Ciao Marco, dalla tua lettera annoto le seguenti parole: “paura”, “gente”, “strana”, normale”, “aiuto”.
Le stesse parole che a alla tua età mi ripetevo anche io. Credo che il problema di tutto sia nel fatto che la struttura sociale così come la conosciamo ci vuole tutti uniformati e ugualmente “normali”. Nella nostra percezione quindi le doti e le caratteristiche che ci rendono diversi dagli altri le viviamo come una fastidiosa barriera. Insomma, il problema è nel decidere cosa è “normalità” e chi è “il normale”: prendi la fotografia di un tuo conoscente “normale”, vai in giro e cerca altre persone identiche a lui nell’aspetto; dopo aver esaminato sei miliardi di persone (gli abitanti del pianeta Terra) ti accorgi che il tuo amico ha solo una persona che gli assomiglia paurosamente, ma magari parla una lingua diversa, o ha una storia diversa e un vissuto differente. Morale: nessuno è uguale all’altro se non nella sua diversità. In sostanza: L’UNICA COSA CHE CI RENDE UGUALI E’ LA NOSTRA DIVERSITA’. Solo in questo siamo uguali agli altri. Solo questo. Immagina un puzzle, guarda i suoi pezzi. Ad una superficiale occhiata sembrano uguali ma se li guardi meglio… sono tutti diversi ! Ecco perché poi tutto combacia. IL NOSTRO BENE PIU’ PREZIOSO E’ LA NOSTRA DIVERSITA’. Ciò che ti rende “Marco” è ciò che hai di più prezioso. Essere unico ed inimitabile.
Altro punto: “vivo male la mia sessualità che è così normale per me e pure così strana per altri...”. In questa frase c’è tutta la conseguenza delle stronzate dette da quel coglione di Freud. ; Mi spiego: IL FETICISTA NON SOFFRE MAI PER LA SUA SESSUALITA’ NE QUANDO LA ESERCITA, MA SOFFRE PER IL FATTO DI ESSERE CONSIDERATO DA QUALCUNO UN PERVERTITO. Insomma Marco diffida sempre da chi ti dice che devi e puoi somigliare a qualcun altro. Cerca sempre di somigliare soltanto e unicamente con tutte le tue forze a te stesso, unico meraviglioso ed irripetibile essere umano. Un abbraccio. Il Toscano