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Dalla Spagna con orgoglio (e qui quando?)

Ultimo Aggiornamento: 10/07/2005 20:57
10/07/2005 19:47

José Luis Zapatero articolo tratto dalla rivista “Zero” e pubblicato sul quotidiano "La Stampa" del 28/07/2005

Come cittadino mi sento orgoglioso del fato che il nostro Paese sia un riferimento per l’uguaglianza e il rispetto. Come uomo aspiro a che il nostro Paese sia un esempio di convivenza con uguaglianza piena di diritti per tutti. Come premier del mio Paese debbo assumere la sfida di fare della Spagna un simbolo di pace e di tolleranza, la legge che consente il matrimonio agli omosessuali ci fa migliori come Paese perché da dignità a persone che per molti anni hanno subito ingiustizie. Questa legge non bolgie diritti a nessuno, ma finalmente riconosce dignità agli omosessuali. Questa legge appoggiata dalla maggioranza dei cittadini, della politica e del Parlamento, è il simbolo di ciò che deve essere una democrazia moderna. Non è mai stato facile lavorare per l’uguaglianza, ci sono state sempre resistenze a che noi tutti, uomini e donne, indipendentemente da qualsiasi differenza, fossimo liberi ed eguali. Per lungo tempo i collettivi di lesbiche, gay e transessuali hanno saputo mantenere la speranza che un giorno quella discriminazione potesse scomparire nel nostro Paese. Molti di loro hanno offerto grandi prove di coraggio, responsabilità e immaginazione inseguendo il sogno di un Paese dove nessuno fosse discriminato.
La rivendicazione del diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso emana dallo spirito stesso della Costituzione. E’ una proposta di riforma che non solo non va contro nessuno, ma della quale beneficerà tutta la società, perché aggiunge senza togliere. La nuova legge implicherà un allargamento del diritto che ha ogni essere umano di scegliere liberamente il cammino della sua vita e la ricerca della propria felicità. C’è in gioco molto di più della possibilità di sposarsi. E’ il riconoscimento della pienezza come esseri umani, della dignità, della uguaglianza incondizionata. Rimane sempre molto da fare, benché a partire da adesso esisterà un prima ed un dopo. E’ una data che passerà alla storia come il giorno in cui le lesbiche e gay furono riconosciuti e raggiunsero la uguaglianza formale. Un giorno in cui si riconoscerà anche la memoria di quanti sono stati vittime della omofobia, del maschilismo, della incomprensione e della intolleranza.
In momenti come quelli che stiamo vivendo, sentiamo l’orgoglio civico di appartenere ad un Paese moderno che rinforza la sua coesione con le leggi e politiche di libertà ed eguaglianza. La Spagna sta compiendo un passo decisivo che la consoliderà nel mondo come simbolo di pace, diritto e tolleranza. Noi spagnoli non lo siamo sempre stati ma possiamo e dobbiamo esserlo. Così ogni giorno diventiamo un Paese migliore.



Testo che circola in Spagna, tradotto ed inviato al settimanale “Diario”, in edicola questa settimana, dal lettore Stefano Zoletto

Perché siamo favorevoli ai matrimoni tra cattolici
Siamo completamente favorevoli al matrimonio tra cattolici.
Ci sembra un’ingiustizia e un errore cercare di impedirlo. Il cattolicesimo non è una malattia. I cattolici, nonostante a molti non piacciano o possano sembrare strani, sono persone normali e devono possedere gli stessi diritti della maggioranza, come fossero –gli informatici o gli omosessuali-.
Siamo coscienti che molti comportamenti e aspetti del carattere delle persone cattoliche – come la loro attitudine a patologicizzare il sesso – possono sembrarci strani. Sappiamo che inoltre a volte potrebbero emergere questioni di sanità pubblica, come il loro pericoloso e deliberato rifiuto dei preservativi. Sappiamo anche che molti dei loro costumi, come l’esibizione pubblica di immagini di torturati, può dare fastidio a molti.
Però questo, oltre che essere più un’immagine mediatica che una realtà, non è una buona ragione per impedire l’esercizio del matrimonio.
Alcuni potrebbero argomentare che un matrimonio tra cattolici non è un vero matrimonio, perché per loro si tratta di un rito e di un precetto religioso assunto davanti a Dio, anziché di una unione tra due persone.
Inoltre, dato che i figli nati fuori dal matrimonio sono pesantemente condannati dalla Chiesa, qualcuno potrebbe considerare che permettere ai cattolici di sposarsi incrementerà il numero di matrimoni per via “di quello che la gente mormora” o per la semplice ricerca di sesso (proibito dalla loro religione fuori dal matrimonio), andando così ad aumentare i casi di violenza familiare e famiglie problematiche.
D’altra parte bisogna ricordare che questo non riguarda solo le famiglie cattoliche e che – dato che non possiamo metterci nella testa degli altri – non possiamo giudicare le loro motivazioni.
Infine, dire che non si dovrebbe chiamare matrimonio, ma in un’altra maniera, non è che una forma, invero un po’ meschina, di sviare il problema su questioni semantiche, del tutto fuori luogo. Anche se tra cattolici un matrimonio è un matrimonio e una famiglia è una famiglia!
E con questa allusione alla famiglia, passiamo all’altro tema incandescente, che speriamo non sia troppo radicale: siamo anche favorevoli a che i cattolici adottino i bambini.
Qualcuno si potrà scandalizzare. E’ probabile che si risponda con un’affermazione del tipo “cattolici che adottano bambini?? I bambini potrebbero diventare a loro volta cattolici”. A fronte di queste critiche, possiamo rispondere che è ben vero che i bambini figli di cattolici hanno molte chances di diventare a loro volta cattolici (a differenza degli omosessuali o degli informatici), ma abbiamo già detto che i cattolici sono gente come tutti gli altri.
Nonostante le opinioni di qualcuno e alcuni indizi, non ci sono tuttavia prove che dimostrino che i genitori cattolici siano meno preparati di altri a educare dei figli, né che l’ambiente religiosamente orientato di una casa cattolica abbia un’influenza negativa sul bambino. Inoltre i tribunali per i minori esprimono pareri sulle singole situazioni, ed è precisamente il loro compito determinare l’idoneità dei possibili genitori adottivi. In definitiva, nonostante le opinioni di alcuni settori, crediamo che bisognerebbe permettere anche ai cattolici di sposarsi e adottare dei bambini

10/07/2005 20:57

purtroppo
Purtroppo noi abbiamo il VATICANO!
Mi sembra significativo che DOPO che il Papa ha invitato all'astensione per il referendum il capo dello stato abbia tenuto a precisare insieme a lui che l'Italia e' uno stato laico.
... temo proprio che noi aspetteremo un bel pezzo!!!
[SM=g27744]
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