I preti gay

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zon@ venerdi
00venerdì 25 novembre 2005 12:36
"Nonostante alcuni ampi, corretti e documentati servizi giornalistici, rischia di passare praticamente senza reazioni una scelta che lascia letteralmente increduli per la carica di violenza ideologica, da inquisizione, che l'ha determinata. Mi riferisco alla preannunciata decisione di non ammettere persone nei seminari sulla base della loro omosessualità (o anche, addirittura, per le loro 'tendenzè omosessuali)".

Lo afferma il segretario dei radicali italiani, Daniele Capezzone, che aggiunge: "Lascio da parte ogni considerazione sulla virtù teologale della carità, dell'amore, come base e cemento della vita della comunità dei credenti: mi pare, da ogni punto di vista, e in particolare da questo, che siamo dinanzi ad un atto letteralmente anticristiano, crudele, senza carità, appunto. Così come lascio da parte l"accertamentò delle 'tendenze'": non voglio neppure immaginare come avverrà, e mi limito a pensare al dramma di chi è in cerca di Cristo, e vorrebbe servirlo anche nmella forma sacerdotale, e si vede invece sottoposto a un simile tribunale delle coscienze.

Voglio invece solo sottolineare, per oggi, la cosa che mi pare più infame. Si lascia trapelare, da parte vaticana, che questa sarebbe una prima risposta ai casi di violenza contro i minori di cui si sono resi responsabili alcuni ecclesiastici. E quindi si stabilisce un nesso, un legame di causa ed effetto, tra l'omosessualità e la violenza contro i bambini o i ragazzi. Ripeto: c'è da rimanere increduli. Mi auguro che, in primo luogo nella comunità dei credenti, si levino voci contro questo autentico scempio. Ma intanto, pur con 'tecnologie' diverse, il rogo di Campo dè Fiori è ancora acceso".
zon@ venerdi
00lunedì 28 novembre 2005 06:39
«Io, prete gay senza peccato» dall’inviato
NEW YORK — «Provo un grande disappunto. E’ un grave passo indietro. Il Vaticano vuol cercare un capro espiatorio sulla tragedia dei preti pedofili bandendo dal seminario e impedendo di prendere i voti sacerdotali a chi si riconosce gay….Dio ha chiamato alla sua tavola e invitato a predicare il Vangelo tutti quanti, gay, lesbiche e tutti gli esseri umani senza distinzione. Credo si stia commettendo un atto profondamente ipocrita da parte delle gerarchie della chiesa cattolica. I più grandi studiosi della nostra religione stanno dimostrando oggi con importanti scritti che non può più essere la Bibbia il testo guida su questo problema».

Il reverendo Fred Daley 58 anni, (nella foto Ap) parla con una voce calma e rassegnata dagli uffici della sua parrocchia a Utica una cittadina a più di 4 ore di macchina da Manhattan. Daley è un sacerdote gay adorato dai parrocchiani di questa parte povera dello Stato di New York. E’ stato ordinato prete 31 anni fa, è a Utica da 16 e la sua condotta è sempre stata eccellente. Il 25 marzo del 2004 durante la sua predica alla messa delle 10 ha sorpreso tutti dicendo: «Oggi voglio farvi una rivelazione molto intima: sono gay, ma sono il vostro parroco e continuerò a servire questa comunità dando il meglio di me».

Lo stupore dei parrocchiani è durato pochi secondi. «Ho ricevuto un paio di lettere non gentili - dice il reverendo Daley - Ma centinaia e centinaia sono state di incoraggiamento per il mio sacerdozio. Un prete deve essere giudicato per quello che fa, per la disponibilità che ha con i parrocchiani, per come conduce il suo celibato, non certo per i suoi orientamenti sessuali. Ma questo il Vaticano lo sa benissimo».

Si spieghi meglio.

«A Roma dal Papa in giù, sanno perfettamente che ci sono non solo tanti sacerdoti, ma vescovi e cardinali dichiaratamente gay. E sono ottimi preti, vescovi e cardinali. Usare l’orientamento sessuale di un individuo come discriminante per il sacerdozio è ormai assurdo. Significa che molti invece di aprirsi senza vergogna perché la verità rende tutti più liberi, torneranno al segreto, se non alla bugia e rientreranno dentro l’armadio. Per questo il documento del Vaticano che sta per uscire è ipocrita e diventerà un grave danno per la chiesa perché ridurrà al silenzio molte persone. Dobbiamo essere onesti: invece di guardare al sesso e ai gay come a una devianza, giudichiamo il loro operato come sacerdoti, la loro condotta morale durante il sacerdozio o nella preparazione al sacerdozio. Essere gay nella chiesa, non ha nulla a che vedere con i preti pedofili o con gli abusi che i sacerdoti, soprattutto in America, hanno commesso nei confronti dei giovani. Credo pertanto che valga la pena sfidare proprio le gerarchie ecclesiastiche su questo: invitarle ad assumersi le responsabilità per i gravi errori commessi in passato quando un sacerdote veniva semplicemente rimosso da una parrocchia e mandato in un’altra senza affrontare seriamente il suo problema».

Dopo l’ammissione di essere gay davanti ai parrocchiani il suo sacerdozio ne ha risentito?

«No. Io l’ho ammesso pubblicamente il giorno dell’annunciazione, e l’ho fatto con orgoglio. I miei parrocchiani non avevano alcuna notizia dei miei orientamenti sessuali. Mi hanno salutato con una standing ovation in tutte le messe delle domenica. La ragione per la quale l’ho fatto è stata perché non potevano rimanere più a lungo in silenzio quando mi sono accorto che le gerarchie della Chiesa cominciavano a prendere come bersaglio i preti gay associandoli direttamente agli abusi sessuali, mentre questo non aveva nulla a che vedere con l’orientamento sessuale di ciascuno. La mia esperienza mi ha insegnato che la comunità cattolica americana su questa vicenda è molto più avanti delle gerarchie ecclesiastiche che ci guidano. Il parrocchiano medio non solo a Utica ma nel resto dell’America è molto più interessato a quello in cui il sacerdote crede e a quello che fa ogni giorno che non al suo orientamento sessuale. Ma ripeto, questo documento del vaticano non impedirà ai seminaristi gay di diventare sacerdoti. Lo diventeranno ugualmente, semplicemente saranno meno aperti. E sono certo che questo è un danno che la chiesa cattolica già così in crisi di vocazioni in Usa si sta facendo da sola».

Avrà problemi col Vaticano per questi suoi commenti verso l’autorità? La chiesa è noto non è una democrazia.

«Non credo. Ho la coscienza tranquilla, sono in pace con me stesso, sono un buon prete, vivo il mio celibato con grande coerenza e seguo i miei parrocchiani. La mia dichiarazione sull’orientamento sessuale è stata soltanto un gesto privato che non ha nulla a che vedere col sacerdozio».
zon@ venerdi
00martedì 29 novembre 2005 09:20
Il no ai preti gay. Un'Istruzione che fa discutere
Attesa per oggi la diffusione del documento vaticano che vieta l'ordinazione sacerdotale agli omosessuali. Reazioni positive e perplessità, anche da settori della Chiesa. E negli Stati Uniti cresce il dibattito.

Viene pubblicata oggi l’Istruzione vaticana che stabilisce il no ai preti gay. Anticipato da una settimana dall’agenzia Adista, il documento arriva dopo una gestazione di circa otto anni e in cinque pagine ribadisce la posizione del Catechismo della Chiesa cattolica, che distingue tra atti omosessuali (''intrinsecamente immorali e contrari alla legge naturale'') e tendenze omosessuali (''oggettivamente disordinate''). Tuttavia, ai fini dell'ammissione al seminario e al sacerdozio, tale distinzione passa in secondo piano: se è vero, infatti, che le persone che manifestano tale tendenza - afferma il documento - ''devono essere accolte con rispetto e delicatezza'' ed evitando ''ogni marchio di ingiusta discriminazione'', ''la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l'omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta 'cultura gay'”. Vescovi e superiori sono chiamati a vigilare insieme ai confessori e padri spirituali, dal momento che “sarebbe gravemente disonesto che un candidato occultasse la propria omosessualità per accedere, nonostante tutto, all'Ordinazione”.

Una posizione chiara e inequivocabile che ha suscitato prese di posizioni, non solo quelle scontate del mondo laico, ma anche di esponenti della Chiesa. Se in Italia il tema è passato sotto silenzio, negli Stati Uniti accanto ai commenti decisamente positivi di settori più o meno conservatori, si sono registrate anche perplessità. John Allen, autorevole vaticanista del Catholic National Report, scrive che il documento non definisce cosa significhi l’espressione “tendenze omosessuali profondamente radicate”, non chiarendo come stabilire i confini tra un’omosessualità transitoria e impulsi innati. Rimane poi una questione di fondo: se la chiamata al sacerdozio presuppone il celibato, quale differenza ci sarebbe tra un prete etero e uno gay che in modo coerente mantengono fede alla loro promessa di castità?

Laurie Goodstein del New York Times lo ha chiesto ad alcuni sacerdoti, raccogliendo le risposte in un interessante articolo pubblicato qualche giorno fa. “Non c’è nulla in questo documento che richieda un cambiamento della pratica corrente”, ha detto don James Bretzke, docente di teologia e studi religiosi all’Università di San Francisco. “Sebbene un gran numero di vescovi e superiori diranno che da ora in poi non sarà possibile ammettere alcun gay, penso che il documento non avrà alcun effetto visibile”. “Ci sono molti preti e seminaristi omosessuali eccellenti - , continua Bretzke – le stime variano da un minimo del 10 a un massimo del 60% di sacerdoti tra il clero americano”.

E se don Richard John Neuhaus, editore di First Things, un giornale conservatore su religione e società apprezza la decisione del Vaticano, che riguarda chi ha “desideri dominanti o esclusivi verso lo stesso sesso”, padre Bretzke ribatte che l’Istruzione fa riferimento soltanto a chi non è casto e frequenta saune gay o locali o fa uso di pornografia. Le idee non sono chiare, ammette don Stephen P. Rossetti, uno psicologo e presidente del San Luke Institute di Silver Spring, convinto che “i vescovi dovrebbero chiedere ulteriori chiarimenti prima di conoscere come applicare il documento”.

Al di là delle posizioni ufficiali, colpiscono alcune testimonianze di sacerdoti omosessuali, che nonostante la loro condizione hanno potuto testimoniare con gioia il Vangelo. Don Fred Daley, 58 anni, parroco di Utica, nello Stato di New York, ha spiegato al Quotidiano Nazionale, che “usare l’orientamento sessuale di un individuo come discriminante per il sacerdozio è ormai assurdo”. Ordinato 31 anni fa, don Daley vive il suo sacerdozio in modo esemplare e il 25 marzo del 2004 durante la predica alla messa delle 10 ha deciso di parlare ai parrocchiani della sua omosessualità. “La ragione per la quale l’ho fatto - spiega - è stata perché non potevo rimanere più a lungo in silenzio quando mi sono accorto che le gerarchie della Chiesa cominciavano a prendere come bersaglio i preti gay associandoli direttamente agli abusi sessuali”. “Invece di guardare al sesso e ai gay come a una devianza, giudichiamo il loro operato come sacerdoti, la loro condotta morale durante il sacerdozio o nella preparazione al sacerdozio. Essere gay nella chiesa, non ha nulla a che vedere con i preti pedofili o con gli abusi che i sacerdoti, soprattutto in America, hanno commesso nei confronti dei giovani”.

Una testimonianza a cui si associano le parole di un prete gay di Boston, oggi direttore spirituale. Al New York Times, ha spiegato che se un giovane gay gli chiedesse di diventare prete, sarebbe giusto valutarlo “sulla base della sue qualità personali”. “Il lavoro del direttore spirituale – ha detto - non è portare le persone lontane dalla loro vocazione, ma aiutarle a capire cosa Dio le chiama a fare”.


Korazim.org
gieffina
00martedì 29 novembre 2005 10:44
non capisco,non ha senso che i gay si facciano preti.. i preti non devono avere rapporti..che senso ha che siano preti o no? [SM=x432723]
gumbody
00martedì 29 novembre 2005 14:52
dunque se si assume che i gay non possano diventare preti, ciò implica che è consueto e ufficializzato il fatto che i preti possano provare desideri sessuali verso le donne, no? [SM=x432727]
GayAbruzzo
00martedì 29 novembre 2005 14:55
Re:
il fatto gieffina è che nessuno dice ai preti di NON essere eterosessuali, non si sono mai posti il problema!
allora dovrebbero dire: per farti prete non devi essere nè gay, nè etero. non devi essere niente. se lo dicono, ok ci sto.
ma così è discriminazione bella e buona

[Modificato da GayAbruzzo 30/11/2005 0.55]

gieffina
00martedì 29 novembre 2005 17:09
Re:

Scritto da: gumbody 29/11/2005 14.52
dunque se si assume che i gay non possano diventare preti, ciò implica che è consueto e ufficializzato il fatto che i preti possano provare desideri sessuali verso le donne, no? [SM=x432727]



[SM=x432727]
gumbody
00martedì 29 novembre 2005 19:47
Re: Re:

Scritto da: gieffina 29/11/2005 17.09


[SM=x432727]



a questo proposito devo dire che ieri sera c'era a Porta a Porta il prete del paese emiliano del marito della Franzoni...che amore! [SM=x432750]
GayAbruzzo
00mercoledì 30 novembre 2005 00:56
Re: Re: Re:

Scritto da: gumbody 29/11/2005 19.47


a questo proposito devo dire che ieri sera c'era a Porta a Porta il prete del paese emiliano del marito della Franzoni...che amore! [SM=x432750]


oddio te piace il prete della franzoni? è gay?? [SM=x432728]
gumbody
00mercoledì 30 novembre 2005 14:21
beh non so se sia gay o no... [SM=x432733]
ma poi a che titolo intervistano il prete?? [SM=x432737]
GayAbruzzo
00mercoledì 30 novembre 2005 16:22
Re:

Scritto da: gumbody 30/11/2005 14.21
beh non so se sia gay o no... [SM=x432733]
ma poi a che titolo intervistano il prete?? [SM=x432737]


l'ho visto stamattina da costanza. potrebbe essere gay, ma è bruttoooooo [SM=x432761]
zon@ venerdi
00mercoledì 30 novembre 2005 17:25
Vaticano: no preti gay, protesta omosessuali Spagna
MADRID - La Federazione spagnola di lesbiche, gay, transessuali e bisessuali (Felgt) ha oggi chiesto al governo di Jose Luis Rodriguez Zapatero di sospendere i finanziamenti alla chiesa, in risposta alla decisione del Vaticano di vietare il sacerdozio ai gay.

La Felgt ha accusato la chiesa cattolica di "predicare la violenza" e ha annunciato che porterà la sua protesta davanti alle istituzioni europee perchè - dice - la posizione assunta dal Vaticano "contraddice totalmente la lettera e lo spirito della Costituzione europea". Secondo la Felgt, il governo deve sospendere qualsiasi contributo finanziario alla chiesa cattolica che "predica la discriminazione".
starliam82
00venerdì 2 dicembre 2005 19:33
Io non ho capito una cosa: quando decidono se ammettere qualcuno in seminario o no, come fanno a sapere se è gay?
Non ce l'ha mica scritto in fronte.
GayAbruzzo
00venerdì 2 dicembre 2005 19:36

Scritto da: starliam82 02/12/2005 19.33
Io non ho capito una cosa: quando decidono se ammettere qualcuno in seminario o no, come fanno a sapere se è gay?
Non ce l'ha mica scritto in fronte.


infatti! faranno una vera e propria caccia alle streghe!
cmq il dubbio amletico resta: perchè, se a un prete è obbligatoriamente richiesta la castità, un prete eterosessuale sì e uno gay no? DISCRIMINAZIONE
starliam82
00venerdì 2 dicembre 2005 19:41
A questo aspetto non avevo mai pensato, lo noto solo ora. Sono d'accordo con te.
In effetti non so quale potrebbe essere la spiegazione.
zon@ venerdi
00venerdì 2 dicembre 2005 19:51
Re: Re: Re:

Scritto da: gumbody 29/11/2005 19.47


a questo proposito devo dire che ieri sera c'era a Porta a Porta il prete del paese emiliano del marito della Franzoni...che amore! [SM=x432750]



... ma guardate ancora Porta a porta [SM=x432863]
GayAbruzzo
00venerdì 2 dicembre 2005 19:54
Re:

Scritto da: starliam82 02/12/2005 19.41
A questo aspetto non avevo mai pensato, lo noto solo ora. Sono d'accordo con te.
In effetti non so quale potrebbe essere la spiegazione.


in effetti nessuno pensa a questa cosa! io aseptto con ansia che qualcuno lo chieda a ruini o a tonini o al papa in persona! ma niente.
lo slogan è no preti gay, tutte le spiegazioni del caso non contano! [SM=x432719]
zon@ venerdi
00venerdì 2 dicembre 2005 19:56
Re: Re:

Scritto da: GayAbruzzo 02/12/2005 19.54

in effetti nessuno pensa a questa cosa! io aseptto con ansia che qualcuno lo chieda a ruini o a tonini o al papa in persona! ma niente.
lo slogan è no preti gay, tutte le spiegazioni del caso non contano! [SM=x432719]


non credo ci sarà qualcuno che lo farà
Alexander Brandy
00martedì 6 dicembre 2005 12:56
...è così indietro... perchè abbiamola chiesa tra i amroni... vid ico... si sposano anche in saogna... chwe non ditemi è al livello dell'italia... anche in sapgnae in italia no... chevrgogna... davvero.... [SM=x432748]
Alexander Brandy
00martedì 6 dicembre 2005 12:58
secondo...
...me [SM=x432748] i preti sono tutti gay... ma dal primo all'ultimo... che si ammazzano di seghe perchè non fanno mai sesso... e poi ogni giorno ssalta fuori uno scandalo del tipo... colelgio di preti, scuole di preti.... e cose comunque simili... ho letto un articolo su Pirde che era una cosa allucinante.,...
GayAbruzzo
00martedì 6 dicembre 2005 18:36
Re: secondo...

Scritto da: Alexander Brandy 06/12/2005 12.58
...me [SM=x432748] i preti sono tutti gay... ma dal primo all'ultimo... che si ammazzano di seghe perchè non fanno mai sesso... e poi ogni giorno ssalta fuori uno scandalo del tipo... colelgio di preti, scuole di preti.... e cose comunque simili... ho letto un articolo su Pirde che era una cosa allucinante.,...


anche io la penso come te. anche se alcuni preti amano la cosina invece del cosone. cmq sono una minoranza.. i gay la fanno da padroni!
se davvero i preti gay venissero allontanati dalla chiesa, mi chiedo, chi ci resterebbe? ahhahha
GayAbruzzo
00martedì 6 dicembre 2005 18:37
Re:

Scritto da: Alexander Brandy 06/12/2005 12.56
...è così indietro... perchè abbiamola chiesa tra i amroni... vid ico... si sposano anche in saogna... chwe non ditemi è al livello dell'italia... anche in sapgnae in italia no... chevrgogna... davvero.... [SM=x432748]


anche la spagna è molto cattolica, ma ha alle spalle una storia diversa dalla nostra, un partito socialista forte e davvero riformista e soprattutto non ha la chiesa a due passi. trasferiamo il vaticano a barcellona? [SM=x432726]
zon@ venerdi
00giovedì 22 dicembre 2005 10:25
PRETI GAY? CONOSCO SOLO SACERDOTI PERSEGUITATI
IL CASO Don Bellei: ‘Solidarietà al religioso coinvolto’

«Preti gay? Conosco solo sacerdoti perseguitati» La vicenda del sacerdote di una parrocchia modenese, vittima di un’estorsione perchè ripreso da una microcamera mentre avrebbe avuto rapporti omosessuali con un ragazzo, continua a fare discutere. Un po’ per curiosità, ma anche perché i fedeli sono allarmati. Il religioso era e resterà solo parte lesa, vittima di un’estorsione: questi sono i fatti. Un altro sacerdote modenese, don Giorgio Bellei (nella foto), parroco dello Spirito Santo, ci ha inviato una lettera per esprimere la sua opinione sul caso.

Quella accusa a un prete non mi convince. Intendiamoci, non perché un prete non possa sbagliare, ma perché la vicenda del ricattato con un filmato che lo vedrebbe coinvolto in atti omosessuali, presenta troppi punti su cui essere perplessi. Il primo è la somiglianza alla vicenda del povero don Giorgio Govoni che terminò con una piena assoluzione anche se nel frattempo lui era morto di infarto. Nel caso di don Govoni si parlò. e non a torto, di una magistratura politicizzata. In questo caso, dato che l’indagato non è il prete, ma il sagrestano, da quali ambienti e per quale motivo la notizia ad indagini non finite è stata offerta in pasto alla stampa in prossimità del Natale, per renderla più appetibile e vendibile al grande pubblico? Non si può pensare che qualcuno voglia fare del male ai preti? Il secondo è la prudenza di chi non si accorge che i cristiani e i preti in particolare sono perseguitati, benché lo dica il Papa stesso. E che sono perseguitati ancor più di un tempo, perché lo si fa in maniera subdola. Sono certo che è già stato nominato un avvocato tra i migliori, ma chi soffre ha bisogno di sostegno subito. Il terzo è il movente della vicenda e cioè la vendetta che ha orchestrato un piano vigliacco, basato sull’inganno di una telecamera nascosta e di una persona inviata con precise istruzioni affinché tenesse un inequivocabile comportamento. Già l’avere assoldato e istruito un personaggio perché reciti una parte, inficia la prova. Il quarto è la vulnerabilità dei parroci, facile preda di tutti, compresi i malvagi. Ho detto i parroci, perché sono in prima linea senza filtro alcuno. I Vescovi, i superiori e gli insegnati di seminario, i curiali e gli officiali vari (leggi responsabili di uffici) hanno segretari, telefonisti, portinai. Il parroco no. E’ immediatamente raggiungibile da tutti e in ogni ora. In più, se fa la scelta, come dovrebbe essere, di vivere sempre con la sua gente senza ritirarsi in forme di vita comunitaria che lo vedono presente in parrocchia solo in determinati momenti, è solo. E’ quindi più facile, per chi cova la vendetta, aggredirlo. E di vendetta si tratta dato che c’è stato di mezzo un licenziamento. Spero che almeno non ci si dimentichi di dire che la cessazione del rapporto di lavoro è avvenuta per palesi motivi di disonestà da parte del lavoratore.

Vista questa ultima premessa, la vicenda potrebbe allora essere andata così: un personaggio istruito e pagato, si presenta per chiedere aiuto, avendo con se una telecamera nascosta. Poi avendo cura che anche il prete sia inquadrato, lui compie atti strani o nre rimane coinvolto. La telecamera non può registrare la sorpresa e il disappunto del prete, perché questi sentimenti non si vedono. Forse però queste immagini non sono sufficienti per parlare di partecipazione attiva, voluta e cercata. Conviene che chi è intelligente aspetti, prima di gettare fango sull’uomo e sulla categoria.

Perché ho scritto? Perché sono anche io un parroco gioiosamente e volutamente in trincea tutti i giorni, non protetto da nessuno se non da Dio e da me stesso. Potrebbe capitare anche a me di venire imbrogliato e aggredito. Allora, più che di un avvocato e di parole rituali e prudentissime, che infiacchite da uno pseudo dialogo, paiono avere dimenticato che Gesù ha detto “vi perseguiteranno”, avrei bisogno di amici. Per questo esprimo solidarietà e piena fiducia al confratello e penso che ci si trovi di fronte a una palese montatura».

Don Giorgio Bellei

parroco dello Spirito Santo
GayAbruzzo
00domenica 25 dicembre 2005 09:52
Re: PRETI GAY? CONOSCO SOLO SACERDOTI PERSEGUITATI

Scritto da: zon@ venerdi 22/12/2005 10.25
IL CASO Don Bellei: ‘Solidarietà al religioso coinvolto’

«Preti gay? Conosco solo sacerdoti perseguitati» La vicenda del sacerdote di una parrocchia modenese, vittima di un’estorsione perchè ripreso da una microcamera mentre avrebbe avuto rapporti omosessuali con un ragazzo, continua a fare discutere. Un po’ per curiosità, ma anche perché i fedeli sono allarmati. Il religioso era e resterà solo parte lesa, vittima di un’estorsione: questi sono i fatti. Un altro sacerdote modenese, don Giorgio Bellei (nella foto), parroco dello Spirito Santo, ci ha inviato una lettera per esprimere la sua opinione sul caso.

Quella accusa a un prete non mi convince. Intendiamoci, non perché un prete non possa sbagliare, ma perché la vicenda del ricattato con un filmato che lo vedrebbe coinvolto in atti omosessuali, presenta troppi punti su cui essere perplessi. Il primo è la somiglianza alla vicenda del povero don Giorgio Govoni che terminò con una piena assoluzione anche se nel frattempo lui era morto di infarto. Nel caso di don Govoni si parlò. e non a torto, di una magistratura politicizzata. In questo caso, dato che l’indagato non è il prete, ma il sagrestano, da quali ambienti e per quale motivo la notizia ad indagini non finite è stata offerta in pasto alla stampa in prossimità del Natale, per renderla più appetibile e vendibile al grande pubblico? Non si può pensare che qualcuno voglia fare del male ai preti? Il secondo è la prudenza di chi non si accorge che i cristiani e i preti in particolare sono perseguitati, benché lo dica il Papa stesso. E che sono perseguitati ancor più di un tempo, perché lo si fa in maniera subdola. Sono certo che è già stato nominato un avvocato tra i migliori, ma chi soffre ha bisogno di sostegno subito. Il terzo è il movente della vicenda e cioè la vendetta che ha orchestrato un piano vigliacco, basato sull’inganno di una telecamera nascosta e di una persona inviata con precise istruzioni affinché tenesse un inequivocabile comportamento. Già l’avere assoldato e istruito un personaggio perché reciti una parte, inficia la prova. Il quarto è la vulnerabilità dei parroci, facile preda di tutti, compresi i malvagi. Ho detto i parroci, perché sono in prima linea senza filtro alcuno. I Vescovi, i superiori e gli insegnati di seminario, i curiali e gli officiali vari (leggi responsabili di uffici) hanno segretari, telefonisti, portinai. Il parroco no. E’ immediatamente raggiungibile da tutti e in ogni ora. In più, se fa la scelta, come dovrebbe essere, di vivere sempre con la sua gente senza ritirarsi in forme di vita comunitaria che lo vedono presente in parrocchia solo in determinati momenti, è solo. E’ quindi più facile, per chi cova la vendetta, aggredirlo. E di vendetta si tratta dato che c’è stato di mezzo un licenziamento. Spero che almeno non ci si dimentichi di dire che la cessazione del rapporto di lavoro è avvenuta per palesi motivi di disonestà da parte del lavoratore.

Vista questa ultima premessa, la vicenda potrebbe allora essere andata così: un personaggio istruito e pagato, si presenta per chiedere aiuto, avendo con se una telecamera nascosta. Poi avendo cura che anche il prete sia inquadrato, lui compie atti strani o nre rimane coinvolto. La telecamera non può registrare la sorpresa e il disappunto del prete, perché questi sentimenti non si vedono. Forse però queste immagini non sono sufficienti per parlare di partecipazione attiva, voluta e cercata. Conviene che chi è intelligente aspetti, prima di gettare fango sull’uomo e sulla categoria.

Perché ho scritto? Perché sono anche io un parroco gioiosamente e volutamente in trincea tutti i giorni, non protetto da nessuno se non da Dio e da me stesso. Potrebbe capitare anche a me di venire imbrogliato e aggredito. Allora, più che di un avvocato e di parole rituali e prudentissime, che infiacchite da uno pseudo dialogo, paiono avere dimenticato che Gesù ha detto “vi perseguiteranno”, avrei bisogno di amici. Per questo esprimo solidarietà e piena fiducia al confratello e penso che ci si trovi di fronte a una palese montatura».

Don Giorgio Bellei

parroco dello Spirito Santo


saranno pure perseguitati, ma certamente non sarebbe la prima volta che un prete molesta un ragazzo! [SM=x432725]
liberamente83
00lunedì 12 giugno 2006 10:50
http://www.gay.it/channels/view.php?ID=21763
c'è anche una interessante insinuazione sul ratz..... che io a suo tempo avevo già fantasticato :D
zon@ venerdi
00lunedì 12 giugno 2006 11:12
Re:

Scritto da: liberamente83 12/06/2006 10.50
http://www.gay.it/channels/view.php?ID=21763
c'è anche una interessante insinuazione sul ratz..... che io a suo tempo avevo già fantasticato :D



Riporto il testo, perchè quello che scrivi tu non si capisce e cambio anche il titolo da (da gay.it) a (Don Sesso)


DON SESSO
di Flavio Mazzini
Sabato 10 Giugno 2006




Le chat sono zeppe di monsignori sfacciati. Un mio amico ebbe una relazione con uno di loro. Perchè Sua Santità li vuole casti?


In chat non si sa se ci sono più preti gay o feticisti del colletto, i dibattiti sono infiniti, gli scandali (vedi il delitto delle guardie svizzere) insabbiati, e perfino Sua Santità si impunta e pretende che il prete sia virile, come se l'uomo in casa portasse davvero i pantaloni e la virilità fosse sintomo di coraggio, contrapposta alla fatua debolezza della donna.

Ne parlo con un uomo dalla grande cultura ed esperienza, che si definisce "troppo vecchio per non essere considerato altro che un povero pazzo": una sorta di infiltrato in Vaticano. Chiacchieriamo amabilmente, mi parla della sua vita ma anche di Dio e della Chiesa, dandomi quasi l'idea che quei due non abbiano molto a che vedere l'uno con l'altro.

I pomeriggi gradevoli sono sempre pieni di dubbi e di domande. "Non ho mai toccato un cazzo in tutta la mia vita", mi confessa e a me viene davvero da credergli, poi mi rivela quanti giovani sacerdoti o seminaristi gay ha tranquillizzato: "Al sesso si può rinunciare, perfino alla masturbazione", per quanto..

"I ventenni maschietti non riescono a pensare ad altro che alla fica", mi dice, "mentre per molti giovani omosessuali incapaci di accettarsi farsi prete può essere una soluzione". C'è la fede che sottende il tutto, ma c'è anche molta lucidità nell'analisi e forse un po' di rabbia.

Giovanni Paolo II chiedeva scusa a destra e a sinistra per gli errori commessi dagli altri papi, invitava i giovani a non avere paura, eppure non ha mai alzato un dito per noi gay. Benedetto addirittura sembra non aver altro da fare che attaccarci. Lui insinua che chi tanto strepita forse è il primo a non essersi accettato, ma a noi non interessa l'intimità del papa.

Sono i preti il vero mondo da scoprire, perché sono giovani, perché talvolta sono molto affascinanti, soprattutto perché compiono scelte radicali che poi non riescono a rispettare.

Ma perché dovrebbero mantenersi casti? Davvero Dio vuole così? Davvero è questo il problema in una Chiesa che esclude le donne dalle alte gerarchie, che non conosce democrazia, che rinuncia alla procreazione e quindi alla vita, ma non rinuncia mai a parlare del ruolo della donna, della democrazia, e della vita in genere? Perché chi ha scelto di non farsi una famiglia e di non fare sesso non si limita a rispettare coerentemente la propria scelta invece di ficcare il naso nelle mutande altrui?

I politici chinano la schiena davanti ai coloratissimi e ingioiellatissimi gerarchi ma nessuno (a parte l'amico Capezzone) azzarda a gridare che il re è nudo. Non serve indagare sullo Ior o sulla morte del povero papa Luciani, dal passionale e ingenuo "Dio è mamma". Noi gay possiamo testimoniare più degli altri, perfino più dei boy-scout, quanto il vituperato sesso alberghi anche tra i neri individui.

Buona parte di "Quanti padri di famiglia" è dedicata a preti che non si sono certo nascosti, che hanno fatto sesso con me in casa mia ma anche in parrocchia o in canonica e senza nemmeno cambiarsi d'abito.

Le chat sono zeppe di monsignori sfacciati che qualcuno crede impostori. Può essere, ma per ogni finto. Le chat sono zeppe di monsignori sfacciati che qualcuno crede impostori. Può essere, ma per ogni finto prete col clergyman credo ci siano almeno tre veri preti in borghese.

Un mio amico ebbe una relazione con uno di loro che si spacciava per sindacalista, fino a che perfino il suo angusto cervello mangiò la foglia: vabbene difendere gli operai ma era troppo anche per lui uno che lavora tutte le domeniche e tiene sempre la Bibbia sul comodino.

Un altro ragazzo mi confessò che durante il servizio militare erano costretti ad ascoltare le invettive antionanismo del cappellano che poi, nel confessionale, prestava non solo l'orecchio a chi non riusciva proprio a trattenersi. "Posso aiutarti io, al limite", diceva. "E tu non ti sei accorto di niente?", gli chiesi, sbigottito di tanta influenza su ragazzi comunque maggiorenni. Mi rispose che cominciò a capire qualcosa quando glielo prese in bocca...

Addirittura l'altro ieri mi hanno detto di un ragazzo che passa i pomeriggi a piazza san Pietro a rimorchiare preti, uno dei quali lo avrebbe condotto per una sveltina fin dentro un confessionale dell'omonima basilica.

Non ho le prove di quanto affermo, quindi va tutto preso col beneficio di inventario, però il discorso di fondo non cambia: è stato detto già tanto ma pare non ci sia voglia di ascoltare. O forse, per me che vivo davanti piazza san Pietro e subisco orde di invasati e cumuli di immondizia (la fede sembra non si sposi con l'educazione civica), questa città accetta il paradossale compromesso tra la funzione di guida spirituale della Chiesa, il suo palese potere economico e le tante note stonate. I Romani convivono con qualunque cosa senza mai ribellarsi e Romani (dovunque siano nati) sono pure i gay che non si stupiscono di vedere colletti bianchi girare per i parchi o infilarsi negli armadietti di qualche sauna e magari si ingrifano per un simile abbigliamento e ciò che rappresenta.

Le parafilie - moderno nome delle perversioni - sono tante, ognuno ha le sue. Un prete in fondo è un uomo come tutti gli altri, anche sotto il profilo sessuale. Noi lo abbiamo capito e non ne facciamo un dramma. Ma forse lo ha capito anche Sua Santità, che non a caso vorrebbe preti sempre più virili.

Flavio Mazzini, trentenne, giornalista, ha deciso di prostituirsi con uomini per raccontare le proprie esperienze nel libro "Quanti padri di famiglia" (Castelvecchi, 2005). Dal 1° gennaio 2006 tiene su Gay.it la rubrica Sesso.
GayAbruzzo
00lunedì 12 giugno 2006 13:15
sarebbe bello mettere delle telecamere in qualche cappella (hihihi) per sputtanarli tutti!
will!newton
00lunedì 12 giugno 2006 14:36
Re:

Scritto da: GayAbruzzo 12/06/2006 13.15
sarebbe bello mettere delle telecamere in qualche cappella (hihihi) per sputtanarli tutti!



cappella della chiesa o proprio del prete?
liberamente83
00lunedì 12 giugno 2006 15:07
a me sta frase colpiva:
Lui insinua che chi tanto strepita forse è il primo a non essersi accettato, ma a noi non interessa l'intimità del papa.

e se devo essere sincero a me da ipotizzare qualcosa del ratz mi era venuto.... e poi da giovane era proprio un bel ragazzetto :D


(ovviamente qui è quello sulla destra)
GayAbruzzo
00lunedì 12 giugno 2006 17:03
Re:

Scritto da: liberamente83 12/06/2006 15.07
a me sta frase colpiva:
Lui insinua che chi tanto strepita forse è il primo a non essersi accettato, ma a noi non interessa l'intimità del papa.

e se devo essere sincero a me da ipotizzare qualcosa del ratz mi era venuto.... e poi da giovane era proprio un bel ragazzetto :D


(ovviamente qui è quello sulla destra)



certo mi riesce difficilissimo pensare che ratzinger sia stato un bel ragazzetto [SM=x432722]
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