La memoria è fragile, spesso le cose accadono troppo in fretta e non si ha il tempo di capire la relazione tra gli eventi e alcuni scenari scemano davanti a noi; altri li viviamo e io ve li scrivo per tenerne vivi i ricordi.
Marilena. Ho conosciuto questa ragazza ormai sulla cinquantina passata qualche anno fa, quando era la donna delle pulizie a casa della mia ormai ex fidanzata. In realtà i primi veri incontro furono quando avevamo traslocato e andati a convivere e veniva chiamata da noi un paio di volte l’anno per dare una pulita un po piu a fondo a tutto l’appartamento. Marilena; Non la considero una bella donna, anzi alcuni lineamenti la fanno apparire anche piu vecchia di quanto sia, le gambe sono pallide e con qualche vena verde molto visibile sui polpacci, le spalle larghe di una che ha sgobbato tanto nella vita, con mani da lavoratrice e braccia non grosse ma neanche snelle. Non ha comunque un culo grosso, non pare una pancia liscia e piatta ma nonostante cio sopra le due tette risaltano sempre bene rispetto al resto del corpo, quindi sono vermente grandi direi verso na quinta; tanti capelli neri e fissi, ricci arruffati difficili da gestire. A volte parlandoci dà l’impressione di una che abbia fatto qualcosa tipo un esaurimento nervoso tanti anni fa, quel genere di persone molto buone o ingenue che possono parere quasi stupide. In realtá stupida non è, è solo gentile, saluta rispettosamente e fa una parola sul piu o sul meno quando ci so vede. Non conosco bene la sua storia ma tempo addietro stava con uno che forse non la trattava troppo bene e con gestiva un bar o tavola calda non so, infatti è anche una brava cuoca; ma poi finì sola e senza lavoro fisso e inizió a fare pulizie per le case o badante per qualche anziano a un prezzo davvero onesto. Ogni tanto sentivo mia fidanzata dire che un po le faceva pena perchè non ha molte amiche e a volte esce con mia ex suocera per un caffe ma ha una vita piuttosto solitaria oramai. Infatti io spesso mi chiedo anche da quanto non vede un uomo nudo a parte qualche vecchio cui magari doveva lavare il culo.
Comunque iniziamo.
Era un caldo sabato mattina di fine ottobre e io ero a sbrigare delle faccende in giardino mentre mia fidanzata era in ospedale per un piccolo intervento. Mia “suocera” e la domestica erano a casa nostra a dare una bella ripulita. A mezzogiorno circa ero rientrato e la suocera stava andando via dicendo che verso le 13 mi aspettavano da loro per pranzo. Chiesi a Marilena se le servisse aiuto ma mi disse che stava ultimando e sistemando le ultime cose e poi andava.
Mi capirete, era la situazione perfetta, non potevo resistere: dissi che allora se non aveva piu da fare in bagno io andavo a lavarmi e prepararmi che poi come aveva udito dovevo andare a pranzo dai suoceri. L’apprtamento non era grande: dall’open space zona giorno una porta dava su un corridoio di due metri ove si affacciavano le porte di lavanderia, bagno, camera e cameretta. Lei era indaffarata tra lavanderia e zona giorno. Come detto dava l’aria di una persona gentile, buona che passa perfino per torda, che avrebbe comunque subìto le disinvolte inibizioni di un giovane esibizionista; ma non si sa mai come potrebbero reagire le donne, io non vorrei mai essere irrispettoso, logicamente ognuna ha il proprio carattere e puó trovare banale o normale aver di fronte un uomo che si spoglia oppure ritenerlo del tutto inoppurtuno. Come sapete non è semplice capirlo al volo ma era il momento della veritá. Lì in corridoio dove avevo un appendino a muro cominciai a togliermi le maglie rimandendo a torso nudo mentre lei era li in soggiorno a pochi metri; poi levai i pantaloni e rimasi in boxer mentre lei mi passava a fianco e andava a riporre dei detergenti in lavanderia. Esitó un attimo quando mi vide in mutande e disse qualcosa come “scusa, passo un attimo” tenendo la testa bassa ma con un’aria di leggero imbarazzo, ma rimase discreta e continuó a lavorare in silenzio. Non sapevo cosa fare, sentivo il cazzo gonfiarsi, avrei voluto sfilarmi i boxer li davanti a lei ma mi pareva esagerato. Andai in bagno, dove avevamo la doccia, che era nascosta dietro alla porta d’ingresso del bagno che lasciai piu che socchiusa. Dal corridoio non poteva vedersi la doccia che era appunto nell’angolo dietro la porta ma almeno una parte di lavabo e la colonna degli accessori bagno e il bidone del bucato da lavare erano semivisibili. Li mi sfilai i boxer e li riposi nel bidone e nel mentre con la coda dell’occhio la vidi passare. Taceva ma doveva avermi veduto di lato per un attimo. Io con le farfalle nello stomaco entrai nel box e accesi l’acqua. Mi chiedevo chissa cosa sta pensando di me? Forse diceva ma che cavolo non si chiude la porta?. Mi eccitava che lei sentisse i rumori dell’acqua e del sapone che veniva strofinato tra le mie mani e il mio membro generando quegli squaq umidi e quasi volgari che possono parere accompagnare un dolce su e giù maschile. Me la immaginavo che si avvicinava alla porta a sbirciare dalla fessura tra la porta e le cerniere che la sostengono. La mia doccia non duró a lungo perchè volevo uscire prima che se ne andasse. Infatti da sotto l’acqua non udivo i suoi movimenti e temevo che potesse andare via ma avevo tenuto d’occhio la portafinestra che dava su un piccolo spazio esterno al bagno adiacente tra l’altro al camminamento che girava attorno alla palazzina e che collegava i prcheggi e la strada al parco e all’ingresso condominiale: di sicuro sarebbe passata di li per andarsene ma non avevo visto passare nessuno al di là della tenda. Avevo scelto un asciugamano non troppo grande per asciugarmi e dopo averlo passato sul corpo lo lasciai appoggiato alla spalla a cadere dietro sopra una chiappa e davanti a coprire parzialmente il pube e il cazzo. Ora la Sentivo che prendeva su le ultime cose e infatti mi chiamó per dirmi che stava andando via. Mi mostrai in un quasi timido vedo non vedo sporgendomi e scostando un po la porta socchiusa. La salutai e la vidi andare verso la porta di uscita. Era finita così pensavo mentre mi passavo il deodorante sotto le ascelle, ma subito mi ricordai che sarebbe passata nel vicolo fuori la portafinestra, allora la spalancai e posizionai la tenda con una bella porzione aperta..poi il miracolo. Tornó sui suoi passi li in soggiorno. Mi richiamó un po intimidita forse, usava sempre scusa in mezzo alle parole. Mi riaccostai con la faccia alla porta. Si era avvicinata, era li in corridoio e Voleva dirmi di controllare una cosa sul contatore che stava sotto una portella in policarbonato trasparente lì nel corridoio. Prima, Mentre spolverava aveva spinto la porta e si erano digitati alcuni pulsanti facendo qulche beep beep e non sapeva se aveva acceso qualcosa che non doveva fare. Era la centralina dell’impianto idrico del giardino risposi io..in effetti bisognava controllare se si era acceso qualche rubinetto e spiegandoglielo mi ripetevo dentro che non avevo occasione migliore: uscii dal bagno e tenni l’asciugamano un po davanti al membro bello ingrossato. Lì dirimpetto a lei aprii e controllai le spie e la rassicurai che non aveva acceso nulla e mentre richiudevo la sportella lascai cadere l’asciugamano sulla parte destra del corpo lasciando scoperto tutto il ventre e tutta la mia parte piu intima. Furono lunghi secondi di guardarsi negli occhi e lei forse per un attimo li abbasso a guardarmi tutto ma non battè ciglio, la prese come una cosa normale, disse va bene allora tutto apposto grazie di tutto ora vado e forse ancora si scusava. La guardai allontanarsi e poi , ancora felice dell’accaduto tornai nel bagno velocemente ad aspettare di rivederla passare nel vicolo. Ero duro come un verginello e rimasi seduto nel water chiuso con la schiena bella dritta e l’asta enorme davanti al mio ventre mentre fingevo di spalmarmi qualcosa. Lei passó. Forse con la testa leggermente girata alla mia finestra, forse con lo sguardo mi notó, ma non si giró del tutto. Forse me lo aveva visto chissà. Ma in un secondo era già avanti. Io comunque soddisfatissimo non potei che segarmi alla grande ripensando al tutto. Mentre andavo a gustarmi il pranzo dalla suocera pensai a come tutto era accaduto in maniera quasi perfetta e pensavo a chissà quando sarebbe potuto ricapitare.
Questo quanto vi dovevo su l’iniziazione di marilena. Molto tempo è passato da allora e molte cose sono cambiate ma fortunatamente la collaborazione lavorativa con me si è mantenuta, e quindi vi dovró anche gli altri racconti di questa collana: La donna delle pulizie parte prima e parte seconda. Vicende reali scolpite nella memoria del tempo e forse altri racconti di fatti accaduti o che in futuro potrebbero accadere, guidati dalle straordinarie oppurtunità riscattate con la filosofia del carpe diem, ma talvolta convogliate anche dal giusto utilizzo delle tecniche del “make things happens”. I momenti vanno vissuti e goduti, poi si alza l’asticella e il prova e riprova ci porterà ai risultati sperati. Buon viaggio.