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manifestazione antirazzista il 19/2 a Parma

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2005 10:28
25/01/2005 10:28




Appello di adesione alla manifestazione contro il razzismo del 19 febbraio

Di fronte all'atto razzista commesso a Parma il 5 gennaio scorso contro la famiglia Diouf, vi invitiamo a scendere nelle strade della città per esprimere insieme, italiani e migranti, le voci di una cittadinanza aperta e di pace, capace di abbattere quel muro sul quale la scritta "Via i neri" ci sembra anacronistica, un ultimo rimasuglio di un immaginario di supremazia superato dalla storia e incrinato dalle lotte per l'uguaglianza e la libertà che hanno voluto cambiare l'Europa lungo il secolo scorso.
La scritta razzista ha suscitato l'indignazione di tutti noi migranti. Per questo, esprimendo insieme la nostra solidarietà alla famiglia Diouf, abbiamo deciso di rompere il silenzio su quegli episodi di discriminazione che diventano sempre più frequenti nella nostra città.
Numerosi immigrati sono quotidianamente vittime di casi di razzismo nei luoghi di lavoro e nei servizi pubblici. Generalmente questi episodi non vengono resi pubblici perché gli stranieri hanno paura e perché quando sporgono denuncia, queste non hanno nessun esito. "L'immigrato", afferma l’Associazione dei senegalesi GUY-GI, "quando non è vittima del razzismo, è vittima dell'intolleranza, come nel caso dei phone center (che qualcuno vuole chiudere a tutti i costi) e della discriminazione, come succede per il problema della casa".
A Parma, città europea, i migranti difficilmente trovano casa, non solo a causa degli affitti alti, ma anche a causa del pregiudizio ancora troppo diffuso ad affittare agli stranieri. La Cartiera di via degli Argini ne è la testimonianza: qui trovano un tetto coloro che sono stati scartati dal mercato privato degli alloggi. I dormitori sono strutture insufficienti, le cui sembianze carcerarie non rispondono certo alla complessità dei bisogni d'accoglienza e partecipazione sociale dei migranti. Per dormire non rimangono che i ponti, dove lo scorso settembre il corpo di un ragazzo immigrato è stato irreparabilmente falciato, o i portici della Pilotta, dove un anno fa è stato ucciso Hachemi Ben Mansour, un ragazzo tunisino che, dopo aver perso il lavoro a causa di un infortunio, ha perso anche la casa "concessagli" dal datore di lavoro.
Il razzismo inizia quando le istituzioni, dal governo fino alle amministrazioni comunali, negano l'uguaglianza dei diritti approvando leggi, o semplicemente non risolvendo situazioni di grave disagio sociale, che distinguono i cittadini dai non cittadini, innescando così, nell'immaginario collettivo, processi di inferiorizzazione e di razzizzazione verso chi è escluso dal privilegio della cittadinanza.
Questo non avviene solo verso i migranti ma anche verso i nuovi poveri: quel numero crescente di italiani che subiscono uno sfratto per morosità, che non arrivano a fine mese, che sono assunti da agenzie interinali ricevendo salari da fame per un lavoro privo di garanzie e di diritti.
A Parma l'assenza di una politica abitativa volta a garantire a tutti, italiani e migranti, il diritto di abitare in situazioni dignitose crea una sfera di marginalità e di esclusione visibile nelle strade della città.
Lo sgombero della ex Cartiera da parte della polizia municipale è l’ennesima dimostrazione dei metodi repressivi con cui il Comune di Parma gestisce il problema dell’emergenza casa, riducendo il diritto alla casa in una questione di ordine pubblico. Infatti, il Comune di Parma ha buttato in strada una trentina di migranti senza trovare per tempo soluzioni abitative, senza contattare i dormitori, i servizi sociali o la Caritas.
Il tentativo del Comune di Parma di chiudere i Phone Center attraverso un regolamento di igiene pubblica bocciato dal Tar Emilia Romagna perché "illogico", immotivato dal punto di vista dell'igiene, e la demonizzazione dei migranti negli articoli della Gazzetta che hanno accompagnato questo evento, costituiscono atti di aperto razzismo che rischiano di legittimare e dare forza di espressione a un pensiero che finora è rimasto in silenzio, ma che adesso passa all'atto e sporca di odio i muri della città.
Dopo la sconfitta in Tribunale il Comune ha approvato un regolamento urbanistico che vieta l’apertura di nuovi phone center nel centro storico. Come non interpretare questo atto se non come la volontà di un’Istituzione di ghettizzare i migranti nella periferia della città?

 
Questa situazione ci spinge a chiedere e a volere

-l'abolizione della Legge Bossi Fini che relega i migranti al ruolo di lavoratori usa e getta. L'istituto giuridico del "contratto di soggiorno" che, in stile schiavista e colonialista, lega la posizione regolare del migrante al contratto di lavoro, comporta la negazione dei diritti di cittadinanza e schiaccia i migranti in una posizione subordinata al datore di lavoro e al mercato;
-la chiusura dei Centri di permanenza Temporanea, veri e propri lager per stranieri in cui vengono detenute, sedate e torturate persone definite dalla legge come clandestine, ma che non hanno commesso nessun reato;
-la fine delle deportazioni dei migranti, come quell'aereo carico di donne nigeriane che hanno vissuto anche a Parma, potenziali richiedenti asilo ma rimpatriate a forza; la fine delle espulsioni collettive, come quella dei macedoni che vivevano in via Adda a Milano. La fine dei rimpatri, come quelli effettuati la scorsa estate a Lampedusa che hanno impedito ai migranti della Cap Anamur di richiedere il diritto all'asilo politico;
-il rilancio generalizzato dell'offerta abitativa a canone sociale, un piano di edilizia pubblica, il controllo dei prezzi degli affitti sul libero mercato, la cancellazione degli sfratti e la "regolarizzazione" delle case occupate per necessità;
-la costruzione di nuovi spazi di accoglienza che superino la forma del dormitorio e che siano invece luoghi di socializzazione, di partecipazione sociale e culturale e di diffusione di una conoscenza giuridica dei diritti dei migranti.

Rivendichiamo il diritto alla libera circolazione degli uomini e delle donne migranti e una regolarizzazione per tutti.

Vi invitiamo ad aderire a questa piattaforma e alla manifestazione che si terrà a Parma il 19 febbraio a partire dalle 14.30.
Il ritrovo è presso la stazione per proseguire in via XX Settembre davanti ai Phone center, in via Repubblica fino a Piazzale della Pace, simbolo della resistenza partigiana contro il fascismo, simbolo delle lotte per la libertà e l'uguaglianza.



Il 19 Febbraio Parma sarà aperta ai tanti migranti che vivono in Italia e che hanno già manifestato nella Genova del G8, negli scioperi di Brescia e a Roma lo scorso novembre.

Promotori:
Associazione dei senegalesi Guy Gi e Comitato cittadino antirazzista
Per aderire: parmaantirazzista@yahoo.it
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