La destra e noi sulla questione omosessuale

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00sabato 3 luglio 2010 00:26
La destra e noi
sulla questione omosessuale

di Cristiana Alicata
Domani chiude la stagione dei Pride in Italia. Il movimento LGBT è apparso sulle pagine dei giornali profondamente diviso, ma una cosa dai comunicati di Arcigay e di GayLib (associazione che fa riferimento alla destra) è apparsa chiara. Alla destra vengono riconosciuti passi avanti (le scuse di Mara Carfagna, la sua dichiarazione di intenti verso il progetto di legge Concia contro l’omofobia), al nostro partito no.

E’ chiaro che la distanza è in sostanza ancora chilometrica, ma la destra ha capito, furba, che ammiccare al mondo gay è una mossa che porta consenso.

Si tratta ovviamente di un ammiccamento ipocrita e pietista che sta conducendo le parti laiche della destra (escluse la Lega e i partiti di ispirazione cattolica siano all’opposizione o al governo) a comprendere che possono giocare una partita sulla parola “omofobia” e vincerla.

Per questo è importante che il nostro partito faccia un passo avanti ancora senza timori, ascoltando per esempio la lettera accorata di Carlo Santacroce (presidente di 3D, un’associazione nata per fare pressing sul nostro partito sui temi della comunità omosessuale e transessuale).

Quando la Carfagna chiede scusa, Bersani deve mettere la carta più alta e annullare quella posizione politicamente: riconoscimento delle coppie di fatto, per esempio. Quando Bertone accosta gli omosessuali ai pedofili, Bersani tuoni. Venga consegnata nelle mani di qualcuno la delega ai Diritti, qualcuno che sappia usarla con saggezza, trovando anche il modo di far capire al partito che non si tratta di una nicchia marginale, ma di una battaglia storica. In questo Obama, insegni. La missione del delegato sia declinare la parola diritti sugli omosessuali e sulle donne, sulle madri, sulle persone disabili, sui disoccupati.

Non ci sia imbarazzo nello scendere in campo su questi temi, non si lascino soli coloro i quali dentro questo partito sono dichiaratamente omosessuali e transessuali. Anzi. A noi metteteci a fare altro. Farà di più un omosessuale con la delega al Lavoro (al prossimo giro) o alla Scuola qualora ne abbia le competenze.

Non dobbiamo temere che appena si difende un omosessuale qualcuno si alzi a dire che ci sono problemi più importanti. Il mio amico omosessuale operaio di Mirafiori insegna. Lui da noi vuole sentire parlare di entrambe le cose alla pari, ma non solo lui anche i suoi compagni di linea. Il coraggio sulla questione omosessuale e transessuale ha la stessa radice di quello che dovremo avere su tutte le altre questioni su come vediamo l’Italia nel 2013. La gente vuole solo vedere che non abbiamo paura, quella stessa paura contenuta e declinata in greco nella parola omo-fobia.
02 luglio 2010

l'U


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