Matrimonio gay. La Corte Costituzionale dice "No" (16.04.10)
La Corte Costituzionale si è pronunciata sul matrimonio gay in seguito ai ricorsi del tribunale di Venezia e la Corte d’appello di Trento dopo che tre coppie dello stesso sesso avevano presentato le pubblicazioni ufficiali presso i rispettivi comuni e si erano viste opporre un rifiuto dall’ufficiale di Stato civile.
La Consulta ha rigettato i ricorsi dichiarando inammissibili ed infondate le questioni di legittimità sollevate e rinviando qualsiasi decisione in materia al Parlamento italiano. Se la tesi dei legali delle coppie è stata quella che non esiste nella nostra Costituzione un evidente divieto al matrimonio tra persone dello stesso sesso, la Corte Costituzionale ha dichiarato che l’argomento non è di propria competenza.
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Le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio”: queste in sostanza le motivazioni della sentenza. La normativa del codice civile (che contempla esclusivamente il matrimonio tra un uomo e una donna) non si può considerare “
illegittima” sul piano costituzionale.
Una sentenza non del tutto negativa che prevede comunque che sia compito del legislatore trovare una soluzione legislativa appropriata: “
I concetti di famiglia e di matrimonio - si legge -
non si possono ritenere ‘cristallizzati’ con riferimento all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore”, anche se poi, circa l’interpretazione di questi concetti, aggiunge "
non può spingersi fino al punto d’incidere sul nucleo della norma, modificandola in modo tale da includere in essa fenomeni e problematiche non
considerati in alcun modo quando fu emanata".
il Levante