Rai 3, tornano i "Turisti per caso"

gieffina
00giovedì 17 agosto 2006 13:25


Blady e Roversi saranno in Africa
I turisti per caso Siusy Blady e Patrizio Roversi tornano su Rai 3 con cinque puntate dedicate all'Africa. In questa edizione hanno voluto dare un taglio più giornalistico alla trasmissione, ma non mancherà certo la vena anticonformista che li contraddistingue. Ognuno seguirà percorsi diversi. Syusy partirà dal Senegal per arrivare nel Mali e poi in Togo fino in Libia. Patrizio svelerà i segreti di Etiopia e Sudafrica.


Li avevamo lasciati nel 2002 sul tetto del mondo, in viaggio fra Nepal e Tibet, prima di intraprendere l'avventura da velisti. Questa volta si cimentano con le contraddizioni dell'Africa i Turisti per caso Syusy Blady e Patrizio Roversi, che tornano domenica 20 agosto alle 21 su Raitre, con cinque puntate della loro nuova avventura.

"Il sottotitolo - spiega Roversi - non poteva che essere la nostra Africa, sia perché si tratta di un continente enorme, che offre a ciascuno spunti diversi, sia perché proveremo, come sempre, a raccontarlo a modo nostro. Syusy, in particolare, è partita dal Senegal per arrivare nel Mali e poi in Togo seguendo il corso del fiume Niger, spingendosi fino a una puntata in Libia. Io ho fatto due viaggi diversi, in Etiopia e in Sudafrica. Come sempre, ci siamo fatti accompagnare da amici, o forse complici. In Etiopia con me c'era Bunna, il leader degli Africa Unite, massima rappresentanza del reggae: con lui sono andato, tra l'altro, a visitare un centro rasta. In Sudafrica ho raggiunto Irene Grandi, che è molto appassionata di quei luoghi, e ho fatto un'altra parte del viaggio con il geologo Mario Tozzi".

Rispetto alle precedenti esperienze da turisti, in questa edizione Blady e Roversi hanno cercato di "dare un taglio più da diario giornalistico al viaggio, forse per la pregnanza degli argomenti che avevamo davanti", racconta Patrizio. "In Etiopia, per esempio, mi sono messo sulle tracce della presenza italiana, con un po' di complesso di colpa, e ho scoperto con sorpresa che tutti, nonostante il passato colonialista, ci trattano benissimo laggiù. 'Siamo in grado di capire la differenza tra il popolo italiano e il regime fascista', mi hanno spiegato. E poi ci vedono come un tramite importante per affacciarsi alla scena economica internazionale".



In Sudafrica Roversi ha colto "la grande tensione ideologica collettiva, frutto dell'importante lavoro politico fatto da Nelson Mandela. Ci sono tanti bianchi che dicono di stare meglio adesso rispetto a quando c'era l'apartheid". Sulla via del ritorno, quasi a voler trovare un contrappasso, Patrizio si è fermato negli Emirati Arabi: "Tutti diremmo che Dubai è il futuro e l'Africa è il passato: e invece è il contrario. L'Africa è il futuro per l'energia che sprigiona, per le contraddizioni che esploderanno forse in positivo, per le potenzialità culturali e umane, per l'equilibrio obbligatorio fra la popolazione e la natura. Invece l'atteggiamento con cui l'uomo sopravvive a Dubai, basandosi sullo sfruttamento delle energie, intese come petrolio e gas ma anche come soldi, non so se abbia un futuro".

Prima tappa per Syusy, il Senegal: "Laggiù ci sono tante imprenditrici donne, vere artefici di tutte le cose che vanno avanti, a dispetto di una società patriarcale che stenta a farsi da parte nonostante non abbia più senso", racconta la Blady durante una pausa del "folle" lavoro di montaggio. "Anche nei villaggi del Togo ne ho incontrate diverse che ormai stanno prendendo confidenza con la pianificazione delle nascite: così possono attuare una vera rivoluzione, mettendo al mondo meno bambini ma con più speranza di crescere e di fare". Spinta da una forte curiosità per l'antropologia, Syusy non poteva rinunciare a un'incursione tra i riti voo-doo in Togo o nella "grande sapienza" della cultura dogon del Mali e a una puntatina a Timbuctù o alla scoperta delle straordinarie pitture rupestri del deserto libico. "L'impressione più forte che porto con me? Quando pensi all'Africa, ti viene da fare qualcosa, da aiutarli a combattere le malattie, da portare loro l'acqua pulita. Ma poi scopri che sono popolazioni molto adattate al loro ambiente e per questo anche incredibilmente forti, nonostante la semplicità di vita", conclude.



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