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Poesia, poesia...

Ultimo Aggiornamento: 15/11/2005 23:20
19/09/2005 18:16

O me! O vita!
O me! O vita! di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei di senza fede, di città piene di sciocchi
di me stesso che sempre mi rimprovero, (perché chi più sciocco di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi, della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato in tanti nodi
la domanda, ahimé, la domanda così triste che ricorre -
Che cosa c’è di buono in tutto questo, o me! o vita!

Risposta
Che tu sei qui - che esiste la vita e l’individuo
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi con un tuo verso.

Walt Whitman

[Modificato da liberadi 19/09/2005 18.18]

20/09/2005 21:41

Re: O me! O vita!
questa poesia ritorna sempre al momento giusto. grazie. conincidenze, forse, boh? lascio spazio al verso....

Che cosa c’è di buono in tutto questo, o me! o vita! ??
aaaaargh!!! - grido forte - aaaaaah!!!! apro le braccia al cielo, ampio il mio torace ora ad inspirar molta aria, ossigeno nuovo.
Che cosa c’è di buono in tutto questo, o me! o vita! ???? chiedo ancora al cosmo, al caos sovrano che mi alimenta.
ah, o vita! che sono qui. ora. e posso contribuire a tutto quanto con un verso. il mio.




Scritto da: liberadi 19/09/2005 18.16
O me! O vita! di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei di senza fede, di città piene di sciocchi
di me stesso che sempre mi rimprovero, (perché chi più sciocco di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi, della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato in tanti nodi
la domanda, ahimé, la domanda così triste che ricorre -
Che cosa c’è di buono in tutto questo, o me! o vita!

Risposta
Che tu sei qui - che esiste la vita e l’individuo
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi con un tuo verso.

Walt Whitman

[Modificato da liberadi 19/09/2005 18.18]



22/09/2005 14:18

L'aurora
Notte grigia,
Notte aurora.
Ricopre con soffio la tua dimora.
Notte d'amore
Accesa passione
La paglia che
Brucia
In continuazione.
Delirio sincero spira
Nell'animo
Scosso come
L'autunno che verrà;
Priva di trepidazione...
La notte.
D'aurora.
Muore il sole
Sul palmo della
Tua sciocca convinzione.
Di notte
L'aurora.
22/09/2005 14:22

Nella pianura
Lidi di pioggia, sere d'Oriente
dai campi s'alza lieve
un bagliore appannato,
come cristalli di silenzio.
Lo sguardo percorre chilometri,
in ogni direzione,
tra chiazze nevose e placidi rivoli.
Non mi stanco di respirare
mentre, quiete,
si impossessano di me queste terre.
All'orizzonte un casale in abbandono
e una beccaccia, ma tutto è pace
dentro e fuori di me.
In questo autunno pazzerello
un nuovo amore mi scalda l'anima:
è la pianura che si espande tutt'intorno
con solide radici di tranquillità.
24/09/2005 14:26

Fai ch'io per te sia l'estate
quando saran fuggiti i giorni estivi!

La tua musica quando il fanello
tacera' e il pettirosso!

Per fiorire per te sapro' sfuggire alla tomba
riseminando il mio splendore!

E tu coglimi, anemone,
tuo fiore per l'eterno!



Summer for thee, grant I may be,
when summer days are flown!

Thy music still, when whipporwill
and oriole - are done!

For thee to bloom, I'll skip the tomb
and sow my blossoms o'er!

Pray gather me -
anemone-
thy flower - forevermore!


Emily Dickinson, 1858

[Modificato da liberadi 24/09/2005 14.26]

01/10/2005 09:03

Ode al giorno felice
Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.

Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.

Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.


Pablo Neruda
27/10/2005 20:03

Stasera va così.....

Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
È a casa? Per la strada?
Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
Forse sta alzando il braccio?
Amor mio
come appare in quel movimento
il polso bianco e rotondo!
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
Un gattino sulle ginocchia
lei lo accarezza.
O forse sta camminando
ecco il piede che avanza.
Oh i tuoi piedi che mi son cari
che mi camminano sull’anima
che illuminano i miei giorni bui!
A che pensa?
A me? o forse... chi sa
ai fagioli che non si cuociono.
O forse si domanda
perché tanti sono infelici
sulla terra.
Che sta facendo adesso
Adesso, in questo momento?

Nazim Hikmet
05/11/2005 09:26

Conversazione fra le rovine - Sylvia Plath
Vieni a gran passi per il portico della mia casa elegante
con le tue furie selvagge, disturbando ghirlande di frutti
e i favolosi liuti e i pavoni, lacerando la rete
di ogni decoro che imbriglia l'uragano.
Ora è crollato il ricco ordine di mura; gracchiano i corvi
sulle rovine spaventose; alla luce tetra
del tuo occhio aggrondato la magia fugge
come strega atterrita dal castello al nascere dei giorni veri.

Colonne infrante incorniciano panorami di rupi;
mentre tu in giacca e cravatta sei ritto in posa eroica, io siedo
composta in peplo e chignon alla greca,
inchiodata al tuo nero sguardo, la commedia fatta tragedia:
in un tale sfacelo di ogni nostro bene
quale cerimonia di parole può rappezzare la devastazione?
05/11/2005 09:36

Soliloquio della solipsista - Sylvia Plath
Io?
Io cammino sola;
la strada a mezzanotte
si srotola dai miei piedi;
quando chiudo gli occhi
queste case sognanti non sono più:
è per un mio capriccio
che la celeste cipolla della luna sta sospesa
sopra i tetti.

Io
se mi allontano faccio rimpicciolire
le case e riduco gli alberi;
al laccio del mio sguardo
ballonzola la gente marionetta
che, ignara di scemare,
ride, si bacia , si ubriaca,
e non sa che se solo batto ciglio
è morta.

Io,
se di umor lieto,
do all'erba il suo verde,
blasono il cielo d'azzurro e al sole
dono l'oro;
me nei miei umori più invernali, detengo
il potere assoluto
di boicottare il colore e di proibire ai fiori
l'esistenza.

Io
so che tu appari
vivido al mio fianco,
e neghi d'essere nato dalla mia testa,
e sostieni che il fuoco
dell'amore che senti prova vera la carne,
ma è lampante,
mio caro, che tutta la tua bellezza e l'ingegno sono un dono
mio.
15/11/2005 23:20

La "Speranza" è quella cosa piumata -
che si viene a posare sull'anima -
Canta melodie senza parole -
e non smette - mai -

E la senti - dolcissima nel vento -
E dura deve essere la tempesta -
capace di intimidire il piccolo uccello
che ha dato calore a tanti -

Io l'ho sentito nel paese più gelido-
e nei mari più alieni -
Eppure mai, nemmeno allo stremo,
ha chiesto una briciola - di me.

Emily Dickinson
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