro di Torino


Nove vittorie su nove in casa: la Roma all'Olimpico è una macchina che non sbaglia un colpo. La sconfitta con la Juventus è alle spalle, a rimetterci le penne è il Chievo, che pure nel primo tempo aveva trovato il gol del vantaggio con De Guzman, ex Napoli. Spalletti che a Natale si può godere il secondo posto chiude la serata sotto la curva Sud.


MODULO INEDITO — Spalletti sceglie per la Roma un inedito 3-4-3: fuori Gerson e Perotti, dentro Peres e El Shaarawy. Proprio questi due saranno i protagonisti, nel bene e nel male, del primo tempo giallorosso contro il Chievo, nel quale Maran recupera in extremis Gamberini al centro della difesa. Il Chievo se la gioca con un 4-3-1-2, ma Birsa ha il compito in fase difensiva di scalare sulla destra per comporre una linea a quattro a centrocampo. E' la Roma a partire meglio: all'11 Peres dà dentro per Dzeko, il bosniaco si gira e con il sinistro cerca il secondo palo, ma la conclusione non è precisa. Un minuto ed è il primo tiro in porta della Roma: angolo di Peres e tiro al volo di El Shaarawy, con Sorrentino che devia in angolo. Buona giocata giallorossa al minuto 15: El Shaarawy trova una linea di passaggio di Emerson che entra in area, palla arretrata per Salah che conclude alto. Al 18' ancora Peres in avanti: pallone per Salah, il cui colpo di testa è impreciso. Al 22' si affaccia il Chievo ed è un'occasione d'oro: Birsa è più rapido di Vermaelen, cross deviato da Fazio, sul secondo palo De Guzman si getta sul pallone anticipando pure il compagno Meggiorini, ma spedendo fuori. Stesso minuto, siamo dall'altra parte: El Shaarawy a giro con il destro, facile per Sorrentino. Che invece è bravissimo, pur con due interventi "artigianali", prima al 24' su un destro su punizione di Naiggolan (poi Fazio non è rapido per il tap-in), successivamente al 35' con un destro potente di Dzeko da fuori area, e conseguente parata con i piedi del portiere del Chievo. In mezzo, al 28', il palo esterno di Peres su punizione dal limite. Il Chievo è sornione ma pronto a colpire. E puntualmente accade: è il 37', Izco lavora un pallone sulla destra e mette in mezzo, a centro area si addormenta Peres che si fa anticipare da De Guzman, il cui colpo di testa beffa Szczesny. Roma sotto, l'Olimpico mugugna. Ma ci pensa El Shaarawy a fissare nuovamente il pareggio: è il primo dei due minuti di recupero concessi da Calvarese, il Faraone con il destro bacia il palo e batte Sorrentino alla sua destra.


A SENSO UNICO — Nel secondo tempo zero cambi, copione identico. Spalletti battibecca ferocemente con Peres, troppe volte impreciso. E proprio nella stessa azione, al 7', la Roma trova il 2-1: ancora El Shaarawy protagonista, entra in area da sinistra e cerca Dzeko con l'esterno, dopo una serie di rimpalli il pallone arriva davvero sui piedi del bosniaco che da un metro batte Sorrentino. Il Chievo accusa il colpo, la Roma è pericolosa con Peres al 13': destro di poco fuori. Così Maran cambia: fuori Birsa, minuti 14, e dentro Bastien. Il Chievo passa alla difesa a tre, è la Roma però a comandare le azioni. Doppia chance al minuto 30', entrambe per Dzeko, entrambe su assistenza di Peres: prima ilcolpo di test di bosniaco finisce sul palo, poi Dzeko incoccia male con il destro su un cross basso del brasiliano. Maran gioca la carta Pellissier, al posto di Inglese. Al 37' ci prova ancora El Shaarawy: destro a giro sul secondo palo troppo largo. E al 38' la chance capita sui piedi di Dzeko: lancio di El Shaarawy in verticale, il bosniaco tutto solo davanti a Sorrentino si fa deviare in angolo la conclusione. Al 45' altra occasione giallorossa: Peres per Dzeko che cerca il tocco sotto, Sorrentino respinge, poi Perotti sbaglia il tap-in a porta vuota. Ma l'argentino si rifà subito: prima si guadagna il rigore (ingenuo Costa), poi lo trasforma per il 3-1 finale, che regala alla Roma un secondo posto blindato sotto l'albero.

Davide Stoppini

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00venerdì 23 dicembre 2016 00:03
Serie A, Sampdoria-Udinese 0-0:
Giampaolo e Delneri non si fanno male

I blucerchiati interrompono la serie di due k.o. consecutivi,
mentre i friulani non riescono a raggiungere il poker di successi


Sampdoria e Udinese non si fanno male: 0-0. Meglio i friulani nel primo tempo, più vivaci i blucerchiati nel secondo. Attacchi spuntati, difese sugli scudi. La Samp riparte dopo 2 k.o. di fila, l’Udinese allunga la striscia positiva (3 vittorie e 1 pareggio).

LA GARA — Giampaolo e Delneri optano per il turnover: il tecnico blucerchiato cambia 3 giocatori (Silvestre, Linetty, Fernandes), quello friulano 4 (Danilo, Badu, Faraoni, Hallfredsson). L'avvio è di marca bianconera grazie alla verve di Fofana e Thereau che mettono in crisi la difesa blucerchiata con i loro tagli verso il centro. Ma è la Samp a sfiorare per prima il gol grazie a un tocco fortuito di Skrinar sugli sviluppi di un corner: fuori. La risposta friulana non si fa attendere: al 9' Zapata s’invola in contropiede lanciato da Faraoni, tira a colpo sicuro, ma Puggioni risponde d’istinto. 3' dopo Delneri è costretto al primo cambio: Kums per Hallfredsson (torcicollo). Al 16' l'Udinese confeziona un’altra ripartenza ficcante con Thereau che fa tutto bene, tranne il tiro in bocca al portiere. Al 26' Muriel reclama un rigore, ma l’intervento di Samir sembra sulla palla. Col passare dei minuti la Samp cresce e guadagna metri, Torreira va via in slalom, ma allarga troppo la conclusione. Nella ripresa Giampaolo si gioca subito la carta Schick (3 gol nelle ultime 3 partite): l’attaccante ceco prende il posto di un Bruno Fernandes decisamente sotto tono. La Samp sembra più intraprendente e dopo 2’ potrebbe passare in vantaggio se Quagliarella angolasse di più il colpo di testa su assist di Sala. Al 12' Linetty si procura un calcio di punizione dal limite che Quagliarella spara contro la barriera. Al 19' Delneri butta in campo Matos al posto di De Paul per dare più vivacità all’attacco. Ma sono sempre i blucerchiati a rendersi pericolosi con Quagliarella, il cui diagonale viene deviato in corner da Karnezis. Al 27' Giampaolo toglie un opaco Muriel per Praet. Shick va a fare l’attaccante e sfiora il gol con un sinistro a fil di palo. Poi non succede più nulla.

Francesco Gambaro

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00venerdì 23 dicembre 2016 00:07
Serie A, Torino-Genoa 1-0: Belotti lancia Mihajlovic. Pellegri, debutto record

Granata poco brillanti, ci pensa l'azzurro in avvio di secondo tempo.
Il giovane rossoblù esordisce a 15 anni e 280m giorni, come Amadei


C’è sempre una prima volta, quella di Belotti che al Genoa non aveva mai segnato, ma che firma il terzo gol consecutivo, record personale e sale in classifica cannonieri a quota 13. E c’è la prima volta di Pietro Pellegri, classe 2001, 15 anni e 280 giorni, debutto in serie A e record eguagliato di Amedeo Amadei (Roma).


ROSSOBLÙ IN EMERGENZA — Se il Toro torna alla vittoria dopo tre k.o. il merito è del Gallo puntuale sull’assist di Ljajic, dei guantoni di Hart paratutto, di un Genoa volenteroso ma confusionario. Lamanna dice no nel finale al raddoppio del Gallo, in stato di grazia. Un solo punto per il Genoa nelle ultime 6 trasferte, Mihajlovic per la gara contro il Genoa torna all’antico, alla squadra titolare, unica novità la presenza di Obi dal primo minuto, in ballottaggio fino all’ultimo con Baselli. Il Genoa in emergenza a centrocampo recupera in extremis Tomas Rincon ma lascia a casa Ntcham per scelta tecnica oltre alle assenze forzate di Perin, Rigoni, Pavoletti e Veloso. I rossoblù devono rifarsi dopo la rimonta casalinga subita contro il Palermo: il tecnico Juric opta per un 3-4-2-1 con Ocampos e Ninkovic alle spalle di Simeone.

HART ATTENTO — Pronti-via dovrebbe fare la partita il Toro con la schiuma alla bocca ma così non accade. Il Genoa fa densità nella propria metà campo pronti a ripartire in contropiede. Al 12’ Hart deve sbrogliare la matassa due volte, pericoloso il tiro di Cofie. Botta e risposta di Ljajic che in area impegna Lamanna. Il Torino fatica a costruire gioco, chiuso sulle corsie, con Valdifiori tallonato da Ninkovic a tutto campo. Pochi palloni e sporchi dalla difesa, ingiocabili per Belotti. Se è una tattica attendere l’avversario nella propria metà campo e poi ripartire, al Toro riesce bene, almeno nella prima parte, perché le ripartenze latitano, come la precisione nell’impostare l’azione di rimessa. Mihajlovic chiede ai centrocampisti di sradicare qualche pallone in più dai piedi dei rossoblù ma Obi fa fatica. Il Genoa per contro prova ad usare l’arma che fa più male al Torino, tra calci d’angolo e punizioni piovono palloni in area granata per la testa dei saltatori, e sono brividi per Hart anche se la mira non è sempre precisa. Nel finale di tempo Simeone impegna Hart e Ljajic risponde ma Lamanna devia in angolo.

GALLO-GOL — E’ il Toro a sbloccare il risultato in avvio di ripresa con le stesse armi degli avversari, con la differenza che Belotti in area è micidiale. Punizione al 4’ di Ljajic, difesa rossoblù tagliata fuori, Burdisso abbassa la testa e non colpisce il pallone, Belotti di destro devia in porta. Il Gallo al Genoa non aveva mai segnato, tredicesimo gol, a -1 da Icardi. Il vantaggio del Torino è una scossa per i rossoblù che attaccano a testa bassa ma non trovano la porta, al contrario Lamanna salva nel finale il raddoppio su conclusione ancora di Belotti.

Francesco Bramardo

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00venerdì 23 dicembre 2016 00:12
SERIE A 2016/2017 18ª Giornata (18ª di Andata)

20/12/2016
Atalanta - Empoli 2-1
21/12/2016
Inter - Lazio 3-0
22/12/2016
Cagliari - Sassuolo 4-3
Fiorentina - Napoli 3-3
Palermo - Pescara 1-1
Roma - Chievo 3-1
Sampdoria - Udinese 0-0
Torino - Genoa 1-0

Crotone - Juventus (08/02/2017)
Bologna - Milan (08/02/2017)

Classifica
1) Juventus(*) punti 42;
2) Roma punti 38;
3) Napoli punti 35;
4) Lazio punti 34;
5) Milan(*) punti 33;
6) Atalanta punti 32;
7) Inter punti 30;
8) Torino punti 28;
9) Fiorentina punti 27;
10) Udinese e Chievo punti 25;
12) Genoa, Sampdoria e Cagliari punti 23;
15) Bologna(*) punti 20;
16) Sassuolo punti 17;
17) Empoli punti 14;
18) Palermo punti 10;
19) Crotone(*) e Pescara punti 9;

(*) Una partita in meno. Milan e Juventus, impegnate nella finale di Supercoppa italiana
a Doha, recupereranno i rispettivi incontri della 18ª Giornata mercoledì 8 febbraio 2017.
binariomorto
00sabato 7 gennaio 2017 23:33
Empoli-Palermo 1-0, Maccarone flash: entra e segna dopo 118"

Un rigore realizzato al 33' della ripresa da Maccarone,
a meno di due minuti dal suo ingresso in campo,
regala ai toscani la vittoria che vale il +7 sui rosanero terzultimi



Maccarone, e chi altrimenti. Il grande ex della partita, simbolo dell'Empoli, decide l'atteso scontro salvezza del Castellani piegando il Palermo dagli undici metri 1'58"’ dopo il suo ingresso in campo (solo Cataldi della Lazio contro l’Atalanta – 1'41"’ – è stato più rapido a segnare entrando dalla panchina in questa Serie A). Così, alla mezz'ora della ripresa, Big Mac si procura il calcio di rigore e lo realizza con precisione e freddezza: Castellani in delirio e Palermo col capo chino, a -7 dai toscani e col morale sotto i tacchetti.

TIRO MANCINO — Una partita tattica e due squadre fin dall'inizio molto attente a non commettere errori: troppo alta la posta in palio. Il pallone viene trattato con cura da difensori e centrocampisti, nulla è concesso all'improvvisazione. Gli ospiti partono con intraprendenza e danno l'impressione di poter imporre un marchio sullo scontro salvezza. Ma nei sedici metri è dura penetrare il muro centrale formato da Bellusci e Cosic, laddove Laurini è impeccabile nel contrastare le scorribande di Morganella. L'iniziativa dei rosanero, ben ordinata, dura venti minuti, poi i ruoli si invertono ed è l'Empoli a guadagnare metri di campo e a rendersi pericoloso con Bellusci al 25': un siluro scagliato di sinistro, quello del difensore (primo tiro in porta della gara), che l'elettrico Posavec alza sopra la traversa. Ci prova 2' dopo anche Diousse dal limite dell'area, ma la mira stavolta è imprecisa. Poi in due occasioni, sugli sviluppi della stessa azione, Cionek salva la sua squadra liberando l'area in extremis. I siciliani chiudono la prima frazione alzando il baricentro e contrastando i portatori di palla empolesi con puntualità fino al termine.

LA SVOLTA — Corini, alla ripresa del gioco, decide di avanzare qualche metro Quaison al fianco di Nestorovski e di arretrare Bruno Henrique (in marcatura du Krunic), il cui lavoro in copertura garantisce equilibrio tattico al Palermo. La tensione è palpabile: falli a ripetizione, gioco in mezzo al campo col contagocce. Stavolta è il Palermo a creare la prima occasione da gol: merito di Quaison che al 21' lascia partire un destro dal limite deviato in tuffo da Skorupski. Ma è un fuoco di paglia. La partita si trascina fino alla mezz’ora, poi all'improvviso Martusciello decide di gettare nella mischia Maccarone e la svolta è servita: sul bel cross di Krunic, in fondo ad una ripartenza bruciante dell’Empoli, Cionek atterra Big Mac e Valeri indica giustamente il dischetto. Dagli undici metri l'uomo decisivo della serata infilza Posavec alla sua destra e spinge su l'Empoli. Fine della storia: i padroni di casa resistono agli assalti finali dei rosanero (Balogh, in particolare, pericoloso in un'occasione, infine i siciliani chiedono a torto un penalty per una presunta spinta di Krunic su Rispoli) e ormeggiano in porto tre punti pesantissimi.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00sabato 7 gennaio 2017 23:39
Napoli-Sampdoria 2-1. Tonelli, gol vittoria al 95'

I blucerchiati approfittano dei primi 45' orribili degli azzurri:
avanti all'intervallo, giocano la ripresa in 10 per il rosso a Silvestre.
Gabbiadini timbra il pari, nel recupero il gol vittoria


Incredibile, ma Napoli. All'ultimo assalto, al 95', in rimonta e con un gol di Tonelli che era all'esordio, la squadra azzurra ha la meglio su una Sampdoria penalizzata dall'arbitro Di Bello che ha espulso ingiustamente Silvestre quando i blucerchiati erano ancora in vantaggio. Finisce 2-1 per gli azzurri sotto al 30' con un autogol di Hysaj, pari al 77' di Gabbiadini e nel finale il colpo da k.o. di Tonelli. Così, la corsa scudetto continua anche se stavolta il risultato premia la squadra di Sarri oltre i propri meriti. Nel gelo di Fuorigrotta, il tecnico toscano si "vendicava" per gli errori commessi da Diawara e Zielinski a Firenze dando spazio in avvio ad Allan e Jorginho. Esordio per Tonelli al fianco di Maksimovic, anche lui deludente al Franchi. La vera sorpresa, invece, era l'assenza iniziale di Muriel nella Sampdoria (in panchina come Pavoletti nel Napoli). Alvarez trequartista dietro Schick e Quagliarella, questa la soluzione scelta da Giampaolo.


ERRORI POCO ... SCHICK — Poco Napoli e tanta Samp nel primo tempo per via dell'organizzazione tattica degli ospiti e degli errori tecnici dei padroni di casa, soprattutto in fase di palleggio. Eppure gli azzurri avevano spazio per affondare sugli esterni dove erano in superiorità numerica. Tuttavia, Insigne sembrava poco ispirato al pari di Mertens (autore comunque dell'unico tiro in porta di una certa pericolosità). Di contro, Alvarez trovava spesso spazio alle spalle di Jorginho anche se poi non era fortunato al momento di calciare in porta (punizione alta di un soffio al 28'). Più fortunato, invece, Schick nell'occasione che portava in vantaggio la Sampdoria: bravo l'ex Sparta Praga ad approfittare dell'errore di Chiriches nell'anticipo e ad involarsi verso Reina, il cross impattava su Hysaj e finiva in rete ghiacciando il San Paolo. La reazione del Napoli era sterile, anzi la Sampdoria non andava mai in sofferenza fino all'intervallo.


ROSSO E SVOLTA — Sarri deve essersi fatto sentire durante l'intervallo perché dopo due minuti il Napoli andava vicinissimo al pareggio con Mertens che sparava alto da ottima posizione su un disimpegno sbagliato di Regini. Era l'inizio di un forcing che portava Hamsik due volte al tiro mentre Giampaolo si giocava la carta Muriel per il contropiede e per pochissimo non raddoppiava con il solito Schick, il cui tiro a botta sicuro era murato da Hysaj. Il tempo del corner che Di Bello estraeva il rosso per doppia ammonizione a Silvestre, reo secondo l'arbitro di un tocco su Reina dopo un rilancio del portiere azzurro. Secondo giallo davvero discutibile perché il contatto sembra non esserci e Sampdoria in dieci.

LA MOSSA DI MANOLO — A quel punto ospiti tutti dietro, tranne l'indiavolato Muriel, e Napoli d'assalto (4-2-3-1 con l'innesto di Gabbiadini per Jorginho) ma impreciso con Mertens al 24' su sponda perfetta di Callejon. Il fortino doriano crollava proprio sotto i colpi di Gabbiadini, che al 32' spingeva in rete da pochi passi un assist di Callejon su cross al bacio di Insigne. Gabbiadini, autore del secondo gol consecutivo dopo quello di Firenze, sembrava quasi psicologicamente sbloccato dall'imminente cessione e metteva di nuovo i brividi a Puggioni a cinque minuti dal termine (bravo il portiere doriano a respingere come a mettere in corner poco dopo un destro di Hamsik). Le mischie finali sembravano improduttive ma al 50' Strinic, grazie ad un rimpallo, si trovava il pallone giusto da servire all'indietro per l'accorrente Tonelli: piattone destro, palla in rete, San Paolo in estasi e Sampdoria beffata.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 8 gennaio 2017 15:33
Udinese-Inter 1-2: Perisic doppietta dopo il gol di Jankto

Una doppietta del croato regala ai nerazzurri il quarto successo consecutivo in campionato.
Inutile la rete del ceco nel primo tempo che illude i friulani



Il primo pranzo pallonaro del 2017 va di traverso all'Udinese, che contro l'Inter si illude con Jankto ma poi deve inchinarsi alla classe di Perisic, autore della doppietta che permette alla squadra di Pioli di vincere la quarta gara consecutiva e tenere il passo Champions. Nerazzurri bravi a crederci sino in fondo e fortunati a non essere andati sotto di due reti (palo di De Paul) in un primo tempo in cui hanno faticato a leggere alcune situazioni tattiche. In tribuna anche Steven Zhang, figlio del boss di Suning Jindong, ormai una sorta di porta fortuna per i suoi.

BINARIO IMPARI — Delneri recupera Thereau in un 4-3-3 che diventa 4-1-4-1 in fase di non possesso con il francese e De Paul che si abbassano e Kums piantato davanti alla difesa. Pioli preferisce Banega a Joao Mario in un 4-2-3-1 ibrido per i movimenti dell'argentino, che spesso scende a trovare palloni giocabili. Parte meglio l'Inter, che cerca di pressare alto e fare la partita. Il problema è che quando l'Udinese recupera palla i nerazzurri faticano a recuperare le posizioni. È chiaro dopo pochi minuti che la partita pende dalla parte del binario sinistro dei padroni di casa. Samir cancella Candreva, ma soprattutto Jankto trova poca opposizione in Brozovic e in coppia con Thereau fa quello che vuole tra D'Ambrosio e Murillo. Al 6' Fofana e il ceco impegnano due volte Handanovic. L'Inter risponde solo con una telefonata di Candreva a Karnezis. La svolta al 17', con Samir che prende palla a centrocampo, ne salta tre e pesca l'inserimento di Jankto, freddo sull'uscita di Handanovic. L'Inter balla, Zapata trova il fondo sempre a sinistra e serve De Paul, che colpisce il palo. Due minuti dopo ancora Jankto sfrutta gli affanni di Murillo, ma non trova il raddoppio. Al 32' Zapata segna a gioco fermo, dopo un fallo di Thereau su D'Ambrosio, bravo a recuperare dopo un numero del francese. Annullata una rete anche ai nerazzurri, con Perisic appena oltre la linea sul cross di Candreva. Widmer al 45' si mangia il raddoppio da angolo sporcato e l'Udinese viene punita all'ultimo secondo del recupero. Bravo Icardi a lavorare un pallone sull'estremo sinistro dell'area e a servire Perisic, che di sinistro beffa un colpevole Karnezis sul suo palo.

UOMO DEI FINALI — Inter più sul pezzo a inizio ripresa, con Murillo che dopo gli stenti iniziali non sbaglia più nulla, mentre Brozovic e Candreva ora sono nel vivo del gioco. Banega al 4' non trova l'angolo giusto sul cross dell'ex Lazio e lascia il campo subito dopo un sinistro di Zapata vicino al palo. La mobilità di Joao Mario dà subito un'altra dimensione alla manovra, anche perché svariando sul fronte d'attacco il portoghese spesso costringe uno tra Danilo e Felipe ad uscire dall'area. Anche Kums fatica a tenere l'ex Sporting, così Delneri al 18' lo sostituisce con Halfredsson. Al 25' Perisic si guadagna una punizione centrale appena fuori dall'area (fallo di Danilo) ma poi apre troppo il sinistro. Perica rileva uno spremuto De Paul in un finale in cui le squadre si allungano assai. Zapata, che sembrava essersi infortunato a metà primo tempo, invece è l'unico attaccante bianconero a finire la gara, visto che Thereau lascia il posto a Matos. Ma le squadre ora sembrano stanche e faticano a farsi del male. A ravvivare il finale ci prova al 38' Karnezis, con un'uscita a farfalle. Joao Mario si ritrova la porta spalancata, ma sul suo destro a colpo sicuro fa il miracolo Widmer. Mossa disperata di Pioli, con Eder per Kondogbia e Joao che scala. L'oriundo al 42' si guadagna una punizione sulla trequarti che Joao Mario pennella per la testa di Perisic, lasciato solo sul secondo palo per il gol del trionfo interista.

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 8 gennaio 2017 19:15
Chievo-Atalanta 1-4: Papu Gomez doppietta e gol di Conti e Freuler

Per la squadra di Gasperini è il quinto successo esterno (in A solo la Juve ha fatto altrettanto).
Il neo-interista Gagliardini e Caldara in panca. Veneti deludenti


I ragazzi terribili di Gasperini danno una lezione che i veterani di Maran difficilmente dimenticheranno. La sorprendente Atalanta (quinta vittoria in trasferta, come solo la Juve ha saputo fare) stupisce ancora, demolisce il Chievo dopo averlo cucinato a fuoco lento e si propone per un posto in Europa: 4 gol, diverse altre occasioni e una dimostrazione imbarazzante di superiorità. Al Bentegodi è finita 1-4: serve altro?

PAPU SHOW — Le cose si mettono subito bene per Gasperini che lascia in panchina i gioielli Gagliardini, a un passo dall’Inter, e Caldara, reduce dalla febbre e juventino tra un anno e mezzo. I gol sono un capolavoro di velocità e organizzazione. Il primo: da Petagna a Freuler che da sinistra mette al centro. Dainelli in ritardo, palla a Gomez che batte Sorrentino. Il secondo: l’assist è di Spinazzola che da sinistra lascia partire un cross basso, il Papu controlla e replica. Il terzo: tiro di Petagna ribattuto, riprende il solito Gomez, Sorrentino respinge, per Conti è semplicissimo segnare col piattone a porta vuota. E il passivo avrebbe potuto essere ancora più pesante se al 39’ l’arbitro avesse fischiato un rigore per un mani in area di Dainelli.

PETAGNA UOMO ASSIST — Maran nell’intervallo prova a dare una scossa a una squadra allo sbando: fuori l’apatico De Guzman, dentro Bastien. Fuori Meggiorini, nullo: dentro Floro Flores che va a segno ma è in evidente fuorigioco. Freuler ha la palla del poker (13’, ma Sorrentino si salva col piede), poi è Kurtic a sbagliare la mira dopo un altro, imbarazzante errore di Dainelli. C’è il gol di Pellissier, che parte in fuorigioco e poi scarta Toloi, che poco prima aveva salvato sulla linea un tiro di Radovanovic. Il Chievo sembra dare segnali di vita: testa di Floro Flores su cross di Castro. Ma è un’illusione perché al minuto 24 l’Atalanta colpisce ancora: Petagna si conferma uomo assist, taglia la molle difesa gialloblù e manda in gol Freuler. E finisce qui, che sofferenza per il Chievo.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 8 gennaio 2017 19:18
Genoa-Roma 0-1, decide un autogol di Izzo.
Szczesny sigilla il risultato

Spalletti trova la vittoria su un campo difficile, Perin esce per infortunio dopo 8 minuti, Dzeko si ferma al palo


La Roma spezza l’incantesimo, che vedeva il Genoa imbattuto in casa contro le grandi, grazie ad un colpo fortunato, l’autogol di Izzo, e ad una prova poco spettacolare ma solida. L’avvio della sfida è una promessa: 48” e Laxalt prova la conclusione di destro, impegnando Szczesny. Altri due minuti ed è Perin a ribattere, con una parata strepitosa, la conclusione di Dzeko. Nell’occasione il portiere si infortuna al ginocchio sinistro e deve lasciare il campo, sostituito da Lamanna.

IL GOL — La Roma, superiore a centrocampo, si fa preferire, ma all’occasione di Nainggolan, destro impreciso al 15’, risponde Ocampos, che chiama all’intervento Szczesny. L’equilibrio lo rompe però un episodio fortuito: al 36’ un cross teso di Peres, infatti, colpisce Izzo e ne causa l’autogol. Si salva, invece, tre minuti dopo il portiere giallorosso, su una deviazione ravvicinata su punizione di Ninkovic. Il Genoa è in sofferenza, cerca di reagire ma fatica a trovare varchi nella difesa ospite.

PALO DI DZEKO — E’ la Roma, così, ad andare più vicino al gol del k.o., grazie allo spunto di Nainggolan al 12’ del secondo tempo: il belga sfonda a destra, cross perfetto come la deviazione volante di Dzeko. Palo pieno e speranze intatte per il Genoa, che nell’ultimo quarto d’ora prova l’assalto inserendo Pinilla. In pieno recupero però è Szczesny il grande protagonista, con una parata spettacolare sulla conclusione di Ocampos.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 8 gennaio 2017 19:25
Lazio-Crotone 1-0: Immobile all'ultimo respiro

Biancocelesti spreconi: Biglia sbaglia un rigore.
Ma al 90' una zampata di Ciro fa crollare il muro dei calabresi



Riecco Ciro Immobile. Dopo sette giornate di digiuno il bomber torna a segnare e firma al 45’ della ripresa il gol-partita contro il Crotone. Una vittoria in salita per la squadra di Inzaghi, che ha incontrato più difficoltà del previsto contro la coraggiosa formazione di Nicola. Molto attenta la squadra calabrese in difesa salvo poi arrendersi alla fine. I biancocelesti incartano tre punti per consolidare il quarto posto alla vigilia del 117esimo compleanno del club.

RIGORE CONTRO LA TRAVERSA — Inzaghi rilancia Hoedt in difesa. Cambiano anche le ali: squalificati Felipe Anderson e Lulic, Keita impegnato per la Coppa d’Africa, spazio a Lombardi e a Luis Alberto, che è alla prima da titolare in Serie A. Nicola schiera Festa tra i pali al posto di Cordaz, fermato da squalifica. Sampirisi viene preferito a Rosi per la corsia destra difensiva, mentre Stoian rileva Palladino sulla sinistra del centrocampo. Avvio compassato. A 16’, gol annullato alla Lazio per fuorigioco di Lombardi. Al 23’, buona chance per Immobile, ma Festa si allunga per deviare. La Lazio non riesce a dare incisività al gioco offensivo. E Al 30’ sciupa anche un rigore concesso per fallo di Stoian su Lombardi. La botta di Biglia dal dischetto rimbalza contro la traversa. Un minuto dopo ancora Festa in evidenza: si oppone a Parolo. La squadra di Inzaghi comincia a carburare in avanti. È però Marchetti a segnalarsi da protagonista al 36’: il portiere d’istinto ribatte una conclusione ravvicinata di Falcinelli. Al 39’, ancora Parolo al tiro e Festa vola. La Lazio alza il ritmo, ma il bunker difensivo del Crotone resiste.

IL COLPO DI IMMOBILE — In avvio di ripresa, Nicola inserisce Palladino al posto di Stoian. La Lazio si lancia in avanti tra le tante trappole difensive dei calabresi, che sono molto efficaci anche sul piano pressing. Al 13’ sorvola la traversa un’incornata di De Vrij. Al 24’ il Crotone va a segno, ma l’azione era stata appena fermata per fuorigioco di Rohden. Inzaghi prova a ravvivare la fascia destra: al 32’ Kishna subentra a Lombardi. Lazio molto frenetica e imprecisa in fase di impostazione. Nicola si copre con Rosi che rileva Trotta. Inzaghi fa entrare l’ex Cataldi e il bomber della Primavera, Rossi, che al debutto in A, e richiama in panchina Biglia e Luis Alberto. Assalto finale dei biancocelesti. Al 40’ Festa si esalta su una rasoiata di Immobile. Che cinque minuti dopo sblocca il risultato avventandosi su un pallone mal controllato da Martella. Esplode la gioia dell’Olimpico e del bomber al decimo gol stagionale. I cinque minuti di recupero non cambiano più nulla. La Lazio fa festa e il Crotone patisce la beffa più atroce.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 8 gennaio 2017 19:30
Sassuolo-Torino 0-0. Berardi torna in campo dopo 4 mesi e mezzo

I granata dominano nei primi 45' ma senza sfondare.
Nella ripresa maggiore equilibrio e poche occasioni.
Debutta Iturbe, si rivede l'attaccante calabrese dopo il lungo infortunio


Il Toro frena nella sua rincorsa all'Europa League, se frenata si può definire un pareggio sul campo di un Sassuolo ancora in emergenza, ma comunque abbastanza vivo da interrompere un’emorragia da tre sconfitte consecutive. Tre conferme: il rendimento esterno del Toro non è da corsa (solo 9 punti su 29); la prima partita dopo la sosta invernale non è roba sua, se è vero che non vince della 1995; se non segna Belotti, che ha interrotto una striscia da tre gare in gol di fila, fa molta più fatica a trovare la porta. Negli ultimi 20' si rivede Berardi, al rientro dall'infortunio che lo ha tenuto a riposo per quattro mesi e mezzo.


LE SCELTE — Di Francesco, nonostante l’emergenza infortuni acuita dalle squalifiche di Mazzitelli e Pellegrini, non ha rinunciato al 4-3-3, arretrando Ragusa nel ruolo di mezzala e rilanciando nel tridente Politano (al rientro dopo quasi due mesi). Subito al debutto, non solo per necessità, il neo acquisto Aquilani - da mezzala, con Sensi play - mentre in difesa spazio a Letschert al fianco di Acerbi. Mihajlovic, pur avendo recuperato Castan e Baselli almeno fra i disponibili, ha dato fiducia a Moretti e Obi, provati a lungo in settimana. Non cambia il tridente offensivo: il "colpo" Iturbe ha iniziato la sua avventura granata in panchina.

ROVESCIATA DA URLO — Più Torino che Sassuolo nel primo tempo, ma la squadra di Mihajlovic non raccoglie per quanto crea, trovando superiorità soprattutto sulle fasce da dove Benassi (per Obi) e Barreca (per lo stesso Benassi) disegnano cross che meriterebbero colpi di testa migliori. Ma la pressione granata è intermittente e solo intorno alla mezzora, prima con un invito di Zappacosta per Ljajic che non aggancia e poi un lancio millimetrico di Valdifiori per Belotti (tiro alto), certifica la definitiva padronanza della partita della squadra di Mihajlovic. Il Sassuolo fatica troppo a trovare i suoi automatismi offensivi (solo un lampo di Politano dopo 9’, ma Ricci chiude malissimo il taglio con un tiro smozzicato) e non riesce a guadagnare metri neanche in ripartenza. Di Francesco, viste le difficoltà di Ragusa su Benassi, chiama anche il cambio di sistema: 4-2-3-1 con Ragusa più alto e Politano libero di muoversi alle spalle del fin lì isolato Defrel, ma è ancora il Toro ad andare vicinissimo al vantaggio con Belotti, che su ennesimo cross di Zappacosta sfiora il palo con una rovesciata da urlo.


TRAVERSA IN FUORIGIOCO — Il vero Toro finisce praticamente lì, perché nella ripresa ha un calo vistoso dal punto di vista dell’intensità e dunque della pericolosità. Anche perché il Sassuolo, assestato meglio nella nuova versione tattica, trova in Aquilani un ottimo ispiratore e sposta in avanti il baricentro di almeno trenta metri. Vere occasioni gol, però, non pervenute da entrambe le parti. Nonostante Mihajlovic faccia esordire Iturbe al posto di Ljajic e Di Francesco - che nel finale tenta anche la trazione anteriore con Matri e un 4-2-4 - ritrovi dopo quattro mesi e mezzo Berardi, che si mette in luce in particolare con i suoi calci da fermo, che non hanno perso pericolosità: per due volte mette davanti alla porta Ragusa, che però una volta è quasi sorpreso dalla traiettoria (e Hart si ritrova addosso la sua deviazione) e la seconda, a tempo scaduto, colpisce la traversa ma in fuorigioco.

Andrea Elefante

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 8 gennaio 2017 23:52
Milan-Cagliari 1-0: Bacca si sblocca e decide all'88', assist di Lapadula

Il colombiano si sblocca e decide contro i sardi, sfruttando un passaggio dell'ex Pescara, entrato nel finale.
Montella ritrova il successo dopo due turni senza vittorie



Il Milan doveva vincere per tenere il passo Europa e l’ha fatto, con fatica ma portando a casa il risultato. Il Cagliari ha fatto una buona figura, cadendo solo a 2’ dalla fine: decide un gol di Carlos Bacca, che si sblocca dopo 594 minuti di digiuno.

PALLEGGIO E SUCCESSO — Il tridente schierato da Montella non si vedeva dal derby del 20 novembre scorso: Suso confermatissimo a destra, Bacca di nuovo tra i titolari e Niang che riconquista il posto a sinistra. Il primo tempo è rossonero, nel senso del palleggio e del possesso di palla: poche però le occasioni create specie se si guarda al comando del gioco, quasi totale. Il Cagliari si vede una sola volta nella prima mezzora, quando però è pericolosissimo con una conclusione di Barella dal limite dell’area: Donnarumma devia in angolo. Prima e dopo c’era stato soltanto Milan: si vede l’impronta di Montella nella volontà di essere padroni del gioco. Il primo tentativo è di Bacca servito da Suso che aveva recuperato palla sulla trequarti: fuori. Il gioco pende a destra dove Abate spinge molto: il capitano del Milan è però costretto al cambio per infortunio. A destra finisce De Sciglio con Antonelli sulla corsia opposta. Altri tentativi rossoneri da registrare sono un esterno di Bacca, un tiro di Niang dalla distanza e una punizione di Bonaventura, tutti fuori bersaglio. Niang è volenteroso ma impreciso mentre Bacca fa pochino per rompere il lunghissimo digiuno, anche se il Milan manca proprio nell’ultimo passaggio, quello che dovrebbe rifornire il centravanti.


BACCA GOL — Il secondo tempo si riapre come si era concluso il primo e cioè con il Milan in possesso: la prima conclusione è in realtà ospite (ancora Dessena, alto) ma il resto è rossonero. Bacca la sfiora sul cross di Suso, Paletta ci prova da lontanissimo. Il Cagliari difende con dieci uomini e con due linee (difesa e centrocampo) vicine e compatte. Con pochissimi spazi in cui infilarsi il Milan fatica: Niang dal limite dell’area piccola chiude a lato. A metà ripresa Montella ci prova con Bertolacci al posto di Bonaventura. Al 23’ il Cagliari passerebbe con Isla ma il cileno sulla precedente conclusione di Farias è in fuorigioco: il Cagliari protesta ma la decisione dell’arbitro Giacomelli è corretta. Recuperato almeno un po’ di coraggio Rastelli cambia l’attacco: fuori Sau dentro l’ex Borriello, poi ecco Joao Pedro per Farias. Il secondo tempo è più equilibrato e riesce a fare una buona figura anche la difesa del Cagliari, la più battuta del campionato (da ieri sera 43 gol subiti) nonostante i nuovi tentativi di Suso (bravo Rafael) e Locatelli. La nuova carta di Montella è Lapadula inserito per Pasalic. Ma l’equilibrio non si sblocca ed è significativo anche un altro dato: nessun ammonito, segno che il ritmo non è stato altissimo e che le squadre non sono state troppo cattive (l’espulsione all’ultimo secondo di Alves è per fallo da ultimo uomo). Ma a due minuti dalla fine ci pensa Bacca a regalare la vittoria al Milan: bella l’azione con De Sciglio che crossa in mezzo e gran bel lavoro di Lapadula che invita Carlos. Per il colombiano è il settimo gol in campionato, gol che mancava dal due ottobre scorso. Così Bacca può tornare a far festa. E San Siro pure.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 8 gennaio 2017 23:56
Juve-Bologna 3-0: doppietta di Higuain e gol di Dybala su rigore

I bianconeri sbloccano dopo 7' e passeggiano: la Joya segna su rigore, l'ex Napoli fa doppietta.
Nel finale debutta Rincon



R come record e anche come riscatto. Il 2017 della Juventus parte nel segno della HD, doppietta di Higuain e rigore di Dybala per stendere un Bologna inesistente e continuare la corsa inarrestabile in campionato. Ora la squadra di Allegri è tornata a più quattro sulla seconda (con una partita in meno) e ha superato se stessa, arrivando a 26 vittorie di fila allo Stadium. Meglio della Juve di Conte (con la partecipazione dello stesso Allegri), che si era fermata a 25.

CI PENSA HIGUAIN — La Roma e il Napoli vincono, l'Inter pure? Niente paura: la capolista ci mette 7 minuti a ristabilire le gerarchie: buon pallone di Pjanic per Higuain, che non pare affatto appesantito dalle vacanze natalizie, e gol dell'1-0. Per il Bologna, che non era ancora entrato in partita, è il colpo di grazia. La squadra di Donadoni accusa il colpo e per venti minuti abbondanti non riesce a fare tre passaggi di fila. La Juventus invece ha lasciato in Qatar la sua brutta copia versione Supercoppa ed è tornata agli standard del campionato. Dybala è di nuovo titolare dopo due mesi e mezzo abbondanti, Pjanic fa il trequartista, Barzagli ha ripreso il suo posto nella difesa a quattro accanto a Chiellini e Asamoah fa il terzino sinistro per mancanza di alternative (Alex Sandro è infortunato ed Evra non è stato convocato per questioni di mercato: potrebbe partire); in porta c'è Neto perché Buffon è influenzato.

IL RISCATTO DI DYBALA — Il Bologna si presenta con un 4-3-3 in cui Destro è il terminale offensivo troppo solo; l'obiettivo è rubare palla e ripartire, ma la squadra di Donadoni poche volte ci riesce. La prima parata di Neto è su un tiro a giro di Di Francesco (19'), l'altra è su occasione di Dzemaili. Tutto qui. Troppo poco, anche perché la Juventus raddoppia prima dell'intervallo: fallo di Oikonomou su Sturaro, Dybala va sul dischetto e cancella l'errore di Doha. Per l'attaccante argentino è un gol che ha il sapore della liberazione: non giocava titolare dal 22 ottobre e non segnava dalla doppietta all'Udinese del 15 ottobre. Bologna non pervenuto e la musica non cambia dopo l'intervallo, quando dopo 10 minuti un cross di Lichtseiner attraversa tutta l'area di rigore e finisce sulla testa di Higuain, che tutto solo realizza il 3-0. Così il Pipita arriva a 12 reti in campionato, confermando che lui e Dybala insieme funzionano. Higuain esce tra gli applausi per fare spazio a Mandzukic, ma dalla faccia non pare contento: voleva segnare qualche gol in più. Nel finale c'è spazio anche per l'esordio di Rincon. La Signora non Italia non ha rivali.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 8 gennaio 2017 23:59
SERIE A 2016/2017 19ª Giornata (19ª di Andata)

07/01/2017
Empoli - Palermo 1-0
Napoli - Sampdoria 2-1
08/01/2017
Udinese - Inter 1-2
Chievo - Atalanta 1-4
Genoa - Roma 0-1
Lazio - Crotone 1-0
Pescara - Fiorentina (rinv.)
Sassuolo - Torino 0-0
Milan - Cagliari 1-0
Juventus - Bologna 3-0

Classifica
1) Juventus(*) punti 45;
2) Roma punti 41;
3) Napoli punti 38;
4) Lazio punti 37;
5) Milan(*) punti 36;
6) Atalanta punti 35;
7) Inter punti 33;
8) Torino punti 29;
9) Fiorentina punti 27;
10) Udinese e Chievo punti 25;
12) Genoa, Sampdoria e Cagliari punti 23;
15) Bologna(*) punti 20;
16) Sassuolo punti 18;
17) Empoli punti 17;
18) Palermo punti 10;
19) Crotone(*) e Pescara punti 9;

(*) Una partita in meno. Milan e Juventus, impegnate nella finale di Supercoppa italiana
a Doha, recupereranno i rispettivi incontri della 18ª Giornata mercoledì 8 febbraio 2017.
Crotone - Juventus (08/02/2017)
Bologna - Milan (08/02/2017)

(gazzetta.it)
binariomorto
00domenica 15 gennaio 2017 00:29
Serie A, Crotone-Bologna 0-1:
decide il gol di Dzemaili al 51'

La squadra di Donadoni sale a +13 sul terz'ultimo posto.
I calabresi, a 9 punti, sono quasi spacciati


Un solo gol basta al Bologna per portarsi a casa una vittoria senza doversi strapazzare più del dovuto. Uno a zero come all’andata in una partita povera di contenuti tecnici. I felsinei vincono la seconda gara in trasferta (dopo quella di Pescara) e si issano a quota 23 in classifica cominciando a respirare aria di salvezza. Per il Crotone la nottata si allunga sempre di più e al momento non si vedono spiragli per una uscita immediata dalla crisi. Quinto k.o. interno e tifosi spazientiti a fine gara.

LA GARA — Donadoni recupera Gastaldello e Nagy, rispetto a Roma Nicola ripropone Rosi, Capezzi e Palladino dall'inizio. Partenza blanda senza emozioni. Palladino si fa subito notare per un pestone a Torosids che gli costa il giallo (e la squalifica a Marassi contro il Genoa), i portieri non corrono mai rischi sui tiri di Destro e di Falcinelli. Il Bologna perde Torosidis per infortunio (dentro Kraft), mentre il secondo assistente al 31' segnala la posizione irregolare di Trotta, che da pochi passi aveva messo in rete la palla del vantaggio calabrese. Non è una serata fortunata per Donadoni che al 35' deve rinunciare anche a Gastaldello (ammonito un minuto prima) sempre per infortunio; al suo posto Oikonomou. Dopo il riposo il Bologna dà l'impressione di voler osare di più e al 6' trova il vantaggio, con un destro in diagonale millimetrico di Dzemaili, che beffa Cordaz: il portiere calabrese non accenna nemmeno alla parata.

Al 10' Dzemaili ci riprova da fuori area, ma questa volta Cordaz è reattivo e neutralizza in due tempi. Passa un minuto e il Crotone sfiora il pari. Rodhen viene pescato in area da Palladino, ma sul suo destro Mirante è reattivo e di piede respinge. Nicola opera il primo cambio: dentro Nalini per Capezzi. Al 15' nuova palla gol per gli ospiti, con Krejci: Cordaz respinge con difficoltà. Al 19' fa il suo esordio in serie A nelle file del Crotone Gnahorè al posto di Trotta. Al 22' Destro costruisce una palla gol per Dzemaili, che di piatto calcia in porta sfiorando di un nulla il raddoppio. Nicola inserisce anche Simy e il Crotone va vicino al pari al 37': Gnahorè di testa mette nel cuore dell’area, dove Falcinelli in rovesciata sfiora il bersaglio. Nel finale, i padroni di casa attaccano in maniera confusionaria senza mai disturbare Mirante.

Luigi Saporito

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 15 gennaio 2017 00:33
Inter-Chievo 3-1: gol di Pellissier, Icardi, Perisic ed Eder

I nerazzurri dominano ma vanno sotto, nella ripresa la meritatissima rimonta



La quinta vittoria consecutiva dell'Inter di Pioli, che batte in rimonta per 3-1 il Chievo a San Siro, porta con sé due messaggi forti oltre al risultato. I nerazzurri stanno cominciando a esprimere il calcio che una squadra con questa qualità complessiva deve offrire con continuità. Il secondo, ancora più importante, è che Pioli riesce a portare via i tre punti anche con la mentalità. Come fanno squadre più abituate a vincere. Continuando a giocare anche quando si va sotto in modo oggettivamente beffardo. In una squadra che sembra già un'altra rispetto all'era De Boer, il nuovo acquisto Gagliardini si è inserito in scioltezza. Un po' alla maniera dei grandi seduttori, che per blandire la prossima preda al primo appuntamento le sussurrano "mi sembra di conoscerti da sempre". Ma nel caso dell'ex Atalanta è tutto verissimo. Personalità, testa alta e bei tempi di inserimento.

SOLO IL RISULTATO — Il primo tempo dell'Inter offre lampi di grande calcio. Intensità, facilità nel recupero palla con Gagliardini e il rigenerato Kondogbia, tocchi rapidi e campo allargato grazie a Candreva e Perisic. I numeri sostengono le sensazioni, con 15 tiri totali in 45', di cui 5 nello specchio della porta (record stagionale). A volte si esagera con i cross, ben 34 nel solo primo tempo, ma l'Inter convince in pieno. Il Chievo, tra le migliori fasi difensive della serie A, si aggrappa a un eccellente Sorrentino, portiere che a fine carriera si chiederà non senza ragione perché non gli hanno mai affidato la porta di una grande. Il portiere è bravo due volte su Gagliardini, Candreva e Icardi. Maran, che sarebbe già felice di chiudere il primo tempo sullo 0-0, va al riposo in vantaggio perché l'altro veterano Pellissier porta a scuola D'Ambrosio sul corner di Birsa e segna un gran gol. Fanno 4 nelle ultime 5 per un attaccante che ne festeggerà 37 ad aprile.

CHE CONTINUITÀ — L'Inter riparte con la stessa intensità, con Maran che rinuncia a Birsa e per compattarsi in mezzo al campo. Il Chievo non riparte quasi mai, Sorrentino para su Perisic e su Eder, subito dentro la partita al posto di Ansaldi. Poi ci vogliono i campioni per uscire da situazioni così. Nell'1-1 sono due le perle: il meraviglioso cross di Candreva e l'anticipo sul primo palo del 9 più vero del nostro campionato, Mauro Icardi. Il pari mette le ali all'Inter, che sta anche molto bene fisicamente. Così succede che per una volta Sorrentino non sia perfetto sul destro di Perisic e l'Inter ribalti la partita, prima della soddisfazione personale per Eder nel recupero.

RAMPA DI LANCIO — Ora, prima della Juve, l'Inter andrà in trasferta a Palermo e riceverà il Pescara. La vecchia Inter troverebbe il modo di non fare sei punti, questa è attesa al varco e non dovrà fallire. Perché centrare la Champions, nonostante l'handicap iniziale, è tutt'altro che impossibile.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 15 gennaio 2017 14:44
In casa il Cagliari non sbaglia un colpo,
4-1 al Genoa con Borriello protagonista

I sardi ribaltano lo svantaggio firmato Simeone alla
mezz’ora del primo tempo con una doppietta del loro centravanti.
Segnano anche i brasiliani Joao Pedro e Farias



Travolgente. Scatenato. Cinico al momento giusto. È il Cagliari. Trascinato da Borriello e dai suoi fedeli alleati Joao Pedro e Farias, la squadra di Rastelli cala il poker al Sant’Elia e schianta in rimonta il Genoa, sparito dal campo dopo l’acuto iniziale di Simeone. I padroni di casa, grazie ad un secondo tempo pirotecnico, si regalano la prima vittoria del 2017 in casa (la settima interna stagionale) e si mettono così al sicuro in classifica senza nemmeno l’apporto della curva, chiusa per squalifica in seguito al petardo esploso in mano ad un addetto alla sicurezza (ferito gravemente alla mano destra) durante la sfida col Sassuolo del 22 dicembre.


DI GENNARO K.O. — Rastelli fa rifiatare Sau e Pisacane e deve subito rinunciare a Di Gennaro, già iscritto a referto tra i titolari, prima che la partita cominci: il centrocampista è dolorante e tocca a Tachtsidis sostituirlo in mezzo. I rossoblù partono bene e si regalano la prima nitida palla gol all’8’: in mischia Joao Pedro colpisce di tacco a porta ormai sguarnita, ma il pallone finisce sul fondo di pochissimo.

Col passare dei minuti il Genoa prende le misure al Cagliari e comincia a mettere il naso oltre la metà campo con regolarità. E al 28’ gli ospiti trovano il tesoro che cercavano grazie ad un cross col contagiri di Edenilson (lanciato dal debuttante Cataldi) e alla testa vincente di Simeone, abile a infiltrarsi in area e ad infilzare Rafael in tuffo (Dessena in ritardo in marcatura). Il Cagliari, punto nell’orgoglio, si riorganizza mostrando comunque palesi difficoltà nel dispiegare il proprio abituale gioco in verticale. Il pareggio dei padroni di casa è più casuale che cercato: al 40’, dal limite dell’area Tachtsidis libera il sinistro raccogliendo un cross di Isla e, sulla corta respinta di Lamanna, Borriello spinge in rete in pallone tenuto in gioco da Muñoz. Tra i liguri, nel frattempo, si spegne inspiegabilmente la luce. E la squadra di Rastelli ne approfitta: combinazione magistrale Barella-Borriello, sul cross del trequartista, al 44’, ancora il centravanti colpisce il palo di testa e, nel tentativo di rinviare, Cofie scaglia il pallone sullo stinco di Joao Pedro ed è un rocambolesco 2-1.


ALL’ARREMBAGGIO — Nella ripresa si ripresenta in campo un Cagliari indiavolato. E Lamanna deve capitolare dopo tre interventi di fila eccellenti nel corso della stessa azione. Barella, scatenato, penetra in area al 13’, serve Joao Pedro la cui conclusione d’interno viene deviata dal portiere genoano. Che si ripete in altre due circostanze (la seconda vede protagonista Joao Pedro al tiro) prima di arrendersi alla conclusione di controbalzo di Borriello al 15’. Il Genoa è al tappeto e non si rialza più.

Lo stesso Lamanna prima alza sulla traversa un siluro di Farias, poi non trattiene un tiro dalla distanza: sul prosieguo dell’azione Izzo spinge Murru e Fabbri indica il dischetto. Farias, ancora lui, trasforma il penalty al 19’ con freddezza siglando l’apoteosi cagliaritana: meritata la standing ovation per l’esterno al momento del cambio con Sau. E anche Rafael si merita applausi per gli interventi in tuffo su una punizione carica di veleno di Cataldi e su una bellissima girata al volo di Pinilla nel finale.



Alessio D’Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 15 gennaio 2017 20:15
Lazio-Atalanta 2-1: Milinkovic e Immobile rispondono a Petagna

I biancocelesti tornano in zona Champions, a 40 punti, uno meno del Napoli terzo.
La Dea, invece, resta in zona Europa League, settima a 35 punti


Successo in rimonta della Lazio contro l'Atalanta. Milinkovic e Immobile su rigore ribaltano il vantaggio iniziale di Petagna. Gara molto combattuta e tesa sino all'ultimo istante dei quattro minuti di recupero. La squadra di Inzaghi ha il merito di restare lucida anche nei momenti più difficili, mentre quella di Gasperini, dopo esser salita in cattedra, rallenta alla distanza. Tre punti importanti per la Lazio, che bissa il successo dell'andata, consolida il quarto posto e frena l'Atalanta che mirava al sorpasso in classifica.

RINCORSA LAZIO — Inzaghi si affida a un 3-4-2-1 molo elastico. In difesa Bastos viene preferito a Wallace. Rientrano Lulic e Felipe Anderson dopo una giornata di squalifica. Gasperini inserisce Caldara e Konko al posto di Toloi e Grassi. Lazio subito insidiosa con una fiondata di Immobile a lato. Immediata la replica dell'Atalanta con un diagonale di Gomez fuori bersaglio. Insistono i biancocelesti: al 14' palo di Luis Alberto. I nerazzurri controllano con attenzione aspettando il varco giusto che arriva al 21' quando Freuler innesca Petagna che si gira e infila Marchetti tra i disattenti difensori di Inzaghi. Quarto gol in campionato per l’attaccante, che non segnava da tre mesi. La Lazio tenta di reagire allo svantaggio riportandosi subito in attacco. La ragnatela difensiva dell’Atalanta si infittisce però davanti all’area. Si fa male Konko e viene rilevato da Grassi. La Lazio non riesce ad arrivare in profondità. Felipe Anderson va spesso in dribbling senza riuscire a ispirare i compagni. Al 39' Pairetto allontana dalla panchina Simone Inzaghi per proteste. Lazio in difficoltà, Atalanta disinvolta e convinta. Al 44' Marchetti anticipa Freuler in uscita. Al 46', su un bel cross di Lulic, sbuca però l’incornata di Milinkovic che firma il pareggio. Quarto gol stagionale anche per il serbo.

IMMOBILE FA 11 — È l'Atalanta a creare il primo pericolo nella ripresa: al 4' Spinazzola calcia a lato da posizione propizia. All’8' assolo di Gomez sulla sinistra: Marchetti si salva con una manata in scivolata. La squadra di Gasperini governa il gioco. La Lazio si riassesta: fuori Luis Alberto per Patric. Lo spagnolo si colloca in mediana e Felipe Anderson va stabilmente nella trequarti. Immobile arriva in ritardo su un pallone sotto porta. Partita a tutto campo. Al quarto d'ora, siluro di Petagna sopra la traversa. Al 23' la Lazio coglie l’occasione per far svoltare la partita. Immobile viene atterrato in area da Berisha: rigore netto. Dal dischetto è lo stesso centravanti a firmare il vantaggio della Lazio con il suo undicesimo gol. I biancocelesti cambiano assetto passando al 4-5-1 con Patric in difesa. Gasperini potenzia l'attacco: Paloschi avvicenda Kurtic. La squadra di Inzaghi protesa in avanti: prima bella incursione di Anderson, ma Biglia non conclude, poi Immobile fa allungare Berisha per deviare in angolo. Altro cambio di Gasperini: D'Alessandro subentra a Zukanovic. Al 34' anche il tecnico dell’Atalanta viene allontanato dalla panchina per proteste. I nerazzurri sono calati causa anche l'impegno sostenuto in settimana contro la Juventus in Coppa Italia. Nella Lazio Anderson cede il posto a Wallace per rafforzare gli ormeggi in difesa. Al 40' Milinkovic sciupa clamorosamente davanti alla porta. Applausi per Immobile, sostituito da Djordjevic. Assedio finale dell’Atalanta, ma la Lazio regge e festeggia il secondo successo di fila del 2017 salendo a 40 punti.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 15 gennaio 2017 20:24
Napoli-Pescara 3-1. Tonelli sblocca, raddoppia Hamsik. Tris di Mertens

Al 47' il difensore buca Bizzarri di testa, al 49' bis di Marek, poi il timbro del belga.
Insigne, Callejon e Jorginho (traversa) sfiorano il gol.
Al 93' Caprari segna su rigore. Sarri resta 3°


Terza partita consecutiva in casa per il Napoli in questo 2017 e terzo successo di fila. Il Pescara dura un tempo, poi si fa prendere dalle solite disattenzioni e viene punito (3-1) dalla squadra di Sarri che tiene il passo di Inter e Roma. Il nuovo bomber azzurro è Lorenzo Tonelli, due reti in due partite con la maglia azzurra, mentre Hamsik e Mertens (dodici in campionato) non sono certo una sorpresa quanto a verve realizzativa. Sono stati loro tre a decidere una partita inizialmente complicata per il Napoli.


POCHI STRAPPI — Sarri ripartiva dalle sue certezze ritrovando un positivo Albiol al centro della difesa con Jorginho preferito a Diawara in regia. Il Pescara di Oddo, falcidiato dalle assenze compresa quella last minute di Stendardo, si presentava con un centrocampo folto ma senza in pratica esterni di ruolo. Esordio (deludente) per Gilardino al centro dell'attacco. Così agli ospiti restava l'arma del possesso palla, mentre il Napoli provava ad allargare il gioco a sinistra con l'ex Insigne molto ispirato (suo il primo tiro pericoloso del match) ed Hamsik bravo a farsi trovare alle spalle di Cristante per guardare la porta e andare a calciare. Era quello l'asse che funzionava meglio per Sarri (Callejon invece tagliava spesso verso il centro più che alle spalle di Verre) mentre gli ospiti palleggiavano bene fino alla trequarti perché Caprari (alta una sua punizione da buona posizione) faceva più da collante con il centrocampo che da spalla al centravanti. Pochi strappi in generale e quindi poche occasioni fino a fine primo tempo.

uno-due da k.o. — Troppo bello per essere vero il Pescara nei 45' iniziali, la classifica è quella perché gli abruzzesi hanno troppe amnesie difensive. Nei primi quattro minuti della ripresa gli ospiti beccavano due gol: il primo su palla inattiva con il colpo di testa vincente di Tonelli, il secondo ad opera di Hamsik, bravo a mettere in porta con un bel sinistro al volo lo splendido assist confezionato da Zielinski. Nel mezzo di quei 120 secondi decisivi anche un contatto in area tra il solito Tonelli e Gilardino con Gavillucci che riteneva l'abbraccio tra i due reciproco ed una clamorosa occasione fallita da Callejon. A quel punto, era dura rialzarsi per gli ospiti anche perché prima di uscire dal campo un disastroso Gilardino non scartava il regalo di Strinic a due passi da Reina. Di conseguenza, il Napoli poteva gestire e affondare a suo piacimento sfiorando il tris a ripetizione (paratone di Bizzarri su Insigne e, con l'aiuto della traversa, su Jorginho). Quando Mertens faceva cinquanta con il Napoli, deviando in rete il cross di Allan, la partita andava definitivamente in archivio. Il San Paolo cantava già per Maradona e per i suoi nuovi idoli mentre Mitrita si procurava il rigore del 3-1 trasformato al fotofinish, al terzo minuto di recupero, da Caprari.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
binariomorto
00domenica 15 gennaio 2017 20:42
Sampdoria-Empoli 0-0: Puggioni para un rigore a Mchedlidze

Al 30' del primo tempo l'attaccante georgiano si fa ipnotizzare dal dischetto.
Tante occasioni per Muriel ma troppa imprecisione sotto porta


Sampdoria ed Empoli si accontentano (0-0). La squadra toscana, però, recrimina per un rigore sbagliato da Mchedlidze nel primo tempo. Gli ospiti sono apparsi più in palla, ma hanno peccato di concretezza. Brutta prova della Samp che non si è quasi mai resa pericolosa dalle parti di Skorupski, a parte con Muriel nel secondo tempo. L’Empoli si conferma squadra regina degli 0-0. Con quello di Marassi sono già 6 in questo campionato.

LE SCELTE — Giampaolo opera 3 cambi rispetto alla trasferta di Napoli (Palombo per Silvestre, Linetty per Barreto, Muriel per Quagliarella), Martusciello invece conferma la squadra che ha battuto il Palermo.


OCCASIONI — L’Empoli parte col piglio giusto, mettendo in difficoltà la Samp sul piano del ritmo e dell’aggressività. La prima occasione da gol capita al 13’ sui piedi di Marilungo, la cui conclusione viene deviata sopra la traversa. Ed è ancora l’Empoli pericoloso 5’ dopo con Mchedlidze che elude il fuorigioco, ma viene stoppato in extremis da Palombo autore di un recupero provvidenziale.

RIGORE — Gli ospiti fanno la partita, la Samp punge in contropiede: Praet lancia Muriel che mette a lato di poco. Al 29’ l’Empoli ha la chance più ghiotta per passare in vantaggio: Mchedlidze viene steso in area da Palombo: rigore che lo stesso attaccante si fa respingere da Puggioni. Il pericolo corso scuote i blucerchiati che al 37’ sfiorano il gol con Alvarez, il cui colpo di testa esalta i riflessi di Skorupski.

RIPRESA — Il secondo tempo si apre sulla falsariga del primo tempo: Empoli subito aggressivo, Samp troppo attendista. Il pubblico di Marassi comincia a rumoreggiare. Al 55’ si male Cosic: dentro Costa. Martusciello ridisegna l’attacco, cambiando Marilungo con Pucciarelli. Giampaolo risponde con Bruno Fernandes al posto di Praet. Ed è proprio il numero 10 blucerchiato ad avere sui piedi la chance del vantaggio da buona posizione: tiro troppo angolato. Ma l’occasione più ghiotta capita sui piedi di Muriel, la cui conclusione viene salvata sulla linea da Laurini. Poi non succede più nulla. La Samp esce tra i fischi.

Francesco Gambaro

Fonte: Gazzetta dello Sport
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