00 26/07/2005 18:23
La Camera di Conciliazione del Coni ha detto no. La squadra di Pietro Franza ora è nei guai: non può iscriversi al campionato di serie A


ROMA, 26 luglio 2005 - Messina nei guai. La Camera di Conciliazione del Coni (presieduta da Pier Luigi Ronzani e composta dall'avvocato Guido Ceccinelli, i professori Marcello Foschini, Luigi Napolitano e Luigi Fumagalli e il segretario-tecnico Mario Arpino) ha infatti respinto il ricorso della società siciliana. Adesso il Messina ha la possibilità di ricorrere al Tar del Lazio, la cui udienza è fissata per il 2 agosto.
Secondo Covisoc e Coavisoc, il Messina avrebbe concluso in ritardo l'accordo con l'Agenzia regionale delle entrate sui circa 18 milioni di Irpef arretrata. Il presidente Franza e i suoi avvocati hanno risposto di aver sottoscritto con la Regione Sicilia il 13 luglio la transazione per la rateizzazione in 15 anni del debito.
"Mi sembra una situazione assurda, ma non ho ancora ricevuto comunicazioni ufficiali", ha dichiarato Pietro Franza. "Noi abbiamo presentato tutta la documentazione utile per l'iscrizione. Ora cosa facciamo? Procederemo nell'iter stabilito - ha aggiunto con sgomento il patron del Messina -. Siamo pronti da giorni per ricorrere al Tar dove avremo di fronte giudici veri e propri. La giustizia sportiva ha voluto tenere una linea oltremodo dura. Ne prendiamo atto".
Franza è un fiume in piena. "Quando abbiamo salvato il Messina dal fallimento - ha detto -, abbiamo dovuto investire rapidamente 30-40 milioni di euro. Abbiamo cercato di risparmiare. Come hanno fatto anche altre società, non abbiamo pagato sistematicamente l'Irpef. Abbiamo però raggiunto un accordo per rateizzare il debito, come è stato concesso alla Lazio. Ripeto, il nostro creditore ha dichiarato che il nostro debito non è scaduto. La transazione è frutto di un lavoro durato mesi e la firma è arrivata il 13 luglio e la Coavisoc ci ha contestato che la documentazione è stata consegnata con 24 ore di ritardo. La perentorietà dei termini, però, di fatto ha perso valore dopo che la stessa Coavisoc aveva concesso una proroga fino al 12 luglio per 15 società. In sostanza, il Messina rischia di sparire per una questione di 24 ore". "Il Messina - ha affermato - non può ricorrere al lodo Petrucci: se non va in A, la nostra società scompare".
Franza ha concluso con una dichiarazione forte: "Ho visto che si è mossa una fortissima lobby in favore del Bologna e l'ho potuto constatare in varie occasioni. Tutti da settembre sembra che prevedano il futuro e solo io non me ne rendo conto, Dicono A a 21 squadrè e ovviamente per arrivare a quel numero l'unica soluzione è che il Messina venga fatta fuori da Covisoc, Coavisoc e Camera di Conciliazione del Coni per poi essere ripescato all'ultimo dal Consiglio di Stato che con un guazzabuglio riporta la serie A a 21. Gazzoni poi è anche un consigliere federale così come il suo allenatore (Ulivieri, presidente dell'Aic, ndr)"


[Modificato da aleandros 26/07/2005 18.27]