Non fingiamo di non vedere cosa sta accadendo in questi giorni. Sarebbe politicamente sbagliato. Dopo 13 anni il nemico comune da abbattere è sempre lui Silvio Berlusconi. Il pericolo è grande: se si andasse a votare oggi, probabilmente vincerebbe ancora per l'ennesima volta il nano di Arcore.
I partiti del centro sinistra, nella paura, anzi nel terrore
di perdere in un batter d'occhio la poltrona acquisita appena 280 giorni or sono, hanno deciso di chiedere aiuto ad un centrista moderato che più moderato non si può: Follini.
Ci risiamo: trasformismi, passaggi da là a qua per un voto, quel voto in più che forse, dico forse, può far riottenere la fiducia a Prodi.
In cambio di cosa? E' su tutti i titoli dei giornali di oggi: nel suo nuovo discorso Romano parlerà dei "nuovi" temi che staranno a cuore al governo nei prossimi mesi (sempre che riesca a formarsi e soprattutto a durare): riforme, legge elettorale e
FAMIGLIA, non quella che volevamo, non quella che ci avevano promesso, ma quella difesa a spada tratta dai nuovi crociati teocon.
Dico addio ai DICO, anche se Rosy Bindi continua a ripetere che "la battaglia non è ancora persa" (ma non doveva già essere vinta dopo la presentazione del ddl appena due settimane fa?).
Chi ne esce peggio di tutti è questa sinistra, incapace di guardare con orgoglio e con coraggio alla sua storia, fatta di sconfitte, è vero, ma anche di coraggio nell'affrontarle e riconoscerle
tutte.