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Una calda estate

Ultimo Aggiornamento: 20/07/2005 12:41
20/07/2005 12:41
 
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Da un paio d’anni ero ritornata single, e da ormai quasi un anno gli uomini non mi interessavano più, mi accorgevo di guardare in modo diverso le donne che mi stavano attorno ed avevo voluto rinfrescare nuovamente i miei ricordi del ginnasio, riprovare quell’esperienza con le mia compagna di classe, è stato straordinario. Quella calda estate di alcuni anni fa sembrava come tutte le altre, non potevo e non volevo viaggiare quindi ho organizzato le mie ferie sul posto, resto in città a godermi il nostro bel lago, luglio e agosto sono sempre belli caldi e con tutti i turisti che ci sono sembra quasi di essere in riviera. La mia ex compagna di classe era partita con il marito. Mi sono quindi presa 3 settimane di ferie in solitudine...

Come ogni giorno mi recavo al lago nel bagno pubblico della città, lì trovi sempre amici e amiche quindi la giornata passa in un lampo.

Quel pomeriggio con me c’era solo un amico, lui aveva adocchiato una signora poco più che quarantenne piacente, io ero li che ascoltavo annoiata i suoi soliti commenti, stava studiando il modo di attaccare discorso. Verso la 15.00 la signora viene raggiunta da una ragazza; il mio amico mette quindi in atto la sua tattica, stiamo ritornando dal bar dove eravamo stati a bere e con una scusa si ferma e attacca bottone. Lui parla con la signora ed io rimango a guardare la ragazza, prima silenziosa poi finalmente le presentazioni, si tratta della figlia, grossomodo avrà 23 anni si chiama T., ha un bel corpo poco seno ma carino, i capelli sono biondi, tinti ma biondi, due occhi scuri stupendi e una bocca molto carnosa. Si parla di questo e di quello poi decidiamo di farci un bel bagno, in acqua continuiamo a discutere ma gli sguardi tra me e T. cominciano ad essere strani, per me è una sensazione nuova, non avevo mai cercato di conquistare nessuna ragazza, la mia esperienza con lo stesso sesso finora era limitata alla mia compagna di classe del ginnasio, e recentemente c’era stato un “revival” dei vecchi tempi che non aveva richiesto corteggiamenti ma semplicemente una dichiarazione esplicita di voler riprovare.

Eppure T. mi colpiva aveva qualcosa di strano, forse i suoi occhi o forse la bocca carnosa, mah decisi di non pensarci e di pensare ad altro. Una volta uscite dall’acqua ci sdraiammo al sole ad asciugarci, mentre poco distante il mio amico continuava il suo attacco alla madre. Erano quasi le 17.00 quando decisi che dovevo inventarmi qualcosa, così non resistevo più e li in spiaggia sdraiati sull’erbetta c’era ancora troppa gente, proposi quindi di andare a prendere un’aperitivo; T. accettò immediatamente, i suoi occhi luccicavano, mentre il mio amico mi ringraziò strizzandomi l’occhio e disse che lui e la madre sarebbe restati a prendere ancora un po’ di sole. Ancora oggi a distanza di anni non sa quanto mi ha reso felice con quel rifiuto.

Ci vestimmo ed andammo in un bar nelle vicinanze, io e T. parlavamo avevamo un sacco di cose da dirci quasi fossimo vecchie amiche che non si vedevano da anni ed invece la conoscevo da poco più di 2 ore. Nel parlare ci avvicinavamo sempre più l’una all’altra e il tono della nostra voce si faceva sempre più basso quasi complice. Anche lì c’era troppa gente essendo uno dei bar più “in” della città, così tra una parola e l’altra le chiesi:

“Hai impegni questa sera?

T.: “No perchè?”

“Che ne dici se andiamo a casa mia, ci facciamo un piatto di pasta? Poi magari usciamo. Abito a 5 minuti da qui.”

T.: “Va bene però prima devo andare a casa a farmi una doccia, cambiarmi e dare da mangiare al gatto.

Detto fatto, gli spiegai dove abitavo e ce ne andammo.

Arrivata a casa, in fretta e furia preparai la tavola, controllai di avere il vino in fresco. Poi decisi che in cucina ci saremmo andate assieme più tardi. Iniziai a preparami curando ogni dettaglio.

19.15 ero pronta, lo stomaco mi stava per esplodere, ero nervosa non capivo cosa mi stesse succedendo, era l’emozione! Tra me pensavo cosa dovevo fare, dovevo dichiararmi o dovevo stare zitta e passare direttamente ai fatti o dovevo aspettare che fosse T. a fare il primo passo? Ero angosciata, questa incredibile situazione mi faceva impazzire ... ma di piacere, tutto era stato così improvviso così intrigante, non ci credevo.

19.30 suona il telefono, è lei sta arrivando, vuole che le rispieghi la strada, faccio fatica a parlare (l’emozione) ma mi concentro e le spiego.

Alcuni minuti dopo è davanti alla mia porta. È bellissima, sembra addirittura un’altra ragazza. Rimango ad osservarla con la sua camicetta bianca, i jeans attillatissimi e un paio di sandali con il tacco a spillo. La faccio entrare le mostro il mio appartamento, la camera, il bagno, la grande sala con cucina all’americana. La faccio accomodare in balcone e vado a prendere il vino bianco, brindiamo alla nostra nuova amicizia. In balcone non ho sedie, siamo entrambe appoggiate alla ringhiera, spalla contro spalla, muovo molto lentamente la mia gamba per sentire il contatto contro il suo corpo. Di colpo tutti i miei dubbi le mie paure svaniscono, tutto mi sembra normale, decido di non fare niente di avventato ma di lasciare il tutto al caso. Alcuni minuti sono passati, un altro brindisi, ma fra noi cade un’improvviso silenzio, il nostro sguardo si incrocia, non riesco a fare altro che guardarla diritta nei suoi occhioni scuri e lei fa altrettanto. Non so chi delle due si sia mossa per prima fatto sta che nel giro di pochi secondi ci baciamo, un bacio intenso, lungo, appassionato, le nostre lingue si incrociano si ostacolano a vicenda.

Decidiamo di entrare in casa, guardiamo la tavola apparecchiata, nessuna delle due ha fame di cibo, senza dire niente la prendo per mano e la porto in camera. La getto sul mio letto ed inizio a spogliarla senza smettere di baciarla, via la camicetta bianca, le abbasso le spalline del reggiseno di pizzo bianco quindi lo sgancio. Ha due bei seni, non molto grandi forse leggermente cadendi, ma due capezzoli impressionanti, molto grandi. Inizio a succhiarli mentre T. mi toglie la maglietta (non porto reggiseno avevo pensato che fosse superfluo). I suoi capezzoli diventano duri e incredibilmente grossi. Ora è lei che dedica le sue attenzioni a me, prima il collo poi l’orecchio, infine i seni. Riparto all’attacco, la rovescio sotto di me, con grande tranquillità le levo i sandali, via i jeans, rimane davanti a me con un tanga bianco. Mi abbasso su di lei la bacio sulla bocca quindi scendo sul collo, poi al seno, quindi all’ombellico sul quale mi soffermo dedicandoci molta attenzione prima di riprendere la mia discesa verso la sua figa. È ancora coperta dalle mutandine ma già sento in suo delizioso profumo, sento che è calda.

Senza scostarle, inizio a baciarla li, ma non mi fermo, continuo a scendere lungo la coscia, il ginocchio ed arrivo al suo piedino. Ed inizio a leccarle la caviglia, poi la pianta del piede. T. inizia a fremere, a vibrare, passo alle dita, le faccio letteralmente una pompa per ogni dito di entrambi i piedi, quindi risalgo verso il centro del suo piacere facendo il percorso alla rovescia. Quando arrivo sulla fica gli slip sono fradici, T. con uno scatto mi blocca e mi rovescia sul letto, in modo un po’ impacciato mi leva i pantaloncini e le mutandine con un unico movimento. Rimane ferma a guardarmela, quasi stupita e mi dice: “completamente depilata non l’avevo mai vista, è bellissima”.

Quindi inizia a baciarmi, mentre con una mano inizia a sfiorarmi in mezzo alle gambe, sono in un lago, non so per quanto tempo resisterò. T. inizia finalmente a baciarmela, la sua lingua non sembra molto esperta, comunque lecca bene ed in breve inizio a godere sbrodolando come non mai.

Ho voglia di lasciarmi andare ma non volgio essere la prima a godere, voglio che godiamo insieme; la fermo e passo al contrattacco. Con un colpo deciso le sfilo il tanga fradicio ed inizio a leccare come una forsennata. T. inizia a gemere non resiste, mi fa girare in modo da metterci a 69.

I ritmi delle nostre lingue diventano velocissimi ma incredibilmente sempre con lo stesso ritmo, io inizio ad utilizzare anche e dita, prima una poi due. T. mi copia anche lei mi infila due dita nella fica, le piace lo sento le piace. A questo punto decido di osare ulteriormente e le infilo il dito anulare nel culo, T. stringe per un attimo (probabilmente non l’aveva mai provato) ma poi torna a rilassarsi; visto che le piace le infilo anche il mignolo, identica reazione. Anche T. decide di infilarmi un dito nel culo, poi lo toglie e ne infila due assieme, ma da furbina utilizza l’indice e il medio togliendoli dalla mia fica e facendomi sobbalzare.

Dopo qualche minuto in quella posizione smetto di leccarla davanti e mi dedico completamente al suo buchino. T. inizia a urlare sempre più, l’orgasmo è imminente finchè non raggiungiamo entrambe l’apice e ci lasciamo ricadere sul letto esauste.

Una volta ripreso fiato T. mi confida che non l’aveva mai fatto con una donna ma che era un’esperienza che da tanto voleva provare, io le dico che anche per me questa in un certo senso era la mia prima vera volta, e la rassicuro dicendole che non è finita ci sono ancora tante cose che volgio fare con lei e la notte è ancora lunga. Sono passate da poco le 22.00 e i primi botti del primo d’agosto iniziano a farsi sentire in lontananza, restiamo abbracciate nel letto ma nessuna delle due ha voglia di cenare....



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