Stampa | Notifica email    
Autore

LA VICINA

Ultimo Aggiornamento: 11/07/2006 10:50
11/07/2006 10:50
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 17
Registrato il: 09/06/2005
Utente Junior
OFFLINE
Da due giorni vedevo movimento sul pianerottolo davanti al mio appartamento, i facchini portavano mobili e scatole, i giorni precedenti una ditta aveva effettuato i lavori di imbiancatura. Ero contenta di avere finalmente dei vicini, il quartiere era di quelli dove la gente vive la propria vita e quando ci si incontrava ci si scambiava solo dei saluti formali, però ancora non ero riuscita a vedere chi fossero i nuovi inquilini, ormai vivevo sola da troppo tempo, dopo la separazione da mio marito avevo fatto solo casa e lavoro Ogni tanto sbirciavo dalla porta per riuscire a vederli ma riuscivo solo a dare sollazzo agli operai che lanciavano sguardi maliziosi alle mie gambe a malapena coperte da una lunga maglietta bianca e all’ombra dei miei seno che ballava privo da ogni contrizione, alla fine mi rassegnai sperando che con il passare dei tempo sarei riuscita conoscerli. Nel pomeriggio del giorno successivo, faceva un gran caldo, appena tornata a casa dal lavoro, carica delle borse della spesa, mi spogliai e feci una doccia, poi indossai solo una maglietta gialla come di abito da casa e mi sdraiai sul divano con un tè ghiacciato sfogliando una rivista, mi ero quasi addormentata quando sentii il trillo del campanello della porta, mi alzai di scatto e senza riflettere che non avevo indosso nemmeno le mutandine andai ad aprire. Mi trovai davanti una donna sui trentacinque anni, quasi mia coetanea, bionda, con i capelli legati a coda di cavallo, un paio di jeans tagliati sopra al ginocchio e una maglietta rossa che a malapena riusciva a contenere il grosso seno sodo, era accaldata e sudata, con un sorriso, che mise in mostra una stupenda chiostra di denti, mi disse di essere la mia vicina e mi chiese se poteva avere dell’acqua fresca perché non aveva ancora sistemato il frigo. La feci accomodare in cucina e le dissi se non avrebbe gradito di più una limonata gelata, l’accettò con piacere accomodandosi su uno sgabello mentre io la preparavo. Dovetti alzarmi sulla punta dei piedi per prendere lo spremiagrumi senza pensare che con quel gesto avrei messo in mostra il sedere e la prugnetta depilata. Posai l’attrezzo sul bancone della cucina e mi chinai per prendere il ghiaccio dal surgelatore, quando mi alzai la sentii alle mie spalle, più che sentire intuii la sua presenza, avvertii il suo profumo dolce, leggermente alterato da un lieve sentore di sudore ma quello che mi fece sobbalzare fu la sua mano che si posò lieve sulle natiche insinuandosi nella fessura mentre sentii la sua voce roca “Non immaginavo di avere una vicina così bella” imbarazzata mi voltai, il suo volto era vicino al mio, le fissai la bocca, le labbra rosse e turgide, sentii le sue mani sulla nuca che mi attiravano lievi verso di lei poi la sua bocca sulla mia, calda e soffice, le labbra erano dolci, sentii la sua lingua farsi strada fra le mie labbra, mi lasciai andare schiudendole, mi strinse a se, sentii i suoi seni abbondanti schiacciarsi contro i miei, risposi al bacio con foga, i respiri divennero subito affannosi. Sentii le sue mani sollevare la maglietta, l’aiutai allontanandomi leggermente dal suo corpo e la maglietta volò via, rimasi nuda, allora anche lei si tolse la sua maglietta, riprendemmo a baciarsi, ora ero più eccitata nel sentire il contatto de nostri seni, i capezzoli di tutte e due erano diventati turgidi, i miei mi facevano quasi male, lei stacco le labbra dalle mie, abbasso il capo e prese a baciarmi il seno, prima solo con lievi colpi di lingua poi le sue labbra strinsero prima uno poi l’altro capezzolo, mi fece sentire i dentini aguzzi, gemetti di piacere, lei sollevò il capo, le gridai “No!!!!! Non smettere baciami ancora ti prego” e subito riprese a baciarmi i seni. Non rimasi ferma le mie mani andarono al bottone dei suoi jeans, lo slacciai e li abbassai, lei mie dita sfiorarono il ventre, scesero sul pube, dove una striscia di pelo biondo quasi indicava la strada verso il sesso, le mie dita trovarono il vertice delle grandi labbra, le carezzai, erano umide di desiderio, vi affondai le dita mentre le nostre bocche erano di nuovo unite, ci staccammo ansanti, nude tutte e due, i visi arrossati dal desiderio, eravamo senza parole per quel che era accaduto, fu lei la prima a riprendersi tirandosi su i pantaloni disse“ Che pazzia, con gli operai di la e la porta aperta, stasera vieni da me…” “Si” mormorai sorridendo e raccogliendo la maglietta. L’accompagnai alla porta dicendole che non aveva nemmeno bevuto come mi aveva chiesto e lei mi disse che aveva trovato di meglio e mi invitò ad andare da lei appena gli operai avessero finito, le chiesi invece di venire lei da me, visto che la mia casa era in ordine, avremmo cenato insieme. Mi vestii in fretta ed andai a comprare qualche cosa per cena, più che altro cose fredde, presi dei pomodori, dell’insalata, tonno, mozzarella, olive, del pane croccante e due confezioni di birra che misi subito nel frigo. Ero indecisa se rimanere con gli abiti con i quali ero uscita ed alla fine feci di nuovo una doccia e scelsi di indossare una maglietta pulita, stavolta però indossai le mutandine, preparai la tavola e una ciotola di noccioline per mangiarle con l’aperitivo, ero eccitata come un’adolescente che per la prima volta riceve in casa il suo ragazzo. Finalmente il campanello squillò, andai ad aprire e me la trovai davanti sorridente e radiosa, come me aveva scelto di indossare solo una camicia da uomo sotto la quale si intravedevano i seni nudi e l’ombra delle minuscole mutandine nere. Ci sedemmo in cucina dove avevo apparecchiato per le cena, aprii una bottiglia di vino ghiacciato e brindammo alla nostra nuova amicizia, chiacchierando e mangiando noccioline, mi disse di chiamarsi Margherita e di essersi trasferita dopo la separazione dal marito con il quale non andava d’accordo per tanti versi, sottolineò questa espressione con un sorriso sollevando il bicchiere in un tacito brindisi, le nostre ginocchia erano pericolosamente vicine, quasi si sfioravano, posò il bicchiere sul tavolo e mise una mano sul mio ginocchio lo strinse, la mano morbida e calda scivolò sulla mia coscia, lentamente sempre più in alto mentre il suo volto si avvicinò la mio, le nostre labbra si congiunsero proprio mentre la mano arrivava alla mia micina, la carezzò attraverso il sottile velo delle mutandine gia umide, sentii le dita premere e rispondendo al bacio accolsi le sue carezze con un gemito. Staccò la bocca dalla mia, scese dallo sgabello, allargò le mie gambe tenendo le mani sulle ginocchia, si inginocchiò davanti in terra e sentii il suo respiro caldo fra le cosce, con le dita abili spostò la leggera stoffa dello slip, la bocca era sulla vulva, sentii le sue labbra, poi la sua lingua penetrami, la carezzai sul capo stringendolo a me, con le dita allargò le labbra, senti la lingua cercare dentro di me, il mio clito era turgido, lo strinse fra le labbra, gemetti ancora, mi contorsi dal piacere, l’allontanai, mi alzai e la presi per la mano “Vieni, vieni sul letto” non facemmo in tempo ad arrivare in camera che eravamo nude, ci carezzammo ovunque ma ben presto trovammo la posizione del 69, io ero sotto a gambe aperte, lei era sopra anche lei a gambe aperte, la sua vulva sul mio viso, le mani di ognuna cercavano di dare il piacere all’altra, le lingue si infilavano fin nei più nascosti recessi del nostro corpo, sentii un dito nel culo, mentre la lingua mi faceva godere, risposi alla stessa maniera, infilai un dito nel suo culetto e lo mossi veloce, lei mi penetrò con un altro dito, muovendole a compasso, continuai a leccare mentre lei aveva sollevato il capo e muoveva il palmo aperto della mano sulla mia fica facendomi gridare di piacere io clitoride mi era diventato duro come il marmo e lei lo eccitava con il suo sfregamento, d’improvviso sentii l’orgasmo venire travolgente, il fremito partì dai lombi, sentii le contratture della vagina, non riuscii a trattenermi, lanciai un gemito di piacere mentre dalla mia fica sgorgava un fiume di umori che bagnavano il suo volto che si era riavvicinato al ventre. La sentii fremere quasi contemporaneamente, strinse ed allargò le cosce contro il viso, le strinse ancora poi si lasciò andare e un fiume mi inondò il viso mentre lei lanciava un urlo prolungato, il getto non sembrava voler cessare e io mi gustavo i suoi umori leccandoli e bevendoli come un’assetata. Lentamente l’orgasmo di tutte e due diminuì d’intensità, rimase solo la languidezza di quel momento, dolce ed intenso, ci rialzammo come due automi, mi sorrise mentre si rivestiva, le carezzai il volto dicendole, “Margherita non aveva mai goduto così intensamente con un uomo ?” “ Capisci adesso perché ho lasciato il marito e sono single. Come profuma il tuo orgasmo.” Tornammo in cucina, servii la cena, mangiammo parlando di mille banalità, ma il mio sguardo rimase fisso sulla sua persona, sui seni che sembravano voler esplodere fuori dalla maglietta, sulla bocca che sentivo ancora sul mio corpo, sulla lingua che mi aveva fatto gridare di piacere e che ora guizzava fuori dalle sue labbra come un serpentello. Alla fine della cena lei si alzò per andarsene, le chiesi di rimanere ma non volle, sulla porta ci baciammo languidamente promettendo che la nostra sarebbe stata una lunga intensa e passionale amicizia, mi carezzo il volto dicendomi “ A presto mia Saffo, che fortuna averti trovata sul mio stesso pianerottolo”.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:31. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com